(Applausi)
Quello che ho da dirvi oggi
è importante.
Tutti dovrebbero saperlo
e il fatto che pochissime persone
ne siano a conoscenza,
fa sì che ogni anno, solo
nell'area di lingua tedesca,
le aziende buttino via
miliardi inutilmente.
Come? Potete vederlo qui,
lo fanno in questo modo.
"Allora? Come sta procedendo
il trasferimento nel suo ufficio?"
Le aziende non sanno come
gestire cambiamenti,
che in molti casi sono urgenti e
necessari,
e non fanno altro che produrre,
ostruzionismo da parte dei dipendenti,
grazie a una politica sbagliata
e a una gestione non corretta.
I manager, d'altra parte, non sanno
come comportarsi
e l'unica cosa che
viene loro in mente
è mettere sotto pressione i dipendenti.
Questi, a loro volta,
la vedono così:
"Per quanto riguarda la ristrutturazione,
mio caro Plaumann...
Sento che c'è un tantino di resistenza da
parte sua! ...Da questa parte, prego, a sinistra..."
Spesso anche nella nostra vita privata desideriamo
fare dei cambiamenti, senza però riuscirci.
Ci piacerebbe dimagrire, fare più sport,
fare una vita più sana,
o qualunque altro proposito,
ma poi non riusciamo a metterlo in pratica.
E la domanda è: perché?
Il motivo è sempre lo stesso,
viviamo la nostra vita in modo non ottimale
e, nei casi più banali, va a finire
più o meno così:
"E a parte il fatto che lei non
ha mai mancato di partecipare a un meeting...
C'è qualcos'altro nel passato
a cui guarda con orgoglio?..."
Il mio tema oggi è
"Change", "Leadership",
ossia, come gestire i cambiamenti nella vostra vita
in modo ottimale dal punto di vista neurale
e vorrei illustrarvi sia come potete
riuscirci voi nella vita privata,
sia come possono
farlo le aziende con i loro dipendenti.
Come prima cosa
diamo un'occhiata a
come funziona il nostro cervello.
Quando vi trovate in una fase di cambiamento,
quale parte del vostro cervello vi guida?
Facciamo un esempio semplice:
Siete aumentati un po' troppo di
peso e volete dimagrire.
La vostra mente vi dice anche come
farlo nel migliore dei modi.
Vi propone una soluzione che consiste
nel non mangiare più nulla dopo le 20.
Voi vi attenete rigidamente a questo proposito
giusto per 48 ore,
poi verso le 10 di sera, vi ritrovate
a un tratto davanti al frigorifero,
con la mano destra sulla maniglia.
A questo punto arriva la mente che dice:
"Senti un po', eravamo d'accordo
che non si mangiava più dopo le 20,
se adesso mangi, non è una cosa
buona per te perché blablabla"
Mentre la vostra ragione sproloquia,
la mano destra ha già aperto il frigo,
la mano sinistra ha afferrato
l'oggetto del desiderio
il quale, senza alcuna resistenza,
arriva nel vostro stomaco.
Possiamo quindi affermare
che, in questa situazione, non è stata
la vostra mente a prendere la decisione
perché era apertamente contraria.
È stata un'altra parte del vostro cervello a farlo.
Ora succede una cosa interessante.
La vostra ragione
ora dovrebbe ammettere
che in questa situazione non
ha nulla da dire.
Ma non vuole.
La nostra mente è fatta in modo tale
da voler sempre avere ragione,
quindi fa qualcosa d'ingegnoso:
Proprio all'ultimo minuto,
produce un pensiero razionale,
che suona, ad esempio, così:
"Ok, oggi però è stata
proprio una giornataccia,
questa piccola ricompensa
te la sei davvero meritata."
E noi, col senno di poi,
crediamo
di aver preso una decisione
razionale. Ma non è così.
La domanda successiva è: chi prende
queste decisioni per voi?
La risposta è:
questa decisione viene presa
dal sistema limbico,
o per meglio dire, dalla parte mediale
del sistema limbico.
Questo è il luogo in cui vengono
generate le emozioni
e il sistema limbico mediale siede direttamente
al pannello di controllo del nostro comportamento,
dove alza e abbassa leve
e preme pulsanti.
La mente si trova al di fuori, può solo
fare raccomandazioni via radio
ma non ha la possibilità
di premere alcun tasto.
Vorrei chiarirvi questo
punto con un esempio:
Faccio riferimento a un dato statistico.
Ogni 3 secondi, un bambino
sotto i 5 anni muore
a causa di acqua contaminata
o di una malattia facilmente curabile.
Che effetto vi fa?
Avvertite il bisogno di
ribellarvi immediatamente?
Avete la volontà di cambiare qualcosa
in questo mondo?
Andrete a fare una donazione stasera stessa?
La risposta è no.
Come mai? Perché mi sono rivolto
alla vostra mente
e la mente non ha alcuna possibilità di mettere
realmente in atto un comportamento.
Ora vorrei raccontarvi
una breve storia
che arriverà direttamente
al vostro sistema limbico.
È la storia di Axel.
Axel è un membro del THW
[Agenzia federale di volontari per il soccorso tecnico].
Compie regolarmente missioni all'estero
e una volta si trovava in Africa,
avete appena visto le immagini
di come appaiono quei luoghi,
nella periferia di una grande città
che può essere senz'altro definita
una baraccopoli.
Il suo compito era preparare
acqua potabile, con l'aiuto dei suoi colleghi.
Appena arrivati col camion,
che una donna venne correndo verso di lui,
sembrava disperata e
si rivolgeva a lui.
Il traduttore gli disse
cosa stava dicendo.
"Questa donna ha qualcuno a casa che
è molto malato e le chiede di aiutarlo."
Nello stesso momento
il traduttore disse:
"Non vada con lei in nessun caso,
noi possiamo garantirle
sicurezza solo in quest'area.
Se decide di andare,
può venire aggredito,
o anche essere rapito,
è già successo."
Lui ci pensa. Sa che può essere d'aiuto.
Ha una formazione da paramedico
e, osservando questa donna,
crede di vedere una reale
disperazione sul suo volto
quindi decide di andare con lei.
E la donna corre davanti a lui, passano
per viottoli sempre più stretti
vanno a destra, poi a sinistra,
ancora sinistra, destra, destra,
alla fine lui perde l'orientamento,
sa che non può più ritrovare
la strada del ritorno da solo
e l'ansia si fa strada nei suoi pensieri.
Finalmente sbucano davanti
a una casupola fatta di rottami.
Davanti è appeso un vecchio panno bisunto.
La donna tira il panno da un lato
e dietro appare una buia apertura.
Lei gli fa capire a gesti di strisciare
dentro l'apertura
intanto lui riflette, nella testa gli esplodono
fantasie senza freno, pensa:
"Se entro là dentro, qualcuno mi
colpisce in testa con una sbarra di ferro",
e ancora: "Rivedrò mai la mia famiglia?"
Ma lottando contro il panico che
cresce in lui, s'inginocchia
e striscia all'interno di
questa buia entrata.
Ed ecco cosa succede:
i suoi occhi impiegano molto tempo
per adattarsi all'oscurità,
quindi scopre
che per terra giace un corpo nudo.
È un corpo tutto pelle e ossa.
Gli occhi stanno in cavità profonde,
sono infossati.
Tasta il corpo, sente il polso
e sa che deve fare subito qualcosa
se vuole salvare questa vita.
La persona sul pavimento
è un bambino africano di 3 anni.
Lui lo prende nelle sue forti
braccia e striscia verso l'uscita,
dove la madre lo aspetta,
entrambi ripercorrono insieme tutta la
strada, verso la zona di sicurezza.
Lui sa che una volta arrivati lì,
il bambino potrà essere salvato,
i suoi colleghi portano il kit di pronto soccorso
o quello che riescono a trovare,
farmaci, acqua e via dicendo,
stendono una coperta,
lui vi adagia con cautela il bambino
e, nel momento in cui lo fa,
capisce
che il bambino è morto.
È morto di dissenteria
per aver bevuto acqua contaminata.
E pensare che un paio di pillole
avrebbero potuto salvargli la vita.
Ogni 3 secondi muore un bambino
sotto i 5 anni
a causa dell'acqua contaminata
o di qualche malattia facilmente curabile.
Quello che vi ho appena detto
è in realtà un dato statistico.
È una triste realtà.
Vorrei però tornare al
tema della conferenza.
Avete fatto caso a ciò che è successo adesso?
Suppongo che abbiate il desiderio,
se siete persone normalmente socializzate,
ora avete il desiderio
di cambiare qualcosa,
in voi si manifesta un sentimento:
"Non bisogna permettere che ciò accada!"
e forse pensate addirittura a cosa
potreste fare ora per evitarlo.
Lo avete davanti agli occhi: questo
è l'effetto del sistema limbico.
Adesso ho fatto appello, mi sono rivolto alle
vostre emozioni e cosa è successo?
La centrale di controllo
ha generato un impulso ad agire da parte vostra.
Si tratta di qualcosa che le aziende
oggi non hanno ancora capito.
Quando le aziende devono
effettuare dei cambiamenti,
si tratta spesso
di cambiamenti molto spiacevoli.
Si tratta di riduzioni di personale,
abbattimento di costi,
tutte cose niente affatto divertenti
per le persone
e cosa fanno i manager?
Loro discutono tutto il tempo,
stanno ad argomentare
cercando di convincere
le persone in modo razionale,
del perché tutto ciò abbia un senso,
adducono giustificazioni
e i dipendenti le capiscono pure,
non è questo il punto,
ma non agiscono.
Perché?
Perché il loro sistema limbico,
le loro emozioni, non sono stati toccati.
In altre parole, le aziende e
i manager devono imparare
a rivolgersi alle
emozioni dei dipendenti.
È necessario destare
preoccupazione nella gente,
in modo che si verifichi un impulso all'azione.
La questione è: come si fa?
Vi faccio due esempi,
uno l'ho appena citato,
è parlare
servendosi di immagini emotive,
o in genere di analogie, metafore, ecc.
Qualcuno è riuscito a metterlo in pratica,
ma sono pochi i manager che ci riescono.
Molti dicono che non c'è posto
per le emozioni nei luoghi di lavoro,
questo è quello che
abbiamo appena letto, bullshit [balle].
Uno che riusciva molto bene
in questo era Winston Churchill.
Del 1940 è il suo famoso discorso:
"Blood, Sweat and Tears"
[Sangue, sudore e lacrime],
nel quale disse la verità
al popolo d'Inghilterra,
ma con un discorso di
tipo emotivo. Disse:
"Non ho niente da offrirvi se
non sangue, sudore e lacrime,
ma noi dobbiamo ribellarci
per annientare questa mostruosa tirannia
che non ha eguali
nella storia dell'umanità."
E riuscì a mobilitare un'intera nazione
con un discorso emotivo.
Questo è ciò che i manager devono imparare.
Okay, nessuno di loro
diventerà un piccolo Churchill,
ma i manager devono imparare
a parlare un nuovo linguaggio,
oltre al linguaggio della ragione
anche quello delle emozioni.
Vi farò un secondo esempio.
I manager, e per inciso anche i genitori,
quando vogliono fare qualcosa,
quando vogliono cambiare qualcosa,
devono dare l'esempio per primi.
Questo vuol dire che, se si tratta
di risparmiare sui costi,
devono cominciare
prima di tutto da se stessi.
Quindi se si decide che non si viaggia più
in Business Class, ma in Economy,
allora il primo a farlo dev'essere proprio il capo.
Questa è la cosa più importante.
E se il capo si può permettere
di ordinare una nuova auto aziendale
perché sono già passati due anni,
allora non dovrebbe ordinare una Audi A6
completamente equipaggiata,
e neanche un'Audi A4,
ma una Golf con equipaggiamento di serie.
Quando questo succede, allora scatta
la preoccupazione tra i dipendenti
che pensano: "Gente, se il nostro capo
risparmia tanto su di sé,
la cosa dev'essere veramente seria,
allora dobbiamo risparmiare anche noi."
In verità nella maggior parte delle aziende
le cose vanno diversamente, più o meno così:
"Questa come la giustifica, capo?
Risparmio! Risparmio! Ma questa non è
una macchina aziendale nuova di zecca?"
"Ma per favore! Non ho mai usato né il
riscaldamento dei sedili né l'aria condizionata!!"
Quindi, si deve trattare qualcos'altro,
dunque, bisogna preoccuparsi.
Voi stessi vi siete preoccupati
spesso nella vostra vita.
Quando avete letto qualcosa che riguardava
una corretta alimentazione,
vi siete resi conto
che non vi nutrivate in modo sano,
quindi avete anche cominciato a cucinare
in modo diverso per tre giorni o giù di lì,
ma alla fine siete tornati
alle vostre vecchie abitudini.
Perché va così?
Perché abbiamo tante difficoltà
a cambiare nel privato?
Lo potete vedere qui, nella diapositiva
successiva, questo è il problema:
"Se non mi vuole più vedere, lei
deve cambiare le sue abitudini!!"
"Dottore"...Questo sarà
l'inizio di una lunga relazione."
Noi esseri umani siamo
fatti di abitudini.
L'intera routine quotidiana,
come viviamo, è fatta di abitudini
anche quando non ne
siamo consapevoli.
Osservate per esempio
quando ci si alza al mattino,
ognuno fa certe determinate cose
e le fa in un certo modo.
Ma se ora vi dicessi che
per cambiare queste abitudini,
da domani, tutte le mattine dovete fare una corsa,
poi mangiare della frutta fresca,
e quindi farvi una doccia fredda.
Cosa ne pensereste?
Ora vi rendete conto di cosa voglia dire
cambiare abitudini.
C'è uno studio interessante,
anzi anche più di uno,
ce ne sono stati molti altri nel frattempo,
le persone che hanno avuto un infarto
cardiaco o un colpo apoplettico
una volta sopravvissute all'evento,
si sentivano sempre dire dal medico,
"Mi ascolti, lei deve cambiare
il suo modo di vivere.
Da oggi lei deve
fare una vita più sana,
deve fare del moto,
fare in modo di stressarsi di meno.
Se non lo fa, ci
vediamo di nuovo qui fra tre anni,
se sarà fortunato,
perché, statistiche alla mano,
quando avrà il prossimo attacco,
se le cose non vanno per il verso giusto,
può darsi che lei non potrà più lavorare o
addirittura finirà su una sedia a rotelle
oppure direttamente in una bara".
Cosa ne pensate?
Quante persone pensate che cambino vita
quando si sentono dire dal medico queste parole?
"Datti una regolata o fra tre anni
andrai all'altro mondo!"
Il risultato degli studi è sempre lo stesso,
è una cifra incredibile,
il 90% delle persone non cambia.
Solo una su 10 riesce a cambiare
il proprio stile di vita e a salvarsi.
Gli altri vivono un altro po',
ma di solito non molto a lungo.
Ora, però, c'è un
medico americano,
si chiama Dean Ornish,
che ha condotto un esperimento con 200 pazienti
in procinto di subire
un intervento chirurgico importante al cuore.
Questi pazienti non si sono fatti operare,
ma hanno seguito insieme a lui
un programma
durato un anno.
Trascorso l'anno, sono stati
lasciati completamente a se stessi
e, dopo altri due anni, sono stati
ricontattati per controllare
i valori delle analisi e il loro stile di vita.
La cosa affascinante è che 7 persone su 10
avevano cambiato vita in modo così radicale
che i loro valori erano tornati quasi alla normalità
e potevano essere definiti in buona salute.
La domanda è: che cosa ha fatto Dean Ornish
per far sì che, non una su 10,
ma 7 persone su 10 cambiassero
profondamente le loro abitudini
e che tipo di lezione possiamo trarne noialtri?
Non ha fatto altro che
allenarsi insieme a queste persone,
mettendo in pratica con loro
i nuovi comportamenti
fino a quando questi si sono
ben impressi nella loro memoria procedurale,
cioè nella memoria completamente automatica,
quella che ci rende capaci di guidare l'auto
e parlare al telefono contemporaneamente.
Lui li ha semplicemente addestrati
a nuove abitudini
per un lungo periodo di tempo, un anno,
ma, e questa è la cosa più
importante, lo ha fatto in modo
da coinvolgere
il sistema limbico dei soggetti.
Ha creato in loro un senso
di realizzazione
che rendeva piacevole
il cambiamento.
Cosa significa questo per voi,
nel momento in cui volete cambiare la vostra vita?
Vuol dire che dovete imparare
a trovare nuove strategie.
Noi esseri umani usiamo
pessime strategie
per cambiare noi stessi.
Supponiamo che qualcuno voglia
mangiare meno carne e più verdure.
Cosa fa la maggior parte di noi?
Compra un libro di cucina,
trascrive la ricetta
e va al supermercato.
Dove non trova niente!
Dov'è il cumino?
Dov'è il bulgur?
Dopo 45 minuti stanno gironzolando
ancora nel supermercato
senza aver ancora completato
la lista, cosa alquanto deprimente.
Quindi tornano a casa,
ma non riescono a tenere a
mente questa stupida ricetta,
devono rileggerla otto volte
mentre cucinano
e alla fine, quando è pronta, non sembra
affatto la stessa ricetta del libro.
Il sapore,
nel migliore dei casi, è neutro.
Il più delle volte, diverso.
Provate a fare questo per 3 giorni di seguito,
e vi dico io cosa succede.
Succede che il vostro sistema limbico
tira il freno d'emergenza.
La prossima volta
che andate al supermercato,
se la vostra mano afferra del tutto
automaticamente una cotoletta,
la vostra ragione,
questo ora lo sapete bene,
vi fornirà una valida giustificazione.
Questo vuol dire che, se volete realizzare
un cambiamento nella vostra vita,
potete farlo lasciandovi guidare
dal vostro sistema limbico.
Se per esempio volete imparare
a mangiare in modo più salutare,
provate a vedere
se, almeno una volta al mese, riuscite a
scegliere una nuova ricetta e a cucinarla.
Se riuscite a farlo per 12 mesi,
avrete già avuto la possibilità
di cucinare in modo salutare per quasi 2 settimane.
La maggior parte delle persone sopravvaluta
ciò che può realizzare nel breve termine
e sottovaluta ciò che può
realizzare nel lungo termine.
È molto più probabile
che il sistema limbico vi guidi
quando volete realizzare qualcosa
nel lungo termine e lentamente,
che non quando volete fare
qualcosa in modo veloce ed intenso
perché funziona come un
elastico che vi riporta indietro.
Quando volete fare qualcosa in
modo lento e passo per passo,
l'elastico delle abitudini si logora
e prima o poi si lacera.
Qual è l'insegnamento che avete ricevuto
oggi in questa sala?
Primo: Noi esseri umani
siamo esseri emotivi,
decidiamo in modo emotivo e la
ragione ha solo un ruolo di consigliere.
Secondo: Le aziende devono imparare
a parlare un nuovo linguaggio.
Non solo il linguaggio della ragione,
ma anche quello delle emozioni.
Voi, come anche i manager d'azienda,
dovete imparare
non solo ad accettare in
qualche modo le emozioni,
ma anche a gestirle
e, ad un passo successivo,
a produrre in modo consapevole.
E terzo: Se volete
cambiare la vostra vita,
cercate una strategia intelligente,
che richiami il vostro sistema
limbico con emozioni positive.
E l'impossibile diventerà possibile.
Grazie mille.
(Applausi)