[Video sottotitolato in italiano] Mooji parla del perdono: "Lascia andare e sii libero" 17 novembre 2021 [Interlocutrice 1] Voglio chiederti... a dire il vero sono più cose. La prima riguarda il perdono. [Mooji] Sì. [Interl. 1] Mi sento bloccata in quel campo; davvero molto bloccata. [Mooji] Il perdono è difficile se ti concentri sull'alterità. Perdonare è un favore che fai a te stessa. [Interl. 1] Sì. [Mooji] Perché se senti di avercela con qualcuno in modo intenso, perdi di vista te stessa, stanne certa. Il fatto di tenerti stretto, di nutrire e di conservare sentimenti di rancore, di giudizio o altre cose del genere, danneggia subito la tua casa. È esattamente così. Quasi sempre, la tua valutazione nasce da una sorta di negatività soggettiva, cioè, sulla base di una semplice sensazione. Non è così? Non dico che non possa accadere che qualcuno faccia delle cose davvero sgradevoli, sbagliate o ingiuste nei tuoi confronti, ma sei tu che puoi decidere di voler perdonare. Desideri perdonare, perché non vuoi portarne il peso. Capisci? Questo non implica che va bene tutto, ma decido che nel cuore accetto che accada. Magari non posso cambiare la cosa e nemmeno discuterne con la persona o il gruppo, ma metto le cose a posto con Dio, in cuor mio dico: "Se posso fare qualcosa per cambiare questo, lo farò. "Ti prego, apri il mio cuore a una visione più profonda, per andare oltre", perché è di questo che si tratta davvero: andare oltre e tornare ad avere spazio. Quale che sia il problema che hai e il modo in cui lo vivi, lo risolvi ritrovando la tua vastità interiore. Tutti sono affetti da una claustrofobia dell'essere, ed è come se i problemi non risolti e la sofferenza occupassero tanti gigabyte spirituali del tuo essere, ti contaminano e non sai fino a che punto; ti ritrovi incapace di augurare il bene anche a una persona innocente, perché sei troppo contaminata da questi sentimenti. Tuttavia, puoi iniziare a lasciarli andare, se smetti di dire: "Lui ha torto e non ha chiesto scusa, né si è spiegato!" e così via. Guarda che ti capiterà spesso nella vita! Mettiamo che qualcuno ti ferisca, o che sia invece tu a ferirlo e non avete più la possibilità di rivedervi, magari perché lui lascia il corpo: che fai? Pensaci: ti senti ferita da qualcuno o lo hai ferito tu e non c'è modo d'incontrarlo per dirgli: "Guarda, mi porto dentro questa cosa da tanto "e sono felicissima di poterti finalmente dire che mi dispiace molto. "Non so bene com'è stato, ma voglio davvero scusarmi, "perché so di aver detto qualcosa che ti ha ferito, "lo hai fatto anche tu, ma ti conosco più a fondo e so che non sei così. "Non voglio più tenermi quest'immagine di te nel cuore, "perché non è la tua realtà; ci sono in te ben altre cose, "e voglio onorare quelle, quindi ciò che è successo, lo lascio andare". Metti che lui non ci sia più fisicamente: che fai? Devi lasciarlo andare alla grazia del Sé, alla grazia di Dio. Se invece è possibile incontrarvi, di': "Mi piacerebbe scambiare due parole con te, "per sistemare un paio di cose"; potrai dire: "La vita è così, non è mai perfetta a livello personale". Ci saranno anche delle persone che si sentono ferite dal solo fatto che esisti, quindi, non potrai mai sistemare tutto, però puoi metterti nella posizione di dire: "Di qualunque cosa si tratti, vedo che la vita è talmente piena di incoerenze: "come sistemare tutti gli aspetti?". Devi iniziare dal tuo cuore, perché sei tu che ti stai consumando e duole davvero come un morso, ma morde più forte se trattieni. Fai un passo e di': "Qualcosa dentro fa male, voglio liberarmene". Poco tempo fa ho dato un piccolo esercizio in cui consigliavo alle persone di ringraziare e basta; solo ringraziare. Ho spiegato che 'grazie' è uno dei mantra più potenti. Iniziate a dire: "Grazie, grazie, grazie", sentendolo davvero. Alcuni chiedono: "Grazie per cosa? Ringraziare di che? Cosa mi ha dato la vita?" e io rispondo: "Amico, ti sei proprio smarrito!". Pazienza! Mettete che il mondo intero vi abbia maledetto, vi mostrerò comunque qualcosa: da soli, ditelo a voi stessi, ringraziate! Anche se non vi viene in mente nulla per cui ringraziare, cominciate a dire: "Grazie. "Grazie, grazie, grazie" e forse ringrazierete del fatto che potete ringraziare! "Grazie, perché sono vivo e abbastanza in salute. "Mi resta ancora una gamba, grazie, potevo perderle entrambe! "Grazie, per il fatto che la mia mente è ancora... "perché sono ancora in grado di pensare per conto mio! Grazie, grazie, grazie!". E vi dirò che è uno dei video più apprezzati: tanti lo ascoltano e molti dicono che ha cambiato la loro vibrazione interiore e non si accorgevano di essere ancora aggrappati a cose che giustificavano la loro infelicità. Ringraziate e basta, in questo modo: "Grazie, grazie, grazie". Sono cose semplici, non vi do 'sette mosse per ottenere la libertà', ma cose semplici! Dite: "Grazie, grazie, grazie!". Cosa guadagniamo a tenere una ferita, che magari, non era nemmeno intenzionale? Non lo sappiamo nemmeno e anche se l'intenzione c'era...? Prendete esempio da Gesù, che disse: "Padre, perdona loro, perché non sanno quel che fanno". Chi di voi riesce a dire questo, invece di dire che sapevano cosa facevano! Sento spesso discorsi del genere. Ho sentito qualcuno, un tipo tosto, dire: "Non mi fido delle persone per due motivi; "ho due motivi per non fidarmi: il primo è che non le conosco "e il secondo è che le conosco!". Se avete questo tipo di atteggiamento, dove andate? Vi mettete in confinamento da soli, del tipo: "Come t'incontro, inizio già a diffidare di te! Sta a te guadagnarti la mia fiducia". È una posizione davvero penosa. La vostra libertà è importante! È fondamentale! Oltretutto, spesso se vi sentite feriti, è perché avete frainteso, i malintesi accadono, è nella natura della vita; se passate il tempo a porre rimedio alle situazioni della vita, non avrete tempo per voi stessi. Proprio lì dove siete, iniziate a dire: "Sì, fa male, ma voglio scegliere, anzi: 'scelgo' di lasciar andare". Non dite: "Voglio", ma: "Scelgo di lasciar andare". 'Voglio' implica 'dopo', 'più tardi', 'scelgo' è ora; lasciate andare ora. Lascia andare tutte le forme che trattieni in ogni campo della vita, non solo rispetto a chi può averti ferito, o a quello che hai potuto pensare; non devi mantenere alcuna forma. Vi dico una delle indicazioni più semplici e potenti: non assumete una forma! Non assumete una forma! I nostri esercizi più potenti hanno lo scopo di riportare l'attenzione allo spazio che è il vostro; quando tornate nello spazio del Sé, oltre le forme oggettivate e le formule, quello che c'era, qualunque cosa fosse, non c'è più, non è in voi. Ma se qualcosa vi impedisce di farlo, trattenendovi in una forma, come farete ad avere l'esperienza del vostro stato naturale? Niente nella vita che sia fenomenico, vi ha dato il comandamento: "Non vi scorderete di me!". Questo è il potere della vostra coscienza: si corregge da sé, si autopulisce, se la lasciate fare, ma se assumete la forma della persona, siete vincolati al tempo, ai ricordi e alle azioni percepite in modo soggettivo. Liberatevi! Liberate voi stessi! Non dite: "Bene, lo farò quando torno a casa". No, liberatevi! Liberatevi! Se avete il tipo di mente che eccelle nell'impostare le cose in modo negativo, smettete di farvi del male! Tu sei disposta a farlo? [Interl. 1] Sì, sì, sì. [Mooji] Stai davvero scegliendo in questo momento, qui con me? [Interl. 1] Sì. [Mooji] Voglio che oggi tu abbia la possibilità di conoscere ciò che esiste ora. Stamattina ti sei svegliata, il tuo primo pensiero e la prima sensazione sono sorti in qualcosa che era già qui. Allora, prima di uscire in mare, verifica quello che è già qui: cos'è? Cosa non riguarda il futuro? Qualcuno verifichi, che cosa c'è qui! Cos'è 'qui'? Di cosa ha bisogno 'qui'? Vai a vedere. Tutto il resto sono storie, intenzioni, proiezioni, ricordi. La cosa migliore da ricordare è sempre 'qui'. Cosa si trova 'qui'? Mi piace tantissimo parlare di questo con voi, amo poter essere presente con voi e dirvi questo, perché non vi do un luogo in cui andare, del tipo: "Andate laggiù, scalate la collina, buttate via queste cose!", vi parlo di qualcosa che è sempre presente con voi. Voi dite due cose diverse: "Ho paura di essere me stesso" ma nel contempo dite: "Desidero ardentemente la libertà!". Vi rispondo: va bene, desiderate la libertà, ma dove si trova finché non la riconoscete? Dov'è la pace finché non la scoprite? Dove stava bighellonando? Dov'era l'amore, finché non l'avete scoperto? Dove stava? L'avete creato o scoperto? Non parlo delle storie d'amore, ma dell'amore stesso. Dove stava? Si nascondeva da qualche parte? Dove si trovava prima che lo scoprissi? Dov'era? Dov'è la libertà? E quando ci sarà? Anche prendere appuntamento con la libertà significa rimandare troppo. Cos'è la libertà? Mostrami le tue catene. Te lo dico, questo può andare avanti all'infinito. Ciascuno di voi, che conosco, cos'è che ancora proteggete? Io non so cosa sia, la storia può essere diversa per ciascuno, può rivestire abiti diversi. Che cosa sembra impedirvi di accedere a ciò di cui parlo? Che cosa vi tenete ancora, e ne vale la pena? Ne vale davvero la pena? [Interl. 1] No, non ne vale la pena. No, mi è bastato... sento che mi è bastato. Voglio che questa vita sia piena, piena di vita, e colma di Dio, vissuta appieno! [Mooji] E che cosa ti trattiene? [Interl. 1] Non lo so. [Mooji] Anche affermare: "Voglio che sia piena, perfetta", allora inizia! Hai detto: "Voglio sia perfetta", forse non lo sarà proprio subito: prima ci sarà un riconoscimento perfetto, poi ci vorrà del tempo, perché ti stabilizzi e ti abitui a essere il Sé. Non avere ideali troppo ambiziosi: "Voglio arrivare in alto", no, fai solo questo passo: che significa? Non so neanche se sia un passo, ma quando lo fai, scompare all'istante. In cosa consiste? Perché comunque devo chiarire. Un passo? Se lo faccio è verso dove? E se non facessimo nemmeno un passo? E se volessimo essere del tutto presenti senza fare un passo verso nulla? Lascia andare tutto e sii assolutamente vuota e presente, al massimo delle tue possibilità: è un compito difficile? Non ti chiedo di pulire casa, di mettere a posto il giardino e di vendere ciò che non ti serve più: parlo di ora, subito! So cosa provi, qualcosa che si aggrappa e grugnisce. Quindi? Pensi di essere l'unica? Questa sensazione la conosciamo tutti: che sarà mai? Sopportala! Stai già sopportando, comunque. La mente ti dirà: "No, non gli darò questa soddisfazione, "non gli darò il piacere di avere il mio perdono!". Uh, bella amica che hai, davvero! "Non gli darò quest'opportunità e neanche la possibilità di vedermi debole": chi si esprime in questo modo? Ecco, fai bene, fatti una bella risata, perché è decisamente molto strano e buffo! È anche comprensibile quel pensiero, fino a un certo punto, ma portarlo avanti...! Sei talmente più grande di così, sei talmente grande da non avere dimensioni, perché permetti alla mente di rimpicciolirti, come una nocciolina sul tavolo? Puoi farcela, non ti proporrei nulla che possa essere difficile! Lo è solo se ti ci aggrappi. Potrà sembrare impossibile da farsi, finché non sei pronta, ecco il potere che ha la tua coscienza. Non giustificare il fatto che una cosa ti ferisce: a volte ci facciamo del male da soli, più di quanto non lo facciano gli altri, perché ci aggrappiamo a quella cosa e ci rimuginiamo su. Adesso, entra nel tuo 'adesso'. Nell'adesso nulla rimane appiccicato; non rimane nulla. Disegno una faccia, con i baffi: non ne rimane nulla. Questo spazio non è una stanza delle chiacchiere e neppure una sala d'attesa: è una sala di risveglio. Vivi come se non avessi tempo, o perlomeno, come se non avessi tempo da perdere. Chi patirebbe? Certo, la gente può essere disturbata: il nostro campo energetico è forte, infatti, anche stando in un altro paese, se hai risentimento l'altro ne sente gli effetti, ma danneggi te stessa. Non il vero tu, quello non lo danneggi: cerco di portarti lì. Ma al tuo sé personale, che è il nostro strumento funzionale, quello che utilizziamo nella vita, si ostruiscono le arterie con quella roba lì. Vuoi la libertà? Scordatela! Devi perdonare la gente ancora prima che pecchi. Abbi questo atteggiamento: vivi con un'attitudine di gratitudine. Non sono qui per dare satsang che fanno star bene, parlo del Sé, di quanto sei già libera e puoi esserlo, però devi farne esperienza. Se ti crei una zona potenzialmente dolorosa, verrà sempre qualcuno a calpestarla. Non è così difficile, basta dire: "Questo non lo voglio più accettare", ecco. Più tardi nella giornata Moojibaba ha continuato a riflettere sul tema del perdono Molte persone hanno problemi a perdonare, fanno fatica a superare quest'ostacolo, e vedo quanta sofferenza procurano a se stesse. Mi tocca ricordarglielo: soffrite voi! Non punite gli altri, ma voi stessi. Mi è venuta voglia, da un bel po' di tempo, di riorientare le cose e dire: "In realtà, non sono gli altri che vi fanno soffrire", non esiste nulla chiamato 'sofferenza', ma soffrite la vostra esperienza. Ricordo una cosa di cui ho parlato qualche volta in satsang. In India, durante un satsang che si svolgeva ai piedi di Sri Nisargadatta Maharaj, un giovane che partecipava agli incontri gli disse: "Signore, ti ascolto e ti rispetto, capisco ciò che dici, "ma in tutta onestà ti devo dire che esperisco costantemente la sofferenza" e il maestro le rispose in modo molto deciso: "No! Non fai esperienza della sofferenza: "soffri le tue esperienze". Per me è stata una frase potente! Non fate esperienza della sofferenza, perché non è una cosa oggettiva: la sofferenza è uno stato, un modo di andare incontro all'esperienza. Perciò, Sri Nisargadatta con la sua risposta in realtà, restituiva il potere a lui. Non lasciate che le vostre reazioni siano determinate da cose esterne: non fate esperienza della sofferenza, perché di per sé non esiste, riguarda solo il modo in cui andate incontro alle situazioni e ai fatti. Quello che dico ora è: considerate, se così posso dire, considerate tutte le vostre esperienze come regali e opportunità offerti da Dio! Significa che, se dite che è Dio a farvi soffrire, rispondo: no, lui non vi dà delle sofferenze, bensì delle sfide e opportunità che servono all'uomo per vedere e sviluppare il grande discernimento che permette di mettere a frutto le esperienze e trascendere gli stati di coscienza inferiori. Se avete questo atteggiamento, allora di certo, a un certo punto, girandovi, direte: "Ottimo, mi è servito". Se tornate un po' indietro con la mente, osservate e vedete quante volte un'esperienza che, sul momento, è stata aspra, amara e acida, e poi ha portato, senza tanto sforzo diretto da parte vostra, il cambiamento che ci voleva nella vostra vita, solo che sul momento non lo capivate, non ne vedevate il potenziale, le possibilità. Ora immaginate di accogliere la stessa cosa con un atteggiamento più elevato, come qualcosa che la vita vi dà, servendosi di quella forma o quella persona ed è confezionata su misura per la vostra vita, per farvi trascendere e superare i limiti della visione ristretta dei condizionamenti e dell'identità. Se adottate questo punto di vista più alto, vedrete che vi fermate un attimo e smettete di sprecare tempo a lamentarvi e a fare la vittima. Non incoraggerei nessuno, in nessun caso, a scegliersi l'etichetta della vittima, perché a quel punto non vi serve neanche più un nemico, vi castigate già da soli, vi opponete al vento. Usate le situazioni e le circostanze. È facile in questo mondo, dare la colpa a Tizio o Caio e a volte, ce l'hanno davvero, hanno fatto cose non giuste, né sincere ma non per questo voi... Due cose brutte non fanno una cosa buona. Voglio citarvi un proverbio di saggezza: "L'uomo saggio costruisce la casa con le pietre che i suoi nemici gli hanno tirato; "si costruisce una casa, nella quale vive felice". Frasi come questa ci fanno capire che la vita incoraggia sempre a crescere e offre l'opportunità di farlo. Se non cresciamo come esseri umani... Ovunque siate, anche da soli su un'isola, arriveranno delle opportunità per espandervi e crescere nella consapevolezza interiore della vita e del Sé. Allora, mi raccomando, imparate ad agire, invece di reagire. Fermatevi, riflettete e prendetevi un momento per ponderare le cose, avvertite l'impatto delle esperienze che vi vengono incontro, ma non vi precipitate verso l'uscita: restate lì e vedete come funziona dentro di voi, osservate come la mente e l'identità personale possono intervenire, impostando un atteggiamento sbagliato o una reazione negativa, etichettando una cosa che racchiuderebbe un'opportunità come un tradimento una cosa che vi fa scivolare in qualche stato interiore più basso. Avete voi il potere, in quanto esseri coscienti, perché è questo che siete. Non cercate sempre l'aiuto di altri, assumetevi la responsabilità. Voi siete la coscienza e non potete essere vivi senza essere coscienti. Certo, potete farmi l'esempio di persone che si trovano in uno stato cerebrale patologico, ma non è questa la norma, e per ora, esaminiamo quella, il resto dopo. In quanto esseri umani sani avete la capacità e il potere di pensare da voi, e anche in situazioni dove gli altri dicono che non c'è speranza, laddove sembra non esserci via d'uscita, Dio ne crea una per voi, se avete l'atteggiamento giusto. Quindi, mi raccomando, rifletteteci. E vi dirò, che ho solo messaggi incoraggianti che non sono basati sulla fantasia, ma su esercizi che hanno dato prova della loro efficacia e sulla comprensione che ciascuno di noi ha la capacità e di certo, il potenziale di usarli, di trascendere e di elevarsi. Quindi, non preoccuparvi di cadere: se non abbiamo sfruttato la nostra occasione, a volte si deve cadere, toccare la terra col corpo, non solo coi piedi; pure questa va vista come un'opportunità. Andateci piano, non giudicate subito gli altri; riflettete per conto vostro: smetterete di cadere e inizierete, come dico io, a cadere all'insù, in stati di coscienza più elevati, nell'abbraccio dell'amore di Dio! Ecco il messaggio che voglio trasmettervi oggi. Siate tutti benedetti. Ciascuno di voi è importante. Nessuno è venuto al mondo per essere un perdente e per soffrire: quella è una scelta, è una possibilità. Siamo liberi di essere liberi e liberi di essere vincolati. Fate buon uso di questi consigli. Non permettete a nessuno di dirvi cose che vi tirino verso il basso, ovvero che indeboliscano la vostra coscienza o vi facciano dipendere dalle elargizioni altrui. Il potere lo avete, ve lo dà Dio che non vi abbandona mai; siamo noi che con la mente e l'ego ci allontaniamo da quest'immensa pace e dalla sorgente interiore. Dio vi benedica! Amen. [Interl. 2] Credo che sia potente, come dici tu, il perdono, e ciò che la mancanza di perdono fa alla persona: è quello che ti dà la forza di perdonare, perché ti brucia tanto, brucia colui che insiste a non voler perdonare. Mi viene in mente la preghiera quotidiana: "Perdona le nostre offese, come noi perdoniamo chi ci ha offeso". [Mooji] Sì, e per qualcuno non è una cosa facile da ascoltare, perché magari non ha ancora assaporato il frutto abbastanza da fidarsi. Quindi, dovete fidarvi intuitivamente o per grazia, abbastanza da poter almeno provare, allora vi accorgete: "Aspetta, capisco che se serbo rancore e non perdono gli altri, soffro di più". A volte però, non lo vedete e praticamente pensate che se odiate, punite. No, vi dico che state punendo voi stessi! Capite? Certo, a volte la gente fa cose, intenzionalmente, che sono gravi e malvage: dovremmo perdonarli? Dico: non precipitiamoci a perdonare, prima dovremmo provare a capire che il mondo è un luogo assai imprevedibile e direi che la luce si prende cura di chi vive seguendo la luce. A noi esseri umani non viene subito regalata la capacità di comprendere il Sé, la dobbiamo sviluppare, ma voglio incoraggiarvi: non è così difficile, se vi sta a cuore ricercare con la meditazione o la preghiera, dicendo a una coscienza superiore: "Sono aperto a questo. "Ti prego, aiutarmi a elevarmi, a capire, "perché è difficile se parto dai miei condizionamenti; non vedo come riuscirci. "Aiutami a superare il mio attuale livello di maturità, fino a poter essere... "fino a trascendere le mie debolezze e magari, poter incoraggiare gli altri, "in qualche modo semplice, in qualche maniera". Allora so che la luce arriva, perché se qualcuno è speciale è la sua buona volontà a renderla tale, è la sua disponibilità a guardare in una certa direzione, pure se pare nuova; lo aiuta il cuore, perché dice: "Dai, provaci almeno una volta; prova!". Comunque dico: siate tutti benedetti, tante benedizioni a voi. Non è facile vivere questa vita se non si è consapevoli di ciò che significa Dio, nel cuore, se non lo si è ancora, anche se c'è comunque! Se non avete ancora quella consapevolezza, allora la vita è davvero piena di sfide e promesse che non possono avverarsi senza la crescita interiore. Tutto è transitorio, tutto è momentaneo, ma... sì, in voi risiede la possibilità più elevata, la possibilità più alta è sempre dentro di voi. Non potete contare sull'uomo per ottenere il successo, ma su un potere superiore, il successo al quale mi riferisco io, non riguarda il denaro, gli averi e la fama: è un successo fatto di completezza interiore, di pace e di felicità spontanea di empatia e di compassione per gli altri, è accompagnato dal senso di giustizia; la pace di cui parlo arriva così, e questi per me, sono i frutti veri dell'esperienza umana. Amen. [Sangha] Amen. Copyright © 2021 Mooji Media Ltd. Tutti i diritti riservati. Nessun estratto di questa registrazione può essere riprodotto senza il consenso scritto di Mooji Media Ltd.