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Quali sono i doveri dei social media nei confronti del bene comune?

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    Stavo parlando con un tipo
    a una festa in California
  • 0:04 - 0:06
    delle piattaforme tecnologiche
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    e dei problemi
    che stanno creando nella società.
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    E mi dice: "Se il CEO si drogasse di più
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    e andasse al Burning Man
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    non saremmo in questo casino."
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    (Risate)
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    Io gli dico:
    "Non so se sono d'accordo con te."
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    Primo, molti CEO
    sono stati al Burning Man.
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    (Risate)
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    E poi non sono sicuro
    che un mucchio di gente mezza nuda
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    che corre e brucia cose
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    sia l'inspirazione
    di cui hanno bisogno ora.
  • 0:32 - 0:34
    (Risate)
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    Ma sono d'accordo che sia un casino.
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    Ritorneremo a parlare di questo tipo,
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    ma ora parliamo del casino.
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    Il clima si surriscalda sempre più.
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    È sempre più difficile
    distinguere verità da finzione.
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    E c'è questa crisi globale
    dell'immigrazione.
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    E proprio quando necessitiamo
    di nuovi strumenti
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    e nuovi modi di stare uniti come società,
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    pare che i social media
    stiano sradicando il tessuto sociale
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    e ci mettano gli uni contro gli altri.
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    Abbiamo bufale virali su WhatsApp,
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    bullismo su Instagram
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    e hacker russi su Facebook.
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    Penso che il confronto attuale
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    sui danni
    che queste piattaforme stanno creando
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    sia davvero importante.
  • 1:19 - 1:21
    Ma temo anche
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    che potremmo sprecare
    una crisi esistenziale
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    della Silicon Valley
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    se riteniamo un successo
    il fatto che sia un po' più difficile
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    per dei ragazzini macedoni
    pubblicare delle fake news.
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    La questione non è
    solo cosa vogliamo
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    che le piattaforme smettano di fare,
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    ma, ora che hanno preso il controllo
    della nostra vita online,
  • 1:44 - 1:47
    cosa serve che facciano
    per il bene comune?
  • 1:48 - 1:52
    Secondo me, è uno dei quesiti
    più importanti della nostra epoca.
  • 1:53 - 1:56
    Quali sono i doveri delle piattaforme
    nei nostri confronti
  • 1:56 - 2:01
    in cambio del potere che lasciamo loro
    sul nostro discorso?
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    Penso la questione sia così importante
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    perché anche se
    le attuali piattaforme morissero,
  • 2:05 - 2:07
    dobbiamo rispondere al quesito
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    per fare in modo
    che le piattaforme future
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    siano migliori.
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    Da un anno lavoro
    con la dottoressa Talia Stroud
  • 2:16 - 2:17
    all'Università del Texas, Austin.
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    Abbiamo parlato con sociologi,
    scienziati politici
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    e filosofi
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    per cercare di rispondere al quesito.
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    Prima abbiamo chiesto,
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    "Se foste Twitter o Facebook,
    classificando contenuti per la democrazia
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    anziché per i click sulle ad
    o per l'engagement,
  • 2:32 - 2:33
    cosa verrebbe fuori?"
  • 2:34 - 2:36
    Poi ci siamo resi conto
  • 2:36 - 2:39
    che questo lascia intendere
    che è un problema d'informazione
  • 2:39 - 2:41
    o di contenuti.
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    Per noi la crisi delle piattaforme
    è un problema di persone.
  • 2:47 - 2:50
    Un problema che riguarda
    le cose strane che accadono
  • 2:50 - 2:52
    quando gruppi di persone
    si riuniscono.
  • 2:53 - 2:56
    Quindi ci siamo focalizzati
    su un'altra idea, più vecchia.
  • 2:56 - 2:57
    Abbiamo chiesto,
  • 2:57 - 3:01
    "E se pensassimo
    alle piattaforme come a dei luoghi?"
  • 3:01 - 3:05
    Sappiamo dalla psicologia sociale
    che i luoghi influenzano i comportamenti.
  • 3:06 - 3:10
    Se metti lo stesso gruppo di persone
    in una sala come questa,
  • 3:10 - 3:12
    si comporterà in maniera
    molto diversa
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    se fosse messo in questa.
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    Quando i ricercatori mettono
    nelle classi mobili più morbidi,
  • 3:17 - 3:20
    il tasso di partecipazione
    si alza del 42 percento.
  • 3:21 - 3:23
    I luoghi hanno persino
    conseguenze politiche.
  • 3:24 - 3:28
    I ricercatori,
    nell'osservare quartieri con parchi
  • 3:28 - 3:29
    in confronto a quartieri senza,
  • 3:29 - 3:32
    dopo aver messo in conto
    i fattori socioeconomici,
  • 3:32 - 3:36
    hanno scoperto che in quelli coi parchi
    c'era maggiore fiducia sociale
  • 3:36 - 3:39
    ed erano maggiormente in grado
    di difendersi politicamente.
  • 3:40 - 3:42
    Quindi i luoghi ci influenzano
  • 3:42 - 3:45
    in parte per come sono progettati
  • 3:45 - 3:50
    e in parte per come codificano
    certe norme comportamentali.
  • 3:51 - 3:54
    Si sa che alcuni comportamenti
    vanno bene in un bar
  • 3:54 - 3:56
    ma non in una biblioteca,
  • 3:56 - 3:58
    e forse viceversa.
  • 3:58 - 4:00
    Questo ci dà un indizio,
  • 4:00 - 4:02
    perché ci sono luoghi online
  • 4:02 - 4:05
    che codificano questi stessi tipi
    di norme comportamentali.
  • 4:06 - 4:09
    Allora, per esempio,
    su LinkedIn
  • 4:09 - 4:11
    ci si comporta abbastanza bene.
  • 4:11 - 4:13
    Perché?
  • 4:13 - 4:14
    Perché è come un ambiente di lavoro.
  • 4:15 - 4:18
    Quindi le persone seguono le norme
    di tale ambiente.
  • 4:18 - 4:21
    Lo capisci già da come sono vestiti
    nelle foto profilo.
  • 4:21 - 4:22
    (Risate)
  • 4:22 - 4:26
    Quindi se LinkedIn è un ambiente di lavoro
  • 4:26 - 4:27
    cos'è Twitter?
  • 4:27 - 4:28
    (Risate)
  • 4:28 - 4:32
    Beh, è come un'enorme buca
  • 4:32 - 4:34
    dove c'è gente che parla di sport,
  • 4:34 - 4:36
    discute di politica,
    si urla addosso, flirta,
  • 4:36 - 4:38
    cerca lavoro,
  • 4:38 - 4:40
    tutto nello stesso posto,
    senza muri o divisioni
  • 4:40 - 4:43
    e più è chiassoso,
    più il proprietario ci guadagna.
  • 4:43 - 4:44
    (Risate)
  • 4:44 - 4:46
    Logico che sia un casino.
  • 4:47 - 4:49
    Ciò solleva un'altra questione
    che diventa ovvia
  • 4:49 - 4:52
    se pensiamo alle piattaforme
    in termini di luoghi fisici.
  • 4:53 - 4:56
    I luoghi fisici prosperi
    sono quasi sempre strutturati.
  • 4:57 - 4:58
    Hanno regole.
  • 4:59 - 5:06
    La Silicon Valley è costruita sull'idea
    che luoghi non strutturati favoriscano
  • 5:06 - 5:07
    il comportamento umano.
  • 5:07 - 5:10
    In realtà penso ci sia un motivo
    per questa miopia
  • 5:10 - 5:13
    intrinseco proprio nella location
    della Silicon Valley.
  • 5:14 - 5:17
    Michele Gelfand è una sociologa
  • 5:17 - 5:20
    che studia come variano
    le norme tra le culture.
  • 5:20 - 5:25
    Osserva come culture tipo il Giappone,
    che chiama "rigide",
  • 5:25 - 5:27
    siano molto conformiste,
    ligie alle regole,
  • 5:27 - 5:30
    e culture tipo il Brasile
    siano molto approssimative.
  • 5:30 - 5:32
    Te ne rendi conto
    anche in cose come
  • 5:32 - 5:35
    la sincronizzazione degli orologi
    nelle strade di una città.
  • 5:35 - 5:40
    Come vedete, gli Stati Uniti
    è uno dei paesi più approssimativi.
  • 5:40 - 5:43
    E lo Stato più approssimativo
    negli Stati Uniti è,
  • 5:43 - 5:46
    esatto, la California.
  • 5:47 - 5:52
    La Silicon Valley è frutto
    della controcultura californiana dei '70.
  • 5:52 - 5:54
    Quindi, ricapitolando:
  • 5:54 - 5:56
    i luoghi dove il mondo vive adesso
  • 5:56 - 5:59
    escono dalla cultura più approssimativa
    dello stato più approssimativo
  • 5:59 - 6:01
    di uno dei paesi
    più approssimativi al mondo.
  • 6:02 - 6:05
    Non c'è da stupirsi
    che sottovalutino la struttura.
  • 6:06 - 6:10
    Credo sia importante,
    perché la gente ha bisogno di struttura.
  • 6:11 - 6:13
    Forse avete sentito il termine "anomia".
  • 6:13 - 6:16
    Letteralmente vuol dire
    "mancanza di norme" in Francese.
  • 6:16 - 6:18
    È stato coniato da Émile Durkheim
  • 6:18 - 6:22
    per descrivere
    l'ampia, opprimente sensazione
  • 6:22 - 6:24
    che la gente prova in luoghi senza norme.
  • 6:25 - 6:28
    L'anomia ha conseguenze politiche.
  • 6:28 - 6:33
    Gelfand ha scoperto che quando
    gli ambienti sono troppo sregolati,
  • 6:33 - 6:36
    le persone hanno desiderio
    di ordine e struttura.
  • 6:36 - 6:41
    E quel desiderio di ordine e struttura
    è strettamente legato
  • 6:41 - 6:43
    all'appoggio dato a gente come questa.
  • 6:43 - 6:45
    (Risate)
  • 6:45 - 6:48
    Mi sembra lecito chiedere
  • 6:48 - 6:53
    se l'assenza di struttura del mondo online
    stia nutrendo ansie
  • 6:53 - 6:56
    che stanno aumentando
    la propensione all'autoritarismo.
  • 6:59 - 7:02
    Quindi in che modo le piattaforme
    possono avvicinare le persone,
  • 7:02 - 7:04
    creare qualcosa di significativo
  • 7:04 - 7:06
    e aiutare le persone a capirsi?
  • 7:07 - 7:10
    Questo mi fa ritornare
    dal nostro amico di Burning Man.
  • 7:11 - 7:13
    Perché nell'ascoltarlo, ho capito:
  • 7:13 - 7:16
    non solo Burning Man non è la soluzione,
  • 7:16 - 7:19
    ma è proprio
    la metafora perfetta del problema.
  • 7:19 - 7:20
    (Risate)
  • 7:20 - 7:23
    È un posto stupendo
    per passarci una settimana,
  • 7:23 - 7:27
    questa fantastica, città d'arte,
    in mezzo al nulla, nella polvere.
  • 7:27 - 7:29
    Ma non ci vivreste.
  • 7:29 - 7:30
    (Risate)
  • 7:30 - 7:32
    Non c'è acqua corrente,
  • 7:32 - 7:34
    non c'è raccolta della spazzatura.
  • 7:34 - 7:36
    A un certo punto,
    gli allucinogeni finiscono,
  • 7:36 - 7:39
    e ti ritrovi con un mucchio
    di ricchi bianchi
  • 7:39 - 7:40
    nella sabbia del deserto.
  • 7:40 - 7:41
    (Risate)
  • 7:41 - 7:45
    Che è la stessa sensazione
    che mi danno i social media nel 2019.
  • 7:45 - 7:47
    (Risate)
  • 7:47 - 7:51
    Un posto bello, divertente,
    allucinatorio è diventata casa nostra.
  • 7:53 - 7:55
    Quindi,
  • 7:55 - 7:57
    osservando le piattaforme
    con la lente dei luoghi,
  • 7:57 - 7:59
    possiamo domandarci:
  • 7:59 - 8:03
    chi è in grado di archittettare spazi
    per il bene pubblico?
  • 8:04 - 8:06
    E questa pare sia una domanda
  • 8:06 - 8:09
    a cui si è pensato molto
    in rapporto alle città.
  • 8:10 - 8:12
    Le città erano le piattaforme originarie.
  • 8:12 - 8:14
    Mercato bilaterale?
  • 8:14 - 8:15
    Presente.
  • 8:15 - 8:19
    Posto dove restare in contatto
    con vecchi amici e parenti lontani?
  • 8:19 - 8:20
    Presente.
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    Vettore di spargimenti virali?
  • 8:22 - 8:23
    Presente.
  • 8:23 - 8:25
    Infatti, le città sono state soggette
  • 8:25 - 8:29
    a molte delle stesse problematiche
    sociali e politiche
  • 8:29 - 8:31
    a cui le piattaforme sono soggette ora.
  • 8:32 - 8:37
    Hanno affrontato un'enorme crescita
    che ha schiacciato le comunità esistenti
  • 8:38 - 8:40
    e l'ascesa
    di nuovi modelli di business.
  • 8:42 - 8:45
    Si sono persino servite
    di nuove tecnologie senza attriti
  • 8:45 - 8:47
    che promettevano di connettere tutti
  • 8:48 - 8:52
    e che invece hanno accentuato
    le divisioni sociali e razziali esistenti.
  • 8:53 - 8:56
    Ma a causa di questo passato
    di decadenza e rinnovamento
  • 8:56 - 8:59
    di segregazione e integrazione,
  • 8:59 - 9:01
    le città sono fonte di alcune
    delle nostre migliori idee
  • 9:01 - 9:05
    su come costruire
    comunità funzionali e prospere.
  • 9:06 - 9:10
    Davanti a una visione top-down
    della vita di città dettata dalle auto,
  • 9:10 - 9:13
    pionieri come Jane Jacobs hanno detto,
  • 9:13 - 9:17
    "Mettiamo piuttosto le relazioni umane
    al centro del design urbano".
  • 9:18 - 9:22
    La Jacobs e i suoi compagni di viaggio
    come Holly Whyte, la sua editrice,
  • 9:22 - 9:26
    furono le grandi osservatrici di ciò
    che in effetti avvenne per le strade.
  • 9:26 - 9:30
    Osservarono:
    dove si fermavano a parlare le persone?
  • 9:30 - 9:32
    In che momento i vicini diventavano amici?
  • 9:32 - 9:34
    E hanno imparato tanto.
  • 9:35 - 9:39
    Ad esempio, hanno notato
    che i luoghi pubblici di successo
  • 9:39 - 9:43
    in genere hanno tre modi diversi
    di strutturare il comportamento.
  • 9:43 - 9:45
    C'è l'ambiente costruito,
  • 9:45 - 9:49
    ovvero quando piazzi una fontana qui
    o un parco giochi lì.
  • 9:50 - 9:52
    Poi, c'è la programmazione,
  • 9:52 - 9:56
    tipo, mettiamo a suonare un gruppo alle 7
    e facciamo uscire i bambini.
  • 9:57 - 9:59
    C'è questa idea dei sindaci,
  • 9:59 - 10:02
    persone che informalmente diventano
    proprietari di uno spazio
  • 10:02 - 10:04
    per mantenerlo accogliente e pulito.
  • 10:06 - 10:09
    Queste tre cose hanno tutte
    un corrispondente online.
  • 10:09 - 10:11
    Ma con le piattaforme parliamo di codice,
  • 10:11 - 10:14
    su cos'è fisicamente possibile nel luogo.
  • 10:15 - 10:20
    Si concentrano molto meno
    sulle altre due aree sociali più morbide.
  • 10:20 - 10:21
    Cosa fa la gente qui?
  • 10:21 - 10:23
    Chi se ne prende la responsabilità?
  • 10:24 - 10:27
    Così come Jane Jacobs
    ha fatto per le città,
  • 10:27 - 10:30
    io e Talia pensiamo sia necessario
    un movimento per un nuovo design
  • 10:30 - 10:32
    dei luoghi online,
  • 10:32 - 10:33
    che consideri
  • 10:33 - 10:38
    non solo "Come costruire prodotti
    che funzionino per utenti o consumatori?"
  • 10:38 - 10:41
    "Come rendiamo questa cosa user-friendly?"
  • 10:41 - 10:44
    ma "Come costruire prodotti
    che siano public-friendly?"
  • 10:46 - 10:50
    Perché c'è bisogno di prodotti
    che non offrano servizi a individui
  • 10:50 - 10:54
    a spese del tessuto sociale
    dal quale tutti dipendiamo.
  • 10:55 - 10:56
    Ci serve ora,
  • 10:56 - 10:58
    perché scienziati politici ci dicono
  • 10:58 - 11:03
    che democrazie sane
    necessitano di luoghi pubblici sani.
  • 11:05 - 11:10
    Quindi, il movimento di design digitale
    public-friendly che Talia e io immaginiamo
  • 11:10 - 11:11
    pone questa domanda:
  • 11:11 - 11:15
    come sarebbe questa interazione
    se avvenisse in un luogo fisico?
  • 11:15 - 11:17
    E al contrario:
  • 11:17 - 11:19
    cosa possiamo imparare
    da luoghi fisici prosperi
  • 11:19 - 11:22
    su come strutturare il comportamento
    nel mondo online?
  • 11:22 - 11:25
    Ad esempio, io sono cresciuto
    in una cittadina del Maine,
  • 11:25 - 11:29
    e sono andato a questi eventi
    delle municipalità di cui sentite parlare.
  • 11:29 - 11:33
    A dispetto delle versioni romanzate,
    non sempre erano piacevoli.
  • 11:33 - 11:36
    Tipo, si creavano conflitti,
    le teste calde...
  • 11:36 - 11:38
    A volte non era facile.
  • 11:38 - 11:41
    Ma per via di come
    il luogo era strutturato,
  • 11:41 - 11:43
    riuscivamo a fare andare tutto bene.
  • 11:44 - 11:45
    Come?
  • 11:45 - 11:47
    Beh, ecco una parte importante.
  • 11:48 - 11:51
    Lo sguardo di soppiatto,
    le occhiatacce,
  • 11:51 - 11:53
    il sopracciglio alzato, la tosse...
  • 11:54 - 11:58
    Se una persona andava avanti
    troppo a lungo o si perdeva il pubblico,
  • 11:58 - 12:01
    non veniva bannata o bloccata
    o trascinata via dalla polizia,
  • 12:01 - 12:04
    ma riceveva questo leggero
    feedback negativo.
  • 12:05 - 12:07
    Che in effetti era molto potente.
  • 12:08 - 12:11
    Credo che Facebook e Twitter
    potrebbero costruirla,
  • 12:11 - 12:13
    qualcosa del genere.
  • 12:15 - 12:18
    (Risate)
  • 12:19 - 12:22
    Penso ci siano altre cose
    che i luoghi online possono imparare
  • 12:22 - 12:24
    dai luoghi offline.
  • 12:24 - 12:27
    Holly Whyte ha osservato
    che in luoghi pubblici sani,
  • 12:27 - 12:31
    spesso ci sono molti posti diversi
    che offrono diversi modi di relazionarsi.
  • 12:31 - 12:35
    Quindi il tavolo da picnic
    dove pranzi con la tua famiglia
  • 12:37 - 12:41
    potrebbe non essere adatto
    per una passeggiata romantica col partner
  • 12:41 - 12:43
    o una chiacchiera
    con un collega di lavoro.
  • 12:44 - 12:46
    Va notato che nello spazio reale,
  • 12:46 - 12:50
    da nessuna parte trovi
    grandi segnali pubblici di engagement.
  • 12:51 - 12:54
    Per cui i digital designer
    potrebbero riflettere
  • 12:54 - 12:57
    su che tipo di conversazione
    vogliamo stimolare,
  • 12:57 - 13:00
    e come progettare in modo specifico
    per questo tipo di conversazioni.
  • 13:01 - 13:05
    Ricordate il parco
    che creava fiducia sociale?
  • 13:05 - 13:09
    Non avveniva perché la gente
    aveva questi grossi dibattiti politici.
  • 13:09 - 13:11
    Tra sconosciuti
    non ci si parla neppure
  • 13:11 - 13:14
    le prime tre o quattro volte
    che ci si incontra.
  • 13:15 - 13:18
    Ma quando le persone,
    anche diverse tra loro,
  • 13:18 - 13:19
    si incontrano spesso,
  • 13:19 - 13:20
    sviluppano familiarità,
  • 13:20 - 13:23
    che crea il fondamento
    per le relazioni.
  • 13:24 - 13:27
    In realtà penso
  • 13:27 - 13:32
    che l'idea iniziale di cyberspazio
    come luogo di incontri incorporeo
  • 13:32 - 13:34
    di pure menti e pure idee
  • 13:34 - 13:36
    ci ha messo nella direzione sbagliata.
  • 13:37 - 13:40
    Forse abbiamo invece bisogno
    di trovare un modo per essere vicini,
  • 13:40 - 13:42
    perlopiù parlando tra di noi,
  • 13:42 - 13:45
    ma con lo stesso caldo sole in comune.
  • 13:46 - 13:48
    E infine:
  • 13:48 - 13:52
    luoghi pubblici sani creano
    un senso di proprietà ed equità.
  • 13:52 - 13:56
    E qui la metafora della città
    diventa complicata.
  • 13:56 - 13:57
    Perché, se Twitter è una città,
  • 13:57 - 14:00
    è una città che appartiene
    solo a poche persone
  • 14:00 - 14:03
    e ottimizzata per
    un ritorno finanziario.
  • 14:04 - 14:07
    Penso che abbiamo davvero
    bisogno di ambienti digitali
  • 14:07 - 14:10
    di cui siamo realmente proprietari,
  • 14:10 - 14:14
    ambienti che rispettino
    la diversità dell'esistenza umana
  • 14:14 - 14:17
    e che ci diano la scelta
    e voce in capitolo nel processo.
  • 14:17 - 14:19
    Credo che ne abbiamo bisogno urgente.
  • 14:19 - 14:21
    Perché al momento Facebook --
  • 14:21 - 14:24
    sembra una specie di New York anni '70.
  • 14:24 - 14:25
    (Risate)
  • 14:25 - 14:28
    I luoghi pubblici decadenti,
    spazzatura per la strada,
  • 14:28 - 14:31
    la gente si riscalda in qualche modo
  • 14:31 - 14:33
    con spazzatura incendiata.
  • 14:33 - 14:34
    (Risate)
  • 14:34 - 14:35
    E --
  • 14:36 - 14:42
    (Applausi)
  • 14:42 - 14:45
    La risposta naturale
    è rintanarsi negli appartamenti
  • 14:45 - 14:47
    o pensare di fuggire in periferia.
  • 14:48 - 14:50
    Non mi sorprende
  • 14:50 - 14:54
    che le persone stiano abbandonando
    l'idea di luoghi pubblici online
  • 14:54 - 14:57
    proprio come
    hanno abbandonato le città in passato.
  • 14:58 - 15:00
    E a volte -- sarò onesto --
  • 15:00 - 15:04
    mi pare che questo progetto
    di collegare una civiltà
  • 15:04 - 15:07
    e connettere miliardi di persone
    tra di loro
  • 15:08 - 15:09
    sia solo impossibile.
  • 15:10 - 15:13
    Ma le città moderne dimostrano
    che è possibile
  • 15:13 - 15:16
    per milioni di persone
    diverse tra loro,
  • 15:16 - 15:18
    che a volte vivono
    una sopra l'altra,
  • 15:18 - 15:20
    non solo di non ammazzarsi,
  • 15:20 - 15:23
    ma di costruire davvero insieme,
  • 15:23 - 15:24
    trovare nuove esperienze,
  • 15:24 - 15:28
    creare infrastrutture belle e importanti.
  • 15:29 - 15:33
    Non possiamo abbandonare
    quella promessa.
  • 15:34 - 15:39
    Se vogliamo risolvere
    i grossi problemi che abbiamo,
  • 15:39 - 15:41
    abbiamo bisogno
    di migliori luoghi pubblici online.
  • 15:42 - 15:44
    Abbiamo bisogno di urbanisti digitali,
  • 15:44 - 15:46
    nuove Jane Jacobs,
  • 15:46 - 15:50
    che costruiscano parchi
    e panchine nel mondo online.
  • 15:50 - 15:53
    E abbiamo bisogno
    di architetti digitali public-friendly,
  • 15:53 - 15:56
    che costruiscano ciò
    che Eric Klinenberg chiama
  • 15:56 - 16:00
    "palazzi per la gente" --
    biblioteche e musei e municipi.
  • 16:00 - 16:03
    Abbiamo bisogno
    di un movimento transnazionale,
  • 16:03 - 16:05
    dove questi spazi
    possano apprendere a vicenda,
  • 16:05 - 16:07
    proprio come le città,
  • 16:07 - 16:12
    di tutto, dall'agricoltura urbana
    all'arte pubblica al trasporto veloce.
  • 16:13 - 16:16
    L'umanità avanza
  • 16:16 - 16:22
    quando troviamo nuovi modi
    per capirci e fidarci gli uni degli altri.
  • 16:22 - 16:25
    E ne abbiamo più che mai bisogno.
  • 16:26 - 16:30
    Se le nostre nuove case
    saranno degli spazi digitali online,
  • 16:30 - 16:34
    rendiamoli confortevoli,
    bei posti dove vivere,
  • 16:34 - 16:36
    posti dove ci sentiamo non solo inclusi
  • 16:36 - 16:38
    ma che ci appartengano.
  • 16:39 - 16:40
    Posti dove ci possiamo conoscere.
  • 16:41 - 16:45
    Posti che, non soltanto visitereste,
  • 16:45 - 16:46
    ma ci portereste i vostri figli.
  • 16:47 - 16:48
    Grazie
  • 16:48 - 16:53
    (Applausi)
Title:
Quali sono i doveri dei social media nei confronti del bene comune?
Speaker:
Eli Pariser
Description:

I social media sono diventati la nostra nuova casa. È possibile costruirla meglio?
Ispirandosi a progetti di urbanisti e scienziati sociali, il tecnologo Eli Pariser mostra come i problemi che stiamo incontrando sulle piattaforme digitali non sono del tutto nuovi, e spiega come possiamo creare comunità online affidabili seguendo il modello di città prospere.

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Video Language:
English
Team:
closed TED
Project:
TEDTalks
Duration:
17:06

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