Quando compare un nuovo patogeno,
il nostro corpo e i nostri sistemi
sanitari diventano vulnerabili.
In tempi come questi,
c'è urgente bisogno di un vaccino
per creare un'immunità diffusa
con la minor perdita di vite possibile.
Quindi, quanto velocemente
possiamo sviluppare un vaccino
quando ne abbiamo più bisogno?
In generale lo sviluppo
di un vaccino si divide in tre fasi.
Nella ricerca esplorativa, gli scienziati
sperimentano approcci differenti
per trovare progetti di vaccino
sicuri e replicabili.
Una volta vagliati in laboratorio,
sono sottoposti a sperimentazione clinica,
con cui si valutano sicurezza, efficacia
ed effetti collaterali del vaccino
su varie fette di popolazione.
Infine, c'è la produzione,
in cui i vaccini vengono prodotti
e distribuiti per l'uso pubblico.
Normalmente questo processo
richiede dai 15 ai 20 anni.
Ma durante una pandemia,
i ricercatori impiegano numerose strategie
per terminare ogni fase
il più presto possibile.
La ricerca esplorativa
è probabilmente la più flessibile.
L'obiettivo di questa fase
è di trovare un modo sicuro
per introdurre il virus o il batterio
nel nostro sistema immunitario.
Ciò dà al nostro corpo l'informazione
necessaria per creare anticorpi
capaci di lottare
contro un'infezione reale.
Ci sono molti modi per scatenare
una risposta immunitaria in sicurezza,
ma, in generale, i metodi più efficaci
sono anche i più lenti da produrre.
Il tradizionale vaccino attenuato
crea una resistenza a lungo termine
ma si basa su ceppi virali indeboliti
che devono essere coltivati in tessuti
non umani per lunghi periodi di tempo.
I vaccini inattivati prevedono
un approccio più veloce,
con l'applicazione diretta
di calore, acido o radiazioni,
per indebolire il patogeno.
Anche i vaccini a subunità,
che iniettano frammenti innocui
di proteine virali,
possono essere creati velocemente.
Ma queste tecniche più veloci
producono una resistenza meno robusta.
Questi sono solo tre
dei numerosi tipi di vaccino,
ognuno con dei pro e dei contro.
Per nessun approccio
è garantita l’efficacia
e necessitano tutti di lunghe ricerche.
Quindi il modo migliore
per velocizzare le cose
è che tanti laboratori lavorino
su più progetti contemporaneamente.
Questa strategia nello stile
di una corsa al traguardo
ha prodotto il primo vaccino
testabile contro Zika in sette mesi
e il primo vaccino testabile
contro il COVID-19 in soli 42 giorni.
Il fatto che il vaccino sia testabile
non significa che sarà efficace.
Ma i modelli reputati sicuri
e facili da replicare
possono passare
alla sperimentazione clinica
mentre altri laboratori
continuano a valutare le alternative.
Che un vaccino testabile sia prodotto
in quattro mesi o quattro anni,
il passo successivo è spesso lo stadio
di sviluppo più lungo e imprevedibile.
La sperimantazione clinica
consiste di tre fasi,
ognuna con diversi test.
La fase I si focalizza sull'intensità
della risposta immunitaria innescata
e mira a determinare la sicurezza
e l'efficacia del vaccino.
Gli studi della fase II si concentrano
sullo stabilire il giusto dosaggio
e la tabella di somministrazione
su una popolazione più ampia.
La fase III è volta
a verificare la sicurezza
nella popolazione
che maggiormente userà il vaccino,
individuando anche i rari effetti
indesiderati e le reazioni negative.
Dato il numero di variabili e l'attenzione
alla sicurezza a lungo termine,
è incredibilmente difficile accelerare
la sperimentazione clinica.
In circostanze estreme,
i ricercatori eseguono molti test
contemporaneamente, dentro un'unica fase.
Ma devono comunque rispettare rigorosi
criteri di sicurezza prima di procedere.
Ogni tanto i laboratori
possono velocizzare il processo
sfruttando trattamenti
precedentemente approvati.
Nel 2009, dei ricercatori hanno adattato
il vaccino influenzale per trattare l'H1N1
producendo in soli sei mesi
un vaccino ad ampia disponibilità.
Tuttavia, questa tecnica funziona solo
se si ha a che fare con patogeni familiari
per cui ci sono progetti
di vaccini consolidati.
Dopo aver superato
gli studi della fase III,
l'autorità nazionale di regolamentazione
riesamina i risultati
e approva i vaccini sicuri
per la produzione.
Ogni vaccino ha una miscela unica
di componenti biologiche e chimiche
che richiede stabilimenti
specializzati per la produzione.
Per dare il via alla produzione
subito dopo l'approvazione,
i piani di produzione devono essere fatti
in parallelo alla ricerca e ai test.
Ciò richiede una costante coordinazione
tra i laboratori e i produttori,
così come risorse per gestire
modifiche improvvise del progetto,
anche se ciò dovesse significare
la vanificazione di mesi di lavoro.
I progressi nella ricerca esplorativa
e nella produzione, col tempo,
dovrebbero rendere il processo più veloce.
Studi preliminari sostengono
che i futuri ricercatori
potrebbero riuscire a combinare
il materiale genetico di virus differenti
in uno stesso progetto di vaccino.
Questi vaccini basati sul DNA e sull'mRNA
possono velocizzare drasticamente
tutte le fasi di produzione del vaccino.
Ma fin quando non ci sarà una svolta,
la migliore strategia
è che i laboratori collaborino
e lavorino in parallelo
su approcci differenti.
Condividendo conoscenze e risorse,
gli scienziati possono "dividere
e conquistare" qualsiasi patogeno.