JOHN AKOMFRAH
DIALOGHI CON IL RUMORE
Quando ho iniziato la gente mi diceva:
"Ehi amico, usi troppi suoni,
troppa musica, non è un po' volgare?"
E io dicevo: "Si, certo!"
Mi piace il suo essere volgare.
È questo il punto.
"QUATTRO NOTTURNI" (2019)
Il nuovo viene alla luce attraverso
questa potente forma di volgarità.
Per cui non ho problemi con la volgarità.
"IL DIALOGO INCOMPIUTO" (2012)
Questo è un punto importante.
Penso che uno di questi due ragazzi
abbia una GoPro.
- Sulla giacca.
- Esatto.
Capito
L'immagine può essere anche poco chiara,
ma avrà qualche suono.
- L'ho già vista.
Esatto, una cosa del genere.
- È molto vicino al punto di prima.
- Sì.
Mi interesso anche solo
al dialogo tra il rumore.
Non solo tra la musica, ma tra il rumore.
I modi in cui il rumore suggerisce
la direzione delle immagini.
"MNEMOSYNE" (2010)
"PRECARIETÀ" (2017)
Una cosa che ho imparato sin da subito
è il suono ha dei modi
per conoscere il mondo
che sono importanti quanto gli altri modi.
Da bambino nero che cresce in questo paese
finisci in uno di questi locali
dove suonano la dub.
E dopo due ore
sarete tu e un gruppo di persone
e vi scoprirete letteralmente
l'un l'altro.
Quella musica sigillerà
i vostri riconoscimenti.
Non c'è dialogo.
Non si tratta affatto
di quello che vi dicete.
Ma sono anche
molto interessato alle possibilità
redentive che la musica offre.
"IL DIALOGO INCOMPIUTO" (2012)
Il mio primo o secondo anno di università
mi mettevo alla finestra
quando non stavo bene
ascoltando il canale della BBC Radio 3.
All'improvviso questa musica che sento
ridimensiona letteralmente il mio mondo.
È del compositore estone Arvo Pärt.
"LE NOVE MUSE" (2010)
La musica diceva:
"Sei in questo spazio
ed è possibile occupare
questo spazio diversamente
e ti dirò come."
E lo fece.
Nel giro di 15 minuti
una nuova composizione musicale
ha cambiato il modo in cui vedevo il tempo
e di conseguenza, come io
mi posizionavo nel tempo.
Quindi presto
molta attenzione
nel suono nel quale mi imbatto
durante il mio lavoro.
Facevo parte di un gruppo
che si considerava
come una sorta di squadra
sperimentale del suono.
"L'ULTIMO ANGELO DELLA STORIA" (1995)
Utilizzavo molte musiche perché
mi piacevano le conoscenze
che implicavano
e volevo che mi dessero qualcosa da usare
per parlare di narrazioni,
racconti o storie.
"IL DIALOGO INCOMPIUTO" (2012)
Quello che è cambiato negli anni
è la varietà o il tipo di musica.
All'inizio era la "musica concreta".
"MNEMOSYNE" (2010)
Poi pezzi classici od operistici.
"TROPICOS" (2016)
E ora sempre più forme folk.
"AUTO DA FÉ" (2016)
Cambiano le forme stesse
e la varietà negli usi.
Ma l'investimento nel suono
resta lo stesso di quello
per le immagini.
Questo non cambia.
"VIOLA" (2017)