Capitolo Decimo.
[si sente audiolibro dallo stereo]
"Il pittore Michajlov, come sempre,
era al lavoro quando gli portarono
i biglietti da visita
di Vronskij e di Golenišcev".
"La mattina aveva lavorato nello studio
al quadro grande".
"Non lavorava mai
con tanto ardore e successo
come quando le cose gli andavano male".
"Stava facendo il disegno
per una figura d’uomo in stato d’ira".
"Il disegno era già fatto;
ma egli non ne era contento".
Penso di dover cominciare da qui.
"Il cartone col disegno abbandonato
fu trovato",
"ma era sporco e macchiato di stearina".
"Egli prese, tuttavia, il disegno,
lo stese dinanzi a sé sul tavolo e,
allontanandolo, socchiudendo gli occhi,
cominciò a guardarlo".
"Improvvisamente sorrise
e agitò con gioia le mani".
Adoro la narrazione,
e adoro storie,
e adoro romanzi e personaggi.
Ma c'è una parte di me che respinge
questo tipo di specificità.
Mi piace trattenermi
ed essere più ambigua.
Penso che il mio lavoro
consista nel come disegno.
C'è molta crescita,
tanti piccoli pezzi,
molta costruzione:
togliere e tagliare,
e aggiungere e incollare
e piegare e trasformare qualcosa.
Sono molto fisica nel mio lavoro.
Penso di essere spinta dal temperamento.
Il mio lavoro non consiste
in una decisione stabile:
sono molte decisioni
connesse e fluttuanti.
Ed è per questo che mi permette
un tipo diverso di attività cerebrale:
posso ascoltare Anna Karenina
e non essere interrotta.
[audiolibro]
"Capitolo 12"
"Si era perfino dimenticato di quel quadro
dipinto tre anni prima".
"Aveva dimenticato pene ed entusiasmi che
aveva vissuto per quel quadro,
che per vari mesi lo aveva avvinto incessante- mente di notte e di giorno;
lo aveva dimenticato, come sempre dimenticava i quadri compiuti".
Gran parte del vocabolario visivo
delle sculture
viene dal voler dissolvere il lavoro,
dissolvere più massa possibile
dall'oggetto.
Queste gocce, giusto?
Queste gocce sono piuttosto sospese
in isolamento.
Quando mi sono resa conto che avevo
questa capacità di rendere liquida la superficie,
o di farla sembrare piuttosto
ancora in movimento,
allora mi sono detta: "Alt! Questa
è un'opportunità
per pensare realmente a come creare
un'immagine con questo materiale.
[audiolibro]
"La figura a un tratto da morta che era, inventata, divenne viva e tale che non si poteva mutarla".
"Questa figura viveva, ed era definita con chiarezza e precisione".
Con ogni progetto, mi chiedo:
"Come posso ricreare un processo
con cui ho tanta familiarità?"
Quindi quando immagini di tutti i tipi,
si connettono tra loro,
quando è tutto finito, asciutto
e possiamo rimuoverlo,
lo stacchiamo dal muro e fa una gobba.
Queste diventano cose tridimensionali.
Infatti è un processo con tessitura.
Non so come la gente lo veda; ma non è più
un'immagine, è un oggetto.
[audiolibro]
"Egli non pensava che il suo quadro
fosse migliore di tutti quelli di Raffaello,
ma sapeva che quanto aveva voluto esprimervi,
nessuno mai l’aveva espresso".
"Ma i giudizi degli altri, quali che fossero,
avevano tuttavia per lui un’importanza enorme".
Talvolta quando la gente sa di cosa
è fatto, pensa:
"Ah! Ecco cosa significa!"
Oppure: "Ci dev'essere un significato
tipo uno più due, giusto?"
E io vorrei rallentare un po'
l'interpretazione.
Non essendo cresciuta
in una famiglia cristiana,
non sempre so che storie bibliche
ci sono dietro quei quadri.
Mi sembrano così generosi,
e così danno la possibilità
a tutti di prendere qualcosa.
E' parte della mia storia,
è parte della storia di tutti.
[Galleria OHWOW, Los Angeles]
[Diana Al-Hadid: "Tereno Sfondo e Figure"]
Più o meno rubo la composizione,
il nudo, lo strutturale, il più tenue...
ma cancello il resto.
I dettagli spariscono.
Nulla è stabile.
Tutto si muove e cola ed è caotico.