(Musica) (Applausi) Grazie! (Applausi) Sono qui a parlarvi del fischio. Io sono una solista di fischio melodico - o più semplicemente, dovrei dire, fischiatrice. Ma "fischiatrice" è un termine considerato volgare, perché il fischio gode di una pessima nomea. E io sono qui per ristabilire, in realtà, l'onore di questo strumento, che è dolcissimo e meraviglioso. Nella Storia, le donne che fischiavano, soprattutto, erano molto mal considerate: nel Medioevo, addirittura, bruciate come streghe. Il fischio è la voce del diavolo: l'unica opera fischiata è il "Mefistofele" di Arrigo Boito, dov'è il diavolo, appunto, che fischia. Però le donne fischiano moltissimo; e in America, alla fine dell'Ottocento, c'è stata una grande fischiatrice: si chiamava Alice Shaw. Lei è diventata anche un simbolo, un simbolo per le donne, un simbolo per il movimento delle suffragette. Perché viveva nella provincia americana, aveva un marito molto ricco però un po' noioso, aveva questa abilità di fischiare ed è riuscita a viaggiare e girare tutto il mondo fischiando. Ha lasciato il marito, si è portata con sé i figli, e quindi è, diciamo, un simbolo dell'emancipazione femminile, per l'epoca. Ma anche in Italia c'è stata una grande fischiatrice. Negli anni 70 c'era Daisy Lumini. Che era una cantante, un'attrice; però fischiava benissimo, e fece anche uno spettacolo al Sistina, addirittura con Gilbert Bécaud, dove lei fischiava dietro le quinte perché non si capisse che era una donna. Però l'Italia ha, forse, il più grande fischiatore di tutti i tempi, il più noto almeno nel mondo, che era Alessandro Alessandroni che è famoso perché è il fischiatore delle colonne sonore di Ennio Morricone. Forse ricorderete che Ennio Morricone ha usato molto il fischio, soprattutto per il western all'italiana, e in questo caso usava il fischio come colore, lo usava come fosse un flauto andino perché la musica sudamericana è molto adatta al fischio, perché soprattutto la musica popolare, india - gli indios sono molto legati alla terra, molto legati agli animali. E il fischio è anche il canto degli uccelli. E per questo, adesso andiamo a eseguire un joropo, che è un valzer venezuelano, della fine dell'Ottocento, inizi Novecento, che normalmente è cantato e non fischiato e che si chiama "El pajarillo verde", l'uccellino verde. (Musica) (Applausi) ES: Maestro Almada! (Applausi) Grazie! Il fischio - io fischio da quando ero piccola, avevo cinque, sei anni. Molti bambini fischiano, e quindi quando le mamme, soprattutto delle bambine, non le stoppano dicendo: "No, è maleducato, non lo fare", invece poi magari continuano. E quindi fischiavo le arie delle opere, fin da piccola. Però, poi, c'è una grande differenza fra fischiare, fischiettare, e invece poi fare musica. Eh, quello implica un grosso studio! Io otto anni fa ho incontrato il maestro Almada, e con lui ho iniziato a studiare. Studiare ritmica, studiare l'armonia - perché la tecnica del fischio non mi serviva, ce l'avevo già. E soprattutto, studiare quello che serve per poter essere liberi, per poter interpretare. E quindi interiorizzare i brani talmente profondamente, conoscerli talmente bene dal punto di vista armonico, ritmico, per poi poter non pensarci. Un po' come parlare: adesso vi sto parlando, ma non metto, non penso al soggetto-predicato-complemento. Sono libera, no? E la stessa cosa - se leggessi la stessa cosa, ve la dicessì leggendo, avrebbe un altro impatto, un'altra sensazione. E nella musica questo è molto importante, perché - cosa fa il musicista? Il musicista, semplicemente, trasmette sensazioni, cioè la musica è bella se colpisce l'inconscio, se colpisce, se crea un'emozione. E quindi è questo quello che cerchiamo di fare, soprattutto con il fischio. Perché a me piacerebbe che voi dimenticaste che io sto facendo una cosa strana, ma semplicemente vi abbandonaste a un suono nuovo, che semplicemente è questo: un suono nuovo. Che spero susciti un emozione per la sua particolarità, e io lo uso perché è il mio modo di esprimermi. Proprio per questo, adesso concludiamo con un inno alla vita, un brano cileno di Violeta Parra, "Gracias a la vida". (Musica) (Applausi)