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Marcel Dzama: Organizzare il caos | Art21 "Extended Play"

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    [Marcel Dzama: Organizzare il caos]
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    Questi costumi sono piuttosto vecchi
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    [ride]
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    Questa era una maschera di Halloween.
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    [ride]
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    Ho la tendenza ad accumulare.
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    È una delle cose a cui non mi sono abituato
    dell'essere newyorkese,
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    sbarazzarsi di ciò che non entra più
    nel tuo minuscolo appartamento.
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    Sono originario di Winnipeg, in Canada.
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    Gli inverni sono piuttosto freddi,
    e durano quasi sei mesi.
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    È difficile incontrarsi e socializzare
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    perché c'è questo ostacolo
    che ti tiene isolato.
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    Coloravo un sacco da bambino.
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    Disegnavo i mostri della Universal.
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    Tutti quei personaggi
    come il Lupo mannaro e Dracula.
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    Ed ho creato il mio mondo
    per avere qualcosa da fare.
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    Il fatto di vivere a Winnipeg,
    soprattutto d'inverno,
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    l'orizzonte e la terra si dissolvono
    l'uno nell'altra.
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    Quindi lo vedi quasi come
    una tela bianca.
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    E se qualcuno volesse entrarci,
    sembrerebbe un pezzo di carta bianco
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    con una figura.
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    Perciò penso che questo abbia inconsciamente
    influenzato il mio stile.
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    Quando ero in accademia,
    vivevo ancora con i miei genitori.
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    Avevo dei lavori più grandi
    nella fattoria di mio nonno.
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    Smantellò un fienile
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    ed io usai molti di quei pannelli di legno
    dipingendoci sopra con la vernice.
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    Poi ci fu un incendio.
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    Persi praticamente tutti i miei vecchi lavori
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    e la maggior parte di ciò che possedevo.
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    Quindi ho cominciato a disegnare
    sulla carta intestata degli hotel
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    e questo finì per diventare la mia tesi.
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    [Lavoro collettivo "The Royal Art Lodge"]
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    Questi erano i lavori con cui
    ho iniziato a farmi un nome,
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    questo sfondo bianco
    con solo qualche figura.
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    Dopo l'incendio sentivo
    un senso di vuoto.
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    Ma, d'altro canto,
    c'era anche questa possibilità...
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    e, in qualche modo, è stato più facile
    trasferirsi a New York.
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    La mia palette consisteva principalmente
    di rossi e marroni.
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    Ma ora sto decisamente attraversando
    un periodo blu.
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    Ho fatto qualche lavoro di politica
    negli anni di Bush, durante la guerra in Iraq.
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    Negli anni di Trump, avevo come bisogno
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    di spegnermi, di esorcizzare
    tutto ciò che la stampa riportava.
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    Dovevo farlo uscire.
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    --Ho messo un'immagine dadaista perché
    provavano disgusto per la Prima Guerra Mondiale.
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    --Ho pensato che il tempismo fosse azzeccato,
    per il ribrezzo che proviamo anche noi oggi [ride]
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    --con l'attuale situazione politica.
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    --Mi ha catapultato in una sorta di
    spirale discendente.
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    Dopo il massacro alla Sandy Hook,
    ho smesso di disegnare pistole.
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    E quando Trump è salito al potere,
    ho pensato che potessero rappresentare
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    un simbolo di resistenza,
    e ho ricominciato a disegnarle.
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    La rivoluzione sarà donna.
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    --Giriamolo.
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    Quando mi sono trasferito a New York,
    il lavoro è diventato più claustrofobico.
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    Volevo fare ordine.
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    Ho trovato queste vecchie riviste di danza
    ed ho capito che
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    avrei dovuto disegnarli in posizioni di danza.
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    Ecco come ho organizzato il caos
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    creato da questa claustrofobia.
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    Ho addirittura trasformato
    molte delle creature in costumi per la gente.
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    L'ho visto molto più come un palco
    da allora.
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    Più come un elemento di danza,
    come uno show di Broadway
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    Questi sono alcuni degli artisti
    a cui mi piace fare riferimento nei miei lavori.
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    Duchamp, Goya, William Blake, Picabia--
    i miei idoli.
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    Picabia disegnò questo balletto,
    e un personaggio aveva un costume a pois
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    che mi ha ispirato a muovermi
    in questa direzione.
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    Questo l'ho fatto
    dopo la sparatoria nella scuola in Florida.
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    Emma Gonzalez tenne un discorso
    molto incisivo
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    e Fox News ha cercato di screditarla,
    criticandola.
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    Perciò ho disegnato questo gruppo
    di cospiratori
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    e questo circo, che circondano
    questa giovane donna.
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    Spesso inizio a lavorare tardi in studio.
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    La maggior parte delle mie idee migliori
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    arrivano col calare del buio.
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    Credo che sia allora che il mondo sia ambientato--
    il mondo che ho creato.
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    È qualcosa oltre il semplice flusso di idee,
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    perché sono a metà tra il subconscio
    e la realtà.
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    Cerco di non censurarmi.
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    Quindi lascio uscire tutto ciò
    che mi viene in mente.
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    Ho aggiunto farfalle.
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    Falene ed altri insetti.
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    Rimango sempre aperto a
    qualunque sia l'umore del momento.
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    C'è la possibilità che
    possa accadere di tutto.
Title:
Marcel Dzama: Organizzare il caos | Art21 "Extended Play"
Description:

Episodio #259: A lavoro nel suo studio di Brooklyn, Marcel Dzama parla dell'evoluzione dei suoi disegni, da quando era bambino nella sua città natale Winnipeg, a quando si è trasferito a New York nel 2004, alle più recenti reazioni alle politiche e ai media americani. Affascinato mostri per bambini, come il Lupo mannaro e Dracula, Dzama riflette sui suoi primi disegni, spesso popolati da tre o quattro persone, animali o figure ibride su sfondi bianchi, ispirati dagli inverni nevosi di Winnipeg. Mentre frequentava l'Università di Manitoba, l'artista ricorda l'incendio che distrusse la maggior parte dei suoi primi lavori e che lo costrinse a disegnare sulla carta intestata degli hotel in cui risiedeva per il suo progetto di tesi.

Mentre dipinge un nuovo disegno di ballerini mascherati con acquerelli blu e sciroppo di root beer, spiega le influenze concettuali e formali sul suo lavoro. Dall'uso dei pois di Francis Picabia alla connessione tra il disprezzo per la guerra degli artisti dadaisti degli anni '20 del Novecento e la sua risposta alla politica americana contemporanea. Mostrato a lavoro su un disegno a matita ispirato ad Emma Gonzales, attivista americana e sopravvissuta al massacro di Parkland del 2018, l'artista spiega la sua arte come un esorcismo della nostra quotidiana dose di lavaggio del cervello.

Dzama tiene anche conto dell'impatto sul suo lavoro del trasferimento a New York, parlando di come i suoi sfondi bianchi siano diventati più popolati. Dopo aver rivolto la sua attenzione a riviste di danza ed aver cambiato il suo modo di percepire i suoi disegni, non più come immagini ferme ma come produzioni teatrali, Dzama comincia ad organizzare il caos delle figure in formazioni stilizzate; si discosta dalle figure animali in favore di umani o figure umane in costumi di animali. Definendo i suoi disegni come risultati della collaborazione tra subconscio e realtà, l'artista descrive la sua abitudine a lavorare di notte, quando le sue idee più incensurate possono fluire liberamente e tutto sembra possibile.

Marcel Dzama nasce nel 1974 a Winnipeg, in Canada. Bizzarri e assurdi, le creazioni di Dzama comprendono personaggi umani, animali e creature ibride disegnati a matita, inchiostro, acquerello e, a volte, sciroppo di root beer. I suoi lavori subiscono un mix di influenze: dai mostri dell'infanzia, come il Lupo mannaro e Dracula, alle opere di artisti come Marcel Duchamp, Francisco Goya, William Blake e Francis Picabia; influenze che contribuiscono a creare mondi unici che sono contemporaneamente surreali e familiari, dolci e violenti, caotici ed eleganti.

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Video Language:
English
Team:
Art21
Project:
"Extended Play" series
Duration:
07:53

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