[sottotitoli di Michele Fanelli] [Minerva Cuevas: Aprire i confini] Il termine "attivista politico" è problematico. Penso che la sfida sia smettere di riferirsi all'attivismo, perché ognuno di noi ha questo bisogno di reagire nella vita quotidiana e quindi di generare atti politici. --[GIORNALISTA] Al confine fra Stati Uniti e Messico, --un muro divide due mondi. --Povertà al Sud. --Ricchezza al Nord. [CUEVAS] In generale, penso che il mio lavoro siano le mie ricerche. Ho pianificato un progetto per il confine fra Messico e Stati Uniti. La mia idea era: se c'è un confine dovrebbe esserci un ponte. Non ero mai stata nell'area del Rio Bravo. Ho appreso che il confine storico è la parte più profonda del fiume. Alla fine ho scoperto che l'area era una sorta di ponte naturale. Così ho deciso di usare le rocce in quell'area per tracciare un ponte fra gli Stati Uniti e il Messico. Stavo evidenziando le rocce con del calcare, per lasciare un segno del passaggio. Si può osservare questa linea tratteggiata che attraversa il Rio Bravo. Insieme all'installazione, c'erano elementi relativi all'atto di camminare-- come bastoni da passeggio e libri riguardanti il deserto di Chihuahuan. L'atto di camminare dal Sud al Nord era l'atto più politico che si potesse fare. [GIORNALISTA] Il presidente Trump vuole costruire un muro sul confine fra Stati Uniti e Messico, L'opera potrebbe costare circa 22 miliardi di dollari. Come riportato dall'agenzia Reuters, il completamento dell'opera richiederebbe circa 3 anni e mezzo. [CUEVAS] Vieni a conoscenza dei confini grazie ai media. È connesso ai limiti o al controllo. La violenza è un elemento molto forte nella percezione di cosa sia un confine. Lungo il fiume, adesso ci sono delle pattuglie di confine; ma prima non c'era nessun segno del confine. L'intera area era priva di recinti o muri. Non essere testimoni di nulla connesso a quel tipo di violenza mediatica è la prima liberazione. Ti accorgi che ad essere intimidatorio è il deserto stesso. Successivamente, sono stata invitata a prendere parte a delle conferenze, riguardanti il cambiamento climatico, lo sviluppo urbano e l'idea dell' "artista come attivista". C'è questa aspettativa che un singolo atto possa generare il cambiamento. Libri e progetti possono essere importanti, ma non sono la soluzione. I problemi e le crisi nel mondo sono generate da tutti. Perciò è necessaria una reazione di massa per produrre un cambiamento della realtà. [LA FOLLA URLA] Nessun divieto, nessun muro! Nessun divieto, nessun muro! [CUEVAS] Ai giorni nostri il nazionalismo è connesso alla violenza, al diverso e alle differenze fra le varie comunità, invece di riferirsi ad un elemento comune, decisamente più utile oggigiorno. Il muro non fermerà l'immigrazione. Il muro rinforza soltanto l'immaginario collettivo, che identifica il muro con la violenza. Infatti, potrebbe aumentare il traffico di essere umani. Sembra che oggi, le reazioni stiano assumendo caratteri un po' estremi, quando si pensa al significato dell'essere uomini e donne, e a cosa si voglia non soltanto dalla politica, ma dalla vita di ogni giorno. Come vogliamo affrontare la nostra realtà. [Nessun odio, nessuna paura]