Io i libri li presto, ma ovviamente la regola è: "Non lo fare, a meno che tu non voglia più rivedere quel libro". [Piccola cosa] [Grande idea] Il libro in quanto oggetto fisico è quasi come una persona. Cioè, ha un dorso e una colonna vertebrale. Ha un volto. Può anche diventare una specie di amico. I libri registrano le esperienze umane più elementari meglio di qualsiasi altro mezzo. Prima che ci fossero i libri, le civiltà antiche registravano le cose facendo degli intagli su ossa, rocce o su quello che trovavano. I primi libri come li intendiamo oggi risalgono all'antica Roma. Venivano chiamati codici ed erano composti da due pesanti pezzi di legno che facevano da copertina, e poi le pagine tra un pezzo di legno e l'altro erano cucite su un lato in modo da creare un oggetto facilmente trasportabile. Erano tutti fatti completamente a mano, e questo diventò il lavoro di colui che chiamiamo scriba. Francamente, erano beni di lusso. Poi uno stampatore di nome Johannes Gutenberg, a metà del XV secolo, creò il mezzo per produrre libri in serie, la macchina da stampa moderna. È solo da allora che si può parlare di consumo di libri da parte di un pubblico vasto. Le copertine iniziarono a essere usate agli inizi del XIX secolo e servivano a proteggere dalla polvere. Di solito erano pubblicità. Così i lettori le toglievano e le gettavano. Solo con l'avvento del XX secolo si iniziarono a vedere le sovraccoperte come oggetti interessanti in sé e per sé. Tanto che ora le guardo e penso: "Voglio leggere quel libro. Mi interessa". Il libro fisico rappresenta sia un progresso tecnologico sia un pezzo di tecnologia in sé. Ci ha fornito un'interfaccia utente nuova rispetto a ciò che esisteva prima. E si potrebbe affermare che resta il modo migliore per interfacciarsi con un pubblico. Credo che lo scopo principale di un libro fisico sia di registrare la nostra esistenza e di lasciarla sugli scaffali, nelle biblioteche, nelle case, per le generazioni a venire, perché capiscano da dove sono venute, che la gente ha già vissuto cose simili a quelle che ora affrontano loro, ed è come un dialogo che si ha con l'autore. Penso che il rapporto coi libri cartacei sia molto più umano di quello coi libri su uno schermo. La gente vuole tenerli in mano, girare le pagine, segnare l'avanzamento nella lettura. E poi c'è l'odore dei libri. L'inchiostro fresco sulla pagina o l'odore della carta che invecchia. Odori che non si trovano altrove. Il libro non può essere spento con un pulsante. È una storia che teniamo in mano e portiamo in giro con noi; ed è anche questo che rende i libri così preziosi e che, penso, li renderà preziosi per molto altro tempo ancora. Una libreria, a dirla tutta, è fatta per vivere più a lungo di voi, (Ride) chiunque voi siate.