(Applausi)
Grazie.
Questa scultura di Sophie Ryder,
nella città di Salisbury,
ha dovuto essere rimossa
perché la gente,
occupata a guardare il telefonino,
continuava a sbatterci contro.
(Risate)
Vi capita di messaggiare, telefonare,
controllare facebook
o magari cacciate un Pockemon
mentre camminate,
Chi lo fa?
(Risate)
Quante di queste volte
dovete veramente essere connessi?
Noi controlliamo i nostri dispositivi
circa 221 volte al giorno
secondo la Telemac,
o ogni 4,4 minuti
del tempo in cui non dormiamo.
Cosa sta succedendo?
Viviamo in un'economia
basata sulla distrazione.
Più pagine scorri su internet,
più pubblicità
un'azienda on line può mostrarti
e quindi più soldi può fare.
La misura del successo è basata su quanto
tempo si passa usando quell'applicazione
o si rimane in quel sito,
non su quanto si è produttivi
o concentrati.
Due anni fa,
circa in questo periodo,
ho deciso di rinunciare allo smartphone.
L'ho sostituito con un telefono
molto semplice senza internet.
A quel tempo
lavoravo come dirigente
in un'industria di marketing digitale,
il che significa che ero connessa
24 ore 7 giorni la settimana.
Dormivo con il telefono,
continuavo a controllarlo continuamente
e lo sentivo persino vibrare in tasca
anche quando non avevo tasche.
Rinunciare allo smartphone
è stata una delle decisioni migliori
che io abbia mai preso.
Oggi voglio condividere con voi
le cose più importanti che ho imparato
dal viaggio che ho fatto
per riprendere il controllo
del mio tempo e della mia vita.
Ma prima di farlo,
voglio proporvi una piccola sfida:
se noi controlliamo i nostri dispositivi
ogni 4.4 minuti circa,
questo vuol dire che voi sentirete
il bisogno di controllare i vostri
tre o quattro volte
durante il mio intervento.
Vi sfido a resistere a quest'urgenza
e contare quante volte riuscirete a farlo.
Allora, lezione numero 1.
Voi siete più dipendenti
dai vostri dispositivi
di quel che pensate.
Ma avete anche più risorse
di quello che pensate.
Perché non riusciamo a stare
per cinque minuti senza dispositivi?
Uno psicologo americano,
David Greenfield, ha detto
che Internet è come una slot machine.
Non si sa mai cosa ci troverai dentro.
Questa variabile nella ricompensa
rilascia dopamina,
il neurormone del piacere
e dell'anticipazione della ricompensa.
Il problema della dopamina
è che l'eccessiva stimolazione
del cervello dovuta alla dopamina
aumenta la dipendenza.
È esattamente così che funziona la droga.
La prima volta ti senti eccitato,
ma poi devi tornare a farti una nuova dose
per avere la stessa sensazione.
I dispositivi utilizzano
gli stessi principi.
Non si sa mai che cosa aspettarsi
nella posta di un social media, giusto?
Un giorno trovi un like
e il giorno dopo 50 like.
Bam! Il rilascio di dopamina.
Ti senti benissimo!
Ma poi l'eccitazione
cala abbastanza velocemente
e tu devi tornare al tuo dispositivo
per stare bene di nuovo.
Le tecnologie sono progettate
per far si che si usino continuamente.
Ci sentiamo dipendenti
dai nostri apparecchi
anche perché abbiamo affidato loro
troppe funzioni importanti.
Vi è mai successo di andare su Google Maps
o su qualsiasi altro tipo
di mappa on line,
e cercare il percorso anche se avete già
un'idea di come arrivarci?
Questo è proprio quello che voglio dire,
prendiamo facilmente l'abitudine
di non fidarci di noi stessi.
Sapete cosa?
Ho scoperto che non è poi così facile
perdersi a Londra.
Ci sono mappe ovunque
e tutto quello che dovevo fare
era guardare la mappa una volta
prima di uscire di casa
e poi potevo chiedere
alla gente per strada.
Ho capito che avevo affidato
alla tecnologia
troppe delle mie cose importanti,
cose che mi rendevano umana,
come il mio senso dell'orientamento
e della direzione;
i miei ricordi di luoghi ed eventi,
e mi sentivo benissimo
nel riappropriarmene.
Tutto quello che volevo,
rinunciando al mio smartphone,
era avere un po' più di chiarezza in testa
e non sentirmi sopraffatta.
Inaspettatamente, ciò che ho guadagnato
è stata la sensazione
che avrei trovato la mia strada,
a tutti i costi,
sia fisicamente che metaforicamente.
E naturalmente una grande frase
per iniziare e fare nuove conoscenze:
"Scusa, non ho uno smartphone,
mi potresti aiutare?"
Lezione numero 2.
Se vuoi cambiare
le tue abitudini digitali,
non affidarti alla tua forza di volontà.
Crea invece attorno a te delle strutture
che ti aiutino a farlo.
Il nostro cervello è molto pigro.
Quando ripetiamo
continuamente un'azione,
inizia a organizzare le cellule
del nostro cervello, i neuroni,
in particolari catene,
così che sia più facile passare
le informazioni attraverso queste catene.
Questo rende il comportamento
automatico e inconscio.
E questo è esattamente
quello che fanno le notifiche.
Ti suggeriscono di tornare
al tuo dispositivo
ancora e ancora e ancora,
fino a che il tuo comportamento
diventa automatico e inconscio.
Secondo la relazione di Kahuna,
l'87% degli utilizzatori di Android
e il 48% degli utilizzatori di iOS
accettano di ricevere le notifiche
delle App sui loro dispositivi
o, in altre parole, tutte queste persone
permettono ai loro dispositivi
di decidere come si comporteranno.
Una volta che queste catene
si sono formate,
ci vogliono molto tempo
e molti sforzi per cancellarle
e affidarsi alla volontà non aiuta.
L'ho sicuramente imparato due volte.
La prima volta, quando
mi ci sono voluti cinque mesi
della decisione di eliminare
il mio smartphone,
al momento in cui l'ho fatto veramente.
E la seconda volta,
quando dopo circa un anno
che non avevo uno smartphone,
me ne hanno dato uno.
Pensavo che l'avrei tenuto
solo di riserva,
nel caso in cui
il mio laptop si fosse rotto
e avessi dovuto parlare
ai clienti su Skype.
Immediatamente,
mi sono ritrovata a usarlo sempre.
Il comportamento automatico era ancora lì.
Era incredibilmente imbarazzante,
perché a quel tempo stavo già facendo
un percorso di disintossicazione digitale.
(Risate)
Quindi parlavo bene e razzolavo male,
ma questo mi ha fatto pensare
ai veri cambiamenti
che deve affrontare la gente
che non vuole rinunciare
ai suoi apparecchi.
Così ho sviluppato quattro principi
che mi aiutano a riprendere il controllo
del mio tempo e della mia vita
e voglio condividere
questi principi con voi.
Sono questi:
gestione del tempo, gestione dello spazio,
gestione delle relazioni
e gestione di se stessi.
Questi princìpi aiutano
a stabilire i confini
che la tecnologia ha rimosso
tra il nostro lavoro e la vita privata,
o tra le nostre vite pubbliche e private.
Allora parliamone.
La gestione del tempo.
Dobbiamo rinunciare all'idea
che dobbiamo essere
connessi o rintracciabili
24 ore 7 giorni la settimana.
Naturalmente, i programmatori
proveranno a convincervi
che tutto è importantissimo.
La verità è che poche cose lo sono.
Ricordatevi cosa abbiamo detto prima.
È la vostra attenzione
la cosa che scarseggia
nell'era informatica.
È un po' come il cibo:
potete avere tutto il cibo che volete
nel vostro frigorifero
ma non significa che dovete
sempre mangiarlo tutto.
Il mio suggerimento migliore
è disabilitare tutte le notifiche;
usate la funzione per ritardare
la notifica delle mail
per evitare di essere
distratti dal loro arrivo
e usate il blocco delle App
per essere sicuri di accedere a certi siti
solo in determinati momenti
e di non essere distratti
da loro in altri momenti.
In questo modo, siete responsabili
di dove ottenete le informazioni
invece di essere guidato dalla tecnologia.
Per esempio, Eric Schmidt,
presidente del consiglio
di amministrazione della Alphabet,
la compagnia di Google,
spegne tutti e due i suoi smartphone
la maggior parte delle sere a cena.
Credetemi, lui è un tizio molto
più impegnato della maggior parte di noi.
Inoltre, non fare molti lavori on line
contemporaneamente.
Non spostatevi da una schermata a un'altra
o da un dispositivo a un altro.
Un esperimento a Stanford prova
che più si lavora in multi-task
peggio lo si fa.
Il nostro cervello disimpara a farlo.
È ancora probabile che vi distraiate,
ma potete pianificarlo.
Includete cinque minuti
di distrazione programmata ogni tanto
nel vostro lavoro di routine,
ma solo dopo aver fatto un pezzo
del lavoro e solo come ricompensa.
In questo modo,
si riprende il controllo
sul proprio tempo.
La gestione dello spazio
ha a che fare con dove
volete avere i vostri contatti
e dove volete fare silenzio.
Avete mai pensato
perché le aree più costose in città
sono di solito quelle più tranquille?
Perché, nell'area business
di un aeroporto,
non c'è quasi nessun rumore
o musica o pubblicità?
Perché il silenzio è valutato così tanto?
Perché è solo nel silenzio
che il nostro cervello
ha l'opportunità
di processare le informazioni
che continuiamo a immagazzinare.
Non possiamo prendere
delle buone decisioni consce
o essere creativi se siamo sopraffatti.
Siamo sempre sopraffatti
quando siamo on line
perché il nostro cervello
non è bravo nel multitasking.
Non portate i dispositivi
nei posti dove processate
le informazioni, dove vi riposate.
Questo include la vostra camera da letto,
il vostro bagno
e la tavola dove pranzate.
Se tenete il telefono accanto al letto,
mettete il cervello in allarme,
come mostra una ricerca
della scuola medica di Harvard.
Sarete naturalmente tentati di controllare
come prima cosa la mattina.
È come tenere un biscotto al cioccolato
accanto al letto,
ovvio che lo mangerete!
Allora, prendetevi una sveglia.
Il vostro apparecchio è solo un attrezzo,
non è parte di voi.
Vi potete portare dietro
una sega o un martello
ma non li portate
n camera da letto, spero!
Come tutti gli attrezzi,
devono avere il loro posto.
Per esempio, io provo
a non portarmi dietro i miei dispositivi
e li tengo fuori dalla vista
quando non li uso.
In questo modo, mi sento
meno tentata di controllarli.
Gestione delle relazioni.
Quando lavoravo ancora
per un'agenzia pubblicitaria,
avevamo un cliente
che continuava a mandarci
centinaia di mail al giorno
per essere sicuro che noi
stessimo procedendo con il suo progetto.
In effetti, erano la sue mail
che non ci facevano procedere
con il suo lavoro,
perché tutto quello che facevamo
era leggere e rispondere.
Così abbiamo costruito un pannello
che ci permetteva
di mostrare al cliente i progressi
che facevamo in tempo reale
senza qualsiasi coinvolgimento.
Ci è voluta circa un'ora per farlo
e nel giro di una settimana
il numero delle mail è diminuito
così considerevolmente
che siamo riusciti finalmente
a fare il lavoro.
Non abbiamo ancora delle regole digitali
su come la gente dovrebbe contattarvi,
così potete ricevere
un messaggio importante
sia via WhatsApp, o Sype,
o con una mail, scegliete voi.
La morale è che voi dovete
gestire le aspettative della gente
su come loro vi possono contattare.
Per esempio,
prima di incontrare qualcuno,
chiedevo di mandarmi un messaggio
se ci fossero stati dei cambiamenti
perché non ho internet sul mio telefono.
E funziona molto bene.
Comunque, cosa fate
se lavorate per un'azienda
se si aspetta che siate connessi
e pronti 24 ore 7 giorni la settimana?
Per primissima cosa,
smettete di aumentare questa confusione
mandando mail a tutti per conoscenza.
Se volete ricevere meno mail,
mandatene meno.
Secondo, potreste citare delle statistiche
ai vostri capi e ai vostri colleghi.
Per esempio, uno studio
della Harvard Business School
diceva che i consulenti
riconoscevano il fatto che i lavoratori
che avevano del tempo libero
previsto nella settimana,
lavoravano molto meglio
ed erano molto più produttivi
di quelli che non l'avevano.
O si può nominare
l'esempio di alcune compagnie;
per esempio, una delle prime
multinazionali britanniche
ha recentemente introdotto il divieto
di inviare mail per due ore la settimana
per tutti i dirigenti
nell'interesse della produttività.
O l'esempio di un imprenditore tedesco che
non permette di mandare o ricevere mail
30 minuti dopo che gli impiegati
hanno finito di lavorare.
Se questo non aiuta,
potete provare ad andare
in un paese diverso
come la Francia o il Brasile
dove adesso hanno e cosiddette leggi
sul diritto di disconnettersi
che, tra le altre cose,
regolano se la persona ha il diritto
di non leggere le mail di lavoro
dopo la fine del lavoro.
La gestione di se stessi
è l'ultima pietra angolare
per cambiare il vostro
comportamento digitale,
e la parte più difficile,
perché non aiuta, non funziona,
se vi proibite di andare on line.
perché il cervello ha ancora bisogno
dell'eccitazione da dopamina.
Dovete pensare piuttosto
da dove potete prendere questa dopamina?
Cosa farete con tutto questo tempo libero
improvvisamente disponibile?
Qui è dove voglio condividere con voi
le ultime cose che ho imparato
e perché penso di non essere riuscita
per così tanto tempo
ad abbandonare il mio smartphone.
Semplicemente, non volevo
gestire i miei problemi.
Quando non avete
niente che vi distragga,
allora dovrete iniziare a gestire
le cose da cui state scappando.
Spesso non andiamo
on line perché dobbiamo,
ma perché abbiamo
un impulso interno a farlo.
Forse vogliamo sentirci importanti
o forse siamo depressi.
Uno studio dell'Università del Missouri
della Scienza e della Tecnologia
dice esattamente questo:
che la gente che passa molto tempo on line
tende a essere depressa.
La prossima volta che sentite l'urgenza
di controllare il vostro dispositivo,
domandatevi: cosa mi spinge
veramente a farlo?
C'è qualcosa che sto cercando
di evitare di sentire o pensare?
Una volta che avrete una vita
e una fonte naturale di dopamina,
non avrete bisogno di nulla
per distrarvi da voi stessi.
Grazie.
(Applausi)