La mia prima intenzione questa mattina è che vorrei avere il coraggio di parlare di verità. Ero con il nostro Maestro quando ha parlato alla Banca Mondiale nel 2013. In quell'atrio gigante che molti di voi forse conosceranno, a Washington D.C. E il nostro Maestro ha parlato di verità con così tanto coraggio. Se potessi avere l’1% di quel coraggio stamattina, sarei molto felice. Quindi farò del mio meglio per dire la verità senza timori. Farò anche del mio meglio per parlare da un luogo di amore e di cura. Come diceva prima Christiana, penso che alcune delle questioni del nostro tempo facciano emergere in noi un’energia di rabbia e ingiustizia. E siamo tutti umani. Quindi provo anch'io le stesse cose. E penso che... parte del lavoro profondo che ognuno di noi deve fare, e nel mio caso, questa mattina, nel parlare con voi, e nel mio caso, questa mattina, nel parlare con voi, è cercare di rendere il mio amore forte almeno quanto la mia rabbia e il mio senso di ingiustizia. Quindi, spero che i miei fratelli mi aiuteranno. C'è un maestro della campana, Fratello Tien Hy, che, se dovessi appassionarmi troppo mi aiuterà con un suono di campana. Per ricordarmi di mantenere il mio cuore veramente aperto mentre parlo con voi oggi. Voglio anche condividere con gioia... A volte la nostra pratica spirituale può sembrare un’impresa davvero seria. Ma per me comprendere me stessa e il mondo, coltivare il discernimento, iniziare a vedere come potrebbe essere una Giusta Azione, è una tale fonte di gioia! È veramente una cosa meravigliosa da fare e rappresenta un eccellente uso del nostro tempo e della nostra energia. Quindi, anche se l’etica è un argomento davvero difficile, spero di riuscire ad affrontarla con gioia stamattina. E infine, con questo discorso aspiro anche profondamente a farmi da parte, e a lasciar parlare il Dharma. Nel Buddismo, quando parliamo del non sé, questa è davvero una pratica vissuta. Non penso di essere un io separato quando dico queste cose. E voglio mettere da parte ogni concetto di me e di mio, così che io possa condividere semplicemente parte della saggezza antica di 2500 anni, che ho avuto modo di imparare, e che continuo ad imparare in questa comunità. Quindi questo non è esclusivamente il mio discorso, è un discorso collettivo. Allora, con questo spirito, possiamo ascoltare tre suoni della campana. A volte siamo un po' più spediti e ne facciamo solo uno. Ma stamattina sarebbe bellissimo godersi tre suoni di campana e ascoltare la campana veramente come pratica di cambiamento sistemico Possiamo trovare la nostra libertà nel suono della campana? Possiamo toccare ciò che c'è di più sacro e prezioso nella vita? Grazie a tutti. Sapete che, nella tradizione buddista, esiste un bodhisattva del pianto? Mi chiedevo da dove venissero le mie lacrime. Ho capito che erano lacrime della Terra, e allora sgorgavano ancora più forte. Nella nostra condivisione del Dharma di ieri, qualcuno ha espresso l'intenzione di essere un buon antenato. Avevamo chiesto al nostro gruppo: "Qual è la cosa più importante per voi?" "Cos'è più importante nella vostra vita?" "A cosa volete dedicare il vostro tempo e le vostre energie?" Grazie. Vedete? Per ogni bodhisattva che piange c'è un bodhisattva con i fazzoletti. Cosa vorrebbe dire essere un buon antenato? E cosa vorrebbe dire essere un buon discendente di coloro che ci hanno preceduto? Noi siamo sulle spalle di giganti. Quelli che ci hanno preceduto nel passato recente, ma anche quelli che ci hanno preceduto molto, molto tempo fa. I saggi. I più saggi, forse. Qualcuno nel gruppo ha anche chiesto: "Qual è la concezione buddista del tempo?" E per noi, per quello che abbiamo capito, diciamo che il momento presente contiene il passato, e contiene il futuro. Le mie lacrime sono lacrime del passato e lacrime del futuro. Le nostre azioni attuali... contengono già in sé tutti i condizionamenti del passato. Il modo in cui camminiamo come se avessimo fretta. Dicono che il nostro senso di urgenza e di tempo sia arrivato con l'invenzione dell'orologio durante la rivoluzione industriale. La nostra velocità nel camminare porta con sé la storia. E quando ora possiamo fare un passo in libertà, stiamo trasformando la fretta, la corsa e l'impegno dei nostri antenati. E stiamo rendendo ancora più possibile che anche le generazioni future possano camminare in pace e libertà. Quando immaginiamo il tipo di società che tutti noi stiamo lavorando per rendere possibile in futuro, una società giusta, una società più equa, una società inclusiva, sia che vi contribuiamo come monaci o come qualcuno della squadra B o qualcuno con un ottimismo globale o il Progetto Everyone, tutte le organizzazioni qui rappresentate. Abbiamo in mente un certo tipo di società e quelle generazioni future che vogliamo rendere possibili con le nostre azioni di oggi. Vogliamo credere che un tale futuro sia possibile. Nel Buddismo crediamo che nel momento presente abbiamo un'energia e un libero arbitrio immensi, un immensa capacità per creare le premesse di quel futuro, e, in un certo senso, per creare quel futuro con questo presente. Cosa pensate che facciamo quando siamo vivi? Di cosa parliamo quando parliamo della vita, e di come la trascorriamo? In alcuni dei contesti in cui alcuni di noi potrebbero trovarsi per la maggior parte del tempo, la vita potrebbe voler dire produttività, o profitto, o innovazione, o agilità. Indicatori Chiave di Prestazione? Sembra che si dica così. Nel Buddismo, abbiamo naturalmente un concetto diverso di ciò che facciamo con il nostro tempo e la nostra energia. Se parliamo ad esempio di karma. Molti pensano a qualcosa di preciso quando sentono quella parola, ma, in realtà, è un termine tecnico che significa semplicemente 'azione', l'energia dell'azione. Tutti noi produciamo karma in ogni momento. E parliamo di tripla azione. Il nostro modo di pensare. [PENSIERO] Il nostro modo di parlare. [PAROLA] E il nostro modo di agire [AZIONE] I nostri pensieri si disperdono nel mondo e in un certo senso si propagano e ci continuano. Il motivo per cui diciamo che pensare è importante è perché stiamo coltivando quei semi nella nostra mente, nel nostro pensiero, in ogni momento. nel nostro pensiero, in ogni momento. Penso che questo valga per molti di voi, non appena avete una buona idea il processo per poi dirla e realizzarla è molto veloce. Le nostre idee sono davvero importanti, le nostre idee, i nostri valori, il nostro modo di vedere il mondo. Danno origine a ciò che diciamo, e all'azione. Infatti per noi il pensare è un tipo di azione. Al nostro Maestro piaceva citare Jean Paul Sartre. L'homme est la somme de ses actions L'uomo è la somma delle sue azioni. Per ognuno di noi, l'impronta che lasciamo nel mondo, è primariamente, esclusivamente, l’eredità del nostro pensare, parlare e agire. Il nostro modo di essere. Nella nostra vita lavorativa, potremmo finire per concentrarci così tanto sull'azione, che potrebbe essere un esercizio davvero interessante chiedersi: "Quale sarà l'eredità del mio lavoro?" "Ed è questo quello che scriveranno sulla mia lapide?" Stavo riflettendo su questi concetti quando ho cominciato a praticare al Plum Village. A quel tempo lavoravo nella redazione della BBC, nel campo dell'attualità politica, figuratevi. E avevo sentito questa frase: Di sicuro mi ammalerò, non posso sfuggire alla malattia. Di sicuro invecchierò, non posso sfuggire alla vecchiaia. Di sicuro morirò, non posso sfuggire alla morte. E sicuramente sarò separato da tutto e da tutti quelli che amo. E il quinto punto era: Solo le mie azioni, del corpo, della parola e della mente, sono il terreno su cui poggio. Le mie azioni. E lavoravo in redazione, e ho pensato: Accidenti! Ho pensato: se continuo a lavorare qui, come si riassumerà la mia vita? All'improvviso ho capito che forse sulla mia lapide avrebbero semplicemente scritto il mio nome, e qualcosa del tipo: Redattore della BBC Ed è stata una realizzazione interessante, perché, non so se qualcuno di voi ha mai lavorato alla BBC, come Redattore, ma è una posizione importante. È una specie di Santo Graal per tutti coloro che lavorano in quel campo. Ma io volevo che la mia vita fosse molto più di quello. E ho capito che, quando pensiamo ai nostri risultati professionali, a volte può essere così deludente. Forse l’ambito delle nostre azioni non è esattamente quello che pensiamo che sia. Si parla spesso di impatto. "Voglio avere un impatto". La frase preferita di Al è "scala e velocità", "velocità e scala". Velocità. Scala. Impatto. Come fai a mettere quello sulla tua lapide? Questo documento politico. Questo rapporto. Ottenere questo finanziamento. Nel Buddismo diciamo che la nostra continuazione e il nostro impatto sono molto più profondi dei fini che ci prefiggiamo. È anche il modo in cui ci arriviamo, i "mezzi". Se potessimo descrivere noi stessi come se fossimo una candela, e il nostro pensare, parlare e agire come la luce che si irradia intorno a noi. La qualità della nostra... Azione Amorevole il modo in cui pensiamo, parliamo e agiamo è anche... se pensate a una candela che irradia luce, quella luce splende anche sulla candela stessa. Quando diciamo qualcosa che non è del tutto vero, questo influenza la nostra coscienza, influenza noi stessi. Quando compiamo un'azione che non ha piena integrità e allineamento con i nostri valori personali, questo ci influenza. Forse influenza il modo in cui dormiamo la notte. Possiamo provare ansia o disperazione. Ma quando possiamo agire, parlare e pensare in un modo che sia veramente in linea con i nostri valori, allora possiamo essere coerenti con noi stessi. Ed ecco una cosa interessante. Se pensiamo che le nostre azioni principali siano quelle del nostro lavoro, potremmo non cogliere il fatto che forse il nostro esempio migliore sta nel modo in cui siamo come persone. Per esempio verso i nostri figli, o verso i nostri familiari. Come gestiamo i sentimenti di rabbia. Come gestiamo i sentimenti di ansia. Quali sono... le nostre bramosie e le nostre abitudini. In effetti, noi imprimiamo continuamente il nostro esempio sulla prossima generazione. Forse la nostra eredità più grande non è quella professionale, ma la famiglia e le persone con cui viviamo. Ma forse succede che passiate più tempo con i vostri colleghi che con i vostri figli. E quindi forse quel modello e quella trasmissione avviene realmente sul posto di lavoro. E che stiamo partecipando ad aumentare l'energia dell'impazienza. L'energia del... del "non abbastanza" Ci arriverò tra un attimo. E non trasmettiamo quello che abbiamo imparato il primo giorno, che è il potere della presenza, la qualità della presenza. Quindi forse potremmo cercare la nostra eredità nel posto sbagliato. Per quello che trasmettiamo, per il nostro seguito. Queste sono tutte belle parole buddiste. Il modo in cui continuiamo nel mondo, ciò che trasmettiamo alle persone che ci circondano. E uno dei motivi per cui questo è importante è che ha qualcosa a che fare con il cambiamento dei sistemi, di cui abbiamo sentito parlare ieri dal Fratello Spirit. Cioè, possiamo intraprendere azioni per mitigare i problemi del nostro tempo. Possiamo intraprendere azioni per alterare i nostri sistemi economici e le nostre infrastrutture. Ma alla fine, quel terzo pilastro della trasformazione, la trasformazione del sistema, saranno le persone che si troveranno in quel sistema, tra 20 anni, 50 anni, 100 anni, 150 anni. Come risponderanno quelle persone alle sfide del loro tempo? Non possiamo nemmeno prevedere tutte le sfide. Ma se potessimo stabilire un modo di essere in cui impariamo e ci prepariamo e coltiviamo, questo è ciò che trasmettiamo, è come una cassetta degli attrezzi, un kit per la vita, un sistema di supporto vitale, per le generazioni che verranno, affinché sappiano come respirare nella crisi. Affinché sappiano... come camminare in modo tale da poter godere di una foresta. Potremmo essere così impegnati a proteggere le foreste, da non riuscire a trasmettere ai nostri figli come godersi una foresta e come camminare in libertà attraverso di essa. E quello che sto cercando di dire è che, forse, ciò che è più importante, è proprio insegnare ai bambini come camminare in libertà e godersi una foresta, così che loro possano proteggere le foreste tra 50 anni o 100 anni o 150 anni. Forse, forse, è più importante questo che salvare un piccolo angolo di foresta con una campagna di sensibilizzazione ora. Si tratta di... odiamo usare metafore informatiche, ma è come il sistema operativo della coscienza collettiva. È lì che dobbiamo inserire il nostro programma di trasformazione. Come elaboriamo, come gestiamo, come creiamo e rispondiamo alla vita. È lì che è molto importante investire il nostro tempo e le nostre energie. E questo ha a che fare con l’etica. Vorrei chiedere aiuto ad un amico, e chiedere al fratello Phàp Huu di intervenire Scusate... il riferimento a "Chi vuol essere milionario". Non so come mi è venuto. Fratello Phàp Huu mi aiuterà a disegnare un cerchio. Faremo... Grazie Fratello, grazie. Quindi... Stiamo facendo del nostro meglio per tornare a noi stessi. E alcuni si sono posti la domanda: cosa significa tornare a noi stessi? Vuol dire ascoltare, ad esempio, ciò che per noi è più importante. Il primo giorno abbiamo imparato ad ascoltare il nostro respiro e il nostro corpo, e ciò che essi ci dicono. S.O.S. Sono qui. Per favore prenditi cura di me. Ti sei completamente dimenticato di me, del tuo corpo. Sono qui. Tornare a prenderci cura del nostro corpo. Tornare a prenderci cura dei nostri sentimenti. Compresi quelli più scomodi: dolore, ansia, disperazione. Gelosia, brama. È un'abilità fondamentale della vita umana. Possiamo gestire questi sentimenti? E poi, possiamo generare benessere? Possiamo sapere cosa è più importante per noi? E potremmo... negli ultimi due giorni, aver già avuto alcune nuove intuizioni su ciò che è importante per noi. E poi abbiamo avuto le derivazioni... Fratello Phàp Huu pensa che io sappia disegnare dei piccoli cerchi. Quasi. Stiamo aiutando i nostri cari. Quando lasceremo questo ritiro, non andremo ad istruire le persone che amiamo, dicendogli che devono mangiare in silenzio per cinque minuti con noi, o sedersi in meditazione con noi ogni mattina, o... camminare con noi. Ciò che dovremmo fare è aiutarli ad ascoltarsi. E con quelle pratiche di ascolto profondo, che abbiamo imparato, semplicemente il modo in cui ci presentiamo, con la nostra presenza, aiuteremo i nostri cari, i nostri colleghi, ad ascoltare se stessi. Noi siamo una sorta di testimone, un compagno, un amico. Ci presentiamo in un modo che... non è mettersi in mostra, è semplicemente essere lì per permettere loro di sentirsi a proprio agio, calmi e in grado di sentire cosa sta succedendo per loro. Thay, il nostro Maestro, ha detto... Possiamo immaginare... che la nostra famiglia diventi... può anche essere la nostra rete di amicizie, o le persone con cui viviamo, Lui li ha descritti come la nostra base di partenza. La chiamava "la base o il fondamento delle nostre operazioni". E potrebbe anche essere il vostro team di lavoro, con cui passate parecchio tempo. Il benessere di questo... "corpo", questo collettivo di esseri umani, è la base delle nostre operazioni per poi influenzare la nostra società. E potete immaginare che la società sia qui. Abbiamo parlato molto di collaborazione. So che è essenziale per tutte le organizzazioni qui rappresentate. La qualità della collaborazione, potremmo anche dire l’armonia, determinerà la qualità del nostro impatto sulla collettività. Quindi, qui abbiamo pratiche di ascolto e di parola amorevole, e risoluzione dei conflitti. Anche la pratica, a livello collettivo, dell'accogliere il dolore e la sofferenza. Possono esserci dolore e sofferenza a livello familiare. Ad esempio quando un membro della famiglia non sta bene, o sta morendo, o muore. Possono esserci dolore e sofferenza in una squadra, quando un progetto fallisce. O quando un progetto viene compromesso. Pensate... alla sfida posta dal framework ESG. È una cosa che suscita molte emozioni in molte persone. E dobbiamo essere in grado di prenderci cura di queste... emozioni, nell'ambito dei nostri gruppi di lavoro. emozioni, nell'ambito dei nostri gruppi di lavoro. Condividere la nostra disperazione, condividere il nostro dolore, aiutarci a vicenda a gestire queste forti emozioni. Anche per poter arrivare ad una visione collettiva per una nuova risoluzione dei problemi. E, come è stato già detto, l'intelligenza non scarseggia in questa stanza. Nei nostri team, nelle nostre organizzazioni. E non mancano la buona volontà, le buone intenzioni. Ho parlato di cosa vorremmo per il futuro, e di come possiamo vivere la nostra vita adesso per rendere questo più possibile in futuro. Abbiamo visto l'esempio di poter camminare in libertà, o godere di una foresta, o vedere una mela per il miracolo che rappresenta. Il mio desiderio più profondo sarebbe che, tra 100 anni, le persone sappiano godersi appieno una mela, e riconoscerla per il miracolo che è. E per ottenere questo, ho bisogno di mangiare una mela in quel modo adesso, e condividere con gli altri come mangiare una mela così. Quando parliamo di azioni e progetti, che siano progetti etici per pratiche commerciali più etiche, che vogliamo che accadano agli altri, o in futuro, nel nostro modo di operare in squadra, per ottenere quei buoni risultati sociali, il tipo di valori a cui miriamo nel nostro progetto, deve essere presente nel nostro approccio al progetto stesso. Ad esempio l'inclusività, o l'equità. Abbiamo inclusività ed equità nei nostri team? Trasparenza, responsabilità. A volte Thay descriveva questo come la trasformazione del nostro team o della nostra organizzazione in una Comunità. Una comunità che incarni i valori che vogliamo vedere nel mondo. Sono sicura che abbiate già delle meravigliose missioni aziendali, ma, tanto per dire, siamo sicuri che i valori della nostra Organizzazione sono pienamente in linea con l'impatto che stiamo cercando di avere nel mondo? I valori di come lavoriamo insieme, di come ci ascoltiamo a vicenda, di come includiamo le idee degli altri. Per garantire che come squadra, come organizzazione, stiamo già incarnando i valori che vogliamo promuovere, senza cadere nella trappola di imitare il tipo di sistemi tossici del mondo che stiamo cercando di cambiare. Allora, come può, il nostro modo di lavorare per il cambiamento resistere ad alcune delle pratiche più perniciose presenti nel mondo? Questo riguarda anche cose come... le comunicazioni. Lo dico come una che ha fatto la giornalista. Siamo onesti nelle nostre comunicazioni? Stiamo dicendo tutta la verità sull’impatto della nostra Azienda sul mondo? E se abbiamo questo tipo di onestà intellettuale all'interno della nostra Azienda, allora potremo ispirare altre organizzazioni che stanno lottando molto di più a vedere che incarniamo davvero questi valori di profonda onestà. Voglio parlare anche di una cosa che mi ha accennato Christiana, qualche giorno fa, quando chiedevo: cos'è che vi tiene svegli la notte? Christiana è rimasta a lungo in silenzio. E poi, una delle risposte che ha proposto è stata: forse un sentimento di profonda frustrazione. Perché in fondo siete brave persone, e state facendo un buon lavoro, e state perfino facendo del vostro meglio. Eppure, in qualche modo, tutto questo non ha effetti visibili, non riesce a creare il tipo di cambiamento che sappiamo essere possibile. E non si riesce proprio a capire come questo possa essere così difficile. Una cosa che noi, come praticanti buddisti, possiamo offrire per alleviare questo sentimento di frustrazione è: siate consapevoli delle conseguenze indirette del vostro lavoro. Forse il successo di quel progetto, di quella campagna, o iniziativa, o partnership, forse misurare il lavoro che svolgete quotidianamente in base al risultato di quel particolare progetto, non è il posto giusto in cui guardare per misurare il vostro impatto nel mondo. Il fatto che abbiate già le migliori intenzioni nel modo in cui vivete la vostra vita, il fatto che state già collaborando nel vostro team con generosità, inclusività, presenza, ascolto, valori, questa è già un'azione che si irradia pienamente nel mondo e nelle persone intorno a voi, a casa e al lavoro. Anche solo per questo vale la pena provarci. Le vostre azioni quotidiane possono già incarnare il messaggio: "Quello che stiamo facendo ora non va bene, e ognuno di noi può fare la sua parte per cambiarlo." Questo è un modello, un'eredità, che stiamo lasciando nella società. E vorrei invitare di nuovo il fratello Phap Huu. Ricorderete il cerchio che abbiamo visto il primo giorno, sui semi. Grazie mille, fratello. Dicevamo che esiste questa cosa chiamata coscienza deposito. Questo è un modello della nostra mente, e abbiamo visto che ci sono dei semi... e ognuno di noi possiede questi semi nel profondo della sua coscienza. Tutte le nostre azioni quotidiane, il modo in cui parliamo, il modo in cui ascoltiamo, il modo in cui camminiamo, gli ideali a cui diamo origine, i valori, innaffiano i semi buoni nella nostra coscienza. E Sorella Iro ha anche detto: questo è sia... collettivo... che individuale. Nel Buddismo diciamo che confidiamo, stamattina è tutto un parlare di quanto confidiamo, confidiamo che tutti i semi matureranno col tempo. A loro tempo. Alcuni semi maturano subito, altri hanno bisogno di più tempo. Potremmo proprio adesso stare coltivando dei semi che non impiegano solo una stagione al sole per fiorire, e nemmeno 17 anni, come alcune cicale che, mi pare, hanno un ciclo di vita di 17 anni. Forse ci sono semi che impiegano più di una generazione a germogliare. E se ora, il fatto che ci troviamo qui, rappresentasse il germogliare di semi di una generazione fa? O anche di due generazioni fa? Mio nonno è stata la prima persona della mia famiglia a comprare un libro sulla meditazione negli anni '70. Quindi io mi sento come il germoglio di un seme di due generazioni fa. Anche solo per il fatto di essere qui. E mio nonno, in tutta la sua vita, non ha mai avuto la possibilità di partecipare ad un ritiro. Ai suoi tempi ancora non erano facilmente accessibili. Penso che abbia iniziato ad ammalarsi nel 1991, prima di Internet. Non sapeva che esistessero posti dove poteva andare per imparare la meditazione. La cosa meravigliosa del germogliare dei semi è: la nostra vita attuale, le nostre azioni e le nostre carriere sono già il germoglio del passato. E potremmo anche non vedere tutti i frutti nel corso della nostra vita. Ma i semi buoni che innaffiamo adesso continueranno a maturare nel tempo. Quindi la domanda è: quali semi stiamo innaffiando? Quando stavamo imparando a conoscere la mente, Sorella Hiro... ha spiegato che c'è una parte della nostra mente chiamata "manas", che è la parte della nostra mente che coglie. Che si preoccupa sempre solo di me e di ciò che è mio, di avere, di prendere. Proteggere. Appropriarsi. Estrarre. E abbiamo visto alcune caratteristiche, che mi limiterò a ricordare. 1. l'appropriazione 2. la sopravvivenza (l'istinto di sopravvivenza) 3. evitare il dolore 4. la ricerca del piacere 5. ignorare il pericolo del cercare il piacere 6. ignorare l'aspetto positivo della sofferenza 7. ignorare la legge della moderazione Si tratta di un paio di migliaia di anni di comprensione buddista... un migliaio e mezzo di anni, proviene da una fase successiva del Buddismo... su come funziona la nostra mente. E quando l'abbiamo visto sulla lavagna, l'altro giorno, non so quanti di voi hanno notato che questo non si applica solo a livello individuale. Non è questa una descrizione abbastanza accurata di come l’umanità... vive, come specie, su questa Terra? Ci stiamo appropriando della Terra. La stiamo sfruttando. Pensiamo alla nostra sopravvivenza come separata dalla sopravvivenza delle altre specie e della Terra. dalla sopravvivenza delle altre specie e della Terra. Come specie, ci piace evitare il dolore e cerchiamo sicuramente il piacere. E ignoriamo il pericolo di ricercare il piacere. E ignoriamo gli aspetti positivi della sofferenza. Quindi questi, dal numero 3 al 7, questa è la nostra cultura del consumismo. Proprio qui. Consumiamo... perché non riusciamo a sopportare la sensazione di dolore interiore. Consumiamo per coprire la nostra sofferenza. Pensiamo di aver bisogno di più cose perché pensiamo che noi non siamo abbastanza. Ciò che abbiamo non è sufficiente. E c'è un sistema economico che ce lo ricorda costantemente. E... Devo controllare la mia rabbia. Parlerò con amore. Ma dirò anche la verità. Alla ricerca del profitto, i dipartimenti marketing di tutto il mondo ci dicono che non abbiamo abbastanza. Secondo la visione del Buddismo, abbiamo abbastanza. È sufficiente il momento presente. Ognuno di noi è sufficiente. La nostra presenza, la presenza dei nostri cari, poter camminare consapevolmente sulla Terra, ascoltare gli uccelli e gli alberi, è sufficiente per essere felici. Possiamo vivere in modo molto semplice ed essere felici. E l'ho sentito dire da molti di voi questa settimana, è stato così potente toccare la semplicità in questi giorni. Non avere così tanto bisogno di dispositivi, non dover comprare cose online mentre siamo qui. Il nostro livello di consumismo è sceso drasticamente. Eppure, il nostro livello di felicità è aumentato vertiginosamente. Stiamo toccando la verità che le nostre condizioni sono più che sufficienti per essere felici. Il nostro Maestro, una volta, ha detto una cosa, che ho trovato molto profonda, e piuttosto coraggiosa. Ha detto: "Noi umani, come specie, non sappiamo cosa sia la vera felicità. Ecco perché stiamo distruggendo il nostro pianeta." È un pensiero molto profondo. Dal momento che non sappiamo e non abbiamo imparato come toccare la vera felicità nella nostra vita quotidiana, consumiamo per coprire il nostro dolore, cerchiamo il piacere per compensare il nostro dolore perché non sappiamo trovare la felicità nella semplicità. Quindi consumiamo. E questa cultura del consumismo sta distruggendo il nostro pianeta. Ciò significa che è davvero importante saper toccare con mano la meraviglia del momento presente, per poter toccare con mano la felicità in modo davvero semplice. Ed è davvero importante che ognuno di noi impari a gestire le sensazioni dolorose, così che la prima risposta ai nostri sentimenti dolorosi non sia il consumare. La consapevolezza può essere la nostra prima risposta a una sensazione dolorosa. Essere presenti, incontrare noi stessi, questi siamo noi, che torniamo: la via d'uscita è dentro di noi. Incontrare noi stessi e i nostri sentimenti dolorosi, con tenerezza, con gentilezza, con curiosità. In termini di etica, significa questo, significa che una azienda etica è quella che non partecipa al potenziamento di questo meccanismo. Ma che aiuta le persone a capire che abbiamo abbastanza. Aiuta le persone a nutrire la vera felicità. Aiuta le persone a gestire sentimenti dolorosi. E potremmo dire: Oh, ma questo è compito dell'istruzione. Questo è il ruolo della società. O di qualcos'altro. Ma se le nostre aziende fossero davvero al servizio di qualcosa di più del profitto, idealmente al servizio dell’umanità, e, ancora più importante, al servizio del pianeta... dovremmo essere consapevoli di questa dimensione etica nelle nostre imprese. È anche molto interessante il fatto che abbiamo anche il libero arbitrio e la sovranità, come individui, per liberarci dai sistemi di nostra creazione. Secondo la visione Buddista, non dobbiamo ritenere il sistema, o le organizzazioni commerciali, o una cultura consumistica esterna a noi stessi, responsabili di questo. Con l'energia della consapevolezza espandiamo la nostra zona di libero arbitrio. Possiamo scegliere cosa consumare, come vivere. Possiamo liberarci da queste macchine, da questi meccanismi di nostra creazione. Ed è per questo che per noi la consapevolezza ha a che fare con il risveglio e la libertà. Ci dà molta più libertà d’azione. E quando potremo trasformare tutto questo per noi stessi, per questo motivo, per l'impatto che abbiamo con la nostra presenza, lo trasformeremo anche per i nostri figli, per i nostri amici. Ricordo che il nostro Maestro diceva: "Una delle abilità più importanti che possiamo sviluppare a Plum Village è imparare come generare un momento di felicità." Perché imparare a generare un momento di felicità ha qualcosa a che fare con la gestione delle sensazioni dolorose. Le due cose vanno insieme. Abbiamo bisogno di un momento di felicità quando ci sentiamo giù di morale, o quando ci sentiamo neutrali, insensibili, un po' "meh". L’abilità di generare un momento di felicità è una delle migliori abilità che possiamo imparare qui. Perché quando sappiamo come creare un momento di felicità, possiamo creare quel momento per la nostra famiglia. Possiamo creare quel momento per il team con cui lavoriamo. O per la nostra organizzazione nel suo insieme. Non ci vuole molto per creare un momento di felicità. Thay ha anche detto che possiamo creare un momento di felicità ogni volta che vogliamo. È dura, lo so. Ma ci sto lavorando. È possibile porsi davvero questa domanda. Se mi sento neutrale, se mi sento giù, se non mi sento felice, se non sto bene, mi chiedo: cosa posso fare in questo momento? In questo ritiro abbiamo imparato molti modi in cui possiamo farlo. Rilassare il corpo, quando il disagio che riscontriamo è un disagio fisico. Ansia, irrequietezza, tensione. È allora che possiamo praticare il rilassamento profondo. E sulla nostra app troverete molti contenuti che potrete utilizzare quando sarete a casa. Condividere un pasto con gli amici, di persona. Non mangiare da soli è fonte di gioia e felicità. Ma anche imparare, quando mangiamo da soli, a non sentire che siamo soli, ma a vedere veramente l’intero pianeta, il Cosmo e la Madre Terra, il miracolo della vita, nel nostro panino, nel nostro cestino del pranzo, nel nostro cibo. E dire: userò la mia intuizione per vedere che, anche in questo momento, anche se una parte di me si sente così sola a mangiare da sola, io so che non è tutta la verità. So che l'intero Cosmo sostiene il mio pranzo. L'intero Cosmo sostiene la mia mela. E usando l'occhio dell'intuizione, possiamo capovolgere un momento di solitudine in un momento di felicità e connessione con il pianeta intero e il Cosmo intero. Quindi, quando parliamo di quali semi abbiamo innaffiato, il nome di questi semi, per chi si è perso la presentazione, potrebbe essere timore, potrebbe essere ansia, potrebbe essere disperazione. Ma potrebbe anche essere felicità, gratitudine, consapevolezza. Generosità. Quello che tutti noi dobbiamo chiederci è: quali semi stiamo innaffiando nella nostra vita quotidiana? E cosa c’entra questo con la trasformazione del sistema? La trasformazione della nostra società? Per molti di noi, in questo ritiro, se abbiamo mai provato un sentimento di paura, o rabbia, o panico, voleva dire che le cose non si stavano muovendo abbastanza velocemente. Crescita e sviluppo! Questi potrebbero essere i semi della nostra organizzazione. La coscienza collettiva della nostra organizzazione e dei nostri team. Forse potrebbe essere davvero un buon esercizio chiedersi: Come ci sentiamo? Potreste tornare dai vostri team e definire sulla lavagna qual'è il fertilizzante, o qual'è il terriccio? Forse ognuno potrebbe scriverlo su un foglietto, da ritirare alla fine. Magari si avrebbe un numero uguale di positivi e negativi. Quali semi stiamo innaffiando? Scriverò qui "cultura del consumismo". Forse la cultura consumistica innaffia in noi il seme del desiderio. Quindi una domanda è: quando parliamo di avere il libero arbitrio per vivere in modo diverso sul nostro pianeta, come possiamo proteggere la nostra mente dalla coscienza collettiva che innaffia continuamente il nostro seme dell'avidità? Ogni volta che vediamo una pubblicità, innaffiamo il seme dell'avidità. "Se acquisti questo prodotto, ti sentirai più felice." "Se comprerai questo prodotto, sarai fico e accettabile." "Avrai uno status". "Avere questo prodotto è un segno di potere o influenza." Questi semi vengono innaffiati continuamente in noi. Il potere della consapevolezza è che ci dà la libertà di scegliere di essere diversi, e di operare al di fuori di questa cultura del consumismo. Nel Buddismo parliamo di "carburanti". Cos'è che ci spinge? La nostra intenzione o volontà più profonda. Possiamo parlarne anche come di un seme nella nostra coscienza. Ad esempio... Forse vi sarà capitato di dire, avrò quel tipo di macchina e una casa mia entro i miei 30 anni. Quella è una volontà e un'intenzione che fissiamo ad un certo punto, e che ci guida. Potremmo avere la volontà e l'intenzione di avere una certa quantità di soldi, un certo grado di retribuzione, forse un certo status. Nel Buddismo abbiamo una pratica di indagine profonda su quali siano le nostre volizioni. E' una specie di termine tecnico. Volizione. Cos'è che conta di più per noi? In realtà, secondo i saggi del Buddismo, i soldi, lo status, il potere, e persino i piaceri sensuali, non bastano. Non sono queste le cose che... Potrebbe essere ciò che desiderate, o pensate di desiderare, Potrebbe essere ciò che desiderate, o pensate di desiderare, o che la società vi dice che dovreste desiderare, ma potrebbe non essere ciò che è più importante per voi. Quello che volete veramente. Ciò che volete veramente offrire. E ho la sensazione che per molti di voi, uno degli aspetti della vostra volizione è quello di voler essere utili. Di servizio alla società, per sostenere l’inclusione, la non-discriminazione, aiutare le persone ad innamorarsi della Terra e a proteggere il pianeta. Per avere un sistema economico più equo. Questa è una volizione fantastica. Diciamo che la nostra volizione è come un fuoco nel nostro ventre. E dobbiamo nutrirlo e mantenerlo in vita ogni giorno. E dobbiamo sapere davvero cosa è più importante per noi. E forse il modo in cui realizziamo i nostri sogni più profondi... a volte chiamiamo anche volizione il nostro desiderio più profondo. Il "Come" della realizzazione è importante quanto il "Cosa". Se sacrifichiamo i nostri amici, la nostra famiglia e la nostra salute per prenderci cura del pianeta, forse non ci stiamo prendendo cura del pianeta nel modo in cui le generazioni future necessitano che lo facciamo. Forse non è quello il modo per essere un buon antenato per il futuro del pianeta, perché creiamo un esempio, non prendendoci cura della nostra salute, sacrificando amici e famiglia, portiamo quell'esempio nella società. Un'intuizione davvero profonda che Thay ebbe riguardo alla volizione e al desiderio è che sono un modo per trasformare il Manas. Ha usato un termine tecnico: sublimiamo il Manas al servizio della nostra buona intenzione, del nostro desiderio più profondo. E ha dato l'immagine in cui Manas si era appropriato... se ricordate questa energia di appropriazione, una parte della coscienza deposito nel dire: "Questo sono io". "Questo sono io, qui." E ha detto che possiamo trasformare il Manas in un loto. Che può essere un loto al servizio della società, al servizio del mondo. E prendiamo il nostro istinto di sopravvivenza, che Sister Hiro ha descritto come l'energia della vitalità. Abbiamo una forza vitale che diventa il nostro desiderio più profondo. Questo, quindi, si auto-rinforza. Ci prendiamo cura del nostro dolore. Ci occupiamo di generare momenti di felicità. Comprendiamo la bontà di abbracciare la semplificazione. Capiamo che non vogliamo perdere tempo tra streaming e schermi. Comprendiamo la legge della moderazione perché abbiamo qualcosa di molto più importante da fare con le nostre ore e i nostri giorni A questo punto, vorrei leggere una parte di... A Plum Village abbiamo un codice etico. Vedremo ora l'applicazione etica di tutto ciò che ho detto. Abbiamo un principio etico particolare che possiamo descrivere come avere il giusto tipo di carburante. E questo è quello che dice: Consapevole della sofferenza causata dal consumo inconsapevole, mi impegno a coltivare una buona salute, sia fisica che mentale, per me, per la mia famiglia e per la mia società. Praticando il mangiare, bere e consumare in modo consapevole. Consumando cibi sani, impressioni sensoriali, consumando volontà, perché anche quella è un tipo di cibo, ci fa alzare dal letto la mattina, come il caffè. E consumando la coscienza. Ciò che è veramente interessante nel Buddismo è che diciamo che "consumiamo" il nostro ambiente. La coscienza del nostro ambiente. Ecco perché, se il nostro team è in difficoltà e ha molte paure e ansia, anche noi proveremo paura e ansia. Se c’è molta disperazione e solitudine nel mondo, soprattutto dopo la pandemia, diciamo che è aumentata, come sembrano dimostrare alcune ricerche, quella coscienza collettiva influenzerà anche la nostra coscienza individuale. Quindi non sentiamo solo il nostro dolore, ma anche il dolore della nostra società. Proprio come se assorbissimo la coscienza collettiva. Ecco un'altra frase tratta dal principio del "giusto carburante". Sono determinato... Quindi, consapevole della sofferenza causata da un consumo inconsapevole, sono determinato a non cercare di nascondere la solitudine, l'ansia, o altra sofferenza, perdendomi nel consumo. Contemplerò l'inter-essere, e consumerò in un modo che preservi la pace, la gioia e il benessere nel mio corpo e nella mia coscienza, e nel corpo e nella coscienza collettivi della mia famiglia, della mia società e della Terra. Quando parliamo di trasformazione individuale e di trasformazione del sistema, i nostri sistemi sono espressione di individui, di umanità. Quando trasformiamo il nostro modo di consumare, abbiamo il diritto di chiedere alle organizzazioni in cui operiamo in cui lavoriamo: "Stiamo aiutando le persone a consumare in modo da preservare la pace, la gioia e il benessere?" Quindi, questa etica inizia da noi stessi, ma si applica anche ai nostri mezzi di sussistenza. Abbiamo un altro principio etico. Che riguarda la semplicità. Potremmo chiamarla Semplicità Profonda. Negli ultimi giorni abbiamo toccato la semplicità in tanti modi. Abbiamo fatto ogni sorta di cose normali. Spero che abbiate notato che tutto ciò che abbiamo fatto è abbastanza normale. Abbiamo camminato. Abbiamo mangiato. Abbiamo fatto conversazione. Abbiamo ascoltato le presentazioni. Siamo stati seduti. Ci siamo sdraiati. Ma lo abbiamo fatto in un modo riposante e curativo. Quindi una domanda che emerge da questo ritiro è: come posso avere questa riposante semplicità nella mia vita quotidiana? Se abbiamo il vantaggio di lavorare da casa, magari, dopo aver pranzato, potreste fare dieci o venti minuti di rilassamento con l'app di Plum Village. Quello è un grande vantaggio del lavorare da casa. Quando ero in redazione, dovevo usare la toilette per rilassarmi con la scansione del corpo. Fortunatamente, i bagni erano molto belli e ampi. È lì che facevo rilassamento profondo nei momenti di crisi. Questa è un'altra cosa: il rilassamento può essere molto utile anche nei momenti di panico. Lavoravo a uno spettacolo televisivo in diretta, e abbiamo perso il nostro ospite alle 9 del mattino, e trasmettevamo alle 14:00. Il mio capo ha detto: "Trova un sostituto!" E io ho pensato... E mi sono resa conto che non respiravo, allora ho pensato: so cosa fare. Così sono andata a sedermi sul water e ho fatto il mio rilassamento profondo. Ed è sorprendente perché la mente che usciva dalla scansione del corpo dopo 10 o 15 minuti, era molto più chiara e calma. E avevo molte più risorse per risolvere il problema. Quindi, rilassamento profondo. È un piccolo consiglio. Potete usarlo nei momenti di crisi. Quindi: profonda semplicità. Ci siamo riposati e rilassati profondamente. Abbiamo anche trascorso del tempo nella natura. È molto importante trascorrere del tempo nel mondo che vogliamo salvare. Questo è ciò che vogliamo trasmettere alle generazioni future. Amore e intimità con il mondo che vogliamo proteggere. Quindi, tornando a casa da questo ritiro, come vi assicurerete... forse dovrebbe essere una nota sul vostro calendario, chiamata "Tempo in natura", Che si tratti di un albero vicino al vostro ufficio, di un parco, di un angolo di giardino, o pefino le piante sul davanzale della finestra. E potreste sedervi e godervi la vista delle piante mentre prendete una tazza di tè. Come trascorrerete del tempo, in silenzio, con la natura, e godrete di quella semplice felicità, e quella sensazione di sufficienza? Credo che un altro elemento di questo ritiro che ha rivelato come la semplicità sia così deliziosa è stato il fatto che abbiamo partecipato a questo ritiro di persona, insieme ad altre persone. Siamo esseri sociali. Come possiamo, in gruppo, in famiglia, con gli amici, impegnarci ad organizzare la nostra vita in modo diverso, in modo da trascorrere davvero del tempo di qualità insieme, di persona? Direi che sia un principio etico: esserci. Nel Buddismo, la comunità è molto importante, e uno dei nostri principi dell'essere in comunità è riunirsi sotto lo stesso tetto. Quindi dobbiamo riunirci di persona, nella vita reale, sotto lo stesso tetto, con coloro che amiamo. Perché la vita è molto breve. Questa vita è molto breve. È davvero salutare e appagante stare con le persone a cui teniamo. Ho parlato di sufficienza. Nel Buddismo diciamo... e questo è in parte dovuto a quello che ho detto all'inizio sul momento presente, che contiene il passato e il futuro, ecco perché possiamo dire che questo momento è sufficiente. È abbastanza. In questo momento ognuno di noi è sufficiente. Io sono abbastanza. Voi siete abbastanza. Come ha detto Fratello Spirit, c'era quella frase: "Tu sei già ciò che vuoi diventare". Questa intuizione appartiene alla dimensione ultima. L'intuizione della sufficienza. Nella nostra vita quotidiana, ognuno di noi ha bisogno di trovare un modo per entrare in quella bellissima dimensione finale, e trascorrere un po' di tempo in un momento di sufficienza. Magari cinque minuti al mattino, mentre vi godete una tazza di tè. Potrebbero essere i dieci minuti di relax dopo pranzo, dopo una mattinata davvero difficile al lavoro. Potrebbe essere sedersi a pranzo con la famiglia e gli amici, e dire in silenzio a te stesso: questo è sufficiente. È abbastanza. Noi siamo abbastanza. E quel senso di vivere nel momento presente che è, in definitiva, l’unico momento disponibile, è un'ovvietà, ma è pur sempre così vero! Quel futuro non c’è e non ci sarà mai, ci saranno solo momenti presenti. E se noi non siamo in grado di godere di questo momento presente, come potranno mai farlo le generazioni future? Quindi entriamo in questa intuizione della sufficienza. Questo è abbastanza. Io sono abbastanza. E ne facciamo una formazione e una pratica. Nel Buddismo si parla di koans. Scrivetelo su un pezzo di carta. Forse iFratello Phap Huu può metterlo in calligrafia. Mettetelo da qualche parte, dove potreste sedervi per godervi una tazza di tè. E respirate, e toccate quell'intuizione che siete abbastanza. Perché se passiamo 24 ore al giorno a sentire che non siamo abbastanza, noi stiamo corrodendo la nostra umanità e il nostro accesso alle meraviglie della vita. È un vero e proprio allenamento. C'è una cosa che un giornalista una volta chiese al nostro Maestro. Chiese:"Sei un ottimista o un pessimista quando si tratta di questioni ambientali? Era un giornalista del quotidiano The Independent, nel Regno Unito. E ho pensato: come risponderà Thay a questa domanda? Thay era molto stanco durante tutta l'intervista. Rimase in silenzio per molto tempo e poi, all'improvviso, disse: "Un ottimista!". E ho pensato: OK! Cosa dirà adesso? E lui ha detto: "Possiamo essere in pace perché sappiamo di aver fatto del nostro meglio". "Stiamo facendo del nostro meglio e sappiamo di aver fatto del nostro meglio". Nel suo ottimismo c'era anche la radice della fiducia nel concetto di maturazione dei semi. Facciamo del nostro meglio ed è per questo che possiamo avere la pace. Ed è per questo che puoi prenderti cinque minuti per dire "sono abbastanza". "Noi siamo abbastanza." "La mia squadra è sufficiente." "La mia organizzazione è sufficiente." Perché stiamo facendo del nostro meglio. Ed è per questo che possiamo avere la pace. E allo stesso tempo, possiamo uscire dalla dimensione ultima e metterci alla prova: "Sto facendo del mio meglio?" E anche i nostri amici possono metterci alla prova. Quindi possiamo trascorrere del tempo nella dimensione assoluta, è molto bellofarlo, ogni giorno, qualche minuto. E poi possiamo uscirne fuori e continuare davvero a metterci alla prova nella dimensione storica, che è quella della vita di tutti i giorni. "Cos'altro potremmo fare?" Ma non con un sentimento di insufficienza, ma con uno di possibilità. "Cos'altro potremmo fare?" E potremmo chiederci: stiamo ponendo le domande giuste sulla nostra cultura consumistica? Ci stiamo ponendo le domande giuste sui sistemi economici? Questa è una vera sfida. E penso che nella squadra B, come organizzazione, questo sia qualcosa di cui preoccuparsi. Penso che, con l'Ottimismo Globale, questo sia qualcosa di cui preoccuparsi. Stiamo ponendo le domande giuste su questa questione? Abbiamo definito correttamente il problema? Se vogliamo sfidare o trasformare la nostra cultura individualista, consumistica e capitalista, possiamo porre le domande che ho sentito stamattina: "C'è abbastanza amore in tutto questo?" Qual è il ruolo dell'amore qui? C’è amore nelle nostre organizzazioni? C'è amore nelle nostre squadre? Come possiamo portare compassione in tutto questo? Come possiamo mettere in discussione le cose che diamo per scontate? In questo principio di Profonda Semplicità, diciamo: Consapevole delle sofferenze causate dallo sfruttamento, dall’ingiustizia sociale, dai furti e dall'oppressione. Consapevole delle sofferenze causate dallo sfruttamento, dall’ingiustizia sociale, dai furti e dall'oppressione, mi impegno a praticare la generosità con i miei pensieri, parole e azioni. Sono determinato a non rubare e a non possedere nulla che dovrebbe appartenere ad altri. E condividerò il mio tempo, la mia energia e le mie risorse materiali con chi è nel bisogno. Poi continua, e c'è una riga che dice: Mi impegno a praticare il giusto sostentamento, per contribuire a ridurre la sofferenza degli esseri viventi sulla Terra e smettere di contribuire al cambiamento climatico. Possiamo praticare e incarnare questo secondo principio etico, come individui, ma anche a livello organizzativo. Sono stata molto felice di scoprire che il Team B ha dei principi fiscali responsabili. Non so se c'è qualcuno qui coinvolto in quel particolare progetto. OK! Grazie mille! Quello è un modo meraviglioso di applicare questo principio etico nelle organizzazioni. Come possono le organizzazioni essere trasparenti e avere pratiche fiscali trasparenti? Perhé non si tratta solo di evitare, offuscare e calibrare, ma esiste una vera integrità etica a livello organizzativo, sulla necessità di restituire un contributo alla società. Questo vuol dire applicare il principio Sono determinato a non rubare e a non possedere nulla che dovrebbe appartenere ad altri. Possiamo dire che il principio della tassazione applicato da un sistema democratico riguarda l'equità, riguarda l'inclusione. Non possiamo dire che un certo profitto appartenga solo ad una determinata società. Proprio come l’intero cosmo è in un fiore, o in una mela, allo stesso modo è in quel profitto. Quindi condividiamo quel profitto con spirito di reciprocità. Potremmo anche applicare questo principio etico... butto lì alcune idee che potrebbero essere controverse, ma sarò coraggiosa... ... ai rapporti salariali nelle organizzazioni, tra i vertici dell'organizzazione e i livelli inferiori. Si potrebbero seguire dei principi etici: stiamo portando avanti il lavoro sul quadro fiscale, non possiamo avere anche un altro quadro etico sui salari? E con questo principio etico... distribuirò a tutti voi una copia di questo foglio, non preoccupatevi. Con questo principio etico, possiamo dire che i sussidi ai combustibili fossili non sono eticamente accettabili. È una semplice verità morale. E questo ci dà il linguaggio per descriverlo. Non è possibile utilizzare risorse condivise per sovvenzionare qualcosa che sta distruggendo il pianeta. Ciò non è eticamente accettabile. E come buddisti, possiamo dichiarare questo senza paura, E possiamo aiutare anche gli altri a dichiararlo nel linguaggio dell’etica. So che essere audaci e coraggiosi fa parte della missione della squadra B. Sono state condotte alcune ricerche interessanti. Recentemente ho visto un articolo pubblicato l'anno scorso, su come il nostro sistema economico sia ancora globalmente ingiusto. sia ancora globalmente ingiusto. E sono state condotte alcune ricerche molto efficaci che hanno rivelato il depauperamento del Sud del mondo attraverso lo scambio ineguale di risorse. C'era un modo molto eloquente di misurare il lavoro, la terra, le risorse, gli investimenti, fatti nel Sud del mondo per rendere possibile l’esistenza delle economie del Nord del mondo. E questo documento concludeva che il colonialismo è ancora operante a livello economico, per quanto ci raccontiamo altrimenti. Potremmo quindi applicare questo principio etico ad un'analisi di questo fenomeno. Con questo principio etico del non prendere, non rubare, non sottrarre, dell'essere generosi, possiamo anche riconoscere che viviamo su un pianeta limitato. E questo deve significare una crescita limitata di un certo tipo. Non possiamo avere una crescita illimitata su un pianeta limitato. Mi ricordo anche di un giornalista... non so se eri tu Joe. Non so se Joe è seduta qui da qualche parte. Non ho sentito la sua sonora risata, quindi forse non è qui... Penso che potrebbe essere stata Joe a chiederlo a Thay una volta, quando Thay insegnava all'Università di Nottingham nel Regno Unito, e gli chiese: "Ma Thay... a te piace la crescita come principio. Vuoi far crescere il tuo monastero. Vuoi accrescere la tua portata e il tuo impatto. Vuoi che sempre più persone ascoltino il tuo dharma. Quindi non puoi essere contrario alla crescita." E Thay, sorrise. Gli piaceva molto quando le persone erano un po' sfacciate. Sorrise e disse: "È vero. Ma noi sappiamo cosa vogliamo accrescere. Vogliamo accrescere la compassione. Vogliamo accrescere la saggezza. Vogliamo accrescere lo spirito comunitario, il senso di comunità. E sì, potremmo aver bisogno di crescere in base alle risorse. Ma al servizio di tutto questo. Non cerchiamo una crescita fine a se stessa, o per il profitto in sé." (sussurra) OK, lo so. Abbiamo un paio di altri principi. Uno è il rispetto per la vita. Il rispetto per la vita implica anche lo spirito di non violenza e il non uccidere. Non estrarre. Non sfruttare. Consapevole della sofferenza causata dalla distruzione della vita, mi impegno a coltivare la visione dell'inter-essere e della compassione, e imparare modi per proteggere la vita delle persone, degli animali, delle piante e dei minerali. Mi impegno a non uccidere, a non lasciare che altri uccidano, e a non sostenere alcuna attività di uccisione nel mondo nel mio modo di pensare o nel mio modo di vivere. Vedendo che azioni dannose nascono dalla rabbia, dalla paura, dall’avidità e dall’intolleranza, che a loro volta provengono dal pensiero dualistico e discriminativo, mi impegno a coltivare apertura, non discriminazione e non attaccamento alle opinioni per contribuire a trasformare la violenza, il fanatismo e il dogmatismo in me stesso e nel mondo. Questo è il modo in cui noi buddisti applichiamo il principio del rispetto per la vita. Quindi, prendersi cura del mondo può essere un’idea intellettuale, oppure può essere una pratica che esprimiamo con il nostro corpo. Vi invito quindi a farvi questa domanda: Ho a cuore la società? Ho a cuore la Terra? In che modo le mie azioni mostrano questo? Come saprete, noi crediamo che una dieta a base vegetale sia veramente un passo possibile, ancorché radicale, che ognuno di noi può intraprendere. Non giudichiamo, né siamo dogmatici al riguardo, che è anche un principio di questa lezione sull'etica. Diciamo semplicemente che questa è una direzione in cui tutti possiamo andare. Ed è un modo semplice per praticare la non violenza nella nostra vita quotidiana. Quando parliamo... di non violenza qui, a volte si potrebbe pensare che ci si riferisca solo alla violenza fisica, ma diremmo che anche il nostro pensiero può essere violento e distruttivo. Il nostro modo di parlare può essere violento. Così come il nostro comportamento. Ecco, potrebbe essere il nostro modo di consumare. Inoltre non siamo assolutisti, questo è un principio molto interessante dell’etica buddista. Se avessi tre ore oggi, potrei condividere con voi alcune altre idee su come applichiamo i nostri principi in diverse situazioni. Uno di questi è che non li applichiamo mai in modo assolutista e puritano. E so che nella squadra B e in molte aziende che vorrebbero fare cose buone, il pericolo è di finire sotto tiro da ogni possibile direzione. Gli altri puntano sempre il dito e potremmo avere paura dei principi etici perché non vogliamo che diventino un bastone con cui picchiare gli altri. Quindi, nei principi etici buddisti questi principi non sono bastoni. Ci piace descriverli come una Stella Polare, una direzione di viaggio. La cui applicazione contiene molto spazio, molta compassione e pazienza, molta apertura. E che innanzitutto questi principi sono qualcosa che noi stessi facciamo, come individui, come team e come organizzazioni. Quindi mettiamo in pratica quello che diciamo. I principi etici sono qualcosa su cui possiamo discutere, ma non li usiamo per incolpare, giudicare o punire. Questa è l'etica buddista. In breve. Abbiamo imparato molto anche su un altro punto che riguarda la comunicazione compassionevole. Non dirò molto altro a questo riguardo. Ma soltanto che rappresenta... il nostro modo di trasmettere integrità e onestà nelle nostre comunicazioni pur rimanendo capaci e pazienti, e consapevoli dell'impatto delle nostre parole, e abbiamo imparato molto a questo riguardo questa settimana. L'ultimo principio riguarda il Vero Amore. Ciò che è veramente interessante nell'etica buddista è che includiamo le nostre relazioni intime nell’orbita della nostra... azione morale. Il modo in cui siamo con coloro che amiamo. Siamo capaci di rispettare i nostri partner? Accettiamo le loro diversità? Siamo capaci di accettare i loro difetti? Sappiamo aiutarli a trasformare la loro sofferenza? Riusciamo a vederli come una meraviglia della vita? A non darli per scontati? Quando diciamo quale contributo possono apportare i buddisti ad un’etica globale, potremmo dire che... forse la squadra B potrebbe sviluppare una sorta di etica compassionevole per portare... ora lo distribuirò... Per i componenti della squadra di casa non è necessario vederli. Ho stampato solo 40 copie per risparmiare carta. Questi sono i Cinque Addestramenti alla Consapevolezza, che rappresentano la visione etica di Plum Village e quella che potremmo chiamare spiritualità globale. Non sarebbe una sfida interessante vedere se esistesse un codice scritto, proprio come i principi fiscali, se ci fosse un codice scritto per esprimere il tipo di etica che vorremmo vedere nel nostro mondo lavorativo. Quindi questo testo che vedete, è stato sviluppato nel tempo dal nostro Maestro, è stato sviluppato nel tempo dal nostro Maestro, ci ha tenuto molto a rinnovarlo nel 2009, e l'ultimo aggiornamento è stato l'anno scorso. È qualcosa che stiamo continuando ad evolvere. È un documento in evoluzione. Non dobbiamo avere paura di definire i nostri valori. Penso che a volte, visto che ... siamo qui in Europa, aspettate... cos'è che voglio dire... nel Nord giudaico-cristiano? Non so se dico bene... siamo in un'era leggermente post-religiosa, e abbiamo molta paura di definire l’etica e una bussola morale. Il nostro Maestro ha insegnato alla nostra comunità che non dobbiamo avere paura di dire cosa è giusto e cosa è sbagliato alla luce della sofferenza. Ognuno di questi principi è incorniciato dalla consapevolezza della sofferenza causata da determinate azioni. Sulla base della nostra comprensione della sofferenza, possiamo escogitare comportamenti per ridurre la sofferenza in noi stessi, nella nostra famiglia e nel mondo. Ed è giusto identificare i comportamenti dannosi. A volte possiamo non voler esporre gli altri, e qualcosa che ho imparato qui in questa comunità è che possiamo dire: "Quel comportamento non è OK" pur amando quella persona. Amiamo la persona per quello che è, e riconosciamo che tutti gli esseri umani hanno dei difetti. Eppure possiamo ancora... far notare che questa o quell'azione non è corretta e non è etica. E come società, dobbiamo avere il coraggio di avere un dialogo aperto. E ad avere fiducia in noi stessi. E confidare nella saggezza dei nostri antenati. Voglio concludere con qualcosa che ha detto il nostro Maestro. Ne abbiamo parlato nel nostro gruppo l'altro giorno. Nel campo dell’etica e della spiritualità, non possiamo permettere "agli altri" di monopolizzare Dio e la spiritualità, e usarli al servizio dell’intolleranza, odio, discriminazione, dogmatismo, perfino brama e avidità. Non possiamo permettere agli altri di monopolizzare, ha usato anche la parola "dirottare", dirottare Dio e la spiritualità al servizio di quelle cose. Forse sto pensando che "gli altri"... non so se devo dirlo chiaramente. Se pensiamo alla destra cristiana conservatrice, possiamo chiederci: usano il nome di Dio al servizio dell’intolleranza, dell’odio, della discriminazione, del dogmatismo, e anche la brama o l'avidità? Per prendersi cura di se stessi, della propria sopravvivenza, la sopravvivenza di pochi. I pochi che hanno le stesse convinzioni, gli stessi valori, la stessa etnia. E il nostro Maestro... disse che gli è stato chiesto dopo che John Kerry perse le elezioni nel 2005, per un margine molto ristretto, secondo alcune misurazioni, gli è stato chiesto: Come è stato possibile? Perché... perché la bontà del Paese è venuta meno in quel momento? Quello era il 2005, e tutti noi abbiamo vissuto fino al 2016, che immagino sia stato traumatico tanto per le persone negli Stati Uniti che per quelle nel Regno Unito. E questo è ciò che ha risposto Thay: "Penso che se il Partito Democratico questa volta non ha avuto successo, è perché mancava loro una dimensione spirituale. Hanno permesso all’altra parte di monopolizzare Dio, di dirottare il nome di Dio, in direzione della divisione, odio, discriminazione, intolleranza. E affermano che l’altra parte giustifichi ogni sorta di cose che, essi affermano, vanno contro la volontà di Dio." E Thay ha detto: "Questo è pensare in maniera fondamentalista. È un pensiero pericoloso". E poi ha detto: “Abbiamo bisogno di un Dio compassionevole. Abbiamo bisogno di un Dio di non discriminazione. Un Dio di tolleranza. Abbiamo bisogno di un Dio d'amore. E se non ci riuniamo e non pratichiamo insieme, per portare la dimensione spirituale nella nostra vita quotidiana, immagino che non avremo successo nei nostri tentativi futuri. Essere spirituali non vuol dire essere molto lontani dalla nostra vita quotidiana." Quindi, se non avete mai sentito parlare il nostro Maestro, lui usava Dio come un modo per descrivere la dimensione ultima. Il suo è un Dio molto inclusivo, degli dei che molti di noi potrebbero riconoscere dalla nostra educazione, e che molti di noi continuano a tenere a cuore. Quindi, essere spirituali non vuol dire essere lontani dalla nostra vita quotidiana. "Siamo spirituali nel modo in cui beviamo il tè", ha detto. "Nel modo in cui camminiamo. Allo stesso modo, quando qualcuno dice qualcosa con odio e rabbia, la nostra risposta può portare con sé la spiritualità. Questa è la comunicazione compassionevole. Questa è spiritualità. Questa è preparazione. Questa è la vita." E poi ha detto: “Ecco perché la pace, la giustizia sociale e l’uguaglianza dovrebbero sempre iniziare da noi stessi. Dobbiamo imparare a trattare con noi stessi, a gestirci con compassione, in modo che possiamo stare con le nostre famiglie con compassione e aiutare altre famiglie a fare lo stesso. E questo è lo spirito della costruzione della comunità. Anche ... " e questa è una frase davvero sorprendente, "Anche se hai un'analisi perfetta della situazione, Anche se hai un piano d'azione perfetto, senza questo tipo di addestramento o pratica spirituale, senza una dimensione spirituale nel tuo modo di essere e di fare, non penso che potrai farcela." E poi ha detto: (ride) "Grazie." [risate] Voglio anche io ringraziarvi per la vostra pazienza, e per avermi ascoltato. Ho fatto del mio meglio. Quindi posso stare in pace.