Eric Hirshberg: Penso che Norman
non abbia bisogno di presentazioni
ma il pubblico di TED è globale
vario,
quindi mi è stato chiesto di
cominciare con la sua biografia,
che potrebbe facilmente
occupare tutti i 18 minuti.
Invece faremo 93 anni
in 93 secondi, o meno.
(Risata)
Sei nato in New Hampshire
Norman Lear: New Haven, Connecticut.
EH: New Haven, Connecticut.
(Risate)
NL: Sono già passati 7 secondi.
EH: Perfetto.
(RIsate)
Sei nato in New Haven, Connecticut.
Tuo padre era un truffatore --
questo lo so.
È stato messo in prigione
quando avevi nove anni.
Hai fatto 52 missioni
come pilota durante la
Seconda Guerra Mondiale.
Sei tornato come...
NL: Operatore di radio.
EH: Sei tornato a Los Angeles
per irrompere ad Hollywood,
prima nelle pubblicità,
poi in TV.
Non avevi nessun
credito come scrittore,
ma ti sei fatto strada.
La svolta, il debutto,
fu un piccolo show
chiamato "Arcibaldo".
A cui hanno fatto seguito una serie di hit
che è rimasta insuperata
ad Hollywood:
"Sanford and Son," "Maude," "Good Times,"
"I Jefferson," "Giorno per giorno,"
"Mary Hartman, Mary Hartman,"
per nominarne solo alcune.
Non solo sono tutti un -
(Applausi)
Non solo sono tutti
un successo commerciale,
ma molti espandono
la nostra cultura
dando voce, per la prima volta
in prima serata,
ai membri della società
meno rappresentati.
Hai sette show nella top 10
tutti insieme.
In un solo momento,
raccogli un pubblico di 120 milioni
di persone alla settimana,
che guardano i tuoi show.
È più del pubblico
del Super Bowl 50,
che c'è una volta all'anno.
NL: Porca vacca!
(Risate)
(Applausi)
EH: E non siamo neanche
alla parte da "porca vacca!".
(Risate)
Vieni aggiunto alla lista
dei nemici di Richard Nixon,
e ne aveva solo uno.
Anche questo è da applauso.
(Applauso)
Sei introdotto nella Hall of Fame
dal primo giorno che esiste.
Poi arrivano i film.
"Pomodori verdi fritti..."
"La storia fantastica," "Stand by me,"
"This is Spinal Tap."
(Applausi)
Giusto per nominarne una parte.
(Applausi)
Poi ricominci tutto da capo,
un terzo atto come attivista politico
per la protezione del Primo Emendamento
e la separazione fra chiesa e stato.
Crei People For the American Way.
Compri la Dichiarazione di Indipendenza
e la restituisci al popolo.
Rimani attivo sia nell'intrattenimento
che in politica
fino alla matura età di 93 anni,
quando scrivi un libro
e fai un documentario
sulla storia della tua vita.
E dopo tutto questo
finalmente si pensa che
tu sia pronto per il TED.
(Risate)
(Applausi)
NL: Adoro essere qui.
E adoro te per avere accettato di farlo.
EH: Grazie per avermelo chiesto.
È un onore.
Ecco la mia prima domanda.
Tua madre era fiera di te?
(Risate)
NL: Mia madre...
che bell'argomento per iniziare.
Mettiamola così -
quando tornai dalla guerra,
mi mostrò le lettere che le avevo scritto
dall'altro capo del mondo,
ed erano senza alcun dubbio
lettere d'amore.
(Risata)
È sufficiente per darvi un'idea
di mia madre.
Erano lettere d'amore,
come se le avessi scritte a..
erano lettere d'amore.
Un anno dopo chiesi a mia madre
se potessi averle,
perché avrei voluto conservarle
per tutta la vita...
Le aveva buttate via.
(Risate)
Questa è mia madre.
(Risate)
Il modo migliore per descriverla in breve
in tempi più recenti è...
Anche qui parliamo di tempi più recenti.
Anni fa,
all'inizio della Hall of Fame
che hai nominato.
Una domenica mattina
ricevetti una chiamata di un collega che
gestiva l'Accademia TV di Arte & Scienza.
Mi chiamava per dirmi che il giorno prima
si era tenuta una lunghissima riunione
e in via confidenziale voleva dirmi che
avrebbero iniziato una hall of fame
e quali sarebbero stati i primi
a farne parte.
Iniziai a dire "Richard Nixon",
perché Richard Nixon..
EH: Non penso fosse sulla loro lista.
NL: William Paley, che fondò la CBS,
David Sarnoff, che fondò la NBC,
Edward R. Murrow,
il più grande fra i corrispondenti esteri,
Paddy Chayefsky...
Penso il miglior scrittore
che venne fuori dalla televisione..
Milton Berle, Lucille Ball
e io.
EH: Non male.
NL: Chiamo immediatamente mia madre
a Hartford, Connecticut.
"Mamma, senti cosa è successo,
stanno per fondare una hall of fame".
Le riferisco la lista dei nomi,
incluso il mio,
e lei:
"Ascolta, se questo è quello che vogliono,
chi sono io per contraddirli?"
(Risate)
(Applausi)
Questa è la mia mamma.
Penso che valga quelle risate
perché tutti abbiamo una madre
con un lato così.
(Risate)
EH: E qui è nata la sitcom "Madre ebrea".
Anche tuo padre ha avuto
un ruolo importante nella tua vita,
più che altro lo ha avuto
la sua assenza.
NL: Già.
EH: Raccontaci cosa accadde
quando avevi nove anni.
NL: Stava per andare
in Oklahoma in aereo
con tre tizi
sui quali sentii mia madre dire:
"Non voglio che tu abbia
niente a che fare con loro,
non mi fido di quegli uomini".
Qui sentii,
forse non per la prima volta,
"Rassegnati Jeanette, ci vado".
E se ne andò.
Venne fuori che stava raccogliendo
delle obbligazioni fasulle
e volava per tutto il paese
per venderle.
Il fatto che stesse andando
in Oklahoma su un aereo,
e mi avrebbe portato a casa
un cappello da cowboy,
proprio come quello che indossava
Ken Maynard, il mio cowboy preferito.
Sapete, questo accadde qualche anno dopo
la traversata dell'Atlantico di Lindbergh.
Cioè, era una cosa esotica il fatto
che mio padre si stesse recando laggiù.
Ma quando ritornò
fu arrestato mentre scendeva dall'aereo.
Quella notte c'erano giornali
sparsi per tutta la casa,
con la foto di mio padre che teneva
il cappello davanti alla faccia,
ammanettato a un detective.
E mia madre decise di vendere i mobili,
perché stavamo per andarcene -
non voleva rimanere
in quello stato vergognoso,
a Chelsea, Massachusetts.
Mentre i mobili venivano venduti...
la casa era piena di gente.
Nel bel mezzo della vendita,
uno stronzo che non conoscevo
mi mise una mano sulla spalla e disse:
"Bé, ora sei tu l'uomo di casa".
Io sono lì che piango e questo stronzo fa:
"Ora sei tu l'uomo di casa".
Iniziai a capire la stupidità
della condizione umana.
Quindi..
mi ci vollero molti anni per guardare
indietro e vederne un vantaggio.
Ma...
EH: È interessante il fatto
che tu lo veda come un vantaggio.
NL: Vantaggio perché costituì per me
il punto di partenza.
Avrei potuto pensare
quanto fosse stupido dire a un ragazzino
di nove anni che piangeva
"Ora sei l'uomo di casa".
Poi, mentre piangevo, aggiunse:
"E gli uomini di casa non piangono".
E io...
(Risate)
Quindi...
Guardo indietro e penso che è quello
il momento in cui ho imparato
la stupidità della condizione umana,
ed è stato un dono che ho usato.
EH: Quindi hai un padre assente,
una madre per cui apparentemente
niente è buono abbastanza.
Pensi che aver cominciato come
un ragazzino che non si sentiva ascoltato
ti abbia iniziato a un viaggio
che si è concluso da adulto
con un pubblico di 120 milioni
di persone a settimana?
NL: Adoro il modo in cui la metti,
perché credo di aver trascorso
la mia vita cercando,
sopra ogni cosa,
di essere ascoltato.
Penso...
che la risposta sia semplice: sì.
È quello che ha fatto
nascere la scintilla.
Bé, ci sono state anche altre cose.
Mentre mio padre non c'era,
perdevo tempo con una radio a galena
che avevamo costruito assieme,
e intercettai un segnale che
scoprii essere Padre Coughlin.
(Risate)
Sì, qualcuno rise.
(Risate)
Ma non era divertente,
questo era un...
un altro stronzo.
che parlava molto
di odiare il New Deal
e Roosevelt e gli Ebrei.
Fu la prima volta in cui mi accorsi
che c'erano persone a questo mondo
che mi odiavano
perché ero nato da genitori ebrei.
E questo ebbe una grande influenza
sulla mia vita.
EH: Quindi nella tua infanzia
non hai avuto modelli
di uomini forti,
eccetto per tuo nonno.
Raccontaci di lui.
NL: Oh, mio nonno.
Ve ne parlo come ne ho sempre parlato.
SI facevano delle parate,
tante parate quando ero bambino.
C'erano parate
per la Giornata dei Veterani.
Non c'era una Giornata del Presidente.
Si celebrava il compleanno
di Abramo Lincoln,
il compleanno di George Washington
e il Flag Day...
e tante piccole parate.
Mio nonno mi ci portava
e stavamo all'angolo della strada,
mi teneva la mano,
e guardando in su vedevo una lacrima
uscire dai suoi occhi.
Lui per me era molto importante.
Era solito scrivere
ai presidenti degli Stati Uniti.
Ogni lettera iniziava così:
"Mio caro, carissimo Sig. Presidente",
e lo lodava per qualcosa di fantastico
che aveva fatto.
Ma quando non era d'accordo con lui,
scriveva:
"Mio caro, carissimo Sig. Presidente,
la settimana scorsa non le avevo detto...?
(Risate)
Ogni tanto correvo giù dalle scale
per prendere la posta.
Abitavamo al terzo piano,
al 74 di York Street, a New Haven,
nel Connecticut.
raccoglievo una piccola busta bianca
indirizzata a "Shya C., in indirizzo."
Questa è la storia che racconto
su mio nonno..
EH: Gli rispondevano sulle buste.
NL: Gli rispondevano.
Le ho mostrate io stesso,
molto tempo fa a Phil Donahue
e ad altri prima di lui,
durante dozzine di interviste
in cui raccontavo questa storia.
Questa sarà la seconda volta in cui avrò
detto che era tutta una bugia.
La verità è che mio nonno
mi portava alle parate,
a tante parate.
La verità è che una lacrima
scendeva dai suoi occhi.
La verità è che scriveva
una lettera occasionalmente,
e io recuperavo quelle piccole buste.
Ma "Mio caro, carissimo Sig. Presidente",
e tutto il resto,
è una storia presa in prestito
da un buon amico
il cui nonno era quel nonno
che scriveva quelle lettere.
Quello che voglio dire è che ho rubato
il nonno di Arthur Marshall
e l'ho reso mio.
Sempre.
Quando ho iniziato a scrivere
le mie memorie -
"Even this...."
Che ne dite?
"Even this I Get To Experience"
Quando ho iniziato a scriverle
e ho iniziato a pensarci,
poi...
Io...
Ho pianto molto, ragionevolmente,
e mi sono reso conto di quanto
avessi bisogno di un padre.
Così tanto che mi sono appropriato
del nonno di Arthur Marshall.
Così tanto che la parola "padre" -
ho sei figli comunque -
indica il mio ruolo preferito nella vita.
Quello e il ruolo di marito
di mia moglie Lyn.
Ma ho rubato l'identità di quell'uomo
perché avevo bisogno del padre.
Sono passato in mezzo a un sacco
di robaccia,
e sono uscito dall'altra parte,
e perdono mio padre...
la cosa migliore che io...
la cosa peggiore che io...
La parola che vorrei usare per descriverlo
e per pensare a lui -
era una canaglia.
Il fatto che mentì, e rubò e imbrogliò
e andò in prigione...
è tutto racchiuso nella parola "canaglia".
EH: Bé, si dice che i dilettanti prendano
in prestito e i professionisti rubino.
NL: Io sono un professionista.
EH: Sei un professionista.
(Risate)
Quella citazione è attribuita
a John Lennon,
ma in realtà l'ha rubata
da T.S. Eliot.
Quindi sei in buona compagnia.
(Risate)
EH: Voglio parlare del tuo lavoro.
Ovviamente si è scritto dell'impatto
che il tuo lavoro ha avuto,
ne avrai sentito parlare
durante tutta la tua vita:
cosa significa per le persone,
per la nostra cultura,
hai sentito gli applausi appena
ho fatto il nome dei tuoi show,
con il tuo lavoro hai cresciuto
metà delle persone in questa sala.
Ma ci sono mai stati delle storie
sull'impatto del tuo lavoro
che ti hanno sorpreso?
NL: Oh, Dio...
...mi hanno sorpreso e divertito
dalla testa ai piedi.
C'è stato "Una serata con Norman Lear"
l'anno scorso
che un gruppo di impresari,
artisti hip hop e l'Academy
hanno messo assieme.
Il sottotitolo di "Una serata con..."
era: "Cosa ha un ebreo di 92 anni -
- allora ne avevo 92 -
in comune con il mondo dell'hip hop?"
Russell Simmons era tra le
sette persone sul palco.
E quando ha parlato degli show,
non intendeva Hollywood,
George Jefferson de "I Jefferson",
o lo show che è stato al numero 5.
Intendeva una semplice cosa
che ha avuto un grande...
EH: Impatto su di lui?
NL: Impatto su di lui...
Ho avuto un'esitazione sulla parola
"cambiamento".
È difficile per me immaginare,
insomma, di poter cambiare
la vita di qualcuno,
ma lui intendeva proprio questo.
Aveva visto George Jefferson
fare un assegno ne "I Jefferson",
non avrebbe mai pensato che
un uomo di colore potesse fare un assegno.
Disse che ebbe un impatto
sulla sua vita che
gli cambiò la vita.
Quando sento cose come questa,
piccole cose,
poiché so che non c'è nessuno
in questo pubblico
che oggi non abbia fatto
qualche piccola cosa per qualcuno,
anche se fosse solo un sorriso
o un saluto inaspettato,
ecco quanto piccola era quella cosa.
Avrebbe potuto essere lo scenografo
che mise il libretto
degli assegni sul set,
e George non aveva niente da fare mentre
parlava, così compilò l'assegno,
non lo so.
Ma...
EH: Quindi oltre alla lunga lista
che ho fatto all'inizio,
avrei dovuto menzionare anche
che hai inventato l'hip hop.
(Risate)
NL: Bé...
EH: Vorrei parlare di...
NL: Allora fallo.
(Risate)
EH: Hai avuto una vita di successo,
ma hai anche costruito una vita
pregna di significato.
Tutti noi facciamo fatica
a fare entrambe le cose -
non tutti riusciamo a farlo.
Ma anche quelli che fra noi riescono
a ottenere entrambe le cose,
raramente sanno come
ottenerle assieme.
Con la tua arte sei riuscito
a far progredire la cultura
e nello stesso tempo a ottenere
un successo commerciale mondiale.
Come hai fatto tutte e due le cose?
NL: Ti dico dove va la mia mente quando
sento la lista dei miei successi.
Questo pianeta è uno su un miliardo,
così ci dicono,
in un universo tra miliardi...
miliardi di universi,
miliardi di pianeti...
e stiamo cercando di salvarlo,
ha bisogno di essere salvato.
Ma...
tutto ciò che sono riuscito a fare è...
mia sorella una volta mi chiese cosa fare
a proposito di qualcosa
che stava accadendo a Newington,
in Connecticut.
E io dissi " Scrivi a un consigliere
comunale o al sindaco o a qualcuno."
Lei disse "Bé, non sono Norman Lear,
sono Claire Lear".
E quella fu la prima volta che dissi
quello che sto dicendo ora.
Dissi: "Claire, con tutto quello
che pensi che io abbia fatto
e con tutto quello che hai fatto" -
non ha mai lasciato Newington -
"Riesci a misurare,
considerando la grandezza del pianeta,
la differenza fra quello che io ho fatto
e quello che hai fatto tu?"
Quindi...
Sono convinto che abbiamo tutti
la responsabilità
di fare tanto quanto
sono riuscito a fare io.
Capisco quello che vuoi dire -
EH: È una deflessione articolata -
NL: Ma qui devi accettare
la grandezza e la portata
del progetto del Creatore.
EH: Ma qui su questo pianeta
tu hai fatto davvero la differenza.
NL: Ho la pelle dura.
(Risate)
EH: Ho ancora una domanda per te.
Quanti anni ti senti?
NL: La stessa età di ogni persona
con cui parlo.
EH: Bé, io mi sento 93 anni.
(Applausi)
NL: Abbiamo finito?
EH: Bene, mi sento 93 anni
ma spero un giorno di sentirmi giovane
quanto la persona che mi siede di fronte.
Signore e signori,
l'incomparabile Norman Lear.
(Applausi)
NL: Grazie.
(Applausi)