La civiltà industriale moderna è una sorprendente testimonianza del potere e della capacità di organizzazione. Il mondo in cui viviamo oggi è il prodotto di innumerevoli generazioni di pianificazione, innovazione e attività umane collettive, sfruttate e incanalate verso l'incessante ricerca della produttività e della crescita. Ogni giorno, la economia globale struttura e coordina il lavoro di miliardi di persone. Una vertiginosa gamma di prodotti viene progettata, prodotta, trasportata nei centri di distribuzione regionali e spedita ai punti vendita al dettaglio e alle porte di casa delle persone in tutto il mondo. Le catene di fornitura internazionali tagliano i confini e i continenti, collegando i lavoratori dell'abbigliamento della città di Ho Chi Min, Vietnam, agli acquirenti di Wal-Mart a Scottsdale, Arizona. All'interno di questo sistema interconnesso, ogni metropoli forma un brulicante centro di attività composto da decine di quartieri. Queste distinte regioni sono collegate tra loro da un intricato labirinto di infrastrutture di trasporto e telecomunicazioni, nonché da reti elettriche, idriche e fognarie che contribuiscono a garantire l'igiene e la sopravvivenza quotidiana di milioni di persone. Eppure, nonostante tutta la meticolosa pianificazione e la enorme quantità di abilità umana e di fatica per la sua realizzazione, più di un miliardo di persone vive in squallidi, sovraffollati baraccopoli, favelas e campi di rifugiati improvvisati - molti dei quali non hanno un accesso di base all'elettricità o all'acqua corrente. Questa popolazione in crescita trae pochi benefici dal modo in cui la società è organizzata. E questo è progettato di proposito, il loro impoverimento e disperazione sono parte integrante del buon funzionamento della macchina. Per gli architetti del progresso, sono poco di più che il grasso che mantiene gli ingranaggi in movimento. Lo stesso si potrebbe dire, in misura diversa, per l'intera classe operaia mondiale, in particolare per i lavoratori migranti e per tutti coloro che lavorano nei settori informali a basso salario della cosiddetta "Gig Economy" (lavori saltuari). Perché questo mondo non è organizzato intorno al principio della soddisfazione dei bisogni delle persone, ma intorno all'accumulazione infinita di capitale. Questo imperativo organizzativo è saldamente radicato nelle istituzioni della classe dirigente e nelle ideologie e nella violenza strutturale che le sostengono. Questa dinamica fa sì che trasformazioni sociali radicali siano condizionate da crisi politiche che possono scuotere e, in ultima istanza, sradicare l'intero ordine sociale. Eppure, anche quando questo tipo di cambiamento rivoluzionario può sembrare lontano, è sempre possibile cambiare in meglio le nostre condizioni. È qui che entra in gioco l'autonomia e l'organizzazione dal basso. Nei prossimi trenta minuti daremo un'occhiata più da vicino a come questo tipo di organizzazione si manifesta per gli anarchici. Lungo il percorso, parleremo con una serie di individui che condivideranno le loro esperienze nell'avvicinare le persone, elaborare strategie, scendere in strada... e nel creare un sacco di guai (Trouble). Quando parliamo di organizzazione, parliamo essenzialmente di come armeggiare le relazioni umane. Le relazioni che io e te e le persone nella nostra comunità più ampia che sono influenzate dalle cose, che vivono insieme, che lavorano insieme, che vanno a scuola insieme... Armare quelle relazioni, e poi usare quelle relazioni per uscire e fare qualcosa e capire come le persone possano fisicamente mettersi insieme come forza materiale. Tenendo presente questo, è importante capire che ci vuole tempo, ci vuole molta fiducia, molto amore, molta passione. Ci vuole tempo perché la gente si riunisca e cominci a individuare quali sono i problemi, quali sono le lotte qui nel mio quartiere, nella mia comunità? Organizzarsi è un processo di costruzione della tua forza collettiva e del tuo potere collettivo Il primo passo dell'organizzazione è una sorta di sfondamento di quella barriera sociale e di isolamento che ci divide e spesso questo può essere semplice come mettere insieme un gruppo di persone in una stanza e iniziare a parlare delle cose che abbiamo in comune, dei problemi che condividiamo, e da lì attraverso il corso del parlare di queste cose iniziamo a capire che lavorando insieme siamo in una posizione migliore per cambiare le cose. L'organizzazione è un processo che dovrebbe essere trasformativo. Durante il processo di organizzazione si formano nuovi legami di solidarietà attraverso il corso della lotta. Penso che la prima cosa è trovare un gruppo di persone, una comunità o persone nella tua zona che hanno un conflitto in comune. E basandosi su quel conflitto, accordarsi di organizzarsi tra quelle persone per raggiungere un obbiettivo Organizzare è più che altro un approccio all'impegno nella lotta Le persone parlano di organizzazione e di essere un organizzatore più legato alla costruzione di relazioni con le persone e all'attenzione su gruppi specifici di persone, potrebbero essere inquilini o studenti o lavoratori. Ma in questo caso l'attenzione centrale è più sulla costruzione di quelle relazioni piuttosto che su un singolo tema e spesso si lavora per costruire il potere con quelle persone. "Dopo ogni attacco anarchico, un comunicato verbale - Graffiti anarchici - Un gruppo anarchico greco ha attaccato - un gruppo anarchico - una comunità anarchica - questi sono anarchici!" Penso che ci sia una varietà di caratteristiche diverse che differenziano l'organizzazione anarchica da altri tipi di organizzazione. Credo che alcune di esse comportino lo scopo del tipo di organizzazione che gli anarchici si impegnano a fare. Penso che, di per sé, essendo una pratica politica diversificata che ha una critica al dominio e ai sistemi di potere così totale, significa che gli anarchici si concentrano su una gamma molto ampia di questioni diverse e si organizzano tra molte persone diverse. Ciò che distingue l'organizzazione anarchica è principalmente l'obiettivo di tale organizzazione. Quindi, è il tipo di mondo che gli anarchici stanno cercando di realizzare. Gli anarchici si oppongono agli stati e al capitalismo e a tutte le forme di autorità illegittime. Quindi, il processo di organizzazione anarchica è un processo che costruisce l'opposizione alle istituzioni, ai gruppi e agli individui che riproducono queste forme di gerarchia nella società. Gli anarchici si impegnano in uno spettro davvero ampio di diversi tipi di attività. Da cose che sono illegali a cose che sono molto legali, cose che sono molto simili alla non violenza, fino a volte cose che potrebbero essere potenzialmente violente. Costruttive, distruttive, questo genere di cose. Penso che parte di ciò che rende unico l'anarchismo sia il fatto che non c'è il presupposto che la legalità sia uguale alla moralità. Qualsiasi organizzazione di partito dalla più a sinistra alla più di destra utilizza una struttura gerarchica nella sua forma di organizzazione. E allo stesso tempo anche loro fanno parte del circo politico, di politicheria, in realtà. C'è un sacco di gente che è stufa della solita politica. Sono stufi del sistema economico che in realtà li sta solo mettendo a dura prova. Sono stufi delle elezioni. davanti alla catastrofe capitalista, e alla devastazione capitalista, è necessario avere questa energia. Ci siamo persone che no... - ci siamo molte persone che non possiamo restare calme e continuare con una vita in una "normalità" quando è evidente lo sterminio che stanno facendo con il nostro futuro. Nel discorso popolare, la parola anarchia è comunemente usata per descrivere l'assenza di organizzazione. È lo spettro del caos che riempie il vuoto formato da un'improvvisa rottura dell'ordine. Un violento liberticidio, dove i forti approfittano dell'assenza di regole per approfittare dei deboli. Questa visione dell'anarchia è stata a lungo una proiezione utile per le classi dirigenti, e per ogni paranoico autoritario non disposto a distinguere tra ordine e sottomissione. Ma è ben lontana da ciò in cui gli anarchici credono veramente, e dal mondo per cui stiamo lottando. La realtà è che gli anarchici hanno molti approcci diversi e hanno una molteplicità di punti di vista quando si tratta del ruolo dell'organizzazione e del suo rapporto con la lotta. Questa mancanza di ortodossia ha storicamente distinto l'anarchismo da altre tradizioni rivoluzionarie, come il marxismo-leninismo, le cui molteplici scuole di pensiero concorrenti concordano generalmente sulla necessità di un partito organizzato centralmente... ...ma non sono d'accordo su chi dovrebbe guidarlo. Per più di 150 anni, gli anarchici hanno sperimentato una vasta gamma di forme organizzative - dai sindacati sindacalisti con oltre un milione di membri a pagamento, alle reti informali di piccoli gruppi di affinità; dalle federazioni, comitati e assemblee, alle cellule strettamente legate e alle associazioni di individui autonomi poco strutturate. Questo processo di sperimentazione continua ancora oggi. Una delle cose belle dell'Anarchismo è che non c'è un unico modello prestabilito. È una tensione che si sforza verso la libertà. Gli anarchici hanno molti punti di vista diversi sull'organizzazione e sul ruolo che le organizzazioni svolgono nella lotta. Penso che questo si colleghi alle diverse posizioni che le persone assumono in relazione alle cose che si pensano in modo più spontaneo e alle persone che vogliono un livello di coordinazione più alto. La principale divisione all'interno dell'anarchismo su questa questione è tra anarchici individualisti o egoisti e collettivisti. Gli anarchici individualisti si oppongono alla maggior parte delle forme di organizzazione, il loro obiettivo è quello di costruire l'autonomia dell'individuo. E vedono fondamentalmente le organizzazioni come un ostacolo all'autonomia individuale. E poi i collettivisti credono fondamentalmente nell'organizzazione collettiva e le organizzazioni ne sono spesso una grande componente. Questo va di pari passo con le diverse opinioni sulla base del modo in cui le persone si organizzano e interagiscono tra loro, con alcuni anarchici che sono a favore di un'organizzazione più formale e di organizzazioni che hanno una sorta di appartenenza chiara e definita, di solito con uno statuto specifico o con cose diverse che le governano. Altri anarchici possono essere piuttosto critici nei confronti delle organizzazioni e preferiscono metodi di organizzazione più informali, a volte questo può comportare ancora l'avere organizzazioni o gruppi, purché si formino per un solo scopo specifico o per un tipo specifico di attività, per poi farli sciogliere. Ci sono ovviamente vantaggi e svantaggi sia con quelle formali, ad esempio le federazioni o i sindacati, che per le informali come i gruppi di affinità e le cellule e cose del genere. Ma penso che ci siano anche questioni chiave per gli anarchici del XXI secolo, come interagiamo con il pubblico e come le persone arrivano all'anarchismo al di là di questa presunta dinamica tra formale e informale. Ci sono diverse posizioni. Quindi da tendenze più antisociali, più insurrezionali, non c'è una vera e propria chiamata o un invito diretto per le persone ad unirsi o per iniziare a credere nelle idee anarchiche. Più che essere convinti, questi gruppi hanno partecipanti a causa delle loro idee e dei loro sentimenti. Ma ci sono compagni il cui lavoro politico è più sociale, più basato sul potere delle persone, che credono nell'organizzazione dal basso e nell'organizzazione del quartiere. Durante il periodo insurrezionale negli Stati Uniti, dal 2008 e dal 2009 in poi, molti di noi si sono concentrati sull'idea che la qualità è meglio della quantità, cosa con cui sono fondamentalmente d'accordo, ma allo stesso tempo dobbiamo trovare un modo per incontrare le persone, coinvolgerle e portarle nei nostri progetti e nei nostri movimenti, in modo da poter crescere. Sapete, negli ultimi due decenni, la gente è entrata nell'anarchismo attraverso cose come il punk rock o altre sottoculture o da diversi movimenti come i diritti degli animali e cose del genere. E nell'era post-globalizzazione, gli anarchici - almeno negli Stati Uniti, dipendono da nuovi cicli di lotta per far entrare le persone. Quindi c'è il movimento contro la guerra, c'è una nuova generazione di anarchici, c'è "Occupy", c'è la ribellione di Ferguson, c'è una nuova generazione in arrivo. Non possiamo sempre dipendere da qualcosa che salta fuori e poi beneficiare di quell'ondata di gente nuova. Penso che qui in Cile abbiamo avuto la possibilità di sperimentare una vasta gamma di pratiche e tattiche anarchiche e anti-autoritarie. Tra assemblee territoriali, tra gruppi di affinità, tra spazi liberi e squat, tra i sindacati, tra lavoratori indipendenti, tra i professionisti e tra la gente che vive per strada. L'anarchismo avviene sempre in modo sottile. E possiamo anche non pensarla in questo modo perché, è come se non fosse il concetto a cui siamo abituati, ma è comunque anarchismo. Quando la gente pensa all'anarchismo ha questa idea eurocentrica di ciò che è, la parola stessa, non esiste da molto tempo, ma se si segue la definizione da manuale di cosa sia l'anarchismo, gli indigeni praticano l'anarchismo e l'aiuto reciproco da migliaia di anni. In questi territori siamo fortunati che molti, molti di noi hanno origini Mapuche. Abbiamo anche questa dualità, o la capacità di posizionarci politicamente in questo modo. Dal punto di vista degli anarchici - ma allo stesso tempo non dimentichiamo che abbiamo una nostra storia. Che abbiamo la nostra individualità. Che siamo di questo territorio. Che veniamo da un territorio colonizzato. Che la nostra storia e le nostre pratiche e le nostre visioni dell'anarchismo non saranno al 100% uguali a quelle dei compagni anarchici della Palestina, di Rojava, o dell'Europa, o di altre parti dell'America Latina. Sapete quando la gente si trova di fronte a cose davvero orribili nella vita di tutti i giorni, che si tratti di sfratto, di guardare la gente che viene deportata, di cose che accadono sul lavoro, di un oleodotto che attraversa la loro terra... Vogliamo che la gente sappia che c'è una comunità di persone in rivolta a cui può rivolgersi, con cui può poi organizzarsi per combattere e per ferire davvero i propri nemici fino al punto di non essere in grado di fare quello che stanno cercando di fare. Un buon organizzatore ha molti strumenti nella sua cassetta degli attrezzi. Il trucco è sapere quale strumento usare quando, e sostituirli quando smettono di lavorare. Questo vale per gli anarchici come per qualsiasi altro tipo di organizzatore. La differenza principale è ciò che stiamo cercando di costruire. L'anarchismo si basa sul principio dell'auto-organizzazione. Questo è direttamente collegato al tipo di mondo che gli anarchici cercano di creare. Un mondo in cui le persone possono prendere decisioni collettive e agire autonomamente, senza aspettare ordini o permessi dall'alto. L'organizzazione anarchica inizia con la promozione della lotta autogestita. Si tratta di agitare e incoraggiare le persone ad agire direttamente per risolvere i loro problemi. Senza fare appello a chi è più in alto nella scala sociale. Da questo punto di partenza, ci sono molte strade diverse che si possono intraprendere. Ovunque decidiate di andare, il passo più importante è il primo. Strategia e tattica sono intimamente connesse, ma separate. Si parte con un obiettivo specifico o una visione. Qualcosa che si vuole realizzare, o raggiungere, o che si vuole sfidare. E poi la vostra strategia è il vostro piano su come volete raggiungere quell'obiettivo. E poi le tattiche sarebbero tutte le azioni, le attività e gli approcci specifici che in un certo senso si fondono per aiutarvi a raggiungere quell'obiettivo. La strategia che scegliete determinerà il tipo di attività in cui vi impegnate. Quando le vostre tattiche avranno successo, o se dovessero fallire ripetutamente, tornate indietro e fate degli aggiustamenti alla vostra strategia. Una volta che avrete fatto questi aggiustamenti alla vostra strategia, cercherete quindi di escogitare tattiche diverse. Queste cose devono rafforzarsi a vicenda, e dobbiamo anche valutare costantemente avanti e indietro. Dovete farlo e basta. Dovete farlo. Dovete stare in prima linea, mettendoci il vostro lavoro. Da un lato, visualizziamo, teorizziamo, sviluppiamo la nostra politica, pensando fondamentalmente a ciò che vogliamo, a ciò che cerchiamo. Dall'altro lato, iniziamo ad agire e vediamo come possiamo rendere reali queste idee in modo specifico. Siamo tutti individui. Ma ognuno ha il suo ruolo. In Cile siamo fortunati, ironia della sorte, ad avere una storia piena di conflitti. Una storia di persecuzione politica e di rivolte. Quindi i conflitti e gli obiettivi sono sempre stati presenti. Le strategie e le tattiche che sono state utilizzate in generale sono state piuttosto ampie. Le tattiche che stanno vincendo in questi giorni possono essere ispirate da altre lotte. Per esempio le tattiche ispirate dal conflitto di Hong Kong. L'idea di usare dei laser e di utilizzare brocche d'acqua per spegnere i gas lacrimogeni. Si tratta di pratiche di resistenza e di lotta di strada utilizzate a livello internazionale. Poi c'è il bloccaggio delle strade. Ci sono barricate, anche di diverso tipo. Ci sono barricate di fuoco, o barricate di pietre. Ci sono compagni che soccorrono e aiutano i feriti. Il mondo in cui viviamo, il modo in cui ci impegniamo con le cose, anche il modo in cui arriviamo a pensare alle cose sarà necessariamente influenzato dalle condizioni materiali in cui viviamo. Il tipo di citazione classica marxista: "Le persone cambiano la storia, ma non nelle condizioni di loro scelta". Che sono queste condizioni, queste realtà materiali, che influiscono non solo sulla vita delle persone, ma anche sulla loro coscienza. E che non si può pensare solo a come uscire da queste cose - o che non c'è un'uscita. Il capitalismo sta cambiando costantemente il volto del lavoro, della vita sociale, del modo in cui le persone sono alienate l'una dall'altra. Quindi dobbiamo costantemente rivalutare, sapete... com'è la vita? E quali sono le possibilità di rivolta contro il tipo di vita che siamo costretti a condurre? Come possiamo davvero arrivare al punto di, come dire, va bene... cosa sta succedendo qui? Come possiamo rimediare? Le persone cambiano il mondo intorno a loro attraverso le loro azioni. E così possiamo avere un effetto sulle nostre condizioni materiali, e possiamo cambiarle attraverso la lotta. Il rovescio della medaglia è che lo Stato può cambiare le condizioni per rimuovere il carburante per le lotte. Penso che sia importante capire come è organizzato il potere e le sue modalità di funzionamento. Il tipo di mondo che vogliamo non esiste ancora. Può essere costruito solo sulle ceneri di questo. Ma allo stesso tempo, stiamo cercando di creare nuovi modi di relazionarci l'un l'altro. Nuovi modi di risolvere i problemi, nuovi modi di impegnarsi nell'azione, nuovi modi di realizzare cose come il lavoro che guardano alle possibilità di nuove forme di vita che ancora non esistono. Se si vuole una società futura che sia libera da gerarchie e dominazioni, Se si vuole una società futura in cui le persone abbiano autonomia e siano trattate in modo equo, il modo in cui ci si impegna oggi deve riflettere questi valori. A volte dobbiamo prendere queste possibilità e questi rischi, e provare questi modi alternativi di fare le cose. Seguite i conflitti in tutto il mondo che possono servire anche come ispirazione. In modo da poter avere nuove esperienze. Nuovi modi di attaccare. Nuove forme di resistenza all'interno dei territori in conflitto. Per quanto possibile, i movimenti rivoluzionari dovrebbero creare una controsocietà e allontanarsi il più possibile dalle istituzioni statali e capitalistiche. Fondamentalmente quello che possiamo fare è orientare i nostri sforzi verso la costruzione di centri di legittimità concorrenti che siano comunitari. Che esistano in opposizione allo Stato, alla polizia e al capitale. Vogliamo prefigurare il mondo che vogliamo vedere e le relazioni che stiamo costruendo. Sia in termini di, ad esempio, costruzione di una sorta di doppio potere o di potere autonomo dal basso verso l'alto per soddisfare i nostri bisogni quotidiani, ma anche in termini di lotte in cui ci stiamo impegnando. Sapete, queste relazioni dovrebbero prefigurare un diverso tipo di vita. E anche, sai, portare le persone a nuovi modi di impegnarsi l'uno con l'altro, nuovi modi di parlare, nuovi modi di risolvere i problemi. L'insurrezione e il doppio potere hanno naturalmente bisogno l'uno dell'altro. Come si suol dire, "la forza dell'insurrezione è sociale, non militare" E creare una forza sociale richiede infrastrutture e spazi reali che possiamo chiamare nostri. E la capacità di usare quello spazio per combattere. Il 1° dicembre 2019, un 55enne residente nella provincia di Hubei è entrato in un ospedale di Wuhan con un apparente caso di polmonite. Questo è stato il primo caso documentato di COVID-19, un nuovo ceppo di Corona Virus che da allora ha travolto tutto il mondo e sconvolto la vita quotidiana di miliardi di persone. Nel momento in cui queste parole vengono scritte, sembriamo essere sull'orlo di un crollo sociale ed economico di massa su una scala che non si vedeva dal secolo scorso. Se non altro, questa pandemia ha messo a nudo il mito dell'infallibilità del capitalismo e ha messo a nudo le sue debolezze. Ha anche dimostrato la necessità di saper adattare rapidamente le nostre strategie e tattiche per affrontare realtà in rapida evoluzione. Lentamente all'inizio, e poi all'improvviso, la nostra mobilità e la nostra capacità di associarci sono state ridotte, e tattiche ormai consolidate come i raduni, le marce, il bussare alle porte e persino la distribuzione di volantini sono state portate via. Ma come dice il proverbio, la necessità è la madre dell'invenzione. In tempi di sconvolgimenti sociali e politici, tenete fede ai vostri principi. Liberatevi del dogmatismo. Tenete gli occhi sul premio. E tenetevi pronti ad affrontare qualsiasi sfida vi si presenti. L'anarchismo è una cosa bella, sorprendente e ha fatto molte grandi cose storicamente. Ma è anche qualcosa che spesso fallisce. E, penso che il fallimento vada bene, e spesso c'è molto valore nelle cose che ho imparato a portare via anche in tempi in cui ci sono stati grandi fallimenti o difficoltà. Dicendo di essere anarchico, e di essere coinvolto in un'organizzazione e in una lotta anarchica, non importa che aspetto si abbia, ti dichiari molto apertamente contro molte delle cose che esistono attualmente, come lo Stato, la polizia e il capitalismo. E, dovresti renderti conto fin dall'inizio che questo a volte ha delle conseguenze. Prendetevi sul serio. Una volta che ti dichiari un nemico dello Stato, lo Stato lo prenderà molto seriamente come una minaccia. La prigione fa schifo e una volta che hai la fedina penale sporca ti rende le cose più difficili in futuro, quindi dovresti prendere le misure adeguate per cercare di proteggerti ed evitare arresti non necessari. Quali sono le cose più importanti che possono avere un impatto sulle persone a cui si è vicini, con le quali si ha un rapporto. E che sia sul posto di lavoro E che sia sul posto di lavoro o a scuola, che sia nel quartiere, sapete qualcosa della polizia, qualcosa che riguarda la gentrificazione, se c'è un progetto di estrazione di risorse nel territorio in cui vi trovate. Da quella comprensione di quell'analisi, poi si passa al modo in cui si comincia a organizzare e a riunire le persone e si comincia ad agire e a impegnarsi in un modo tale da spingere in avanti che mette in primo piano i propri interessi e comincia ad attaccare quelli della classe dominante. La Polizia I Giudici Lo Stato Il Presidente Lo Stato oppresore è un macho stupratore Lo stupratore sei tu Alcuni gruppi vogliono affermare il loro potere e la loro proprietà su di voi, e sul vostro corpo, su ciò che avete da dire. Non si tratta di proprietà, non si tratta di chi possiede la rivoluzione, o chi possiede la lotta. Siamo in questa merda assieme. E se qualcuno non è disposto a lottarci contro, ad esempio diciamo che lo accusi di patriarcato o di qualsiasi altra cosa, se non hanno la volontà di confrontare se stessi e lottare contro di esso mostra che ovviamente quel individuo o quella entità o quel che sia... non gliene frega niente. Se le persone sono veramente investite nella lotta, allora quando la merda arriva, tu sarai in grado di lottare per uscirne. Anche se ci vuole tempo, anche se devi smettere di organizzare per un po' di tempo fino a quando non risolvi la situazione. Vorrei invitare a i compagni e le compagne anarchiche ad avere la capacità di poter organizzarci, di avere un posizionamento e fare politiche attraverso una intersezionalità con persone che non sono necessariamente anarchiche. A coloro che abbracciano idee anti-speciste. A coloro che abbracciano idee anti-patriarcali. A coloro che abbracciano idee di spiritualità per riscattare alcune delle ascendenze perdute in questi secoli di colonizzazione che il sistema europeo, occidentale, bianco, etero-patriarcale ha imposto su di noi e ci ha strappato. Stai dicendo che sei contro tutte queste cose, e combatterai contro tutte queste cose. Ovviamente, a volte, ci sono delle ricadute, e ci sono delle difficoltà e delle cose nella tua vita che dovrai superare. Dopo aver fatto un'azione, sapete, prendetevi un po' di tempo con i vostri compagni e sedetevi e riflettete criticamente su ciò che avete fatto bene, e su ciò che avreste potuto fare meglio. E poi, cercate di incorporare le lezioni che avete imparato attraverso le vostre esperienze nella vostra organizzazione futura. E dobbiamo davvero pensare: "Ok, quando lo faremmo, come vinceremmo?" Tipo, vogliamo davvero essere in grado di fare danni contro le persone che ci fanno del male, vogliamo essere in grado di colpire in modo tale da espandere la nostra influenza, la nostra fiducia, sai, gli spazi che abbiamo in mano. Dobbiamo effettivamente trovare il modo di intersecare le persone che sono interessate e poi portarle a bordo, coinvolgerle nella lotta, e far sì che siano costrette a scegliere da che parte stare, letteralmente, per sostenere modalità d'azione illegali e anticapitaliste, e far riflettere le persone sulle possibilità di ciò che potrebbero fare se ci fosse un movimento dietro di loro per migliorare la propria vita e le proprie condizioni. Viviamo in un'epoca in cui la disperazione arriva facilmente. Un flusso costante di cattive notizie ci tiene costantemente sotto controllo. Enormi incendi devastano l'Australia per mesi e mesi. I dipartimenti di polizia si equipaggiano di telecamere con software di riconoscimento facciale guidato dall'IA. Una famiglia di Idlib muore di freddo dopo che il loro campo profughi improvvisato viene bombardato. Ordinanze d'emergenza vietano tutti gli incontri pubblici di tre o più persone. Di fronte a tutto questo, non mancano le ragioni per cui ogni persona razionale potrebbe sentirsi visceralmente scoraggiata e completamente depressa. E questo vale soprattutto per i rivoluzionari che troviamo costantemente il nostro idealismo speranzoso inghiottito da sentimenti di amara rassegnazione e sconfitta. Ma quando arriva questa disperazione, è importante ricordare che non siamo soli. Che ci sono molte altre persone che condividono il nostro senso di dolore, di ansia... e, soprattutto, indignazione. Che facciamo parte di una lunga e orgogliosa stirpe di lotta. E che le vittorie sono ancora possibili. Armati di questa conoscenza, e consapevoli delle nostre capacità, opportunità e limitazioni, possiamo rivolgere la nostra attenzione al compito che ci attende, che è, come sempre, quello di costruire il nostro potere collettivo e di aumentare la nostra comune capacità di resistenza. Quindi, a questo punto, vorremmo ricordarvi che Trouble è destinato ad essere utilizzato come risorsa per promuovere la discussione e l'organizzazione collettiva. Siete interessati a intensificare il vostro gioco di organizzazione? State cercando di lanciare una nuova iniziativa, ma non sapete bene da dove cominciare? Prendete in considerazione la possibilità di mettervi in contatto con alcuni compagni, organizzare un party online per la visione di questo film e discutere da dove iniziare. Sei interessato a fare proiezioni regolari di Trouble nel tuo campus, infoshop, centro sociale, o anche solo a casa con gli amici? Beh, non fatelo! Apprezziamo il supporto, ma probabilmente non è una grande idea in questo momento. Invece, perché non creare un gruppo di discussione con alcuni amici, ognuno dei quali guarda l'episodio sui propri schermi a casa, e poi passare attraverso il kit di screening online sul nostro sito web per i link a risorse aggiuntive, e alcune domande per aiutare a inquadrare la vostra conversazione. Inoltre, vi ricordo che qui alla subMedia, dipendiamo interamente dalle donazioni dei nostri spettatori per far andare avanti le cose... quindi se siete in grado di contribuire a sostenerci, vi preghiamo di farlo su sub.media/donate. Se non potete permettervi di sostenerci finanziariamente, non preoccupatevi! Potete trasmettere in streaming e/o scaricare gratuitamente tutti i nostri contenuti dal nostro sito web: sub.media/trouble Questo episodio non sarebbe stato possibile senza il generoso sostegno di Josh, Murph, Sam, Tal, La Conxa e la brava gente di IGD. Infine, ci dispiace annunciare che questo sarà l'ultimo episodio di Trouble per il prossimo futuro. E' stata una corsa impressionante, ma la troupe di subMedia ha deciso che è il momento di passare a nuovi progetti. E per renderlo possibile, abbiamo deciso di staccare la spina a Trouble. Dato che non possiamo incontrarci di persona per il prossimo futuro, ci sembrava il momento perfetto per fare questo cambiamento. Vogliamo assicurare a tutti voi combinaguai là fuori che abbiamo dei nuovi entusiasmanti progetti in cantiere che pensiamo vi piaceranno molto... quindi rimanete sintonizzati! E a tutti coloro che hanno organizzato proiezioni, ci hanno inviato idee per argomenti per lo show, critiche costruttive o feedback positivi sullo show... grazie dal profondo del cuore! Il vostro sostegno è stato davvero gratificante, e ci auguriamo che i 24 episodi che abbiamo realizzato continuino a servire come utili strumenti per gli anni a venire. Ora andate là fuori... e combinate qualche guaio!