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Shekhar Kapur: Siamo le storie che ci raccontiamo

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    Mi chiesero di girare questo film intitolato "Elizabeth"
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    Si tratta di questa grande icona Inglese,
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    "E' una donna fantastica. Fa qualsiasi cosa.
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    Ma come la possiamo presentare?"
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    Facemmo un giro di tavolo allo studio cinematografico con i produttori e lo scrittore
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    e loro vennero da me dicendo, "Shekhar, cosa ne pensi?"
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    E ho detto, "Penso che stia danzando"
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    E tutti iniziarono a fissarmi,
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    qualcuno disse, "Bollywood"
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    Qualcun'altro, "Quant'è che lo paghiamo?"
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    E il terzo disse, "Cerchiamoci un altro regista"
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    E io pensai che mi conveniva cambiare idea.
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    Discutemmo molto su come presentare Elizabeth,
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    e io fui d'accordo che forse ero troppo stile "Bollywood".
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    Forse Elizabeth, questa grande icona, che danza?
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    Cosa stai dicendo?
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    Quindi ripensai all'intera faccenda,
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    e giungemmo ad un compromesso.
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    Ed ecco l'introduzione di questa
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    grande icona Britannica chiamata "Elizabeth"
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    Leicester: Posso unirmi a voi, signora?
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    Elizabeth: Se vi fa piacere, signore.
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    (Musica)
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    Shekhar Kapur: Quindi stava ballando.
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    Delle tante persone che hanno visto il film, chi non ha colto
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    che era una donna innamorata,
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    che era completamente innocente
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    o non ha notato la grande gioia nella sua vita, e quanto fosse giovanile?
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    Quanti di voi non hanno colto tutto ciò?
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    Questo è il potere della narrazione visiva.
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    Questo è il potere del ballo. Questo è il potere della musica.
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    Il potere di non sapere.
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    Quando devo dirigere un film,
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    ogni giorno ci prepariamo troppo, pensiamo troppo.
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    La conoscenza diventa un ostacolo alla saggezza.
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    Parole semplici si perdono
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    nelle sabbie mobili dell'esperienza.
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    Quindi quando mi chiedo "Cosa faccio oggi?"
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    So che non farò quello che avevo previsto di fare,
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    e mi immergerò nel panico assoluto.
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    E' il mio modo di sbarazzarmi della mia mente,
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    di disfarmi di questa mente che dice,
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    Tu sai cosa stai facendo. Sai esattamente quello che stai facendo.
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    Sei un regista, lo hai fatto per anni"
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    Questo è il mio obiettivo
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    scatenare il panico più completo.
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    E' un gesto simbolico. Strapperò la sceneggiatura.
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    Vado avanti e vado nel panico. Mi spavento.
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    Lo sto facendo proprio ora. Mi vedete. Sto diventando nervoso.
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    Non so cosa dire. Non so cosa sto facendo. Non voglio che accada.
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    E mentre accade, ovviamente, il mio assistente mi dice,
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    "Lei sa cosa deve fare, signore" E io dico "Certo"
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    E i dirigenti degli studio di produzione direbbero,
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    "Hey, guarda Shekhar. E' assolutamente preparato"
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    E io invece mi sono limitato ad ascoltare le canzoni di Nusrat Fateh Ali Khan
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    perchè il suo stile è caotico.
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    Mi lascio immergere nel caos
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    perché dal caos, spero che vengano fuori momenti di verità.
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    Qualsiasi tipo di preparazione è preparazione.
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    Non so se sia onesto.
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    Non so nemmeno se sia sincero.
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    La verità viene fuori sul momento, in maniera organica,
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    e se ottenete cinque grandi momenti
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    di grande materiale
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    nella vostra narrazione, nel film,
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    il pubblico lo capirà.
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    Cerco quindi questi momenti, e sono li
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    e dico, "Non so cosa [...].
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    Quindi, alla fine, tutti ti guardano,
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    200 persone alle sette del mattino,
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    che sono arrivate li alle 6.45, e tu sei arrivato alle sette,
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    e tutti che dicono,
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    "Allora. Qual è la prima cosa? Cosa si fa?"
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    E entri in uno stato di panico
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    dove non lo sai, veramente non lo sai.
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    E quindi, visto che non sai,
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    preghi e chiedi all'universo
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    che qualcosa -- cercherò di entrare in contatto con l'universo
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    come Einstein -- dirò una preghiera --
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    ha avuto accesso alle sue equazioni --
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    la stessa fonte -- sto cercando la stessa fonte
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    perché la creatività proviene dalla stessa fonte
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    dal meditare in un luogo al di fuori di voi stessi,
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    fuori dall'universo.
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    State cercando qualcosa che vi colpisca.
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    Finché qualcosa non vi colpisce, non farete mai la prima mossa.
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    Quindi cosa fate?
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    Quindi Kate dice, "Shekhar, cosa vuoi che faccia?"
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    E io, "Kate, tu cosa vuoi fare?" (Risate)
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    "Sei una grande attrice, e mi piace dare ai miei attori.
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    Perché non mi mostri quello che vuoi fare."
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    (Risate)
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    Cosa sto facendo? Sto cercando di prendere tempo.
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    Prendo tempo.
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    Quindi la prima cosa che ho imparato sulla narrazione,
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    e che seguo sempre è: panico.
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    Il panico è la porta d'accesso alla creatività
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    perchè è l'unico modo di
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    sbarazzarsi della propria mente.
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    Uscirne fuori.
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    E entrare nell'universo perché
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    c'è qualcosa la fuori di più
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    sincero della vostra mente,
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    qualcosa di più vero del vostro universo.
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    [...], lo dicevate proprio ieri. Lo sto solo ripetendo
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    perché questo è ciò che seguo costantemente
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    per trovare il "shunyata" da qualche parte, il vuoto.
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    Dal vuoto nasce un momento di creatività.
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    Quindi questo è quello che faccio.
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    Quand'ero ragazzo -- avevo più o meno otto anni.
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    Vi ricordate com'era l'India. Non c'era inquinamento.
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    Vivevamo a Delhi -- lo chiamavamo un khota o il khota
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    Khota ora è una parolaccia. Era il loro terrazzo --
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    dove dormivamo fuori la notte.
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    A scuola mi insegnavano fisica,
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    e mi hanno insegnato che
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    se qualcosa esiste
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    allora è misurabile.
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    Se non è misurabile,
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    non esiste.
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    E la notte ero sdraiato fuori, guardavo il cielo limpido
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    com'era Delhi all'epoca, quand'ero ragazzo,
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    e guardavo l'universo e dicevo,
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    "Quanto è grande l'universo?"
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    Mio padre era un dottore.
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    E dicevo, "Papà, quant'è grande l'universo?"
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    E lui diceva, "Figlio mio, è infinito"
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    E io, "Per favore che dimensione ha 'l'infinito'
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    perché a scuola ci stanno insegnando che
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    se non lo posso misurare, non esiste.
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    Non rientra nei miei parametri di riferimento"
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    Quindi, quanto va lontano l'eternità?
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    Cosa significa 'per sempre'?
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    Ed ero li sdraiato nella notte a piangere
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    perché la mia immaginazione non raggiungeva la creatività.
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    Quindi cos'ho fatto?
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    All'epoca, alla tenera età di sette anni,
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    creai una storia.
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    Qual era la mia storia?
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    Non so perché, ma ricordo la storia.
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    C'era un taglialegna
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    che stava per prendere la sua ascia e spaccare un pezzo di legno,
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    e l'intera galassia è un atomo di quell'ascia.
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    E quando l'ascia colpisce il tronco,
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    tutto viene distrutto
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    e si riproduce il big bang.
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    Ma prima di tutto ciò c'era un taglialegna.
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    E uscendo dalla storia,
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    immaginavo che l'universo del taglialegna
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    fosse un atomo dell'ascia di un altro taglialegna.
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    Quindi, potevo raccontare la storia ancora e ancora
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    e riproporre il problema,
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    e quindi ho riproposto il problema.
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    Come ho fatto? Raccontando una storia.
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    Quindi cos'è una storia?
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    La storia siamo tutti noi.
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    Siamo le storia che ci raccontiamo.
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    In quest'universo, e questa esistenza,
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    dove viviamo con questa dualità:
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    esistiamo o non esistiamo?
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    e chi siamo?
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    le storie che raccontiamo a noi stessi sono le storie
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    che definiscono le potenzialità
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    della nostra esistenza.
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    Siamo le storie che ci raccontiamo.
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    E questa è l'ampiezza con cui vediamo le storie.
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    Una storia è la relazione
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    che si sviluppa tra chi siete,
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    o chi siete potenzialmente,
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    e il mondo infinito, e questa è la nostra mitologia.
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    Raccontiamo le nostre storie,
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    e una persona senza una storia non esiste.
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    Einstein ha raccontato una storia
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    e ha seguito le sue storie, ha creato teorie
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    e se ne è uscito con le sue equazioni.
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    Alessandro Magno aveva una storia che gli raccontava sua madre,
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    ed è andato alla conquista del mondo.
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    Tutti noi abbiamo una storia che seguiamo.
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    Ci raccontiamo storie.
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    E non è tutto,
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    racconto una storia, e quindi esisto.
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    Esisto perché ci sono storie,
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    e se non ci sono storie, non esistiamo.
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    Creiamo storie per definire la nostra esistenza.
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    Se non creassimo storie,
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    probabilmente diventeremmo matti.
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    Non so. Non sono sicuro, ma è quello che ho sempre fatto.
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    Ora, un film.
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    Un film racconta una storia.
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    Mi chiedo sempre quando giro un film -- sto pensando di fare un film su Buddha --
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    e mi chiedo sempre: Se Buddha avesse tutti gli elementi
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    che vengono dati a un regista,
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    se avesse la musica, gli effetti visivi, una videocamera,
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    capiremmo meglio il Buddismo?
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    Sono domande di un certo peso.
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    Devo raccontare una storia
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    in una forma molto più elaborata,
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    ma ho il potenziale.
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    si chiama "messaggio implicito".
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    Quando sono andato a Hollywood per la prima volta, mi hanno detto --
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    parlavo sempre di messaggio implicito, e il mio agente è venuto da me,
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    "Gentilmente potresti evitare di parlare di messaggi impliciti?"
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    E io ho detto,"Perché?" E lui, "Perchè nessuno ti farà mai fare un film
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    se parli di messaggi impliciti.
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    Parla solo della trama
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    e racconta di come girerai magnificamente il film,
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    come sarà l'effetto visivo"
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    Quindi quando penso a un film,
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    ecco cosa si cerca,
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    si cerca una storia a livello di trama,
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    e poi si cerca una storia
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    a livello psicologico,
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    poi si cerca una storia a livello politico,
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    poi si vede una storia
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    a livello mitologico.
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    E cerco storie a ogni livello.
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    Ora, non è necessario
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    che queste storie vadano d'accordo.
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    E' meraviglioso che,
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    le storie si contraddicano tra di loro.
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    Quando lavoro con Rahman che è un grande musicista,
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    gli dico spesso, "Non seguire ciò che già dice la sceneggiatura.
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    Trovaci quello che non c'è.
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    Trova la tua verità.
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    e quando trovi la tua verità,
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    ci sarà una verità, che potrebbe contraddire la trama,
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    ma non te ne preoccupare"
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    Così, il sequel di "Elizabeth", "Golden Age"
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    Quando ho fatto il sequel di "Elizabeth", c'era una storia che
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    lo sceneggiatore voleva raccontare.
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    Una donna minacciata
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    da Filippo II
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    che stava per entrare in guerra,
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    che si è innamorata di Walter Raleigh.
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    Siccome si è innamorata di Walter Raleigh,
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    stava per abbandonare tutte le ragioni per cui era regina.
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    E poi Walter Raleigh
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    si è innamorato della dama di corte di Elizabeth,
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    e lei ha dovuto decidere se voleva essere una regina che andava in guerra
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    o se voleva...
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    Ecco la storia da raccontare.
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    Gli Dei lassu.
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    C'erano due persone.
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    C'era Filipo II, che era divino
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    perché pregava sempre,
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    e c'era Elizabeth, che era divina,
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    ma non così tanto perché lei pensava di essere divina,
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    ma il sangue mortale scorreva dentro di lei.
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    Ma il divino era ingiusto,
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    e gli Dei hanno detto,
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    "Ok. Quello che dobbiamo fare è
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    aiutare colui che e' giusto."
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    E quindi aiutarono il giusto.
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    E quello che hanno fatto, è stato mandare giù Walter Raleigh
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    per separare fisicamente il corpo mortale di lei
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    dal suo spirito.
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    E il corpo mortale era la ragazza
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    per cui è stato mandato Walter Raleigh,
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    e gradualmente li ha separati
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    così che lei fosse libera di essere divina.
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    E le due persone divine combatterono,
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    e gli Dei erano dalla parte della divinità.
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    Certo, tutta la stampa Britannica si è infuriata.
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    Hanno detto, "Abbiamo battuto l'Armada"
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    Invece ho detto "La tempesta ha abbattuto l'Armada.
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    Gli Dei hanno mandato la tempesta"
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    Quindi cosa stavo facendo?
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    Stavo cercando una ragione mitologica
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    per creare il film.
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    Certo, quando ho chiesto a Kate Blanchett, "Di cosa parla il film?"
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    Mi ha detto, "Il film tratta di una donna
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    che accetta il fatto di diventare vecchia"
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    Psicologico.
  • 12:05 - 12:08
    Lo sceneggiatore dice che si tratta di storia, una trama.
  • 12:08 - 12:10
    Io dico che tratta di mitologia,
  • 12:10 - 12:12
    gli Dei.
  • 12:12 - 12:14
    Quindi lasciatemi mostrare un film --
  • 12:14 - 12:16
    uno spezzone da quel film --
  • 12:16 - 12:18
    e come una cinepresa --
  • 12:18 - 12:20
    questa è una scena, dove nella mia mente,
  • 12:20 - 12:23
    lei raggiungeva la più profonda consapevolezza della mortalità.
  • 12:23 - 12:26
    Stava scoprendo ciò che significa la mortalità,
  • 12:26 - 12:29
    e se si trova nel più profondo della mortalità,
  • 12:29 - 12:31
    ciò che succede realmente.
  • 12:31 - 12:33
    E comincia a riconoscere i pericoli della mortalità
  • 12:33 - 12:36
    e perché dovrebbe allontanarsi dalla mortalità.
  • 12:36 - 12:38
    Ricordate, nel film, per me,
  • 12:38 - 12:40
    lei e la sua dama di corte
  • 12:40 - 12:42
    erano parte dello stesso corpo,
  • 12:42 - 12:44
    l'una l'essere mortale
  • 12:44 - 12:47
    e l'altra lo spirito.
  • 12:47 - 12:49
    Possiamo passare a quello spezzone?
  • 12:49 - 12:51
    (Musica)
  • 12:51 - 12:53
    Elizabeth: Bess?
  • 12:55 - 12:57
    Bess?
  • 12:58 - 13:00
    Bess Throckmorton?
  • 13:05 - 13:07
    Bess: Sono qui, mia signora.
  • 13:07 - 13:09
    Elizabeth: Dimmi se è vero
  • 13:09 - 13:12
    E' vero che sei incinta?
  • 13:13 - 13:15
    E' vero o no che sei incinta?
  • 13:15 - 13:17
    Bess: Si, mia Signora.
  • 13:17 - 13:20
    Elizabeth: Sei una traditrice.
  • 13:20 - 13:22
    Come hai osato tenermelo segreto?
  • 13:22 - 13:25
    Devi chiedere il mio permesso persino
  • 13:25 - 13:27
    prima di respirare!
  • 13:27 - 13:29
    Le mie cagne portano il mio collare.
  • 13:29 - 13:31
    Hai capito o no? Hai capito cosa ho detto?
  • 13:31 - 13:34
    Walsingham: Maestà. Vi prego, contegno. Pietà.
  • 13:34 - 13:37
    Elizabeth: questo non è il momento di avere pietà, Walsingham.
  • 13:37 - 13:40
    Andate da quel traditore di vostro fratello e lasciatemi ai miei affari.
  • 13:40 - 13:42
    E' suo?
  • 13:42 - 13:45
    Dimmelo. Il bambino è suo? E' suo?
  • 13:45 - 13:47
    Bess: Si.
  • 13:47 - 13:49
    Mia Signora,
  • 13:49 - 13:52
    è il figlio di mio marito.
  • 13:54 - 13:57
    (Pianti)
  • 13:57 - 13:59
    Raleigh: Maestà.
  • 13:59 - 14:02
    Quella che vedo non è la regina che amo e servo.
  • 14:07 - 14:10
    Elizabeth: Quest'uomo ha sedotto una protetta della regina,
  • 14:10 - 14:13
    e lei lo ha sposato senza il consenso reale.
  • 14:14 - 14:17
    Queste offese sono punite dalla legge. Arrestatelo!
  • 14:18 - 14:20
    Andate.
  • 14:24 - 14:27
    Da questo momento non siete più sotto la mia tutela.
  • 14:28 - 14:31
    Bess: Come desiderate, Maestà.
  • 14:31 - 14:34
    Elizabeth: Va via. Va via.
  • 14:38 - 14:40
    Va via.
  • 14:40 - 14:43
    (Musica)
  • 15:01 - 15:04
    Shekhar Kapur: Quindi, cosa sto cercando di fare qui?
  • 15:05 - 15:07
    Elizabeth si è resa conto,
  • 15:07 - 15:09
    ed è ora faccia a faccia
  • 15:09 - 15:11
    con il suo proprio senso di gelosia,
  • 15:11 - 15:13
    il suo proprio senso di mortalità.
  • 15:13 - 15:16
    Cosa sto facendo con l'architettura?
  • 15:16 - 15:18
    L'architettura ci sta raccontando una storia.
  • 15:18 - 15:20
    L'architettura ci racconta una storia
  • 15:20 - 15:22
    su come, anche se è la donna più potente
  • 15:22 - 15:24
    del mondo in quel periodo,
  • 15:24 - 15:27
    c'è dell'altro, l'architettura è più grande.
  • 15:28 - 15:30
    La pietra è più grande di lei perché la pietra è inorganica.
  • 15:30 - 15:32
    Le sopravviverà.
  • 15:32 - 15:35
    Quindi vi sta dicendo, secondo me, che la pietra è parte del suo destino.
  • 15:36 - 15:39
    Non solo questo, perché la telecamera guarda in basso?
  • 15:39 - 15:42
    La telecamera guarda dall'alto perché lei è come in un "pozzo".
  • 15:42 - 15:44
    E' nel pozzo profondo
  • 15:44 - 15:47
    del suo sentirsi un essere mortale.
  • 15:47 - 15:50
    Ecco perché deve tirarsi fuori
  • 15:50 - 15:52
    dalla più profonda mortalità,
  • 15:52 - 15:54
    lasciare libero lo spirito.
  • 15:54 - 15:56
    E questo è il momento in cui, nella mia mente,
  • 15:56 - 15:59
    Elizabeth e Bess sono la stessa persona.
  • 15:59 - 16:01
    Ma questo è il momento in cui
  • 16:01 - 16:04
    vengono "chirurgicamente" separate.
  • 16:04 - 16:06
    Quindi il film lavora
  • 16:06 - 16:08
    su molti livelli in questa scena.
  • 16:08 - 16:10
    E come raccontiamo storie
  • 16:10 - 16:13
    visivamente, con la musica, con gli attori,
  • 16:13 - 16:15
    ad ogni livello ci sono significati diversi
  • 16:15 - 16:18
    qualche volta anche contradditori tra di loro.
  • 16:19 - 16:24
    Come inizio tutto questo?
  • 16:24 - 16:27
    Qual è il processo per raccontare una storia?
  • 16:27 - 16:29
    Dieci anni fa,
  • 16:29 - 16:32
    ho sentito questa cosa da un politico,
  • 16:32 - 16:35
    non molto rispettato in India.
  • 16:35 - 16:38
    E diceva che le persone nelle città,
  • 16:38 - 16:42
    con uno scarico d'acqua, consumano tanta acqua
  • 16:42 - 16:44
    quanta quella che persone in aree rurali
  • 16:44 - 16:47
    possano mai avere in due giorni.
  • 16:47 - 16:50
    Ha toccato il tasto giusto, e ho detto, "E' vero"
  • 16:50 - 16:52
    Sono andato a trovare un amico,
  • 16:52 - 16:54
    e mi ha fatto aspettare
  • 16:54 - 16:56
    nel suo appartamento a Malabar Hill
  • 16:56 - 16:58
    al ventesimo piano,
  • 16:58 - 17:00
    che è una zona molto agiata di Mumbai.
  • 17:00 - 17:02
    E stava facendo una doccia da 20 minuti.
  • 17:02 - 17:04
    Mi sono stufato e sono venuto via, e uscendo,
  • 17:04 - 17:06
    ho guidato attraverso i quartieri poveri di Bombay,
  • 17:06 - 17:08
    come facevo sempre,
  • 17:08 - 17:10
    e in un mezzogiorno afoso ho visto file e file
  • 17:10 - 17:13
    di donne e bambini con secchi
  • 17:13 - 17:15
    in attesa che arrivasse una cisterna
  • 17:15 - 17:17
    che gli portasse l'acqua.
  • 17:17 - 17:19
    E un'idea ha cominciato a germogliare.
  • 17:19 - 17:21
    Tutto questo come diventa una storia?
  • 17:21 - 17:24
    Improvvisamente ho realizzato che stavamo andando incontro a un disastro.
  • 17:24 - 17:26
    Il mio film successivo è stato "Paani"
  • 17:26 - 17:28
    che vuol dire acqua.
  • 17:28 - 17:30
    E ora, al di la della mitologia,
  • 17:30 - 17:32
    Sto cominciando a creare un mondo.
  • 17:32 - 17:34
    Che tipo di mondo sto creando,
  • 17:34 - 17:37
    e da dove viene l'idea e il progetto?
  • 17:37 - 17:39
    Quindi, nella mia testa, nel futuro,
  • 17:39 - 17:42
    hanno cominciato a costruire delle sopraelevate.
  • 17:42 - 17:44
    Sapete cosa significa sopraelevate? Si?
  • 17:44 - 17:46
    Hanno cominciato a costruire sopraelevate
  • 17:46 - 17:48
    per andare da A a B più rapidamente,
  • 17:48 - 17:51
    ma di fatto andavano da un'area relativamente ricca
  • 17:51 - 17:53
    a un'altra area relativamente ricca.
  • 17:53 - 17:55
    E poi, quello che hanno fatto
  • 17:55 - 17:57
    è stato creare una città al di sopra delle sopraelevate.
  • 17:57 - 18:00
    E la gente ricca si è spostata nella parte superiore della città
  • 18:00 - 18:03
    lasciando la gente più povera nella parte bassa,
  • 18:03 - 18:06
    circa il 10-12 per cento della popolazione
  • 18:06 - 18:08
    si è spostata nella parte superiore della città.
  • 18:08 - 18:10
    Ora, da dove vengono questi livelli superiori e inferiori della città?
  • 18:10 - 18:12
    C'è un mito in India --
  • 18:12 - 18:15
    dicono che, e ve lo dirò in Hindi,
  • 18:15 - 18:19
    [Hindi]
  • 18:19 - 18:21
    Bene. Cosa significa?
  • 18:21 - 18:24
    I ricchi sono sempre seduti, e vivono,
  • 18:24 - 18:26
    sulle spalle dei poveri.
  • 18:26 - 18:28
    Quindi la parte superiore e inferiore della città vengono da questo mito.
  • 18:28 - 18:31
    Quindi il progetto ha una storia.
  • 18:31 - 18:34
    E ora, quello che succede è che la gente che vive sopra
  • 18:34 - 18:36
    risucchia tutta l'acqua.
  • 18:36 - 18:38
    Ricordatevi la parola che ho utilizzato, "risucchiare".
  • 18:38 - 18:40
    Aspirano tutta l'acqua, se la tengono per loro,
  • 18:40 - 18:42
    e nutrono la parte bassa della città con il contagocce.
  • 18:42 - 18:44
    E se insorge qualche rivoluzione, tagliano l'acqua.
  • 18:44 - 18:47
    E, siccome la democrazia esiste ancora,
  • 18:47 - 18:50
    c'è un modo democratico con cui dire
  • 18:50 - 18:53
    se ci date quello che vogliamo, vi daremo acqua.
  • 18:53 - 18:55
    Quindi, il mio tempo è scaduto.
  • 18:55 - 18:57
    Ma posso proseguire dicendovi
  • 18:57 - 18:59
    come fare evolvere le storie,
  • 18:59 - 19:02
    e come le storie sono effettivamente ciò che siamo
  • 19:02 - 19:04
    e come questo si traduca nella particolare disciplina
  • 19:04 - 19:06
    di cui mi occupo, ossia i film.
  • 19:06 - 19:09
    Ma in fin dei conti, cos'è una storia? E' una contraddizione.
  • 19:09 - 19:11
    Ogni cosa è una contraddizione.
  • 19:11 - 19:13
    L'universo è una contraddizione.
  • 19:13 - 19:15
    E tutti noi siamo alla costante ricerca di armonia.
  • 19:15 - 19:17
    Quando vi alzate, la notte e il giorno sono una contraddizione.
  • 19:17 - 19:19
    Ma vi alzate alle quattro del mattino.
  • 19:19 - 19:21
    Quel primo sprazzo di azzurro quando la notte e il giorno
  • 19:21 - 19:24
    stanno cercando di trovare armonia l'una con l'altro.
  • 19:24 - 19:27
    L'armonia sono le note che Mozart non ci ha dato,
  • 19:27 - 19:29
    ma in qualche modo la contraddizione delle sue note ce lo suggerisce.
  • 19:29 - 19:33
    Tutte le contraddizioni delle sue note suggeriscono armonia.
  • 19:33 - 19:35
    E' l'effetto della ricerca dell'armonia
  • 19:35 - 19:38
    nella contraddizione che esiste nella mente del poeta,
  • 19:38 - 19:41
    una contraddzione che esiste in una mente da narratore.
  • 19:41 - 19:44
    Nella mente di un narratore convivono contraddizioni di moralità.
  • 19:44 - 19:46
    Nella mente di un poeta, ci sono parole in conflitto.
  • 19:46 - 19:49
    Nella mente dell'universo, tra il giorno e la notte.
  • 19:49 - 19:51
    Nella mente di un uomo e di una donna,
  • 19:51 - 19:53
    cerchiamo costantemente
  • 19:53 - 19:55
    la contraddizione tra uomo e donna.
  • 19:55 - 19:57
    Cerchiamo l'armonia tra di loro.
  • 19:57 - 20:00
    L'intera idea di contraddizione,
  • 20:00 - 20:03
    tranne l'accettare la contraddizione
  • 20:03 - 20:05
    è la narrazione di una storia, non la risoluzione.
  • 20:05 - 20:07
    Il problema di molti narratori a Hollywood
  • 20:07 - 20:10
    e di molti film, e come [non chiaro] diceva nel suo,
  • 20:10 - 20:13
    cerchiamo di risolvere la contraddizione.
  • 20:13 - 20:15
    L'armonia non è la risoluzione.
  • 20:15 - 20:17
    L'armonia è il suggerimento di qualcosa
  • 20:17 - 20:19
    che è molto più ampio della risoluzione.
  • 20:19 - 20:21
    L'armonia è il suggerimento di qualcosa
  • 20:21 - 20:24
    di ampio e universale
  • 20:24 - 20:26
    di eterno e momentaneo.
  • 20:26 - 20:30
    Risoluzione è qualcosa di molto più limitato.
  • 20:30 - 20:33
    E' finito. L'armonia è infinita.
  • 20:33 - 20:36
    Quindi la narrazione, come tutte le altre contraddizioni dell'universo,
  • 20:36 - 20:39
    cerca l'armonia e l'infinito
  • 20:39 - 20:42
    nelle risoluzioni morali, risolvendone una, ma trascurandone un'altra,
  • 20:42 - 20:46
    e creando una domanda molto importante.
  • 20:46 - 20:48
    Grazie mille.
  • 20:48 - 20:51
    (Applausi)
Title:
Shekhar Kapur: Siamo le storie che ci raccontiamo
Speaker:
Shekhar Kapur
Description:

Qual è la fonte dell'ispirazione creativa? A TED India, il regista di Hollywood e Bollywood Shekhar Kapur (Elizabeth, Mr.India) ci parla della fonte della propria creatività: puro panico. Rivela anche un metodo straordinario per scatenare il narratore che è in voi.

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Video Language:
English
Team:
closed TED
Project:
TEDTalks
Duration:
20:56
Anna Cristiana Minoli added a translation

Italian subtitles

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