[Script Info] Title: [Events] Format: Layer, Start, End, Style, Name, MarginL, MarginR, MarginV, Effect, Text Dialogue: 0,0:00:09.20,0:00:16.48,Default,,0000,0000,0000,,Diciotto minuti per parlare di..per parlare, per cercare di parlare del buon uso del mondo quando -- a poca distanza Dialogue: 0,0:00:16.48,0:00:24.52,Default,,0000,0000,0000,,dal quale -- abbiamo distrutto il nostro mondo, della Liguria, di Genova. Diciotto minuti non per parlare di fotografia ma per parlare, Dialogue: 0,0:00:24.52,0:00:32.24,Default,,0000,0000,0000,,, per cercare di convincerci, se ce la farò, di come piccole e grandi fotografie, o grandi e piccole fotografie, possono portare un piccolo Dialogue: 0,0:00:32.24,0:00:39.96,Default,,0000,0000,0000,,cambiamento sociale e cambiare non il mondo ma dei mondi. 17 minuti e 30 secondi adesso, per parlarvi Dialogue: 0,0:00:39.96,0:00:47.52,Default,,0000,0000,0000,,della nascita di questa mia idea, della fondazione di Shoot4Change di come l’ho avuta, di come l’ho sviluppata, di come sta crescendo e di come si sta consolidando. Dialogue: 0,0:00:47.52,0:00:55.96,Default,,0000,0000,0000,,Shoot4 Change nasce in realtà quasi per caso come spesso accade alle ex post buone idee, nasce con un blog. Dialogue: 0,0:00:55.96,0:01:04.28,Default,,0000,0000,0000,,Provenendo da una vecchia tradizione, una vecchia storia di blogging e di fotografie di viaggio, comincio subito dopo il terremoto a L’Aquila, Dialogue: 0,0:01:04.28,0:01:11.32,Default,,0000,0000,0000,,e poco prima dell’avvio della Marcia Mondiale per la Pace e la non Violenza due anni fa, a bloggare sulla, Dialogue: 0,0:01:11.32,0:01:20.48,Default,,0000,0000,0000,,sul potenziale di cambiamento sociale delle grandi fotografie del passato. In poco tempo, comincio a creare una community, anche se non ne avvertivo la presenza. Dialogue: 0,0:01:20.48,0:01:28.12,Default,,0000,0000,0000,,In concomitanza appunto con la Marcia Mondiale per la Pace e la non Violenza partita da Oakland due anni fa, mi contattano gli organizzatori da Oakland Dialogue: 0,0:01:28.12,0:01:36.20,Default,,0000,0000,0000,,della marcia, e mi chiedono di poter coprire fotograficamente il passaggio della marcia nella tappa di Roma. Avendo poi altre vite parallele perché Dialogue: 0,0:01:36.20,0:01:44.36,Default,,0000,0000,0000,,Shoot4Change è la vita, la seconda vita parallela. Certe volte mi sento non tanto quanto come Clark Kent e Superman ma più come Paperino e Paperinik o Dialogue: 0,0:01:44.36,0:01:52.28,Default,,0000,0000,0000,,Pippo e Superpippo per le vite parallele, le vite a castello che conduco. Mi chiedono quindi di fotografare il passaggio della marcia, io ricordo che non potevo in quel giorno a Roma, Dialogue: 0,0:01:52.28,0:02:00.28,Default,,0000,0000,0000,,e faccio un post che adesso affettuosamente ricordo di aver chiamato probabilmente anche in maniera anche un po’ troppo provocatoria “Chiamata alle Armi Dialogue: 0,0:02:00.28,0:02:08.36,Default,,0000,0000,0000,,Fotografiche”. Vedete come questo ossimoro ritorna spesso nella nostra terminologia. Già Shoot4Change è un ossimoro perché in inglese shoot significa allo stesso Dialogue: 0,0:02:08.36,0:02:16.20,Default,,0000,0000,0000,,tempo scattare una fotografia ma anche sparare, e change è sia il cambiamento sociale ma anche i soldi, tanto è vero che all’inizio, alle prime settimane di vita del nostro Dialogue: 0,0:02:16.20,0:02:24.28,Default,,0000,0000,0000,,network -- che è diventato un network internazionale di volontariato -- avevo un grosso picco di accessi da Washinghton. Evidentemente pensavano, temevano, che fossimo un gruppo Dialogue: 0,0:02:24.28,0:02:32.00,Default,,0000,0000,0000,,di mercenari che sparavano per soldi. Poi si sono tranquillizzati e hanno capito che in realtà siamo solamente dei poveri fotografi di strada. Dialogue: 0,0:02:32.00,0:02:40.32,Default,,0000,0000,0000,,Quindi ho fatto questa chiamata alle armi fotografiche, e in poche ore mi hanno letteralmente intasato la casella postale da tutta Italia, e siamo riusciti Dialogue: 0,0:02:40.32,0:02:48.60,Default,,0000,0000,0000,,in pochi giorni a coprire fotograficamente non solo Roma, non solo Milano ma gran parte del nord Italia fino ad arrivare a Lecce. New York, San Francisco, Dialogue: 0,0:02:48.60,0:02:56.20,Default,,0000,0000,0000,,fino ad arrivare alla fine in Argentina – su dei picchi delle montagne dell’Argentina – dove la marcia ha concluso il suo cammino. Bene, lì ho capito che Dialogue: 0,0:02:56.20,0:03:04.28,Default,,0000,0000,0000,,forse si poteva fare qualcosa. Ho capito che la gente aveva voglia di scendere per strada e raccontare la propria storia. Le proprie storie, dal Dialogue: 0,0:03:04.28,0:03:12.20,Default,,0000,0000,0000,,proprio punto di vista. Allora abbiamo cominciato, continuato a bloggare, chiedendo alla gente di... non solo di raccontarci le loro storie Dialogue: 0,0:03:12.20,0:03:20.28,Default,,0000,0000,0000,,di prossimità – uno dei nostri slogan, dei nostri claim è “Shoot Local, Change Global“– ma di venire a farlo con noi, o di chiederci Dialogue: 0,0:03:20.28,0:03:28.28,Default,,0000,0000,0000,,un aiuto quando non fossero stati in grado di farlo da soli. Uno dei messaggi che cerco di dare, che cerchiamo di dare, con le nostre Dialogue: 0,0:03:28.28,0:03:36.04,Default,,0000,0000,0000,,attività e con i nostri reportage è non solo di par... ma di non illudersi di doversi mettere necessariamente nei panni del grande fotografo del Dialogue: 0,0:03:36.04,0:03:44.52,Default,,0000,0000,0000,,National Geographic – che peraltro molti di loro sono nostri membri volontari da Ed Kashi a New York per National Geographic USA a Alfonso Rodriguez Dialogue: 0,0:03:44.52,0:03:52.60,Default,,0000,0000,0000,,National Geographic Spagna e altri grandi professionisti – ma che al grido Shoot Local Change Global Dialogue: 0,0:03:52.60,0:04:00.48,Default,,0000,0000,0000,,è sufficiente scendere sotto casa, magari armati di una macchina fotografica compatta, di uno smartphone, e raccontare le storie di prossimità. Quello che abbiamo chiamato la Fotografia Dialogue: 0,0:04:00.48,0:04:08.48,Default,,0000,0000,0000,,Sociale a Kilometri Zero. Da qui il claim Shoot Local, Change Global. La finalità, o meglio alla fine il risultato che Dialogue: 0,0:04:08.48,0:04:16.56,Default,,0000,0000,0000,,abbiamo ottenuto e che stiamo ottenendo e che stiamo consolidando, è un invito alla sensibilizzazione ad un’osservazione più puntuale e più Dialogue: 0,0:04:16.56,0:04:24.52,Default,,0000,0000,0000,,– scusate il gioco di parole – sensibile, della realtà che ci circonda, chiedendo alla gente di prendere parte attiva a un cambiamento. Dialogue: 0,0:04:24.52,0:04:32.04,Default,,0000,0000,0000,,Per noi, il nostro concetto di fotografia sociale non è solamente stimolare, dare un cazzotto nello stomaco dell’osservatore facendo leva sulla classica estetica Dialogue: 0,0:04:32.04,0:04:40.88,Default,,0000,0000,0000,,del dolore, la drammaticità delle immagini, delle tragedie. Noi chiediamo di portare un contributo. E soprattutto cerchiamo di raccontare quelle storie positive, Dialogue: 0,0:04:40.88,0:04:48.64,Default,,0000,0000,0000,,ordinarie o straordinarie, che nel nostro piccolo dietro casa, portano un sollievo, un beneficio nelle situazioni di disagio Dialogue: 0,0:04:48.64,0:04:56.48,Default,,0000,0000,0000,,sociale. Ci sono una miriade di storie. Di tantissime piccole o piccolissime o minuscole, in alcuni casi, associazioni di volontari che Dialogue: 0,0:04:56.48,0:05:04.52,Default,,0000,0000,0000,,nessuno conosce. Noi raccontiamo gratuitamente, ci prestiamo gratuitamente a realizzare servizi professionali fotografici a chi non se lo può permettere . Dando Dialogue: 0,0:05:04.52,0:05:12.72,Default,,0000,0000,0000,,quindi accesso in una logica di vero citizen journalism all’informazione, tutte quelle storie che non vengono considerate remunerative dall’informazione Main Stream, Dialogue: 0,0:05:12.72,0:05:20.64,Default,,0000,0000,0000,,e sono tantissime. Alcuni ci hanno accusato all’inizio soprattutto, di essere quelli che lavorano gratis e che distruggono il mercato, e distruggono le agenzie Dialogue: 0,0:05:20.64,0:05:28.88,Default,,0000,0000,0000,,fotografiche o i giornali perché lavorano gratis. Non è così. Io rispondo spesso a queste persone: “Ma tu racconteresti mai la storia di un centro per senza dimora?” Dialogue: 0,0:05:28.88,0:05:36.64,Default,,0000,0000,0000,,Dicono: “No”. “E perché no?” “Perché non me le comprerebbe nessuno.” E noi lo facciamo. “Entreresti mai in un centro per rifugiate?” “No, non lo farei mai perché nessuno mi comprerebbe Dialogue: 0,0:05:36.64,0:05:44.56,Default,,0000,0000,0000,,quelle fotografie.” Noi lo facciamo. E col tempo ho sviluppato questo concetto di Crowd Photography. Ricordo spesso, cito spesso in occasioni Dialogue: 0,0:05:44.56,0:05:52.96,Default,,0000,0000,0000,,del genere, il detto, il vecchio e famoso detto africano “Se vuoi andare veloce vacci da solo. Se vuoi andare lontano vacci con altri”. Normalmente un fotografo va bene per raccontare una storia. Dialogue: 0,0:05:52.96,0:06:00.80,Default,,0000,0000,0000,,Due fotografi vanno meglio. Tre fotografi sono ancora meglio. Quattro forse sono ancora meglio. Poi si comincia a fare casino ovviamente. Però più si è meglio è, Dialogue: 0,0:06:00.80,0:06:08.84,Default,,0000,0000,0000,,perché ogni storia ha almeno 360 gradi, 360 punti di vista per essere raccontata. E questo arricchisce il racconto. Il concetto Dialogue: 0,0:06:08.84,0:06:16.72,Default,,0000,0000,0000,,di Crowd Photography , è un concetto in base al quale quasi tutti i nostri progetti – noi ci proviamo, non sempre ci riusciamo – sono il risultato dell’apporto creativo di Dialogue: 0,0:06:16.72,0:06:24.68,Default,,0000,0000,0000,,persone che magari non si conoscono. E credetemi, il nostro metodo che sta crescendo e si sta consolidando, non solamente con i fotografi, ma con Dialogue: 0,0:06:24.68,0:06:32.56,Default,,0000,0000,0000,,creativi di tutti i generi. Abbiamo pittori, abbiamo designer che ci regalano i loghi. Abbiamo musicisti che compongono e ci regalano le musiche per i nostri Slide Show. Dialogue: 0,0:06:32.56,0:06:40.76,Default,,0000,0000,0000,,Abbiamo giornalisti, abbiamo scrittori. Abbiamo tutti quelli che hanno voglia di mettere le idee in rete e condividerle, e aggiungere un tassello alla storia con le loro idee. Dialogue: 0,0:06:40.76,0:06:48.08,Default,,0000,0000,0000,,Cerchiamo di essere non convenzionali nei nostri racconti. Anche qua, spesso ci riusciamo, a volte non ci riusciamo. Dialogue: 0,0:06:48.08,0:06:56.68,Default,,0000,0000,0000,,Ad esempio – questo è giusto un esempio che vi ho portato – può una foto di un cavallo, o una serie di foto di cavalli denutriti, Dialogue: 0,0:06:56.68,0:07:04.60,Default,,0000,0000,0000,,raccontare la recessione economica in Europa? Sì. Questo è un reportage che un nostro membro italiano, ma vive da tantissimi anni, giovanissimo, Dialogue: 0,0:07:04.60,0:07:12.60,Default,,0000,0000,0000,,in Irlanda, non è mai riuscito a piazzare a Dublino in alcuna rivista, perché in Irlanda non vogliono parlare di queste storie sociali perché, dicono Dialogue: 0,0:07:12.60,0:07:21.08,Default,,0000,0000,0000,,le riviste, danno un’immagine distorta dell’Irlanda. Lui ha scoperto che una delle conseguenze inaspettate della recessione economica, è che Dialogue: 0,0:07:21.08,0:07:28.20,Default,,0000,0000,0000,,gli irlandesi che tipicamente sono sempre stati molto propensi ad acquistare i cavalli, quindi a vivere l’outdoor in maniera molto piena, Dialogue: 0,0:07:28.20,0:07:36.88,Default,,0000,0000,0000,,vendono, o meglio, svendono i loro cavalli in alcune fiere gestite dalla malavita irlandese nei sobborghi di Dublino. E li vendono a 20, 30, 40 euro Dialogue: 0,0:07:36.88,0:07:44.88,Default,,0000,0000,0000,,cavalli già malnutriti. I ragazzini ovviamente, spinti dall’entusiasmo li acquistano o li barattano con cellulari, salvo poi dopo due o tre giorni, Dialogue: 0,0:07:44.88,0:07:52.68,Default,,0000,0000,0000,,non potendo più permettersi la gestione, non sapendo dove metterli ovviamente in casa, li abbandonano nelle periferie di Dublino. È una storia che nessuno voleva Dialogue: 0,0:07:52.68,0:08:00.24,Default,,0000,0000,0000,,comprare. Noi l’abbiamo pubblicata. Ha fatto il giro di internet , ed è una maniera non convenzionale di raccontare un episodio purtroppo di cronaca Dialogue: 0,0:08:00.24,0:08:08.76,Default,,0000,0000,0000,,mondiale, come la recessione economica. Ma facciamo anche cose non tristi. Raccontiamo non storie tristi ma anche storie molto positive. Questa è una dei mille Dialogue: 0,0:08:08.76,0:08:16.80,Default,,0000,0000,0000,,esempi di progetti che noi teniamo ogni giorno. Insieme all’associazione sportiva Liberinantes che noi seguiamo da anni ormai Dialogue: 0,0:08:16.80,0:08:24.72,Default,,0000,0000,0000,,a Roma. È un’associazione composta da rifugiati politici e richiedenti asilo, che usa lo sport per affrancarsi dal ricordo delle tragedie dalle quali Dialogue: 0,0:08:24.72,0:08:32.96,Default,,0000,0000,0000,,scappano. Siamo entrati in un centro di accoglienza a Roma, La Casa di Giorgia, composto da rifugiate..che da accoglienza a rifugiate donne e richiedenti Dialogue: 0,0:08:32.96,0:08:41.28,Default,,0000,0000,0000,,asilo, e abbiamo scoperto che queste donne, queste ragazze, non erano mai state nel centro di Roma nonostante fossero state, fossero Dialogue: 0,0:08:41.28,0:08:48.64,Default,,0000,0000,0000,,arrivate a Roma già da mesi – in alcuni casi anche da un anno – per paura del traffico, della città, dell’inquinamento, degli italiani. Erano Dialogue: 0,0:08:48.64,0:08:56.80,Default,,0000,0000,0000,,imprigionate nella loro gabbia, che si erano auto costruite, di luoghi comuni. Allora noi le abbiamo divise in vari gruppetti, abbiamo Dialogue: 0,0:08:56.80,0:09:05.04,Default,,0000,0000,0000,,regalato a ciascuna di loro delle macchine fotografiche compatte, le abbiamo fatte affiancare da alcune nostre ragazze fotografe, anche per una questione di maggiore Dialogue: 0,0:09:05.04,0:09:13.04,Default,,0000,0000,0000,,facilità di raggiungere una fase di empatia tra docente e allievo. Gli abbiamo insegnato Dialogue: 0,0:09:13.04,0:09:20.52,Default,,0000,0000,0000,,grossolanamente e velocemente a usare una macchina fotografica e siamo andati in giro con loro nell’arco di un mese e mezzo tutti i fine settimana a Roma, Dialogue: 0,0:09:20.52,0:09:29.40,Default,,0000,0000,0000,,portandole letteralmente con noi, trascinandole con noi. Si sono divertite tantissimo. La macchina fotografica con la quale poi hanno raccontato Dialogue: 0,0:09:29.40,0:09:36.96,Default,,0000,0000,0000,,la loro Roma, e stato un filtro che le ha concentrate a guardare Roma attraverso una scatoletta. La tesi del nostro Dialogue: 0,0:09:36.96,0:09:44.96,Default,,0000,0000,0000,,progetto è che una città che conosci è una città che col tempo riconosci e una città che riconosci –anche attraverso le tue stesse fotografie – è una città nella quale Dialogue: 0,0:09:44.96,0:09:52.12,Default,,0000,0000,0000,,trovi un livello di fiducia tale che ti consente di ricreare e di riappropriarti di alcune dinamiche sociali e quindi di inclusione. Dialogue: 0,0:09:52.12,0:10:01.20,Default,,0000,0000,0000,,La piccola mostra fotografica che abbiamo lanciato dopo questo progetto ha fatto il giro di Roma e sta..comincerà a girare adesso per l’Italia. È stato un successo enorme, ce lo stanno chiedendo Dialogue: 0,0:10:01.20,0:10:08.80,Default,,0000,0000,0000,,in tantissimi altri centri. Queste piccole fotografie forse hanno cambiato il loro mondo. Adesso cercherò nei pochissimi minuti – che non vedo più tra l’altro sullo Dialogue: 0,0:10:08.80,0:10:17.68,Default,,0000,0000,0000,,schermo – che mi rimangono..sette minuti e quarantotto secondi..di smantellare il concetto. Probabilmente non è vero, vi ho detto delle fesserie, la fotografia non cambia il mondo. Dialogue: 0,0:10:17.68,0:10:25.04,Default,,0000,0000,0000,,Invece, questa persona per esempio, l’ho conosciuta nella città dei Dialogue: 0,0:10:25.04,0:10:33.12,Default,,0000,0000,0000,,morti a Il Cairo, qualcuno forse la conoscerà, è il vecchio cimitero monumentale del Cairo dove nel corso degli anni centinaia di migliaia di persone, in gran Dialogue: 0,0:10:33.12,0:10:41.24,Default,,0000,0000,0000,,parte proveniente dalle prime ondate di profughi palestinesi, anni fa, ha trovato alloggio nelle tombe, nei Dialogue: 0,0:10:41.24,0:10:48.84,Default,,0000,0000,0000,,mausolei del vecchio cimitero monumentale del Cairo, creando una vera e propria società all’interno del Cairo. Il Cairo Dialogue: 0,0:10:48.84,0:10:57.12,Default,,0000,0000,0000,,considera queste persone dei reietti della società, li considera immorali perché vivono tra i morti. Loro hanno ricreato un loro ecosistema, un loro ambiente sociale assolutamente in Dialogue: 0,0:10:57.12,0:11:05.00,Default,,0000,0000,0000,,equilibrio. Eppure non esistono per gli altri. Questa persone vive lì. Aveva cominciato come custode di questo mausoleo e negli anni Dialogue: 0,0:11:05.00,0:11:13.32,Default,,0000,0000,0000,,si è trasferito a vivere in questa tomba con la sua famiglia. Ho scattato una fotografia, ha fatto il giro di internet, non ha cambiato né il mio, né il suo Dialogue: 0,0:11:13.32,0:11:21.32,Default,,0000,0000,0000,,mondo né il mondo in generale: io sono tornato e lui è ancora lì. Anche queste persone [..] vivono nella città dei morti Dialogue: 0,0:11:21.32,0:11:29.40,Default,,0000,0000,0000,,e quando gli ho chiesto di fargli un ritratto fotografico questa signora anziana col nipotino, si è messa in posa vicino a questa tomba, diciamo la tomba di famiglia Dialogue: 0,0:11:29.40,0:11:37.68,Default,,0000,0000,0000,,nel loro cortiletto. Io ho chiesto se fosse un loro parente e mi hanno detto: “No, non è un nostro parente ma viviamo qua da tanti anni, è come se lo fosse ormai. Vorremmo un ritratto con lui.” Dialogue: 0,0:11:37.68,0:11:45.84,Default,,0000,0000,0000,,Questa mia fotografia non ha cambiato il loro mondo, loro vivono ancora lì tra i morti. Quest’altra persona invece, è Sergei. Dialogue: 0,0:11:45.84,0:11:53.48,Default,,0000,0000,0000,,Sergei vive in un centro di accoglienza per senza fissa dimora. Già questo dal punto di vista semantico è una cosa che mi fa imbestialire. Dialogue: 0,0:11:53.48,0:12:00.96,Default,,0000,0000,0000,,Abbiamo bisogno di definire una persona per quello che non ha invece che per quello che ha: senza fissa dimora. È russo. Da tanti anni Dialogue: 0,0:12:00.96,0:12:09.04,Default,,0000,0000,0000,,ormai è in mezzo a una strada e non parla più della sua famiglia. Quando mi ha chiesto un ritratto mi ha chiesto di fargli un ritratto a metà perché dice che gli manca qualcosa nella sua vita, Dialogue: 0,0:12:09.04,0:12:17.20,Default,,0000,0000,0000,,ovviamente gli manca tantissimo. Sono tornato a casa, lui è ancora lì. Questa foto, probabilmente bella o non bella, ha fatto il giro di internet, non ha cambiato il suo Dialogue: 0,0:12:17.20,0:12:25.36,Default,,0000,0000,0000,,mondo. Anche Carmine vive in quel centro d’accoglienza. Vive in un mondo tutto suo: dice che coltiva api, Dialogue: 0,0:12:25.36,0:12:33.36,Default,,0000,0000,0000,,ama le sue api, non parla più della sua famiglia, si chiude in un silenzio imbarazzante quando gli si chiede la sua storia. Questa foto non ha cambiato il Dialogue: 0,0:12:33.36,0:12:41.44,Default,,0000,0000,0000,,suo mondo, vive ancora per strada. Ci sono tanti esempi, accelero un pochettino. Queste sono delle foto delle barche, dei Dialogue: 0,0:12:41.44,0:12:49.44,Default,,0000,0000,0000,,trabiccoli, con i quali i profughi dal Medio Oriente arrivano a Lampedusa. E continuano ad arrivare ogni giorno. Scappano dalle loro situazioni, dalle loro Dialogue: 0,0:12:49.44,0:12:57.36,Default,,0000,0000,0000,,tragedie umane e sociali. Questa foto non ha cambiato il loro mondo e continuano ad arrivare, eppure l’ho raccontata. Non è servito a niente. Questa Dialogue: 0,0:12:57.36,0:13:05.32,Default,,0000,0000,0000,,persona vive invece in un campo profughi di Bourj el-Barajneh, nella periferia di Beirut. È un Campo profughi grandissimo, ma che non è mappato nella carta di Dialogue: 0,0:13:05.32,0:13:12.96,Default,,0000,0000,0000,,Beirut. Lui vende, al caldo, vende..gira per il Campo vendendo gelati e coni gelato. Suda, suda Dialogue: 0,0:13:12.96,0:13:21.36,Default,,0000,0000,0000,,tantissimo. Cammina e vende gelati in un campo dove tutti crescono senza diritti sociali. Questa foto non ha cambiato il suo mondo. Lui è ancora lì che vende proprio in questo momento, Dialogue: 0,0:13:21.36,0:13:29.32,Default,,0000,0000,0000,,beh adesso starà dormendo, ma domani mattina si alzerà e continuerà a vendere gelati. Nello stesso Campo ho conosciuto questa bambina. Per lei Dialogue: 0,0:13:29.32,0:13:37.52,Default,,0000,0000,0000,,quel Campo Profughi, mi raccontava – cioè mi traducevano – era il suo grande parco giochi. Lo trovava smisurato, enorme. Non sa ancora Dialogue: 0,0:13:37.52,0:13:45.52,Default,,0000,0000,0000,,che sta crescendo senza nessun diritto in un Campo neanche, come vi ho detto, mappato, nella città di Beirut. Probabilmente rimarrà là tutta la sua vita, Dialogue: 0,0:13:45.52,0:13:53.40,Default,,0000,0000,0000,,senza diritti. Questa foto, non solo non ha cambiato il suo mondo adesso, ma non l’avrà cambiato neanche nei prossimi venti, trenta o quarant’anni. Quindi il loro Dialogue: 0,0:13:53.40,0:14:01.16,Default,,0000,0000,0000,,mondo non è cambiato. La fotografia probabilmente non è servita a niente. Le mie fotografie sono state un buco nell’acqua e probabilmente hanno semplicemente assolto al loro compito di Dialogue: 0,0:14:01.16,0:14:09.32,Default,,0000,0000,0000,,solleticare il mio egocentrismo nel mostrarvele dopo. Per’altro un fattore molto tipico di noi fotografi, essere piuttosto Dialogue: 0,0:14:09.32,0:14:16.88,Default,,0000,0000,0000,,egocentrici. Loro sono ancora lì. Quello che invece probabilmente è cambiato, è nel chi ha scattato la fotografia. Dialogue: 0,0:14:16.88,0:14:25.60,Default,,0000,0000,0000,,Perché io sono tornato, io adesso conosco quelle storie. So che loro domani mattina si alzeranno e sono ancora lì. So che c’è qualcuno che vive ancora là sotto per strada Dialogue: 0,0:14:25.60,0:14:33.20,Default,,0000,0000,0000,,dietro l’angolo di casa mia. So che se voglio scendo e ci sono mille situazioni di disagio sociale che posso, e devo raccontare. Dialogue: 0,0:14:33.20,0:14:41.48,Default,,0000,0000,0000,,Quindi, voi adesso...in qualche maniera vi ho fregato perché vi ho detto che la fotografia sociale non cambia il mondo ma Dialogue: 0,0:14:41.48,0:14:49.44,Default,,0000,0000,0000,,vi ho raccontato delle storie, quindi anche voi adesso le conoscete. Perché come diciamo spesso anche noi, ci sono storie che devono e possono Dialogue: 0,0:14:49.44,0:14:57.64,Default,,0000,0000,0000,,essere raccontate. E probabilmente è il raccontare queste piccole grandi storie, chiedendo alla gente di scendere per strada e raccontarle Dialogue: 0,0:14:57.64,0:15:05.48,Default,,0000,0000,0000,,con noi, che cambia il mondo alla fine. Questo è il nostro concetto di buon uso del mondo. È un buon uso non di persone naif. Non siamo Dialogue: 0,0:15:05.48,0:15:13.52,Default,,0000,0000,0000,,sognatori, non siamo idealisti, non siamo attivisti, noi non prendiamo parte nei cambiamenti sociali, nei movimenti Dialogue: 0,0:15:13.52,0:15:21.36,Default,,0000,0000,0000,,politici ecc ecc. Noi raccontiamo le storie. Lo facciamo in maniera neutra, neutrale e gratuita per chi non se lo può permettere. Perché ci sono storie che devono essere Dialogue: 0,0:15:21.36,9:59:59.99,Default,,0000,0000,0000,,raccontate, storie che vogliono essere raccontate e storie che devono essere conosciute. Grazie. (Applausi)