La mia prima intenzione
questa mattina
è che vorrei
avere il coraggio
di parlare di verità.
Ero con il nostro Maestro
quando ha parlato alla
Banca Mondiale nel 2013.
In quell'atrio gigante
che molti di voi forse
conosceranno, a Washington D.C.
E il nostro Maestro ha parlato
di verità con così tanto coraggio.
Se potessi avere l’1% di quel
coraggio stamattina, sarei molto felice.
Quindi farò del mio meglio
per dire la verità senza timori.
Farò anche del mio meglio per
parlare da un luogo di amore e di cura.
Come diceva prima Christiana,
penso che alcune delle
questioni del nostro tempo
facciano emergere in noi
un’energia
di rabbia e ingiustizia.
E siamo tutti umani.
Quindi provo anch'io
le stesse cose.
E penso che...
parte del lavoro profondo
che ognuno di noi deve fare,
e nel mio caso, questa mattina,
nel parlare con voi,
e nel mio caso, questa mattina,
nel parlare con voi,
è cercare di rendere il mio amore
forte almeno quanto la mia rabbia
e il mio senso di ingiustizia.
Quindi, spero che i miei
fratelli mi aiuteranno.
C'è un maestro
della campana,
Fratello Tien Hy,
che, se dovessi
appassionarmi troppo
mi aiuterà con un
suono di campana.
Per ricordarmi
di mantenere il mio cuore veramente
aperto mentre parlo con voi oggi.
Voglio anche condividere
con gioia...
A volte
la nostra pratica
spirituale può sembrare
un’impresa davvero seria.
Ma per me
comprendere me stessa e il mondo,
coltivare il discernimento,
iniziare a vedere come
potrebbe essere una Giusta Azione,
è una tale fonte di gioia!
È veramente una cosa
meravigliosa da fare
e rappresenta un eccellente uso
del nostro tempo e della nostra energia.
Quindi, anche se l’etica è
un argomento davvero difficile,
spero di riuscire ad
affrontarla con gioia stamattina.
E infine,
con questo discorso aspiro
anche profondamente
a farmi da parte,
e a lasciar parlare il Dharma.
Nel Buddismo,
quando parliamo
del non sé, questa è davvero
una pratica vissuta.
Non penso di essere
un io separato
quando dico queste cose.
E voglio mettere da parte
ogni concetto di me e di mio,
così che io possa
condividere semplicemente
parte della saggezza
antica di 2500 anni,
che ho avuto modo di imparare, e che
continuo ad imparare in questa comunità.
Quindi questo non è
esclusivamente il mio discorso,
è un discorso collettivo.
Allora, con questo spirito, possiamo
ascoltare tre suoni della campana.
A volte siamo un po' più spediti
e ne facciamo solo uno.
Ma stamattina sarebbe bellissimo
godersi tre suoni di campana
e ascoltare la campana veramente
come pratica di
cambiamento sistemico
Possiamo trovare la nostra libertà
nel suono della campana?
Possiamo toccare ciò che c'è di più
sacro e prezioso nella vita?
Grazie a tutti.
Sapete che, nella tradizione buddista,
esiste un bodhisattva del pianto?
Mi chiedevo da dove
venissero le mie lacrime.
Ho capito che erano
lacrime della Terra,
e allora sgorgavano
ancora più forte.
Nella nostra condivisione
del Dharma di ieri,
qualcuno ha espresso l'intenzione
di essere un buon antenato.
Avevamo chiesto al nostro gruppo:
"Qual è la cosa più
importante per voi?"
"Cos'è più importante
nella vostra vita?"
"A cosa volete dedicare il vostro
tempo e le vostre energie?"
Grazie.
Vedete? Per ogni bodhisattva che piange
c'è un bodhisattva con i fazzoletti.
Cosa vorrebbe dire
essere un buon antenato?
E cosa vorrebbe dire
essere un buon discendente
di coloro che ci
hanno preceduto?
Noi siamo sulle spalle di giganti.
Quelli che ci hanno preceduto
nel passato recente,
ma anche quelli che ci hanno
preceduto molto, molto tempo fa.
I saggi. I più saggi, forse.
Qualcuno nel gruppo ha anche chiesto:
"Qual è la concezione buddista del tempo?"
E per noi, per quello
che abbiamo capito,
diciamo che il momento
presente contiene il passato,
e contiene il futuro.
Le mie lacrime sono lacrime
del passato e lacrime del futuro.
Le nostre azioni attuali...
contengono già in sé tutti i
condizionamenti del passato.
Il modo in cui camminiamo
come se avessimo fretta.
Dicono che il nostro senso
di urgenza e di tempo
sia arrivato con l'invenzione dell'orologio
durante la rivoluzione industriale.
La nostra velocità nel camminare
porta con sé la storia.
E quando ora possiamo
fare un passo in libertà,
stiamo trasformando la fretta,
la corsa e l'impegno
dei nostri antenati.
E stiamo rendendo
ancora più possibile
che anche le generazioni future
possano camminare in pace e libertà.
Quando immaginiamo il tipo di società
che tutti noi stiamo lavorando
per rendere possibile in futuro,
una società giusta,
una società più equa,
una società inclusiva,
sia che vi contribuiamo
come monaci
o come qualcuno
della squadra B
o qualcuno con un
ottimismo globale
o il Progetto Everyone, tutte le
organizzazioni qui rappresentate.
Abbiamo in mente
un certo tipo di società
e quelle generazioni future
che vogliamo rendere possibili
con le nostre azioni di oggi.
Vogliamo credere che un
tale futuro sia possibile.
Nel Buddismo crediamo
che nel momento presente
abbiamo un'energia e un
libero arbitrio immensi,
un immensa capacità
per creare le premesse
di quel futuro,
e, in un certo senso, per creare
quel futuro con questo presente.
Cosa pensate che facciamo
quando siamo vivi?
Di cosa parliamo
quando parliamo della vita,
e di come la trascorriamo?
In alcuni dei contesti in cui
alcuni di noi potrebbero trovarsi
per la maggior
parte del tempo,
la vita potrebbe voler
dire produttività,
o profitto, o innovazione,
o agilità.
Indicatori Chiave di Prestazione?
Sembra che si dica così.
Nel Buddismo, abbiamo
naturalmente un concetto diverso
di ciò che facciamo con il nostro
tempo e la nostra energia.
Se parliamo ad esempio di karma.
Molti pensano a qualcosa di preciso
quando sentono quella parola,
ma, in realtà, è un
termine tecnico
che significa
semplicemente 'azione',
l'energia dell'azione.
Tutti noi produciamo karma
in ogni momento.
E parliamo di tripla azione.
Il nostro modo
di pensare. [PENSIERO]
Il nostro modo
di parlare. [PAROLA]
E il nostro modo
di agire [AZIONE]
I nostri pensieri
si disperdono nel mondo
e in un certo senso
si propagano e ci continuano.
Il motivo per cui diciamo
che pensare è importante
è perché stiamo coltivando
quei semi nella nostra mente,
nel nostro pensiero,
in ogni momento.
nel nostro pensiero,
in ogni momento.
Penso che questo
valga per molti di voi,
non appena avete una buona idea
il processo per poi dirla
e realizzarla è molto veloce.
Le nostre idee
sono davvero importanti,
le nostre idee, i nostri valori,
il nostro modo di vedere il mondo.
Danno origine a ciò
che diciamo, e all'azione.
Infatti per noi il pensare
è un tipo di azione.
Al nostro Maestro piaceva
citare Jean Paul Sartre.
L'homme est la somme
de ses actions
L'uomo è la somma
delle sue azioni.
Per ognuno di noi,
l'impronta che
lasciamo nel mondo,
è primariamente,
esclusivamente,
l’eredità del nostro pensare,
parlare e agire.
Il nostro modo di essere.
Nella nostra
vita lavorativa,
potremmo finire per concentrarci
così tanto sull'azione,
che potrebbe essere un esercizio
davvero interessante
chiedersi:
"Quale sarà
l'eredità del mio lavoro?"
"Ed è questo quello che
scriveranno sulla mia lapide?"
Stavo riflettendo
su questi concetti
quando ho cominciato
a praticare al Plum Village.
A quel tempo lavoravo
nella redazione della BBC,
nel campo dell'attualità
politica, figuratevi.
E avevo sentito
questa frase:
Di sicuro mi ammalerò,
non posso sfuggire
alla malattia.
Di sicuro invecchierò, non posso
sfuggire alla vecchiaia.
Di sicuro morirò, non posso
sfuggire alla morte.
E sicuramente
sarò separato
da tutto e da tutti
quelli che amo.
E il quinto punto era:
Solo le mie azioni,
del corpo, della parola e della mente,
sono il terreno su cui poggio.
Le mie azioni.
E lavoravo in redazione,
e ho pensato: Accidenti!
Ho pensato: se continuo
a lavorare qui,
come si riassumerà
la mia vita?
All'improvviso ho capito
che forse sulla mia lapide
avrebbero semplicemente
scritto il mio nome,
e qualcosa del tipo:
Redattore della BBC
Ed è stata una
realizzazione interessante,
perché, non so se qualcuno di voi
ha mai lavorato alla BBC, come Redattore,
ma è una posizione importante.
È una specie di Santo Graal per tutti
coloro che lavorano in quel campo.
Ma io volevo che la mia vita
fosse molto più di quello.
E ho capito che,
quando pensiamo
ai nostri risultati professionali,
a volte può essere
così deludente.
Forse l’ambito delle nostre
azioni non è esattamente
quello che
pensiamo che sia.
Si parla spesso di impatto.
"Voglio avere un impatto".
La frase preferita di Al è
"scala e velocità", "velocità e scala".
Velocità. Scala. Impatto.
Come fai a mettere
quello sulla tua lapide?
Questo documento politico. Questo rapporto.
Ottenere questo finanziamento.
Nel Buddismo diciamo
che la nostra continuazione
e il nostro impatto
sono molto più profondi
dei fini che ci prefiggiamo.
È anche il modo in cui
ci arriviamo, i "mezzi".
Se potessimo descrivere
noi stessi come se
fossimo una candela,
e il nostro pensare,
parlare e agire
come la luce che si
irradia intorno a noi.
La qualità della nostra...
Azione Amorevole
il modo in cui pensiamo,
parliamo e agiamo è anche...
se pensate a una candela
che irradia luce,
quella luce splende anche
sulla candela stessa.
Quando diciamo qualcosa
che non è del tutto vero,
questo influenza la nostra
coscienza, influenza noi stessi.
Quando compiamo un'azione
che non ha piena
integrità e allineamento
con i nostri
valori personali,
questo ci influenza.
Forse influenza il modo
in cui dormiamo la notte.
Possiamo provare
ansia o disperazione.
Ma quando
possiamo agire,
parlare e pensare in un modo che sia
veramente in linea con i nostri valori,
allora possiamo essere
coerenti con noi stessi.
Ed ecco una
cosa interessante.
Se pensiamo che le nostre
azioni principali
siano quelle
del nostro lavoro,
potremmo non
cogliere il fatto
che forse il nostro
esempio migliore
sta nel modo in cui
siamo come persone.
Per esempio verso
i nostri figli,
o verso i nostri familiari.
Come gestiamo
i sentimenti di rabbia.
Come gestiamo
i sentimenti di ansia.
Quali sono...
le nostre bramosie
e le nostre abitudini.
In effetti, noi imprimiamo continuamente
il nostro esempio sulla prossima generazione.
Forse la nostra eredità più grande
non è quella professionale,
ma la famiglia e le
persone con cui viviamo.
Ma forse succede che passiate più tempo
con i vostri colleghi che con i vostri figli.
E quindi forse quel modello
e quella trasmissione
avviene realmente
sul posto di lavoro.
E che stiamo partecipando ad
aumentare l'energia dell'impazienza.
L'energia del...
del "non abbastanza"
Ci arriverò tra un attimo.
E non trasmettiamo quello che
abbiamo imparato il primo giorno,
che è il potere della presenza,
la qualità della presenza.
Quindi forse potremmo cercare
la nostra eredità nel posto sbagliato.
Per quello che trasmettiamo,
per il nostro seguito.
Queste sono tutte
belle parole buddiste.
Il modo in cui continuiamo nel mondo,
ciò che trasmettiamo alle persone che ci circondano.
E uno dei motivi per cui
questo è importante
è che ha qualcosa a che fare
con il cambiamento dei sistemi,
di cui abbiamo sentito
parlare ieri dal Fratello Spirit.
Cioè, possiamo
intraprendere azioni
per mitigare i problemi
del nostro tempo.
Possiamo intraprendere azioni
per alterare i nostri sistemi
economici e le nostre infrastrutture.
Ma alla fine, quel terzo
pilastro della trasformazione,
la trasformazione del sistema,
saranno le persone che
si troveranno in quel sistema,
tra 20 anni, 50 anni,
100 anni, 150 anni.
Come risponderanno quelle persone
alle sfide del loro tempo?
Non possiamo nemmeno
prevedere tutte le sfide.
Ma se potessimo stabilire
un modo di essere
in cui impariamo
e ci prepariamo e coltiviamo,
questo è ciò che trasmettiamo,
è come una cassetta
degli attrezzi, un kit per la vita,
un sistema di supporto vitale,
per le generazioni che verranno,
affinché sappiano come
respirare nella crisi.
Affinché sappiano...
come camminare in modo tale
da poter godere di una foresta.
Potremmo essere così impegnati
a proteggere le foreste,
da non riuscire
a trasmettere ai nostri figli
come godersi una foresta e come
camminare in libertà attraverso di essa.
E quello che sto
cercando di dire è che,
forse, ciò che è più importante,
è proprio insegnare ai bambini
come camminare in libertà
e godersi una foresta,
così che loro possano
proteggere le foreste
tra 50 anni o 100 anni
o 150 anni.
Forse, forse, è più importante questo
che salvare un piccolo angolo di foresta
con una campagna
di sensibilizzazione ora.
Si tratta di... odiamo usare
metafore informatiche,
ma è come il sistema operativo
della coscienza collettiva.
È lì che dobbiamo inserire il nostro
programma di trasformazione.
Come elaboriamo,
come gestiamo,
come creiamo e
rispondiamo alla vita.
È lì che è molto importante investire
il nostro tempo e le nostre energie.
E questo ha a che
fare con l’etica.
Vorrei chiedere
aiuto ad un amico,
e chiedere al fratello
Phàp Huu di intervenire
Scusate...
il riferimento
a "Chi vuol essere milionario".
Non so come mi è venuto.
Fratello Phàp Huu mi aiuterà
a disegnare un cerchio.
Faremo...
Grazie Fratello, grazie.
Quindi...
Stiamo facendo
del nostro meglio
per tornare
a noi stessi.
E alcuni si sono posti la domanda:
cosa significa tornare a noi stessi?
Vuol dire ascoltare,
ad esempio,
ciò che per noi
è più importante.
Il primo giorno abbiamo imparato
ad ascoltare il nostro respiro
e il nostro corpo,
e ciò che essi ci dicono.
S.O.S.
Sono qui. Per favore
prenditi cura di me.
Ti sei completamente dimenticato di me,
del tuo corpo. Sono qui.
Tornare a prenderci
cura del nostro corpo.
Tornare a prenderci cura
dei nostri sentimenti.
Compresi quelli
più scomodi:
dolore, ansia, disperazione.
Gelosia, brama.
È un'abilità fondamentale
della vita umana.
Possiamo gestire
questi sentimenti?
E poi, possiamo
generare benessere?
Possiamo sapere cosa
è più importante per noi?
E potremmo...
negli ultimi due giorni,
aver già avuto alcune nuove intuizioni
su ciò che è importante per noi.
E poi abbiamo avuto
le derivazioni...
Fratello Phàp Huu pensa che io
sappia disegnare dei piccoli cerchi.
Quasi.
Stiamo aiutando
i nostri cari.
Quando lasceremo
questo ritiro,
non andremo ad istruire
le persone che amiamo,
dicendogli che devono mangiare
in silenzio per cinque minuti con noi,
o sedersi in meditazione
con noi ogni mattina,
o... camminare con noi.
Ciò che dovremmo fare
è aiutarli ad ascoltarsi.
E con quelle pratiche
di ascolto profondo,
che abbiamo imparato,
semplicemente il modo in cui
ci presentiamo, con la nostra presenza,
aiuteremo i nostri cari,
i nostri colleghi,
ad ascoltare se stessi.
Noi siamo una sorta di testimone,
un compagno, un amico.
Ci presentiamo in un modo che...
non è mettersi in mostra,
è semplicemente essere lì per permettere
loro di sentirsi a proprio agio,
calmi e in grado di sentire
cosa sta succedendo per loro.
Thay, il nostro Maestro,
ha detto...
Possiamo immaginare...
che la nostra
famiglia diventi...
può anche essere la nostra rete
di amicizie, o le persone con cui viviamo,
Lui li ha descritti come
la nostra base di partenza.
La chiamava "la base o il fondamento
delle nostre operazioni".
E potrebbe anche essere
il vostro team di lavoro,
con cui passate
parecchio tempo.
Il benessere di questo...
"corpo",
questo collettivo
di esseri umani,
è la base delle
nostre operazioni
per poi influenzare
la nostra società.
E potete immaginare
che la società sia qui.
Abbiamo parlato molto
di collaborazione.
So che è essenziale per tutte
le organizzazioni qui rappresentate.
La qualità della collaborazione,
potremmo anche dire l’armonia,
determinerà la qualità del
nostro impatto sulla collettività.
Quindi, qui abbiamo
pratiche di ascolto
e di parola amorevole,
e risoluzione dei conflitti.
Anche la pratica,
a livello collettivo,
dell'accogliere il dolore
e la sofferenza.
Possono esserci dolore e
sofferenza a livello familiare.
Ad esempio quando un membro
della famiglia non sta bene,
o sta morendo, o muore.
Possono esserci dolore
e sofferenza in una squadra,
quando un progetto fallisce.
O quando un progetto
viene compromesso.
Pensate...
alla sfida posta
dal framework ESG.
È una cosa che suscita molte
emozioni in molte persone.
E dobbiamo essere in grado
di prenderci cura di queste...
emozioni, nell'ambito
dei nostri gruppi di lavoro.
emozioni, nell'ambito
dei nostri gruppi di lavoro.
Condividere la nostra disperazione,
condividere il nostro dolore,
aiutarci a vicenda a gestire
queste forti emozioni.
Anche per poter arrivare
ad una visione collettiva
per una nuova risoluzione dei problemi.
E, come è stato
già detto,
l'intelligenza non scarseggia
in questa stanza.
Nei nostri team,
nelle nostre organizzazioni.
E non mancano la buona
volontà, le buone intenzioni.
Ho parlato di cosa
vorremmo per il futuro,
e di come possiamo vivere
la nostra vita adesso
per rendere questo più
possibile in futuro.
Abbiamo visto l'esempio di
poter camminare in libertà,
o godere di una foresta,
o vedere una mela per il
miracolo che rappresenta.
Il mio desiderio
più profondo
sarebbe che, tra 100 anni, le persone
sappiano godersi appieno una mela,
e riconoscerla per
il miracolo che è.
E per ottenere questo, ho bisogno di
mangiare una mela in quel modo adesso,
e condividere con gli altri
come mangiare una mela così.
Quando parliamo
di azioni e progetti,
che siano progetti etici per
pratiche commerciali più etiche,
che vogliamo che accadano
agli altri, o in futuro,
nel nostro modo
di operare in squadra,
per ottenere quei
buoni risultati sociali,
il tipo di valori a cui
miriamo nel nostro progetto,
deve essere presente nel nostro
approccio al progetto stesso.
Ad esempio l'inclusività,
o l'equità.
Abbiamo inclusività ed
equità nei nostri team?
Trasparenza, responsabilità.
A volte Thay descriveva questo
come la trasformazione del nostro
team o della nostra organizzazione
in una Comunità.
Una comunità che incarni
i valori che vogliamo
vedere nel mondo.
Sono sicura che abbiate già
delle meravigliose missioni aziendali,
ma, tanto per dire,
siamo sicuri che
i valori della nostra Organizzazione
sono pienamente in linea
con l'impatto che stiamo
cercando di avere nel mondo?
I valori di come lavoriamo insieme,
di come ci ascoltiamo a vicenda,
di come includiamo
le idee degli altri.
Per garantire che come
squadra, come organizzazione,
stiamo già incarnando i valori
che vogliamo promuovere,
senza cadere nella
trappola di imitare
il tipo di sistemi tossici del mondo
che stiamo cercando di cambiare.
Allora, come può, il nostro modo
di lavorare per il cambiamento
resistere ad alcune delle pratiche
più perniciose presenti nel mondo?
Questo riguarda
anche cose come...
le comunicazioni.
Lo dico come una che
ha fatto la giornalista.
Siamo onesti nelle
nostre comunicazioni?
Stiamo dicendo
tutta la verità
sull’impatto della nostra
Azienda sul mondo?
E se abbiamo questo tipo di onestà
intellettuale all'interno della nostra Azienda,
allora potremo ispirare altre organizzazioni
che stanno lottando molto di più
a vedere che incarniamo davvero
questi valori di profonda onestà.
Voglio parlare anche di una cosa
che mi ha accennato Christiana,
qualche giorno fa,
quando chiedevo:
cos'è che vi tiene
svegli la notte?
Christiana è rimasta
a lungo in silenzio.
E poi, una delle risposte
che ha proposto è stata:
forse un sentimento
di profonda frustrazione.
Perché in fondo
siete brave persone,
e state facendo un buon lavoro, e state
perfino facendo del vostro meglio.
Eppure, in qualche modo,
tutto questo non ha effetti visibili,
non riesce a creare il tipo di cambiamento
che sappiamo essere possibile.
E non si riesce
proprio a capire
come questo possa essere
così difficile.
Una cosa che noi,
come praticanti buddisti,
possiamo offrire per alleviare
questo sentimento di frustrazione è:
siate consapevoli delle conseguenze
indirette del vostro lavoro.
Forse il successo di quel
progetto, di quella campagna,
o iniziativa, o partnership,
forse misurare il lavoro
che svolgete quotidianamente
in base al risultato di quel particolare progetto,
non è il posto giusto in cui guardare
per misurare il vostro
impatto nel mondo.
Il fatto che abbiate già
le migliori intenzioni
nel modo in cui
vivete la vostra vita,
il fatto che state già
collaborando nel vostro team
con generosità, inclusività,
presenza, ascolto, valori,
questa è già un'azione
che si irradia
pienamente nel mondo
e nelle persone intorno a voi,
a casa e al lavoro.
Anche solo per questo
vale la pena provarci.
Le vostre azioni quotidiane possono
già incarnare il messaggio:
"Quello che stiamo facendo
ora non va bene,
e ognuno di noi può fare
la sua parte per cambiarlo."
Questo è un modello, un'eredità,
che stiamo lasciando nella società.
E vorrei invitare di nuovo
il fratello Phap Huu.
Ricorderete il cerchio che abbiamo
visto il primo giorno, sui semi.
Grazie mille, fratello.
Dicevamo che esiste questa cosa
chiamata coscienza deposito.
Questo è un modello della nostra mente,
e abbiamo visto che ci sono dei semi...
e ognuno di noi
possiede questi semi
nel profondo della
sua coscienza.
Tutte le nostre
azioni quotidiane,
il modo in cui parliamo, il modo in cui
ascoltiamo, il modo in cui camminiamo,
gli ideali a cui diamo
origine, i valori,
innaffiano i semi buoni
nella nostra coscienza.
E Sorella Iro
ha anche detto:
questo è sia...
collettivo...
che individuale.
Nel Buddismo diciamo
che confidiamo,
stamattina è tutto un
parlare di quanto confidiamo,
confidiamo che tutti i semi
matureranno col tempo.
A loro tempo.
Alcuni semi maturano subito,
altri hanno bisogno di più tempo.
Potremmo proprio adesso
stare coltivando dei semi
che non impiegano solo
una stagione al sole per fiorire,
e nemmeno 17 anni, come alcune cicale che,
mi pare, hanno un ciclo di vita di 17 anni.
Forse ci sono semi che impiegano
più di una generazione a germogliare.
E se ora, il fatto che
ci troviamo qui,
rappresentasse il germogliare
di semi di una generazione fa?
O anche di due generazioni fa?
Mio nonno è stata la prima persona della mia
famiglia a comprare un libro sulla meditazione
negli anni '70.
Quindi io mi sento come il germoglio
di un seme di due generazioni fa.
Anche solo per il
fatto di essere qui.
E mio nonno, in tutta la sua vita, non ha mai avuto
la possibilità di partecipare ad un ritiro.
Ai suoi tempi ancora
non erano facilmente accessibili.
Penso che abbia iniziato
ad ammalarsi nel 1991,
prima di Internet.
Non sapeva che esistessero posti dove poteva
andare per imparare la meditazione.
La cosa meravigliosa del
germogliare dei semi è:
la nostra vita attuale, le nostre
azioni e le nostre carriere
sono già il germoglio
del passato.
E potremmo anche non vedere tutti
i frutti nel corso della nostra vita.
Ma i semi buoni
che innaffiamo adesso
continueranno a
maturare nel tempo.
Quindi la domanda è:
quali semi stiamo innaffiando?
Quando stavamo imparando
a conoscere la mente,
Sorella Hiro...
ha spiegato che c'è una parte della
nostra mente chiamata "manas",
che è la parte della nostra
mente che coglie.
Che si preoccupa sempre solo
di me e di ciò che è mio,
di avere, di prendere.
Proteggere.
Appropriarsi.
Estrarre.
E abbiamo visto
alcune caratteristiche,
che mi limiterò
a ricordare.
1. l'appropriazione
2. la sopravvivenza
(l'istinto di sopravvivenza)
3. evitare il dolore
4. la ricerca del piacere
5. ignorare il pericolo
del cercare il piacere
6. ignorare l'aspetto positivo
della sofferenza
7. ignorare la legge
della moderazione
Si tratta di un paio di migliaia
di anni di comprensione buddista...
un migliaio e mezzo di anni, proviene da una
fase successiva del Buddismo...
su come funziona
la nostra mente.
E quando l'abbiamo visto
sulla lavagna, l'altro giorno,
non so quanti di voi
hanno notato che
questo non si applica
solo a livello individuale.
Non è questa una descrizione
abbastanza accurata
di come l’umanità...
vive, come specie,
su questa Terra?
Ci stiamo appropriando
della Terra.
La stiamo sfruttando.
Pensiamo alla nostra
sopravvivenza come separata
dalla sopravvivenza delle
altre specie e della Terra.
dalla sopravvivenza delle
altre specie e della Terra.
Come specie, ci piace
evitare il dolore
e cerchiamo
sicuramente il piacere.
E ignoriamo il pericolo
di ricercare il piacere.
E ignoriamo gli aspetti
positivi della sofferenza.
Quindi questi,
dal numero 3 al 7,
questa è la nostra
cultura del consumismo.
Proprio qui.
Consumiamo...
perché non riusciamo
a sopportare
la sensazione di
dolore interiore.
Consumiamo per coprire
la nostra sofferenza.
Pensiamo di aver
bisogno di più cose
perché pensiamo che noi
non siamo abbastanza.
Ciò che abbiamo
non è sufficiente.
E c'è un sistema economico
che ce lo ricorda
costantemente.
E...
Devo controllare
la mia rabbia.
Parlerò con amore.
Ma dirò anche la verità.
Alla ricerca del profitto,
i dipartimenti marketing
di tutto il mondo
ci dicono che non
abbiamo abbastanza.
Secondo la visione
del Buddismo,
abbiamo abbastanza.
È sufficiente
il momento presente.
Ognuno di noi
è sufficiente.
La nostra presenza,
la presenza dei nostri cari,
poter camminare
consapevolmente sulla Terra,
ascoltare gli uccelli
e gli alberi,
è sufficiente per
essere felici.
Possiamo vivere in modo molto
semplice ed essere felici.
E l'ho sentito dire da molti
di voi questa settimana,
è stato così potente
toccare la semplicità
in questi giorni.
Non avere così tanto
bisogno di dispositivi,
non dover comprare cose
online mentre siamo qui.
Il nostro livello di consumismo
è sceso drasticamente.
Eppure, il nostro livello di felicità
è aumentato vertiginosamente.
Stiamo toccando la verità
che le nostre condizioni sono più
che sufficienti per essere felici.
Il nostro Maestro, una volta,
ha detto una cosa,
che ho trovato molto profonda,
e piuttosto coraggiosa.
Ha detto: "Noi umani,
come specie,
non sappiamo cosa
sia la vera felicità.
Ecco perché stiamo
distruggendo il nostro pianeta."
È un pensiero molto profondo.
Dal momento che non sappiamo e
non abbiamo imparato
come toccare la vera felicità
nella nostra vita quotidiana,
consumiamo per coprire
il nostro dolore,
cerchiamo il piacere per
compensare il nostro dolore
perché non sappiamo trovare
la felicità nella semplicità.
Quindi consumiamo.
E questa cultura del consumismo
sta distruggendo
il nostro pianeta.
Ciò significa che è
davvero importante
saper toccare con mano
la meraviglia del momento presente,
per poter toccare con mano
la felicità in modo davvero semplice.
Ed è davvero importante
che ognuno di noi
impari a gestire le
sensazioni dolorose,
così che la prima risposta ai nostri
sentimenti dolorosi non sia il consumare.
La consapevolezza può essere la nostra prima
risposta a una sensazione dolorosa.
Essere presenti,
incontrare noi stessi,
questi siamo noi, che torniamo:
la via d'uscita è dentro di noi.
Incontrare noi stessi e i
nostri sentimenti dolorosi,
con tenerezza, con gentilezza,
con curiosità.
In termini di etica,
significa questo,
significa che una
azienda etica
è quella che non partecipa al
potenziamento di questo meccanismo.
Ma che aiuta le persone
a capire che
abbiamo abbastanza.
Aiuta le persone a
nutrire la vera felicità.
Aiuta le persone a gestire
sentimenti dolorosi.
E potremmo dire: Oh, ma questo
è compito dell'istruzione.
Questo è il ruolo
della società.
O di qualcos'altro.
Ma se le nostre aziende
fossero davvero al servizio
di qualcosa di
più del profitto,
idealmente al servizio
dell’umanità,
e, ancora più importante,
al servizio del pianeta...
dovremmo essere consapevoli di questa
dimensione etica nelle nostre imprese.
È anche molto interessante
il fatto che abbiamo anche il libero
arbitrio e la sovranità, come individui,
per liberarci dai sistemi
di nostra creazione.
Secondo la visione Buddista,
non dobbiamo ritenere il sistema,
o le organizzazioni commerciali,
o una cultura consumistica
esterna a noi stessi,
responsabili di questo.
Con l'energia
della consapevolezza
espandiamo la nostra zona
di libero arbitrio.
Possiamo scegliere cosa
consumare, come vivere.
Possiamo liberarci
da queste macchine,
da questi meccanismi
di nostra creazione.
Ed è per questo
che per noi
la consapevolezza ha a che fare
con il risveglio e la libertà.
Ci dà molta più
libertà d’azione.
E quando potremo trasformare
tutto questo per noi stessi,
per questo motivo,
per l'impatto che abbiamo
con la nostra presenza,
lo trasformeremo anche per
i nostri figli, per i nostri amici.
Ricordo che il nostro
Maestro diceva:
"Una delle abilità più importanti che
possiamo sviluppare a Plum Village
è imparare come generare
un momento di felicità."
Perché imparare a generare
un momento di felicità
ha qualcosa a che fare con la
gestione delle sensazioni dolorose.
Le due cose
vanno insieme.
Abbiamo bisogno di un momento di felicità
quando ci sentiamo giù di morale,
o quando ci sentiamo neutrali,
insensibili,
un po' "meh".
L’abilità di generare
un momento di felicità
è una delle migliori abilità
che possiamo imparare qui.
Perché quando sappiamo come
creare un momento di felicità,
possiamo creare quel momento
per la nostra famiglia.
Possiamo creare quel momento
per il team con cui lavoriamo.
O per la nostra organizzazione
nel suo insieme.
Non ci vuole molto per creare
un momento di felicità.
Thay ha anche detto
che possiamo creare un momento
di felicità ogni volta che vogliamo.
È dura, lo so.
Ma ci sto lavorando.
È possibile porsi davvero
questa domanda.
Se mi sento neutrale,
se mi sento giù,
se non mi sento felice,
se non sto bene,
mi chiedo: cosa posso fare
in questo momento?
In questo ritiro abbiamo imparato
molti modi in cui possiamo farlo.
Rilassare il corpo, quando il disagio che
riscontriamo è un disagio fisico.
Ansia, irrequietezza, tensione.
È allora che possiamo praticare
il rilassamento profondo.
E sulla nostra app troverete molti contenuti
che potrete utilizzare quando sarete a casa.
Condividere un pasto
con gli amici, di persona.
Non mangiare da soli
è fonte di gioia e felicità.
Ma anche imparare,
quando mangiamo da soli,
a non sentire che siamo soli,
ma a vedere veramente l’intero pianeta,
il Cosmo e la Madre Terra,
il miracolo della vita,
nel nostro panino, nel nostro
cestino del pranzo,
nel nostro cibo.
E dire: userò la mia intuizione per vedere
che, anche in questo momento,
anche se una parte di me si sente
così sola a mangiare da sola,
io so che non è tutta la verità.
So che l'intero Cosmo
sostiene il mio pranzo.
L'intero Cosmo
sostiene la mia mela.
E usando l'occhio dell'intuizione, possiamo
capovolgere un momento di solitudine
in un momento di
felicità e connessione
con il pianeta intero
e il Cosmo intero.
Quindi, quando parliamo di quali
semi abbiamo innaffiato,
il nome di questi semi, per chi
si è perso la presentazione,
potrebbe essere timore,
potrebbe essere ansia,
potrebbe essere disperazione.
Ma potrebbe anche essere felicità,
gratitudine, consapevolezza.
Generosità.
Quello che tutti noi
dobbiamo chiederci è:
quali semi stiamo innaffiando
nella nostra vita quotidiana?
E cosa c’entra questo con la
trasformazione del sistema?
La trasformazione
della nostra società?
Per molti di noi,
in questo ritiro,
se abbiamo mai provato un sentimento
di paura, o rabbia, o panico,
voleva dire che le cose non si stavano
muovendo abbastanza velocemente.
Crescita e sviluppo!
Questi potrebbero essere i semi
della nostra organizzazione.
La coscienza collettiva della nostra
organizzazione e dei nostri team.
Forse potrebbe essere davvero
un buon esercizio chiedersi:
Come ci sentiamo?
Potreste tornare dai vostri team
e definire sulla lavagna qual'è il
fertilizzante, o qual'è il terriccio?
Forse ognuno potrebbe scriverlo
su un foglietto, da ritirare alla fine.
Magari si avrebbe un numero
uguale di positivi e negativi.
Quali semi
stiamo innaffiando?
Scriverò qui
"cultura del consumismo".
Forse la cultura consumistica innaffia
in noi il seme del desiderio.
Quindi una domanda è:
quando parliamo
di avere il libero arbitrio
per vivere in modo diverso
sul nostro pianeta,
come possiamo
proteggere la nostra mente
dalla coscienza collettiva che innaffia
continuamente il nostro seme dell'avidità?
Ogni volta che vediamo una pubblicità,
innaffiamo il seme dell'avidità.
"Se acquisti questo prodotto,
ti sentirai più felice."
"Se comprerai questo prodotto,
sarai fico e accettabile."
"Avrai uno status".
"Avere questo prodotto è un
segno di potere o influenza."
Questi semi vengono
innaffiati continuamente in noi.
Il potere della consapevolezza
è che ci dà la libertà
di scegliere di essere diversi,
e di operare al di fuori di questa
cultura del consumismo.
Nel Buddismo
parliamo di "carburanti".
Cos'è che ci spinge?
La nostra intenzione
o volontà più profonda.
Possiamo parlarne anche come di un
seme nella nostra coscienza.
Ad esempio...
Forse vi sarà capitato di dire,
avrò quel tipo di macchina e
una casa mia entro i miei 30 anni.
Quella è una volontà e un'intenzione
che fissiamo ad un certo punto,
e che ci guida.
Potremmo avere
la volontà e l'intenzione
di avere una certa
quantità di soldi,
un certo grado di retribuzione,
forse un certo status.
Nel Buddismo abbiamo una
pratica di indagine profonda
su quali siano
le nostre volizioni.
E' una specie di
termine tecnico. Volizione.
Cos'è che conta di più
per noi?
In realtà, secondo
i saggi del Buddismo,
i soldi, lo status,
il potere, e persino
i piaceri sensuali,
non bastano.
Non sono queste
le cose che...
Potrebbe essere ciò che
desiderate, o pensate di desiderare,
Potrebbe essere ciò che
desiderate, o pensate di desiderare,
o che la società vi dice
che dovreste desiderare,
ma potrebbe non essere ciò
che è più importante per voi.
Quello che volete veramente.
Ciò che volete
veramente offrire.
E ho la sensazione
che per molti di voi,
uno degli aspetti della vostra volizione
è quello di voler essere utili.
Di servizio alla società,
per sostenere l’inclusione,
la non-discriminazione,
aiutare le persone ad innamorarsi
della Terra e a proteggere il pianeta.
Per avere un sistema
economico più equo.
Questa è una
volizione fantastica.
Diciamo che la nostra volizione
è come un fuoco nel nostro ventre.
E dobbiamo nutrirlo e
mantenerlo in vita ogni giorno.
E dobbiamo sapere davvero
cosa è più importante per noi.
E forse il modo in cui realizziamo
i nostri sogni più profondi...
a volte chiamiamo anche volizione
il nostro desiderio più profondo.
Il "Come" della realizzazione
è importante quanto il "Cosa".
Se sacrifichiamo i nostri amici,
la nostra famiglia e la nostra salute
per prenderci
cura del pianeta,
forse non ci stiamo
prendendo cura del pianeta
nel modo in cui le generazioni
future necessitano che lo facciamo.
Forse non è quello il modo
per essere un buon antenato
per il futuro del pianeta,
perché creiamo un esempio,
non prendendoci cura della nostra salute,
sacrificando amici e famiglia,
portiamo quell'esempio
nella società.
Un'intuizione davvero profonda che Thay
ebbe riguardo alla volizione e al desiderio
è che sono un modo
per trasformare il Manas.
Ha usato un termine tecnico:
sublimiamo il Manas
al servizio della nostra buona intenzione,
del nostro desiderio più profondo.
E ha dato l'immagine in cui
Manas si era appropriato...
se ricordate questa
energia di appropriazione,
una parte della coscienza deposito
nel dire: "Questo sono io".
"Questo sono io, qui."
E ha detto che possiamo
trasformare il Manas
in un loto.
Che può essere un loto
al servizio della società,
al servizio del mondo.
E prendiamo il nostro
istinto di sopravvivenza,
che Sister Hiro ha descritto
come l'energia della vitalità.
Abbiamo una forza vitale
che diventa il nostro
desiderio più profondo.
Questo, quindi,
si auto-rinforza.
Ci prendiamo cura
del nostro dolore.
Ci occupiamo di generare
momenti di felicità.
Comprendiamo la bontà
di abbracciare la semplificazione.
Capiamo che non vogliamo
perdere tempo
tra streaming e schermi.
Comprendiamo la legge
della moderazione
perché abbiamo qualcosa di molto più importante da fare
con le nostre ore e i nostri giorni
A questo punto,
vorrei leggere
una parte di...
A Plum Village
abbiamo un codice etico.
Vedremo ora l'applicazione etica
di tutto ciò che ho detto.
Abbiamo un principio
etico particolare
che possiamo descrivere come
avere il giusto tipo di carburante.
E questo è quello che dice:
Consapevole della sofferenza causata
dal consumo inconsapevole,
mi impegno a coltivare una buona
salute, sia fisica che mentale,
per me, per la mia famiglia
e per la mia società.
Praticando il mangiare, bere e
consumare in modo consapevole.
Consumando cibi sani,
impressioni sensoriali,
consumando volontà, perché
anche quella è un tipo di cibo,
ci fa alzare dal letto
la mattina, come il caffè.
E consumando la coscienza.
Ciò che è veramente
interessante nel Buddismo
è che diciamo che
"consumiamo" il nostro ambiente.
La coscienza
del nostro ambiente.
Ecco perché, se il nostro team
è in difficoltà e ha molte paure e ansia,
anche noi proveremo
paura e ansia.
Se c’è molta disperazione
e solitudine nel mondo,
soprattutto dopo la pandemia,
diciamo che è aumentata,
come sembrano dimostrare
alcune ricerche,
quella coscienza collettiva influenzerà anche
la nostra coscienza individuale.
Quindi non sentiamo solo il nostro dolore,
ma anche il dolore della nostra società.
Proprio come se assorbissimo
la coscienza collettiva.
Ecco un'altra frase tratta
dal principio del "giusto carburante".
Sono determinato...
Quindi, consapevole della sofferenza
causata da un consumo inconsapevole,
sono determinato a non cercare
di nascondere la solitudine,
l'ansia, o altra sofferenza,
perdendomi nel consumo.
Contemplerò l'inter-essere,
e consumerò in un modo
che preservi la pace,
la gioia e il benessere
nel mio corpo e
nella mia coscienza,
e nel corpo e nella
coscienza collettivi
della mia famiglia, della mia
società e della Terra.
Quando parliamo di
trasformazione individuale
e di trasformazione
del sistema,
i nostri sistemi sono espressione
di individui, di umanità.
Quando trasformiamo
il nostro modo di consumare,
abbiamo il diritto di chiedere
alle organizzazioni in cui operiamo
in cui lavoriamo:
"Stiamo aiutando le persone
a consumare in modo da preservare
la pace, la gioia e il benessere?"
Quindi, questa etica inizia da noi stessi,
ma si applica anche ai nostri mezzi di sussistenza.
Abbiamo un altro principio etico.
Che riguarda la semplicità. Potremmo
chiamarla Semplicità Profonda.
Negli ultimi giorni abbiamo
toccato la semplicità in tanti modi.
Abbiamo fatto ogni
sorta di cose normali.
Spero che abbiate notato che tutto ciò che
abbiamo fatto è abbastanza normale.
Abbiamo camminato. Abbiamo mangiato.
Abbiamo fatto conversazione.
Abbiamo ascoltato le presentazioni.
Siamo stati seduti.
Ci siamo sdraiati.
Ma lo abbiamo fatto in un
modo riposante e curativo.
Quindi una domanda che
emerge da questo ritiro è:
come posso avere questa riposante
semplicità nella mia vita quotidiana?
Se abbiamo il vantaggio
di lavorare da casa,
magari, dopo aver pranzato,
potreste fare dieci o venti minuti
di rilassamento con
l'app di Plum Village.
Quello è un grande vantaggio
del lavorare da casa.
Quando ero in redazione,
dovevo usare la toilette
per rilassarmi con la
scansione del corpo.
Fortunatamente, i bagni
erano molto belli e ampi.
È lì che facevo
rilassamento profondo
nei momenti di crisi.
Questa è un'altra cosa: il rilassamento può essere
molto utile anche nei momenti di panico.
Lavoravo a uno spettacolo televisivo in diretta,
e abbiamo perso il nostro ospite
alle 9 del mattino,
e trasmettevamo alle 14:00.
Il mio capo ha detto:
"Trova un sostituto!"
E io ho pensato...
E mi sono resa conto che non respiravo,
allora ho pensato: so cosa fare.
Così sono andata a sedermi sul water
e ho fatto il mio rilassamento profondo.
Ed è sorprendente perché la mente che
usciva dalla scansione del corpo
dopo 10 o 15 minuti,
era molto più chiara e calma.
E avevo molte più risorse
per risolvere il problema.
Quindi, rilassamento profondo.
È un piccolo consiglio. Potete
usarlo nei momenti di crisi.
Quindi: profonda semplicità.
Ci siamo riposati e
rilassati profondamente.
Abbiamo anche trascorso
del tempo nella natura.
È molto importante trascorrere del tempo
nel mondo che vogliamo salvare.
Questo è ciò che vogliamo
trasmettere alle generazioni future.
Amore e intimità con il mondo
che vogliamo proteggere.
Quindi, tornando a casa
da questo ritiro,
come vi assicurerete...
forse dovrebbe essere
una nota sul vostro calendario,
chiamata "Tempo in natura",
Che si tratti di un albero
vicino al vostro ufficio,
di un parco, di un
angolo di giardino,
o pefino le piante sul
davanzale della finestra.
E potreste sedervi e godervi la vista
delle piante mentre prendete una tazza di tè.
Come trascorrerete del tempo,
in silenzio, con la natura,
e godrete di quella
semplice felicità,
e quella sensazione di sufficienza?
Credo che un altro
elemento di questo ritiro
che ha rivelato come
la semplicità sia così deliziosa
è stato il fatto che abbiamo
partecipato a questo ritiro di persona,
insieme ad altre persone.
Siamo esseri sociali.
Come possiamo, in gruppo,
in famiglia, con gli amici,
impegnarci ad organizzare
la nostra vita in modo diverso,
in modo da trascorrere davvero
del tempo di qualità insieme, di persona?
Direi che sia un principio
etico: esserci.
Nel Buddismo, la comunità
è molto importante,
e uno dei nostri principi dell'essere
in comunità è riunirsi sotto lo stesso tetto.
Quindi dobbiamo riunirci
di persona, nella vita reale,
sotto lo stesso tetto,
con coloro che amiamo.
Perché la vita è molto breve.
Questa vita è molto breve.
È davvero salutare e appagante
stare con le persone a cui teniamo.
Ho parlato di sufficienza.
Nel Buddismo diciamo...
e questo è in parte dovuto
a quello che ho detto all'inizio
sul momento presente,
che contiene il passato e il futuro,
ecco perché possiamo dire
che questo momento è sufficiente.
È abbastanza.
In questo momento
ognuno di noi è sufficiente.
Io sono abbastanza.
Voi siete abbastanza.
Come ha detto Fratello Spirit,
c'era quella frase:
"Tu sei già ciò che
vuoi diventare".
Questa intuizione appartiene
alla dimensione ultima.
L'intuizione della sufficienza.
Nella nostra vita quotidiana,
ognuno di noi
ha bisogno di trovare
un modo per entrare
in quella bellissima dimensione finale,
e trascorrere un po' di tempo
in un momento di sufficienza.
Magari cinque minuti al mattino,
mentre vi godete una tazza di tè.
Potrebbero essere i dieci
minuti di relax dopo pranzo,
dopo una mattinata
davvero difficile al lavoro.
Potrebbe essere sedersi a pranzo
con la famiglia e gli amici,
e dire in silenzio a te stesso:
questo è sufficiente.
È abbastanza.
Noi siamo abbastanza.
E quel senso di vivere
nel momento presente
che è, in definitiva, l’unico
momento disponibile,
è un'ovvietà, ma è pur
sempre così vero!
Quel futuro non c’è
e non ci sarà mai,
ci saranno solo
momenti presenti.
E se noi non siamo in grado di
godere di questo momento presente,
come potranno mai farlo
le generazioni future?
Quindi entriamo in questa
intuizione della sufficienza.
Questo è abbastanza.
Io sono abbastanza.
E ne facciamo una formazione
e una pratica.
Nel Buddismo si parla di koans.
Scrivetelo su un pezzo di carta.
Forse iFratello Phap Huu
può metterlo in calligrafia.
Mettetelo da qualche parte, dove potreste
sedervi per godervi una tazza di tè.
E respirate, e toccate quell'intuizione
che siete abbastanza.
Perché se passiamo
24 ore al giorno
a sentire che non
siamo abbastanza,
noi stiamo corrodendo la nostra umanità
e il nostro accesso alle meraviglie della vita.
È un vero e proprio
allenamento.
C'è una cosa che un giornalista una
volta chiese al nostro Maestro.
Chiese:"Sei un ottimista o un pessimista
quando si tratta di questioni ambientali?
Era un giornalista del quotidiano
The Independent, nel Regno Unito.
E ho pensato: come risponderà
Thay a questa domanda?
Thay era molto stanco
durante tutta l'intervista.
Rimase in silenzio per molto
tempo e poi, all'improvviso, disse:
"Un ottimista!".
E ho pensato: OK!
Cosa dirà adesso?
E lui ha detto:
"Possiamo essere in pace perché
sappiamo di aver fatto del nostro meglio".
"Stiamo facendo del nostro meglio e
sappiamo di aver fatto del nostro meglio".
Nel suo ottimismo
c'era anche la radice
della fiducia nel concetto
di maturazione dei semi.
Facciamo del nostro meglio ed è per
questo che possiamo avere la pace.
Ed è per questo
che puoi prenderti
cinque minuti per dire
"sono abbastanza".
"Noi siamo abbastanza."
"La mia squadra è sufficiente."
"La mia organizzazione
è sufficiente."
Perché stiamo facendo
del nostro meglio.
Ed è per questo che
possiamo avere la pace.
E allo stesso tempo,
possiamo uscire dalla dimensione
ultima e metterci alla prova:
"Sto facendo del mio meglio?"
E anche i nostri amici
possono metterci alla prova.
Quindi possiamo trascorrere
del tempo nella dimensione assoluta,
è molto bellofarlo,
ogni giorno, qualche minuto.
E poi possiamo uscirne fuori
e continuare davvero a metterci alla prova
nella dimensione storica,
che è quella della vita di tutti i giorni.
"Cos'altro potremmo fare?"
Ma non con un sentimento di insufficienza,
ma con uno di possibilità.
"Cos'altro potremmo fare?"
E potremmo chiederci:
stiamo ponendo le domande giuste
sulla nostra
cultura consumistica?
Ci stiamo ponendo le domande
giuste sui sistemi economici?
Questa è una vera sfida.
E penso che nella squadra B, come organizzazione,
questo sia qualcosa di cui preoccuparsi.
Penso che, con l'Ottimismo Globale,
questo sia qualcosa di cui preoccuparsi.
Stiamo ponendo le domande
giuste su questa questione?
Abbiamo definito
correttamente il problema?
Se vogliamo sfidare o trasformare
la nostra cultura individualista,
consumistica e capitalista,
possiamo porre le domande
che ho sentito stamattina:
"C'è abbastanza amore
in tutto questo?"
Qual è il ruolo dell'amore qui?
C’è amore nelle nostre organizzazioni?
C'è amore nelle nostre squadre?
Come possiamo portare
compassione in tutto questo?
Come possiamo mettere in discussione
le cose che diamo per scontate?
In questo principio di
Profonda Semplicità, diciamo:
Consapevole delle sofferenze
causate dallo sfruttamento,
dall’ingiustizia sociale,
dai furti e dall'oppressione.
Consapevole delle sofferenze
causate dallo sfruttamento,
dall’ingiustizia sociale,
dai furti e dall'oppressione,
mi impegno a praticare
la generosità
con i miei pensieri,
parole e azioni.
Sono determinato a non rubare
e a non possedere nulla che
dovrebbe appartenere ad altri.
E condividerò il mio tempo,
la mia energia e le
mie risorse materiali
con chi è nel bisogno.
Poi continua, e c'è
una riga che dice:
Mi impegno a praticare
il giusto sostentamento,
per contribuire a ridurre la sofferenza
degli esseri viventi sulla Terra
e smettere di contribuire
al cambiamento climatico.
Possiamo praticare e incarnare
questo secondo principio etico,
come individui, ma anche
a livello organizzativo.
Sono stata molto felice
di scoprire che il Team B
ha dei principi
fiscali responsabili.
Non so se c'è qualcuno qui
coinvolto in quel particolare progetto.
OK! Grazie mille!
Quello è un modo meraviglioso
di applicare questo principio etico
nelle organizzazioni.
Come possono le organizzazioni
essere trasparenti
e avere pratiche
fiscali trasparenti?
Perhé non si tratta solo di evitare,
offuscare e calibrare,
ma esiste una vera
integrità etica
a livello organizzativo, sulla necessità
di restituire un contributo alla società.
Questo vuol dire
applicare il principio
Sono determinato a non rubare e a non possedere
nulla che dovrebbe appartenere ad altri.
Possiamo dire che il principio della tassazione
applicato da un sistema democratico
riguarda l'equità,
riguarda l'inclusione.
Non possiamo dire che un certo profitto
appartenga solo ad una determinata società.
Proprio come l’intero cosmo
è in un fiore, o in una mela,
allo stesso modo
è in quel profitto.
Quindi condividiamo quel profitto
con spirito di reciprocità.
Potremmo anche applicare
questo principio etico...
butto lì alcune idee che
potrebbero essere controverse,
ma sarò coraggiosa...
... ai rapporti salariali
nelle organizzazioni,
tra i vertici dell'organizzazione
e i livelli inferiori.
Si potrebbero seguire
dei principi etici:
stiamo portando avanti
il lavoro sul quadro fiscale,
non possiamo avere anche
un altro quadro etico sui salari?
E con questo principio etico...
distribuirò a tutti voi una copia
di questo foglio, non preoccupatevi.
Con questo principio
etico, possiamo dire
che i sussidi ai combustibili fossili
non sono eticamente accettabili.
È una semplice verità morale.
E questo ci dà il linguaggio
per descriverlo.
Non è possibile
utilizzare risorse condivise
per sovvenzionare qualcosa
che sta distruggendo il pianeta.
Ciò non è eticamente accettabile.
E come buddisti, possiamo
dichiarare questo senza paura,
E possiamo aiutare anche gli altri
a dichiararlo nel linguaggio dell’etica.
So che essere audaci e coraggiosi
fa parte della missione della squadra B.
Sono state condotte
alcune ricerche interessanti.
Recentemente ho visto un
articolo pubblicato l'anno scorso,
su come il nostro
sistema economico
sia ancora globalmente ingiusto.
sia ancora globalmente ingiusto.
E sono state condotte
alcune ricerche molto efficaci
che hanno rivelato il
depauperamento del Sud del mondo
attraverso lo scambio
ineguale di risorse.
C'era un modo
molto eloquente
di misurare il lavoro,
la terra, le risorse,
gli investimenti, fatti
nel Sud del mondo
per rendere possibile l’esistenza
delle economie del Nord del mondo.
E questo documento concludeva
che il colonialismo è ancora operante
a livello economico,
per quanto ci raccontiamo altrimenti.
Potremmo quindi applicare questo principio
etico ad un'analisi di questo fenomeno.
Con questo principio etico
del non prendere,
non rubare, non sottrarre,
dell'essere generosi,
possiamo anche riconoscere
che viviamo su un pianeta limitato.
E questo deve significare una
crescita limitata di un certo tipo.
Non possiamo avere una crescita
illimitata su un pianeta limitato.
Mi ricordo anche
di un giornalista...
non so se eri tu Joe. Non so
se Joe è seduta qui da qualche parte.
Non ho sentito la sua sonora
risata, quindi forse non è qui...
Penso che potrebbe essere stata Joe
a chiederlo a Thay una volta,
quando Thay insegnava all'Università
di Nottingham nel Regno Unito,
e gli chiese: "Ma Thay... a te piace
la crescita come principio.
Vuoi far crescere
il tuo monastero.
Vuoi accrescere la tua
portata e il tuo impatto.
Vuoi che sempre più persone
ascoltino il tuo dharma.
Quindi non puoi essere
contrario alla crescita."
E Thay, sorrise. Gli piaceva molto quando
le persone erano un po' sfacciate.
Sorrise e disse:
"È vero. Ma noi sappiamo
cosa vogliamo accrescere.
Vogliamo accrescere la compassione.
Vogliamo accrescere la saggezza.
Vogliamo accrescere lo spirito
comunitario, il senso di comunità.
E sì, potremmo aver bisogno di crescere in base
alle risorse. Ma al servizio di tutto questo.
Non cerchiamo una crescita fine a
se stessa, o per il profitto in sé."
(sussurra) OK, lo so.
Abbiamo un paio di altri principi.
Uno è il rispetto per la vita.
Il rispetto per la vita implica anche
lo spirito di non violenza
e il non uccidere.
Non estrarre. Non sfruttare.
Consapevole della sofferenza
causata dalla distruzione della vita,
mi impegno a coltivare la visione
dell'inter-essere e della compassione,
e imparare modi per
proteggere la vita delle persone,
degli animali, delle
piante e dei minerali.
Mi impegno a non uccidere,
a non lasciare che altri uccidano,
e a non sostenere alcuna attività
di uccisione nel mondo
nel mio modo di pensare
o nel mio modo di vivere.
Vedendo che azioni dannose
nascono dalla rabbia,
dalla paura,
dall’avidità e dall’intolleranza,
che a loro volta provengono
dal pensiero dualistico e discriminativo,
mi impegno a coltivare
apertura, non discriminazione
e non attaccamento alle opinioni
per contribuire a
trasformare la violenza,
il fanatismo e il dogmatismo
in me stesso e nel mondo.
Questo è il modo
in cui noi buddisti
applichiamo il principio
del rispetto per la vita.
Quindi, prendersi cura del mondo
può essere un’idea intellettuale,
oppure può essere una pratica
che esprimiamo con il nostro corpo.
Vi invito quindi
a farvi questa domanda:
Ho a cuore la società?
Ho a cuore la Terra?
In che modo le mie azioni
mostrano questo?
Come saprete, noi crediamo
che una dieta a base vegetale
sia veramente un passo
possibile, ancorché radicale,
che ognuno di noi
può intraprendere.
Non giudichiamo, né siamo
dogmatici al riguardo,
che è anche un principio
di questa lezione sull'etica.
Diciamo semplicemente che questa
è una direzione in cui tutti possiamo andare.
Ed è un modo semplice
per praticare la non violenza
nella nostra vita quotidiana.
Quando parliamo...
di non violenza qui,
a volte si potrebbe pensare che
ci si riferisca solo alla violenza fisica,
ma diremmo che anche il nostro
pensiero può essere violento e distruttivo.
Il nostro modo di parlare
può essere violento.
Così come il nostro comportamento.
Ecco, potrebbe essere
il nostro modo di consumare.
Inoltre non siamo assolutisti,
questo è un principio molto
interessante dell’etica buddista.
Se avessi tre ore oggi,
potrei condividere con voi
alcune altre idee
su come applichiamo i nostri
principi in diverse situazioni.
Uno di questi è che non li applichiamo
mai in modo assolutista e puritano.
E so che nella squadra B
e in molte aziende che
vorrebbero fare cose buone,
il pericolo è di finire sotto tiro
da ogni possibile direzione.
Gli altri puntano sempre il dito
e potremmo avere paura
dei principi etici
perché non vogliamo che diventino
un bastone con cui picchiare gli altri.
Quindi, nei principi etici buddisti
questi principi
non sono bastoni.
Ci piace descriverli
come una Stella Polare,
una direzione di viaggio.
La cui applicazione
contiene molto spazio,
molta compassione e pazienza,
molta apertura.
E che innanzitutto questi principi
sono qualcosa che noi stessi
facciamo, come individui,
come team e come
organizzazioni.
Quindi mettiamo in pratica
quello che diciamo.
I principi etici sono qualcosa
su cui possiamo discutere,
ma non li usiamo per
incolpare, giudicare o punire.
Questa è l'etica buddista.
In breve.
Abbiamo imparato molto
anche su un altro punto
che riguarda la
comunicazione compassionevole.
Non dirò molto altro
a questo riguardo.
Ma soltanto che rappresenta...
il nostro modo di trasmettere integrità
e onestà nelle nostre comunicazioni
pur rimanendo capaci e pazienti,
e consapevoli dell'impatto
delle nostre parole,
e abbiamo imparato molto a
questo riguardo questa settimana.
L'ultimo principio
riguarda il Vero Amore.
Ciò che è veramente
interessante nell'etica buddista
è che includiamo le
nostre relazioni intime
nell’orbita della nostra...
azione morale.
Il modo in cui siamo
con coloro che amiamo.
Siamo capaci di rispettare
i nostri partner?
Accettiamo le loro diversità?
Siamo capaci di accettare
i loro difetti?
Sappiamo aiutarli a trasformare
la loro sofferenza?
Riusciamo a vederli come
una meraviglia della vita?
A non darli per scontati?
Quando diciamo quale contributo possono
apportare i buddisti ad un’etica globale,
potremmo dire che...
forse la squadra B
potrebbe sviluppare una
sorta di etica compassionevole
per portare... ora lo distribuirò...
Per i componenti della squadra
di casa non è necessario vederli.
Ho stampato solo 40 copie
per risparmiare carta.
Questi sono i Cinque
Addestramenti alla Consapevolezza,
che rappresentano la visione
etica di Plum Village
e quella che potremmo
chiamare spiritualità globale.
Non sarebbe una
sfida interessante
vedere se esistesse
un codice scritto,
proprio come
i principi fiscali,
se ci fosse un codice
scritto per esprimere
il tipo di etica che vorremmo
vedere nel nostro mondo lavorativo.
Quindi questo testo che vedete,
è stato sviluppato nel tempo
dal nostro Maestro,
è stato sviluppato nel tempo
dal nostro Maestro,
ci ha tenuto molto
a rinnovarlo nel 2009,
e l'ultimo aggiornamento
è stato l'anno scorso.
È qualcosa che stiamo continuando
ad evolvere. È un documento in evoluzione.
Non dobbiamo avere paura
di definire i nostri valori.
Penso che a volte, visto che
... siamo qui in Europa,
aspettate... cos'è
che voglio dire...
nel Nord giudaico-cristiano?
Non so se dico bene...
siamo in un'era
leggermente post-religiosa,
e abbiamo molta paura
di definire l’etica
e una bussola morale.
Il nostro Maestro ha insegnato alla nostra
comunità che non dobbiamo avere paura
di dire cosa è giusto e cosa è
sbagliato alla luce della sofferenza.
Ognuno di questi principi è incorniciato
dalla consapevolezza della sofferenza
causata da determinate azioni.
Sulla base della nostra
comprensione della sofferenza,
possiamo escogitare comportamenti
per ridurre la sofferenza
in noi stessi, nella nostra
famiglia e nel mondo.
Ed è giusto identificare
i comportamenti dannosi.
A volte possiamo non
voler esporre gli altri,
e qualcosa che ho imparato
qui in questa comunità
è che possiamo dire:
"Quel comportamento non è OK"
pur amando quella persona.
Amiamo la persona
per quello che è,
e riconosciamo che tutti gli
esseri umani hanno dei difetti.
Eppure possiamo ancora...
far notare che questa o quell'azione
non è corretta e non è etica.
E come società, dobbiamo avere
il coraggio di avere un dialogo aperto.
E ad avere fiducia in noi stessi.
E confidare nella saggezza
dei nostri antenati.
Voglio concludere con qualcosa
che ha detto il nostro Maestro.
Ne abbiamo parlato nel nostro
gruppo l'altro giorno.
Nel campo dell’etica
e della spiritualità,
non possiamo permettere
"agli altri"
di monopolizzare
Dio e la spiritualità,
e usarli al servizio
dell’intolleranza,
odio, discriminazione, dogmatismo,
perfino brama e avidità.
Non possiamo permettere
agli altri di monopolizzare,
ha usato anche
la parola "dirottare",
dirottare Dio e la spiritualità
al servizio di quelle cose.
Forse sto pensando
che "gli altri"...
non so se devo
dirlo chiaramente.
Se pensiamo alla destra
cristiana conservatrice,
possiamo chiederci:
usano il nome di Dio
al servizio dell’intolleranza,
dell’odio, della discriminazione,
del dogmatismo, e anche
la brama o l'avidità?
Per prendersi cura di se stessi, della propria
sopravvivenza, la sopravvivenza di pochi.
I pochi che hanno le stesse convinzioni,
gli stessi valori, la stessa etnia.
E il nostro Maestro...
disse che gli è stato chiesto
dopo che John Kerry
perse le elezioni nel 2005,
per un margine
molto ristretto,
secondo alcune misurazioni,
gli è stato chiesto:
Come è stato possibile?
Perché...
perché la bontà del Paese
è venuta meno in quel momento?
Quello era il 2005, e tutti noi
abbiamo vissuto fino al 2016,
che immagino sia stato traumatico tanto per le persone
negli Stati Uniti che per quelle nel Regno Unito.
E questo è ciò che
ha risposto Thay:
"Penso che se il Partito Democratico
questa volta non ha avuto successo,
è perché mancava loro
una dimensione spirituale.
Hanno permesso all’altra
parte di monopolizzare Dio,
di dirottare il nome di Dio,
in direzione della divisione,
odio, discriminazione, intolleranza.
E affermano che l’altra
parte giustifichi
ogni sorta di cose che, essi affermano,
vanno contro la volontà di Dio."
E Thay ha detto: "Questo è pensare
in maniera fondamentalista.
È un pensiero pericoloso".
E poi ha detto: “Abbiamo bisogno
di un Dio compassionevole.
Abbiamo bisogno di un
Dio di non discriminazione.
Un Dio di tolleranza. Abbiamo
bisogno di un Dio d'amore.
E se non ci riuniamo
e non pratichiamo insieme,
per portare la dimensione
spirituale nella nostra vita quotidiana,
immagino che non avremo
successo nei nostri tentativi futuri.
Essere spirituali non vuol dire essere
molto lontani dalla nostra vita quotidiana."
Quindi, se non avete mai sentito
parlare il nostro Maestro,
lui usava Dio come un modo
per descrivere la dimensione ultima.
Il suo è un Dio
molto inclusivo,
degli dei che molti di noi
potrebbero riconoscere
dalla nostra educazione, e che molti
di noi continuano a tenere a cuore.
Quindi, essere spirituali non vuol dire
essere lontani dalla nostra vita quotidiana.
"Siamo spirituali nel modo
in cui beviamo il tè", ha detto.
"Nel modo in cui camminiamo.
Allo stesso modo, quando qualcuno
dice qualcosa con odio e rabbia,
la nostra risposta può portare
con sé la spiritualità.
Questa è la
comunicazione compassionevole.
Questa è spiritualità. Questa è
preparazione. Questa è la vita."
E poi ha detto:
“Ecco perché la pace,
la giustizia sociale e l’uguaglianza
dovrebbero sempre
iniziare da noi stessi.
Dobbiamo imparare a
trattare con noi stessi,
a gestirci con compassione,
in modo che possiamo stare
con le nostre famiglie con compassione
e aiutare altre famiglie
a fare lo stesso.
E questo è lo spirito della
costruzione della comunità.
Anche ... " e questa è una frase
davvero sorprendente,
"Anche se hai un'analisi
perfetta della situazione,
Anche se hai un piano
d'azione perfetto,
senza questo tipo di
addestramento o pratica spirituale,
senza una dimensione spirituale
nel tuo modo di essere e di fare,
non penso che potrai farcela."
E poi ha detto:
(ride) "Grazie." [risate]
Voglio anche io ringraziarvi per la
vostra pazienza, e per avermi ascoltato.
Ho fatto del mio meglio.
Quindi posso stare in pace.