La caratteristica di questo luogo
a cui si accennava,
dove lavoro ora a Milano
che si chiama "Frigoriferi Milanesi",
è quella, se si può sintetizzare
con un termine
"l'attività multiforme dell'aggregazione".
Ed io oggi vorrei parlare dell'aggregare.
Un anno fa ho scritto un piccolo libro,
dopo vent'anni
di esperienza nell'editoria,
che s'intitolava
"Che fine faranno i libri",
e cercavo d'immaginare nel futuro
cosa sarebbe successo
quando si sarebbero diffusi
sempre di più apparecchi
come l'iPad o altri lettori elettronici.
Il centro di questo libro,
--dove appunto,
tentavo di analizzare le varie figure,
che fine faranno i tipografi,
che fine faranno i grafici,
che fine faranno i traduttori,
che fine faranno gli uffici stampa--
facevo varie analisi delle varie figure
che stanno dietro e spesso si dimenticano.
Dietro ad un libro
e al prezzo di quel libro,
ci sta il lavoro
di decine e decine di persone,
decine e decine
di specializzazioni molto diverse.
Però, secondo me, il fulcro,
più passa il tempo
un libro chiaramente di questo tipo
que invecchia ad una velocità pazzesca,
perché poi le cose vanno
ad una velocità...
in questo campo,
veramente straordinaria.
Però, mi sembra
che la cosa che non è invecchiata,
che rimane sempre di più attuale
e sulla quale vale la pena
di spendere qualche parola e ragionare,
è questa idea dell'aggregazione.
Perqué, segondo me,
sia per quanto riguarda i giornali,i libri
sempre di più, nel futuro,
sarà importante una figura
che con un termine
non troppo bello in italiano,
si chiamano gli aggregatori.
Chi sono gli aggregatori?
Sono delle persone che mettono insieme
cose diverse,
notizie diverse, oggetti diversi,
e li propongono agli altri.
Facciamo un esempio pratico:
io non sono una persona
che si occupa
professionalmente della Cina,
però sono una persona che pensa
che essere informati,
anche se non si è professionalmente
impegnati sul fronte cinese
essere informati su quello
che accade in Cina sia importante.
Allora, se io avessi una persona italiana
che quindi conosce la mia mentalità
che conosce la lingua cinese,
che sta in Cina,
e che ogni 15 o 20 giorni, produce
un report dove c'è scritto quali sono
i cinque o sei avvenimenti
più importanti successi in Cina,
il libro più interessante
che eventualmente sarebbe bene tradurre
perché sarebbe bene
lo conoscessimo anche noi,
e ne desse un riassunto,
il film, l'opera teatrale,
certi avvenimenti tratti dalla stampa
che denotano cambiamenti
mutamenti nel costume della Cina, ecc.,
se io avessi questo report
fatto da una persona
che aggrega notizie diverse,
io sarei disposto a pagare
tranquillamente una cifra.
Ripeto, pur non essendo
una persona che si occupa
di queste cose professionalmente.
L'aggregatore, secondo me,
è una figura professionale
che sempre più si svilupperà
della quale ci sarà bisogno.
Nel momento in cui, io,
quando accendo il computer
o l'iPad e trovo centinaia di notizie,
in un momento in cui in un futuro
non tanto lontano
chiunque potrà scriversi un romanzo
e potrà metterlo in rete
e quindi ci saranno milioni di romanzi,
--e avremo contemporaneamente
la possibilità
di accedere a tutti i romanzi,
sia quelli del passato,
poiché Google sta digitalizzando
tutta la biblioteca nazionale di Francia.
e fra sei anni avremo
tutto il patrimonio nazionale di Francia--
ma contemporaneamente
tutto quello che la gente scrive,
nel futuro potrà essere reso disponibile
senza passare attraverso i filtri
delle case editrici,
del mercato, delle librerie, eccetera.
Come ci si potrà orientare?
Perché poi il problema è
che il nostro tempo rimarrà lo stesso,
il tempo che ciascuno di noi ha da
dedicare alla lettura settimanalmente
non va al di là delle 7 o 8 ore
alla settimana.
Se uno è insonne, forse qualcosa di più,
però sai non molto di più.
È ovvio che ci vorrà
qualcuno che seleziona per noi.
Allora fino ad oggi la selezione
è stata fatta dai critici.
I critici è una categoria che si è
del tutto sputtanata negli ultimi anni.
Non hanno categorie per
interpretare quello che si deve leggere,
sempre di più sono persone ignoranti,
sempre più purtroppo
lo si vede dai giornali,
sono persone assolutamente corrotte,
nel senso che parlano bene solo dei libri
degli amici, della propria casa editrice,
quindi non sono affidabili.
Non è più possibile dire,
"Vado a comprare questo libro
perché quel tal signore ha un'autorità
tale che mi dice che è bello
e quindi io probabilmente
lo troverò bello".
Oggi questo non è più possibile.
Questo problema diventerà
nel futuro sempre più importante,
perché sempre di più nel futuro
ci dovrà essere
qualcuno che mi dice:
"Guarda in Francia sono usciti
sono state riportate,
sono accessibili...
...sul web
dodici mila romanzi";
di questi dodici mila
romanzi ti posso dire
che se te hai tempo
per leggerne uno solo,
quello che vale la pena è questo qua?
Ovviamente motivo il perché.
In modo che tu possa scegliere
e capire se è il romanzo che fa per te.
Questo lavoro di selezione
e di aggregazione delle notizie,
di riportare in modo creativo
quello che è quel mare magno
dove tutti ci perderemmo inevitabilmente,
perché già oggi ci perdiamo
e sempre più ci perderemo.
Questo qui è una figura professionale
di grandissima importanza sociale
e anche, però, appunto economica,
perché ci permetterà
di risparmiare tempo,
di non prendere fregature,
di non finire a leggere le cose
che non hanno nessun senso, nessun valore.
Questa figura dell'aggregare,
del mettere insieme sarà centrale.
Io penso che come questa figura
è importante,
altrettanto importante sarà sempre di più
nel campo della socialità,
persone, gruppi di persone,
che riescono a portare a noi,
a proporci, ad aggregare appunto
fenomeni teatrali, musicali,
artistici,
che altrimenti non saremmo
in grado di intercettare.
Questa forma d'aggregazione, di selezione
sarà sempre più importante,
perché appunto,
--la cosa è quasi banale dirlo,
le possibilità che ci vengono
dalla rivoluzione digitale,
dal web, dalla rete, eccetera,
è una grandissima rivoluzione
della quale noi soltanto
fra qualche anno
capiremo veramente la portata.
E comunque è un'espansione straordinaria
delle possibilità che ciascuno di noi ha.
Allo stesso tempo, però,
questa enorme espansione
non risolve un problema fondamentale
della vita di tutti gli esseri umani,
che è la solitudine.
Noi possiamo stare
ore ed ore di fronte al computer
a discutere con amici che stanno
dall'altra parte del globo, su Facebook,
intrecciare relazioni
le più straordinarie,
le più complicate e anche bizzarre,
però, ciò non risolverà
comunque un problema di fondo
che è lo stare insieme.
E questo è il motivo
per cui parallelamente a questo
ci sarà la necessità di qualcuno
che aggreghi le persone
e che porti le persone a stare insieme.
Questa è la risposta
anche ad un'atra domanda,
--che chiaramente
ci si fa nel mondo editoria--
cio é: nel momento in cui
tutto sarà gratis, tutto sarà disponibile,
come faranno gli artisti
a guadagnare, a vivere del loro lavoro?
Come farà uno scrittore
a vivere del suo lavoro?
Beh, la musica, l'esperienza della musica
ci ha già dato risposte in questo campo.
Tutti i tentativi che sono stati fatti
di impedire alle persone di scaricarsi
la musica gratuitamente, sono falliti.
Le grandi major della musica
hanno tentato di dare una risposta
assolutamente sbagliata,
assolutamente fallimentare
appunto al download gratuito,
che è stata quella di aumentare i prezzi.
Questa cosa qui ulteriormente
ha aggravato la situazione.
Questo, però, non significa
che la musica sia morta,
che gli artisti
non guadagnino con la loro musica,
è semplicemente cambiata
completamente la prospettiva.
Mentre prima una persona faceva un disco,
un gruppo faceva un disco,
e poi faceva dei concerti per promuoverlo,
oggi esiste esattamente
la situazione inversa,
tanto che alcuni gruppi
più all'avanguardia, più intelligenti,
l'hanno capito.
I "Subsonica" cosa fanno,
mettono direttamente
in rete il nuovo disco,
chiunque se lo può scaricare
gratuitamente,
e così si fanno conoscere
e la gente, a quel punto, apprezza
la loro musica e va ai concerti.
Quindi i concerti diventano
la fonte di guadagno,
la musica, il disco, una forma
di promozione della tua arte.
Lo stesso sta succedendo
paradossalmente con i libri.
Pensate a fenomeni
come il Festival di Mantova.
Ci sono persone che fanno la coda,
pagando un biglietto
per andare a sentire
il loro scrittore preferito.
Se arrivasse un marziano sulla Terra,
e facesse un rapporto
su quello che ha visto a Mantova,
si farebbero l'idea che siamo tutti pazzi.
In realtà non è assolutamente vero,
la gente ha bisogno
di sentire la voce dello scrittore,
ha bisogno di aver
a che fare con lo scrittore.
E appunto per questo si pagherà,
del resto...Ludovico Ariosto...
Qando c'era Ludovico Ariosto,
o ancor prima quando c'erano quei signori
che si son poi chiamati Omero,
non è che c'era il copyright,
non è che si viveva vendendo libri,
si viveva del fatto che uno girava,
raccontava, declamava le sue storie,
e per questo guadagnava dei soldi.
Si tornerà a delle forme del genere.
La risposta
alla socializzazione sarà questa:
gli scrittori scriveranno dei libri,
li metteranno in rete,
la gente apprezzerà
o non apprezzerà le loro storie,
e andrà poi a sentirle,
pagherà per andarle a sentire.
Non pagherà per comprare il libro,
pagherà per andarle a sentire,
recitare, raccontare,
per poter parlare con loro.
Questa sarà, secondo me,
uno degli sviluppi che avrà
la rivoluzione digitale della cultura.
Grazie.
(Applausi)