Uno studente entra nel mio ufficio e mi dice di volermi parlare di un progetto di ricerca. Io gli dico: "Certo, cos'hai in mente?" E lui: "Ci sono stati tanti di quegli studi sui delfini tursiopi che ora si sa che è possibile attribuirgli la definizione universale di persone". E io: "Vai avanti". Mi resi conto che, fino a quel momento, non avevo mai pensato a una persona se non in termini di essere umano, dove i due termini erano sostituibili. Ma, se i delfini sono persone, ciò implica che hanno delle regole morali, e questo significa, dal punto di vista delle normative ambientali e della loro gestione che noi non avremmo a che fare con popolazioni di delfini; in realtà dovremmo garantirgli i diritti in quanto individui. Nel progetto analizzammo quali diritti nel Bill of Rights e nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani sarebbero applicabili ai delfini. O meglio, riconoscemmo che già ne hanno diritto. Ma stasera non vi parlo di quel progetto nello specifico. Ora, cos'è una persona? I filosofi hanno molto da dire al riguardo, e sembra che tutti concordino, come scrive Thomas White nel suo libro 'In Defense of Dolphins' nell'accettare otto criteri. Una persona è viva, cosciente. prova sensazioni positive e negative e prova emozioni. Una persona ha anche coscienza di sé, controlla le proprie azioni, riconosce l'altro e lo tratta in modo appropriato e possiede tutta una serie di sofisticate capacità cognitive, come il pensiero astratto e la capacità di risolvere problemi. Questa sera non perorerò la causa dei delfini in quanto persone. Voglio solo raccontarvi alcuni fatti. Anche perché molte definizioni di persona hanno un punto debole, legato alla comunicazione verbale, che io trovo piuttosto curioso, poiché il linguaggio più utilizzato sul Pianeta dalla maggior parte degli organismi, è, in realtà, la bioluminescenza. Quindi il nostro uso del linguaggio e la nostra comunicazione sono limitati. Parecchi anni fa, un signore in visita all'acquario, stava osservando, attraverso una parete di vetro, un piccolo di delfino all'interno della vasca. E aveva la sigaretta accesa, perché anni fa non era vietato. Il signore fece un tiro e soffiò il fumo verso il delfino. Quando il fumo si espanse sul vetro, il delfino si allontanò nuotando verso la madre, si riempì la bocca di latte, poi tornò a osservare quell'uomo e spruzzò fuori il latte. Proprio così. E quello dov'è nell'elenco? Si tratta di pensiero astratto, di capacità di sostituzione dei materiali? Formidabile. Un'altra storia: un sommozzatore si immerge a una ventina di metri. Sta facendo qualcosa sul fondo quando gli si avvicinano tre delfini, due adulti con un piccolo al centro. Gli vanno incontro e i due adulti bloccano il piccolo sul fondale davanti a lui. Un amo era penetrato sul dorso del piccolo e la lenza, attorcigliata alla coda stava provocando una ferita. Quindi lo tengono fermo davanti a questo essere umano, che estrae un coltello, taglia i fili e disfa i nodi della lenza. Quando prova ed estrarre l'amo vede che è troppo profondo per poterlo rimuovere. E i delfini sono sempre lì che bloccano il piccolo. A quel punto, lo taglia con il coltello, provocando senza dubbio un gran dolore al giovane delfino, . Ma riesce a pulire la ferita. A quel punto, un adulto e il piccolo si allontanano mentre l'altro adulto si posiziona davanti alla maschera del sub il rostro a diretto contatto con la faccia, in genere un segnale di aggressività, ma il sub era certo che non fosse affatto aggressività.. E quel delfino -- si guardarono negli occhi, a lungo, poi il delfino si allontanò. I delfini utilizzano la vista ma in realtà percepiscono il mondo attraverso un sonar. Se un delfino si trova sott'acqua di fronte a noi è in grado di vedere e percepire tutte le differenze di densità. È in grado di vedere, singolarmente, ognuno dei nostri organi Vedono differenze di spessore fino a 1 millimetro, forse anche inferiori; questo è quanto finora abbiamo calcolato noi. Possono vedere il nostro sangue che circola, oltre a tutta una serie di attività. Un delfino sa quando una donna è incinta: Ti dice: "Sì, è dentro lì. Io so di cosa si tratta, sai?" Ci fu un caso in cui un delfino rivelò che una donna era gravida prima che persino lei lo scoprisse. Il fatto che vedano attraverso il sonar solleva parecchie questioni. E io sono sicura che quel delfino stava passando al sonar la persona, ma noi non abbiamo le capacità sensoriali per percepirlo. I delfini possono mentire? Se noi mentiamo ci sudano le mani, aumenta il battito cardiaco, ecc. I delfini sono in grado di vedere tutto ciò, e lo vedono nei propri simili. Quindi, a meno che riescano a mentire senza alterazioni fisiologiche, forse non possono mentire. Oppure non mentono proprio. O forse sì, ma è interessante chiedersi in che tipo di società vivremmo se non fosse possibile mentire, se non fosse mai stato possibile. Wow! Forse non esisterebbe la crisi del cambiamento climatico, né molte altre cose. Una ricercatrice nuotava di frequente con i delfini, lavorava con loro. Durante una tempesta la sua barca si rovesciò e un sacchetto di plastica contenente alcuni attrezzi sprofondò in mare e andò perduto. Tornato il sereno, lei è in spiaggia, pronta per una nuotata con un delfino che la aspetta, come accadeva spesso, per andare a nuotare con lei. Il delfino la guida in un punto, poi si immerge, riemerge con il sacchetto di attrezzi in bocca e glielo porge! Capito? No! (Risate) Lei prende il sacchetto e il delfino se ne va. Era quello il suo scopo, "Vado a recuperare la tua roba. Dai! Andiamo!" (Risate) Sono anche artisti. Soffiano bolle sotto forma di anelli. Non ho trovato una foto senza copyright, ma guardate online e fate una ricerca. Soffiano bolle a forma di anelli, simili a ciambelle e sanno anche creare un'ampia gamma di forme. Adorano passarci in mezzo ed essere creativi, creando anelli multipli. E danno segni di frustrazione se gli anelli non si comportano come vogliono loro: li colpiscono con la coda e, insomma, rivelano dei sentimenti che li fanno apparire innervositi. Magari no. Il cervello dei delfini è molto diverso dal nostro. È di dimensioni maggiori, e ciò che lo rende più grande è la maggior quantità materia cerebrale nella zona del cervello dedita alle funzioni complesse. Inoltre i delfini possiedono più materia grigia dell'uomo, e questa materia grigia conta più solchi di quella dell'essere umano. Inizialmente, a questa notizia, mi dissi: "Molte altre creature potrebbero definirsi persone, ad esempio gli elefanti, i cani e così via". Ma dopo aver appreso questi dettagli pensai: "Però il cervello dei delfini è il secondo per complessità sul Pianeta e il terzo non gli si avvicina nemmeno". Il loro cervello è molto più complesso di quello dei grandi primati. Sono molto più vicini a noi secondo molti metodi di misurazione dell'intelligenza. I centri del loro cervello emotivo sono più integrati con la loro percezione motoria e sensoriale e con le zone del cervello dedite alle funzioni complesse, quelle adibite al ragionamento, nell'uomo. Quindi, diversamente dall'uomo, nel quale il centro emotivo rimane più isolato, quello dei delfini è integrato ed è in contatto con un'ampia superficie. È dunque possibile che i delfini non siano in grado di ignorare le proprie emozioni. Ed è evidente che le emozioni le provano, che provano tristezza e che provano gioia o come la chiamano loro. Gioia. Il mio studente poi mi disse: "Secondo gli standard dei delfini l'essere umano potrebbe essere autistico". (Risate) Lo so, fa ridere, ma è di grande importanza perché il ragazzo aveva un fratello autistico, quindi sapeva di cosa stava parlando. Mi disse: "Forse siamo autistici" e io risposi: "O mamma mia, siamo autistici rispetto ai cani, siamo autistici rispetto a... sai, l'elenco è lungo". Esistono molti tipi di cetacei, non solo i delfini, con cui instauriamo relazioni incredibili. C'era una megattera, lunga poco meno di una ventina di metri. Al largo della costa di San Francisco, nel 2005. Fu la prima volta che riuscimmo a liberare una megattera intrappolata in un intrico di funi. Era ricoperta di una ventina di trappole per granchi. Le funi erano lunghe circa 80 metri, con pesi disposti ogni 20 metri e ad alcune erano ancora attaccate trappole di quasi 50 kg. Una fune era arrotolata più volte intorno alla coda e una era persino in bocca alla balena. Erano ovunque. Era davvero messa male e quando partì la chiamata alcuni sommozzatori esperti si immersero, rischiando la vita, perché è sufficiente un colpo di coda per uccidere un uomo. La balena rimase immobile, pur faticando a rimanere a galla per il peso delle trappole, mentre i sub, con molta cautela, perché le funi erano penetrate nella carne, con i coltellini a lama ricurva la tagliarono una ad una. E quando la megattera si rese conto di essere libera cominciò a sguazzare ovunque dando l'impressione di spassarsela, mentre per tutto il tempo, in acqua, i sub si erano accorti di una vibrazione, che li penetrava. Poi la megattera, un animale di 50 tonnellate si avvicinò ai sub e delicatamente si strofinò contro ognuno di loro, poi si allontanò. Esiste quindi una relazione profonda con questi animali, è ovvio, viviamo sullo stesso pianeta, ma ci comportiamo da pessimi colleghi di stanza. Siamo come quei colleghi che buttano spazzatura nella camera del compagno, e si mangiano tutto il suo cibo e quando i genitori sono venuti a trovarlo, noi li abbiamo uccisi e poi ce li siamo mangiati! (Risate) Ma è la verità. E poi ce ne accorgiamo: "Wow, ma questi colleghi sono davvero in gamba, sono incredibili, vorrei conoscerli meglio. Li ho trattati proprio male, che cosa terribile ho fatto". Abbiamo dunque la grande opportunità di approfondire le nostre relazioni, ed è fantastico. Quello che non è fantastico è che gli scienziati prevedono che entro il 2100 la maggior parte dei delfini si sarà estinta. E per me è inammissibile. C'è un testimone? (Applausi) Esatto, è inammissibile. La crisi legata all'estinzione, le cifre di cui parliamo, al momento, per tutte le specie del Pianeta, indicano che tra il 25 e il 50% saranno estinte entro il 2100. Tra il 25 e il 50% si estinguerà entro il 2100. Di solito è a questo punto che la gente spegne il cervello: "Che dolore! Forse non ho sentito bene", oppure, essendo una cifra tanto alta la mente non la registra. Ma noi dobbiamo rendercene conto anche se fa male. È come se andassimo al pronto soccorso, noi o qualcun altro, feriti gravemente, e i medici dicessero: "Wow! Non voglio guardare, Oh mamma, che brutta situazione! A che ora finisco il turno?" Ma noi dobbiamo dire: "Allora, qual è la situazione? In che modo possiamo gestirla?" Sì, sì, sì! Ma la cosa bella dell'estinzione è che o andiamo tutti o non va nessuno. Non possiamo salvare i delfini senza salvare altri milioni di specie. Ed è fantastico. Quindi, o andiamo tutti o non va nessuno. La sfida del momento, come disse il defunto Thomas Perry, "È la grande opera che dobbiamo compiere". E io dico: Il nostro compito è ripristinare il Giardino del Mondo". io lo chiamo così. Dobbiamo ripristinare il Giardino del Mondo. (Applausi) Sì! E non è impresa da poco. Dunque, ora vorrei parlarvi di -- tutte le mie lauree sono in Scienze Ambientali. Io ero una bambina che abbracciava gli alberi. Non sapevo nemmeno che esistesse un termine preciso e da piccola abbracciavo gli alberi. Sul serio! Mangiavo anche la terra. Ora vi espongo quattro importanti idee, quattro cose che dobbiamo fare se vogliamo ricreare il Giardino del Mondo. La prima e la più difficile ma non abbiamo scelta. Non è la slide giusta. Sto premendo il pulsante sbagliato? Eccola qui. Oh, non si capisce nemmeno cosa sia. È un'immagine poco chiara di una piantina della Fish and Wildlife del Vermont. Ma quello che dobbiamo fare è riconnettere i nostri habitat. Noi abbiamo frammentato i nostri habitat e questa è una delle cause primarie dell'estinzione. Quello che abbiamo creato, sulla Terra, sono una serie di isole, delle zone isolate. Pensate a un grande tappeto persiano intessuto con un motivo molto complicato, dove ogni parte di quel tappeto è collegata a tutte le altre parti, attraverso una trama e un ordito che creano relazioni complesse. È un'ottima metafora per descrivere un ecosistema. Ma noi lo tagliamo a pezzi, un po' lo asfaltiamo, un po' lo bruciamo, lo buttiamo via, chissà che altro, ci piantiamo il riso, e ne rimangono delle aree, ma sono isolate e nessuna riflette lo splendore del tappeto persiano intero, anzi sta cominciando a dare segni di degrado. Noi le dobbiamo ripristinare e creare aree protette e zone corridoio per collegarle. Non è facile, incorriamo nel Quinto Emendamento sui diritti di proprietà e tutta una serie di ostacoli, ma non abbiamo scelta. Se vogliamo proteggere il futuro della vita e far sì che questo Pianeta rimanga abitabile non abbiamo scelta, quindi tanto vale che diciamo: "Sì, facciamolo". Il fatto di non avere scelta rende la difficoltà praticamente irrilevante. (Risate) Per quanto mi riguarda. (Applausi) Come ha detto Drew, la maggior parte di ciò che vale la pena ottenere e dei traguardi da raggiungere, è difficile da conquistare. Quindi io lo trovo fantastico. Ripristinare il Riardino del Mondo Un'altra opportunità incredibile sono le micro-alghe. Noi disponiamo già di un carburante sostenibile e sono anni che io 'tengo prediche' sulle micro-alghe. Questa sera predicherò anche per voi! Voi saprete perché e tornerete a casa con le micro-alghe nell'anima! Io vi salverò! Sì, io vi guarirò! Alcune specie di micro-alghe sono ricche di grassi. Contengono il 70% e più di lipidi. Noi possiamo coltivarle. Non nell'oceano, non sfruttiamo l'oceano! le coltiviamo in una zona isolata, poi possiamo spremerne l'olio e utilizzarlo in molte industrie. Lo si può bruciare direttamente o trasformarlo in biodiesel o in quello che ci pare. Ma la cosa incredibile delle micro-alghe è questa: La coltura migliore di cui disponiamo ora per produrre olio è l'olio di palma. Con l'olio di palma otteniamo, forse, quasi 2.500 litri per acro all'anno, magari un migliaio scarso in più. Ma non si va oltre. In North Carolina la risorsa più promettente sarebbe l'olio di colza, che potrebbe produrre 180 litri per acro all'anno. Nel 1999, con le micro-alghe Il governo degli Stati Uniti aveva già dimostrato di poter ottenere dai 20.000 ai 40.000 litri per acro all'anno. Un'azienda, un paio di anni fa ha detto di averne ottenuti oltre 110.000 per acro all'anno e di sapere di poter arrivare intorno ai 400.000. Quindi, questo tipo di sostenibilità non presenta svantaggi. Se cercate Green XPrize e micro-alghe online io e John Richard abbiamo tenuto una presentazione di due minuti per la Green XPrize competition e potete capire di cosa si tratta in appena due minuti. Vi incoraggio a farlo, se siete interessati. Se bruciassimo le nostre foreste potremmo salvarci. No! Scherzo! (Risate) Questo è un mucchio di carbone, è biochar [carbone vegetale] e ci può salvare. Drew ha parlato della riduzione delle emissioni e della necessità di arrivare a 350. 350 è l'obiettivo. Dobbiamo cambiare rotta e far un gran passo avanti. E il biochar è uno dei modi per poterlo fare. Perché, dato che siamo sopra il 350 dobbiamo cominciare il sequestro del carbonio. In Sud America ci sono terreni chiamati Terra Scura dagli antropologi, Terra Preta, che non riuscivano a capire da dove provenissero, perché in quelle zone c'erano state delle civiltà. Non sapevano se erano state abitate perché là c'era la Terra Scura, che era molto più produttiva, o se le popolazioni avevano creato quelle condizioni nel suolo, condizioni di alta produttività. E abbiamo scoperto che la gente ha reso il suolo produttivo creando biochar e mescolandolo al terreno, in quanto migliora radicalmente il trasporto di elettroni e molto altro. Noi invece abbiamo decimato il nostro suolo. Si tratta di un vantaggio per tutti: possiamo ripristinare il nostro suolo e questo è un modo fantastico di cominciare a farlo, e il carbonio che vi penetra rimane sequestrato. Abbiamo i dati. Antiche civiltà l'hanno fatto per noi. Il carbonio vi rimane per migliaia di anni, non si decompone per tornare nell'atmosfera. Non si decompone, ma si limita a interagire col resto, senza mutare di forma. È incredibile, il biochar è fenomenale ed è la via verso un futuro sostenibile. Per finire, esiste una classe, in particolare, a cui bisogna prestare molta attenzione perché rappresenta l'origine della vita. Sto parlando degli impollinatori, Molti sanno che stiamo assistendo a un collasso delle colonie delle api da miele europee, ma quel che molti non sanno è che per decenni i nostri impollinatori, che sono migliori della api da miele europee, hanno subìto un simile collasso. Queste popolazioni sono state decimate. Prima di tutto a causa dei pesticidi e di perdita di habitat, ma principalmente a causa dei pesticidi. E questo, di certo, possiamo farlo tutti, nella vita di tutti i giorni sia che piantiamo un orto senza pesticidi che attragga impollinatori o che chiediamo alla città di farlo, o ci accertiamo che altri lo facciano. Impariamo quali piante favoriscono gli impollinatori. Da bambina ho sempre avuto un forte legame con api e vespe, non so perché. Qui c'è un calabrone, non si vede molto bene, sui miei fagioli rossi, che per tutta l'estate brulicavano di apri. Che bello! Da piccola, portavo in giro i calabroni. Non mi hanno mai punto. Mia madre mi diceva: "Vedrai che ti pungono" e io: "Ma va!" Io mi dicevo: "Wow, sono bellissimi!" Non sono solo bellissimi, sono il futuro della vita e per questo meritano un'attenzione tutta speciale, se abbiamo cura di noi stessi. È nel nostro interesse. Tutto questo va a beneficio nostro. Ma ora torniamo ai delfini per un minuto. Forse i delfini sono persone non umane, non lo so, se siano persone non umane. Ma quello che so è che quando interagiamo con creature non umane, invece di considerarle degli oggetti -- il che significa che non interagiamo e che sono solo 'oggetti' -- invece di pensare di essere in presenza di oggetti, se li consideriamo un 'tu' o come un 'Voi', tutto ciò accresce la nostra umanità e dà maggior significato alla nostra vita. Io spero che tutti voi uscirete da qui con occhi diversi e interpellerete le altre specie, come direbbero gli Indiani d'America, come le persone su due gambe, le persone su quattro gambe, le persone che nuotano, le persone che volano, le persone che strisciano e io aggiungerei le persone che creano la fotosintesi, (Risate) e le accoglierete nella nostra famiglia, e ripristiniamo il Giardino del Mondo! Grazie! (Applausi)