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David Goldblatt: Un monumento all'apartheid a Fietas | Art21 "Extended Play"

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    [DAVID GOLDBLATT] Siamo diretti a ovest--
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    al momento ci dirigiamo a sud,
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    ma stiamo andando a ovest della città in un sobborgo chiamato Fietas.
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    [Fietas era una comunità variegata
    con un gran numero di indiani.]
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    [Durante l'apartheid i residenti
    furono trasferiti con la forza.]
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    Il suo nome ufficiale è Pageview,
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    ma divenne noto ai residenti come Fietas.
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    Nessuno sa con certezza da dove venga il nome
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    e se ha un significato,
    cosa significa,
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    ma quello era il nome affettivo della zona.
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    Quando iniziai a fotografare qui nel '76,
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    la comunità era ancora essenzialmente intatta.
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    Ecco la moschea della ventitreesima strada.
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    Alcune delle case qui sono le abitazioni indiane originali
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    mentre altre vennero costruite dal Dipartimento di Sviluppo Comunitario.
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    Eravamo splendidi nella nostra abilità di inventare il significato delle parole.
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    Il Dipartimento di Sviluppo Comunitario venne qui e distrusse la loro comunità.
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    Per esempio, tutto questo fu costruito dal Dipartimento di Sviluppo Comunitario.
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    E come potete vedere, ora sono delle piccole fortezze,
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    come lo sono così tante delle nostre case a Johannesburg.
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    Una comunità bianca di operai, qui accanto,
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    incitava al loro allontanamento.
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    I bianchi non volevano gente di colore
    che vivesse accanto a loro.
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    La cosa era esplicita fino a questo punto
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    e ciò che accadde qui è emblematico di quello che avvenne in quasi ogni città del Sudafrica.
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    --[SALMA PATEL] Entrando dal retro,
    si poteva comprare la carne
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    [ride]
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    --ho avuto un'infanzia meravigliosa, lo sai!
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    Ricordo David che veniva in bici...
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    arrivava e pedalava.
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    E mi chiedevo, "perché lo fa?"
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    Allora stavo andando a scuola
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    e vidi quest'uomo fotografare tutte queste rovine.
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    Nel mio piccolo mondo di allora, questa era casa,
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    e non capivo veramente la reale portata
    dei trasferimenti forzati.
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    A causa delle ideologie razziste
    del regime dell'apartheid,
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    questa zona fu distrutta.
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    Il Fietas Museum è un ottimo modo
    di capire l'esproprio delle terre,
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    la distruzione di nuclei familiari e di una comunità.
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    Queste sono le fotografie di Paul Weinberg.
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    Paul e io abbiamo una lunga storia.
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    Ha fatto questo intero viaggio con me,
    come con David
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    li conosco da così tanti anni.
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    Questi due fotografi sono stati molto generosi
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    a semplicemente donare le loro foto al Fietas Museum.
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    Se non fosse stato per le loro fotografie,
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    non avremmo alcun archivio illustrato dei miei avi
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    e della mia comunità.
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    Questa mostra la quattordicesima
    strada nel suo momento di splendore.
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    Come potete vedere, aveva
    gli elementi essenziali di una buona città.
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    Sarebbe a dire: densità, varietà e complessità.
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    Era una comunità di culture mescolate.
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    Esiste un concetto indiano chiamato
    "upar makaan neeche dukaan",
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    che significa "alloggi al piano di sopra
    e attività commerciali al piano di sotto"
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    è un modo molto astuto di usare lo spazio
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    e la gente che fu trasferita
    di forza da quest'area --
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    specialmente in questa specifica strada--
    erano commercianti.
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    [GOLDBLATT] Bianchi, neri--
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    ogni genere di persone--
    venivano da ogni parte della zona
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    per fare acquisti qui,
    nella quattordicesima strada.
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    Le strade erano molto strette.
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    e capii che il modo migliore di venire
    qui a fare foto era in bicicletta.
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    Arrivavo con una bici con un paio di cestini
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    così da poter portare una
    fotocamera di grande formato,
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    o una Hasselblad
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    e un po' di pellicola e un treppiede leggero.
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    Quindi venivo qui e fotografavo la gente, i negozi...
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    tutto ciò che volevo.
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    Conobbi Ozzie Docrat,
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    uno degli uomini indiani
    che avevano un negozio qui.
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    Aveva un negozio qui lungo la strada
    che si chiamava "Subway Grocers".
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    Se c'era un'importante partita di cricket,
    internazionale,
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    lui esponeva il punteggio sul marciapiede,
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    in modo che i passanti potessero vederlo.
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    Conosceva gli autisti dei tram che passavano.
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    e non era impossibile che un autista
    fermasse il proprio tram
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    ed entrasse a dire: "Ozzie, hai sbagliato
    il punteggio, bello!"
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    "ora sono questo-a-questo."
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    Era un posto molto popolare e lui era
    un uomo molto popolare.
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    La sua casa era qui.
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    Proprio qui
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    e questo era il centro della casa.
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    Era in cemento armato, perché
    doveva sostenere la cisterna.
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    Quando le pale caricatrici vennero
    qui a distruggere tutto nel 1977,
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    Non riuscirono ad abbatterlo,
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    è cemento armato.
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    Quindi ora rimane qui come
    folle monumento all'apartheid
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    Lui dovette trasferirsi a Lenasia,
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    Che è il sobborgo indiano che fu allestito fuori città
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    per assorbire queste persone dislocate.
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    Il governo costruì la cosiddetta "Oriental Plaza",
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    un centro commerciale che dicevano
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    avrebbe poi sostituito i negozi
    che stavano distruggendo qui.
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    Un giorno, era una domenica mattina,
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    venni qui in bicicletta
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    e c'era Ozzie Docrat.
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    Ci salutammo e io gli dissi:
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    "Sa, Signor Docrat,"
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    "Non so dirle quanto mi vergogni
    di ciò che si sta facendo qui,"
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    "a Lei, in mio nome, in quanto elettore bianco."
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    Poi gli dissi: "Sa, ho un problema,"
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    "perché stanno abbattendo gli edifici e
    non riesco a ricordare cosa ci fosse lì."
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    E lui disse: "Signor Goldblatt,"
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    "mi sento come se fossi stato dal dentista"
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    "e mi fossi fatto estrarre dei denti"
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    "e ora passassi la lingua tra gli spazi"
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    "e tentassi di ricordare la forma di quel che c'era prima."
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    Era un'affermazione straordinaria.
Title:
David Goldblatt: Un monumento all'apartheid a Fietas | Art21 "Extended Play"
Description:

Episodio #261: Guidando per il sobborgo di Fietas a Johannesburg, David Goldblatt (1930-2018) gira la regione che è divenuta un soggetto ricorrente nella sua fotografia. Goldblatt iniziò a fotografare Fietas nel 1976, testimoniando della sua evoluzione da comunità florida e variegata fino alla sua cancellazione da parte dell'apartheid--spianando l'architettura locale e trasferendo di forza i suoi residenti. Ufficialmente battezzata Pageview, l'area aveva un'importante popolazione indiana ed era una popolare meta per lo shopping per persone di tutte le etnie. Una struttura fatiscente in cemento--una volta la casa di Ozzie Docrat, commerciante indiano ed eroe locale--incarna il tempo passato da Goldblatt a Fietas e rappresenta un tentativo fallito di demolizione da parte del governo, che ora si erge come "monumento all'apartheid".

"Fietas aveva gli elementi essenziali di una buona città: densità, varietà e complessità", spiega Salma Patel, fondatrice e curatrice del Fietas Museum. "Era una comunità di culture mescolate". Nativa di Fietas, Patel ricorda di aver visto Goldblatt farsi strada tra i corridoi trafficati della città in bicicletta. Ospitato da una delle poche strutture originali rimanenti, il Fietas Museum espone regolarmente le fotografie del distretto fatte da Goldblatt, affiancate a immagini di Paul Weinberg, un altro famoso fotografo sudafricano. La collezione funge da archivio illustrato di Fietas e preserva l'eredità di David Goldblatt, deceduto appena qualche mese dopo la realizzazione del filmato qui presentato.

David Goldblatt nacque a Randfontein, Sudafrica, nel 1930. Dai primi anni Sessanta fino alla sua morte nel 2018, Goldblatt ha fotografato la gente, i paesaggi e le strutture architettoniche del Sudafrica, servendosi della fotografia come mezzo di critica sociale. Facendo la cronaca del Sudafrica durante l'apartheid, le potenti fotografie monocromatiche di Goldblatt rivelano l'estremo contrasto tra le vite dei neri e dei bianchi, così come i modi in cui le strutture pubbliche hanno manifestato l'immagine che i cittadini avevano di sé stessi.

Scopri di più sull'artista:
https://art21.org/artist/david-goldblatt/

CREDITS | Producer: Ian Forster. Interview: Ian Forster. Editor: Morgan Riles. Camera: Motheo Moeng (SASC). Sound: Ruan van Tonder. Assistant Camera: Matome Thomo. Field Producer: Thuli Lote. Music: Blue Dot Sessions. Artwork Courtesy: David Goldblatt, Goodman Gallery, & Paul Weinberg. Special Thanks: Liza Essers, Fietas Museum, Damon Garstang, & Salma Patel.

"Extended Play" è presentato da Alta Art. Sostegno supplementare garantito dai fondi pubblici del New York City Department of Cultural Affairs in collaborazione con il City Council; l'Art21 Contemporary Council; e da collaboratori individuali.

#DavidGoldblatt #Art21 #ExtendedPlay

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Video Language:
English
Team:
Art21
Project:
"Extended Play" series
Duration:
07:49

Italian subtitles

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