Rashid rondinella di mare 1/3

Prima parte - di tre - dello Spettacolo

"Rashid rondinella di mare"

(Rashìd rondinella di mare - Teatrino Delles)

(di Vittorio Zanella Rita Pasqualini)

(Presenta)

("Rashid, Rondinella di Mare")

[musica]

Salve, bambini!

Vi farò assistere ad una storia incredibile,

accaduta tanto tempo fa,

quando i vostri bisnonni avevano la vostra età.

È una storia vera che narra di Rashid il tunisino,

un bambino di otto anni.

Viveva con la sua famiglia vicino al porto di Tunisi

e appena aveva un momento di libertà,

correva sul molo più vicino

a guardare la partenza dei pescherecci

o il ritorno di quelli che riportavano
il loro carico di pesci variopinti.

Quando poi, sulle banchine principali,

attraccavano veri e propri bastimenti da carico,

in un baleno si spostava la notizia
da bambino a bambino

e accorrevano tutti là, felici e scalzi ad ammirare la loro grande mole

e ad assistere curiosi al caricamento delle merci.

Una mattina, si sentì dire che era tornata in porto

la nave da carico più bella
e più grossa di tutte:

la Poseidon, che issava la bandiera greca.

E proprio quel giorno,
neanche a farlo a posta,

il padre di Rashid lo aveva portato
con sé in campagna,

alla raccolta dei datteri.

Al tramonto, quand'era finalmente libero,
anche se stanchissimo,

corse al porto a vedere la Poseidon.

(musica)

Sul molo, a quell'ora,
non era rimasto nessuno.

Anche il ponte della nave
sembrava deserto,

almeno nei pressi del pontile di legno,
che era stato calato a terra.

Era un invito a salire.

Rashid non aveva mai curiosato su un'imbarcazione così grande.

Era appena salito quando all'improvviso

un marinaio che attraversava il ponte
lo costrinse a nascondersi.

Ed era ancora lì nascosto

quando arrivò la voce lontana del muezzin
che invitava alla preghiera.

"Allah U Akhbar, Allah U Akhbar, Allah"

Da bravo figliolo, come tante volte
aveva visto fare a Papà e a Mamma,

si rivolse verso la Mecca e rivolse
la sua preghiera ad Allah.

Ma la grande stanchezza del suo corpo
e un sonno improvviso

non lo lasciarono finire la preghiera,
e cadde profondamente addormentato.

[rumore del mare]

[musica]

Gli sembrava che fosse passato
qualche minuto,

quando due cose lo svegliarono:

una era il sole accecante,
alto nel cielo;

l'altra era la mia voce tonante
che gridava:

- Corpo di mille balene!

O i miei occhi mi ingannano, o - oh!

- o questa volta abbiamo un bartino a bombo

Rrr - un badino a bordo

- Uffa! e quando mi emoziono,
m'impapà - m'impapì

- m'impapino sempre con le parole.

Un bambino a rombo - eh, no, eh -
un bambino a bordo - ecco: l'ho detto.

Ma come abbiamo fatto a imbarcare
un bambino,

per tutti i merluzzi dell'oceano!

Al nostromo Papayannis, per gli amici Papos,

una cosa così non era mai accaduta.

In fondo, sono una pasta d'uomo,
ma quando mi arrabbio!...

Ehi tu moccioso, chi sei?

Non mi fate del male, signor padrone!

io... io sono Rashid, un bravo bambino.

Per curiosità, solo per curiosità

sono salito sulla nave da qualche minuto.

Qualche minuto?

Allora, tanto per cominciare, non sono
il padrone ma il nostromo.

E tu puoi darmi del tu
come gli altri marinai.

E poi, siamo in navigazione da undici ore

e tu devi aver dormito un bel po',
figliolo.

La prego, la prego: torniamo indietro,
voglio tornare a casa mia.

Mio papà e i miei fratelli mi cercheranno
per tutta Tunisi.

E la mamma, povera donna, avrà passato
la notte a piangere e a pregare Allah!

Impossibile! Ormai siamo
a cento miglia da Tunisi!

Durante la navigazione,
non si può tornare indietro.

Devi essere meno curioso, non sai
che la curiosità fece morire il gatto?

Ma io non sono un gatto!

Certo! e nemmeno dico che tu devi morire,

ma tu resterai semplicemente
qui con noi sulla nave,

fino al prossimo sbarco nel porto di Barcellona, in Spagna.

Barcellona!? Spagna!?
Ma è vicino a casa mia?

No, povero figlio! È lontanissimo,
dall'altra parte del Mediterraneo.

La sai una cosa?

Non ti conviene scendere a Barcellona:

da lì, non te la caveresti
a tornare a casa da solo.

Se invece puoi aspettare tre settimane,

fra ventun giorni esatti sbarcheremo
di nuovo a Tunisi

e ti consegnerò personalmente
ai tuoi genitori.

Intanto potrai mangiare e dormire con noi.

Aiuterai a bordo come un mozzo
e ti guadagerai il tuo cibo. È giusto?

Giusto! Ma perché andate
dall'altra parte del mare - a Barcellona?

Figliolo, siamo o no una nave da carico?

La nostra attività
è il trasporto di merce

da una sponda all'altra del Mediterraneo.

Per farti capire meglio,
questa volta siamo partiti da Tunisi

con la stiva carica di tappeti,
oggetti di ramo sbalzato e datteri secchi.

E li portate a Barcellona.

Bravo, vedo che hai capito.

A Barcellona poi, carichiamo cordame,
coltelli, nocciole,

oppure limoni, secondo la stagione.

E queste cose, le portate a Tunisi?

Vai di fretta!

Queste cose, le sbarchiamo
nel grande porto di Marsiglia in Francia,

dove caricheremo tele,
reti da pesca e sapone.

E le portate?

A Napoli, in Italia, dove caricheremo
ceramiche, legno e zolfo,

che trasporteremo fino in Grecia,
la mia amata patria,

dove scambieremo il carico
con olive, lana e damigiane d'olio.

E finalmente tutto questo si trasporta
a casa tua, in Tunisia!

Questo almeno è il giro solito.

A volte cambiamo l'ordine dei porti
o tocchiamo le coste jugoslave

per caricare il carbone dell'Austria-
Ungheria e cristallo di Boemia,

oppure andiamo in Turchia, dove
carichiamo tabacchi pregiati e cemento.

Per fortuna, a parlare ci capiamo un po'
tutti perché parliamo la lingua franca,

in uso fra la gente di mare del Mediterraneo.

Per questo, a bordo, riuscirai a capirti
con tutti i miei marinai:

spagnoli o egiziani che siano.

Meno male!

Già ho tanta paura a trovarmi qui da solo,
tra uomini che non conosco.

Prima, credevo che tu mi avresti picchiato.

Ma no! Solo perché ti sei addormentato sulla mia nave?

Ora ti affido al marinaio
più giovane che c'è:

il mozzo, che viene dalla città di Napoli.

Diventerete amici.

Gennarino! O Gennarino!
Ma dove si sarà cacciato?

Lo vado a cercare.

Mamma mia! Che uomo severo!
Speriamo bene.

Uè! Onde sta sto nostruomo 'e mi cercava?

I son da cà, son da cà.

E chisto guaglioni chi è?
Chi è questo bimbo?

Sono un bimbo di Tunisi e per sbaglio
mi sono addormentato sulla nave.

Adesso navigherò con voi per tre settimane.

- Tieni fame? E mangia!

- Mmmmmm che buono! Mmmmmmm!

È da ieri a mezzogiorno che non mangiavo.

Mmmmmmm! Ma che cos'è?

Come, che cos'è? Non conosci il pane?

Da noi, il pane è sottile-sottile,
come una foglia.

Ma anche il tuo è molto buono.

Eh, ma lo prepara come tutto il resto
che si mangia il nostro cuoco di bordo,

Alonzo, che è pure cambusiere
e viene dalla Spagna.

- Cosa vuol dire, cambusiere?

Eh! È la persone che sulla nave
si occupa della cambusa,

cioè del mangiare e del bere.

Alonzo! Alonzo! Te lo voglio presentare.

Alonzo! Ma in questa nave
non si trova mai nisciuna!

Meno male che a bordo c'è questo giovane
che mi sembra molto simpatico.

Santiago de Compostella!
Che cosa ci fa un niño sopra la nave?

- Mmmm! Buono!

- Vedo che te gusta el pane de Alonzo,
ha ha.

Sarà la fame ma mi sembra
il più buono del mondo.

- Carramba! Tu devi essere molto intelligente
se hai già capito

che la cucina di Alonzo, come cucina
di bordo, è la migliore del mondo!

Mi estai simpatico, e così te regalo
questo pezzetto di carne secca

che era la mia colazione.
Ma non dirlo agli altri marinai!

Che cos'è? Non sarà carne di maiale?

La mia religione mi proibisce
di mangiare maiale.

Ah ah ah! Tranquillo, tranquillo, chiquito:

è bue affumicato che si mangia sulle navi.

Poi ti farò conoscere anche la ciocolata.

Però nascondi tutto perché sta arrivando
Broccolo e tiene sempre fame!

Chi è Broccolo?

È un marinero tontorón. un marinaio
un po' estupido che parla a modo suo.

Il suo incarico speciale è lavare
i ponti della nave.

Prova a fargli qualche domanda,
vedrai che non è molto sveglio.

E ora devo andare a preparare
il pranzo! Te saluto!

Ciao Alonzo! E grazie per le cose buone
che mi hai fatto assaggiare!

Fatto ponte - io pulizia -

io tutto lavare con acqua, spazzolone,
secchio pulito, acqua: pulito, io.

Io voglio fare la cura dimagrante
alle balene.

Vuoi fare dimagrire le balene? E perché?

Molto intelligente, io!
Broccolo non stupido io.

Balene troppo grosse, allora io non posso
pescare con la canna.

Però se loro non mangia un mese,
cento mesi, quattro mesi,

balena diventa sottili come anguilli
e io pesco con mia canna. [risate]

Bravo! Bravo Broccolo!

Ho sentito che coi mesi però,
hai fatto un po' di confusione.

Te la cavi bene coi numeri?
Quanto fa tre più tre?

Trentatre [risate]

Quanto fa cinque più cinque?

Ehm! cinquantacinque! [risate]

E nuove più zero?

Oh! novanta! Beh, ora vado a fare
scuola di canto alle sardine.

Perché? Tu insegni a cantare
alle sardine?

Sì. Quando io lavo ponte,
canto canzoni forte-forte,

così sardine imparano canzone.

E dopo, quando pesco con la canna,
è troppo tempo,

io non piglio niente, mi annoio.

Allora sardine mi cantano bella canzone
e io Broccolo felice.

Ciao ciao! [risate]

[rumore del mare]

Gennarino mi ha detto chi sei e
cosa fai sulla nave.

Se sei un bravo ragazzo e ti piace imparare,

quando sbarcherai dalla Poseidon,
saprai molte più cose di prima.

Se avrai fame potrai rivolgerti
al cuoco Alonzo.

Quando ti sentirai troppo solo,
cercherai la compagnia di Gennarino.

Ma se invece verrai da me,
il marinaio turco Mustafà,

io ti insegnerò tutti i nodi alla marinara,
e i nomi delle vele,

e come riconoscere i venti.

Ti insegnerò anche come si pesca durante
la navigazione, così non ti annoierai.

Però, che brutta tempesta
sta arrivando su di noi!

Il vento è cambiato improvvisamente
e il mare sta ingrossando.

Tra un po, la nave ballerà di brutto,

ma tu non devi avere paura
quando la nave balla troppo.

Tu cammina tenendoti stretto ai parapetti
e pian piano, va sotto coperta.

Sotto la coperta di lana?

No! Dicevo all'interno della nave,
dove sarai al sicuro.

Caspita: la situazione
si sta facendo seria:

meglio che ammaini subito la vela maestra.

[rumori di tempesta]

Ma il nostromo, dov'è? Nostromo! Nostromo!

Sono qui! Sono qui! Ehi Mustafà!
Stiamo per ricevere un grosso....

Corri dal timoniere e digli di mettersi
il più che può sottovento!

Gennarino! Gennarino! Tu, Broccolo
e il cuoco, allentate i fiocchi!

Agli ordini, nostromo!

Nostromo, vieni.

Timoniere non riesce a manovrare,
c'è pericolo che imbarchiamo acqua,

la nave pende pericolosamente
a tribordo e il mare ingrossa ancora.

Ci possiamo capovolgere, allora addio!

Pensare che ormai si cominciava
a intravedere la costa spagnola.

Vieni, Mustafà! Andiamo a dare
una mano ai giovani per la manovra!

[rumori di mare]

Povero me! Come si balla là sotto!

Mi gira la testa e sento
che sto per vomitare.

No, no, no, bello mio!
Al mal di mare proprio non ce devi pensà.

Pensa a qualcos'altro.

Aiuto! Aiuto! come si balla!

Sant'Antonio! San Giacomo:
non ci fate andare a fondo!

Gesù bambino nella calla,
facci stare sempre a galla.

Ma, ma che fiffa! Tra un po' sento
che mi faccio la pipì adosso!

Rashì, smettila di pensare a vomitare.
Prega invece alla Madonna di Pompei!

Ma io non la conosco!

Quando sono in pericolo,
prego sempre Allah, e lui ti aiuta.

Pure tu Allah! Allora sei come lo turco,
Mustafà?

Beh, prega anche il tuo. L'importante è
che prega qualcheduno.

San Gennaro, che siete bravo,
proteggete la nave,

altrimenti qua si finisce tutti quanti
a fare pluplù insieme ai calamari!

San Gennaro, voi che siete più bravo 'e tutti quanti,

aiutatemi, San Gennà,
non me facite perdente, San Gennà!

Che io devo tornare a casa, a rivedere
Carminella mia, la fidanzata.

Vi prometto che non dico più bugie

e non rubo più i mandarini al cuoco.

San Gennaro! Ce siamo capiti, San Gennà?

Vieni a scì, torniamo in coperta.

Allah misericordioso,
facci tornare alle nostre famiglie!

Perché? Fa così, bravo, tu prega Allah

e digli che lo prego pure io
se me fa tornare da Carminella!

Ho! Pare che ce l'abbiamo fatta, eh?

Stiamo per entrare sani e salvi
nel porto di Barcellona!

[musica]

Com'è grande la tua città, Alonzo!

Bella, vero?
Che cosa di piace di più in Barcelona?

Tutto! Le case fino a quattro piani

e le strade larghissime
che non fanno la polvere!

Le strade, qui, se chiamano "ramblas".
E guarda là in fondo:

quella chiesa in costruzione è
la Sagrada Familia, costruita da Gaudì.

E le donne di Barcelona,
come ti sembran, eh?

Ho visto che non portano il velo sopra
il viso come le nostre mamme,

ma solo quella veletta nera sui capelli.

È la mantilla de pizo,
tenuta ferma dal grande pettine.

E che altro ti ha colpito?

I torroncini di mandorle sulle bancarelle!
Mmmmm! Così buoni,

e i bastonini di zucchero!

Mi ha colpito anche quella folla di gente
che veniva fuori da quel muro rotondo.

Carramba! Tu dici dalla Piazza de Toros,
dall'arena.

Era il pubblico che usciva
dallo spettacolo della corrida.

E poi? Cos'hai notato ancora?

Le carrozze tirate dai cavalli e
quelle fontane enormi

dove l'acqua non si ferma mai. Però...

Perché sei diventato triste?

Penso ai miei fratellini che non possono
vedere queste cose.

Penso a Mamma e Papà che a quest'ora
mi crederanno disperso

e piangeranno per me.

- Su, su, bimbo mio!

Io no che non potrò più rivedere
i genitori, perché non ci sono più.

Ma tu li rivedrai presto,
e allora sarà una grande gioia.

E adesso torniamo a bordo,
a fare la nanna.

Dopodomani, saremo
nel grande porto di Marsiglia.

Potrai comprarti qualcosa di bello con le monete francesi che ti ho regalato.

Si parte! Tutti a bordo! Rashìd! Mustafà!
Presto! Marsiglia ci aspetta!

(continua)

(Regia di Riccardo Rivarola)