Traduzione e Revisione Cristina Mantione "Thor era il Dio del Tuono e, onestamente, si comportava come tale." Loki, signore degli inganni, si contorceva a disagio nella presa ferrea di Thor. La notte precedente, mentre gli altri dèi dormivano, era andato dalla moglie di Thor Sif e le aveva tagliato i suoi meravigliosi capelli. In quel momento, gli era sembrato uno scherzo divertente, ma ora che Thor era sul punto di rompergli tutte le ossa del corpo Loki doveva trovare qualche modo per rimediare a ciò che aveva fatto. Ma chi avrebbe potuto sostituire i capelli unici di Sif, dorati come il grano estivo? I nani! – i loro fabbri leggendari potrebbero realizzare ogni cosa. Loki si precipitò nel loro regno, nelle profondità delle montagne della terra. Ancor prima che arrivasse, l'astuto Loki aveva già un piano su come convincere i nani a realizzare le sue offerte. Decise che il modo migliore era mettere due famiglie l'una contro l'altra. Visitò per primi gli abilissimi figli di Ivaldi. Gli disse che i loro rivali, una coppia di fratelli chiamati Brokk ed Eitri, aveva affermato che erano loro due i migliori artigiani nel mondo ed erano determinati a provarlo in una competizione. Ogni famiglia avrebbe dovuto realizzare tre regali per gli dèi, tra cui, per gli Ivaldi, dei capelli dorati. Poi, Loki visitò Brokk ed Eitri, e disse loro la stessa cosa, solo che ora erano i figli di Ivaldi ad aver lanciato la sfida. Ma Brokk ed Eitri non erano tipi da lasciarsi ingannare così facilmente, e accettarono di partecipare solo se Loki avesse messo in palio la propria testa. Letteralmente – se Brokk ed Eitri avessero vinto, Loki avrebbe perso la testa. Loki non ebbe altra scelta che accettare e, per salvarsi, doveva trovare un modo per assicurarsi che fossero i figli di Ivaldi a vincere. Entrambi i gruppi di nani si misero al lavoro. Eitri mise Brokk al mantice e gli disse di non fermarsi per nessun motivo, o i tesori si sarebbero rovinati. Di lì a breve, una strana mosca nera volò nella stanza. Appena una pelle di maiale fu messa nella forgia, la mosca punse la mano di Brokk ma lui non si mosse. E ancora, mentre Eitri lavorava un blocco d'oro, la mosca morse Brokk sul collo. Il nano proseguì. Alla fine, Eitri inserì un pezzo di ferro nella fornace. Stavolta, la mosca atterrò proprio sulla palpebra di Brokk e morse più forte che poté e, per solo una frazione di secondo, la mano di Brokk lasciò il mantice. Tanto bastò; il loro tesoro finale non era rimasto nel fuoco abbastanza a lungo. Loki riapparve nella sua forma normale, felicissimo del loro fallimento, e accompagnò i nani a presentare i loro tesori agli dèi. Per primi, Loki presentò i tesori dei figli di Ivaldi. I capelli dorati si legarono alla testa di Sif e continuarono a crescere, rendendola ancora più bella di prima. Poi, per Odino, il padre onnipotente, una magnifica lancia in grado di trapassare qualsiasi cosa. Infine, un piccolo pezzo di stoffa si aprì in una potente nave costruita per Freyr, dio del raccolto. Quindi fu il turno di Brokk di presentare i tesori che aveva creato con suo fratello Per Freyr avevano forgiato un cinghiale dalle setole dorate in grado di tirare il carro di Freyr attraverso il cielo più veloce di qualsiasi montatura. Per Odino, un anello d'oro, che ne avrebbe creati altri otto identici ogni nove notti. E, per Thor, un martello chiamato Mjolnir. Però, il suo manico era troppo corto e Loki sorrise per l'ovvio difetto. Ma, poi, Brokk rivelò le sue abilità: Mjolnir era indistruttibile, non mancava mai il bersaglio e sarebbe sempre tornato nella mano di Thor, quando lanciato. Nonostante il manico corto, tutti gli dèi concordarono che era il regalo migliore. Ricordando la posta in gioco, Loki provò fuggire, ma Thor lo raggiunse subito. Prima che i nani potessero avere il dovuto Loki, intelligente, sottolineò che avevano vinto la sua testa, ma non il suo collo, e quindi non avevano diritto a tagliarlo. Ammisero tutti a malincuore che aveva ragione, Ma Brokk era determinato ad avere quanto gli spettava. Prendendo il punteruolo di suo fratello, trafisse le labbra di Loki e gli cucì la bocca. Così, il dio imbroglione non avrebbe più potuto diffondere i suoi inganni malevoli. Agli dèi non sfuggì l'ironia della cosa, perché era stato l'inganno di Loki a far realizzare quei tesori preziosi e dare a Thor il martello per il quale è famoso ancora oggi. Vuoi altre storie di Thor? Guarda come se la cava contro una banda di giganti, in questo video.