La civiltà industriale moderna è una sorprendente testimonianza del potere e della capacità di organizzazione.
Il mondo in cui viviamo oggi è il prodotto di
innumerevoli generazioni di pianificazione, innovazione
e attività umane collettive, sfruttate e
incanalate verso l'incessante ricerca della
produttività e della crescita.
Ogni giorno, la economia globale struttura e
coordina il lavoro di miliardi di persone.
Una vertiginosa gamma di prodotti viene progettata,
prodotta, trasportata nei centri di distribuzione regionali
e spedita ai punti vendita al dettaglio e alle
porte di casa delle persone in tutto il mondo.
Le catene di fornitura internazionali tagliano i confini
e i continenti, collegando i lavoratori dell'abbigliamento
della città di Ho Chi Min, Vietnam, agli
acquirenti di Wal-Mart a Scottsdale, Arizona.
All'interno di questo sistema interconnesso, ogni metropoli
forma un brulicante centro di attività composto da decine di
quartieri. Queste distinte regioni sono
collegate tra loro da un intricato labirinto di
infrastrutture di trasporto e telecomunicazioni,
nonché da reti elettriche, idriche e
fognarie che contribuiscono a garantire
l'igiene e la sopravvivenza quotidiana
di milioni di persone.
Eppure, nonostante tutta la meticolosa
pianificazione e la enorme quantità di abilità
umana e di fatica per la sua realizzazione, più di un
miliardo di persone vive in squallidi, sovraffollati
baraccopoli, favelas e campi di rifugiati improvvisati
- molti dei quali non hanno un accesso di base all'elettricità
o all'acqua corrente. Questa popolazione in crescita trae
pochi benefici dal modo in cui la società è organizzata.
E questo è progettato di proposito, il loro impoverimento
e disperazione sono parte integrante del buon
funzionamento della macchina. Per gli architetti del progresso,
sono poco di più che il grasso che mantiene gli ingranaggi in movimento.
Lo stesso si potrebbe dire, in misura diversa,
per l'intera classe operaia mondiale,
in particolare per i lavoratori migranti e per tutti coloro
che lavorano nei settori informali a basso salario
della cosiddetta "Gig Economy" (lavori saltuari). Perché
questo mondo non è organizzato intorno al principio
della soddisfazione dei bisogni delle persone,
ma intorno all'accumulazione infinita di capitale.
Questo imperativo organizzativo è saldamente radicato
nelle istituzioni della classe dirigente e nelle ideologie
e nella violenza strutturale che le sostengono.
Questa dinamica fa sì che trasformazioni sociali radicali
siano condizionate da crisi politiche che possono scuotere
e, in ultima istanza, sradicare l'intero ordine sociale.
Eppure, anche quando questo tipo di cambiamento
rivoluzionario può sembrare lontano, è sempre possibile
cambiare in meglio le nostre condizioni. È qui
che entra in gioco l'autonomia e l'organizzazione dal basso.
Nei prossimi trenta minuti daremo un'occhiata più
da vicino a come questo tipo di organizzazione
si manifesta per gli anarchici. Lungo il percorso,
parleremo con una serie di individui
che condivideranno le loro esperienze nell'avvicinare
le persone, elaborare strategie,
scendere in strada...
e nel creare un sacco di guai (Trouble).
Quando parliamo di organizzazione, parliamo
essenzialmente di come armeggiare le relazioni umane.
Le relazioni che io e te e le persone nella
nostra comunità più ampia che sono
influenzate dalle cose, che vivono insieme, che
lavorano insieme, che vanno a scuola insieme...
Armare quelle relazioni, e poi usare
quelle relazioni per uscire e fare qualcosa
e capire come le persone possano fisicamente
mettersi insieme come forza materiale.
Tenendo presente questo, è importante capire
che ci vuole tempo, ci vuole molta fiducia,
molto amore, molta passione. Ci vuole
tempo perché la gente si riunisca e
cominci a individuare quali sono i problemi,
quali sono le lotte qui nel mio quartiere,
nella mia comunità?
Organizzarsi è un processo di costruzione
della tua forza collettiva e del
tuo potere collettivo
Il primo passo dell'organizzazione
è una sorta di
sfondamento di quella barriera sociale e di isolamento
che ci divide e spesso questo può essere semplice
come mettere insieme un gruppo di persone in
una stanza e iniziare a parlare delle cose che
abbiamo in comune, dei problemi che condividiamo,
e da lì attraverso il corso del parlare
di queste cose iniziamo a capire che
lavorando insieme siamo
in una posizione migliore per cambiare le cose. L'organizzazione
è un processo che dovrebbe essere trasformativo.
Durante il processo di organizzazione
si formano nuovi legami di solidarietà
attraverso il corso della lotta.
Penso che la prima cosa è trovare
un gruppo di persone,
una comunità
o persone nella tua zona
che hanno un conflitto in comune.
E basandosi su quel conflitto,
accordarsi di organizzarsi tra quelle
persone per raggiungere un obbiettivo
Organizzare è più che altro un approccio
all'impegno nella lotta
Le persone parlano di organizzazione e di essere un
organizzatore più legato alla costruzione di relazioni con
le persone e all'attenzione su gruppi specifici di persone, potrebbero essere inquilini o studenti o lavoratori.
Ma in questo caso l'attenzione centrale è più sulla
costruzione di quelle relazioni
piuttosto che su un singolo tema e spesso si lavora per costruire il potere con quelle persone.
"Dopo ogni attacco anarchico, un comunicato verbale -
Graffiti anarchici - Un gruppo anarchico greco ha attaccato
- un gruppo anarchico - una comunità anarchica
- questi sono anarchici!"
Penso che ci sia una varietà di caratteristiche diverse che
differenziano l'organizzazione anarchica da altri
tipi di organizzazione. Credo che alcune di esse comportino lo scopo del tipo di organizzazione
che gli anarchici si impegnano a fare. Penso che, di per sé,
essendo una pratica politica diversificata che ha
una critica al dominio e ai sistemi di potere così totale, significa che gli anarchici si concentrano
su una gamma molto ampia di questioni diverse e
si organizzano tra molte persone diverse.
Ciò che distingue l'organizzazione anarchica è
principalmente l'obiettivo di tale organizzazione.
Quindi, è il tipo di mondo che gli anarchici stanno cercando di realizzare. Gli anarchici si oppongono agli stati
e al capitalismo e a tutte le forme di autorità illegittime.
Quindi, il processo di organizzazione anarchica è
un processo che costruisce l'opposizione alle
istituzioni, ai gruppi e agli individui che riproducono
queste forme di gerarchia nella società.
Gli anarchici si impegnano in uno spettro davvero ampio
di diversi tipi di attività. Da cose che sono
illegali a cose che sono molto legali,
cose che sono molto simili alla non violenza, fino a volte
cose che potrebbero essere potenzialmente violente.
Costruttive, distruttive, questo genere di cose.
Penso che parte di ciò che rende unico l'anarchismo
sia il fatto che non c'è il presupposto che
la legalità sia uguale alla moralità.
Qualsiasi organizzazione di partito
dalla più a sinistra
alla più di destra
utilizza una struttura gerarchica
nella sua forma di organizzazione.
E allo stesso tempo anche loro
fanno parte del circo politico,
di politicheria, in realtà.
C'è un sacco di gente che è stufa
della solita politica. Sono stufi
del sistema economico che in realtà li sta solo
mettendo a dura prova. Sono stufi
delle elezioni.
davanti alla catastrofe capitalista,
e alla devastazione capitalista,
è necessario avere questa energia.
Ci siamo persone che no...
- ci siamo molte persone che non possiamo
restare calme e continuare con una vita
in una "normalità"
quando è evidente lo sterminio che
stanno facendo con il nostro futuro.
Nel discorso popolare, la parola anarchia è comunemente
usata per descrivere l'assenza di organizzazione.
È lo spettro del caos che riempie il vuoto formato
da un'improvvisa rottura dell'ordine.
Un violento liberticidio, dove i forti approfittano
dell'assenza di regole per approfittare
dei deboli. Questa visione dell'anarchia è stata a
lungo una proiezione utile per le classi dirigenti,
e per ogni paranoico autoritario non
disposto a distinguere tra ordine e
sottomissione. Ma è ben lontana da ciò in cui gli
anarchici credono veramente, e dal mondo
per cui stiamo lottando.
La realtà è che gli anarchici hanno molti approcci
diversi e hanno una molteplicità di punti di vista
quando si tratta del ruolo dell'organizzazione
e del suo rapporto con la lotta. Questa mancanza
di ortodossia ha storicamente distinto l'anarchismo
da altre tradizioni rivoluzionarie,
come il marxismo-leninismo, le cui molteplici scuole
di pensiero concorrenti concordano generalmente
sulla necessità di un partito organizzato centralmente...
...ma non sono d'accordo su chi dovrebbe guidarlo.
Per più di 150 anni, gli anarchici hanno sperimentato
una vasta gamma di forme organizzative
- dai sindacati sindacalisti con oltre un milione di
membri a pagamento, alle reti informali
di piccoli gruppi di affinità; dalle federazioni,
comitati e assemblee, alle cellule
strettamente legate e alle associazioni di individui autonomi poco strutturate. Questo processo di
sperimentazione continua ancora oggi.
Una delle cose belle dell'Anarchismo è che non c'è un
unico modello prestabilito.
È una tensione che si sforza verso la libertà.
Gli anarchici hanno molti punti di vista diversi
sull'organizzazione e sul ruolo che le organizzazioni
svolgono nella lotta. Penso che questo si colleghi
alle diverse posizioni che le persone assumono in
relazione alle cose che si pensano in modo più spontaneo
e alle persone che vogliono un livello di
coordinazione più alto.
La principale divisione all'interno
dell'anarchismo su questa
questione è tra anarchici individualisti
o egoisti e collettivisti. Gli anarchici individualisti
si oppongono alla maggior parte delle forme di organizzazione,
il loro obiettivo è quello di costruire l'autonomia
dell'individuo. E vedono fondamentalmente le
organizzazioni come un ostacolo all'autonomia
individuale. E poi i collettivisti credono
fondamentalmente nell'organizzazione collettiva e
le organizzazioni ne sono spesso
una grande componente.
Questo va di pari passo con le diverse
opinioni sulla base del modo in cui le persone si
organizzano e interagiscono tra loro, con alcuni
anarchici che sono a favore di un'organizzazione
più formale e di organizzazioni che hanno una
sorta di appartenenza chiara e definita, di solito con uno
statuto specifico o con cose diverse che le governano.
Altri anarchici possono essere piuttosto critici nei confronti delle organizzazioni e preferiscono metodi
di organizzazione più informali, a volte questo può
comportare ancora l'avere organizzazioni o gruppi,
purché si formino per un solo scopo specifico
o per un tipo specifico di attività, per poi
farli sciogliere.
Ci sono ovviamente vantaggi e svantaggi sia
con quelle formali, ad esempio le federazioni o
i sindacati, che per le informali come i gruppi
di affinità e le cellule e cose del genere.
Ma penso che ci siano anche questioni chiave
per gli anarchici del XXI secolo, come interagiamo
con il pubblico e come le persone arrivano
all'anarchismo al di là di questa presunta
dinamica tra formale e informale.
Ci sono diverse posizioni.
Quindi da tendenze più antisociali,
più insurrezionali,
non c'è una vera e propria
chiamata o un invito diretto
per le persone ad unirsi o per iniziare
a credere nelle idee anarchiche.
Più che essere convinti,
questi gruppi hanno partecipanti a
causa delle loro idee e dei loro sentimenti.
Ma ci sono compagni il cui
lavoro politico è più sociale,
più basato sul potere delle persone,
che credono nell'organizzazione dal basso
e nell'organizzazione del quartiere.
Durante il periodo insurrezionale negli Stati
Uniti, dal 2008 e dal 2009 in poi, molti di noi
si sono concentrati sull'idea che la qualità è meglio
della quantità, cosa con cui sono fondamentalmente
d'accordo, ma allo stesso tempo dobbiamo
trovare un modo per incontrare le persone,
coinvolgerle e portarle nei nostri progetti
e nei nostri movimenti, in modo da
poter crescere. Sapete, negli ultimi due decenni,
la gente è entrata nell'anarchismo attraverso
cose come il punk rock o altre sottoculture o da
diversi movimenti come i diritti degli animali
e cose del genere. E nell'era
post-globalizzazione, gli anarchici
- almeno negli Stati Uniti, dipendono da nuovi
cicli di lotta per far entrare le persone.
Quindi c'è il movimento contro la guerra,
c'è una nuova generazione di anarchici,
c'è "Occupy", c'è la ribellione di Ferguson, c'è una
nuova generazione in arrivo. Non possiamo
sempre dipendere da qualcosa che salta fuori e poi beneficiare di quell'ondata di gente nuova.
Penso che qui in Cile abbiamo avuto
la possibilità di sperimentare
una vasta gamma di pratiche e tattiche
anarchiche e anti-autoritarie.
Tra assemblee territoriali,
tra gruppi di affinità,
tra spazi liberi e squat,
tra i sindacati,
tra lavoratori indipendenti,
tra i professionisti e
tra la gente che vive per strada.
L'anarchismo avviene sempre in modo sottile.
E possiamo anche non pensarla in questo modo perché,
è come se non fosse il concetto a cui siamo
abituati, ma è comunque anarchismo. Quando
la gente pensa all'anarchismo ha questa idea
eurocentrica di ciò che è, la parola stessa, non
esiste da molto tempo, ma se si segue la definizione
da manuale di cosa sia l'anarchismo,
gli indigeni praticano l'anarchismo e l'aiuto reciproco
da migliaia di anni.
In questi territori siamo fortunati che molti,
molti di noi hanno origini Mapuche.
Abbiamo anche questa dualità,
o la capacità di posizionarci politicamente
in questo modo.
Dal punto di vista degli anarchici
- ma allo stesso tempo non dimentichiamo
che abbiamo una nostra storia.
Che abbiamo la nostra individualità.
Che siamo di questo territorio.
Che veniamo da un territorio colonizzato.
Che la nostra storia e le nostre pratiche
e le nostre visioni dell'anarchismo
non saranno al 100% uguali a quelle
dei compagni anarchici
della Palestina,
di Rojava, o dell'Europa,
o di altre parti dell'America Latina.
Sapete quando la gente si trova di fronte a cose
davvero orribili nella vita di tutti i giorni, che
si tratti di sfratto, di guardare la gente che viene
deportata, di cose che accadono sul lavoro, di un
oleodotto che attraversa la loro terra... Vogliamo
che la gente sappia che c'è una comunità
di persone in rivolta a cui può rivolgersi, con
cui può poi organizzarsi per combattere
e per ferire davvero i propri nemici fino
al punto di non essere in grado di fare
quello che stanno cercando di fare.
Un buon organizzatore ha molti strumenti nella sua cassetta
degli attrezzi. Il trucco è sapere quale strumento usare quando,
e sostituirli quando smettono di lavorare.
Questo vale per gli anarchici come
per qualsiasi altro tipo di organizzatore. La differenza
principale è ciò che stiamo cercando di costruire.
L'anarchismo si basa sul principio dell'auto-organizzazione.
Questo è direttamente collegato al tipo di
mondo che gli anarchici cercano di creare. Un mondo
in cui le persone possono prendere
decisioni collettive e agire autonomamente,
senza aspettare ordini o permessi dall'alto.
L'organizzazione anarchica inizia con la promozione
della lotta autogestita. Si tratta di agitare
e incoraggiare le persone ad agire direttamente per risolvere i loro problemi. Senza fare appello a chi
è più in alto nella scala sociale.
Da questo punto di partenza,
ci sono molte strade diverse che si possono
intraprendere. Ovunque decidiate di andare,
il passo più importante è il primo.
Strategia e tattica sono intimamente connesse,
ma separate.
Si parte con un obiettivo specifico o una visione.
Qualcosa che si vuole realizzare, o
raggiungere, o che si vuole sfidare. E poi la vostra
strategia è il vostro piano su come volete raggiungere
quell'obiettivo. E poi le tattiche sarebbero
tutte le azioni, le attività e gli approcci
specifici che in un certo senso si fondono
per aiutarvi a raggiungere quell'obiettivo.
La strategia che scegliete determinerà il tipo
di attività in cui vi impegnate. Quando le vostre
tattiche avranno successo, o se dovessero fallire ripetutamente,
tornate indietro e fate degli aggiustamenti alla
vostra strategia. Una volta che avrete fatto questi
aggiustamenti alla vostra strategia, cercherete
quindi di escogitare tattiche diverse.
Queste cose devono rafforzarsi a vicenda,
e dobbiamo anche valutare costantemente
avanti e indietro.
Dovete farlo e basta. Dovete farlo.
Dovete stare in prima linea,
mettendoci il vostro lavoro.
Da un lato, visualizziamo, teorizziamo,
sviluppiamo la nostra politica,
pensando fondamentalmente a ciò
che vogliamo, a ciò che cerchiamo.
Dall'altro lato, iniziamo ad agire
e vediamo come possiamo rendere
reali queste idee in modo specifico.
Siamo tutti individui.
Ma ognuno ha il suo ruolo.
In Cile siamo fortunati,
ironia della sorte,
ad avere una storia piena di conflitti.
Una storia di persecuzione politica
e di rivolte.
Quindi i conflitti e gli obiettivi
sono sempre stati presenti.
Le strategie e le tattiche che
sono state utilizzate in generale
sono state piuttosto ampie.
Le tattiche che stanno vincendo in questi giorni
possono essere ispirate da altre lotte.
Per esempio le tattiche ispirate
dal conflitto di Hong Kong.
L'idea di usare dei laser
e di utilizzare brocche d'acqua per
spegnere i gas lacrimogeni.
Si tratta di pratiche di resistenza e di lotta
di strada utilizzate a livello internazionale.
Poi c'è il bloccaggio delle strade.
Ci sono barricate, anche di diverso tipo.
Ci sono barricate di fuoco,
o barricate di pietre.
Ci sono compagni che soccorrono
e aiutano i feriti.
Il mondo in cui viviamo, il modo in cui ci impegniamo con
le cose, anche il modo in cui arriviamo a pensare alle cose
sarà necessariamente influenzato dalle condizioni
materiali in cui viviamo.
Il tipo di citazione classica marxista: "Le persone
cambiano la storia, ma non nelle condizioni
di loro scelta". Che sono queste condizioni,
queste realtà materiali, che influiscono non
solo sulla vita delle persone, ma anche sulla loro coscienza. E che non si può pensare solo a come
uscire da queste cose - o che non c'è un'uscita.
Il capitalismo sta cambiando costantemente il volto del
lavoro, della vita sociale, del modo in cui le persone
sono alienate l'una dall'altra. Quindi dobbiamo
costantemente rivalutare, sapete...
com'è la vita? E quali sono le
possibilità di rivolta contro il tipo
di vita che siamo costretti a condurre?
Come possiamo davvero arrivare al punto di, come dire, va bene... cosa sta succedendo qui?
Come possiamo rimediare?
Le persone cambiano il mondo intorno a loro attraverso
le loro azioni. E così possiamo avere un effetto
sulle nostre condizioni materiali, e possiamo cambiarle
attraverso la lotta. Il rovescio della medaglia
è che lo Stato può cambiare le condizioni
per rimuovere il carburante per le lotte.
Penso che sia importante capire come
è organizzato il potere e le sue modalità
di funzionamento.
Il tipo di mondo che vogliamo non esiste ancora.
Può essere costruito solo sulle ceneri di questo.
Ma allo stesso tempo, stiamo cercando di creare
nuovi modi di relazionarci l'un l'altro.
Nuovi modi di risolvere i problemi, nuovi modi di
impegnarsi nell'azione, nuovi modi di realizzare
cose come il lavoro che guardano alle possibilità di
nuove forme di vita che ancora non esistono.
Se si vuole una società futura che sia libera
da gerarchie e dominazioni, Se si vuole
una società futura in cui le persone abbiano autonomia e
siano trattate in modo equo, il modo in cui ci si impegna
oggi deve riflettere questi valori.
A volte dobbiamo prendere queste possibilità e
questi rischi, e provare questi modi alternativi
di fare le cose.
Seguite i conflitti in tutto il mondo che possono
servire anche come ispirazione.
In modo da poter avere nuove esperienze.
Nuovi modi di attaccare.
Nuove forme di resistenza
all'interno dei territori in conflitto.
Per quanto possibile, i movimenti rivoluzionari
dovrebbero creare una controsocietà e allontanarsi
il più possibile dalle istituzioni statali e capitalistiche.
Fondamentalmente quello che possiamo fare è
orientare i nostri sforzi verso la costruzione di centri
di legittimità concorrenti che siano comunitari. Che
esistano in opposizione allo Stato, alla polizia e al capitale.
Vogliamo prefigurare il mondo che vogliamo
vedere e le relazioni che stiamo costruendo.
Sia in termini di, ad esempio, costruzione di una
sorta di doppio potere o di potere autonomo
dal basso verso l'alto per soddisfare i nostri bisogni
quotidiani, ma anche in termini di lotte in cui ci
stiamo impegnando. Sapete, queste relazioni
dovrebbero prefigurare un diverso tipo di vita.
E anche, sai, portare le persone a nuovi
modi di impegnarsi l'uno con l'altro,
nuovi modi di parlare, nuovi modi di risolvere i problemi.
L'insurrezione e il doppio potere hanno naturalmente
bisogno l'uno dell'altro. Come si suol dire, "la forza
dell'insurrezione è sociale, non militare"
E creare una forza sociale richiede infrastrutture
e spazi reali che possiamo chiamare nostri.
E la capacità di usare quello spazio per combattere.
Il 1° dicembre 2019, un 55enne residente nella
provincia di Hubei è entrato in un ospedale
di Wuhan con un apparente caso di polmonite.
Questo è stato il primo caso documentato di
COVID-19, un nuovo ceppo di Corona Virus che
da allora ha travolto tutto il mondo e sconvolto
la vita quotidiana di miliardi di persone.
Nel momento in cui queste parole vengono scritte,
sembriamo essere sull'orlo di un crollo sociale ed
economico di massa su una scala che non
si vedeva dal secolo scorso. Se non altro, questa pandemia
ha messo a nudo il mito dell'infallibilità del capitalismo
e ha messo a nudo le sue debolezze. Ha anche
dimostrato la necessità di saper adattare
rapidamente le nostre strategie e tattiche per
affrontare realtà in rapida evoluzione. Lentamente
all'inizio, e poi all'improvviso, la nostra mobilità e
la nostra capacità di associarci sono state ridotte,
e tattiche ormai consolidate come i raduni,
le marce, il bussare alle porte e persino la
distribuzione di volantini sono state portate via.
Ma come dice il proverbio, la necessità è la madre
dell'invenzione. In tempi di sconvolgimenti sociali e
politici, tenete fede ai vostri principi. Liberatevi del dogmatismo. Tenete gli occhi sul premio.
E tenetevi pronti ad affrontare
qualsiasi sfida vi si presenti.
L'anarchismo è una cosa bella, sorprendente e
ha fatto molte grandi cose storicamente.
Ma è anche qualcosa che spesso fallisce.
E, penso che il fallimento vada bene, e spesso
c'è molto valore nelle cose che ho imparato
a portare via anche in tempi in cui ci sono stati
grandi fallimenti o difficoltà. Dicendo di essere
anarchico, e di essere coinvolto in
un'organizzazione e in una lotta anarchica,
non importa che aspetto si abbia, ti dichiari
molto apertamente contro molte delle cose che
esistono attualmente, come lo Stato, la
polizia e il capitalismo. E, dovresti renderti
conto fin dall'inizio che questo a volte
ha delle conseguenze.
Prendetevi sul serio. Una volta che ti dichiari
un nemico dello Stato, lo Stato
lo prenderà molto seriamente come una minaccia.
La prigione fa schifo e una volta che hai la fedina
penale sporca ti rende le cose più difficili in futuro,
quindi dovresti prendere le misure adeguate
per cercare di proteggerti ed
evitare arresti non necessari.
Quali sono le cose più importanti che possono
avere un impatto sulle persone a cui
si è vicini, con le quali si ha un rapporto.
E che sia sul posto di lavoro
E che sia sul posto di lavoro o a scuola, che
sia nel quartiere, sapete qualcosa
della polizia, qualcosa che riguarda la
gentrificazione, se c'è un progetto
di estrazione di risorse nel territorio in cui vi trovate.
Da quella comprensione di quell'analisi, poi si
passa al modo in cui si comincia a organizzare
e a riunire le persone e si comincia ad agire e a
impegnarsi in un modo tale da spingere in avanti che
mette in primo piano i propri interessi e
comincia ad attaccare quelli della
classe dominante.
La Polizia
I Giudici
Lo Stato
Il Presidente
Lo Stato oppresore è un macho stupratore
Lo stupratore sei tu
Alcuni gruppi vogliono affermare il loro potere
e la loro proprietà su di voi, e sul vostro corpo,
su ciò che avete da dire. Non si tratta di proprietà,
non si tratta di chi possiede la rivoluzione,
o chi possiede la lotta. Siamo in questa merda
assieme. E se qualcuno non è
disposto a lottarci contro, ad esempio diciamo
che lo accusi di patriarcato o
di qualsiasi altra cosa, se non hanno la volontà
di confrontare se stessi e lottare contro di esso
mostra che ovviamente quel individuo o quella
entità o quel che sia... non gliene frega niente.
Se le persone sono veramente investite nella lotta,
allora quando la merda arriva, tu sarai
in grado di lottare per uscirne. Anche se
ci vuole tempo, anche se devi smettere di
organizzare per un po' di tempo fino
a quando non risolvi la situazione.
Vorrei invitare a i compagni e le compagne anarchiche
ad avere la capacità di poter organizzarci,
di avere un posizionamento e
fare politiche attraverso una intersezionalità
con persone che non sono
necessariamente anarchiche.
A coloro che abbracciano
idee anti-speciste.
A coloro che abbracciano
idee anti-patriarcali.
A coloro che abbracciano
idee di spiritualità
per riscattare alcune delle ascendenze perdute in questi secoli di colonizzazione
che il sistema europeo, occidentale, bianco,
etero-patriarcale ha imposto su di noi e
ci ha strappato.
Stai dicendo che sei contro tutte queste cose,
e combatterai contro tutte queste cose.
Ovviamente, a volte, ci sono delle ricadute,
e ci sono delle difficoltà e delle cose
nella tua vita che dovrai superare.
Dopo aver fatto un'azione, sapete, prendetevi un po' di
tempo con i vostri compagni e sedetevi e riflettete
criticamente su ciò che avete fatto bene, e
su ciò che avreste potuto fare meglio.
E poi, cercate di incorporare le lezioni che avete
imparato attraverso le vostre esperienze nella vostra
organizzazione futura.
E dobbiamo davvero pensare: "Ok,
quando lo faremmo, come vinceremmo?"
Tipo, vogliamo davvero essere in grado di fare danni contro le persone che ci fanno del male, vogliamo
essere in grado di colpire in modo tale da espandere la nostra influenza, la nostra fiducia, sai, gli spazi che
abbiamo in mano. Dobbiamo effettivamente trovare il
modo di intersecare le persone che sono interessate
e poi portarle a bordo, coinvolgerle nella lotta,
e far sì che siano costrette a scegliere
da che parte stare, letteralmente, per sostenere modalità
d'azione illegali e anticapitaliste, e far riflettere le persone
sulle possibilità di ciò che potrebbero fare
se ci fosse un movimento dietro di loro
per migliorare la propria vita e le proprie condizioni.
Viviamo in un'epoca in cui la disperazione arriva facilmente.
Un flusso costante di cattive notizie ci tiene costantemente
sotto controllo. Enormi incendi devastano l'Australia per
mesi e mesi. I dipartimenti di polizia si equipaggiano
di telecamere con software di riconoscimento facciale guidato dall'IA. Una famiglia di Idlib muore di freddo
dopo che il loro campo profughi improvvisato viene bombardato.
Ordinanze d'emergenza vietano tutti gli incontri pubblici
di tre o più persone. Di fronte a tutto questo,
non mancano le ragioni per cui ogni
persona razionale potrebbe sentirsi visceralmente
scoraggiata e completamente depressa. E questo
vale soprattutto per i rivoluzionari che troviamo costantemente il nostro idealismo speranzoso
inghiottito da sentimenti di
amara rassegnazione e sconfitta.
Ma quando arriva questa disperazione, è importante
ricordare che non siamo soli. Che ci sono
molte altre persone che condividono il nostro senso
di dolore, di ansia... e, soprattutto,
indignazione. Che facciamo parte di una lunga e
orgogliosa stirpe di lotta. E che le vittorie sono
ancora possibili. Armati di questa conoscenza, e
consapevoli delle nostre capacità, opportunità
e limitazioni, possiamo rivolgere la nostra attenzione
al compito che ci attende, che è, come sempre,
quello di costruire il nostro potere collettivo e di aumentare la nostra comune capacità di resistenza.
Quindi, a questo punto, vorremmo ricordarvi che
Trouble è destinato ad essere utilizzato
come risorsa per promuovere la discussione e l'organizzazione collettiva. Siete interessati a
intensificare il vostro gioco di organizzazione?
State cercando di lanciare una nuova iniziativa,
ma non sapete bene da dove cominciare? Prendete in considerazione la possibilità di mettervi in contatto con
alcuni compagni, organizzare un party online per la visione di questo film e discutere da dove iniziare.
Sei interessato a fare proiezioni regolari di Trouble
nel tuo campus, infoshop, centro sociale,
o anche solo a casa con gli amici? Beh, non fatelo! Apprezziamo il supporto, ma probabilmente
non è una grande idea in questo momento. Invece, perché
non creare un gruppo di discussione con alcuni amici,
ognuno dei quali guarda l'episodio sui propri
schermi a casa, e poi passare attraverso
il kit di screening online sul nostro sito web per
i link a risorse aggiuntive, e alcune domande
per aiutare a inquadrare la vostra conversazione.
Inoltre, vi ricordo che qui alla subMedia, dipendiamo
interamente dalle donazioni dei nostri spettatori
per far andare avanti le cose... quindi se siete in grado
di contribuire a sostenerci, vi preghiamo di farlo
su sub.media/donate. Se non potete permettervi di
sostenerci finanziariamente, non preoccupatevi! Potete
trasmettere in streaming e/o scaricare gratuitamente tutti i nostri contenuti dal nostro sito web: sub.media/trouble
Questo episodio non sarebbe stato possibile
senza il generoso sostegno di Josh, Murph,
Sam, Tal, La Conxa e la brava gente di IGD.
Infine, ci dispiace annunciare che questo
sarà l'ultimo episodio di Trouble per
il prossimo futuro. E' stata una corsa impressionante,
ma la troupe di subMedia ha deciso che
è il momento di passare a nuovi progetti.
E per renderlo possibile, abbiamo deciso di
staccare la spina a Trouble. Dato che non possiamo
incontrarci di persona per il prossimo futuro,
ci sembrava il momento perfetto per fare questo cambiamento. Vogliamo assicurare a tutti voi combinaguai
là fuori che abbiamo dei nuovi entusiasmanti
progetti in cantiere che pensiamo vi piaceranno
molto... quindi rimanete sintonizzati! E a tutti coloro che
hanno organizzato proiezioni, ci hanno inviato idee
per argomenti per lo show, critiche costruttive
o feedback positivi sullo show... grazie
dal profondo del cuore! Il vostro sostegno è
stato davvero gratificante, e ci auguriamo che
i 24 episodi che abbiamo realizzato continuino
a servire come utili strumenti
per gli anni a venire.
Ora andate là fuori... e combinate qualche guaio!