Vi parlerò della coscienza.
Perché la coscienza?
È un tema curiosamente trascurato,
sia nella nostra cultura scientifica che filosofica.
Perché questo è curioso?
Beh, è l'aspetto più importante della nostra vita
per una ragione molto semplice e logica,
ossia è una condizione necessaria per tutto ciò
che è importante nella nostra vita,
il fatto che siamo coscienti.
Vi interessate di scienza, filosofia, musica, arte,
o qualsiasi altra cosa --
non va bene se si è degli zombie o in coma, giusto?
Quindi la coscienza è al primo posto.
La seconda ragione riguarda il fatto che
quando le persone
se ne interessano, e penso che dovrebbero farlo,
tendono a dire le cose più orribili.
E poi, anche quando non dicono cose orribili
e cercano davvero di condurre una ricerca seria,
beh, è tutto lento. Il progresso è lento.
Quando iniziai a interessarmi a tutto questo,
pensai:
"È un chiaro problema di biologia".
Lasciamo che questi accoltellatori di cervelli
si impegnino a capire
come funziona il cervello.
Così andai all'Unversità della California e parlai con tutti
gli illustri neurobiologi che c'erano,
e dimostrarono una certa impazienza,
come spesso fanno gli scienziati di fronte a domande imbarazzanti.
Ma la cosa che mi colpì fu che uno di loro
disse esasperato,
un neurobiologo molto famoso, disse: "Senti,
nella mia disciplina va bene
interessarsi alla coscienza,
ma prima è meglio ottenere la cattedra. La cattedra".
Ho lavorato in questo ambito per molto tempo.
Penso che oggi si potrebbe ottenere una cattedra
lavorando sulla coscienza.
Se ciò è vero, è proprio un passo avanti.
Quindi perché c'è questa curiosa riluttanza
e ostilità nei confronti della coscienza?
Credo si tratti della combinazione di due aspetti
della nostra cultura intellettuale
che amano pensare di essere contrapposti tra loro,
quando in realtà sono accomunati
da un insieme di supposizioni.
Un aspetto è la tradizione del dualismo religioso:
la coscienza non fa parte del mondo fisico.
Fa parte del mondo spirituale.
Appartiene all'anima
e l'anima non fa parte del mondo fisico.
Questa è la tradizione di Dio,
dell'anima e dell'immortalità.
C'è un'altra tradizione che crede
di essere opposta a questa,
ma accetta la supposizione peggiore.
Secondo questa tradizione siamo dei
totali materialisti scientifici:
la coscienza non fa parte del mondo fisico.
O non esiste affatto, o è qualcos'altro,
un programma di computer
o qualche altra cosa strana,
ma in ogni caso non fa parte della scienza.
E mi ritrovavo di fronte a un argomento che
mi faceva venire il mal di stomaco.
Ecco come andava.
La scienza è oggettiva, la coscienza è soggettiva,
quindi non può esistere una scienza della coscienza.
Ok, quindi queste tradizioni gemelle
ci stanno paralizzando.
È molto difficile distaccarsi
da queste tradizioni gemelle.
Ho solo un messaggio per questa conferenza,
cioè che la coscienza è un fenomeno biologico
come la fotosintesi, la digestione, la mitosi,
conoscete tutti i fenomeni biologici,
e una volta accettato questo
molti dei problemi difficili, non tutti,
sulla coscienza semplicemente evaporano.
Ne passerò in rassegna alcuni.
Vi ho promesso di raccontarvi alcune
delle cose oltraggiose che sono state
dette sulla coscienza.
Primo: la coscienza non esiste.
È un'illusione, come i tramonti.
La scienza ha dimostrato che i tramonti
e gli arcobaleni sono illusioni.
Quindi la coscienza è un'illusione.
Secondo: beh, forse esiste,
ma è davvero un'altra cosa.
È un programma per computer che opera nel cervello.
Terzo: no, la sola cosa che esiste davvero
è il comportamento.
È imbarazzante quanto fosse influente
il comportamentismo,
ma ci ritornerò.
E quarto: forse la coscienza esiste,
ma non può fare alcuna differenza nel mondo.
Come poteva la spiritualità muovere qualcosa?
Ora, ogni volta che qualcuno me lo dice, penso:
vuoi vedere la spiritualità muovere qualcosa?
Guarda. Decido consciamente di alzare il braccio
e accidenti si alza.
(Risate)
Inoltre, notate che
non diciamo: "Beh, è un po' come
la temperatura a Ginevra.
Certi giorni si alza e certi giorni no".
No. Si alza ogni volta che lo decido io.
Vi dirò come ciò sia possibile.
Non vi ho ancora dato una definizione.
Non si può fare senza dare una definizione.
La gente dice sempre che la coscienza
è molto difficile da definire.
Io penso che sia semplice da definire
se non si cerca di dare una definizione scientifica.
Non siamo pronti per una definizione scientifica,
ma ecco una definizione basata sul senso comune.
La coscienza è composta da tutti quegli stati di
sentimento o consapevolezza.
Inizia al mattino quando vi svegliate
da un sonno senza sogni
e continua per tutto il giorno
finché non vi addormentate
o morite o vi ritrovate in una
condizione di incoscienza.
I sogni sono una forma di coscienza
in questa definizione.
Questa è una definizione basata sul senso comune.
È il nostro obiettivo.
Se non state parlando di questo,
non state parlando della coscienza.
Ma loro pensano: "Beh, se è così,
è un problema terribile.
Come può una cosa del genere
esistere nel mondo reale?".
E questo, se avete mai seguito un corso di filosofia,
è conosciuto come il famoso problema mente-corpo.
Penso che anche questo abbia una facile soluzione.
Ve la illustro.
Eccola: tutti i nostri stati di coscienza,
senza eccezioni,
sono causati da processi neurobiologici
di basso livello nel cervello
e si realizzano nel cervello
come funzioni di alto livello o di sistema.
È tanto misterioso quanto la liquidità dell'acqua.
Giusto? La liquidità non è
un succo extra schizzato fuori
dalle molecole di H2O.
È una condizione in cui il sistema si trova.
E come la caraffa piena d'acqua
può passare da stato liquido a solido
in base al comportamento delle molecole,
così il vostro cervello può passare
da uno stato di coscienza
a uno stato di incoscienza,
in base al comportamento delle molecole.
Il famoso problema mente-corpo è così semplice.
Ma ora addentriamoci in problemi più difficili.
Specifichiamo le esatte caratteristiche
della coscienza,
in modo da poter rispondere a quelle quattro obiezioni
che le ho mosso.
La prima caratteristica è che è reale e irriducibile.
Non potete sbarazzarvene.
La distinzione tra realtà e illusione
è la distinzione tra come le cose
ci appaiono consciamente e come sono in realtà.
Consciamente sembra che ci sia,
mi piace il termine francese "arc-en-ciel",
sembra che ci sia un arco nel cielo
o sembra che il sole stia tramontando sulle montagne.
È ciò che consciamente ci pare,
ma non sta realmente accadendo.
Ma la distizione tra
come le cose consciamente ci sembrano
e come sono veramente,
non si può fare questa distinzione per
l'esistenza della coscienza,
perché quando si parla dell'esistenza
stessa della coscienza,
se consciamente vi sembra di essere coscienti,
siete coscienti.
Se un gruppo di esperti viene a dirmi:
"Siamo degli illustri neurobiologi
e abbiamo condotto una ricerca
su di te, Searle, e siamo convinti
che non sei cosciente,
sei un robot costruito in modo intelligente".
Io non penso: "Beh, magari questi tizi hanno ragione".
Non lo penso affatto, perché
Descartes può aver commesso molti errori,
ma aveva ragione su questo.
Non si può mettere in dubbio
l'esistenza della propria coscienza.
Questa è la prima caratteristica della coscienza.
È reale e irriducibile.
Non te ne puoi sbarazzare
dimostrando che è un'illusione
come puoi farlo per altri tipi di illusione.
La seconda caratteristica è quella
che è stata per noi una fonte di difficoltà,
cioè che tutti i nostri stati di coscienza
hanno questo carattere qualitativo.
C'è qualcosa che si sente quando si beve una birra
che non si sente quando si calcolano le tasse
o si ascolta la musica,
e questa sensazione qualitativa
genera automaticamente una terza caratteristica,
ossia che gli stati di coscienza
sono soggettivi per definizione,
nel senso che esistono solo come esperienze
di un soggetto umano o animale,
un sé che le sperimenta.
Forse potremo costruire
una macchina cosciente.
Poiché non sappiamo come lo fanno in nostri cervelli,
non siamo in grado, adesso,
di costruire una macchina cosciente.
Un'altra caratteristica della coscienza
è che si trova in campi di coscienza unificati.
Quindi non solo percepisco le persone davanti a me,
il suono della mia voce e il peso delle mie scarpe
sul suolo, ma percepisco queste cose
come parte di un grande campo di coscienza singolo
che si allunga in avanti e all'indietro.
Questa è la chiave per capire
l'enorme potere della coscienza.
E non siamo stati in grado di farlo con un robot.
Il fallimento della robotica deriva dal fatto
che non sappiamo come rendere cosciente un robot,
quindi non abbiamo una macchina
che possa fare questa cosa.
Un'altra caratteristica della coscienza,
dopo questo meraviglioso
campo di coscienza unificato,
è che funziona in modo causale
nel nostro comportamento.
Vi ho dato una dimostrazione alzando la mano,
ma come è possibile?
Come fa un pensiero nel mio cervello
a muovere oggetti materiali?
Vi do la risposta.
Cioè non sappiamo la risposta precisa,
ma conosciamo la parte basilare della risposta:
c'è una sequenza di accensioni di neuroni
che terminano dove l'acetilcolina è secreta
alle placche terminali
dell'assone dei neuroni motori.
Mi scuso per l'uso di termini filosofici,
ma quando è secreta alle placche terminali
dell'assone dei neuroni motori,
cose meravigliose
accadono nei canali ionici
e il dannato braccio si alza.
Pensate a ciò che vi ho detto.
Lo stesso evento,
la mia decisione cosciente di alzare il braccio
ha un livello di descrizione che possiede
tutte queste qualità spirituali sensibili.
È un pensiero nel mio cervello, ma allo stesso tempo
è impegnato a secernere acetilcolina
e a fare altre cose
mentre va dalla corteccia motoria
giù attraverso le fibre nervose nel braccio.
Ciò ci dice che i nostri vocabolari tradizionali
per discutere queste questioni
sono totalmente obsoleti.
Lo stesso evento ha un livello di descrizione
in cui è neurobiologico e un altro livello di descrizione
in cui è mentale, e questo è un evento singolo
ed è così che funziona la natura. È come
la coscienza funziona causalmente.
Tenendo presente questo,
addentrandoci in queste
caratteristiche della coscienza,
torniamo indietro a rispondere
ad alcune delle precendenti obiezioni.
La prima era che la coscienza non esiste,
è un'illusione.
Ho già risposto.
Non penso che dobbiamo preoccuparcene.
Ma la seconda ha avuto un'influenza incredibile
e può ancora averla, ed è questa:
"Se la coscienza esiste, è davvero qualcos'altro.
È davvero un programma per computer
digitale che opera nel vostro cervello
e ciò che dobbiamo fare per creare coscienza
è avere il programma giusto.
Dimenticatevi dell'hardware.
Qualunque hardware andrebbe bene,
se abbastanza potente e stabile
per sostenere il programma".
Sappiamo che questo è sbagliato.
Chiunque abbia imparato qualcosa sui computer
capisce che è sbagliato, perché il calcolo
è definito come una manipolazione di simboli,
di solito zero e uno, ma qualunque
simbolo andrebbe bene.
Si prende un algoritmo che si può programmare
in codice binario e quello è il tratto distintivo
del programma per computer.
Ma sappiamo che è puramente sintattico.
È simbolico.
Sappiamo che la vera coscienza umana
ha qualcosa in più.
Ha un contenuto, oltre che la sintassi.
Ha una semantica.
Quell'argomento, lo sviluppai 30,
non voglio pensarci,
più di 30 anni fa,
ma c'è un argomento più profondo
e implicito in quello che vi ho detto
e ve lo voglio dire brevemente, ossia
la coscienza crea una realtà
indipendente dall'osservatore.
Crea una realtà di denaro, proprietà, governo,
matrimonio, conferenze del CERN,
cocktail party, vacanze estive
e tutte queste sono creazioni della coscienza.
La loro esistenza è legata all'osservatore.
È solo relativo agli agenti coscienti
il fatto che un pezzo di carta
sia denaro o che un insieme di edifici sia un'università.
Ora pensate al calcolo.
È assoluto, come la forza, la massa e la gravità?
O è relativo all'osservatore?
Alcuni calcoli sono intrinseci.
Due più due fa quattro.
Funziona indipendentemente da ciò che uno pensa.
Però quando prendo la mia calcolatrice
e faccio il calcolo, l'unico fenomeno intrinseco
è il circuito elettronico e il suo comportamento.
Questo è l'unico fenomeno assoluto.
E il resto è interpretato da noi.
Il calcolo esiste solo relativamente alla coscienza.
O un agente cosciente sta facendo il calcolo
o ha una macchina che dà adito
a un'interpretazione computazionale.
Ciò non significa che il calcolo sia arbitrario.
Ho speso molti soldi per questo hardware.
Ma abbiamo questa confusione persistente
tra oggettività e soggettività come
caratteristiche della realtà
e oggettività e soggettività come
caratteristiche delle affermazioni.
E la morale di questa parte del mio discorso è questa:
si può avere una scienza completamente oggettiva,
una scienza in cui si fanno
affermazioni oggettivamente vere
su un ambito la cui esistenza è soggettiva,
la cui esistenza è nel cervello umano
che consiste di stati soggettivi di sensibilità
o sentimento o consapevolezza.
Quindi l'obiezione secondo cui non si può
avere una scienza della coscienza oggettiva,
perché è soggettiva mentre la scienza è
oggettiva, è un gioco di parole.
È un brutto gioco di parole
sull'oggettività e la soggettività.
Potete fare affermazioni oggettive
su un ambito che è soggettivo
nel suo modo di esistere
ed è proprio ciò che fanno i neurobiologi.
Avete pazienti che soffrono davvero
e cercate di ottenerne una scienza oggettiva.
Ho promesso di confutare tutti questi tizi
e non ho molto tempo a disposizione,
ma fatemene confutare ancora un paio.
Ho detto che il comportamentismo dovrebbe essere
uno dei grandi imbarazzi
della nostra cultura intellettuale,
perché è confutato nel momento in cui ci pensate.
I vostri stati mentali sono identici
al vostro comportamento?
Pensate alla distinzione tra provare dolore e
assumere un comportamento dovuto al dolore.
Non dimostrerò il comportamento dovuto al dolore,
ma vi posso dire
che adesso non provo alcun dolore.
Quindi è un errore ovvio. Perché hanno sbagliato?
L'errore fu che, e potete tornare indietro a leggere
la letteratura sull'argomento, potete vederlo ripetutamente,
pensano che se si accetta l'irriducibile esistenza
della coscienza, si rinuncia alla scienza.
Si rinuncia a 300 anni di progresso umano
e speranza umana e tutto il resto.
Il messaggio che voglio lasciarvi é che
la coscienza deve essere accettata
come un puro fenomeno biologico,
materia di analisi scientifica
come qualsiasi altro fenomeno biologico
o il resto della scienza.
Grazie mille.
(Applausi)