Big data, piccole aziende agricole e una storia di due pomodori

La strada per un cibo migliore è lastricata di dati, afferma l'imprenditrice Erin Baumgartner. Attingendo alla sua esperienza nella gestione di un'attività dalla fattoria alla tavola, delinea il suo piano per contribuire a creare un sistema alimentare più sano e con zero sprechi che valorizzi la qualità e il gusto dei piccoli raccolti agricoli locali rispetto ai prodotti di fabbrica.

I dati e le analisi stanno tristemente
cambiando la nostra vita quotidiana.

Non solo online,

non solo in un futuro lontano,

ma nel mondo fisico,

e in modi molto reali e tangibili.

Ho passato gli ultimi 11 anni
della mia vita da nerd al MIT,

lavorando con i big data

che cercano di utilizzare la scienza
dei dati per studiare il mondo fisico

e cercare di risolvere
i grandi problemi della società.

Il campo dei big data cerca di analizzare
enormi quantità di dati

utilizzando strumenti computazionali
per trovare modelli e tendenze.

I dati possono essere davvero
dei narratori straordinari,

svelando le narrazioni nascoste
delle cose nella nostra vita quotidiana

che non avremmo mai visto altrimenti.

Trovo che le storie personali
di cose inanimate portate in vita

siano straordinariamente avvincenti.

Voglio evidenziare, prima,
due progetti del mio periodo al MIT

che penso possano evidenziare
questo fenomeno davvero bene.

Il primo si chiama Trash Track,

con cui abbiamo cercato di capire meglio
il sistema di gestione dei rifiuti,

per rispondere alla domanda

"Dove vanno i tuoi rifiuti
quando li butti via?"

La tua vecchia tazza di caffè
o quel cellulare a conchiglia

che portavi in giro
nei primi anni 2000,

o un bagel o il giornale di oggi --

dove vanno a finire queste cose?

Questi dati non esistevano,
quindi abbiamo dovuto crearli.

Abbiamo risposto e poi
visualizzato questa domanda

installando piccoli sensori
in alcuni pezzi di spazzatura

e lanciandoli poi
nel sistema dei rifiuti.

E quelli che vedete qui sono i dati.

Ogni linea, ogni nodo che vedete

è un unico pezzo di spazzatura
che si muove per la città di Seattle,

e poi attraverso lo stato,

e poi attraverso il Paese,

col passare delle settimane e dei mesi.

Ed è importante visualizzare questi dati,

perché nessuno di voi,
probabilmente, è seduto qui a pensare,

"Sì, sembra giusto."

(Risate)

"Sta funzionando come dovrebbe, giusto?"

Perché, no --

(Risate)

Quel che mostrano i dati
è un sistema altamente inefficiente

dove non avremmo mai davvero visto
la sua fragilità intrinseca

se i sensori non fossero stati installati
per le nostre indagini.

Un secondo progetto
che vorrei evidenziare

ha a che fare con la creazione di robot
che si tuffano nelle fogne

e prelevano campioni di acque reflue.

So che le acque reflue
hanno una brutta reputazione,

ma in realtà sono fantastiche,

perché possono dirci moltissimo

sulla salute delle nostre comunità.

Questa tecnologia è stata sviluppata
da un gruppo chiamato Biobot Analytics,

che sta creando una tecnologia
all'avanguardia

per trasformare le nostre fogne
in moderni osservatori sanitari.

Il loro obiettivo è studiare gli oppioidi
all'interno delle acque reflue

per comprendere meglio
il consumo nelle città.

E questi dati sono fondamentali,

perché aiutano davvero le città a capire
dove le persone le stanno usando,

come allocare le risorse

e l'efficacia di programmazione
nel corso del tempo.

Ancora una volta, la tecnologia
incorporata in questa macchina

sta tirando indietro il sipario

mostrandoci qualcosa sulle nostre città
che non avremmo mai visto senza di essa.

Quindi risulta che, come vediamo,

i big data sono davvero ovunque --

persino nella tua toilette.

E così ora che abbiamo parlato
di rifiuti e liquami,

spostiamoci su ...

il cibo.

(Risate)

Un anno fa ho lasciato il MIT
per seguire la mia passione per il cibo,

e nel 2017,

ho avviato un'azienda con mio marito,
chiamata Family Dinner.

L'obiettivo della nostra azienda
è creare comunità intorno al cibo locale

e le persone che lo coltivano.

Per far sì che ciò accada,
usiamo l'analisi dei dati,

automazione e tecnologia

per costruire una rete distribuita
di aziende agricole locali

e per apportare miglioramenti
al sistema alimentare.

Quindi ciò che vediamo qui

è che le tecniche generali e la missione
di ciò che stiamo cercando di fare

non è davvero differente
dal lavoro presso i laboratori del MIT.

Il che ci porta a una domanda critica:

Perché esattamente qualcuno dovrebbe
lasciare una carriera molto promettente

in uno dei primi
laboratori di scienze urbane nel mondo

per portare in giro carote
nella Acura di sua madre?

(Risate)

È una macchina grandiosa.

Perché credo
che la storia del cibo locale

abbia bisogno di essere capita,
raccontata ed elevata,

e in molti modi,

penso che i nerd come noi
siano davvero pronti a raccontarlo.

Quindi da dove partiamo?

Qual è il nostro punto di partenza?

L'attuale sistema alimentare nazionale
è ottimizzato per una sola cosa,

ed è il profitto aziendale, giusto?

E pensateci sopra.

La ragione più convincente
dell'esistenza delle aziende alimentari

non è nutrire le persone affamate,

non è fare cibo delizioso.

È il profitto.

E questo ha effetti dannosi su tutti
i livelli del nostro sistema alimentare.

Gli antibiotici e i pesticidi
che vengono messi nel nostro cibo

sono dannosi per la nostra salute.

La pressione sui prezzi sta forzando
piccole aziende agricole a chiudere.

In effetti, molte delle cose
che pensi delle fattorie

non esistono più.

Le fattorie non sembrano fattorie,
sembrano fabbriche.

E alla fine,

la qualità del cibo
che mangiamo ne risente.

Un pomodoro da fattoria
può sembrare un pomodoro normale:

rosso brillante all'esterno ...

Ma quando lo mangi,

il gusto e la consistenza
lasciano a desiderare.

E sappiamo che forse
la più grande tragedia in tutto questo

è che tra il 30 e il 40 per cento
di questo cibo è semplicemente sprecato...

buttato via.

Ossia 1,6 miliardi di tonnellate.

Non mi capacito dell'entità
di questo numero.

1,6 miliardi di tonnellate.

Sono 1.200 miliardi di dollari all'anno

in cibo sprecato.

Questo è il costo della domanda di cibo

e della convenienza

e del sistema alimentare non funzionante.

Dove sta accadendo questo?

Da dove vengono tutti questi rifiuti?

Bene, sappiamo che succede nei campi

quando non raccogli le patate
dall'aspetto più sexy.

Sappiamo che accade in transito,

nei magazzini,

nei negozi di alimentari.

E infine, sui banconi delle nostre cucine,

quando stabiliamo che quella macchiata,
banana marrone non sembra più appetitosa.

Tutto quello spreco, tutto quello sforzo.

Il cibo viene piantato,

cresciuto, raccolto, spedito,

e poi semplicemente buttato via.

Pensiamo che debba esserci
un modo migliore.

E quindi come si può migliorare?

Come possiamo creare un sistema migliore?

Per fare questo,

capiamo che dobbiamo eliminare lo spreco

nella filiera alimentare.

Dobbiamo mettere i dati
nelle mani degli agricoltori,

in modo che possano fare
previsioni migliori.

In modo che possano competere
con le grandi aziende.

E infine,

dobbiamo premiare, come azienda,

qualità e gusto prima di tutto,

in modo che le persone apprezzino davvero
il cibo delizioso nei loro piatti.

Questo, crediamo, è il sistema migliore.

Questo è il modo migliore.

E il percorso verso quel modo migliore
è lastricato di dati.

Per evidenziare tutto ciò, voglio
raccontare la storia di due pomodori.

Parleremo di loro uno ad uno.

Un pomodoro in sé contiene
una bella istantanea

di tutto ciò che potresti voler sapere
sul ciclo di vita di quel frutto:

dove è stato coltivato,
con cosa è stato trattato,

i valori nutrizionali,

i chilometri per arrivare al piatto,

le emissioni di CO2 lungo il percorso.

Tutte queste informazioni,

tutti quei piccoli capitoli
in un piccolo frutto.

È molto emozionante.

Questo è il pomodoro numero uno.

Questo è il ragazzo che troverai
in negozi, supermercati

e fast-food in tutto il mondo.

Ha una storia molto lunga e complicata.

È stato trattato con un cocktail
composto da una dozzina di pesticidi

e ha viaggiato almeno 2500 chilometri
per arrivare a casa vostra.

E l'immagine qui è verde,

perché questi pomodori vengono raccolti
verdi e duri come una roccia,

e poi vengono gasati lungo il percorso

in modo che quando arrivano
a destinazione,

hanno un aspetto luminoso e brillante
e rosso e maturo.

Tutto quello sforzo,

tutto quella innovazione
e tecnologia agricola

per creare un prodotto
che è del tutto senza gusto.

E sul secondo pomodoro
della nostra storia.

Questa è la versione locale del frutto.

La sua storia è molto, molto più corta.

Il ragazzo è stato cresciuto da Luke Mahoney
e la sua famiglia a Brookford Farm

a Canterbury, New Hampshire.

Ha un storia piuttosto noiosa.

È stato piantato,

seduto al sole

dopodiché è stato raccolto.

(Risate)

Questo è tutto.

Tipo, non vorresti --

sì, non c'è molto di più.

E ha percorso forse 100 km
per arrivare al piatto.

Ma la differenza è sensibile.

Pensate all'ultima volta
che avete mangiato un pomodoro fresco.

E so che siamo tutti
coperti con le nostre giacche,

ma pensateci su.

L'ultima volta che avete mangiato
un pomodoro dell'orto.

È caldo dal sole,

è riccamente rosso,

forse odora di sporco.

C'è qualcosa di nostalgico
e quasi magico in quell'esperienza.

Il gusto e il sapore sono impareggiabili.

E non dobbiamo davvero viaggiare
molto lontano per ottenerlo.

Questa storia si estende
lungo la catena alimentare,

dalla frutta e dalla verdura
che sono nel nostro piatto

agli animali e ai prodotti animali
che consumiamo.

Cosa serve per allevarli,

e soprattutto,
cosa non serve per allevarli,

è di fondamentale importanza.

Luke e la sua famiglia hanno 60 mucche.

Usano metodi tradizionali.

Usano il vecchio metodo:

pascolo,

niente ormoni, niente antibiotici,

fieno per giorni.

E quel che fanno qui è solo
trattare le mucche come se fossero mucche,

non come se fossero
in un esperimento scientifico.

Alleva gli animali
come suo nonno

e suo nonno avrebbero fatto.

E alle fine, è semplicemente meglio.

È meglio per gli animali;

è meglio per l'ambiente.

Luke non ottimizza
il profitto o il prezzo,

ma il gusto e l'umanità.

E starete pensando,
"C'è già una soluzione a questo.

Sono i mercati degli agricoltori."

Quelli che molti di voi visitano

e quelli che mi piacciono davvero.

Sono meravigliosi, ma, per molti versi,
non sono la soluzione ottimale.

Per noi consumatori,
è fantastico, vero?

Mi direte,

c'è questa abbondanza di cibo,

sentite la confortante sensazione
di sostenere una fattoria locale

e l'esperienza di provare qualcosa
di nuovo provando prodotti diversi.

E inevitabilmente, c'è un ragazzo
che suona l'ukulele

da qualche parte in sottofondo.

(Risate)

Ma per gli agricolori,
rappresenta un alto rischio, vero?

Ti svegli alle quattro.

Fai le valigie, assumi una squadra,

arrivi allo stand,

ma senza garanzie

di vendere il prodotto quel giorno.

Ci sono troppe variabili nel New England.

Per esempio, il tempo,

che è abbastanza imprevedibile qui.

Il tempo è uno dei tanti fattori X

che determinano se un mercato
varrà la pena o meno per gli agricoltori.

Ogni volta lanciano i dadi.

E c'è un'altra opzione.

Qui stiamo parlando di ASC:

agricoltura sostenuta dalla comunità.

In questo modello,
i clienti pagano in anticipo,

sopportando il rischio finanziario
delle fattorie.

Gli agricoltori coltivano
quello che possono

e i clienti godono di quella generosità.

Questo ha anche un paio di problemi.

È fantastico per il contadino,

perché si assicurano di vendere
ciò che comprano,

ma per noi,

dobbiamo ancora andare
e prendere quella quota,

e sappiamo che molte fattorie non possono
far crescere grandi varietà di prodotti,

a volte finisci sommerso da
una montagna di qualcosa in particolare.

Forse questo è successo ad alcuni di voi.

E cosa fai con 25 sterline
di rutabaga nel cuore dell'inverno?

Non lo so ancora.

Quindi, tornando alla domanda.

Come risolviamo?

Quello che speriamo di fare
e costruire

è solo un modo migliore per l'ASC.

E ci sono tre innovazioni fondamentali
che fanno smuovere questa cosa.

La prima delle quali

è l'iscrizione ad una piattaforma
di e-commerce,

che ci aiuta a creare una domanda costante
per i nostri agricoltori

nel corso dell'anno.

La parte dell'iscrizione è fondamentale.

Gli ordini vengono elaborati
settimanalmente,

i clienti rinunciano invece di aderire -

ciò significa che abbiamo lo stesso numero
di ordini di settimana in settimana.

Secondo, questo significa che se
gli agricoltori possono vendere online,

non sono più limitati alla geografia
direttamente intorno alla loro fattoria

o al numero di mercati
a cui possono vendere.

Abbiamo fatto saltare le porte
per loro.

Secondo: previsione della domanda.

Usiamo l'analisi per permetterci
di guardare al futuro

e previsione della domanda.

Questo fa sapere agli agricoltori
quanto raccogliere a breve termine,

ma anche cosa piantare in futuro.

Se 200 ordini vengono elaborati lunedì,

allora acquistiamo per soddisfare
quella richiesta esatta.

200 teste di broccoli,

200 pezzi di salmone,
eccetera, eccetera.

Questa automazione in ordine

significa eliminare
gli sprechi nel sistema alimentare

che ci danno così tanto fastidio,

perché stiamo assicurando che la fornitura
soddisfi l'esatta richiesta.

Ci permette anche di guardare
al futuro con gli agricoltori

e pianificare del raccolto.

Quindi, se possiamo dire,
a giugno di quest'anno,

"Avrò bisogno di 180 kg di asparagi

e 220 libbre di bacche ogni settimana",

possono piantarli di conseguenza,

sapendo con sicurezza che venderanno

tutto ciò che hanno coltivato.

E infine, usiamo un software
di ottimizzazione del percorso

per aiutarci a risolvere il problema
del venditore ambulante.

Facciamo entrare dei lavoratori
e ci aiutano a percorrere l'ultimo miglio,

portando tutte queste chicche
direttamente a casa.

Senza dati scientifici

e un team super capace e meraviglioso,

niente di tutto questo sarebbe possibile.

Quindi forse avete visto

che abbiamo una sorta di ardenti,
focose e appassionate convinzioni.

Stiamo cercando di costruire
un business sostenibile,

ma il nostro occhio non è
solo rivolto al profitto,

si tratta di costruire
un sistema alimentare migliore e olistico.

Ed ecco cosa apprezziamo.

Prima le persone.

Stiamo cercando di costruire
una comunità intorno al cibo,

le persone che lo amano
e quelle che lo coltivano.

Abbiamo costruito questa azienda
per sostenere le piccole aziende agricole.

Zero spreco.

Odiamo tutti sprecare cibo,
è sbagliato --

anche quella strana banana

che è stata lì sul vostro
tavolino da caffè per troppo tempo.

E infine, il gusto.

Se non ha un buon sapore,

se non è quel tipo
di pomodoro estivo perfetto,

perché preoccuparsi?

Abbiamo lavorato
con tutte queste aziende agricole locali

per portare le loro cose

e per poi lasciarle
direttamente alla vostra porta,

per collegarvi direttamente a loro

e creare, ancora una volta,
un sistema più olistico.

Questa è la nostra visione del futuro.

Per estendere questo modello oltre Boston,
oltre il New England

e in tutto il paese.

Per creare un rete di distribuzione
nazionale di aziende agricole locali

e per connettere tutti questi agricoltori

con le persone come voi
che ameranno il loro cibo.

Crediamo, alla fine della giornata,

che insistere davvero per mangiare
cibo locale è un atto rivoluzionario.

E vi invitiamo a unirvi a noi.

E chi lo sa?

Potreste persino farvi degli amici
lungo la strada.

Grazie mille.

(Applausi)