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Cervelli intrattabili: evoluzione in corso | Gianluca Nicoletti | TEDxLakeComo

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    Non è vero che a me
    preoccupa la comunicazione, anzi:
  • 0:10 - 0:12
    la osservo, mi piace.
  • 0:12 - 0:14
    Cosa sto pensando, in questo momento?
  • 0:15 - 0:19
    Che le mie due dimensioni,
    spazio e tempo -- hanno dei limiti.
  • 0:20 - 0:23
    La dimensione temporale
    è limitata dal countdown
  • 0:24 - 0:26
    che mi sta segnando il tempo
    che ho a disposizione.
  • 0:27 - 0:31
    La disposizione, invece,
    di questo cerchio ai miei piedi
  • 0:31 - 0:34
    è il limite della mia dimensione spaziale.
  • 0:35 - 0:38
    Non posso travalicare il limite
    di questo cerchio rosso,
  • 0:38 - 0:41
    perché uscirei dal fuoco delle telecamere
  • 0:42 - 0:44
    e quindi perderei un'occasione unica
  • 0:45 - 0:47
    di lasciare un momento epico
    della mia esistenza
  • 0:47 - 0:50
    che sicuramente mi sopravviverà.
  • 0:51 - 0:56
    Quindi, in questi 15 minuti,
    io sto lasciando qualcosa all'umanità,
  • 0:57 - 1:00
    sto realizzando la mia etica individuale,
  • 1:00 - 1:03
    in un luogo privilegiato,
    senz'altro, senza dubbio,
  • 1:03 - 1:06
    per una storia personale,
    per una professione,
  • 1:06 - 1:09
    per una serie di botte
    di fortuna o di infamità:
  • 1:10 - 1:14
    ho iniziato a fare il giornalista
    con una finta raccomandazione
  • 1:14 - 1:16
    di uno zio arcivescovo
    che non ho mai avuto
  • 1:17 - 1:18
    ma era l'unica maniera che si aveva
  • 1:18 - 1:25
    per poter cercare di ambire
    a varcare i confini dell'azienda pubblica,
  • 1:25 - 1:27
    dove c'era quel cavallo morente.
  • 1:29 - 1:34
    Detto questo, vorrei sfatare innanzitutto
    quello che è un luogo comune:
  • 1:34 - 1:36
    che viviamo nell'epoca
    della comunicazione.
  • 1:37 - 1:38
    No, non è affatto vero:
  • 1:38 - 1:41
    non è la cifra fondamentale
    dell'epoca in cui viviamo,
  • 1:41 - 1:42
    quella che noi comunichiamo.
  • 1:42 - 1:44
    Noi non stiamo comunicando:
  • 1:44 - 1:48
    in realtà, ci stiamo
    semplicemente addestrando
  • 1:48 - 1:52
    a quella che è una fase inconsapevole
    della nostra evoluzione.
  • 1:53 - 1:54
    Cerco di essere più chiaro.
  • 1:56 - 2:00
    Noi - più o meno,
    i miei dati sono del tutto imprecisi,
  • 2:00 - 2:02
    ma faccio il giornalista
    perché amo l'imprecisione,
  • 2:02 - 2:04
    sennò farei lo scienziato -
  • 2:04 - 2:12
    abbiamo più o meno cominciato
    a camminare eretti 20 milioni di anni fa.
  • 2:12 - 2:19
    Poi abbiamo impiegato
    altri 15-17 milioni di anni
  • 2:20 - 2:22
    per diventare uomini a tutti gli effetti.
  • 2:22 - 2:25
    E qual è stato il segno
    della nostra evoluzione?
  • 2:25 - 2:27
    Perché noi siamo stati
    una specie privilegiata,
  • 2:27 - 2:30
    perché siamo qui noi
    a parlare dentro un anfiteatro,
  • 2:30 - 2:31
    e abbiamo pensieri complessi?
  • 2:32 - 2:37
    Per un banalissimo episodio:
    che ci è spuntato il pollice opponibile.
  • 2:38 - 2:40
    L'inizio della nostra evoluzione
    è questo pollice,
  • 2:40 - 2:41
    che io possa fare così,
  • 2:41 - 2:44
    possa schioccare le dita,
    possa avvitare un bullone,
  • 2:44 - 2:47
    possa trasformare la mia mano
    in un utensile
  • 2:47 - 2:49
    e quindi cambiare il mondo attorno a me.
  • 2:50 - 2:54
    Una semplice evoluzione,
    il pollice opponibile,
  • 2:54 - 2:56
    ci rende quello che siamo.
  • 2:56 - 2:58
    Abbiamo cominciato quindi
    a trasformare il mondo,
  • 2:58 - 3:01
    avendo il pollice opponibile
    cambiavamo il mondo,
  • 3:01 - 3:05
    siamo diventati veramente
    gli architetti dell'universo,
  • 3:05 - 3:06
    come dicono i massoni,
  • 3:06 - 3:07
    ma lo siamo a tutti gli effetti
  • 3:07 - 3:11
    perché non ci siamo accontentati
    di cambiare il mondo fisico,
  • 3:12 - 3:13
    abbiamo cominciato anche a costruirci
  • 3:13 - 3:17
    un fantastico mondo
    metafisico, bellissimo,
  • 3:18 - 3:20
    e anche in questo
    noi siamo stati molto bravi:
  • 3:20 - 3:21
    abbiamo sempre immaginato
  • 3:22 - 3:25
    come abbiamo cominciato
    a costruire delle macchine -
  • 3:25 - 3:28
    abbiamo cominciato a costruire
    delle macchine che cambiassero il mondo:
  • 3:28 - 3:30
    la ruota, la leva,
  • 3:30 - 3:33
    e poi, andando avanti
    fino ad arrivare, che ne so,
  • 3:33 - 3:35
    alla vite senza fine, al cardano.
  • 3:35 - 3:38
    [Con] tutti gli attrezzi
    che ci siamo inventati,
  • 3:38 - 3:42
    che via via hanno costruito la tecnologia,
    abbiamo cambiato il nostro mondo.
  • 3:42 - 3:44
    Non abbiamo cambiato
    soltanto il nostro mondo
  • 3:44 - 3:46
    ma anche quello delle idee.
  • 3:46 - 3:49
    Abbiamo cominciato a costruirci
    delle fantastiche architetture
  • 3:49 - 3:52
    per dare possibilità
    di visualizzare o di appoggiare
  • 3:52 - 3:54
    quelli che erano i nostri stati interiori.
  • 3:54 - 3:57
    Per cui abbiamo cominciato
    ad acquisire una sensibilità,
  • 3:58 - 4:00
    e quindi ci siamo costruiti
    degli universi, delle cosmogonie.
  • 4:00 - 4:02
    Abbiamo cominciato a pensare agli dèi,
  • 4:02 - 4:04
    abbiamo cominciato
    a costruire degli idoli.
  • 4:05 - 4:07
    degli idoli che ci somigliassero
    e fossero le nostre metafore,
  • 4:07 - 4:11
    degli idoli che parlavano
    e quindi davano a noi la possibilità
  • 4:11 - 4:14
    di vedere rappresentato, allucinato,
    quello che noi pensavamo di essere.
  • 4:14 - 4:19
    Questo fa sempre parte
    del nostro cammino evolutivo.
  • 4:20 - 4:21
    Noi in questo momento, però,
  • 4:22 - 4:24
    stiamo compiendo
  • 4:25 - 4:27
    in maniera forse inconsapevole,
  • 4:28 - 4:30
    in circa una ventina d'anni,
  • 4:30 - 4:34
    un salto evolutivo
    altrettanto potente per noi
  • 4:34 - 4:35
    come è stato quello
  • 4:35 - 4:38
    che in 17 milioni di anni
    ci ha dato il pollice opponibile.
  • 4:40 - 4:43
    È quello di avere iniziato
    a pensare l'idea
  • 4:43 - 4:47
    che noi potessimo avere
    delle protesi emotive
  • 4:47 - 4:49
    che in qualche maniera andassero
  • 4:49 - 4:51
    oltre quelli che erano
    i limiti dei nostri sensi.
  • 4:52 - 4:55
    Ho un po' sorriso quando qualcuno
    ha detto, prima che iniziassimo:
  • 4:55 - 4:57
    "Spegnete i cellulari!"
  • 4:58 - 5:00
    Come dire: spegnete quello
    che noi abbiamo a disposizione oggi
  • 5:00 - 5:03
    per osservare a tempo reale
    la nostra evoluzione.
  • 5:04 - 5:06
    Noi stiamo cercando alla stessa maniera
  • 5:06 - 5:08
    in cui abbiamo cominciato
    a cambiare il mondo,
  • 5:08 - 5:12
    a cambiare anche la nostra sensibilità,
    a cambiare la nostra percezione
  • 5:14 - 5:18
    degli altri esseri umani,
    della nostra dimensione spazio-temporale,
  • 5:18 - 5:21
    proprio attraverso questo oggetto
    che ognuno di voi ha.
  • 5:21 - 5:24
    Il fatto che ognuno di voi
    ne abbia uno in tasca
  • 5:24 - 5:27
    significa che ormai
    è una protesi irrinunciabile.
  • 5:28 - 5:31
    È soltanto per un mero arcaismo
  • 5:31 - 5:36
    che ancora, noi, mese dopo mese
    vediamo il nuovo modello di smartphone,
  • 5:36 - 5:39
    ci fermiamo rispetto a quello
    che è l'hardware,
  • 5:39 - 5:41
    quello che all'esterno di questo oggetto.
  • 5:41 - 5:43
    In realtà è la sua essenza:
  • 5:43 - 5:48
    la nostra evoluzione
    sarà completa in questa fase
  • 5:48 - 5:50
    quando noi avremo incorporata
  • 5:50 - 5:53
    questa possibilità ulteriore
    di avere degli spazi più ampi
  • 5:53 - 5:55
    rispetto a quelli, limitati,
    dei nostri sensi.
  • 5:55 - 5:58
    Come questo cerchio rosso,
    come quel countdown che segna
  • 5:58 - 6:00
    che mancano 9 minuti
    e 18 secondi alla fine.
  • 6:02 - 6:05
    Questo significa che dobbiamo
    vedere e osservare,
  • 6:05 - 6:07
    essere consapevoli
    che il mondo che stiamo vivendo
  • 6:07 - 6:10
    è un mondo che sta registrando
    il nostro cambiamento,
  • 6:10 - 6:12
    perché noi stiamo cambiando.
  • 6:12 - 6:15
    Come noi siamo cambiati
    con il pollice opponibile,
  • 6:15 - 6:17
    abbiamo cominciato a cambiare
    il nostro mondo,
  • 6:17 - 6:20
    noi stiamo cambiando
    con questa nostra percezione
  • 6:20 - 6:23
    che comunque abbiamo una nuova maniera
    per gestire la socialità.
  • 6:23 - 6:29
    La socialità significa esperienza:
    il nostro cervello muta, cambia,
  • 6:29 - 6:31
    con la relazione con gli altri.
  • 6:31 - 6:34
    Una volta un'amica mia,
    che è una scienziata,
  • 6:34 - 6:36
    mi ha detto:
    "io ti cambio, cambio qualcosa di te".
  • 6:36 - 6:38
    Mi tocca una mano con le unghie:
  • 6:38 - 6:41
    “ora le tue sinapsi
    sono composte in una certa maniera,
  • 6:41 - 6:43
    quindi ti ho cambiato il cervello.
  • 6:43 - 6:45
    Tu hai un cambiamento fisico
    soltanto con una carezza;
  • 6:46 - 6:49
    figuriamoci quanto cambiamo,
    e quanto stiamo cambiando,
  • 6:49 - 6:52
    dallo stress che non eravamo
    abituati a gestire,
  • 6:52 - 6:55
    di avere, non so, 20-30.000
    contatti in un social network.
  • 6:57 - 7:00
    E avere il database organizzato
    di tutte le nostre relazioni,
  • 7:01 - 7:03
    non avere più una gerarchia di relazioni
  • 7:03 - 7:06
    se non un ordine alfabetico
    delle relazioni che noi gestiamo.
  • 7:06 - 7:09
    Beh, questo è fantastico.
    Questo cambierà il mondo.
  • 7:09 - 7:10
    Questo muterà il mondo.
  • 7:10 - 7:13
    A tendere, noi riusciremo
    a incorporare questa facoltà.
  • 7:13 - 7:15
    E come questi occhiali -
    che in realtà sono una protesi:
  • 7:15 - 7:18
    senza occhiali comincio a vedere sfocato
    dalla prima fila in poi,
  • 7:18 - 7:21
    quindi ho una protesi per acuire
    il mio senso della vista -
  • 7:21 - 7:23
    non mi basterebbe
    la vista
  • 7:23 - 7:24
    per gestire 900 persone.
  • 7:24 - 7:26
    Ma quando mai s’è posto, un uomo,
  • 7:26 - 7:28
    il problema di guardare
    in faccia 900 persone?
  • 7:29 - 7:32
    Non ho possibilità fisiche,
    legate ai miei sensi,
  • 7:32 - 7:37
    di gestire i 50.000 contatti
    che magari ho nel mio social network.
  • 7:37 - 7:38
    Quindi ho bisogno di una protesi.
  • 7:38 - 7:40
    Alla fine
    mi comincia a pesare il fatto
  • 7:40 - 7:43
    che sia un oggetto che devo tenere
    fuori dal mio corpo,
  • 7:43 - 7:44
    e lo vorrò dentro.
  • 7:44 - 7:46
    Quella che era la fantastica anticipazione
  • 7:46 - 7:50
    di alcuni performer di body art,
    negli anni ‘70, come Stelarc
  • 7:50 - 7:52
    che si mangiava
    dei piccoli meccanismi dicendo:
  • 7:52 - 7:56
    il corpo umano è pieno di zone vuote,
    bisogna riprogettare il corpo umano.
  • 7:56 - 7:58
    Ma noi stiamo riprogettando
    il corpo umano!
  • 7:59 - 8:02
    Noi stiamo dando corpo
    a una nuova dinastia di esseri umani,
  • 8:02 - 8:04
    anche cambiando le fattezze fisiche.
  • 8:04 - 8:06
    Le nostre dimensioni corporee,
  • 8:06 - 8:11
    la nostra espressione mutava
    secondo l’uso che facevamo dell'ambiente:
  • 8:11 - 8:14
    camminavamo tanto, ci venivano
    delle gambe lunghe e affusolate;
  • 8:14 - 8:18
    stiamo molto seduti, diventiamo sedentari
    e ci viene la gastrite.
  • 8:18 - 8:21
    Ma, artificialmente, abbiamo capito
    che può essere cambiato.
  • 8:21 - 8:26
    Ma figuriamoci, non c'è più il tabù
    dell’incorporamento di oggetti estranei,
  • 8:26 - 8:28
    della tecnologia che entra
    nel nostro corpo.
  • 8:28 - 8:29
    Ma che male c'è?
  • 8:29 - 8:31
    Mi fa male un ginocchio?
  • 8:31 - 8:33
    Mi dicono, tra qualche anno
    metterai la protesi.
  • 8:33 - 8:36
    Sì, metterò una cosa al vanadio qua,
    e chi se ne importa.
  • 8:36 - 8:37
    Rischia di scoppiare il cuore?
  • 8:37 - 8:40
    Mi metteranno un po' di valvole,
    siamo abituati.
  • 8:40 - 8:43
    Ma siamo abituati non soltanto
    all'avanguardia nel nostro pensiero:
  • 8:43 - 8:44
    tutti sono abituati!
  • 8:44 - 8:46
    Una persona anziana sa
    che se ha un problema cardiaco
  • 8:46 - 8:49
    gli mettono dei bypass, delle valvoline
    e continua a vivere.
  • 8:49 - 8:51
    Quindi è già superato, il tabù:
  • 8:51 - 8:54
    non esiste più una differenza
    tra organico e inorganico,
  • 8:54 - 8:57
    anzi l’inorganico entra tranquillamente
    a far parte del nostro corpo,
  • 8:57 - 8:58
    della nostra esperienza.
  • 8:59 - 9:01
    Ci sono anche altre mutazioni, però.
  • 9:01 - 9:06
    Mutazioni che in realtà
    avvengono proprio per usi sociali.
  • 9:07 - 9:10
    Un'altra importante mutazione
    che abbiamo avuto
  • 9:10 - 9:12
    è la perdita del baculum.
  • 9:12 - 9:14
    Il baculum è l'osso penico,
  • 9:14 - 9:16
    che una volta era importante
    perché eravamo poligami,
  • 9:16 - 9:21
    c’erano tante donne e ci serviva
    un attrezzo sempre a disposizione.
  • 9:21 - 9:24
    Poi siamo diventati monogami,
    abbiamo cambiato le nostre abitudini
  • 9:24 - 9:27
    e mi pare che un milione
    e mezzo di anni fa
  • 9:27 - 9:28
    abbiamo perso il baculum.
  • 9:28 - 9:31
    Lo mantengono alcuni primati,
    l'uomo non ce l'ha più.
  • 9:31 - 9:33
    Quindi, un uso sociale
    ha cambiato il nostro corpo.
  • 9:33 - 9:35
    E perché non dovrebbe
    cambiare il nostro corpo
  • 9:35 - 9:37
    un uso sociale come quello di avere
  • 9:37 - 9:40
    la nostra possibilità
    di relazionarci allargata?
  • 9:41 - 9:45
    Questo ha sempre appassionato, diciamo,
    i miei ultimi anni di attenzione.
  • 9:45 - 9:47
    Per tanti anni
    ho osservato la televisione,
  • 9:47 - 9:49
    il mio compito era appunto,
  • 9:49 - 9:52
    come ha detto la persona
    che mi ha introdotto,
  • 9:52 - 9:53
    di fare il massmediologo.
  • 9:53 - 9:55
    Un termine
    che mi è sempre sembrato odioso,
  • 9:55 - 9:58
    anche perché avevo l'impressione
    di osservare una realtà transeunte
  • 9:58 - 10:01
    che non era possibile codificare
    in un sistema scientifico.
  • 10:01 - 10:04
    La comunicazione...
    noi cambiamo continuamente,
  • 10:04 - 10:06
    non puoi dire cosa sia la comunicazione!
  • 10:06 - 10:09
    Quando nacquero le prime facoltà
    di Scienza della Comunicazione,
  • 10:09 - 10:10
    ridevo: ma scienza di che?
  • 10:10 - 10:13
    Questi studiavano televisione,
    i soloni spiegavano cos'è la televisione.
  • 10:13 - 10:15
    La televisione oggi non esiste più:
  • 10:15 - 10:19
    quando la osservavo io
    una decina d'anni fa già dicevo:
  • 10:19 - 10:20
    sì, è un Medium.
  • 10:20 - 10:21
    Ma perché è un Medium?
  • 10:21 - 10:24
    È un Medium nell'accezione
    primaria di questo termine:
  • 10:24 - 10:27
    è un evocatore di realtà fantasmatiche.
  • 10:27 - 10:29
    La televisione non è importante.
  • 10:29 - 10:31
    Non ci fa vedere nulla,
    non ci ha fatto evolvere,
  • 10:31 - 10:34
    non è l'oggetto
    che cambierà la nostra vita.
  • 10:34 - 10:37
    Lasciatelo dire quello alle vestali
    che ogni giorno si strappano i capelli,
  • 10:37 - 10:39
    dicono: "Ah, come cambia il mondo,
  • 10:39 - 10:41
    la cattiva televisione,
    la buona televisione..."
  • 10:41 - 10:43
    Non esiste, roba passata.
  • 10:43 - 10:45
    È un Medium, è servito
    per un certo periodo
  • 10:45 - 10:49
    a farci vedere
    una realtà di oltretomba
  • 10:49 - 10:50
    in cui tutti ambivano ad entrare.
  • 10:50 - 10:56
    Era l'addestratore, alla concezione,
    alla percezione della protesi emotiva.
  • 10:56 - 10:59
    La televisione altro
    non ha fatto poi, alla fine,
  • 10:59 - 11:02
    che osservare l'umanità
    e non inventarsi più nulla.
  • 11:02 - 11:08
    La televisione non è più assimilabile
    a una realtà come la poesia, la narrativa:
  • 11:08 - 11:11
    no, per la televisione --
    la televisione generalista, parlo:
  • 11:12 - 11:15
    la televisione dei telefilm
    è un'altra cosa,
  • 11:15 - 11:18
    è una trasposizione del teatro,
    è il teatro a casa.
  • 11:18 - 11:21
    La televisione non ha fatto altro
    che osservare la realtà
  • 11:21 - 11:22
    e cominciare a dimostrare
  • 11:22 - 11:25
    che le persone che la guardavano
    entravano all'interno del suo spettacolo.
  • 11:26 - 11:30
    Benissimo, tutto questo l'ho fatto
    per una parte importante della mia vita
  • 11:30 - 11:33
    quindi osservavo la comunicazione,
    osservavo i mezzi di comunicazione,
  • 11:33 - 11:36
    dicevo: abbiamo queste protesi emotive
    incorporate dentro di noi.
  • 11:36 - 11:38
    Che bello, comunicheremo tanto.
  • 11:38 - 11:40
    Voglio studiare, capire, immaginare.
  • 11:40 - 11:42
    Volevo essere avanti rispetto agli altri,
  • 11:42 - 11:44
    capire cosa sarebbe successo
    il giorno dopo.
  • 11:44 - 11:46
    Poi improvvisamente nella mia vita
  • 11:46 - 11:48
    è accaduto che mi è nato
    un figlio autistico.
  • 11:48 - 11:51
    Perlomeno, ho avuto la percezione
    di avere un figlio autistico.
  • 11:51 - 11:54
    Un essere umano che ha
    un problema di comunicazione:
  • 11:54 - 11:58
    la totale incomunicabilità,
    o la radicale incomunicabilità.
  • 11:58 - 12:00
    Che dovevo fare, a quel punto lì?
  • 12:00 - 12:03
    Avevo due strade: una strada è quella
  • 12:03 - 12:05
    che la maggior parte,
    ahimè, delle famiglie
  • 12:05 - 12:07
    che hanno un ragazzo autistico
    fanno in Italia:
  • 12:07 - 12:12
    sono tante, perché statisticamente ormai
    nasce un autistico ogni 100 bambini,
  • 12:12 - 12:14
    quindi qualcosa sta cambiando comunque.
  • 12:14 - 12:18
    Ho cominciato a osservare il mondo
    visto da una persona che non comunicava,
  • 12:18 - 12:20
    e ho capito qualcosa
    di fondamentale, in realtà.
  • 12:20 - 12:22
    Noi ci stiamo evolvendo,
  • 12:22 - 12:24
    e le persone che non comunicano
  • 12:24 - 12:28
    non sono altro che l'anticipazione
    della nostra fase futura dell'evoluzione.
  • 12:28 - 12:30
    E stranamente, su queste persone
  • 12:30 - 12:32
    si è creata una sorta
    di guerra di religione:
  • 12:32 - 12:35
    oggi l'autismo, la neurodiversità,
  • 12:35 - 12:38
    è al centro di una sorta
    di nuovo movimento di rivolta:
  • 12:38 - 12:40
    cosa fate ai nostri bambini?!
  • 12:40 - 12:42
    Li vaccinate, li fate
    diventare tutti autistici?
  • 12:42 - 12:45
    Dio mio, che succederà?
    Non comunicheranno più!
  • 12:45 - 12:47
    Ci toglierete questa facoltà fantastica
  • 12:47 - 12:49
    che tutti noi possiamo
    esprimere un'opinione:
  • 12:49 - 12:52
    abbiamo uno smartphone
    e nei social network,
  • 12:52 - 12:55
    anche se siamo radicalmente
    degli analfabeti funzionali,
  • 12:55 - 12:56
    possiamo dire quello che vogliamo.
  • 12:56 - 12:59
    Quindi la paura è che quella
  • 12:59 - 13:03
    che viene considerata la nuova frontiera
    del potere ottuso e assoluto
  • 13:03 - 13:04
    che è la scienza,
  • 13:05 - 13:07
    questa modesta cosa
    che ci ha fatto evolvere,
  • 13:07 - 13:09
    che fa sì che voi
    state qua in buona salute,
  • 13:09 - 13:11
    che ci siano delle luci,
    che io possa parlare,
  • 13:11 - 13:13
    che lascerò questa fetta della mia vita
  • 13:13 - 13:17
    dove potrà continuare a parlare
    quando non ci sarò più,
  • 13:17 - 13:19
    è diventato il grande spauracchio.
  • 13:19 - 13:21
    E l'oggetto dello spauracchio
    sono proprio i bambini:
  • 13:21 - 13:23
    ci fate morire i nostri bambini!
  • 13:23 - 13:27
    Ma guardate che c'è sempre stata una paura
    verso quelli che mangiavano i bambini.
  • 13:27 - 13:31
    Il primo pregiudizio verso gli Ebrei
    era che ammazzassero i bambini
  • 13:31 - 13:33
    per berne il sangue,
    e fare dei loro rituali.
  • 13:34 - 13:36
    E ho cominciato a studiare
    la non comunicazione,
  • 13:36 - 13:38
    ho cominciato a spiegare a queste persone
  • 13:38 - 13:42
    che non è che ci sono delle cause esterne,
    cattivi che avvelenano i vostri bambini
  • 13:42 - 13:45
    o avvelenano voi con i vaccini,
    o con un'infinità di altre cose.
  • 13:45 - 13:48
    No: i nostri figli sono così
    perché noi siamo così.
  • 13:48 - 13:51
    Ce l'abbiamo già noi dentro
    il nostro patrimonio genetico.
  • 13:51 - 13:53
    Per fare questo,
    dimostrare questo, cosa ho fatto?
  • 13:53 - 13:55
    Ho passato due mesi della mia vita
  • 13:55 - 13:58
    a farmi diagnosticare
    la percentuale che ho di autismo.
  • 13:58 - 14:01
    E ho una forte percentuale di autismo,
    che riesco a gestire.
  • 14:01 - 14:04
    Sono autistico, fortemente autistico.
  • 14:04 - 14:07
    Quindi in me già vedo la possibilità
    di questa nuova evoluzione.
  • 14:07 - 14:10
    Quale sarà la nuova società?
    La società degli autistici.
  • 14:10 - 14:12
    Non saranno persone
    che non comunicheranno:
  • 14:12 - 14:15
    avranno una comunicazione diversa,
    più selettiva.
  • 14:15 - 14:16
    Abbandoneranno alcuni cascami
  • 14:16 - 14:19
    che in questo momento limitano
    la nostra esistenza:
  • 14:19 - 14:22
    l'emotività, la personalità,
    la famiglia, tutte queste cose.
  • 14:22 - 14:25
    Certo, c'è un lato in questo
    abbastanza negativo,
  • 14:26 - 14:30
    proprio riguardo appunto
    alla delimitazione del proprio tempo,
  • 14:30 - 14:31
    alla sopravvivenza.
  • 14:31 - 14:34
    La mia vera angoscia è che avrò
    un figlio che mi sopravviverà.
  • 14:35 - 14:38
    E questo sembra paradossale,
    ma non ci dormo la notte.
  • 14:38 - 14:40
    È assolutamente contro natura avere paura
  • 14:40 - 14:42
    di un figlio che sopravvive.
  • 14:42 - 14:44
    Perché? Perché avrò un figlio
    con un cervello diverso
  • 14:44 - 14:47
    in una società che dà valore
    soltanto al cervello omologato.
  • 14:47 - 14:51
    E quindi quello che riuscirò a fare,
    in questo lasso di tempo,
  • 14:51 - 14:54
    da quando uscirò da questo cerchio
    che delimita il mio spazio,
  • 14:54 - 14:57
    e quando arriverà a zero il timer
    che delimita il mio tempo,
  • 14:57 - 15:01
    è cercare il più possibile di lanciare
    l'orgoglio per i cervelli diversi.
  • 15:01 - 15:04
    Il mio sarà un coming-out:
    io ho un cervello diverso.
  • 15:04 - 15:06
    Sono matto, e allora? Cos'è?
  • 15:06 - 15:08
    La nuova società sarà fatta
    di matti come me.
  • 15:08 - 15:09
    Sarà una società diversa,
  • 15:09 - 15:13
    molto più leggera, meno legata
    alle tradizioni, alle convenzioni,
  • 15:13 - 15:15
    alle paure, alle superstizioni.
  • 15:15 - 15:15
    Sarà più efficiente.
  • 15:17 - 15:19
    (Applausi)
Title:
Cervelli intrattabili: evoluzione in corso | Gianluca Nicoletti | TEDxLakeComo
Description:

Scrittore, giornalista, conduttore televisivo e radiofonico. Nato a Perugia a metà degli anni '50, dove rimane prigioniero, bloccato in vicoli medievali e sogni di gloria, fino agli anni '80, quando finalmente emigra a Roma con una falsa lettera di raccomandazione concessa da uno zio arcivescovo che non era mai esistito. Sfoggia le sue abilità e inizia a lavorare alla RAI. Nei primi anni del nuovo millennio ha una carriera sorprendente finché non lascia il lavoro come direttore. Poi inizia a scrivere di tutto, soprattutto "protesi emotive," su quello che accade intorno a lui e su Tommy, suo figlio autistico che diventa la sua ombra. Recentemente, ha cominciato a riflettere su cosa fare quando Tommy rimarrà orfano.

Questo intervento è stato tenuto in un evento TEDx utilizzando il formato della conferenza TED, ma organizzato in modo indipendente da una comunità locale. Ulteriori informazioni su https://www.ted.com/tedx

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Video Language:
Italian
Team:
closed TED
Project:
TEDxTalks
Duration:
15:23

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