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Per uno Stato senza prigioni ! Gherardo Colombo | TEDxLakeComo

  • 0:10 - 0:11
    Buongiorno.
  • 0:11 - 0:16
    Questi 18 minuti, per riuscire a parlare
    di uno Stato senza prigioni
  • 0:16 - 0:18
    sono veramente pochi.
  • 0:18 - 0:23
    Mi sento quasi, un po',
    imprigionato nel tempo,
  • 0:23 - 0:28
    perché è un tema che richiederebbe
    una riflessione profonda
  • 0:28 - 0:31
    e soprattutto molto, molto,
    molto prolungata.
  • 0:32 - 0:34
    Io credo che si debba partire, comunque,
  • 0:34 - 0:38
    dal cercare a riuscire
    a dare un senso, un significato,
  • 0:38 - 0:42
    a identificare bene questa parola,
    che cos'è un carcere.
  • 0:42 - 0:43
    Che cos'è un carcere?
  • 0:44 - 0:49
    Perché se vogliamo riflettere
    un po' sulla possibilità
  • 0:49 - 0:54
    di vedere una comunità
    nella quale non esiste un carcere
  • 0:54 - 0:57
    per prima cosa dobbiamo riuscire
    a capire bene che cos'è un carcere.
  • 0:59 - 1:02
    Già la parola stessa,
    che deriva dal latino,
  • 1:02 - 1:04
    dà l'idea delle sbarre.
  • 1:05 - 1:08
    Il carcere, quindi, è caratterizzato,
    in primo luogo, dalle sbarre.
  • 1:09 - 1:14
    In Italia, in carcere,
    le persone stanno chiuse in celle
  • 1:14 - 1:20
    che hanno mediamente la dimensione
    di un po' meno di 12 metri quadri.
  • 1:21 - 1:25
    Non uno soltanto in 12 metri quadri,
    ma più persone in 12 metri quadri.
  • 1:26 - 1:31
    In periodi di crisi,
    cioè quando c'è sovraffollamento,
  • 1:31 - 1:35
    le persone sono, magari, sei, sette, otto,
  • 1:35 - 1:38
    in meno di 12 metri quadri
  • 1:39 - 1:43
    nei quali esistono
    anche le brandine a castello
  • 1:43 - 1:48
    e tutto quello che può servire
    alle persone che ci abitano,
  • 1:48 - 1:53
    compreso una specie di bugigattolo
    in cui c'è o una turca o un water
  • 1:53 - 1:57
    e un lavandino, nel quale
    si fa anche da mangiare.
  • 1:58 - 2:02
    Le persone, in questo carcere,
    stanno normalmente -
  • 2:02 - 2:07
    ci sono delle eccezioni, ma sono rare -
    per 22 ore al giorno.
  • 2:08 - 2:10
    Se togliamo le ore d'aria,
  • 2:10 - 2:14
    per tutto il resto [del tempo]
    stanno nella cella chiusa a chiave,
  • 2:15 - 2:18
    insieme ad altre tre, quattro,
    cinque, sei persone.
  • 2:19 - 2:23
    E chi sta dentro a queste celle
    può vedere i propri familiari
  • 2:23 - 2:28
    soltanto per complessive sei ore al mese.
  • 2:30 - 2:32
    Questo è il carcere in Italia.
  • 2:34 - 2:37
    Gabbie, persone chiuse,
  • 2:37 - 2:41
    per un tempo così definito,
    nelle condizioni che vi dicevo.
  • 2:41 - 2:46
    Ecco, allora, se questo è un carcere,
    beh, esistono delle condizioni
  • 2:46 - 2:52
    in cui una persona può subire
    una limitazione della libertà personale
  • 2:52 - 2:54
    in modo completamente diverso.
  • 2:56 - 2:59
    Adesso forse non ci sono quasi più,
  • 2:59 - 3:04
    ma quando andavo io alle medie, al liceo -
    io per fortuna mia non ci sono mai stato -
  • 3:04 - 3:06
    c'erano i collegi,
  • 3:06 - 3:08
    e i ragazzi che vivevano in un collegio
  • 3:09 - 3:11
    potevano circolare
    soltanto nell'ambito del collegio.
  • 3:11 - 3:14
    Poi tornavano, magari, a casa
    il sabato e la domenica,
  • 3:14 - 3:19
    però durante la settimana
    erano anche loro limitati
  • 3:19 - 3:23
    nella possibilità di muoversi
    oltre una determinata struttura.
  • 3:25 - 3:28
    Il collegio non è un carcere,
    per intenderci.
  • 3:28 - 3:34
    Allora quando io mi riferisco,
    immagino uno stato senza carcere
  • 3:34 - 3:38
    non escludo che possa esistere
    la possibilità di tenere delle persone -
  • 3:38 - 3:41
    quando le persone sono pericolose,
  • 3:41 - 3:45
    ed esclusivamente quando
    le persone sono pericolose -
  • 3:45 - 3:47
    in un posto in cui hanno dei confini.
  • 3:50 - 3:55
    Ma questo non è più un carcere
    nel momento in cui questa situazione
  • 3:55 - 3:59
    non è una situazione
    nella quale le persone
  • 3:59 - 4:04
    vivono in una limitazione
    come quella che vi dicevo prima.
  • 4:05 - 4:08
    Non è un carcere quando le persone
    possono, per esempio,
  • 4:08 - 4:12
    liberamente muoversi
    nell'ambito di quella struttura,
  • 4:13 - 4:14
    uscendo dalla cella,
  • 4:14 - 4:17
    uscendo dalla camera,
    perché non è più una cella,
  • 4:18 - 4:23
    e potendo passeggiare
    in quell'ambito e così via.
  • 4:24 - 4:28
    Nel carcere, normalmente non si lavora.
  • 4:29 - 4:36
    Credo che sia l'87%, più o meno,
    dei detenuti che in Italia non lavorano:
  • 4:38 - 4:41
    passano, infatti, la grandissima
    parte della giornata
  • 4:41 - 4:44
    chiusi nelle loro celle, 22 ore al giorno.
  • 4:46 - 4:49
    A che cosa serve il carcere?
  • 4:49 - 4:52
    A che cosa dovrebbe servire,
    il carcere, per tutti noi?
  • 4:53 - 4:57
    Io credo che il collegamento
    primo, immediato, diretto
  • 4:57 - 4:59
    sia con la sicurezza.
  • 5:00 - 5:03
    Il carcere serve a dare sicurezza
    alle persone che sono fuori.
  • 5:04 - 5:06
    Perché serve a dare sicurezza?
  • 5:06 - 5:08
    Non perché le persone
  • 5:08 - 5:11
    che hanno commesso qualche cosa
    di dannoso nei confronti degli altri,
  • 5:11 - 5:16
    che hanno commesso un reato, un crimine,
    ci restano per tutta la vita.
  • 5:17 - 5:20
    Perché sarebbe assurdo
    anche soltanto pensare
  • 5:20 - 5:23
    che chi ha commesso un reato,
    un furto, per esempio,
  • 5:23 - 5:26
    debba passare tutta la vita in carcere.
  • 5:27 - 5:30
    Sarebbe addirittura criminogeno questo,
  • 5:30 - 5:33
    perché se tutte le persone
    che hanno commesso un reato
  • 5:33 - 5:35
    dovessero passare la loro vita in carcere,
  • 5:35 - 5:40
    allora non ci sarebbero differenze:
    il furto equivarrebbe all'omicidio.
  • 5:41 - 5:45
    In carcere ci si sta
    per un tempo limitato, generalmente.
  • 5:45 - 5:49
    Purtroppo, in Italia, io dico purtroppo,
    esiste ancora l'ergastolo;
  • 5:49 - 5:53
    [ma] salvo i casi di ergastolo,
    ci si sta per un tempo limitato.
  • 5:53 - 5:56
    Per quel tempo limitato
    la sicurezza è garantita,
  • 5:56 - 5:58
    nei confronti di quella singola persona,
  • 5:58 - 6:03
    dal fatto che questa persona è esclusa
    dai rapporti con tutte le altre persone.
  • 6:04 - 6:07
    Però questo vale per un tempo limitato.
  • 6:07 - 6:10
    La sicurezza dipende,
    si dice, da che cosa?
  • 6:10 - 6:16
    Dalla capacità di deterrenza
    che il carcere svolge
  • 6:16 - 6:19
    nei confronti della persona
    che viene incarcerata
  • 6:19 - 6:21
    e di tutti gli altri, che vedono
  • 6:21 - 6:25
    che se qualcuno commette un reato
    viene messo in prigione.
  • 6:26 - 6:33
    Ecco, io credo che questa sia
    una convinzione completamente sbagliata.
  • 6:34 - 6:37
    In effetti, il carcere non serve
  • 6:37 - 6:41
    a svolgere una attività di deterrenza
  • 6:41 - 6:46
    e quindi a prevenire
    comportamenti devianti,
  • 6:46 - 6:48
    comportamenti che possono
    danneggiare gli altri.
  • 6:49 - 6:50
    Perché ve lo dico?
  • 6:50 - 6:53
    Perché ci sono i numeri
    a testimoniarlo, a dimostrarlo.
  • 6:54 - 6:57
    Il 69% delle persone
    che escono oggi dal carcere
  • 6:57 - 6:58
    commettono nuovi reati.
  • 6:59 - 7:03
    Vuol dire che lo strumento
    è uno strumento che non va bene,
  • 7:03 - 7:06
    che non serve ad aumentare
    la nostra sicurezza.
  • 7:08 - 7:10
    Pensate, ci sono degli strumenti diversi
  • 7:10 - 7:15
    che invece garantiscono
    in misura notevolmente maggiore.
  • 7:16 - 7:18
    Però lasciamo perdere per il momento:
  • 7:18 - 7:20
    ci arriveremo forse,
  • 7:22 - 7:25
    perché io ho davanti un cronometro,
    voi non lo vedete.
  • 7:25 - 7:31
    Mancano dieci minuti
    e 39, 38, 37, 36 secondi.
  • 7:32 - 7:37
    Vediamo se riusciremo ad arrivarci,
    e seguiamo il filo.
  • 7:37 - 7:41
    Il 69% delle persone che esce dal carcere
    commette nuovi reati.
  • 7:42 - 7:49
    Il che vuol dire che, evidentemente,
    il carcere non ha un'efficacia deterrente,
  • 7:49 - 7:52
    nemmeno nei confronti
    delle persone che ci sono state.
  • 7:53 - 7:55
    Figurarsi nei confronti degli altri,
  • 7:55 - 7:57
    che non hanno nemmeno provato
  • 7:57 - 8:00
    questa incredibile privazione
    della libertà personale.
  • 8:00 - 8:04
    La quale, così "en passant",
    potremmo chiederci:
  • 8:04 - 8:06
    è in coerenza con la nostra Costituzione?
  • 8:07 - 8:10
    Quello che vi ho descritto
    prima del carcere
  • 8:10 - 8:13
    è in coerenza con l'art. 27
    della Costituzione,
  • 8:13 - 8:17
    che dice che "la pena deve tendere
    alla rieducazione del condannato,
  • 8:17 - 8:22
    e non può consistere in trattamenti
    contrari al senso di umanità"?
  • 8:26 - 8:28
    Io vi pregherei di provare a immaginarvi -
  • 8:28 - 8:32
    ciascuno di noi si immagini,
    per conto suo,
  • 8:32 - 8:37
    di rimanere, giustamente
    o ingiustamente non importa,
  • 8:38 - 8:43
    provare a immaginarsi
    che cosa si sentirebbe
  • 8:44 - 8:48
    se si fosse messi in quella condizione.
  • 8:48 - 8:50
    Ma non per tanto, facciamo sei mesi.
  • 8:51 - 8:56
    Ciascuno di noi provi a sentire,
    simulando ovviamente,
  • 8:56 - 8:59
    le proprie sensazioni
    dopo aver passato sei mesi,
  • 9:01 - 9:03
    insieme ad altre quattro,
    cinque, sei persone
  • 9:03 - 9:08
    in 12 metri quadri,
    con il bugigattolo di fianco,
  • 9:08 - 9:10
    potendo incontrare, vedere
  • 9:10 - 9:15
    per sei ore al mese tutti i suoi parenti.
  • 9:15 - 9:19
    Uscirebbe riconciliato
    con il resto della società,
  • 9:20 - 9:22
    o non gli verrebbe voglia
    di fargliela pagare?
  • 9:24 - 9:27
    Il carcere è un luogo di riconciliazione,
  • 9:28 - 9:32
    o è un luogo nel quale si coltiva
  • 9:32 - 9:35
    questo desiderio di rivincita,
  • 9:36 - 9:41
    questa sensazione di essere stati oppressi
  • 9:42 - 9:47
    e di voler riprendersi
    danneggiando gli altri?
  • 9:49 - 9:54
    Allora, fatta questa premessa,
    ma è possibile qualche cosa di diverso?
  • 9:54 - 9:56
    Qualche cosa di diverso esiste.
  • 9:57 - 9:59
    Ci sono dei paesi,
    per esempio la Norvegia,
  • 9:59 - 10:01
    in cui ci sono delle carceri
  • 10:03 - 10:07
    che secondo il nostro metro
    non dovrebbero neanche chiamarsi carceri.
  • 10:08 - 10:13
    Perché si trattano di appartamenti,
  • 10:15 - 10:18
    nei quali le persone
    possono entrare e uscire,
  • 10:20 - 10:26
    avendo soltanto il limite
    del perimetro di quel luogo,
  • 10:26 - 10:30
    in cui stanno come starebbero
    dei ragazzi che studiano in un collegio.
  • 10:31 - 10:33
    Ci sono, delle cose simili.
  • 10:34 - 10:38
    E chi è posto in quelle condizioni,
  • 10:38 - 10:43
    beh, non passa sdraiato
    sul proprio letto la giornata:
  • 10:43 - 10:45
    no, o studia o lavora.
  • 10:47 - 10:53
    E cioè svolge un'attività
    che è tesa al reinserimento della persona.
  • 10:54 - 11:00
    Io credo che il maggior problema
    che riguarda chi si trova in carcere
  • 11:00 - 11:07
    sia proprio quello relativo
    alla capacità di assumersi responsabilità,
  • 11:07 - 11:12
    e cioè di rispondere agli altri,
    che vuol dire di stare insieme agli altri,
  • 11:13 - 11:16
    di rispettare le regole che ci siamo dati,
  • 11:17 - 11:22
    col contributo più o meno incisivo
    di ciascuno di noi,
  • 11:23 - 11:28
    per vivere insieme
    nel modo più dignitoso possibile.
  • 11:29 - 11:35
    Ma voi pensate
    che una necessità del genere,
  • 11:35 - 11:38
    l'acquisizione della responsabilità,
  • 11:38 - 11:40
    possa essere soddisfatta
  • 11:41 - 11:44
    attraverso un regime
  • 11:44 - 11:48
    che impedisce il lavoro
    e rende difficile lo studio?
  • 11:50 - 11:53
    E non c'è soltanto quello che vi dicevo.
  • 11:53 - 11:59
    Non esistono soltanto queste strutture:
  • 11:59 - 12:03
    esistono anche dei sistemi, dei mezzi
  • 12:04 - 12:08
    che in Italia sono, chi lo sa perché,
    assolutamente sconosciuti.
  • 12:08 - 12:11
    Uno di questi è costituito
    dalla giustizia riparativa,
  • 12:13 - 12:16
    e noi non sappiamo neanche
    che cosa voglia dire la parola,
  • 12:16 - 12:20
    nonostante che in Europa
    non soltanto se ne parli,
  • 12:21 - 12:25
    ma se ne pratichi
    da una sessantina d'anni:
  • 12:25 - 12:29
    se mi ricordo bene, risale al 1964
  • 12:29 - 12:35
    l'inizio di questa sperimentazione
    che poi è diventata normativa.
  • 12:36 - 12:39
    In Belgio, in Germania, in Austria:
  • 12:40 - 12:43
    ma non soltanto in Europa,
    un po' in tutte le parti del mondo,
  • 12:43 - 12:46
    negli Stati Uniti, in Canada,
    in Nuova Zelanda, in Australia.
  • 12:48 - 12:49
    Che cosa si fa?
  • 12:50 - 12:54
    In primo luogo,
    si tiene conto delle vittime.
  • 12:55 - 13:00
    Vedete, il nostro sistema
    la vittima la disconosce completamente,
  • 13:00 - 13:01
    è come se la vittima non esistesse.
  • 13:01 - 13:05
    Addirittura, per poter ottenere
    il risarcimento del danno
  • 13:05 - 13:11
    la vittima deve prendersi un avvocato,
    costituirsi in giudizio, partecipare;
  • 13:11 - 13:14
    se non prende lei l'iniziativa,
  • 13:14 - 13:18
    la vittima io credo che sia,
    in qualche modo,
  • 13:19 - 13:22
    un pochino danneggiata dal sistema.
  • 13:23 - 13:30
    Pensate cosa succede a una ragazza
    che abbia subito una violenza,
  • 13:33 - 13:35
    che deve andare a fare la denuncia
  • 13:35 - 13:38
    e raccontare tutto,
    nei minimi particolari,
  • 13:38 - 13:40
    ai Carabinieri o alla Polizia.
  • 13:40 - 13:43
    E poi viene richiamata
    dal Pubblico Ministero
  • 13:43 - 13:47
    e deve rivivere il dolore
    di quello che ha subito un'altra volta.
  • 13:47 - 13:49
    E poi davanti al Giudice,
  • 13:49 - 13:53
    in contraddittorio con il difensore
    di chi l'ha aggredita,
  • 13:53 - 13:54
    che farà di tutto per screditarla.
  • 13:56 - 13:59
    È questo quello che riserva
    alla vittima il nostro sistema;
  • 14:01 - 14:05
    ma riserva qualche cosa
    di molto meno drammatico,
  • 14:06 - 14:07
    ma perlomeno fastidioso,
  • 14:07 - 14:08
    anche a chi ha subito un furto.
  • 14:10 - 14:13
    Che deve andare a fare la denuncia,
    e poi vai a processo,
  • 14:13 - 14:15
    perché ti chiamano per confermare che,
  • 14:15 - 14:18
    ammesso che sia stato trovato l'autore,
  • 14:19 - 14:21
    che è una cosa, per la verità, rarissima.
  • 14:23 - 14:26
    Ecco: invece, con il sistema
    della giustizia riparativa,
  • 14:26 - 14:31
    si dà un grande rilievo alla vittima.
  • 14:32 - 14:35
    Perché la finalità di questo metodo
  • 14:35 - 14:41
    è quella di riuscire a riparare,
    per quanto è possibile, la vittima;
  • 14:41 - 14:43
    e contemporaneamente,
  • 14:43 - 14:48
    rendere cosciente il responsabile
    del male che ha fatto.
  • 14:51 - 14:56
    È un percorso attraverso il quale
    la vittima, e il responsabile,
  • 14:56 - 15:00
    vengono portati ad incontrarsi
  • 15:00 - 15:05
    in modo che l'una possa recuperare
  • 15:05 - 15:08
    il senso della propria dignità,
  • 15:08 - 15:10
    che attraverso il reato è stato distrutto;
  • 15:11 - 15:16
    e l'altro, senza essere per questo
    distrutto dai sensi di colpa,
  • 15:17 - 15:21
    possa rendersi conto
    di quello che ha fatto
  • 15:21 - 15:28
    e per questo, perché se ne è reso conto,
    evitare di farlo in futuro.
  • 15:28 - 15:31
    Ecco, dicevo, da noi è sconosciuto,
  • 15:31 - 15:36
    nonostante una decisione quadro
    dell'Unione Europea
  • 15:36 - 15:39
    abbia reso sostanzialmente obbligatoria
  • 15:39 - 15:43
    l'introduzione del sistema
    di giustizia riparativa
  • 15:43 - 15:46
    in tutti gli stati membri dell'Unione.
  • 15:47 - 15:52
    Noi siamo molto lontani
    dal concepire una possibilità del genere.
  • 15:53 - 15:59
    Allora io credo
    che faremo fatica ad arrivarci
  • 15:59 - 16:05
    fin tanto che la nostra cultura,
    il nostro modo di pensare,
  • 16:05 - 16:08
    continuerà ad essere così tanto resistente
  • 16:08 - 16:13
    rispetto alla possibilità
    di cambiare quella idea di fondo
  • 16:13 - 16:18
    secondo la quale il male
    va retribuito col male.
  • 16:21 - 16:25
    Pensate che rischio abbiamo,
    quello di confondere il male col bene.
  • 16:26 - 16:28
    Se noi pensiamo che il male
  • 16:28 - 16:35
    si supera, si recupera, si trasforma
    infliggendo il male,
  • 16:36 - 16:41
    allora trasformiamo
    il male che infliggiamo in bene,
  • 16:42 - 16:47
    perché è un male che serve a cancellare
    il male commesso precedentemente.
  • 16:48 - 16:51
    Sarà ben male, per chi lo subisce,
  • 16:51 - 16:54
    essere messo in una cella
    in quelle condizioni che vi dicevo, no?
  • 16:56 - 16:57
    Se noi pensiamo
  • 16:57 - 17:03
    che fare male ad una persona
    serva per arrivare al bene,
  • 17:03 - 17:05
    allora non c'è più differenza
    tra il bene e il male;
  • 17:06 - 17:10
    entriamo in una confusione assoluta,
    e non abbiamo più punti di riferimento.
  • 17:12 - 17:16
    Io credo che sia necessario approfondire.
  • 17:16 - 17:19
    Mancano soltanto 31 secondi, anzi 30...
  • 17:20 - 17:22
    Credo che sia necessario entrarci dentro,
  • 17:22 - 17:27
    credo che sia necessario
    che ciascuno di noi si ponga il problema.
  • 17:28 - 17:32
    Ma non per un senso di umanità,
    che pure è importantissimo;
  • 17:35 - 17:38
    io direi anche per arrivare
    a centrare quell'obiettivo,
  • 17:39 - 17:41
    quello di trovare un sistema
  • 17:41 - 17:45
    attraverso il quale
    poter essere, ciascuno di noi,
  • 17:45 - 17:48
    più sicuro di quanto lo sia adesso.
  • 17:49 - 17:51
    (Applausi)
Title:
Per uno Stato senza prigioni ! Gherardo Colombo | TEDxLakeComo
Description:

A cosa serve il carcere? Per Gherardo Colombo, l'ex pubblico ministero "è una fabbrica di recidiva, più che un mezzo per contenerla", e dal palco di TEDxLakeComo condivide le esperienze di giustizia riparativa in uso in molti paesi del mondo.

Questo intervento è stato presentato a un evento TEDx, che utilizza il format della conferenza TED ma è stato organizzato in maniera indipendente da una comunità locale.

Per maggiori informazioni, visita il sito http://ted.com/tedx

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Video Language:
Italian
Team:
closed TED
Project:
TEDxTalks
Duration:
17:57

Italian subtitles

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