Inoltre, c'è gente che pensa, forse non di non aver niente da nascondere, però che in fin dei conti, fanno un affare piuttosto conveniente regalando tutta la propria vita a Google, Facebook, Apple poiché in cambio, ricevono quegli strepitosi prodotti: luccicanti, così comodi, ecc. Beh in questo, penso che si possa affermare che sbagliano, perché il valore di quegli aggregati di dati personali supera di gran lunga il valore che traggono da quei prodotti. Prova ne è la capitalizzazione n borsa di imprese quali Google, Facebook, o Apple. Se prendiamo la capitalizzazione in borsa di Google divisa per il numero dei suoi utenti, un utente di Google frutta ad esso circa $500 l'anno. Quindi, se qualcuno vi dicesse: "Voi date $500 l'anno a Google e Google vi dà i suoi servizi a gratis," direste: "E no! è molto troppo caro!" e preferireste pagare a Google €3 al mese o €5 o €10 all'anno, e fare quella scelata. Perciò se fossimo in un regime di transazione, verremmo inevitabilmente ingannati, perché il valore di quei profili sempre più precisi che quelle imprese tracciano di noi è immenso per altre industrie, come ad esempio il settore bancario, che sognerebbe di sapere dove siete quando, con chi, in quale paese viaggiate, quando bevete alcol o meno, per decidere come concedervi un credito. Idem per la vostra compagnia di assicurazione. Pote immaginare fino a qual punto, se tutti questi dati radunati sotto forma di profili sempre più precisi cadessero in mano a queste industrie o a poteri politici che vorrebbero adoperarli per controllarci meglio, sarebbero utili, sarebbero potenti. [Datalove] Datalove è emmerso in una piccola comunità internazionale con forte prevalenza svedese che, agli inizi, si chiamava "Telecomix". Eravamo un gruppetto, dieci o quindici, allora, e sperimentavamo gli usi sociali dell'internet. Sperimentavamo modalità sia di interazione, sia di comunicazione: una cosa molto spontanea, molto impressionante, di per sé. Eravamo impressionati dal fatto che sul loro canale IRC, il loro canale di discussione, la metà erano ragazze, cosa piuttosto rara nella comunità hacker dove di solito c'è una fortissima componente maschile. E parlando del più e del meno, è emersa questa nozione di Datalove come, in qualche modo, una specie di prolungamento di quel che è l'amore nella sfera digitale. Non cerco di definirla, perché è la stessa cosa che definire l'amore, è una cosa un po' stupida e ciascuno puòavere la sua definizione e poi, lo sappiamo bene, l'amore è qualcosa di universale, nessuno ha bisogno di essere d'accordo su una definizione, per provarlo. Per me, Datalove sono le emozioni che possono essere suscitate attraverso delle tecnologie digitali. Un esempio proprio stupido: farsi una domanda esistenziale che ci si è sempre fatti e un giorni dirsi: "Ehi, ma se andassi semplicemente a guardare su Wikipedia e là trovare la risposta, formulata in dieci modi differenti da cento persone di diverse, con una discussione sull'argomento e semplicemente trovare la soluzione E' cercare una canzone di Fela Kuti e imbattersi sull'album integrale in file BitTorrent, in formato flac o di una qualità geniale, e voilà. Morire dall'emozione di trovare un mucchio, un mucchio di file. E vedo questa cosa come una proiezione della nostra umanità attraverso il digitale e attraverso internet. E troppo spesso tendiamo a lasciare un po' tutto questo ai tecnici, o anche peggio, ai commerciali, e a dimenticare un po' che si tratta soprattutto di esseri umani che stanno dietro ai loro terminali, loro stessi interconnessi globalmente in rete e che internet è forse soprattutto la somma delle nostre umanità, prima di essere la somma dei nostri megabyte, dei nostri megabit per secondo, dei nostri gigahertz dei microprocessori. Si tratta soprattutto di esseri umani interconnessi tra. di loro Può essere che sia questo il Datalove: creare il collegamento tra la macchina universale, la rete globale e, semplicemente, gli esseri umani e le umanità che ci sono alla fine Per definizione, il Datalove è qualcosa di universale, come l'amore, che è, in effetti, il fatto di amare internet. Amiamo internet e abbaimo visto le persone scendere in strada a migliaia contro ACTA, l'Anti-Counterfeiting Trade Agreement, l'accordo commerciale anti contraffazione o in 300 città d'Europa, lo stesso giorno, centinaia di migliaia di persone che erano in strada per opporsi a un accordo commerciale, multilaterale, negoziato dalla Commissione e dal Consiglio dell'Unione Europea, facendo intervenire il diritto penale. Insomma, un merdaio incomprensibile Ma le persone erano in strada perché volevano difendere la loro internet, perché amiamo internet. E cosa ci fa amre internet? Non amiamo le macchine, non le amiamo d'amore. Le possiamo trovare piacevoli, utili, possono rinviarci una bella immagine di noi o qualcosa del genere, ma amiamo internet perché amiamo quello che c'è dall'altra parte dello schermo. E quello che c'è dall'altra parte dello schermo, non sono solo le macchine, è l'umanità intera. Internet è una finestra sul mondo, una finestra sull'umanità. E ho l'impressione che quello che amiamo è la somma di tutto quello che gli altri investono lì dentro. In effetti, quello che amiamo è l'umanità. e quindi, non credo che si tratta di una funzione di quanto tempo si spende su internet e poi ci sono persone che rimarranno per tutto il giorno, tutta la notte, connessi su una cosa che può essere World of Warcraft, o Facebook, o un gadget qualsiasi Non è davvero così Internet Dunque io penso che sia qualcosa che avviene rapidamente quando si capisce o quando comprendiamo che Internet non è solo una macchina non è semplicemnte un televisore migliore non è solo una console per videogiochi migliore ma è veramente una finestra sul mondo è dove la dimensione emozionale e a volte per qualcuno un po' mistica ha un senso e questo è ciò che chiamiamo Datalove.