Alle future generazioni di donne, voi siete le radici del cambiamento

L'attivista e autrice Gloria Steinem è un'icona del movimento femminista globale. Ha passato la sua vita sfidando gli stereotipi, rompendo le barriere sociali e lottando per l'uguaglianza. In una conversazione con la curatrice di TEDWomen Pat Mitchell, Steinem riflette sulle radici rivoluzionarie del movimento femminista, sulla necessità fondamentale di intersezionalità per combattere i pregiudizi e su come ha superato le sue paure con il sostegno degli amici. Ora esorta le future generazioni di donne a sostenersi a vicenda con solidarietà, e scoprire la libertà che si trova nell'amicizia e nella comunità.

Gloria Steinem: Eccomi, ciao!

Pat Mitchell: Ciao, ciao.

Che emozione avere questa opportunità!

Quando chiediamo alla nostra comunità TED:

"Chi vorreste ascoltare
se dovessimo parlare del futuro,

in particolare se si tratta
delle donne nel mondo?"

All'unanimità, la risposta è:
"Gloria Steinem".

So che sei troppo modesta
per accettarlo di buon grado,

così prima di andare avanti,

vorrei tornare un po' indietro,

visto che ci conosciamo da molto tempo,

e parlare di quei primi giorni
quando stavi costruendo un movimento,

sfidando gli stereotipi,

andando oltre le norme culturali.

Devi aver avuto qualche manifestazione
di “Coraggio” nella tua vita.

Quali erano le tue paure
e come le hai superate?

GS: Certamente avevo molte paure,

prima fra tutte,
quella di parlare in pubblico,

proprio come sto facendo ora.

Scegliemmo di esprimerci

in un modo che fosse
il più naturale possibile,

e divenni una scrittrice
perché non volevo parlare.

Quindi la prima cosa che dovetti superare
fu la paura di parlare in pubblico,

e poiché avevo paura di farlo da sola,

chiesi a un’amica di farlo con me,

Dorothy Pitman Hughes, e poi Flo Kennedy.

Così diventammo, un po' per caso,

una donna bianca, una donna nera,
che parlavano insieme,

il che fu molto utile nel far capire
che il movimento era per tutti.

PM: E in quei primi giorni,

quando stavi diventando
un'oratrice molto influente,

nonostante le tue paure,

stavi anche normalizzando e creando

la risposta a una parola
che divenne l'inno per molte di noi,

stavi cambiando letteralmente delle vite,

stando davanti alle folle e dicendo:

"Il femminismo è per ogni donna”.

E ora vedo, come te,
che ancora per molti versi

il concetto di femminismo
resta incompreso.

Frainteso, criticato,
a volte ridicolizzato.

Come descrivi il femminismo?

GS: Beh, è solo l'idea radicale
che gli esseri umani sono tutti uguali

e che possiamo mettere da parte
le etichette di genere, classe e razza

e iniziare a realizzare
la nostra individualità unica.

Naturalmente il femminismo
venne frainteso all'inizio,

si pensava che riguardasse
la superiorità femminile

o che fosse un movimento
solo per lesbiche,

non per tutte le donne.

Intendo dire che ci furono
un sacco di malintesi,

per non parlare degli scherni.

Ma spero sia acqua passata.

Dicevo alla gente
di prendere il dizionario

e cercare “femminismo”, molto utile.

(Ridono)

PM: Come ti sembra la nuova generazione,

la prossima generazione di giovani donne,

qual è il loro rapporto con la parola

e con il concetto
che "c'è ancora molto da fare

per raggiungere quell'uguaglianza"?

GS: Non credo che...

cioè, la parola è ancora lì,
donnaismo, liberazione delle donne,

ci sono un sacco di parole diverse,

ma penso che si tratti
soprattutto del contenuto

e che non ci si debba preoccupare
troppo della forma.

Così, il Black Lives Matter è partito
da tre giovani femministe nere.

L’hanno creato loro

e sta iniziando a cambiare
molto di ciò che va cambiato.

E pensavano semplicemente

che fosse naturale trovarsi lì
essendo tre giovani femministe nere.

PM: Agli inizi del movimento per le donne

e man mano che si andava avanti,

tra i metodi che abbiamo imparato
per parlare tra di noi

di questioni difficili
sulle quali potevamo non essere d’accordo,

c'era quello dei cerchi delle parole,
o gruppi di sensibilizzazione.

È una cosa che potremmo fare

per iniziare a ricostruire
i ponti tra di noi?

GS: Mi dispiace per l'enfasi
posta sulle divisioni,

perché siamo più uniti
di qualsiasi altro movimento della storia.

Penso quindi che dovremmo
celebrare questo fatto.

E arriva dai cerchi delle parole,
come fai notare,

che venivano chiamati
gruppi di sensibilizzazione.

Significa semplicemente
che ci si siede in cerchio,

come ci hanno insegnato
i nativi americani molto tempo fa,

e si parla a turno.

I nativi americani si passavano
un bastone della parola.

E tutti devono ascoltare
mentre ogni persona...

In questo modo, si dicono cose
che non diremmo mai

e qualcuno dall'altra parte
del cerchio dice:

”Oh, è successo anche a me”.

E si scopre ciò che è condiviso

e come ci si può aiutare a vicenda.

Non c’è niente che possa sostituire
questi cerchi delle parole.

PM: Voglio essere la prima
a offrirmi insieme a te, Gloria,

per ricominciare i cerchi delle parole
e a passare il bastone della parola.

Una cosa che sorprende sempre
le persone quando ti conoscono

è il tuo grande senso dell'umorismo.

Uno dei miei libri preferiti
tra i tanti che hai scritto,

e che tengo sul comodino,

si intitola – chiedo scusa
a chi potrebbe non gradire le parolacce –

si intitola "The Truth Will Set You Free,
But First It Will Piss You Off!"

Così vorrei sapere, ora,
quale verità ti sta rendendo libera

e quale continua a farti incazzare?

GS: Beh, in effetti,
proprio in questo momento,

la verità è il COVID,

capiamo che è un'esperienza universale

e un pericolo con cui tutti
abbiamo a che fare,

e ciò che mi fa incazzare
è che non sfruttiamo questa esperienza

in senso positivo.

Nel senso di imparare dai pericoli

così come dai risultati.

Mi fa incazzare che questa situazione
non venga sfruttata in modo positivo

per superare l'idea
delle categorie di esseri umani

o dei confini nazionali o dei paesi.

Voglio dire, siamo tutti qui
sull'astronave Terra.

(Ride)

Siamo tutti cittadini dell'astronave Terra

e il COVID lo sa,

perciò questo dovrebbe aiutarci
a imparare la lezione.

PM: Considerando la nostra realtà attuale,

abbiamo assistito a un altro evento
memorabile per le donne,

in questo paese di sicuro,

con la neoeletta
Vice Presidente Kamala Harris,

che nel suo discorso ha detto:

"Potrò essere la prima,
ma non sarò l'ultima",

e penso alle molte volte che tu,
io e altre l'abbiamo detto.

Come cambieranno le cose,

nel nostro paese e in tutto il mondo,

quando ci saranno più donne
in tutte le posizioni di leadership,

in cosa siamo diverse come leader?

GS: Beh, per prima cosa,

avremo il vantaggio di usare
l'intelligenza umana nella sua totalità

invece che solo in parte;

questa sarebbe una buona cosa.

E inoltre consentiremo a tutti i bambini

di vedere se stessi
come leader universalmente

e non solo a un piccolo gruppo.

Perché in questo momento,
quando i bambini guardano i leader,

non vedono necessariamente se stessi.

PM: Quando guardiamo te,
vediamo un leader, Gloria,

e ci sono così tante cose su cui potresti
puntare il dito con orgoglio,

anche se so che non lo fai.

Ma cos'è che ti motiva

o ti fa andare avanti per questa strada
in quei momenti di dubbio,

o nei momenti in cui le cose paiono tetre
o ci sono delle paure,

o hai mai paura,

hai mai provato questi sentimenti?

GS: Certo che ho paura, assolutamente.

Ma come dice lo slogan:

"Segui la paura e fallo comunque.

La paura è un segno di crescita”.

(Ride)

È una buona cosa, giusto?

PM: Giusto.

GS: Sono molto ispirata
dalle giovani donne,

mi sento sempre

come se dovessi solo aspettare
la nascita di qualche amica;

e vedo che questo è profondamente

un movimento globale, come è sempre stato.

In fondo, anche la risposta alla marcia
subito dopo l'insediamento

dell'attuale presidente, ovunque...

insomma, America Latina, Africa
stavano marciando insieme.

È diventato davvero un movimento globale,

in gran parte grazie alla tecnologia,

perché possiamo vederci,
come stiamo facendo ora,

e anche grazie alla diffusione
contagiosa dell'idea di libertà.

Se le donne passano
i nove mesi di gravidanza

a prendendersi cura di un bambino,

come mai gli uomini non sono tenuti

a passare almeno la metà di quel tempo

a prendersi cura del bambino? Sveglia!

(Ride)

La logica è negli occhi
del logico, giusto?

(Ride)

Così, ovunque si guardi,

c'è semplicemente una scoperta
di libertà, di buon senso, di compagnia.

PM: Tra tutte le cose della tua vita,

qual è stata la più grande fonte
d'ispirazione e di sviluppo della fiducia?

È la sorellanza globale
che hai costruito in tutto il mondo?

GS: Beh, sono state
semplicemente le altre donne.

Non sarei mai stata in grado di vincere
la paura di parlare in pubblico,

come abbiamo detto all'inizio,

se non fosse stato
per la mia coraggiosa amica

Dorothy Pitman Hughes,

e per il fatto di aver parlato insieme.

Quindi, è imparare gli uni dagli altri,

e ricordarsi di chiedere, in realtà,

perché l'aiuto è lì,

l'ispirazione è lì,

il senso di comunità è lì,

e spero che la tecnologia
possa aiutarci in questo senso,

specialmente per le donne,
questo è importante,

perché così possiamo
comunicare in sicurezza.

Ma sono dispiaciuta e preoccupata
per l'emergenza da COVID,

perché abbiamo anche bisogno
di stare insieme con tutti i cinque sensi

per entrare davvero in empatia.

Quindi non vedo l'ora

che tu ed io possiamo trovarci
di nuovo nella stessa stanza.

PM: Noi due siamo state
molte volte nella stessa stanza,

e anche senza stare nella stessa stanza
con le donne di tutto il mondo,

le hai ispirate, Gloria.

E per vedere tutta la storia completa,

beh, almeno parte della storia completa,

è stato realizzato un film
sulla vita di Gloria.

Si intitola "The Glorias" e si basa
sul suo libro "My Life on the Road",

che è sicuramente il modo
in cui hai trascorso la tua vita.

È disponibile in streaming
su Amazon Prime

e lo consiglio vivamente.

Gloria, grazie per il tuo lavoro,

per la tua vita,

per il modo in cui hai guidato
tutti noi senza paura.

Un ultimo e ulteriore passo per andare
sempre più avanti, da parte tua?

Quale consiglio o raccomandazione ci dai?

GS: Ah.

Fallo e basta.

(Ride)

Io penso che in un certo senso
aspettiamo le istruzioni da lassù,

o ci preoccupiamo o qualcosa del genere.

Se semplicemente la mattina
ci alzassimo e dicessimo:

"OK, farò questa cosa,

e mi metterò in contatto
con altre tre o quattro persone”,

e pensassimo al cambiamento
come a un albero,

che non cresce dall'alto verso il basso,

non dovremmo aspettare
che qualcuno ci dica cosa fare.

La cosa cresce dal basso verso l'alto,

e noi siamo le radici del cambiamento.

PM: Sosteniamo le radici del tuo lavoro,
Gloria, con gratitudine.

Grazie mille per esserti unita a noi
per il TEDWomen 2020.

GS: Grazie per aver riunito le donne,

una cosa magica.

Grazie.