-
Béne, oggi parleremo dell’accento milanese
in italiano. Taac.
-
Benvenuti su Podcast Italiano, un canale per
chi impara o ama la lingua italiana. Mi scuso
-
per questa terribile imitazione dell’accento
milanese, che è l’argomento di questo video.
-
Non l’imitazione, l’accento milanese.
-
Due precisazioni, prima di incominciare:
dialetto milanese e italiano di Milano sono
-
due cose molto diverse, da non confondere.
Io parlerò solamente dell’italiano di Milano.
-
Il dialetto milanese, tra l’altro, a Milano
oggi è molto poco usato.
-
E numero due: mi limiterò a parlare dell’accento
di Milano e non del lessico o della grammatica
-
o altri aspetti.
Per chi impara l’italiano con i miei video
-
trovate la trascrizione qui nel mio Podcast
Italiano Club dove trovate un sacco di altri
-
materiali esclusivi e interessanti. Incominciamo!
Partiamo dalle vocali e vediamo le principali
-
differenze dalla pronuncia standard, che è
quella che cerco di usare io, e l’accento
-
di Milano. Ah, se non sapete come funzionano
le vocali in italiano standard...
-
Per riassumere: l’italiano standard ha sette
vocali: /a/, /e/, /ɛ/, /i/, /o/, /ɔ/, /u/;
-
l’italiano di Milano in questo è uguale,
possiede le stesse 7 vocali. La differenza
-
principale riguarda però l’uso delle vocali
medie: è aperta, é chiusa, ò aperta, o
-
chiusa. Si dice per scherzo che i milanesi
le usino al contrario: aperte anziché chiuse
-
e viceversa. Ecco, non è esattamente così,
ma è vero che ci sono un po’ di differenze.
-
Partiamo dalla E chiusa.
Bene. O dovrei dire... “béne”? A Milano
-
si dice “béne”. Ma… perché?
-
D2: Eh, dimmelo tu.
-
Di nuovo tu? Mei ancora qui? Ma non te ne
sei ancora andato?
-
Che fortuna eh!
-
Consideriamo solo le vocali toniche, cioè
quelle su cui cade l’accento, come be-ne,
-
ve-ro, perché le vocali atone, su cui non
cade l’accento, come ne, ro si pronunciano
-
sempre chiuse: né, ró, sia nella pronuncia
standard che a Milano. Quindi, sillabe toniche.
-
Se sono aperte, cioè finiscono per vocale,
come bè, vé, in italiano standard possiamo
-
sia avere /e/ come in ‘véro’, chiuso,
sia /ɛ/ come in ‘cièlo’, aperta. Quindi,
-
facciamo qualche esempio: véro, bène, séra,
cièlo, quéllo, bèllo, méntre, sèmpre.
-
Sentite? O uno o l’altra.
Ah, specifico una cosa: gli accenti grafici
-
che scrivo all’interno delle parole per
farvi capire se le vocali sono aperte o chiuse
-
in realtà non si scrivono nel 99% dei casi.
Sì mettono, però, sulle vocali finali, come
-
‘perché’ o ‘caffè ma non dentro, eh,
mi raccomando!
-
D2: Véro, cièlo. Véro, cièlo. Come facciamo
a capire quale delle due dobbiamo usare?
-
Ma non hai visto il mio video? Io ‘ste cose
le ho già spiegate! Non eri attento!
-
D2: Guarda, ti scioccherà, ma io i tuoi video
non li guardo.
-
Non mi sorprende, sai? Comunque, la vocale
che useremo dipende dall’etimologia, dalla
-
storia della parola. Chi è dell’Italia
centrale, come Firenze, Roma, è fortunato,
-
perché userà generalmente le vocali “giuste”
o standard. Chi invece viene da una regione
-
non centrale (come Milano, appunto) e vuole
parlare, diciamo, come un doppiatore deve
-
impararsi un bel po’ di regole per quanto
riguarda le vocali. Oppure dovrà affidarsi
-
al proprio orecchio e magari anche un dizionario
di pronuncia.
-
Dicevamo che nello standard possiamo avere
sia /e/ chiusa, ‘véro’, sia /ɛ/ aperta,
-
‘bène’ nelle sillabe toniche aperte.
CANZONE
-
Ecco, nell’accento milanese in questa posizione
avremo quasi sempre /e/ chiusa, ‘béne’,
-
‘véro’, ‘ciélo’, ‘céra’, ‘éro’,
‘volévo’, ‘probléma’, ‘spéro’,
-
‘teléfono’.
-
D2: Béne, véro, spéro, sillaba… chiusa
si chiama, hai detto? Sillaba chiusa, metti
-
é. È più facile.
In un certo senso, sì, è più regolare,
-
per lo meno. E quindi in alcune di queste
parole la pronuncia standard e quella milanese
-
coincidono come ‘véro’, ‘céra’,
‘volévo’, ‘néro’ quando è chiusa
-
anche nell’italiano standard. In altre parole
no, cioè quando lo standard ha una pronuncia
-
aperta: ‘bène’, ‘cièlo’, ‘èro’,
‘problèma’, ‘spèro’, ‘telèfono’,
-
sono aperte. A Milano comunque si direbbe
‘béne’, ‘ciélo’, ‘éro’, ‘probléma’,
-
‘spéro’, ‘teléfono’. Sentite la
differenza?
-
ESEMPI da YT
-
D2: Probléma, spéro, teléfono, va béne.
Sai che c’hai ragione? Sembro già più
-
milanese!
-
Inoltre nelle combinazioni ‘é + vocale’
si legge sempre é chiusa: éu, éa, éo come
-
‘éuro’, ‘Andréa’, ‘cortéo’
mentre nello standard sarebbe ‘èuro’,
-
‘Andrèa’, ‘cortèo’. e non cortèo,
tranne quando c’è /èi/ che si legge così,
-
/èi/, quindi /sèi/. Avremo quindi un néo,
con la é chiusa, e due nèi con la è aperta.
-
Curioso, vero?
ESEMPI da YT
-
D2: A proposito di euro, tu quanto mi paghi
per registrare questo vidéo?
-
Zèro euro. O, come dicono a Milano, zéro
éuro. Ti piace?
-
E le sillabe chiuse?
-
D2: E le sillabe chiuse?
CANZONE
-
Dipende. Nelle sillabe chiuse che finiscono
per nasale (cioè /n/ e /m/), come ‘sèmpre’,
-
‘vedèndo’, ‘ménto’, ‘gènte’,
abbiamo in italiano standard anche qui é
-
o è, dipende dalla parola. Ma in un accento
milanese avremo una sola opzione, la é chiusa:
-
‘sémpre’, ‘vedéndo’, ‘génte’,
‘témpo’, ‘vénto’, ‘ménte’ e
-
così via. Vedete, è più prevedibile il
milanese dell’italiano standard in qualche
-
modo.
ESEMPI da YT
-
D2: Sémpre… vedéndo… génte... certo
che gli piacciono queste é, queste é chiuse
-
ai milanesi eh? Sémpre, vedéndo...
-
Ma gli piacciono molto anche le è aperte,
a volte molto aperte, èèè.
-
Vediamo infatti che succede nelle sillabe
chiuse, che non finiscono per /m/ o /n/, come
-
cèr-to o qués-to. Vedete, sono chiuse, finiscono
per consonante. In italiano standard vale
-
quanto ho detto finora: possiamo avere é
oppure è, dipende dalla parola. A volte abbiamo
-
“è” aperta come in ‘cèrto’, ‘tèsto’,
‘bèllo’, a volte abbiamo é chiusa come
-
in ‘pazzésco’, ‘quésto’, ‘quéllo’,
‘bigliétto’, ‘apparécchio’.
-
<clip>
-
D2: Pacchétto… pacchètto? Hai detto ‘pacchètto’?
Ho dètto, ho dètto, fabrichètta. Fabrichètta
-
taac. Ma pénsa tè!
Hai detto bene, tè. A Milano si dice così
-
perché la ‘e’ nei monosillabi (come ‘me’,
‘te’ e anche ‘che’ ma solo nei composti:
-
‘perché’, ‘finché’) a Milano diventa
è: ‘perchè’, ‘mè’, ‘tè’, ‘io
-
e tè’, ‘finchè’, ‘poichè’, ecc.
ESEMPI da YT
-
CANZONE
-
Sulla O sarò più veloce perché in
-
posizione tonica – vi ricordo, sto parlando
delle vocali toniche su cui cade l’accento
-
– nello standard abbiamo anche qui due opzioni:
chiusa, come in ‘sóno’, ‘Róma’,
-
‘rótto’; oppure aperta, come in ‘còsa’,
‘stòria’, ‘pòrta’. E nell’italiano
-
di Milano generalmente funziona allo stesso
modo ma c’è qualche differenza in alcune
-
parole. Vi faccio qualche esempio. Prima standard,
poi Milano.
-
Abbiamo quindi lo standard ‘dóccia’ ma
a Milano ‘dòccia’, ‘pósto’ e ‘pòsto’.
-
A volte invece al contrario: ‘còsto’
nello standart e ‘cósto’ a Milano. ‘Spòrco’
-
e ‘spórco’.
-
ESEMPI da YT
Tuttavia per
-
la O da quello che ne so io non c’è una
regola regolare come per la E.
-
CANZONE
Passiamo ora alle consonanti.
-
D2: [russa].
-
In italiano standard ci sono consonanti che
tra due vocali si pronunciano sempre geminate,
-
cioè lunghe, come delle doppie: GN, GL, TS,
DZ, SC, e ne ho parlato qui. ‘Ragno’,
-
‘aglio’, ‘azione’, ‘azalea’, ‘coscia’
con questi suoni lunghi.
-
D2: Ragno… coscia… Sono abbastanza lunghe
così?
-
Al nord la tendenza è di pronunciare questi
suoni brevi. Io stesso per anni ho detto COSCIA
-
e RAGNO (io sono del nord, di Torino, per
chi non lo sapesse).
-
E anche a Milano questo può accadere, soprattutto
nelle generazioni più anziane. Potremo dunque
-
sentire, ad esempio, /ˈraɲo/ al posto di
/ˈraɲɲo/, /ˈkɔʃa/ e
-
non /ˈkɔʃʃa/.
ESEMPI DA YT
-
Ma le doppie, anche quando si scrivono effettivamente,
al Nord in generale tendono un po’ a sparire.
-
E a Milano, ripeto, questo può succedere
negli accenti più marcati, di persone anziane.
-
Per esempio, c’è che dice ‘se/s/anta’,
‘se/s/anta’ al posto
-
di ‘se/ss/anta’.
ESEMPI DA YT
-
Sempre a proposito di doppie, al Nord non
esiste il raddoppiamento fonosintattico, a
-
cui ho dedicato un video.
-
D2: Il che?
-
Tu come leggi queste frasi?
-
D2: /chevvuoi/, /androddomani/, /ioette/,
/oddetto/.
-
Ecco, appunto, /oddetto/, senti come raddoppi
la /d/, /oddetto/?
-
D2: /oddetto/, /oddetto/. Sì, c’hai ragione,
sai? Però non lo guardo il tuo video. Volevo
-
solo dirtelo, non… non lo guardo.
-
Il raddoppiamento fonosintattico è questo
raddoppiamento fantasma, che non è scritto.
-
Ecco, al Nord, dicevo, generalmente non si
fa e Milano non fa eccezione. Si dirà dunque
-
/odetto/, /ioete/, /semikjami/, /aMilano/
ESEMPI DA YT
-
Un altro fenomeno comune in tutto il Nord
è la pronuncia più “scura” della S che
-
si dice s s s. Anche questo lo fanno i parlanti
più anziani soprattutto che hanno questa…
-
questa /s/ che è a metà tra la /s/ e la
/ʃ/. Un po’ come in spagnolo… lo spagnolo
-
della Spagna se lo conoscete. Quindi, si potrebbe
sentire, per esempio, “Sono senza soldi”,
-
“Sono senza soldi”. Anche questo non riguarda
assolutamente i giovani.
-
ESEMPI DA YT
-
A proposito di S: tra vocali, un po’ come
in tutto il Nord, la S si pronuncerà sempre
-
/z/, quindi sonora: ‘ro/z/a’, ‘co/z/a’,
‘ca/z/a’ e via dicendo, senza eccezioni.
-
Questa è una caratteristica tipica del nord,
che però si sta diffondendo anche nella pronuncia
-
standard dei doppiatori.
Oltre a ciò, alcune persone (ma anche questo
-
riguarda il Nord in generale) hanno la tendenza
a pronunciare /tʃ/ e /dʒ/ in maniera un
-
pochino diversa, quindi, vedete, non facendo
questa cosa con le labbra /tʃ/, /dʒ/ ma
-
dicendo qualcosa come /tʃ/ e /dʒ/. ‘Cena’,
‘cena’. Un’articolazione un pochino
-
diversa. ‘Cena’, ‘cena’ e non ‘cena’.
Sentite la differenza?
-
ESEMPI DA YT
Ecco, questi sono i principali aspetti dell’accento
-
milanese. Non sono tutti, ma insomma non abbiamo
dodici ore, quindi ci fermiamo qui. Però
-
un altro aspetto caratteristico di ogni accento
è la sua intonazione, che è più difficile
-
da descrivere rispetto ai suoni di una lingua.
Io poi non sono molto competente, quindi non
-
entrerò nel dettaglio per non avventurarmi
in un territorio che non è di mia competenza.
-
D2: Ah perché la linguistica invece.. invence
lo è?
-
Ma certo che sei uno scassac****, eh?
-
Voglio comunque darvi qualche esempio di intonazione
milanese. Chi è italiano ha ben presente
-
la melodia del milanese; ecco, qualcosa così,
che tende a salire alla fine delle frasi.
-
Ma per gli stranieri tra voi, vi consiglio
di andare a guardare qualche video del Milanese
-
imbruttito, questo canale YouTube per farvi
un’idea dell’intonazione del milanese.
-
ESEMPI DA YT
-
Se siete milanesi o avete commenti, osservazioni,
correzioni fatele qui sotto.
-
Volevo concludere parlando di questo: il milanese
è un buon modello da imitare per chi impara
-
l’italiano? Premettiamo che comunque è
difficile imparare una pronuncia regionale
-
specifica perché chi impara l’italiano
è esposto a mille accenti diversi, ma comunque
-
magari uno ha un buon orecchio. Cosa possiamo
dire? È sicuramente un accento molto importante
-
in Italia, molto presente mediaticamente,
ma non possiamo considerarlo un accento neutro.
-
Le vocali sono piuttosto distanti dal modello
standard. Tuttavia, va detto che nessun accento
-
usato nativamente in Italia si può definire
“standard”, nemmeno il fiorentino.
-
Oltre a ciò non è detto che in futuro, vista
l’importanza di Milano, e insomma di tutto
-
ciò che avviene a Milano, della potenza economica
di Milano, non è detto che l’italiano di
-
Milano un giorno non diventi un modello standard.
Ma ditemi voi che siete stranieri: per voi
-
è facile capire l’accento di Milano? E
siete in grado di riconoscerlo e distinguerlo
-
da altri accenti oppure no?
Io ringrazio i membri del Club che vedete
-
scorrere ai lati che sostengono questo progetto
e che ottengono un sacco di bonus esclusivi:
-
podcast esclusivi, trascrizioni, lezioni sulla
pronuncia. A proposito: ne ho fatte due, e
-
ne farò altre, e penso che possano essere
interessanti per tutte le persone che vogliono
-
imparare la pronuncia italiana neutra. Detto
questo grazie per la visione. Ci vediamo nel
-
prossimo video. Alla prossima! Ciao ciao!
CANZONE
-
Béne, oggi parleremo dell’accento milanese
in italiano. Taac.
-
Benvenuti su Podcast Italiano, un canale per
chi impara o ama la lingua italiana. Mi scuso
-
per questa terribile imitazione dell’accento
milanese, che è l’argomento di questo video.
-
Non l’imitazione, l’accento milanese.
-
Due precisazioni, prima di incominciare:
dialetto milanese e italiano di Milano sono
-
due cose molto diverse, da non confondere.
Io parlerò solamente dell’italiano di Milano.
-
Il dialetto milanese, tra l’altro, a Milano
oggi è molto poco usato.
-
E numero due: mi limiterò a parlare dell’accento
di Milano e non del lessico o della grammatica
-
o altri aspetti.
Per chi impara l’italiano con i miei video
-
trovate la trascrizione qui nel mio Podcast
Italiano Club dove trovate un sacco di altri
-
materiali esclusivi e interessanti. Incominciamo!
Partiamo dalle vocali e vediamo le principali
-
differenze dalla pronuncia standard, che è
quella che cerco di usare io, e l’accento
-
di Milano. Ah, se non sapete come funzionano
le vocali in italiano standard...
-
Per riassumere: l’italiano standard ha sette
vocali: /a/, /e/, /ɛ/, /i/, /o/, /ɔ/, /u/;
-
l’italiano di Milano in questo è uguale,
possiede le stesse 7 vocali. La differenza
-
principale riguarda però l’uso delle vocali
medie: è aperta, é chiusa, ò aperta, o
-
chiusa. Si dice per scherzo che i milanesi
le usino al contrario: aperte anziché chiuse
-
e viceversa. Ecco, non è esattamente così,
ma è vero che ci sono un po’ di differenze.
-
Partiamo dalla E chiusa.
Bene. O dovrei dire... “béne”? A Milano
-
si dice “béne”. Ma… perché?
-
D2: Eh, dimmelo tu.
-
Di nuovo tu? Mei ancora qui? Ma non te ne
sei ancora andato?
-
Che fortuna eh!
-
Consideriamo solo le vocali toniche, cioè
quelle su cui cade l’accento, come be-ne,
-
ve-ro, perché le vocali atone, su cui non
cade l’accento, come ne, ro si pronunciano
-
sempre chiuse: né, ró, sia nella pronuncia
standard che a Milano. Quindi, sillabe toniche.
-
Se sono aperte, cioè finiscono per vocale,
come bè, vé, in italiano standard possiamo
-
sia avere /e/ come in ‘véro’, chiuso,
sia /ɛ/ come in ‘cièlo’, aperta. Quindi,
-
facciamo qualche esempio: véro, bène, séra,
cièlo, quéllo, bèllo, méntre, sèmpre.
-
Sentite? O uno o l’altra.
Ah, specifico una cosa: gli accenti grafici
-
che scrivo all’interno delle parole per
farvi capire se le vocali sono aperte o chiuse
-
in realtà non si scrivono nel 99% dei casi.
Sì mettono, però, sulle vocali finali, come
-
‘perché’ o ‘caffè ma non dentro, eh,
mi raccomando!
-
D2: Véro, cièlo. Véro, cièlo. Come facciamo
a capire quale delle due dobbiamo usare?
-
Ma non hai visto il mio video? Io ‘ste cose
le ho già spiegate! Non eri attento!
-
D2: Guarda, ti scioccherà, ma io i tuoi video
non li guardo.
-
Non mi sorprende, sai? Comunque, la vocale
che useremo dipende dall’etimologia, dalla
-
storia della parola. Chi è dell’Italia
centrale, come Firenze, Roma, è fortunato,
-
perché userà generalmente le vocali “giuste”
o standard. Chi invece viene da una regione
-
non centrale (come Milano, appunto) e vuole
parlare, diciamo, come un doppiatore deve
-
impararsi un bel po’ di regole per quanto
riguarda le vocali. Oppure dovrà affidarsi
-
al proprio orecchio e magari anche un dizionario
di pronuncia.
-
Dicevamo che nello standard possiamo avere
sia /e/ chiusa, ‘véro’, sia /ɛ/ aperta,
-
‘bène’ nelle sillabe toniche aperte.
CANZONE
-
Ecco, nell’accento milanese in questa posizione
avremo quasi sempre /e/ chiusa, ‘béne’,
-
‘véro’, ‘ciélo’, ‘céra’, ‘éro’,
‘volévo’, ‘probléma’, ‘spéro’,
-
‘teléfono’.
-
D2: Béne, véro, spéro, sillaba… chiusa
si chiama, hai detto? Sillaba chiusa, metti
-
é. È più facile.
In un certo senso, sì, è più regolare,
-
per lo meno. E quindi in alcune di queste
parole la pronuncia standard e quella milanese
-
coincidono come ‘véro’, ‘céra’,
‘volévo’, ‘néro’ quando è chiusa
-
anche nell’italiano standard. In altre parole
no, cioè quando lo standard ha una pronuncia
-
aperta: ‘bène’, ‘cièlo’, ‘èro’,
‘problèma’, ‘spèro’, ‘telèfono’,
-
sono aperte. A Milano comunque si direbbe
‘béne’, ‘ciélo’, ‘éro’, ‘probléma’,
-
‘spéro’, ‘teléfono’. Sentite la
differenza?
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ESEMPI da YT
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D2: Probléma, spéro, teléfono, va béne.
Sai che c’hai ragione? Sembro già più
-
milanese!
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Inoltre nelle combinazioni ‘é + vocale’
si legge sempre é chiusa: éu, éa, éo come
-
‘éuro’, ‘Andréa’, ‘cortéo’
mentre nello standard sarebbe ‘èuro’,
-
‘Andrèa’, ‘cortèo’. e non cortèo,
tranne quando c’è /èi/ che si legge così,
-
/èi/, quindi /sèi/. Avremo quindi un néo,
con la é chiusa, e due nèi con la è aperta.
-
Curioso, vero?
ESEMPI da YT
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D2: A proposito di euro, tu quanto mi paghi
per registrare questo vidéo?
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Zèro euro. O, come dicono a Milano, zéro
éuro. Ti piace?
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E le sillabe chiuse?
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D2: E le sillabe chiuse?
CANZONE
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Dipende. Nelle sillabe chiuse che finiscono
per nasale (cioè /n/ e /m/), come ‘sèmpre’,
-
‘vedèndo’, ‘ménto’, ‘gènte’,
abbiamo in italiano standard anche qui é
-
o è, dipende dalla parola. Ma in un accento
milanese avremo una sola opzione, la é chiusa:
-
‘sémpre’, ‘vedéndo’, ‘génte’,
‘témpo’, ‘vénto’, ‘ménte’ e
-
così via. Vedete, è più prevedibile il
milanese dell’italiano standard in qualche
-
modo.
ESEMPI da YT
-
D2: Sémpre… vedéndo… génte... certo
che gli piacciono queste é, queste é chiuse
-
ai milanesi eh? Sémpre, vedéndo...
-
Ma gli piacciono molto anche le è aperte,
a volte molto aperte, èèè.
-
Vediamo infatti che succede nelle sillabe
chiuse, che non finiscono per /m/ o /n/, come
-
cèr-to o qués-to. Vedete, sono chiuse, finiscono
per consonante. In italiano standard vale
-
quanto ho detto finora: possiamo avere é
oppure è, dipende dalla parola. A volte abbiamo
-
“è” aperta come in ‘cèrto’, ‘tèsto’,
‘bèllo’, a volte abbiamo é chiusa come
-
in ‘pazzésco’, ‘quésto’, ‘quéllo’,
‘bigliétto’, ‘apparécchio’.
-
<clip>
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D2: Pacchétto… pacchètto? Hai detto ‘pacchètto’?
Ho dètto, ho dètto, fabrichètta. Fabrichètta
-
taac. Ma pénsa tè!
Hai detto bene, tè. A Milano si dice così
-
perché la ‘e’ nei monosillabi (come ‘me’,
‘te’ e anche ‘che’ ma solo nei composti:
-
‘perché’, ‘finché’) a Milano diventa
è: ‘perchè’, ‘mè’, ‘tè’, ‘io
-
e tè’, ‘finchè’, ‘poichè’, ecc.
ESEMPI da YT
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CANZONE
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Sulla O sarò più veloce perché in posizione
tonica – vi ricordo, sto parlando delle
-
vocali toniche su cui cade l’accento – nello
standard abbiamo anche qui due opzioni: chiusa,
-
come in ‘sóno’, ‘Róma’, ‘rótto’;
oppure aperta, come in ‘còsa’, ‘stòria’,
-
‘pòrta’. E nell’italiano di Milano
generalmente funziona allo stesso modo ma
-
c’è qualche differenza in alcune parole.
Vi faccio qualche esempio. Prima standard,
-
poi Milano.
Abbiamo quindi lo standard ‘dóccia’ ma
-
a Milano ‘dòccia’, ‘pósto’ e ‘pòsto’.
A volte invece al contrario: ‘còsto’
-
nello standart e ‘cósto’ a Milano. ‘Spòrco’
e ‘spórco’.
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ESEMPI da YT
Tuttavia per la O da quello che ne so io non
-
c’è una regola regolare come per la E.
CANZONE
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Passiamo ora alle consonanti.
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D2: [russa].
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In italiano standard ci sono consonanti che
tra due vocali si pronunciano sempre geminate,
-
cioè lunghe, come delle doppie: GN, GL, TS,
DZ, SC, e ne ho parlato qui. ‘Ragno’,
-
‘aglio’, ‘azione’, ‘azalea’, ‘coscia’
con questi suoni lunghi.
-
D2: Ragno… coscia… Sono abbastanza lunghe
così?
-
Al nord la tendenza è di pronunciare questi
suoni brevi. Io stesso per anni ho detto COSCIA
-
e RAGNO (io sono del nord, di Torino, per
chi non lo sapesse).
-
E anche a Milano questo può accadere, soprattutto
nelle generazioni più anziane. Potremo dunque
-
sentire, ad esempio, /ˈraɲo/ al posto di
/ˈraɲɲo/, /ˈkɔʃa/ e non /ˈkɔʃʃa/.
-
ESEMPI DA YT
Ma le doppie, anche quando si scrivono effettivamente,
-
al Nord in generale tendono un po’ a sparire.
E a Milano, ripeto, questo può succedere
-
negli accenti più marcati, di persone anziane.
Per esempio, c’è che dice ‘se/s/anta’,
-
‘se/s/anta’ al posto di ‘se/ss/anta’.
ESEMPI DA YT
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Sempre a proposito di doppie, al Nord non
esiste il raddoppiamento fonosintattico, a
-
cui ho dedicato un video.
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D2: Il che?
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Tu come leggi queste frasi?
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D2: /chevvuoi/, /androddomani/, /ioette/,
/oddetto/.
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Ecco, appunto, /oddetto/, senti come raddoppi
la /d/, /oddetto/?
-
D2: /oddetto/, /oddetto/. Sì, c’hai ragione,
sai? Però non lo guardo il tuo video. Volevo
-
solo dirtelo, non… non lo guardo.
-
Il raddoppiamento fonosintattico è questo
raddoppiamento fantasma, che non è scritto.
-
Ecco, al Nord, dicevo, generalmente non si
fa e Milano non fa eccezione. Si dirà dunque
-
/odetto/, /ioete/, /semikjami/, /aMilano/
ESEMPI DA YT
-
Un altro fenomeno comune in tutto il Nord
è la pronuncia più “scura” della S che
-
si dice s s s. Anche questo lo fanno i parlanti
più anziani soprattutto che hanno questa…
-
questa /s/ che è a metà tra la /s/ e la
/ʃ/. Un po’ come in spagnolo… lo spagnolo
-
della Spagna se lo conoscete. Quindi, si potrebbe
sentire, per esempio, “Sono senza soldi”,
-
“Sono senza soldi”. Anche questo non riguarda
assolutamente i giovani.
-
ESEMPI DA YT
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A proposito di S: tra vocali, un po’ come
in tutto il Nord, la S si pronuncerà sempre
-
/z/, quindi sonora: ‘ro/z/a’, ‘co/z/a’,
‘ca/z/a’ e via dicendo, senza eccezioni.
-
Questa è una caratteristica tipica del nord,
che però si sta diffondendo anche nella pronuncia
-
standard dei doppiatori.
Oltre a ciò, alcune persone (ma anche questo
-
riguarda il Nord in generale) hanno la tendenza
a pronunciare /tʃ/ e /dʒ/ in maniera un
-
pochino diversa, quindi, vedete, non facendo
questa cosa con le labbra /tʃ/, /dʒ/ ma
-
dicendo qualcosa come /tʃ/ e /dʒ/. ‘Cena’,
‘cena’. Un’articolazione un pochino
-
diversa. ‘Cena’, ‘cena’ e non ‘cena’.
Sentite la differenza?
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ESEMPI DA YT
Ecco, questi sono i principali aspetti dell’accento
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milanese. Non sono tutti, ma insomma non abbiamo
dodici ore, quindi ci fermiamo qui. Però
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un altro aspetto caratteristico di ogni accento
è la sua intonazione, che è più difficile
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da descrivere rispetto ai suoni di una lingua.
Io poi non sono molto competente, quindi non
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entrerò nel dettaglio per non avventurarmi
in un territorio che non è di mia competenza.
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D2: Ah perché la linguistica invece.. invence
lo è?
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Ma certo che sei uno scassac****, eh?
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Voglio comunque darvi qualche esempio di intonazione
milanese. Chi è italiano ha ben presente
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la melodia del milanese; ecco, qualcosa così,
che tende a salire alla fine delle frasi.
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Ma per gli stranieri tra voi, vi consiglio
di andare a guardare qualche video del Milanese
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imbruttito, questo canale YouTube per farvi
un’idea dell’intonazione del milanese.
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ESEMPI DA YT
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Se siete milanesi o avete commenti, osservazioni,
correzioni fatele qui sotto.
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Volevo concludere parlando di questo: il milanese
è un buon modello da imitare per chi impara
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l’italiano? Premettiamo che comunque è
difficile imparare una pronuncia regionale
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specifica perché chi impara l’italiano
è esposto a mille accenti diversi, ma comunque
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magari uno ha un buon orecchio. Cosa possiamo
dire? È sicuramente un accento molto importante
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in Italia, molto presente mediaticamente,
ma non possiamo considerarlo un accento neutro.
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Le vocali sono piuttosto distanti dal modello
standard. Tuttavia, va detto che nessun accento
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usato nativamente in Italia si può definire
“standard”, nemmeno il fiorentino.
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Oltre a ciò non è detto che in futuro, vista
l’importanza di Milano, e insomma di tutto
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ciò che avviene a Milano, della potenza economica
di Milano, non è detto che l’italiano di
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Milano un giorno non diventi un modello standard.
Ma ditemi voi che siete stranieri: per voi
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è facile capire l’accento di Milano? E
siete in grado di riconoscerlo e distinguerlo
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da altri accenti oppure no?
Io ringrazio i membri del Club che vedete
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scorrere ai lati che sostengono questo progetto
e che ottengono un sacco di bonus esclusivi:
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podcast esclusivi, trascrizioni, lezioni sulla
pronuncia. A proposito: ne ho fatte due, e
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ne farò altre, e penso che possano essere
interessanti per tutte le persone che vogliono
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imparare la pronuncia italiana neutra. Detto
questo grazie per la visione. Ci vediamo nel
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prossimo video. Alla prossima! Ciao ciao!
CANZONE