Questa è una storia vera. Sono stato invitato qualche tempo fa a partecipare ad un caffè letterario sulle Dolomiti. Un chirurgo invita ogni anno una personalità di un certo settore, quell'anno si parlava di spazio e sono stato invitato io. Quell'anno era un anno elettrizzante, perché il nostro satellite Mars Express aveva trovato, con un radar italiano, acqua su Marte, liquida, salata. Ora, acqua liquida salata su Marte, da un punto di vista scientifico, è una scoperta epocale, perché significa molto probabilmente la presenze di vita su Marte. Alla fine della serata, io ero ancora circondato da turisti che volevano sapere delle nostre nuove missioni, delle nuove tecnologie, e sono stato affrontato da una persona che mi ha chiesto di guardare questa foto. Voglio leggerla con voi: penso che sia del tutto superfluo che io mi soffermi sulla tragicità dell'immagine in sé. Voglio leggere però con voi la frase a corredo. "L'umanità non ha i soldi per estrarre l'acqua nelle zone aride. Però ha i soldi per cercare l'acqua su Marte. La domanda è: c'è vita intelligente sulla Terra?" Ora questa è una situazione alla quale chi fa il mio mestiere viene esposto piuttosto di sovente, quindi ho deciso di rispondere e di farlo con la pacatezza e la metodicità che la scienza mi ha insegnato e voglio farlo con voi oggi. Comincio con la missione, forse la più iconica, di tutte le missioni di esplorazioni spaziali: l'uomo sulla Luna. Questa missione ci ha detto: noi possiamo farlo. Non soltanto: noi possiamo pensarlo. Noi siamo l'unica specie di questo pianeta ad aver fatto questo, ad aver lasciato il nostro pianeta ed essere andati sul nostro satellite ed essere ritornati. L'unica specie. Ma in più, questa missione ci ha regalato molto di più. 135.000 brevetti. 135.000 significa nuovi prodotti, nuove aziende, nuovi posti di lavoro. Significa progresso economico, oltre che scientifico, significa benessere. Però uno potrebbe ancora obiettare che non rispondiamo alla domanda del bambino. Ma vediamole, queste tecnologie. Per prima, la TAC. La TAC veniva utilizzata per cercare difetti sulle strutture immateriali delle navi di "Apollo". Oggi la TAC la troviamo in tutti gli ospedali del mondo per fare diagnosi, per guidare la chirurgia. I filtri per l'acqua che utilizzavamo per depurare l'acqua degli astronauti oggi li usiamo in tutte le parti del mondo dove l'acqua è carente per permettere a quei bambini di bere da pozzanghere altamente contaminate da virus e da batteri, perché ora le abbiamo addirittura rese portatili. Il microprocessore. Ora, il processore esisteva già. Chi fa il mio mestiere però sa che quel che vola nello spazio deve essere estremamente leggero ed estremamente piccolo, quindi il processore ha dovuto necessariamente diventare il microprocessore. Ora, ditemi, oggi, sulla Terra, una macchina che non abbia un microprocessore a bordo. Intendo tutto, dall'automobile al vostro telefonino, agli strumenti medici, agli strumenti per cercare acqua - tutto. In più, una serie sterminata di prodotti tecnici: abbigliamento per il grande freddo e il grande caldo; addirittura per le fiamme; tute ignifughe per pompieri, senza amianto; maschere portatili per l'ossigeno; coperte termiche, oggi tristemente indossate dai migranti. Cibo liofilizzato. Il cibo liofilizzato che ha perso l'acqua per essere trasportato nello spazio si può trasportare molto bene adesso in tutte le parti del mondo grazie a questa tecnologia. Questo però avveniva 50 anni fa. Oggi che cosa facciamo? Oggi la nostra priorità è la Terra. Viviamo un periodo di grandi cambiamenti, su scala globale. Abbiamo un'opportunità, però: possiamo osservarli, comprenderli ed intervenire per cambiarli, ed è osservandoli dallo spazio. Ecco allora che abbiamo una serie di missioni, le sentinelle dell'Agenzia Spaziale Europea, che ci permettono di fare proprio questo. Primo, possiamo capire quali sono gli elementi nocivi nell'aria. Non soltanto, possiamo capire la quantità di anidride carbonica: l'anidride carbonica ha un effetto secondario, che è aumentare la temperatura del pianeta, quindi misuriamo lo scioglimento dei ghiacci. Il polo nord ha perso dieci taglie di ghiaccio. Come conseguenza, misuriamo l'innalzamento dell'acqua. Il 60% della popolazione mondiale vive entro 100 km dalla costa, quindi è un dato estremamente importante. In più, facciamo qualcosa di ancora di più. Non soltanto troviamo acqua per quel bambino, ma troviamo umidità, quindi troviamo potenzialità di trovare acqua anche dove questo è estremamente difficile. In più, proprio perché abbiamo trovato l'umidità, possiamo permettere una migliore agricoltura, quindi non soltanto diamo da bere a quel bambino, ma gli diamo anche da mangiare. La cosa interessante di questo è che il radar che oggi ci permette di trovare acqua è lo stesso, o meglio è l'evoluzione della specie - è un radar ad apertura sintetica - è l'evoluzione della specie del radar che ci ha permesso di trovare l'acqua su Marte. Nella sua funzione di interferometria, quello stesso radar ci permette di misurare movimenti millimetrici di tutte le costruzioni che l'uomo ha sulla Terra: ad esempio la sanità strutturale delle scuole dei nostri figli, le dighe, i ponti. Chi di voi ha un cellulare? (Risate) Chi di voi ha Internet, sul cellulare? Chi di voi ha un GPS, sul cellulare? Tutte questi, diciamo, servizi che per voi sono ovvi e scontati vi vengono forniti dallo spazio, vi vengono forniti dall'Agenzia Spaziale Europea. Ma l'osservazione della Terra dallo spazio ci ha permesso di fare qualcos'altro: ci ha permesso di prendere coscienza di quanto la Terra sia fragile e sia esposta, ad esempio, a questa minaccia. Cinque estinzioni di massa, tutte e cinque, ed è l'opinione scientifica più comune, sono state generate dall'impatto con un asteroide superiore al chilometro di diametro. Noi oggi non potremmo farci niente, nessuna agenzia spaziale, al mondo, può farci niente. Non voglio rovinarvi la domenica, non vi preoccupate. L'ESA e la NASA lavorano proprio a questa missione: la missione DART ed Hera. Questo è Didimo, un asteroide di un chilometro di diametro. Non vi preoccupate, non sta venendo verso la Terra, però è un ottimo oggetto di test. Vogliamo colpire la sua luna, e cambiando la velocità della luna, defletteremo la traiettoria di Didimo di 6.000 km. La Terra è a [11 milioni di km]. Didimo non ci colpirà mai. Noi, con il nostro ingegno, con la nostra competenza, ci siamo costruiti questa possibilità di sopravvivenza: i dinosauri non ne sono stati capaci, e infatti si sono estinti. Però a noi interessa l'uomo sullo spazio, l'uomo nello spazio, e se nel '69 l'uomo nello spazio, nella missione della Luna, c'è stato per pochi giorni, oggi noi abbiamo fatto volare 90 equipaggi su questo oggetto, la Stazione Spaziale Internazionale. Li abbiamo resi eterogenei, quindi uomini e donne, e gli abbiamo allungato la permanenza: almeno sei mesi. Questo ci ha permesso di scoprire moltissimi aspetti: prima di tutto, che l'uomo non è fatto per volare nello spazio. Abbiamo moltissimi problemi: abbiamo osteoporosi, assottigliamento del muscolo, assottigliamento del sistema cardiovascolare, problemi con le radiazioni. Ma queste missioni ci hanno permesso non soltanto di sapere questo, ma ci hanno permesso di sviluppare medicine per curare proprio questi aspetti, e queste stesse medicine ce le ritroviamo poi sulla Terra. Ma la Stazione è stata qualcosa di più: è stata un esperimento politico. È stata realizzata da cinque paesi: Europa, Stati Uniti, Russia, Canada e Giappone. E ci ha dimostrato che lo spazio è una missione talmente alta che anche quei paesi che a quel tempo non andavano d'accordo sulla Terra si sono messi d'accordo, hanno fatto la pace per realizzare una missione del genere. Quindi, se volete, il problema dell'acqua e del cibo è prima di tutto un problema tecnico: Bisogna trovarla, bisogna estrarla. Ma poi è un problema di distribuzione. Niente come la missione spaziale aiuta i rapporti internazionali, e quindi aiuta la distribuzione. Ma in più, questa missione ci ha permesso di trovare moltissime tecnologie: per la prima volta nella storia dell'uomo abbiamo riparato il DNA, danneggiato da radiazioni. La stazione orbitante è un sistema chiuso, quindi l'acqua è contenuta: perciò - forse adesso vi darà un po' fastidio quello che sto per dire - ma abbiamo dei sistemi di depurazione dell'urina. L'urina degli astronauti viene ribevuta, il sudore degli astronauti viene ribevuto. Tutte queste tecnologie possono essere utilizzate sulla Terra dove l'acqua è carente. Abbiamo sviluppato delle alghe che sono altamente nutritive, forniscono alimenti dove il cibo è carente sulla Terra, come ad esempio in Centro Africa e in Sud America. Guardate che cosa vuol dire fare un massaggio cardiaco sulla Stazione. Come vedete, è una manovra estremamente complessa: ecco perché abbiamo trasformato il defibrillatore che voi trovate ovunque, e lo abbiamo reso portatile. Questo vi permette di trovarlo dappertutto: non soltanto nei centri sportivi, ma anche nelle strade, nelle piazze. Salvavita. Ma vogliamo fare di più, vogliamo fare questo. Vogliamo mettere il defibrillatore su un drone. Voi avete un’app nel vostro telefonino, schiacciate l'app e il drone arriva dove siete voi. Ci arriva perché avete un segnale GPS che vi viene fornito da noi, quindi ci arriva molto precisamente. (Applausi) Quel drone atterra vicino a voi, parla ai passanti e dice: "Questa persona non si sente bene, mettimi sul suo petto, al resto penso io", E salva la vita. Vi presento Simon. Simon è il primo robot ad intelligenza artificiale. Lui ha un software di riconoscimento facciale, quindi non soltanto riconosce la faccia dei comandanti, in questo caso Alexander Gerst, ma in più ne comprende lo stato d'animo, quindi gli si rivolge con modi e toni adeguati per quel suo particolare stato d'animo. Ora per una missione a lungo termine, ad esempio andare su Marte, questa è una tecnologia fondamentale, perché ci permette di alleviare il carico di lavoro, comprendere le dinamiche dell'equipaggio. Riportato sulla Terra, ha molteplici utilizzi, ad esempio nelle missioni di esplorazione dei poli: grande isolamento. Le navi che restano in mare per sei mesi. Oppure le persone anziane. Non sarà mai come un essere umano, questo è chiaro, ma è certo meglio di una macchina muta. La Stazione ci ha permesso, anche, di cambiare un altro paradigma. Questo è il futuro dell'aviazione, Skylon. Skylon ha un motore ibrido: una parte è un motore commerciale, quello che è usato sugli aerei di oggi; e una parte è un motore a razzo. Skylon arriva ad una certa quota con il motore commerciale, accende il razzo, esce, vola a 28.000 km orari, vuol dire New York - Sydney in tre ore. Vuol dire che tutto, diciamo - l'inquinamento intanto avviene di meno, perché il viaggio è più corto; e poi è fuori dall'atmosfera, quindi non inquiniamo la Terra. Ma noi vogliamo fare di più, vogliamo fare questo. Questo è un cancello sullo spazio profondo. È una nuova base, una nuova Stazione orbitante, questa volta attorno alla Luna, non più attorno alla Terra. Ci costerà dieci volte meno della Stazione Spaziale: abbiamo imparato, anche, ad ottimizzare i nostri processi. In più ci permetterà di fare diverse cose. Primo, supportare le missioni di superficie; secondo, supportare le missioni che andranno su Marte - superficie sulla Luna. Pensate: astronauti a bordo nel 2024, prima donna sulla Luna nel 2024. In più ci permetterà di realizzare un altro sogno, che è quello di costruire una base sulla Luna, perché è questo quello che vogliamo. Vogliamo tornare sulla Luna: questa volta non per esserci, ma per rimanerci. La Luna è ricca di platino, di titanio, c'è elio-3, che permette di produrre energia nucleare senza scorie radioattive. È un'opportunità scientifica unica anche, perché permette di osservare lo spazio senza l'aberrazione dell'atmosfera, quindi possiamo avere radiotelescopi che non sono filtrati dall'atmosfera ed è un'opportunità di testare tutte le tecnologie che utilizzeremo poi nel volo ben più complesso, quello per Marte. Però la Luna, diciamo, questa nuova sfida, ci permette anche di sviluppare tecnologie. Primo, costruire la base lunare: non la costruiremo come se fossimo sulla Terra, utensili, materiali - pensate cosa vuol dire costruire una casa sulla Terra. Non faremo così. Lanceremo - E quindi lanciare poi tutto questo sulla Luna. Non così. Cambieremo completamente. Una stampante 3D, la polvere che è già sulla Luna e il Sole come unica forte di energia. E la base la costruiremo completamente automaticamente. Ora riportate questa tecnologia sulla Terra, che cosa significa? Significa avere possibilità di costruire case dopo terremoti o dopo gli tsunami in ambienti estremamente difficili. Ma gli astronauti, poi, non avranno soltanto bisogno della base. Avranno bisogno, anche, di utensili ed equipaggiamenti. Una parte di questi utensili verranno lanciati: altri dovranno essere costruiti lì, quindi avremo bisogno di plastica e di metalli. Qual è la fonte ovvia di plastica e metallo sulla Luna? È quella che abbiamo portato noi, sono i Lander. I Lander, una volta atterrati, non servono più. Quindi cannibalizzeremo tutta la plastica e tutti i metalli e li ristamperemo con stampanti 3D in oggetti utili per quella fase di missione. Il riciclo dovrà essere fondamentale sulla Terra se vogliamo preservarla. Questo è il cratere Shackleton, a sud della luna. Quello che vedete in rosso è acqua. Acqua vuol dire vita, vuole dire acqua da bere, vuol dire ossigeno e idrogeno. Ossigeno da respirare, ossigeno e idrogeno come combustibili per mantenere la base. Però quell'acqua è: prima di tutto ghiacciata, e secondo è mischiata a terriccio. Vuol dire che dobbiamo avere delle tecnologie per estrarre l'acqua. Queste stesse tecnologie saranno utilissime per quel bambino. Tutto questo lo stiamo già testando. Lo stiamo testando qui, nel ghiacciaio di Zermatt. Undici università europee, tra le quali il Politecnico, stanno testando tutte queste tecnologie in un ambiente rappresentativo della Luna. In più abbiamo la robotica. Il nostro comandante Luca Parmitano controllerà questo robot dalla stazione come se fosse sulla Luna. Quindi tele-robotica: sulla Terra, significa telemedicina. Vuol dire che un chirurgo a New York può operare un paziente a Milano. In più, questo braccio robotico è alla base della microchirurgia sulla Terra. Ma vogliamo fare di più, vogliamo andare su Marte. Astronauti su Marte entro la fine del 2030, e per farlo avremo bisogno di questo. Marte è a due anni di distanza da noi. Per motivi di astrodinamica, noi non possiamo interrompere la missione, quindi dobbiamo fare tutto il giro. Vuol dire che dobbiamo poter riparare gli astronauti. Prima pelle, primo osso umano stampati 3D con cellule staminali. Organi umani, vuol dire possibilità di trapianti senza bisogno di aspettare un donatore, vuol dire testare le medicine direttamente sull'organo che si vuole curare, senza far del male agli esseri umani o agli animali. Ma perché andare su Marte? Il motivo è questo: la Terra mantiene le proprie dimensioni e noi continuiamo a crescere, quindi abbiamo un problema di spazi, abbiamo un problema di risorse, abbiamo un problema di inquinamento, quindi andiamo su Marte per avere altri spazi, nuove risorse, ma non vi preoccupate: non andiamo su Marte perché pensiamo che la Terra sia spacciata, e quindi andiamo da un'altra parte. No, tutt'altro. Noi andiamo su Marte per questo motivo. Marte era una Terra. Non sappiamo per quale motivo poi si è trasformato nel deserto ghiacciato che è oggi, con effetto serra completamente fuori controllo. Quindi noi andiamo su Marte per capire che cosa è successo lì e per evitare che succeda da noi. In più andiamo su Marte con rispetto e in pace. Abbiamo un ufficio che si chiama Planetary Protection che ci eviterà di fare gli stessi errori che abbiamo fatto sulla Terra. Stiamo diventando una specie multi-planetaria, vuol dire che abbiamo l'opportunità, per la prima volta, di portare la nostra vita, i nostri ideali, la nostra cultura, su un altro pianeta. Per far questo, però, abbiamo bisogno di tutti voi, e non saranno solo ingegneri come me. Avremo bisogno di biologi, di medici, di psicologi, di filosofi. Tutto questo avviene adesso. Lo spazio è ispirazione, quindi noi attiriamo le menti migliori, le confrontiamo con sfide di questo tipo, e produciamo tecnologie e scienza a protezione della nostra Terra e della nostra vita su di essa. Ah, dimenticavo. Tutto questo vi costa come il biglietto di un cinema all'anno. Ora, io ho la mia risposta per questa domanda, ed è la risposta che ispira tutta la mia vita e dà un senso alla mia esistenza, perché penso di fare qualcosa per quel bambino, qualcosa di concreto. Lascio naturalmente a voi la libertà di rispondere. Grazie. (Applausi)