La durata media della vita di un americano è di 80 anni.
E un ottantenne di oggi aveva 10 anni quando la Seconda Guerra Mondiale si concluse,
4 anni quando ebbe inizio.
Un soldato che vi avesse preso parte oggi sarebbe sulla soglia dei 90 anni.
Generali
Leader politici
I decision makers della guerra
Pochi di essi sono ancora tra noi
E negli ultimi decenni abbiamo visto autori e filmakers
affrettarsi per catturare storie dai sopravvissuti
prima che questa connessione della memoria sia persa per sempre.
Questo progetto non ha come oggetto storie di guerra di singoli individui
e non riguarda i sopravvissuti.
Andremo a sommare le decine di milioni di persone
le cui vite furono interrotte dalla guerra
per vedere come questi numeri si vanno ad aggiungere
a quelli di altre guerre della sotria
inclusi quelli dei conflitti recenti.
Conteremo i militari e i civili separatamente
ognuna delle sagome rappresenta 1000 persone decedute,
civili di ogni genere,
militari quasi esclusivamente uomini,
di età media 23 anni.
Nella gran parte delle battaglie, ogni 1000 soldati uccisi,
ce ne furono più di 1000 feriti.
La parola "perdita" può essere fuorviante
perché nel linguaggio militare
include spesso sia la morte che le lesioni
e qualunque altro evento che porti il soldato fuori servizio.
Qui conteremo solo le morti
ed inizieremo con i soldati americani.
Ne morirono più di 400 mila
La gran parte dei quali in Europa
mentre combattevano i Nazisti
e circa un quarto nel Pacifico
mentre combattevano i Giapponesi.
Se si mettono sulla linea del tempo
si vede che le perdite furono più pesanti alla fine della guerra.
Il conflitto iniziò il 1° settembre 1939
ma gli USA non entrarono in guerra
fino a Pearl Harbor, due anni dopo.
Le morti ebbero un drastico aumento nel D-Day
quando gli alleati invasero la Normandia.
Uno dei momenti più tragici della guerra
fu il D-Day a Omaha Beach
dove 2500 Americani caddero.
In quel singolo attacco sulla spiaggia
morirono lo stesso numero di soldati USA
di tutti i 13 anni del recente conflitto in Afghanistan.
La battaglia più sanguinosa nel Pacifico
fu Onkinawa
che durò 82 giorni
durante i quali morirono 12500 Americani,
circa 5000 dei quali in mare
in seguito ad attacchi kamikaze.
Ora passiamo agli altri Paesi,
iniziando dall'Europa.
(Rumore di soldati in marcia)
La Germania diede inizio alla Seconda Guerra Mondiale
quando invase la Polonia.
La Polonia perse alla fine 200 mila soldati in guerra,
molti dei quali dopo l'invasione,
mentre il Paese era occupato dalla Germania
e dall'Unione Sovietica.
La Germania perse solo 16000 soldati nell'invasione della Polonia.
I Nazisti continuarono ad invadere altri Paesi,
inclusi la Danimarca,
il Belgio,
i Paesi Bassi,
la Francia,
la Grecia
e la Jugoslavia.
La Francia si arrese
ma solo dopo aver perso 92000 soldati nella battaglia di Francia.
In totale morirono più di 200000 soldati francesi,
compresi quelli deceduti nei campi di prigionia,
nelle colonie francesi
e in altri combattimenti.
La Jugoslavia subì quasi mezzo milione di perdite tra i militari.
All'inizio l'invasione causò relativamente poche perdite per entrambe le parti
ma le morti aumentarono durante l'occupazione nazista
a causa della guerriglia, di conflitti civili ed esecuzioni di massa.
Le invasioni naziste furono rapide con relativamente poche perdite per i tedeschi.
Gli stessi comandanti nazisti espressero sorpresa di fronte al proprio successo.
Infine passiamo al Regno Unito e agli Stati Uniti
che non furono invasi ma si impegnarono nella guerra contro i Nazisti.
La Gran Bretagna perse all'incirca lo stesso numero di soldati degli USA,
inclusi quelli delle colonie britanniche.
La Germania perse circa mezzo milione di soldati
combattendo gli USA e la Gran Bretagna
sul Fronte Occidentale,
in Francia e Belgio.
Ma la maggior parte dei soldati nazisti morì sul Fronte Orientale
durante il fallito tentativo di invasione dell'Unione Sovietica.
I numeri sono scioccanti:
la più famosa battaglia sul Fronte Orientale
e forse il punto di svolta della guerra in Europa fu Stalingrado.
La Sesta Armata tedesca prese Stalingrado
ma fu poi circondata dai Sovietici
e tagliata fuori dai rifornimenti di cibo e munizioni.
Alla fine, mezzo milione di Nazisti morirono a Stalingrado,
altri 100.000 furono fatti prigionieri,
dei quali solo 6.000 avrebbero fatto ritorno a casa.
I campi di prigionia ebbero tassi di sopravvivenza bassi per tutta la guerra
in particolare ad est.
Se si considerano anche i campi di prigionia,
a Stalingrado morirono circa lo stesso numero di Tedeschi
di tutti quelli morti sul Fronte Occidentale combattendo Francia, Gran Bretagna e USA.
E nonostante Stalingrado sia stata una vittoria per i Sovietici,
essi subirono quasi il doppio delle perdite dei Tedeschi.