Come sto usando dati biologici per raccontare storie migliori -- e iniziare un cambiamento sociale

Che tipo di storie ci spingono ad agire? Per rispondere a questa domanda, la tecnologia creativa di Heidi Boisvert sta misurando come i cervelli e i corpi delle persone rispondono a media differenti. Lei mostra come sta usando questi dati per determinare gli ingredienti specifici per la narrativa che ispiri empatia e giustizia -- e inneschi un cambiamento sociale su grande scala.

Per gli ultimi 15 anni ho provato
a farvi cambiare idea.

Nel mio lavoro sfrutto la cultura pop
e le tecnologie emergenti

per cambiare le norme culturali.

Ho creato videogiochi per
promuovere i diritti umani,

animazioni per sensibilizzare
verso ingiuste leggi immigratorie

e ho fatto app di realtà aumentata
basate sulla localizzazione

per cambiare la percezione
verso i senzatetto

molto prima di Pokémon Go.

(Risate)

Ma ho iniziato a pensare se
un gioco o un'app

possa veramente cambiare
atteggiamenti e comportamenti,

e se sì, posso misurare quel cambiamento?

Qual è la scienza dietro quel processo?

Quindi ho spostato la mia attenzione
dal fare informazione e tecnologia

a misurare i loro effetti neurobiologici.

Ecco quello che ho scoperto.

Il web, i dispositivi elettronici,
la realtà virtuale e aumentata

stavano riscrivendo
il nostro sistema nervoso.

E stavano letteralmente cambiando
la struttura del nostro cervello.

Le tecnologie che stavo usando per
influenzare positivamente cuore e mente

stavano invece erodendo funzioni
nel cervello necessarie per l'empatia

e per prendere decisioni.

Infatti, la nostra dipendenza dal web
e dai dispositivi elettronici

potrebbe prendere il sopravvento sulle
nostre abilità cognitive ed affettive,

rendendoci socialmente ed
emozionalmente incompetenti,

e io mi sento complice
di questa disumanizzazione.

Ho realizzato che prima di poter procedere
a fare informazione su problemi sociali,

dovevo invertire questi effetti
pericolosi della tecnologia.

Per affrontare questo mi sono chiesta:

"Come posso tradurre
i meccanismi dell'empatia,

gli aspetti cognitivi,
affettivi e motivazionali,

in un motore che simula
gli ingredienti della narrativa

che ci spingono ad agire?"

Per rispondere a ciò,
ho costruito una macchina.

(Risate)

Sto sviluppando un laboratorio
biometrico open-source,

un sistema di IA che chiamo Limbic Lab.

Il laboratorio non solo cattura

le risposte inconsce di cervello e corpo
in risposta ai media e alla tecnologia

ma anche usa l'apprendimento automatico
per adattare il contenuto

basandosi su queste risposte biologiche.

Il mio obbiettivo è quello di scoprire
quale insieme di componenti narrativi

sono i più accattivanti e stimolanti

su specifici target di pubblico

per permettere che la giustizia sociale,
organizzazioni culturali ed educativi

creino media più efficaci.

Il Limbic Lab consiste di due componenti:

un motore narrativo e
una macchina mediatica.

Mentre un soggetto sta guardando
o interagendo con un contenuto,

il motore narrativo assorbe e sincronizza
in tempo reale dati dalle onde cerebrali,

dati biofisici come battito cardiaco,
flusso cardiaco, temperatura corporea

e contrazioni muscolari,

i movimenti oculari
e le espressioni facciali.

I dati vengono raccolti in punti chiave
dove la trama è in punti cruciali,

si verificano interazioni tra personaggi
o inquadrature insolite.

Come la scena finale de
"Il Trono di Spade, le Nozze Rosse,"

quando sorprendentemente,

tutti muoiono.

(Risate)

Dati sulle idee politiche
di quella determinata persona,

assieme ai suoi dati
psicofisici e demografici,

vengono integrati nel sistema

per ottenere una conoscenza più
profonda dell'individuo.

Lasciate che vi faccia un esempio.

Accoppiando le preferenze televisive delle
persone con le loro idee

sull'ingiustizia sociale,

si evince che gli Americani
che considerano l'immigrazione

tra i loro tre problemi principali,

sono i più inclini a essere fan
di "The Walking Dead",

e spesso lo guardano
per la carica di adrenalina,

che è misurabile.

La firma biologica e la risposta
di una persona a questo studio,

si combinano in un database per creare
la loro personale impronta mediatica.

Quindi il nostro modello predittivo
trova uno schema tra impronte mediatiche

e mi dice quali ingredienti
della narrativa

sono più probabili a indurre
comportamenti altruistici

rispetto al disagio ed apatia.

Più impronte vengono aggiunte al database

tramite media che vanno dalle
serie televisive ai giochi,

migliori diventeranno
i modelli di previsione.

In breve, sto mappando
il primo genoma mediatico.

(Applausi e acclamazioni)

Mentre il genoma umano identifica
tutti i geni che ne fanno parte

della sequenza del DNA umano,

il crescente database di impronte
mediatiche mi permetterà

di determinare il DNA mediatico
per una specifica persona.

Già adesso il motore
narrativo del Limbic Lab

aiuta i creatori di contenuti
a migliorare la loro narrazione

in modo che sia affine al target
di pubblico in modo individuale.

L'altro componente del Limbic Lab,

la macchina mediatica,

valuterà come i media provochino
una risposta emozionale e psicologica,

per poi prendere scene
da una libreria di contenuti

mirate al DNA mediatico specifico
della persona.

Applicare l'intelligenza artificiale
ai dati biometrici

crea un'esperienza
totalmente personalizzata.

Che si adatti a contenuti basati su
risposte inconsce in tempo reale.

Immaginate se le no profit
e i produttori di contenuti

potessero misurare come si sente
il pubblico in diretta

e possano alterare il contenuto al volo.

Credo che questo sia
il futuro dei media.

Ad oggi molti media
e strategie per il cambiamento sociale

hanno cercato di accattivarsi il pubblico,

ma il futuro saranno media
costruiti su misura per ciascuno di noi.

Mentre le misure in tempo reale
del consumo di media

e la produzione di media
in modo automatico diventano la norma,

presto consumeremo media che puntano
direttamente ai nostri desideri

per mezzo di un mix di psicografica,
biometrica e IA.

È come una medicina personalizzata
basata sul nostro DNA.

La chiamo "biomedia."

Sto attualmente testando il Limbic Lab
in uno studio sperimentale

con il Norman Lear Center,

che riguarda le prime 50 serie televisive.

Ma sono alle prese con
un dilemma etico.

Se creo uno strumento di progettazione
che può essere trasformato in un'arma,

dovrei costruirlo?

Rendendo il laboratorio open-source
per incoraggiare l'accesso e l'inclusività

corro anche il rischio di
abilitare potenti governi

e società di profitto
ad appropriarsi della piattaforma

per fake news, il marketing
o altre forme di persuasione di massa.

Per me quindi è cruciale
rendere le mie ricerche

il più trasparenti possibili per
etichettare il pubblico

come si fa con gli OGM.

Comunque, non è abbastanza.

Come tecnologi creativi,

abbiamo la responsabilità

non solo di riflettere su come
la tecnologia odierna forma

i nostri valori culturali
e i comportamenti sociali,

ma anche di sfidare attivamente la
direzione della tecnologia del futuro.

La mia speranza è che si faccia
un impegno etico

per coltivare l'intelligenza del corpo

per la creazione di storie autentiche
e solo storie

che trasformino i media e la tecnologia

da armi pericolose a medicina narrata.

Grazie.

(Applausi e acclamazioni)