Tre, sette, otto, due, quattro, zero, tre, sette. Hodge. 37824037 Sono stata in prigione; quella era la mia identità come detenuta federale. La prima cosa che succede quando vai in prigione è che ti sottraggono il nome, e da quel momento in poi, sei quel numero. Hodge, 37824037. Inizia il processo di disumanizzazione dell'incarcerazione di massa. Nel 2001, ero una donna d'affari. Io e la mia organizzazione fummo indagati. Andai al processo convinta che la giustizia avrebbe prevalso, invece, mi fu data una condanna di 87 mesi di prigione federale, per il reato di un'impiegata incensurata e non violenta. Inoltre, ebbi tre anni di libertà vigilata. Ora, come molti di voi, Non ero a conoscenza dell'incarcerazione di massa finché non toccò a me. Alcuni membri della famiglia erano stati in prigione, alcuni parenti lontani, e degli amici ci erano stati. Ma la prigione era qualcosa che era toccata ad altri. Mentre ero in prigione, non ero Theresa. Non ero la figlia di Irma e Charlie, non ero la sorella di Darcelle, Charlene, Tammy e Latanya. Non ero neanche la madre di Lauren. Ero Hodge 37824037. Nel 2006 fui condannata. Ebbi sei mesi per prepararmi ad andare in prigione. È divertente quando ci pensi, perché, come ti prepari davvero per andare in prigione? Lo feci, e ancora non so come feci. Mia madre, le mie quattro sorelle, mia figlia ed io, andammo in due macchine, dal Maryland arrivammo al West Virginia. Alderson Federal Prison Camp; la prima prigione federale per donne. Fu fondata nel 1927. La verità è che le prigioni sono progettate per uomini in tutto. Mentre ero nel parcheggio, avevo tre grandi preoccupazioni. La prima, temevo che non avrei mai più visto le donne che mi avevano portata lì. Dovevo affrontare sei anni in prigione, e la morte era una possibilità. Perciò avevo molta paura. La seconda cosa che mi preoccupava, sarò di nuovo adeguata? Troverò un senso alla mia vita, professionalmente e personalmente? La terza paura era per la mia sicurezza. Avevo paura. La tv mi aveva informata fino a quel punto, e ciò di cui avevo paura era la possibilità di dovermi far strada in prigione, o di poter essere stuprata. Da qualche parte in tv quella possibilità si era insediata in me. In verità, "Orange is the new black" non era ancora uscito, (Risate) Non avevo altro che mi potesse informare. Quando arrivai in prigione, scoprii qualcosa di diverso. Trovai donne fantastiche che erano anch'esse in prigione. La prigione è una specie di microcosmo di tutti gli Stati Uniti. È una combinazione di tutti, con un'eccezione: ci sono più afroamericani in prigione. Ci sono 2.3 milioni di persone nelle prigioni americane oggi. L'America ha il 5% della popolazione mondiale e 25% dei prigionieri al mondo. Il numero di donne imprigionate dal 1980 al 2011 è aumentato del 586%. Oggi, ci sono 200 000 donne in prigione e un altro milione che sono sotto qualche tipo di supervisione carceraria. Ci sono 3 milioni di bambini con una madre o forse una madre e un padre in prigione. In verità, stiamo incarcerando troppe persone per troppo tempo. Due dopo la mia condanna, ebbi una riduzione di pena, e la mia condanna fu ridotta a 70 mesi. Cioè cinque anni e 10 mesi. La buona notizia a quel tempo era che avevo già scontato più di due anni, e, mentre quando entrai la prima volta non ero certa che ce l'avrei fatta, questa volta, sapevo davvero che ci sarei arrivata. Perciò ero molto emozionata, perché avevo ancora due anni e mezzo circa da scontare quando successe questo. Quando dovevo lasciare la prigione, ero molto eccitata. Ma, in verità, avevo paura di nuovo. Stavolta non avevo paura delle donne che avevo incontrato. Quando stavo andando via, temevo ciò che sarebbe capitato a molte di loro. Molte di loro non avevano il sistema di supporto che avevo; ero preoccupata che sarebbero tornate in comunità povere, non in un sistema di supporto come il mio, ero preoccupata che molte non sarebbero riuscite a riconnettersi costruttivamente in società. Non ho mai conosciuto una donna che, stesa sulla brandina, dicesse "Non vedo l'ora di tornare in prigione". Non è vita in alcun modo. Ancora, il 70% delle persone che va in prigione, ci ritorna entro 3 anni. Non è un'accusa solo al nostro governo è un'accusa a tutti noi. Perché a fine giornata, abbiamo reso il tornare a casa troppo difficile. Vi racconto una storia. In realtà è una delle cose peggiori che mi è capitata da quando sono uscita, ma è quella cosa che mi motiva di più. Mi stavo preparando a iniziare quest'impresa con mia figlia, dovevo trovare un lavoro per pagare alcune bollette. Riuscii a mantenere le spese generali molto basse, perché ero determinata a non farmi rovinare la vita dalla prigione Sarei stata di nuovo un'imprenditrice. Una mia amica mi chiamò e disse: "Penso di aver trovato un lavoro che puoi fare mentre cerchi di iniziare l'azienda" Dissi "Ok" e mi inviò un link lo guardai e fui d'accordo; sembrava un lavoro che potevo fare. Avrei lavorato da casa, usando il mio pc e il mio internet, per fare del lavoro di amministrazione per un'organizzazione. Pagavano probabilmente un po' più del salario minimo. Quindi andai su internet e mi candidai per il lavoro. Misi il nome, indirizzo, numero di telefono, e informazioni di base. Poi, apparve la domanda, la domanda temuta da tutti noi con un arresto o condanna alle spalle. "Sei mai stato condannato per un crimine?" Feci un respiro profondo, cliccai "Sì" e poi "Invio". Lo schermo divenne nero. Apparve un messaggio. Diceva: "Qualcosa che hai risposto ti ha escluso per questo lavoro." Bene, sapevo che non era il mio nome. (Risate) Sapevo che non era il mio indirizzo, quindi era abbastanza ovvio. Si parla molto nei notiziari del "Ban the Box"; questo è un esempio reale di perché vietare la casella. È il motivo per cui quella casella deve essere tolta. Non è neanche la discussione giusta che dovremmo affrontare. Non dovremmo permettere i datori di lavoro di discriminare milioni di americani, bloccandoli all'interno di condanne ed errori che hanno commesso cinque, dieci, quindici, trent'anni fa. Non possiamo neanche discutere del diritto al lavoro finché non vietiamo quella casella. Quindi, ascoltando tutto questo, prestate attenzione. Perché le persone che escono di prigione devono poter ristabilire il loro capitale umano, così da poter essere buone madri e padri, buoni membri della comunità e prendersi cura delle loro famiglie. Quindi che possiamo fare tutti? Abbiamo tutti un ruolo. Tre cose. Primo: il linguaggio è importante. Basta usare parole come "ex-trasgressori", "ex-criminali", "condannato" quando ci riferiamo a qualcuno. Se non siete sicuri su cosa dire, dite il loro nome. Secondo: di mercoledì, prendetevi cinque minuti, leggete un articolo, informatevi sull'argomento, condividetelo sui social, parlatene a qualcuno. E terzo: se siete datori di lavoro, assumete qualcuno; dategli una seconda chance. Se siete legislatori, umanizzate questo argomento. Inserite gente, parlategli, conosceteli. Vi posso assicurare che se conoscete le persone, non sentirete la necessità di discriminarli. Ultimo: per me, affermo la mia situazione, Sposo i 14 anni in cui sono stata in conflitto con la giustizia penale. Ho incorporato quell'esperienza in ciò che sono, e oggi è ficcato bene dentro di me. È parte del mio passato. Non sono tre, sette, otto, due, quattro, zero, tre, sette. Sono Theresa Hodge. Grazie. (Applausi)