Quello che l'essere umano può imparare dalla saggezza del salmone I Alexandra Morton I TEDxSeattle

Cosa può insegnarci il salmone sulla sostenibilità in un ambiente complesso? La biologa marina Alexandra Morton condivide una nuova sorprendente ricerca che ci permette di decodificare le informazioni immagazzinate nel sistema immunitario di un salmone. I dati rivelano dove stiamo danneggiando i pesci, l'oceano e noi stessi, in ultima analisi rivelando insegnamenti su come gli esseri umani possono prosperare su questo pianeta senza distruggerlo.

Alexandra Morton è nota per i suoi 30 anni di studio sulle orche selvatiche nell'arcipelago di Broughton, nella British Columbia. Ha iniziato il suo lavoro come volontaria nella Human/Dolphin Society nel 1977, dove ha catalogato 2.000 registrazioni audio di delfini tursiopi. Nel 1980, Alexandra ha spostato i suoi studi sulle orche selvatiche. Il suo lavoro l'ha portata sulle coste della British Columbia, dove ha assistito all'impatto dell'allevamento del salmone. Prima se ne andarono le orche che stava studiando, poi le popolazioni di salmoni si estinsero. La comunità della regione cominciò a perdere i propri mezzi di sussistenza. Questa catena di eventi ha ispirato la ricerca e il patrocinio di Morton fino ad oggi.

Nel 1981 Alexandra ha fondato la Raincoast Research Society, un'associazione scientifica impegnata nella ricerca sugli impatti devastanti dell'allevamento del salmone atlantico sugli stock di salmone selvatico della British Columbia. Collaborando con scienziati di tutto il mondo, la sua organizzazione ha prodotto alcuni dei primi studi sugli impatti dell'allevamento di salmoni nella British Columbia e continua ad aprire nuovi orizzonti in questo campo.

Nel 2010, Alexandra ha vinto il Women of Discovery Sea Award, come riconoscimento per i suoi risultati nel campo della scienza e dell’esplorazione.

Questo discorso è stato tenuto in occasione di un evento TEDx utilizzando il formato della conferenza TED, ma organizzato in modo indipendente da una comunità locale. Per saperne di più, visitate il sito https://www.ted.com/tedx

Nel corso della storia,
maestri illustri si sono distinti

aiutandoci nel complicato compito
di comportarci da esseri umani.

Ma oggi,

l'enorme sfida che affrontiamo,

è come vivere su questo pianeta
senza distruggerlo.

Gli animali sanno come si fa,

e ora, attraverso la scienza,
possono insegnarcelo.

Sono una biologa marina,
questo è il mio habitat naturale.

Ho trascorso tutta la vita
guardando nell'acqua,

cercando di capire cosa sta succedendo.

Sono venuta su questa costa
per studiare la comunicazione delle orche

e le orche mi hanno condotta su un remoto
arcipelago della costa della BC.

Mio figlio scherza sul fatto

di essere stato cresciuto su un gommone,

(Risate)

e sono molto grata a entrambi i miei figli

per avere tollerato
questa singolare educazione,

perché nel corso delle centinaia di ore

trascorse a seguire le orche,

ho fatto una scoperta inattesa

che può aiutare a tutelare il loro futuro.

Le prime orche con cui ho interagito
venivano da questa costa,

ma erano tenute in cattività a Marineland,

un parco a tema vicino a Los Angeles.

E ogni mattina, poco prima dell'alba,

facevano qualcosa di straordinario:

salivano fino a un punto
della parete del loro acquario

e gli spruzzavano contro dell’acqua.

E quel punto era sempre
dove il sole aveva picchiato poco prima.

Naturalmente, il punto si spostava
nel corso dell'anno,

ma le orche capivano sempre
dove si sarebbe spostato.

Questo comportamento
era così mirato e intenso,

da considerare l’eventualità
che forse le orche compivano dei rituali.

All'inizio del mio lavoro con le orche
e prima di diventare mamma,

la mia ingenuità verso l'oceano
era davvero pericolosa.

Un giorno che non dimenticherò mai,

mentre seguivo una famiglia di orche
diretta a ovest,

a un tratto, mi persi nella nebbia.

Non avevo idea
di quale direzione prendere,

era come stare in un bicchiere di latte.

A peggiorare le cose,

il mio microfono subacqueo
captò il rombo di una nave da crociera

diretta verso il Blackney Passage,
dove mi trovavo.

Riuscivo a percepire il terrore
risalirmi lungo il corpo

nell'immaginare la prua di quella nave

fendere la nebbia e puntare su di me,

quando di colpo, le orche apparvero
proprio accanto alla mia barca

e subito mi sentii al sicuro.

Le seguii per i successivi 30 minuti.

All'improvviso, uscimmo dalla nebbia;
io uscii dalla nebbia.

Sapevo dov’ero.

Vidi che la nave da crociera
era sparita, l'avevo evitata.

Così mi voltai per vedere le orche
uscire dalla nebbia, ma non accadde.

A quanto pare si erano voltate

e avevano ripreso il loro percorso.

Ho rivissuto questa scena
di continuo nella mia mente

perché facevo parecchia fatica
ad accettare ciò che era appena successo.

Le orche si stavano dirigendo verso ovest,

io ho iniziato ad avere paura,

loro hanno cambiato direzione,

sono rimaste con me
finché non sono stata di nuovo al sicuro,

e poi, a quanto pare,
sono tornate indietro

nella stessa direzione
presa inizialmente.

È stata una serie di coincidenze?

O hanno capito che avevo bisogno di aiuto?

E, se così fosse, com'è stato possibile?

Accettai ciò di cui ero stata testimone:

primo, le orche
sembrano compiere dei rituali;

secondo, sembrano capaci
di percepire il panico in altre specie

e decidere di fare qualcosa a riguardo.

Ho dovuto cambiare
la mia visione del mondo.

La separazione tra animali ed esseri umani
è in realtà un continuum.

Non c'è un confine netto

e possono insegnarci tanto,

a patto che siamo disposti ad ascoltare
tutto quello che dicono,

per quanto straordinario possa essere.

Le orche che studiavo
mangiavano prevalentemente salmone,

quindi, nel seguirle,

seguivo e imparavo a conoscere i salmoni.

E qui, sul confine occidentale
del continente nordamericano,

i salmoni sono i maestri
nell'arte di proliferare.

Sono intrinseci
all'intero ciclo della vita.

Quando il sole lambisce
le acque del Pacifico,

stimola lo sviluppo del plancton,

i piccoli pesci vengono
a mangiare lo zooplancton,

infine i salmoni mangiano i pesci piccoli.

In un certo senso, raccolgono
l'energia del sole nei loro corpi.

Alla fine della loro vita,

migrano di nuovo
verso il torrente dove sono nati,

e dopo aver sotterrato in sicurezza
le loro uova nella ghiaia, muoiono,

sprigionando questa ricchezza
di sostanze nutritive

che hanno raccolto in mare aperto.

Durante questa grande migrazione
i salmoni nutrono oltre 100 specie,

infine, quando muoiono, nutrono le piante.

Gli alberi crescono in cerchi concentrici,

e ogni anno aggiungono
un altro anello di accrescimento,

ma gli alberi lungo i fiumi
dove tornano molti salmoni

hanno anelli di accrescimento più grandi
degli alberi lontani dai salmoni

o di quelli nelle annate
in cui ci sono meno salmoni.

Gli alberi alimentati dai salmoni

assorbono carbonio e rilasciano ossigeno.

Mentre i salmoni prosperano,
il mondo intorno a loro prospera.

Seguire le orche
ha sollevato molte domande,

come potrete immaginare,

e una di queste era:

nei mesi in cui su questa costa
c'erano molti salmoni

perché hanno continuato a spostarsi?

Perché non sono rimaste nello stesso posto
a rilassarsi e banchettare col salmone?

Le prove indicano

che le orche hanno imparato
a non nutrirsi troppo in nessuna zona

perché potrebbero esaurire
la risorsa da cui dipendono.

In pratica, il salmone ha detto
alle orche: "Continuate a spostarvi!"

Di conseguenza,
entrambe le specie hanno prosperato.

Il salmone ha dato la stessa lezione
ai primi abitanti di questa costa.

Il messaggio era ineluttabile:

“Se uccidete tutti i salmoni nel fiume,
minacciate il futuro della vostra tribù".

Ed è esattamente il problema
che affrontiamo oggi.

Stiamo uccidendo gli ecosistemi

che generano aria pulita, acqua e cibo
che ci servono per sopravvivere.

Poiché abbiamo perso
il contatto con la natura,

non riceviamo più l'immediato riscontro

di cui abbiamo chiaramente bisogno
per imparare come comportarci.

Brancoliamo nel buio,

distruggendo gli ecosistemi
da cui dipendiamo.

Quando sono arrivata
nell'arcipelago di Broughton,

sulla costa della BC, nel 1984,

c'erano stati 100 anni
di danni da disboscamento,

e la pesca intensiva di salmone
era diventata più massiccia e aggressiva.

Nonostante questo,
i salmoni erano così resilienti,

così esperti nel prosperare,

che tornavano ancora in gran quantità.

Finché non abbiamo superato il limite.

Nel 1987 si stabilì
il primo allevamento di salmoni.

Con loro arrivarono le epidemie batteriche

che uccisero il salmone argentato
nel vicino incubatoio.

Le popolazioni di salmoni
di grandi allevamenti attirarono le foche,

e gli allevatori di salmoni
provarono ad allontanarle sparando.

Ma quando non funzionò,
perché c'erano troppe foche,

utilizzarono macchinari
ad alta intensità sonora

per cercare di cacciare via
le foche provocando loro dolore.

La conseguenza non voluta di ciò
fu che le orche se ne andarono.

Le orche vedono con i suoni,
le loro orecchie sono come i nostri occhi

e non avrebbero messo a rischio
il loro udito, così fuggirono.

Vidi il clan A
delle orche residenti del nord

abbandonare un territorio

che probabilmente era stato loro
per 10.000 anni.

E questo avvenne 24 anni fa.

Nel 2007, ho collaborato a un articolo
sul Journal of Science,

prevedendo il crollo del salmone rosa
dell'arcipelago di Broughton

a causa dei pidocchi di mare
presenti negli allevamenti di salmoni.

E quest’anno,

un decimo dell'1% di quei pesci è tornato.

Che aspetto ha un decimo dell'1%?

Ha l’aspetto di orsi affamati,
che vanno disperati da un'isola all'altra,

consapevoli che se non trovano un torrente
che ha ancora dei salmoni,

saranno destinati a morire
quest'inverno durante il letargo.

Per 30 anni ho fatto
tutto ciò che mi è venuto in mente.

Sono passata dallo studio delle orche
a quello sui pidocchi di mare e sui virus.

La mia ricerca ha rilevato

che la maggior parte
dei salmoni di allevamento su questa costa

è stata infettata dal recente
virus piscine orthoreo.

È un virus del sangue
proveniente dall'oceano Atlantico,

e quando infetta
il nostro salmone Chinook,

sembra provocare
la rottura dei loro globuli rossi,

causando danni al fegato,
collasso degli organi e, infine, la morte.

Il sistema immunitario degli animali

è uno strumento molto potente.

Da scienziata, madre e nonna,

ho dovuto chiedermi:

"Riusciamo a comprendere

come vivere su questo pianeta
senza distruggerlo?"

A quanto pare,

credo che la saggezza del salmone
sia ciò di cui abbiamo bisogno.

Se si osserva
il sistema immunitario di un animale,

si vede come gestisca
tutto ciò che succede:

malattie, sbalzi di temperatura,
inquinamento e stress.

E lo fa

mediante geni up-down
di regolazione specifici,

che innescano proteine
per affrontare la situazione.

La lettura del sistema immunitario
tramite geni up-down

si chiama profilazione genomica.

Questo è un linguaggio planetario
condiviso dalle cellule di ogni animale.

Per esempio,
il sistema immunitario di un salmone

che combatte un virus influenzale

è strutturato in modo molto simile

al sistema immunitario umano
che combatte un virus dell’influenza.

Il salmone produce muco sulle branchie,
noi abbiamo il muco nei polmoni.

Leggere i sistemi immunitari

sarebbe come guardare una persona
che indossa un cappello da insetto,

spruzzare spray per insetti
e prendere uno schiacciamosche.

Questo sarebbe un buon indicatore

del fatto che stavano lottando
contro un insetto, non un orso.

Allo stesso modo, se interpretiamo
il sistema immunitario del salmone

e osserviamo a quali indicatori
sta reagendo quel sistema immunitario,

cioè, quali geni vengono accesi e spenti,

possiamo farci un'idea piuttosto chiara
di ciò con cui ha a che fare il salmone:

è un virus, un batterio,
elevata temperatura dell'acqua,

poco ossigeno, fame e così via?

Ciò significa che prelevando un minuscolo
campione non letale dai salmoni,

loro possono indicarci
cosa stiamo facendo all'oceano.

Come? Ebbene, migrano
per migliaia di chilometri,

dalle sorgenti remote
dei fiumi dove sono nati,

passando per paesini, fattorie,
discariche industriali, metropoli

e via, verso le distese aperte
dell'oceano Pacifico.

E se li teniamo d'occhio
lungo tutto questo percorso migratorio,

possono darci un'idea
di quello che stiamo facendo a loro,

alla maggior parte
dell'oceano Pacifico nord-orientale

e, infine, a noi stessi.

Il mio obiettivo è rendere le persone

in grado di riconoscere
dove il sistema immunitario dei salmoni

ci dà segnali d'avvertimento

durante questa migrazione
attraverso la nostra civiltà.

Possiamo sfruttare queste informazioni
in modo mirato

per iniziare a risolvere i problemi.

Non c'è bisogno di indovinare
cosa stiamo sbagliando.

Loro possono dircelo.

E ci ricolleghiamo
a quel riscontro diretto

di cui abbiamo bisogno
per imparare a prosperare,

assicurandoci che il mondo
intorno a noi prosperi.

Ciò che descrivo qui non è per suggerire
l’arresto delle attività umane,

ma semplicemente
la necessità di un maestro

che sa fare ciò che noi non sappiamo fare

e sa cosa minaccia davvero
la nostra civiltà.

Le imprese e le grandi società

dovranno eliminare

i rifiuti tossici.

Le città dovranno reinventare
lo smaltimento delle acque di scarico.

Chiunque sia sotto antibiotici
o farmaci anticoncezionali

dovrà mettere
un filtro nel proprio bagno.

Il settore agricolo

dovrà prendere le distanze
dai pesticidi che uccidono la vita

e, inoltre, dobbiamo drasticamente
ridurre l’uso di combustibili fossili.

Tutto questo sarà una lotta,
ma se lo facciamo bene,

i bambini sopravviveranno.

(Applausi)

Salvare il salmone fa parte
della lotta al cambiamento climatico.

Man mano che altri salmoni
ritornano su questa costa,

se analizziamo
il loro sistema immunitario

e individuiamo i problemi
che risolveremo grazie al loro aiuto,

man mano che ne ritornano altri,
le foreste inizieranno a respirare di più,

riducendo quel carbonio
che sta minacciando la nostra civiltà

e rilasciando l'ossigeno
di cui non possiamo fare a meno.

Invece di guardare la montagna,
il fiume o la foresta

e calcolare quanto potremmo guadagnare
distruggendo tutto e vendendone i pezzi,

potremmo invece rivolgere le nostre idee
a come adoperarci,

come incastrarci in quei sistemi naturali,

questi potenti ecosistemi
che non solo ci hanno creato,

ma ci tengono in vita.

E siamo chiamati a collaborare
con quei sistemi,

se vogliamo che la nostra specie
continui a sopravvivere su questo pianeta.

I salmoni stanno scomparendo.

Quest'anno c'è stato il più scarso
ritorno di salmone selvatico nel Canada,

ma se usiamo il potente strumento
di profilazione genomica,

il pesce non solo può condurre
al suo reintegro,

ma può diventare il nostro maestro.

E potremo imparare
come prosperare su questo pianeta

e permettere di prosperare
al pianeta che ci circonda,

comportandoci, in qualità di animali,
nel miglior modo possibile.

Grazie.

(Applausi)