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Città galleggianti, la Casa LEGO e altre forme architettoniche del futuro

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    Mia madre mi ha sempre detto
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    che ho le stesse dimensioni
    di un omino LEGO.
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    (Risate)
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    In effetti, ha ragione.
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    La LEGO è un'azienda che è riuscita
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    a fare credere a ognuno di noi
    che i LEGO siano nati nel proprio paese.
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    Ma non è così. Viene dal mio paese.
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    Potete immaginare la mia eccitazione
    quando la LEGO mi chiamò
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    per lavorare con loro
    e ideare la "Casa a Mattoncini".
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    Questo è il nostro modello.
    Fatto di LEGO, ovviamente.
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    Questo è il risultato.
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    Volevamo ideare un edificio
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    che fosse interattivo,
    affascinante e divertente
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    proprio come i LEGO,
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    con delle aree giochi
    sul tetto collegate fra loro.
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    Si entra in un terreno quadrato
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    dove i cittadini di Billund
    possono scorrazzare liberi senza pagare.
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    Penso sia l'unico museo al mondo
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    in cui è permesso toccare le opere d'arte.
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    In danese, "design" si dice "formgivning",
    che letteralmente significa
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    dare forma a qualcosa
    che una forma ancora non ce l'ha.
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    In altre parole: dare forma al futuro.
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    Ciò che amo dei LEGO è
    che non sono un giocattolo.
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    Sono un attrezzo che dà ai bambini
    il potere di creare il loro mondo,
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    di popolarlo attraverso il gioco
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    invitando gli amici a partecipare
    e a reinventare quel mondo.
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    "Formgivning" significa proprio questo.
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    Come esseri umani, abbiamo il potere
    di dare forma al nostro futuro.
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    Ispirandoci ai LEGO,
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    abbiamo ideato
    una residenza sociale a Copenhagen
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    posizionando blocchi di legno
    uno vicino all'altro.
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    Tra loro ci sono dei vuoti
    usati come alti soffitti o balconi.
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    Spostando delicatamente i blocchi
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    possiamo incurvarli
    o dare loro una qualsiasi forma
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    da adattare a ogni contesto urbano.
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    L'adattabilità è uno
    degli elementi chiave dell'architettura.
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    Un altro esempio è qui a Vancouver.
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    Ci chiesero di esaminare il sito
    dove il ponte di Granville si apre in tre
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    in direzione del centro.
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    Iniziammo mappando
    le varie limitazioni del sito.
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    Dal ponte ci deve essere
    una distanza di 30 metri
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    perché la città vuole assicurarsi
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    che il traffico sul ponte
    non sia sotto gli occhi dei cittadini.
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    C'è un parco
    su cui non potevamo fare ombra.
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    L'unico spazio a disposizione era
    un triangolo minuscolo,
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    troppo piccolo per costruirci.
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    E poi pensammo:
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    e se questa distanza minima di 30 metri
    non fosse un problema insormontabile?
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    Una volta superata l'altezza del ponte,
    si potrebbe riallargare la struttura.
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    E così facemmo.
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    Quando passate sul ponte
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    è come se qualcuno tirasse una tenda
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    e vi desse il benvenuto a Vancuover.
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    O come l'erbetta che sbuca
    tra le crepe del marciapiede
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    che cresce e germoglia
    alla luce e all'aria.
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    Per la parte inferiore del ponte
    abbiamo lavorato con Rodney Graham
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    e molti altri artisti di Vancouver
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    per creare quella che noi chiamiamo
    "Cappella Sistina" dell'arte urbana:
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    Una galleria d'arte messa sottosopra,
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    il cui scopo è quello di ravvivare
    l'impatto negativo del ponte.
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    Quindi, anche se può sembrare
    una struttura bizzarra,
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    si adatta perfettamente all'ambiente.
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    Se un ponte può diventare un museo,
    anche un museo può diventare un ponte.
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    In Norvegia stiamo costruendo un museo
    che si allunga al di sopra di un fiume,
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    permettendo alle persone
    di inoltrarsi in una mostra d'arte
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    mentre passano da una sponda all'altra.
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    Architettura adattata all'ambiente.
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    In Cina abbiamo costruito la sede
    di un'azienda energetica
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    ideando la facciata
    come un tessuto di Issey Miyake.
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    La superficie è ondulata,
    così da risultare opaca
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    alla luce diretta del sole,
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    e trasparente dove non arrivano i raggi.
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    Nella parte centrale avviene una specie
    di transizione dall'opaco al limpido.
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    Questo effetto creato
    senza l'utilizzo di parti mobili
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    o di qualsiasi altra tecnologia,
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    bensì scaturito
    dalla sola geometria della facciata,
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    riduce il consumo di energia
    rendendo l'edificio più fresco del 30%.
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    Quindi ciò che rende
    lo stile dell'edificio elevato,
  • 4:15 - 4:18
    è anche il motivo
    della sua elevata efficienza.
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    Architettura adattata al clima.
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    Anche le culture possono
    adattarsi tra loro.
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    A Manhattan abbiamo preso
    il complesso Copenhagen,
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    con corte interna
    dove la gente si incontra
  • 4:31 - 4:32
    in questa oasi centrale,
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    e combinato alla densità e verticalità
  • 4:35 - 4:40
    di un grattacielo americano,
    creando ciò che chiamiamo "grattacorte".
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    Da New York a Copenhagen.
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    Lungo la riva di Copenhagen
  • 4:45 - 4:50
    stiamo per finire un termovalorizzatore.
  • 4:50 - 4:53
    Sarà il termovalorizzatore
    più pulito al mondo,
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    perché non escono tossine dalla ciminiera.
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    Una meraviglia dell'ingegneria,
    completamente invisibile.
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    Quindi pensammo:
    come si può realizzare?
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    Come vedete, a Copenhagen c'è la neve,
    ma nessuna montagna nei dintorni.
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    Dobbiamo farci sei ore
    di autobus fino in Svezia
  • 5:11 - 5:12
    per fare sci alpino.
  • 5:12 - 5:15
    Così pensammo:
    creiamo una pista da sci
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    sul tetto del termovalorizzatore!
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    Questo è il primo test
    condotto qualche mese fa.
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    Mi piace questa idea
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    perché mostra la forza
    rivoluzionaria del "formgiving".
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    Ho un figlio di cinque mesi
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    e crescerà in questo mondo
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    senza sapere che prima di lui
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    non si poteva sciare
    sui tetti dei termovalorizzatori.
  • 5:37 - 5:39
    (Risate)
  • 5:39 - 5:43
    (Applausi)
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    Pensateci: per lui e la sua generazione,
    questa sarà la realtà dei fatti.
  • 5:47 - 5:49
    Pensate a quanto in là
    possono spingersi.
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    Che idee folli possano concepire
    per migliorare il loro futuro.
  • 5:53 - 5:57
    Partendo da questo ragionamento
    abbiamo ideato un piccolo progetto.
  • 5:58 - 6:00
    Si tratta di nove container,
  • 6:01 - 6:03
    che abbiamo impilato
    in un cantiere navale in Polonia,
  • 6:03 - 6:06
    li abbiamo trasportati
    attraverso il Mar Baltico
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    e attraccati al porto di Copenhagen
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    dove ora sono la dimora di 12 studenti.
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    Ogni studente ha una vista mare,
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    può lanciarsi dalla finestra
    nell'acqua limpida del porto
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    e tornare a casa.
  • 6:19 - 6:22
    Il calore proviene
    dall'inerzia termica del mare
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    e l'energia arriva dal sole.
  • 6:24 - 6:26
    Queste sono le prime 12 unità a Copenhagen
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    e ne arriveranno altre 60,
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    200 sono dirette a Gothenburg
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    e stiamo pensando a una città galleggiante
    sulla Senna per le Olimpiadi di Parigi.
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    Questo è più un tipo
    di architettura transitoria, quasi nomade.
  • 6:40 - 6:44
    Le rive delle nostre città
    stanno cambiando a vista d'occhio.
  • 6:44 - 6:47
    Cambi economici, industriali e climatici.
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    Questa è Manhattan
    prima dell'uragano Sandy.
  • 6:51 - 6:53
    E questa è Manhattan dopo l'uragano.
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    La città di New York ci ha chiesto
  • 6:56 - 7:00
    come costruire una protezione
    anti-inondazione per Manhattan
  • 7:00 - 7:05
    senza innalzare un argine
    che dividerebbe la città dal mare.
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    La High Line ci ha dato l'idea.
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    Tutti conoscete
    il nuovo fantastico parco a New York.
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    Si tratta di binari smantellati,
  • 7:15 - 7:18
    che ora sono una delle passeggiate
    più amate della città.
  • 7:18 - 7:19
    Perciò pensammo:
  • 7:19 - 7:23
    possiamo ideare la giusta
    protezione anti-inondazione per Manhattan
  • 7:23 - 7:27
    senza dover aspettare
    di smantellarla per renderla bella?
  • 7:28 - 7:34
    Ci siamo confrontati con i cittadini
    che vivono sulla riva del mare a New York.
  • 7:34 - 7:38
    Abbiamo lavorato con loro per ideare
    la giusta protezione anti-inondazione
  • 7:38 - 7:41
    che renda la riva del fiume
  • 7:41 - 7:43
    più accessibile e gradevole.
  • 7:44 - 7:47
    Sotto la via del parcheggio
    creeremo dei padiglioni
  • 7:47 - 7:50
    con pareti a scomparsa
    da estrarre in caso di inondazioni.
  • 7:50 - 7:54
    Inseriremo delle gradinate
    per rendere lo spazio più ricreativo
  • 7:54 - 7:56
    ma anche resistente alle inondazioni.
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    Più a nord, nell'East River Park,
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    creeremo delle colline
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    per isolare il parco
    dai rumori della strada
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    ma pensate anche come barriera
  • 8:11 - 8:15
    per fermare le ondate
    causate dalle tempeste.
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    Questo progetto si chiama "Dryline":
  • 8:21 - 8:22
    In pratica è la High Line...
  • 8:22 - 8:24
    (Risate)
  • 8:24 - 8:26
    La High Line che terrà
    Manhattan all'asciutto.
  • 8:26 - 8:28
    (Applausi)
  • 8:28 - 8:33
    La sua realizzazione inizierà
    dal lato est del fiume a fine anno.
  • 8:33 - 8:38
    Ma la progettazione è stata condotta
    insieme ai cittadini a sud del fiume
  • 8:38 - 8:42
    per prevedere tutte
    le infrastrutture necessarie e resistenti,
  • 8:42 - 8:46
    integrando al tutto
    una componente sociale e ambientale.
  • 8:48 - 8:52
    New York non è l'unica città
    in questa situazione.
  • 8:52 - 8:55
    Infatti, entro il 2050
  • 8:56 - 8:59
    il 90 per cento delle città
    più grandi al mondo
  • 8:59 - 9:01
    dovrà affrontare
    l'aumento del livello del mare.
  • 9:01 - 9:05
    Ad Amburgo
    hanno creato un intero quartiere
  • 9:05 - 9:08
    in cui i pavimenti sono ideati
    per respingere le inondazioni.
  • 9:09 - 9:15
    In Svezia c'è una città,
    dove i parchi hanno stagni e laghetti
  • 9:15 - 9:19
    pensati per far fronte
    ad alluvioni e acque reflue.
  • 9:20 - 9:23
    Perciò pensammo
    che in realtà, oggigiorno,
  • 9:24 - 9:29
    tre milioni di persone
    vivono stabilmente sul mare.
  • 9:30 - 9:33
    Quindi ci siamo immaginati
    una città galleggiante
  • 9:33 - 9:37
    che incorpori tutti
    gli Obiettivi di sviluppo sostenibile
  • 9:37 - 9:39
    delle Nazioni Unite
  • 9:39 - 9:43
    in un ecosistema artificiale tutto nuovo.
  • 9:43 - 9:47
    Dobbiamo progettarlo in modo
    che possa produrre energia autonomamente,
  • 9:48 - 9:50
    raccogliendo
    l'inerzia termica dell'oceano,
  • 9:50 - 9:53
    la forza delle maree,
    le correnti e le onde,
  • 9:54 - 9:55
    la potenza del vento,
  • 9:55 - 9:57
    il calore e l'energia del sole.
  • 9:58 - 10:01
    Anche l'acqua piovana che cadrà
  • 10:01 - 10:03
    su questo arcipelago artificiale
  • 10:04 - 10:07
    verrà raccolta,
    lavorata organicamente e meccanicamente
  • 10:07 - 10:08
    per essere pulita e immagazzinata.
  • 10:09 - 10:12
    Dovremo coltivare il cibo localmente,
  • 10:12 - 10:14
    focalizzando la dieta su pesce e piante,
  • 10:15 - 10:19
    perché non ci sarebbe
    lo spazio né le risorse per le fattorie.
  • 10:20 - 10:25
    Infine anche i rifiuti
    saranno trattati localmente,
  • 10:25 - 10:29
    con compost, riciclaggio
    e convertendoli in energia.
  • 10:30 - 10:34
    In un progetto urbanistico tradizionale
  • 10:34 - 10:37
    si parte disegnando
    la rete stradale per le auto
  • 10:37 - 10:39
    e i lotti in cui costruire degli edifici.
  • 10:40 - 10:43
    Per questo progetto
    ci siamo confrontati con molti scienziati
  • 10:43 - 10:47
    partendo dalle risorse rinnovabili
    di cui disponiamo in natura.
  • 10:48 - 10:50
    Da qui abbiamo canalizzato
    il flusso delle risorse
  • 10:50 - 10:55
    attraverso questo ecosistema artificiale,
    o forma di metabolismo urbano.
  • 10:56 - 10:59
    Sarà modulare.
  • 11:00 - 11:01
    Sarà galleggiante
  • 11:01 - 11:04
    e pensato per resistere
    alle tempeste tropicali.
  • 11:04 - 11:06
    I moduli sono prefabbricabili in scala
  • 11:07 - 11:11
    e collegabili l'uno all'altro
    per formare piccole comunità.
  • 11:11 - 11:14
    Stiamo ideando
    dei complementi per le coste,
  • 11:14 - 11:16
    così anche se si tratta
    di moduli razionali,
  • 11:17 - 11:20
    ogni isola può essere unica
    con un particolare paesaggio costiero.
  • 11:20 - 11:23
    L'architettura dovrà rimanere
    relativamente bassa
  • 11:23 - 11:26
    così che la base rimanga salda.
  • 11:26 - 11:29
    Lo spazio dedicato all'agricoltura
  • 11:30 - 11:35
    sarà anch'esso spazio ricreativo,
    così da rendere gradevole la permacultura.
  • 11:35 - 11:38
    Il progetto attuale è pensato
    per i tropici: tutti i tetti sono mirati
  • 11:38 - 11:41
    a ottimizzare la raccolta
    di energia solare e a riparare dal sole.
  • 11:42 - 11:44
    I materiali saranno leggeri e rinnovabili,
  • 11:45 - 11:46
    come bambù e legno,
  • 11:46 - 11:50
    che inoltre renderanno
    l'ambiente più caldo e attraente.
  • 11:50 - 11:55
    Ogni edificio è disegnato
    appositamente per queste piattaforme.
  • 11:56 - 12:00
    Al di sotto avremo tutti
    un magazzino dentro il pontone,
  • 12:00 - 12:03
    quasi come una versione gigante
    dei container per gli studenti
  • 12:03 - 12:04
    che abbiamo già realizzato.
  • 12:04 - 12:10
    Immagazzineremo tutta l'energia prodotta,
    l'acqua raccolta e recuperata.
  • 12:10 - 12:15
    Tratteremo tutti i rifiuti
    e aumenteremo la produzione di compost.
  • 12:15 - 12:21
    Avremo dei raccolti d'emergenza
    coltivati in aeroponica e idroponica.
  • 12:21 - 12:25
    Immaginate questo paesaggio
    come intagliato in una sezione verticale,
  • 12:25 - 12:28
    che parte dall'alto,
    dove troviamo le coltivazioni verticali,
  • 12:29 - 12:33
    e finisce sott'acqua, dove abbiamo
    coltivazioni in aeroponica e idroponica.
  • 12:33 - 12:36
    Ancora più sotto
    ci saranno le fattorie oceaniche.
  • 12:36 - 12:39
    Collegheremo l'isola al fondale marino
  • 12:39 - 12:44
    e useremo rocce biologiche per ricreare
    barriere coralline e rigenerare l'habitat.
  • 12:44 - 12:48
    Pensate a questa
    piccola isola per 300 persone.
  • 12:48 - 12:51
    Può essere unita ad altre isole
    e formare un gruppo, un quartiere,
  • 12:52 - 12:56
    che a loro volta si possono riunire
    e formare una città per 10.000 persone.
  • 12:56 - 12:59
    Questa città galleggiante potrà prosperare
  • 13:00 - 13:03
    proprio come una coltura batterica
    cresce in un vetrino da laboratorio.
  • 13:05 - 13:09
    Uno dei posti in cui vorremmo posizionare,
    o ancorare, la città galleggiante
  • 13:10 - 13:11
    è il Delta del Fiume delle Perle.
  • 13:12 - 13:15
    Immaginatevi dei tetti
    di pannelli fotovoltaici
  • 13:15 - 13:17
    su un arcipelago galleggiante nel mare.
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    Salpando verso l'isola,
    vedrete i residenti del mare
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    spostarsi su forme alternative
    di trasporto acquatico.
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    Arriverete ad una specie
    di porto circondariale.
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    Potete fare un giro
    nei giardini di permacultura,
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    pensati con scopo produttivo e ricreativo.
  • 13:35 - 13:40
    Anche le serre contribuiranno ad
    arricchire la vita sociale come aranciere.
  • 13:40 - 13:46
    Infine, sott'acqua sarà tutto dedicato
    alla coltivazione, alla scienza
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    e agli spazi sociali.
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    In un certo senso,
    questo porto sarà il luogo
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    in cui le persone si riuniscono,
    sia di giorno che di sera.
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    Anche se la prima isola
    è progettata per i tropici
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    l'architettura potrà essere
    adattata a qualsiasi cultura.
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    Immaginate città galleggianti
    per il Medio Oriente,
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    il Sud-est asiatico
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    o magari anche in stile scandinavo.
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    Quindi, per concludere:
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    L'uomo è formato per il 70% da acqua.
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    La superficie del nostro pianeta
    è composta per il 70% da acqua.
  • 14:25 - 14:26
    Ed è in aumento.
  • 14:26 - 14:29
    Anche se l'intera popolazione
    si trasformasse in una società
  • 14:29 - 14:31
    a impatto zero dal giorno alla notte,
  • 14:31 - 14:35
    ci sarebbero comunque isole
    destinate ad "affondare" nel mare,
  • 14:35 - 14:40
    a meno che non si sviluppino
    forme alternative di habitat galleggianti.
  • 14:42 - 14:45
    L'unica costante nell'universo
    è il cambiamento.
  • 14:45 - 14:49
    Il mondo è in continuo cambiamento
    e ora il clima sta cambiando.
  • 14:50 - 14:53
    Non importa quanto sia
    critica la situazione, e lo è,
  • 14:53 - 14:58
    questo è il superpotere
    che tutti abbiamo in comune:
  • 14:58 - 15:01
    Il potere di adattarsi al cambiamento
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    e dare forma al nostro futuro.
  • 15:06 - 15:12
    (Applausi)
Title:
Città galleggianti, la Casa LEGO e altre forme architettoniche del futuro
Speaker:
Bjarke Ingels
Description:

"Il design dà forma al futuro", afferma l'architetto Bjarke Ingels. Un tour che offre uno scorcio sui progetti del suo team sparsi per tutto il mondo: dall'impianto termovalorizzatore (ribattezzato in pista da sci) alla "Casa a Mattoncini" della LEGO in Danimarca, passando per le infrastrutture anti-inondazione d'avanguardia a New York e concludendo con l'ambizioso progetto delle città galleggianti ecosostenibili e adattabili al cambiamento climatico.

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Video Language:
English
Team:
closed TED
Project:
TEDTalks
Duration:
15:24

Italian subtitles

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