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Meriem Bennani: In Between Languages | Art21 "New York Close Up" [sub ita]

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    Stiamo lavorando all'installazione
    "Party on the CAPS"
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    Questa parete curva
    che abbiamo preso in tre parti
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    sarà poi assemblata
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    pitturata,
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    ed infine installata
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    e sarà lo schermo.
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    Ho questi parametri:
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    il suono,
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    il montaggio,
    l'animazione.
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    Tutto è progettato per il film.
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    "...così da avere una linea dritta"
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    Poi aggiungo gli spazi,
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    gli schermi,
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    le proporzioni.
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    E tutto comincia a prendere forma
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    ed il tocco finale arriva
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    quando il video finalmente viene proiettato
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    sulle superfici che abbiamo costruito.
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    Il problema è che i piani orizzontali
    non sembrano mai dritti.
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    Questa è la fase in cui monto il film,
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    usando lo spazio anzichè il tempo.
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    Visualizzo sequenza dopo sequenza,
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    e per ogni sequenza,
    decido cosa mostrare e dove.
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    Posso fare tagli,
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    ma posso anche mostrare
    cose in posti diversi.
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    Questo influenza
    l'esperienza del film.
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    ["Meriem Bennani: Tra le Lingue"]
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    Le sculture sono arrivate pensando ai film.
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    Non ho mai creato una scultura
    che non fosse abbinata a un film.
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    E così porti nella scultura
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    caratteristiche proprie di un altro
    modo di pensare.
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    "Azione!"
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    Impari qualcosa dall'animazione
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    che riguarda il divertimento.
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    Così puoi creare sculture divertenti.
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    Quindi ho la versione
    originale del video--
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    quello che sarebbe un film normale,
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    e poi ci sono le sculture,
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    che provengono dal mondo digitale
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    che immagino.
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    Poi vengono realizzate.
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    Arrivano tutte da direzioni diverse
    e si uniscono a metà strada.
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    [SUONO DI UNA CAMPANELLA]
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    Ho fatto le scuole superiori
    a Rabat, in Marocco,
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    ed ho filmato un gruppo di adolescenti.
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    ["Mission Teens"]
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    L'argomento di "MISSION TEENS" è
    la cultura francofona in Marocco.
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    [DONNA, IN FRANCESE]
    Sono stata nel sistema francese
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    per ...
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    praticamente dall'asilo.
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    [BENNANI]
    Lo strumento con cui
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    il francese mantiene
    questo potere
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    è l'istruzione.
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    [PECORA, IN FRANCESE]
    Avere i tuoi figli alla Missione è ...
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    ... è prestigioso!
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    [BENNANI]
    Il film non parla di come
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    il francese non sia una
    lingua marocchina,
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    ma più di come
    abbia un significato politico
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    e sia anche uno strumento di potere.
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    [INSEGNANTE, FUORI CAMPO, IN FRANCESE]
    -- Allora, la definizione di Terzo Mondo
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    dovete conoscerla!
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    [BENNANI]
    Ha avuto una formazione francese.
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    Ho imparato la storia francese,
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    la geografia francese.
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    Il modo di pensare
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    e il modo in cui ho sviluppato
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    uno spirito critico
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    sono tutti prodotti
    della scuola francese.
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    Ho dovuto emanciparmi da quel mondo
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    per poterne parlare.
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    [DONNA, IN FRANCESE]
    -- La Missione Francese non si sofferma
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    -- più di tanto sul paese in cui viviamo.
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    -- Per cui, pur essendo
    una scuola francese
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    -- siamo in Marocco e mi piacerebbe
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    -- che si parlasse anche
    del Marocco e l'Islam etc.
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    [CASA CHE CANTA]
    -- Sono una bella casa a Rabat...
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    [BENNANI]
    Ho anche filmato case del vicinato
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    dove vivono gran parte
    di quelli che vanno alla scuola francese.
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    [CASA CHE CANTA]
    -- Mi hanno fatto una porta d'oro
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    -- Mi ammirano tutti.
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    [BENNANI]
    Dall'architettura,
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    si capisce lo stile di vita
    a cui le persone aspirano
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    "MISSION TEENS",
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    è stato proiettato per la prima volta
    al Whitney Biennial,
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    all'interno
    di queste sculture sul terrazzo.
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    Le ho chiamate "punti di osservazione".
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    [CASA CHE CANTA]
    -- Palme.
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    -- Pavimenti di marmo.
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    [BENNANI]
    Quando premi il pulsante,
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    rubi il video all'altra persona.
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    E l'altra persona ripreme il pulsante
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    Diventa così una questione di convivenza
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    [RISATE]
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    Sui temi che scelgo per i miei lavori
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    Non faccio scelte precise come:
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    "Voglio parlare di postcolonialismo"
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    Cerco di...
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    seguire ciò che mi attrae in modo spontaneo.
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    [MUSICA]
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    In "Party on the CAPS"
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    Ho immaginato un mondo in cui
    il teletrasporto è possibile
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    [ALLIGATORE]
    --ricordi quando il teletrasporto
    rimpiazzò gli aerei?
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    [BENNANI]
    è un modo per pensare
    all'immigrazione del futuro
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    ["buttafuori americano"]
    --Non puoi entrare
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    --Non puoi entrare
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    [BENNANI]
    L'Europa e l'America darebbero di matto
    per i loro confini
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    se fosse possible il teletrasporto.
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    [MUSICA DAL FILM]
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    [VOCE DAL FILM] "mi sembri ancora confuso"
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    [BENNANI] CAPS è un'isola
    nel mezzo dell'Atlantico
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    è il posto dove gli agenti americani,
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    che sono una specie di nuova versione della I.C.E.,
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    hanno messo le persone che hanno tentato
    di teletrasportarsi dall'Africa all'America
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    e poi il posto è diventato un luogo a sé.
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    L'isola di CAPS
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    è una analogia fisica dell'idea di diaspora
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    di come si pensa alla diaspora
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    come un doversi integrare totalmente
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    oppure dover ritornare da dove si viene.
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    In realtà c'è una terza alternativa
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    che sta "nel mezzo".
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    "Puoi mettere l'inizio dove sarà l'obiettivo?--
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    Sì vedi, lo schermo dovrebbe essere qui".
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    [BENNANI]
    Di solito quanto qualcosa mi interessa
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    all'inizio non riesco a spiegare il perché.
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    Perciò lo sforzo di esprimere quell'interesse
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    è quello il lavoro.
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    Non sono riuscita a esprimere me stessa,
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    a esprimermi bene come vorrei a parole.
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    Penso sia legato al fatto
    di essere qui da 10 anni
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    avendo l'inglese come seconda lingua
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    e con la sensazione di perdere un po'
    della mia lingua madre,
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    che è una sensazione molto strana.
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    Mi sono sempre trovata tra lingue diverse
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    e ho scoperto che l'abitudine di attingere
    da tanti linguaggi diversi
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    --della TV,
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    del cinema
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    di sculture e installazioni--
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    mischiare tutto ciò insieme
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    mi ha permesso di toccare il tasto giusto,
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    a modo mio.
Title:
Meriem Bennani: In Between Languages | Art21 "New York Close Up" [sub ita]
Description:

E se una lingua non fosse abbastanza?
All'opera per l'installazione della sua personale alla CLEARING di Brooklyn, l'artista Meriem Bennani racconta una recente serie di ambiziose opere di video installazione, svelando il suo mix unico, umoristico e politico insieme, di animazioni digitali, documentari e sculture interattive. Originaria del Marocco ma residente a New York, Bennani spiega: "sono qui da dieci anni, con l'inglese come seconda lingua, e mi sento come se stessi perdendo un po' della mia lingua madre... ho scoperto che questa abitudine di utilizzare e mischiare tanti linguaggi diversi, della TV, del cinema, della scultura, mi ha permesso di toccare il tasto giusto, a modo mio".

Per il suo lavoro alla Biennale di Whitney del 2019, "MISSION TEENS" (2019), Bennani ha filmato un gruppo di adolescenti di lingua francese nella sua ex scuola superiore di Rabat, in Marocco, insieme ad alcune belle case della classe medio-alta di Rabat. Per complicare ulteriormente, con un pizzico di malizia, la politica post coloniale del suo lavoro, Bennani ha piazzato i film in una serie di "postazioni di osservazione", sculture assurde ed esotiche come un'oasi di palme sulla terrazza del Whitney. Lo spettatore non solo è costretto a sedersi e a sbirciare all'interno delle sculture, ma deve anche collaborare con gli altri spettatori per poter vedere i film.

Tornando alla galleria CLEARING, l'installazione video a otto canali di Bennani, "Party on the CAPS" (2018-2019), immagina un futuro in cui gli immigrati vengono isolati su un'isola in mezzo all'Oceano Atlantico e danno inizio a nuove società ibride. Dice Bennani: "l'intera isola di CAPS è un'analogia fisica dell'idea di diaspora, ovvero di come le persone pensano ad essa, credendo che implichi il dovere di integrarsi completamente oppure quello ritornare al luogo di provenienza. Ma in realtà c'è una terza alternativa, che si trova nel mezzo".

Meriem Bennani (1988, Rabat, Marocco) vive e lavora a New York. Per saperne di più sull'artista: https://art21.org/artist/meriem-bennani/

CREDITS | Series Producer: Nick Ravich. Directors: Danielle Brock and Nick Ravich. Editor: Rosie Walunas. Additional Editor: Misha Spivack. Cinematography: Jarred Alterman, Mason Cash, and Souki Mehdaoui. Additional Camera: Logan Quarles and Brian Wengrofsky. Grip: George Schramm. Sound: Trokon Ngabe and Jeff Seelye. Production Assistants: Meghan Garvey, Alex Hass, Eda Li, and Lucy Moloney. Color Correction: Jerome Thélia. Sound Design & Mix: Gisela Fullà-Silvestre. Design & Graphics: Chips. DIT & Assistant Editor: Jasmine Cannon. Artwork Courtesy: Meriem Bennani. Thanks: Ife Adelona, Lauren Barnett, Max Bushman, CLEARING, Cut + Measure, Laurence Dujardyn, Alex Laviola, Emma Nordin, Red Hook Post, Melissa Saenz Gordon, Lumi Tan, The Kitchen, Whitney Museum of American Art, YouTube Space NY, and David Zaltsman.

"New York Close Up" è sostenuto dalla Andy Warhol Foundation for the Arts e, in parte, da fondi pubblici del Dipartimento degli Affari Culturali della città di New York in collaborazione con il Comune e da contribuenti privati.

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Video Language:
English
Team:
Art21
Project:
"New York Close Up" series
Duration:
07:48

Italian subtitles

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