Il costo dello stress sul posto di lavoro e come ridurlo.

Secondo alcune stime, lo stress legato al lavoro drena risorse all'economia statunitense per 300 miliardi di dollari all'anno e, secondo l'esperto di benessere Rob Cooke, danneggia la produttività e la salute personale. Ecco alcune strategie per aiutarci a mettere in primo piano il nostro benessere mentale, fisico ed emotivo.

Lo stress: tutti sappiamo cos'è
e tutti lo fronteggiamo diversamente.

I nostri pensieri
possono correre o rallentare,

le nostre emozioni
possono divorarci o no,

abbiamo difficoltà a dormire
o ad alzarci dal letto.

Onestamente, fa schifo.

(Risate)

Ma sapete, lo stress può essere positivo,

come quando ci prepariamo
per il nostro discorso più importante.

(Risate)

(Applausi)

Su una piattaforma mondiale.

(Risate)

Anche lo stress buono ci può incasinare,

ma voglio parlarvi dello stress negativo.

Forse non per la ragione
che vi aspettereste.

Sono responsabile delle relazioni
per soggetti benestanti.

Lavoro con persone abbienti
e con le loro famiglie

aiutandole a realizzare
gli obiettivi finanziari.

Tengo sempre d'occhio
l'economia, perché so

che ciò che ha un impatto
sull'economia, lo ha sui miei clienti,

e pare che lo stress
abbia un impatto enorme sull'economia.

E se vi dicessi che, secondo alcune stime,

i costi legati allo stress lavorativo
raggiungono i 300 miliardi di dollari?

Lo stress sul luogo di lavoro,
che causa questo forte impatto,

è legato a produttività e benessere.

Oggi parleremo di questo.

Inoltre, è un elemento collegato
al disinteresse degli impiegati,

a malattie croniche
che influenzano il lavoro

e a malattie e incidenti legati al lavoro.

Quando si sommano i costi
di questi cinque elementi,

la stima, all'anno,
è di 2,2 trilioni di dollari.

Pari al 12% del nostro PIL.

So che state pensando:
"Sono un sacco di soldi, come mai?".

Lo stress è qualcosa di personale,

è assurdo pensare
che abbia un impatto così forte.

Ma ascoltate questo esperimento mentale.

Pensate a una madre single
con un lavoro stressante,

in un ambiente stressante

dove trascorre il 90% del tempo.

Non ha tempo di cucinare,

così sceglie i pasti
in base alla convenienza,

e cosa vuol dire?

Cibi lavorati,
ad alto contenuto di zuccheri.

Nel tempo questa cattiva dieta,
connessa allo stress lavorativo,

porta a una malattia cronica.

Per esempio il diabete.

Le cure mediche costano a lei
e alla compagnia più soldi,

che significa ulteriore stress.

Ora, lei è preoccupata per la sua salute
e deve far quadrare i conti,

così sarà più distratta e meno produttiva.

Ma non può permetterselo, vero?

È una madre single.

Sta pensando:

"E se mi succede qualcosa?

Chi si prenderà cura di mio figlio?

Chi si prenderà cura del mio piccolo?"

Ulteriore stress.

Ora, prendete questo scenario
e modificatelo come preferite,

estendetelo alla nazione,

comincerete a vedere

come si arriva
a quelle cifre multitriliardarie.

Questo fatto mi tocca molto da vicino.

Mio padre è una delle persone più solerti
e intelligenti che io conosca.

Non fraintendetemi,
anche mia madre s'impegnava,

ma è stato lui a sobbarcarsi di più
il peso di portare il pane a casa.

So che la maggior parte di noi
può capire lo stress, la pressione

che deriva dal prendersi cura
della famiglia.

Quando si combina allo stress lavorativo,

sapete cosa succede?

La pressione del sangue
aumenta irreversibilmente,

i reni possono perdere
la loro funzionalità

e portare a dialisi decennali,
come è accaduto a lui.

Ora sono felice di dirvi
che ha avuto un trapianto di rene,

l'anno scorso.

Ma,

(Applausi)

Ma, per quasi dieci anni,

né economia né famiglia
hanno beneficiato della sua etica

o della sua intelligenza,

e, come direbbe lui,

è una triste osservazione.

Intendo dirvi che penso

che lo stress influenzi l'economia
riducendone la produttività

e aumentando i costi sanitari.

Vi torna?

Vero?

Ma ecco cosa non quadra.

Secondo attuali ricerche
dell'Organizzazione Mondiale della Sanità

la spesa mondiale per la salute
è di 7,8 trilioni di dollari.

Le ricerche del Global Wellness Institute

suggeriscono che l'industria mondiale
del benessere da 4,5 trilioni di dollari

sia cresciuta da 3,7 a 4,2 trilioni
tra il 2015 e il 2017

e vedrà quella cifra entro il 2022.

Quindi, perché ci interessa?

Perché quella crescita è due volte
più veloce dell'economia mondiale

che, nello stesso periodo,
si aggira attorno al 3,3%.

Cosa vuol dire tutto questo?

Ogni anno, spendiamo di più per la salute,

e le industrie si preoccupano
dello sviluppo del benessere

e di uno stile di vita più sano

crescono a una velocità doppia
di quella dell'economia globale,

e ancora perdiamo trilioni
di dollari all'anno.

Quindi?

(Risate)

I livelli di stress sono alti

e penso debbano cambiare.

Credo che debba cambiare
anche il modo di pensare lo stress.

Proviamo a ricapitolare.

Tendiamo a pensare allo stress
come a una conseguenza,

mentre io lo vedo come una cultura.

Dove trascorriamo
la maggior parte del tempo?

Al lavoro, vero?

Dove cerchiamo
di equilibrare vita e lavoro.

Così, i limiti tra lavoro,
stress, salute e benessere

sono estremamente vicini.

Nonostante tutto,
c'è una forte separazione

nel modo in cui pensiamo allo stress
e al benessere sul lavoro.

Possiamo dare la colpa
a molte cose, giusto?

Alle nuove tecnologie,

all'attenzione al rendimento
degli azionisti,

o al mio preferito, non essere mai
da meno a nessuno.

e guardarci mentre lo facciamo.

Ma a fine giornata,

temo che avremo creato una cultura

in cui cura della persona e benessere
siano in secondo piano.

Come facciamo ad andare avanti?

Credo che la risposta risieda
in tre pilastri fondamentali.

Se vi ritrovate a pensare:

"Rob, ho già sentito questa storia,
raccontami qualcosa di nuovo",

chiedetevi,

se sappiamo già cosa fare,

allora cosa abbiamo fatto?

Per prima cosa, le multinazionali.

Nello specifico, come la cultura
e la comunicazione di una multinazionale

giochino un ruolo fondamentale
nello stress e nel benessere lavorativo.

Il DNA di una compagnia
sta nella sua cultura, giusto?

Ne determina il tono,

fino a definire la compagnia stessa.

Penso che le compagnie debbano investire

sul benessere mentale, fisico
ed emotivo generale

dei propri impiegati

così come investono in innovazione,
ricerca e sviluppo, vero?

Penso che questo incrementerà
la produttività e ridurrà lo stress?

Certo.

Ma per farlo davvero,

una compagnia deve trovare il modo

per misurare il benessere generale
dei proprio impiegati

con la stessa precisione
con cui progettano crescita e guadagni.

Se questo vi sembra un compito arduo,
chiedetevi quale sia

il vero vantaggio competitivo
di una compagnia.

Le sue persone.

Questo lo sappiamo.

E, come ogni cosa che riguarda
un'azienda, deve cominciare dall'alto.

Se ne siete a capo,

mostrare di preoccuparvi
per la salute mentale

e il benessere generale

è davvero catartico.

Sapete che amo il calcio,

nel tempo, ho avuto due allenatori.

Uno di loro, ci guidava
nei pesanti allenamenti cardio.

Non se ne stava in disparte a guardare.

Partecipava.

Questo comportava tre cose.

Mi rendeva difficile lamentarmi.

(Risate)

Ero sempre sicuro di stare al passo

e mi sentivo sempre coinvolto
nell'esercizio.

L'idea è la stessa.

E, infine, la comunicazione.

Per aiutare davvero i miei clienti
a raggiungere i loro obiettivi finanziari,

devo ascoltare attivamente
e poi rispondere.

Fate in modo che i vostri dipendenti
vi dicano cosa li stressa.

Fatevi dire di che tipo
di benessere hanno bisogno.

E poi, agite.

Agire in base a ciò che dicono,

mostrerà che considerate i loro feedback

e renderà l'azienda vincente,
sul lungo termine.

Perché?

Perché dei dipendenti ben attrezzati
saranno più produttivi e meno stressati.

Poi, vorrei chiedere una mano
allo zio preferito da tutti.

Già, il governo ha un ruolo,
in tutto questo.

Il Forum economico mondiale
e la Scuola di Sanità Pubblica di Harvard

stimano che tra il 2011 e il 2030,

le principali malattie croniche
e le patologie mentali

costeranno all'economia globale
47 trilioni di dollari.

Ed è il 2020.

Non voglio dire che lo stress causi
le principali malattie croniche

o quelle mentali,

ma anche fosse solo una parte,

pensate a quanto potrebbero diminuire

se il governo s'impegnasse

facendo il controllore.

In questo caso, per migliori standard
sul luogo di lavoro.

Non so, forse anche
gli incentivi fiscali alle imprese

aiuterebbero ad aumentare gli standard,

ma neanche le migliori politiche aziendali
per il benessere

sostenute da un governo lungimirante

possono fare molto, senza l'aiuto
del pilastro fondamentale.

Voi.

Proprio così, lo stress
e la sua gestione sono dinamici,

voi dovete fare la vostra parte.

A beneficiarne sarete voi e l'economia.

Guardate ragazzi,
non sono uno psicologo, ok?

Ma ho fatto dei passi per sviluppare
la mia salute mentale

e il mio benessere generale,

quindi ecco i miei umili consigli.

Penso che un passo fondamentale per tutti

sia essere onesti con se stessi.

Su cosa?

Sul mettere il benessere mentale,
fisico ed emotivo per ultimi

e sui danni che ciò ha causato.

Onesti sul mettere l'opinione pubblica
prima dell'autoconservazione.

Pensate ai social media.

Onesti su come ci definiamo
e cosa questo comporta.

Certo, la nostra carriera
contribuisce a ciò che siamo.

Ma non stiamo lasciando
che ci definisca un po' troppo?

Chiedetevi:

"Mi sta portando valore,
a fronte di ciò che mi costa?"

E non mi riferisco solo ai soldi.

Per me, essere onesti significa
osservare attentamente la relazione

tra pensieri, coraggio e fallimento.

Anni fa, durante un campionato,

il coach venne e mi disse: "Rob Cooke,
entra in campo, non possiamo perdere".

Così entrai.

Fallii.

Perdemmo.

(Risate)

Grazie per le risate.

(Risate)

Fanno sentire bene.

No, ma...

Sapete, dopo ci ho pensato molto,

a tutte le opportunità
di entrare in campo,

di crescere, di svilupparmi,

che non avevo colto,

di fronte a cui indietreggiavo.

Poi ho scoperto la mindfulness.

Ho continuato a praticarla
nella mia vita fino a oggi.

Per vivere nel presente, nell'ora.

Forse la mindfulness non è per tutti,

ma quando penso a quelli
di maggior successo e importanza,

vedo una tendenza comune.

Il padroneggiare la mente.

Che include gestire lo stress.

Si tratta di sviluppare consapevolezza,

riconoscimento e accettazione

dei propri pensieri, emozioni,
ambiente e stato fisico corrente.

Giusto?

Non ho detto di non trovarci mai
in situazioni di stress,

ma la sua gestione...

ecco il beneficio, per voi
e per l'economia.

Vi lascio con questa riflessione.

Tutti sappiamo che la pensione
è questione di mettere da parte ora

per dopo.

Cosa succede se trattiamo
il benessere mentale e generale

allo stesso modo?

Svilupparsi e risparmiarsi ora

per dopo, nella vita.

Non fare niente significa costi più alti

e, peggio ancora, meno tempo.

E quei due,

chi ce li restituirà?

Cominciamo a muoverci
secondo questa cultura dello stress,

per vivere più felici, più in salute

e più produttivamente.

Grazie.

(Applausi)