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Einstein e l'infinito | Gabriella Greison | TEDxPavia

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    Tutte le storie che hanno a che fare
    con la grande scienza
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    sono tutte storie straordinarie.
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    perché hanno a che fare con qualcosa,
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    un'idea, una scoperta, una trovata,
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    che prima non c'era e poi esiste.
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    E quando è davvero grande,
    cambia per sempre
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    la vita del mondo e
    il futuro delle persone.
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    Ma soprattutto le storie
    di grande scienza sono appassionanti
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    perché hanno a che fare
    con i grandi scienziati.
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    Che per averle scoperte, queste idee
    queste scoperte, queste trovate
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    dovevano essere per forza dei tipi
    piuttosto particolari.
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    Uno un fisico se lo immagina
    con gli occhialini tondi,
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    che se ne sta chiuso nella sua stanza
    e non vede mai la luce.
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    Ma non è così: la storia della scienza
    è fatta di fatti sconvolgenti,
  • 1:02 - 1:05
    di paradossi, di gatti dentro alle scatole
    e di big bang.
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    E per averle pensate, queste idee,
    queste scoperte,
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    dovevano essere per forza
    dei tipi curiosi,
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    dei tipi che riflettevano sull'anima,
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    che riflettevano su qualcosa
    che va oltre,
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    su come è fatto il mondo.
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    Curioso era Albert Einstein.
  • 1:22 - 1:25
    Albert Einstein nasce a Ulm, in Germania,
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    Il 14 marzo del 1879.
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    Fin dai primi tempi
    della sua esperienza terrena,
  • 1:32 - 1:35
    mostra i segni di un'esistenza
    tutt'altro che ordinaria.
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    Il padre Hermann, e la madre, Pauline,
    pare si dichiarassero
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    preoccupati per questo loro figlio,
  • 1:42 - 1:44
    che era così diverso
    da tutti gli altri bambini.
  • 1:44 - 1:48
    Una certa conformazione del cranio,
    una apparente dislessia,
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    una chiusura ostinata nei confronti
    del mondo esterno.
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    Inizia a parlare all'età di 3 anni
    e aveva il vizio
  • 1:55 - 1:58
    o meglio il vezzo,
    di ripetere le frasi due volte,
  • 1:58 - 2:01
    come se gli altri non capissero
    quello che diceva.
  • 2:01 - 2:04
    Certo, era Albert Einstein sin da bambino.
  • 2:04 - 2:07
    Entrò a scuola regolarmente,
    all'età di 6 anni
  • 2:08 - 2:11
    e malgrado quella
    che è la credenza popolare,
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    i sui biografi riferiranno di un ottimo
    andamento a scuola.
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    Però è vero che i suoi professori
    parleranno di lui
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    in termini poco idilliaci.
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    A 13 anni inizia a frequentare
    il Luitpold Gymnasyum di Monaco.
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    Bene in Latino e in Matematica,
    male con il sistema scolastico
  • 2:28 - 2:30
    e la rigidità delle scuole tedesche,
  • 2:30 - 2:33
    che abbandona presto,
    abbandona all'età di 15 anni
  • 2:33 - 2:37
    per raggiungere il resto della famiglia
    che si era trasferita a Milano
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    e poi a Pavia.
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    Il padre era un imprenditore,
    di macchinari elettrici
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    e aveva continui problemi sul lavoro.
  • 2:45 - 2:49
    I suoi professori non si rammaricarono
    certo dell'abbandono
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    del giovane Einstein da scuola.
  • 2:51 - 2:54
    Era in continuo confiltto
    con le regole imposte dall'alto,
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    con le leggi della fisica
    note fino ad allora.
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    "Con la sua sola presenza, lei distrugge
  • 2:59 - 3:02
    il rispetto della classe
    nei miei confronti"
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    gli urleranno così in classe,
    i suoi maestri.
  • 3:06 - 3:12
    Nel 1895 si trasferisce in Svizzera,
    dove sostiene l'esame, fallendolo,
  • 3:12 - 3:14
    per entrare al Politecnico di Zurigo.
  • 3:14 - 3:19
    Ma allora non era un ragazzo così bravo
    a scuola come ci siamo immaginati?
  • 3:19 - 3:23
    No, lo era, lo era, eccome,
    soltanto che nel 1895
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    non aveva né l'età
    e neanche un titolo di studio
  • 3:26 - 3:28
    per entrare al Politecnico.
  • 3:29 - 3:32
    E dunque lo mandano ad Aarau,
    vicino a Zurigo,
  • 3:32 - 3:35
    consegue il diploma, e poi si iscrive
    regolarmente al Politecnico.
  • 3:36 - 3:39
    E lì conosce Mileva, Mileva Marich.
  • 3:40 - 3:42
    Mileva Marich era una studentessa modello,
  • 3:42 - 3:45
    era l'unica donna nella sua classe
  • 3:45 - 3:48
    ed era tra i primi banchi sempre, attenta,
  • 3:48 - 3:49
    era secchiona.
  • 3:49 - 3:53
    A quei tempi non era figo come oggi
    essere secchione.
  • 3:53 - 3:55
    Ma ad Einstein piaceva.
  • 3:55 - 3:57
    Lui era di quelli
    che si mettevano in fondo,
  • 3:57 - 4:00
    che si metteva a tirare le carte
    appena i professori si giravano,
  • 4:00 - 4:02
    quelli che fanno casino.
  • 4:02 - 4:04
    Figuriamoci, a lei uno così
    gli dava proprio ai nervi.
  • 4:05 - 4:08
    E lui invece, la seguiva,
    in ogni cosa che faceva.
  • 4:08 - 4:11
    Era sempre preparatissima,
    in matematica era molto più brava di lui.
  • 4:12 - 4:16
    Prosegue il suo percorso
    e a lei dava sempre sui nervi,
  • 4:16 - 4:18
    perché lo vedeva sempre
    che ciondolava al caffè Metropole,
  • 4:19 - 4:22
    stazionava da un tavolino all'altro,
    perdeva tempo.
  • 4:22 - 4:26
    Ecco, in quegli anni ha iniziato
    a farsi le sue idee su tutto.
  • 4:26 - 4:29
    Il suo sogno di diventare apolide
    lo realizzò presto.
  • 4:29 - 4:31
    Si tolse la cittadinanza tedesca
  • 4:31 - 4:33
    e per otto mesi non ne ebbe alcuna,
  • 4:33 - 4:36
    fino ad ottenere quella
    della neutrale e liberale Svizzera.
  • 4:36 - 4:39
    Anche sulla religione aveva la sua teoria.
  • 4:40 - 4:43
    "La parola di Dio
    non è niente di più che il prodotto
  • 4:43 - 4:45
    della nostra umana debolezza,
  • 4:45 - 4:47
    e la Bibbia una collezione
    di onorevoli e primitive leggende.
  • 4:47 - 4:49
    E anche piuttosto infantili.
  • 4:49 - 4:53
    La religione ebraica,
    come tutte le altre, è l'incarnazione
  • 4:53 - 4:55
    delle superstizioni più puerili."
  • 4:55 - 4:58
    Anche sulla musica
    aveva un suo pensiero.
  • 4:58 - 5:02
    Ecco, Mileva suonava il pianoforte
    e lui suonava il violino
  • 5:02 - 5:06
    e spesso si concedevano
    questi pomeriggi di musica insieme.
  • 5:06 - 5:09
    E anche sulla musica
    aveva i suoi pensieri.
  • 5:10 - 5:13
    "La musica di Mozart è così pura
  • 5:13 - 5:15
    che pare essere
    sempre esistita nell'universo.
  • 5:15 - 5:19
    Beethoven creava la sua musica,
    ma mi sento a disagio ascoltandolo,
  • 5:19 - 5:21
    penso sia troppo emotivo, quasi nudo.
  • 5:21 - 5:25
    Datemi Bach, piuttosto,
    Bach, Bach e ancora Bach.
  • 5:25 - 5:27
    Mentre penso che Handel
    mostri una certa approssimazione
  • 5:27 - 5:29
    in alcuni eseguimenti.
  • 5:29 - 5:31
    Mendelsson dimostra
    un talento considerevole,
  • 5:31 - 5:36
    ma anche una indefinibile superficialità
    che spesso porta alla banalità.
  • 5:36 - 5:40
    Wagner? Wagner risente
    di una totale mancanza
  • 5:40 - 5:43
    di struttura architettonica
    che io considero segno di decadenza.
  • 5:44 - 5:48
    Strauss? Strauss dimostra talento,
    anzi molto talento,
  • 5:48 - 5:50
    ma è anche privo di verità interiore".
  • 5:50 - 5:53
    Ecco qua! Li aveva sistemati tutti.
  • 5:53 - 5:57
    La stagione lirica qui al Teatro Fraschini
    l'avrebbe chiusa in un attimo.
  • 5:58 - 6:00
    Prosegue il suo percorso.
  • 6:00 - 6:03
    1900, ottiene la laurea.
  • 6:03 - 6:04
    Mileva no.
  • 6:04 - 6:07
    Il percorso sarà diverso per lei,
    ma questa è un'altra storia.
  • 6:08 - 6:12
    Einstein va avanti, ma non lo prendono
    come professore al Politecnico,
  • 6:12 - 6:13
    o come assistente, figuriamoci!
  • 6:13 - 6:15
    Era uno che creava troppi problemi.
  • 6:15 - 6:17
    Gli preferiscono un altro.
  • 6:17 - 6:19
    Uno che se ne sta buono,
    che ne sa meno di lui,
  • 6:19 - 6:22
    ma che non dà problemi;
    anche da noi succede questo.
  • 6:22 - 6:27
    Va avanti e lo prendono
    all'ufficio brevetti però, per lavorare.
  • 6:27 - 6:30
    All'ufficio brevetti,
    non gli piaceva questo lavoro,
  • 6:30 - 6:32
    era un lavoro di semplice passacarte.
  • 6:32 - 6:36
    E però lui aveva un cassetto
    che aveva creato sotto la scrivania.
  • 6:36 - 6:39
    Lo aveva chiamato
    il cassetto dei divertimenti.
  • 6:39 - 6:43
    E là dentro ci metteva i suoi sogni,
    i manuali di Newton e Galileo
  • 6:43 - 6:46
    e poi un blocco di fogli bianchi.
  • 6:46 - 6:50
    Su quel blocco di fogli bianchi
    voleva scrivere il suo sogno.
  • 6:50 - 6:54
    Voleva riscrivere la definizione
    della parola "tempo".
  • 6:54 - 6:57
    Non gli piaceva quella che c'era,
    ne voleva scrivere un'altra.
  • 6:58 - 7:04
    Arriverà il 1905, e certo che scriverà
    la nuova definizione della parola "tempo".
  • 7:04 - 7:06
    Scriverà la Teoria della Relatività.
  • 7:06 - 7:09
    E nel giro di sette mesi
    scriverà sei articoli.
  • 7:09 - 7:13
    Anche semplicemente uno di questi
    l'avrebbe iscritto, per sempre,
  • 7:13 - 7:16
    nella storia della scienza,
    e lui ne ha scritti addirittura sei.
  • 7:16 - 7:19
    E poi in una nota a margine,
    una piccola formula:
  • 7:20 - 7:25
    E=MC2, che gli darà notorietà e fama.
  • 7:25 - 7:28
    Il Nobel arriverà nel 1921.
  • 7:29 - 7:32
    Col tempo cambierà tante delle sue idee.
  • 7:32 - 7:35
    Anche sulla religione inizierà
    a pensarla diversamente.
  • 7:35 - 7:37
    Avrà un cambiamento.
  • 7:37 - 7:40
    Si racconta che un giorno
    Max Born è andato a trovarlo
  • 7:40 - 7:43
    e poi ha scritto a Niels Bohr:
    Einstein è diventato completamente scemo.
  • 7:43 - 7:46
    Scemo, dice così, sì perché parla…
  • 7:47 - 7:50
    sta chiuso in casa
    e si mette a parlare solo... eh...
  • 7:51 - 7:54
    infatti la penserà diversamente
    in età adulta.
  • 7:54 - 7:59
    Dirà: "Chiunque faccia scienza
    si convince che le leggi della natura
  • 7:59 - 8:01
    manifestano l'esistenza di uno spirito
  • 8:01 - 8:04
    immensamente superiore
    a quello dell'uomo.
  • 8:04 - 8:07
    Davanti a cui noi, con le nostre
    modeste facoltà,
  • 8:07 - 8:09
    non possiamo che essere umili".
  • 8:10 - 8:12
    Hai capito? Cosa gli hai fatto?
  • 8:13 - 8:17
    Prosegue, prosegue e va avanti
    nel suo percorso
  • 8:17 - 8:19
    e rimarrà sempre quello di un tempo.
  • 8:19 - 8:23
    Non cambierà, e la fama non modificherà
    affatto le sue abitudini.
  • 8:23 - 8:28
    Lui era di origine ebrea
    e però non credeva negli aspetti
  • 8:28 - 8:30
    strettamente religiosi dell'ebraismo.
  • 8:30 - 8:33
    Sosteneva di essere un ebreo
    soltanto dal punto di vista culturale.
  • 8:33 - 8:37
    Ad Einstein piacevano, piaceva l'ozio.
  • 8:37 - 8:41
    Piaceva il riposo,
    e lo consigliava a tutti.
  • 8:42 - 8:48
    Non lavorate, state a casa, riposatevi.
  • 8:48 - 8:53
    Gli piacevano le code, le file,
    gli piacevano gli orologi a pendolo,
  • 8:53 - 8:55
    gli specchi perché lavorano con zelo.
  • 8:56 - 8:59
    Gli piacevano le attese
    per attraversare la strada.
  • 9:00 - 9:03
    Si racconta che un giorno un amico
    gli avesse dato appuntamento
  • 9:03 - 9:07
    nei pressi di un ponte a Praga
    ed è arrivato con 40 minuti di ritardo.
  • 9:07 - 9:09
    Appena arrivato ha chiesto subito scusa
    ad Albert Einstein
  • 9:09 - 9:12
    che l'ha fatto aspettare 40 minuti.
  • 9:12 - 9:17
    E lui gli ha detto: "Nooo, ma non si deve
    preoccupare, stavo lavorando".
  • 9:18 - 9:22
    Albert Einstein, anche dopo la notorietà,
    ha mantenuto sempre un certo odio
  • 9:22 - 9:24
    nei confronti dell'omologazione.
  • 9:24 - 9:26
    Anche nel modo di vestirsi,
    faceva quello che pareva a lui.
  • 9:26 - 9:30
    Metteva sempre un maglione
    con i buchi, dei pantaloni lisi,
  • 9:30 - 9:32
    e dei sandali senza calze.
  • 9:32 - 9:35
    Si presentava ai convegni
    e alle conferenze importanti così.
  • 9:35 - 9:38
    Non capiva come mai gli altri
    dessero così tanta importanza
  • 9:38 - 9:42
    a questi aspetti che riteneva inutili,
    delle sciocchezze.
  • 9:43 - 9:47
    Albert Einstein continuerà
    nel suo percorso brillantemente,
  • 9:47 - 9:50
    poi diventerà quello
    che noi conosciamo tutti.
  • 9:50 - 9:53
    Nel 1933 sale al potere Adolf Hitler
  • 9:54 - 9:56
    e viene promulgata la legge secondo cui
  • 9:56 - 9:59
    tutti i professori e gli studenti
    di origine ebraica
  • 9:59 - 10:00
    dovevano abbandonare le scuole.
  • 10:00 - 10:02
    Einstein si trovava in America.
  • 10:02 - 10:05
    Ha deciso di non tornare più in Europa.
  • 10:05 - 10:09
    Nel 1944 a Rignano sull'Arno,
    la moglie e la figlia di suo cugino
  • 10:09 - 10:14
    vennero uccise da parte di un reparto
    delle SS come rappresaglia contro di lui.
  • 10:14 - 10:16
    Fu talmente colpito da questo episodio,
  • 10:16 - 10:18
    che stracciò per sempre il suo passaporto
  • 10:18 - 10:20
    e non tornò mai più in Europa.
  • 10:21 - 10:24
    Alla fine degli anni '30
    gli arrivò una notizia.
  • 10:25 - 10:29
    Che i tedeschi e Hitler stavano
    lavorando su un ordigno.
  • 10:29 - 10:32
    Allora lui prende una decisione:
    di scrivere direttamente
  • 10:32 - 10:35
    al Presidente degli Stati Uniti
    d'America, Roosevelt.
  • 10:35 - 10:38
    Roosevelt lo prende alla lettera
    e avvia il progetto Manhattan.
  • 10:38 - 10:40
    Che porterà alle bombe
    di Nagasaki e Hiroshima.
  • 10:40 - 10:44
    Einstein si pentirà per i risultati
    di quella lettera,
  • 10:44 - 10:49
    si pentirà amaramente e porterà avanti
    tutta la sua vita le sue campagne
  • 10:49 - 10:53
    per l'antimilitarismo, per l'antirazzismo
    e per il pacifismo.
  • 10:54 - 10:58
    Proseguirà nel suo mondo
    e diventerà un'altra persona.
  • 10:58 - 11:02
    Nel 1955 fu firmatario
    insieme a Bertrand Russel
  • 11:02 - 11:07
    dello straordinario manifesto
    contro la proliferazione di armi atomiche.
  • 11:09 - 11:13
    "Si apre di fronte a noi
    un continuo progresso
  • 11:13 - 11:16
    in felicità, conoscenza e saggezza,
    se lo vogliamo.
  • 11:16 - 11:18
    Sceglieremo invece la morte,
  • 11:18 - 11:21
    perché non sappiamo dimenticare
    le nostre contese.
  • 11:21 - 11:24
    Ci appelliamo come esseri umani
    ad altri esseri umani.
  • 11:24 - 11:27
    Ricordate la vostra umanità,
  • 11:27 - 11:28
    e dimenticate il resto.
  • 11:29 - 11:33
    Queste furono le ultime parole
    di Albert Einstein nella sua vita.
  • 11:33 - 11:38
    E poi continuerà a riflettere,
    a riflettere sull'anima, sul mondo.
  • 11:38 - 11:41
    Mi viene in mente una poesia:
  • 11:44 - 11:47
    "L'anima la si ha ogni tanto,
  • 11:47 - 11:50
    nessuno l'ha di continuo e per sempre.
  • 11:50 - 11:54
    Giorno dopo giorno, anno dopo anno,
    possono andare avanti senza di lei.
  • 11:55 - 11:59
    A volte nidifica un po' più a lungo,
    solo in estasi e paure dell'infanzia.
  • 11:59 - 12:02
    A volte solo nello stupore
    dell'essere vecchi.
  • 12:02 - 12:05
    Di rado ci dà una mano
    in occupazioni faticose
  • 12:05 - 12:07
    come spostare mobili, portare valigie
  • 12:07 - 12:09
    o percorrere le strade con scarpe strette.
  • 12:10 - 12:14
    Quando si trita la carne,
    di regola ha il suo giorno libero.
  • 12:14 - 12:17
    Tra mille nostre conversazioni
    partecipa a una,
  • 12:17 - 12:19
    e anche questo non necessariamente
  • 12:19 - 12:21
    poiché preferisce il silenzio.
  • 12:21 - 12:23
    Quando il corpo inizia
    a dolerci e dolerci,
  • 12:23 - 12:26
    smonta di turno alla chetichella,
  • 12:26 - 12:28
    è schifiltosa, non le piace
    vederci tra la folla.
  • 12:28 - 12:31
    Il nostro lottare
    per un vantaggio qualunque
  • 12:31 - 12:34
    e lo strepito degli affari la disgustano.
  • 12:34 - 12:37
    Gioia e tristezza non sono
    sentimenti per lei diversi.
  • 12:37 - 12:40
    È presente accanto a noi
    solo quando essi sono uniti.
  • 12:41 - 12:45
    Possiamo contare su di lei
    solo quando non siamo sicuri di niente,
  • 12:45 - 12:47
    e curiosi di tutto.
  • 12:48 - 12:53
    Tra gli oggetti materiali, preferisce
    gli orologi a pendolo, e gli specchi,
  • 12:53 - 12:56
    che lavorano con zelo,
    solo quando nessuno guarda.
  • 12:56 - 12:58
    Non ci dice da dove viene
    né quando sparirà di nuovo,
  • 12:58 - 13:01
    ma aspetta chiaramente simili domande.
  • 13:01 - 13:07
    Si direbbe che così come lei a noi,
    anche noi siamo necessari a lei
  • 13:07 - 13:08
    per qualcosa.
  • 13:09 - 13:11
    Einstein, Marie Curie, Schrodinger,
  • 13:11 - 13:16
    Dirac, Pauli, Heisenberg,
    Plank, Ehrenfest.
  • 13:16 - 13:19
    Stelle luminose nel buio del secolo breve.
  • 13:19 - 13:21
    La loro luce si è spenta,
  • 13:21 - 13:23
    come è destino tra gli esserti umani,
  • 13:23 - 13:27
    ma la loro traccia è indelebile
    sul cammino del progresso,
  • 13:27 - 13:30
    non solo scientifico, dell'umanità.
  • 13:31 - 13:34
    (Applausi)
Title:
Einstein e l'infinito | Gabriella Greison | TEDxPavia
Description:

Gabriella Greison racconta Albert Einstein, il suo ambiente, il suo mondo, le sue straordinarie pensate, che ancora oggi ci permettono di superare limiti, e correre per praterie inesplorate. La storia di Albert Einstein e la sua umanità trovano nelle parole di Gabriella Greison fonte di ispirazione per la nostra vita di tutti i giorni. Metafora bellissima. Gabriella Greison fisica, scrittrice, giornalista professionista, drammaturga e attrice teatrale: è in tour nei teatri italiani e svizzeri con i suoi monologhi sui fisici del XX secolo, tratti dai suoi romanzi. È stata definita: “La rockstar della fisica” (Corriere della Sera); “La donna della fisica divulgativa in Italia” (Huffington Post); “Il volto rivoluzionario della scienza” (GQ). Si è laureata in fisica a Milano, ha lavorato all’Ecole Polytechnique di Parigi e ora collabora con radio, TV e scrive per le maggiori riviste e quotidiani. Tra i suoi romanzi di successo: “L’incredibile cena dei fisici quantistici” (Salani editore) e “Sei donne che hanno cambiato il mondo” (Bollati Boringhieri editore). Porta in giro nei teatri di tutta Italia le sue storie sui fisici del XX secolo, quelli che hanno creato il nostro mondo, inventando un nuovo modo romanzato di raccontare la scienza e la fisica, che con lei è alla portata di tutti.

Questo intervento è stato presentato a un evento TEDx che utilizza il format della conferenza TED, ma è stato organizzato in maniera indipendente da una comunità locale. Per maggiori informazioni, visita il sito http://ted.com/tedx

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Video Language:
Italian
Team:
closed TED
Project:
TEDxTalks
Duration:
13:40

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