0:00:09.200,0:00:16.480 Diciotto minuti per parlare di..per parlare, per cercare di parlare del buon uso del mondo quando -- a poca distanza 0:00:16.480,0:00:24.520 dal quale -- abbiamo distrutto il nostro mondo, della Liguria, di Genova. Diciotto minuti non per parlare di fotografia ma per parlare, 0:00:24.520,0:00:32.240 , per cercare di convincerci, se ce la farò, di come piccole e grandi fotografie, o grandi e piccole fotografie, possono portare un piccolo 0:00:32.240,0:00:39.960 cambiamento sociale e cambiare non il mondo ma dei mondi. 17 minuti e 30 secondi adesso, per parlarvi 0:00:39.960,0:00:47.520 della nascita di questa mia idea, della fondazione di Shoot4Change di come l’ho avuta, di come l’ho sviluppata, di come sta crescendo e di come si sta consolidando. 0:00:47.520,0:00:55.960 Shoot4 Change nasce in realtà quasi per caso come spesso accade alle ex post buone idee, nasce con un blog. 0:00:55.960,0:01:04.280 Provenendo da una vecchia tradizione, una vecchia storia di blogging e di fotografie di viaggio, comincio subito dopo il terremoto a L’Aquila, 0:01:04.280,0:01:11.320 e poco prima dell’avvio della Marcia Mondiale per la Pace e la non Violenza due anni fa, a bloggare sulla, 0:01:11.320,0:01:20.480 sul potenziale di cambiamento sociale delle grandi fotografie del passato. In poco tempo, comincio a creare una community, anche se non ne avvertivo la presenza. 0:01:20.480,0:01:28.120 In concomitanza appunto con la Marcia Mondiale per la Pace e la non Violenza partita da Oakland due anni fa, mi contattano gli organizzatori da Oakland 0:01:28.120,0:01:36.200 della marcia, e mi chiedono di poter coprire fotograficamente il passaggio della marcia nella tappa di Roma. Avendo poi altre vite parallele perché 0:01:36.200,0:01:44.360 Shoot4Change è la vita, la seconda vita parallela. Certe volte mi sento non tanto quanto come Clark Kent e Superman ma più come Paperino e Paperinik o 0:01:44.360,0:01:52.280 Pippo e Superpippo per le vite parallele, le vite a castello che conduco. Mi chiedono quindi di fotografare il passaggio della marcia, io ricordo che non potevo in quel giorno a Roma, 0:01:52.280,0:02:00.280 e faccio un post che adesso affettuosamente ricordo di aver chiamato probabilmente anche in maniera anche un po’ troppo provocatoria “Chiamata alle Armi 0:02:00.280,0:02:08.360 Fotografiche”. Vedete come questo ossimoro ritorna spesso nella nostra terminologia. Già Shoot4Change è un ossimoro perché in inglese shoot significa allo stesso 0:02:08.360,0:02:16.200 tempo scattare una fotografia ma anche sparare, e change è sia il cambiamento sociale ma anche i soldi, tanto è vero che all’inizio, alle prime settimane di vita del nostro 0:02:16.200,0:02:24.280 network -- che è diventato un network internazionale di volontariato -- avevo un grosso picco di accessi da Washinghton. Evidentemente pensavano, temevano, che fossimo un gruppo 0:02:24.280,0:02:32.000 di mercenari che sparavano per soldi. Poi si sono tranquillizzati e hanno capito che in realtà siamo solamente dei poveri fotografi di strada. 0:02:32.000,0:02:40.320 Quindi ho fatto questa chiamata alle armi fotografiche, e in poche ore mi hanno letteralmente intasato la casella postale da tutta Italia, e siamo riusciti 0:02:40.320,0:02:48.600 in pochi giorni a coprire fotograficamente non solo Roma, non solo Milano ma gran parte del nord Italia fino ad arrivare a Lecce. New York, San Francisco, 0:02:48.600,0:02:56.200 fino ad arrivare alla fine in Argentina – su dei picchi delle montagne dell’Argentina – dove la marcia ha concluso il suo cammino. Bene, lì ho capito che 0:02:56.200,0:03:04.280 forse si poteva fare qualcosa. Ho capito che la gente aveva voglia di scendere per strada e raccontare la propria storia. Le proprie storie, dal 0:03:04.280,0:03:12.200 proprio punto di vista. Allora abbiamo cominciato, continuato a bloggare, chiedendo alla gente di... non solo di raccontarci le loro storie 0:03:12.200,0:03:20.280 di prossimità – uno dei nostri slogan, dei nostri claim è “Shoot Local, Change Global“– ma di venire a farlo con noi, o di chiederci 0:03:20.280,0:03:28.280 un aiuto quando non fossero stati in grado di farlo da soli. Uno dei messaggi che cerco di dare, che cerchiamo di dare, con le nostre 0:03:28.280,0:03:36.040 attività e con i nostri reportage è non solo di par... ma di non illudersi di doversi mettere necessariamente nei panni del grande fotografo del 0:03:36.040,0:03:44.520 National Geographic – che peraltro molti di loro sono nostri membri volontari da Ed Kashi a New York per National Geographic USA a Alfonso Rodriguez 0:03:44.520,0:03:52.600 National Geographic Spagna e altri grandi professionisti – ma che al grido Shoot Local Change Global 0:03:52.600,0:04:00.480 è sufficiente scendere sotto casa, magari armati di una macchina fotografica compatta, di uno smartphone, e raccontare le storie di prossimità. Quello che abbiamo chiamato la Fotografia 0:04:00.480,0:04:08.480 Sociale a Kilometri Zero. Da qui il claim Shoot Local, Change Global. La finalità, o meglio alla fine il risultato che 0:04:08.480,0:04:16.560 abbiamo ottenuto e che stiamo ottenendo e che stiamo consolidando, è un invito alla sensibilizzazione ad un’osservazione più puntuale e più 0:04:16.560,0:04:24.520 – scusate il gioco di parole – sensibile, della realtà che ci circonda, chiedendo alla gente di prendere parte attiva a un cambiamento. 0:04:24.520,0:04:32.040 Per noi, il nostro concetto di fotografia sociale non è solamente stimolare, dare un cazzotto nello stomaco dell’osservatore facendo leva sulla classica estetica 0:04:32.040,0:04:40.880 del dolore, la drammaticità delle immagini, delle tragedie. Noi chiediamo di portare un contributo. E soprattutto cerchiamo di raccontare quelle storie positive, 0:04:40.880,0:04:48.640 ordinarie o straordinarie, che nel nostro piccolo dietro casa, portano un sollievo, un beneficio nelle situazioni di disagio 0:04:48.640,0:04:56.480 sociale. Ci sono una miriade di storie. Di tantissime piccole o piccolissime o minuscole, in alcuni casi, associazioni di volontari che 0:04:56.480,0:05:04.520 nessuno conosce. Noi raccontiamo gratuitamente, ci prestiamo gratuitamente a realizzare servizi professionali fotografici a chi non se lo può permettere . Dando 0:05:04.520,0:05:12.720 quindi accesso in una logica di vero citizen journalism all’informazione, tutte quelle storie che non vengono considerate remunerative dall’informazione Main Stream, 0:05:12.720,0:05:20.640 e sono tantissime. Alcuni ci hanno accusato all’inizio soprattutto, di essere quelli che lavorano gratis e che distruggono il mercato, e distruggono le agenzie 0:05:20.640,0:05:28.880 fotografiche o i giornali perché lavorano gratis. Non è così. Io rispondo spesso a queste persone: “Ma tu racconteresti mai la storia di un centro per senza dimora?” 0:05:28.880,0:05:36.640 Dicono: “No”. “E perché no?” “Perché non me le comprerebbe nessuno.” E noi lo facciamo. “Entreresti mai in un centro per rifugiate?” “No, non lo farei mai perché nessuno mi comprerebbe 0:05:36.640,0:05:44.560 quelle fotografie.” Noi lo facciamo. E col tempo ho sviluppato questo concetto di Crowd Photography. Ricordo spesso, cito spesso in occasioni 0:05:44.560,0:05:52.960 del genere, il detto, il vecchio e famoso detto africano “Se vuoi andare veloce vacci da solo. Se vuoi andare lontano vacci con altri”. Normalmente un fotografo va bene per raccontare una storia. 0:05:52.960,0:06:00.800 Due fotografi vanno meglio. Tre fotografi sono ancora meglio. Quattro forse sono ancora meglio. Poi si comincia a fare casino ovviamente. Però più si è meglio è, 0:06:00.800,0:06:08.840 perché ogni storia ha almeno 360 gradi, 360 punti di vista per essere raccontata. E questo arricchisce il racconto. Il concetto 0:06:08.840,0:06:16.720 di Crowd Photography , è un concetto in base al quale quasi tutti i nostri progetti – noi ci proviamo, non sempre ci riusciamo – sono il risultato dell’apporto creativo di 0:06:16.720,0:06:24.680 persone che magari non si conoscono. E credetemi, il nostro metodo che sta crescendo e si sta consolidando, non solamente con i fotografi, ma con 0:06:24.680,0:06:32.560 creativi di tutti i generi. Abbiamo pittori, abbiamo designer che ci regalano i loghi. Abbiamo musicisti che compongono e ci regalano le musiche per i nostri Slide Show. 0:06:32.560,0:06:40.760 Abbiamo giornalisti, abbiamo scrittori. Abbiamo tutti quelli che hanno voglia di mettere le idee in rete e condividerle, e aggiungere un tassello alla storia con le loro idee. 0:06:40.760,0:06:48.080 Cerchiamo di essere non convenzionali nei nostri racconti. Anche qua, spesso ci riusciamo, a volte non ci riusciamo. 0:06:48.080,0:06:56.680 Ad esempio – questo è giusto un esempio che vi ho portato – può una foto di un cavallo, o una serie di foto di cavalli denutriti, 0:06:56.680,0:07:04.600 raccontare la recessione economica in Europa? Sì. Questo è un reportage che un nostro membro italiano, ma vive da tantissimi anni, giovanissimo, 0:07:04.600,0:07:12.600 in Irlanda, non è mai riuscito a piazzare a Dublino in alcuna rivista, perché in Irlanda non vogliono parlare di queste storie sociali perché, dicono 0:07:12.600,0:07:21.080 le riviste, danno un’immagine distorta dell’Irlanda. Lui ha scoperto che una delle conseguenze inaspettate della recessione economica, è che 0:07:21.080,0:07:28.200 gli irlandesi che tipicamente sono sempre stati molto propensi ad acquistare i cavalli, quindi a vivere l’outdoor in maniera molto piena, 0:07:28.200,0:07:36.880 vendono, o meglio, svendono i loro cavalli in alcune fiere gestite dalla malavita irlandese nei sobborghi di Dublino. E li vendono a 20, 30, 40 euro 0:07:36.880,0:07:44.880 cavalli già malnutriti. I ragazzini ovviamente, spinti dall’entusiasmo li acquistano o li barattano con cellulari, salvo poi dopo due o tre giorni, 0:07:44.880,0:07:52.680 non potendo più permettersi la gestione, non sapendo dove metterli ovviamente in casa, li abbandonano nelle periferie di Dublino. È una storia che nessuno voleva 0:07:52.680,0:08:00.240 comprare. Noi l’abbiamo pubblicata. Ha fatto il giro di internet , ed è una maniera non convenzionale di raccontare un episodio purtroppo di cronaca 0:08:00.240,0:08:08.760 mondiale, come la recessione economica. Ma facciamo anche cose non tristi. Raccontiamo non storie tristi ma anche storie molto positive. Questa è una dei mille 0:08:08.760,0:08:16.800 esempi di progetti che noi teniamo ogni giorno. Insieme all’associazione sportiva Liberinantes che noi seguiamo da anni ormai 0:08:16.800,0:08:24.720 a Roma. È un’associazione composta da rifugiati politici e richiedenti asilo, che usa lo sport per affrancarsi dal ricordo delle tragedie dalle quali 0:08:24.720,0:08:32.960 scappano. Siamo entrati in un centro di accoglienza a Roma, La Casa di Giorgia, composto da rifugiate..che da accoglienza a rifugiate donne e richiedenti 0:08:32.960,0:08:41.280 asilo, e abbiamo scoperto che queste donne, queste ragazze, non erano mai state nel centro di Roma nonostante fossero state, fossero 0:08:41.280,0:08:48.640 arrivate a Roma già da mesi – in alcuni casi anche da un anno – per paura del traffico, della città, dell’inquinamento, degli italiani. Erano 0:08:48.640,0:08:56.800 imprigionate nella loro gabbia, che si erano auto costruite, di luoghi comuni. Allora noi le abbiamo divise in vari gruppetti, abbiamo 0:08:56.800,0:09:05.040 regalato a ciascuna di loro delle macchine fotografiche compatte, le abbiamo fatte affiancare da alcune nostre ragazze fotografe, anche per una questione di maggiore 0:09:05.040,0:09:13.040 facilità di raggiungere una fase di empatia tra docente e allievo. Gli abbiamo insegnato 0:09:13.040,0:09:20.520 grossolanamente e velocemente a usare una macchina fotografica e siamo andati in giro con loro nell’arco di un mese e mezzo tutti i fine settimana a Roma, 0:09:20.520,0:09:29.400 portandole letteralmente con noi, trascinandole con noi. Si sono divertite tantissimo. La macchina fotografica con la quale poi hanno raccontato 0:09:29.400,0:09:36.960 la loro Roma, e stato un filtro che le ha concentrate a guardare Roma attraverso una scatoletta. La tesi del nostro 0:09:36.960,0:09:44.960 progetto è che una città che conosci è una città che col tempo riconosci e una città che riconosci –anche attraverso le tue stesse fotografie – è una città nella quale 0:09:44.960,0:09:52.120 trovi un livello di fiducia tale che ti consente di ricreare e di riappropriarti di alcune dinamiche sociali e quindi di inclusione. 0:09:52.120,0:10:01.200 La piccola mostra fotografica che abbiamo lanciato dopo questo progetto ha fatto il giro di Roma e sta..comincerà a girare adesso per l’Italia. È stato un successo enorme, ce lo stanno chiedendo 0:10:01.200,0:10:08.800 in tantissimi altri centri. Queste piccole fotografie forse hanno cambiato il loro mondo. Adesso cercherò nei pochissimi minuti – che non vedo più tra l’altro sullo 0:10:08.800,0:10:17.680 schermo – che mi rimangono..sette minuti e quarantotto secondi..di smantellare il concetto. Probabilmente non è vero, vi ho detto delle fesserie, la fotografia non cambia il mondo. 0:10:17.680,0:10:25.040 Invece, questa persona per esempio, l’ho conosciuta nella città dei 0:10:25.040,0:10:33.120 morti a Il Cairo, qualcuno forse la conoscerà, è il vecchio cimitero monumentale del Cairo dove nel corso degli anni centinaia di migliaia di persone, in gran 0:10:33.120,0:10:41.240 parte proveniente dalle prime ondate di profughi palestinesi, anni fa, ha trovato alloggio nelle tombe, nei 0:10:41.240,0:10:48.840 mausolei del vecchio cimitero monumentale del Cairo, creando una vera e propria società all’interno del Cairo. Il Cairo 0:10:48.840,0:10:57.120 considera queste persone dei reietti della società, li considera immorali perché vivono tra i morti. Loro hanno ricreato un loro ecosistema, un loro ambiente sociale assolutamente in 0:10:57.120,0:11:05.000 equilibrio. Eppure non esistono per gli altri. Questa persone vive lì. Aveva cominciato come custode di questo mausoleo e negli anni 0:11:05.000,0:11:13.320 si è trasferito a vivere in questa tomba con la sua famiglia. Ho scattato una fotografia, ha fatto il giro di internet, non ha cambiato né il mio, né il suo 0:11:13.320,0:11:21.320 mondo né il mondo in generale: io sono tornato e lui è ancora lì. Anche queste persone [..] vivono nella città dei morti 0:11:21.320,0:11:29.400 e quando gli ho chiesto di fargli un ritratto fotografico questa signora anziana col nipotino, si è messa in posa vicino a questa tomba, diciamo la tomba di famiglia 0:11:29.400,0:11:37.680 nel loro cortiletto. Io ho chiesto se fosse un loro parente e mi hanno detto: “No, non è un nostro parente ma viviamo qua da tanti anni, è come se lo fosse ormai. Vorremmo un ritratto con lui.” 0:11:37.680,0:11:45.840 Questa mia fotografia non ha cambiato il loro mondo, loro vivono ancora lì tra i morti. Quest’altra persona invece, è Sergei. 0:11:45.840,0:11:53.480 Sergei vive in un centro di accoglienza per senza fissa dimora. Già questo dal punto di vista semantico è una cosa che mi fa imbestialire. 0:11:53.480,0:12:00.960 Abbiamo bisogno di definire una persona per quello che non ha invece che per quello che ha: senza fissa dimora. È russo. Da tanti anni 0:12:00.960,0:12:09.040 ormai è in mezzo a una strada e non parla più della sua famiglia. Quando mi ha chiesto un ritratto mi ha chiesto di fargli un ritratto a metà perché dice che gli manca qualcosa nella sua vita, 0:12:09.040,0:12:17.200 ovviamente gli manca tantissimo. Sono tornato a casa, lui è ancora lì. Questa foto, probabilmente bella o non bella, ha fatto il giro di internet, non ha cambiato il suo 0:12:17.200,0:12:25.360 mondo. Anche Carmine vive in quel centro d’accoglienza. Vive in un mondo tutto suo: dice che coltiva api, 0:12:25.360,0:12:33.360 ama le sue api, non parla più della sua famiglia, si chiude in un silenzio imbarazzante quando gli si chiede la sua storia. Questa foto non ha cambiato il 0:12:33.360,0:12:41.440 suo mondo, vive ancora per strada. Ci sono tanti esempi, accelero un pochettino. Queste sono delle foto delle barche, dei 0:12:41.440,0:12:49.440 trabiccoli, con i quali i profughi dal Medio Oriente arrivano a Lampedusa. E continuano ad arrivare ogni giorno. Scappano dalle loro situazioni, dalle loro 0:12:49.440,0:12:57.360 tragedie umane e sociali. Questa foto non ha cambiato il loro mondo e continuano ad arrivare, eppure l’ho raccontata. Non è servito a niente. Questa 0:12:57.360,0:13:05.320 persona vive invece in un campo profughi di Bourj el-Barajneh, nella periferia di Beirut. È un Campo profughi grandissimo, ma che non è mappato nella carta di 0:13:05.320,0:13:12.960 Beirut. Lui vende, al caldo, vende..gira per il Campo vendendo gelati e coni gelato. Suda, suda 0:13:12.960,0:13:21.360 tantissimo. Cammina e vende gelati in un campo dove tutti crescono senza diritti sociali. Questa foto non ha cambiato il suo mondo. Lui è ancora lì che vende proprio in questo momento, 0:13:21.360,0:13:29.320 beh adesso starà dormendo, ma domani mattina si alzerà e continuerà a vendere gelati. Nello stesso Campo ho conosciuto questa bambina. Per lei 0:13:29.320,0:13:37.520 quel Campo Profughi, mi raccontava – cioè mi traducevano – era il suo grande parco giochi. Lo trovava smisurato, enorme. Non sa ancora 0:13:37.520,0:13:45.520 che sta crescendo senza nessun diritto in un Campo neanche, come vi ho detto, mappato, nella città di Beirut. Probabilmente rimarrà là tutta la sua vita, 0:13:45.520,0:13:53.400 senza diritti. Questa foto, non solo non ha cambiato il suo mondo adesso, ma non l’avrà cambiato neanche nei prossimi venti, trenta o quarant’anni. Quindi il loro 0:13:53.400,0:14:01.160 mondo non è cambiato. La fotografia probabilmente non è servita a niente. Le mie fotografie sono state un buco nell’acqua e probabilmente hanno semplicemente assolto al loro compito di 0:14:01.160,0:14:09.320 solleticare il mio egocentrismo nel mostrarvele dopo. Per’altro un fattore molto tipico di noi fotografi, essere piuttosto 0:14:09.320,0:14:16.880 egocentrici. Loro sono ancora lì. Quello che invece probabilmente è cambiato, è nel chi ha scattato la fotografia. 0:14:16.880,0:14:25.600 Perché io sono tornato, io adesso conosco quelle storie. So che loro domani mattina si alzeranno e sono ancora lì. So che c’è qualcuno che vive ancora là sotto per strada 0:14:25.600,0:14:33.200 dietro l’angolo di casa mia. So che se voglio scendo e ci sono mille situazioni di disagio sociale che posso, e devo raccontare. 0:14:33.200,0:14:41.480 Quindi, voi adesso...in qualche maniera vi ho fregato perché vi ho detto che la fotografia sociale non cambia il mondo ma 0:14:41.480,0:14:49.440 vi ho raccontato delle storie, quindi anche voi adesso le conoscete. Perché come diciamo spesso anche noi, ci sono storie che devono e possono 0:14:49.440,0:14:57.640 essere raccontate. E probabilmente è il raccontare queste piccole grandi storie, chiedendo alla gente di scendere per strada e raccontarle 0:14:57.640,0:15:05.480 con noi, che cambia il mondo alla fine. Questo è il nostro concetto di buon uso del mondo. È un buon uso non di persone naif. Non siamo 0:15:05.480,0:15:13.520 sognatori, non siamo idealisti, non siamo attivisti, noi non prendiamo parte nei cambiamenti sociali, nei movimenti 0:15:13.520,0:15:21.360 politici ecc ecc. Noi raccontiamo le storie. Lo facciamo in maniera neutra, neutrale e gratuita per chi non se lo può permettere. Perché ci sono storie che devono essere 0:15:21.360,9:59:59.000 raccontate, storie che vogliono essere raccontate e storie che devono essere conosciute. Grazie. (Applausi)