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Open Innovation: collaborazione, ecosistemi e "know-where" | Federico Frattini | TEDxBrianza

  • 0:17 - 0:21
    Parliamo di innovazione,
    e vorrei partire ricordando a tutti
  • 0:21 - 0:23
    che l'innovazione oggi è,
    senza ombra di dubbio,
  • 0:23 - 0:27
    la principale arma
    di cui dispongono le imprese
  • 0:27 - 0:29
    per competere con successo sul mercato.
  • 0:29 - 0:31
    E questo è forse ancora più vero
  • 0:31 - 0:34
    per quelle imprese,
    come molte delle aziende italiane,
  • 0:34 - 0:38
    che non possono contare su altre armi
    come la dimensione,
  • 0:38 - 0:41
    e quindi le efficienze di scala
    che ne conseguono,
  • 0:41 - 0:45
    o l'accesso a fattori produttivi,
    come il lavoro o l'energia,
  • 0:45 - 0:47
    a costi competitivi.
  • 0:47 - 0:49
    Quindi l'innovazione oggi,
    lo sappiamo tutti,
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    è una priorità in cima all'agenda
    di ogni imprenditore e di ogni manager:
  • 0:53 - 0:55
    tutti ne parlano.
  • 0:55 - 1:00
    Ma forse non tutti sanno esattamente
    cosa sia, nello specifico, l'innovazione.
  • 1:00 - 1:05
    Io credo che sia molto utile vederla,
    e definirla, come un processo:
  • 1:05 - 1:09
    non è nient'altro che una serie di azioni,
    una serie di decisioni,
  • 1:09 - 1:12
    attraverso cui un'impresa,
    un'organizzazione
  • 1:12 - 1:14
    o noi stessi, un individuo,
  • 1:14 - 1:15
    generano un'idea
  • 1:15 - 1:20
    per un nuovo prodotto, un nuovo servizio,
    un nuovo modo di fare le cose -
  • 1:20 - 1:24
    e poi la trasformano in realtà,
    la sviluppano, la rendono concreta
  • 1:24 - 1:26
    e la portano sul mercato.
  • 1:27 - 1:31
    Tradizionalmente, direi
    fino a una ventina di anni fa,
  • 1:31 - 1:33
    le imprese hanno ritenuto
  • 1:33 - 1:38
    che per innovare con successo
    fosse fondamentale controllare,
  • 1:38 - 1:41
    avere al proprio interno,
    disporre internamente
  • 1:41 - 1:43
    di tutte le risorse, le competenze,
  • 1:43 - 1:47
    le tecnologie, le idee
    e le conoscenze necessarie
  • 1:47 - 1:49
    per portare avanti questo processo.
  • 1:49 - 1:51
    L'idea di fondo era molto semplice:
  • 1:51 - 1:55
    per innovare di più, dobbiamo
    investire di più internamente,
  • 1:55 - 2:00
    assumere i migliori talenti,
    tecnici, designer, ingegneri, scienziati
  • 2:00 - 2:02
    e aumentare, anno dopo anno,
  • 2:02 - 2:07
    gli investimenti nei nostri laboratori
    di ricerca e sviluppo.
  • 2:07 - 2:10
    L'idea di fondo
    da qualcuno è stata nominata
  • 2:10 - 2:13
    "closed innovation", l'innovazione chiusa:
  • 2:13 - 2:16
    il concetto secondo cui per un'impresa,
  • 2:16 - 2:21
    per innovare con continuità,
    e quindi per competere sul mercato,
  • 2:21 - 2:24
    fosse necessario espandere continuamente
  • 2:24 - 2:27
    e approfondire continuamente
    il proprio know how,
  • 2:27 - 2:30
    ossia la propria base
    di competenze distintive.
  • 2:31 - 2:32
    Ci sono parecchi studi
  • 2:32 - 2:36
    che mostrano che questo modo
    di fare innovazione nelle organizzazioni
  • 2:36 - 2:38
    produce una sindrome,
  • 2:38 - 2:42
    quella che qualcuno ha chiamato
    la sindrome del "non inventato qui".
  • 2:42 - 2:45
    Quante volte di fronte
    a un'idea, uno stimolo
  • 2:45 - 2:48
    che proviene da fuori
    i confini di un'organizzazione,
  • 2:48 - 2:52
    ci siamo sentiti dire : "Be', questa cosa
    la sapremmo fare meglio noi".
  • 2:52 - 2:55
    Ecco, la sindrome del
    "non inventato qui" è proprio questo:
  • 2:55 - 2:59
    la tendenza, spesso anche inconsapevole,
  • 2:59 - 3:03
    a giudicare come di minor valore,
    di minor potenziale,
  • 3:03 - 3:06
    un'idea, un contributo,
    una soluzione che ci viene da fuori.
  • 3:06 - 3:10
    Qualcuno appunto l'ha chiamata
    la sindrome del non inventato qui:
  • 3:10 - 3:13
    una barriera culturale,
    spesso inconsapevole,
  • 3:13 - 3:16
    che incontriamo nelle organizzazioni.
  • 3:16 - 3:20
    Questo modo di fare innovazione,
    che abbiamo chiamato "innovazione chiusa",
  • 3:20 - 3:23
    è stato il modello dominante,
    fino a circa una ventina di anni fa;
  • 3:24 - 3:30
    ma possiamo ancora oggi considerarlo
    un approccio all'innovazione efficace?
  • 3:30 - 3:33
    Be', le cose sono profondamente cambiate,
    negli ultimi 20 anni.
  • 3:33 - 3:39
    Innanzitutto, il processo di innovazione
    è diventato molto più complesso,
  • 3:39 - 3:41
    e molto più costoso.
  • 3:41 - 3:45
    Per rispondere alle esigenze dei clienti,
    che cambiano sempre più velocemente;
  • 3:45 - 3:47
    per far fronte a una competizione
  • 3:47 - 3:50
    che è sempre più globale,
    e sempre più imprevedibile,
  • 3:50 - 3:56
    oggi le organizzazioni devono innovare
    incorporando nei loro prodotti o servizi
  • 3:56 - 4:00
    molte più tecnologie,
    spesso con una natura digitale,
  • 4:00 - 4:02
    rispetto a quanto accadeva
    qualche anno fa.
  • 4:02 - 4:04
    Prendiamo l'esempio
    del mondo dell'automotive:
  • 4:04 - 4:09
    c'è chi ritiene che da qui a tre anni
    la parte principale del valore
  • 4:09 - 4:11
    che verrà creato
    nella filiera dell'automotive
  • 4:11 - 4:17
    sarà relativa alla componente software,
    e non più all'hardware delle autovetture.
  • 4:17 - 4:20
    E questo impone una
    profondissima trasformazione
  • 4:20 - 4:22
    nel modo di fare innovazione
  • 4:22 - 4:24
    delle imprese che lavorano
    in questo settore.
  • 4:24 - 4:28
    Volenti o nolenti, e in qualche forma
    lo stanno già facendo,
  • 4:28 - 4:32
    devono diventare capaci di sviluppare,
    o quantomeno integrare,
  • 4:32 - 4:35
    software e sistemi informatici
    di varia natura.
  • 4:35 - 4:40
    Ed è molto difficile, come capirete,
    farlo, facendo leva, confidando
  • 4:40 - 4:45
    solo sulle proprie competenze,
    risorse e tecnologie.
  • 4:45 - 4:47
    C'è un secondo fenomeno molto rilevante,
  • 4:47 - 4:52
    ossia il fatto che oggi il ciclo di vita
    di un nuovo prodotto, di un nuovo servizio
  • 4:52 - 4:54
    dopo che è stato portato sul mercato
  • 4:54 - 4:56
    si è accorciato sensibilmente.
  • 4:56 - 4:57
    Ricordo le parole
  • 4:57 - 4:59
    dell'amministratore delegato
    di Hewlett-Packard,
  • 4:59 - 5:01
    che qualche anno fa diceva:
  • 5:01 - 5:05
    "Oggi, i nostri prodotti
    restano sul mercato tra sei e 12 mesi.
  • 5:05 - 5:06
    Cinque anni prima,
  • 5:06 - 5:09
    stavano sul mercato
    tra i tre e i cinque anni".
  • 5:09 - 5:15
    E questo fenomeno di accelerazione
    del ciclo di innovazione
  • 5:15 - 5:18
    è un qualcosa che è comune
    a tantissimi settori industriali.
  • 5:18 - 5:19
    Lo vediamo anche noi,
  • 5:19 - 5:22
    quando andiamo a comprare
    un elettrodomestico a Media World,
  • 5:22 - 5:23
    per fare un esempio.
  • 5:23 - 5:24
    Quindi, oggi,
  • 5:24 - 5:26
    non solo innovare è più complesso,
  • 5:26 - 5:29
    ma bisogna farlo anche molto,
    molto più velocemente.
  • 5:29 - 5:33
    E quindi, cosa stanno facendo oggi
    le imprese più innovative?
  • 5:33 - 5:36
    Che risposta stanno dando a questa sfida?
  • 5:36 - 5:40
    Stanno investendo di più internamente,
  • 5:40 - 5:43
    nei loro laboratori e processi
    di ricerca e sviluppo e innovazione?
  • 5:43 - 5:46
    In realtà non è proprio così:
    prendete l'esempio di Apple.
  • 5:46 - 5:51
    L'anno scorso, Apple ha investito
    il 5,4 percento del suo fatturato
  • 5:51 - 5:52
    in ricerca e sviluppo.
  • 5:52 - 5:56
    Un dato molto lontano
    da quello di altre imprese,
  • 5:56 - 5:57
    come Microsoft o Google,
  • 5:57 - 6:02
    che hanno investito il 13, il 14,
    il 15 percento del loro fatturato
  • 6:02 - 6:03
    in ricerca e innovazione.
  • 6:04 - 6:06
    E questa è una costante
    della storia di Apple
  • 6:06 - 6:08
    degli ultimi cinque-sei anni,
  • 6:08 - 6:10
    e non possiamo certo dire
  • 6:10 - 6:12
    che non sia stata,
    e non continui ad essere
  • 6:12 - 6:14
    un'impresa molto, molto innovativa.
  • 6:15 - 6:17
    Quello che le imprese
    che oggi sanno innovare veramente
  • 6:17 - 6:21
    hanno dimostrato di fare,
    e hanno imparato a fare,
  • 6:21 - 6:25
    è quello di far evolvere il loro modello,
    il loro approccio all'innovazione
  • 6:26 - 6:28
    da una logica chiusa a una logica aperta.
  • 6:29 - 6:32
    Oggi, il modello
    che queste imprese adottano
  • 6:32 - 6:34
    si chiama "open innovation".
  • 6:34 - 6:39
    E che differenza c'è tra il modello chiuso
    e il modello aperto di innovazione?
  • 6:39 - 6:42
    L'idea è molto semplice:
    si basa sul riconoscere
  • 6:42 - 6:46
    che oggi non è più sufficiente
    disporre al proprio interno,
  • 6:46 - 6:50
    continuare ad investire
    sulle proprie tecnologie,
  • 6:50 - 6:51
    sul proprio know how.
  • 6:51 - 6:58
    È forse più veloce, più efficace,
    meno costoso, meno rischioso,
  • 6:58 - 7:02
    saper identificare, cercare, utilizzare
  • 7:02 - 7:05
    le idee, le competenze,
    le tecnologie e il know how
  • 7:05 - 7:10
    che già esistono fuori dai confini
    della nostra organizzazione.
  • 7:10 - 7:13
    L'idea è molto affascinante:
    poi bisogna, però, metterla in pratica.
  • 7:13 - 7:17
    Ed esistono oggi tantissimi
    strumenti molto concreti
  • 7:17 - 7:20
    con cui si può dar corpo
    a questo principio.
  • 7:20 - 7:23
    Alcuni sono anche molto noti
    e utilizzati da tempo:
  • 7:23 - 7:26
    prendiamo ad esempio il caso di Alessi,
    che tutti conosciamo,
  • 7:26 - 7:29
    l'impresa che produce
    accessori per la casa.
  • 7:29 - 7:30
    Nel corso degli anni '90,
  • 7:30 - 7:34
    ha visto crescere il suo fatturato
    da 20 a 100 milioni di euro
  • 7:34 - 7:36
    rivoluzionando il suo modello
    di innovazione.
  • 7:36 - 7:40
    Alessi ha cominciato
    a lavorare sistematicamente
  • 7:40 - 7:43
    con un network di oltre
    200 designer e architetti
  • 7:43 - 7:45
    che stavano fuori da Alessi
  • 7:45 - 7:49
    che l'hanno aiutata a reinterpretare
    il significato dei prodotti
  • 7:49 - 7:52
    che l'impresa sviluppava
    e portava sul mercato,
  • 7:52 - 7:55
    intercettando e interpretando
    dei cambiamenti culturali
  • 7:55 - 7:58
    che in quegli anni si stavano verificando
    nella nostra società.
  • 7:58 - 8:00
    Potete facilmente immaginare
  • 8:00 - 8:04
    quanto fosse più ampio il contributo
    di creatività e di conoscenza
  • 8:04 - 8:07
    che questa rete
    di architetti e di designer
  • 8:07 - 8:09
    è riuscita a mettere
    a disposizione dell'impresa,
  • 8:09 - 8:12
    se confrontato con quello
    che avrebbero potuto fare
  • 8:12 - 8:15
    i designer direttamente assunti
    da Alessi stessa.
  • 8:15 - 8:20
    Un secondo strumento è quello che consiste
    nel dar vita a delle collaborazioni
  • 8:20 - 8:22
    con Università, centri di ricerca
  • 8:22 - 8:26
    o imprese che lavorano in settori
    completamente diversi dal nostro
  • 8:26 - 8:31
    per dar vita a dei progetti di sviluppo
    di ampio respiro e di lunga durata.
  • 8:32 - 8:35
    Un esempio in questo senso
    è Dompé Farmaceutici
  • 8:35 - 8:39
    che poco tempo fa ha creato,
    nel suo laboratorio di ricerca e sviluppo,
  • 8:39 - 8:43
    in cui investe il 15 percento
    del suo fatturato ogni anno,
  • 8:43 - 8:45
    un dipartimento che si chiama
    proprio "open innovation".
  • 8:45 - 8:46
    E cosa fa?
  • 8:46 - 8:51
    Ha il compito di sviluppare, misurare,
    far crescere e utilizzare
  • 8:51 - 8:53
    una rete di relazioni
  • 8:53 - 8:58
    con oltre 200 università
    e centri di ricerca in giro per il mondo
  • 8:58 - 9:01
    con cui Dompé innova quotidianamente.
  • 9:01 - 9:03
    E la stessa cosa che,
    ad esempio, fa anche Cosberg,
  • 9:03 - 9:07
    la nota impresa italiana
    nel settore dell'automazione
  • 9:07 - 9:10
    che collabora con decine
    di università e centri di ricerca,
  • 9:10 - 9:11
    in Europa ma non solo.
  • 9:11 - 9:14
    Cosberg però fa qualcosa oltre:
  • 9:14 - 9:18
    è partner di Intellimech,
    che è uno dei più grandi consorzi
  • 9:18 - 9:21
    di ricerca precompetitiva
    nel campo della meccatronica, al mondo,
  • 9:21 - 9:23
    che mette insieme, fa lavorare insieme
  • 9:23 - 9:27
    oltre 30 imprese,
    centri di ricerca e università,
  • 9:27 - 9:32
    che si scambiano continuamente
    idee, soluzioni e tecnologie
  • 9:32 - 9:35
    per accelerare e migliorare
    la capacità di innovare
  • 9:35 - 9:38
    di ciascuno dei partner
    di questo consorzio.
  • 9:38 - 9:40
    Pensate che, negli ultimi anni,
    Cosberg ha messo a punto
  • 9:40 - 9:43
    16 brevetti innovativi
    nel campo dell'automazione
  • 9:43 - 9:48
    sfruttando le competenze e gli stimoli
    che provenivano da questo consorzio.
  • 9:49 - 9:52
    Ci sono però oggi molti altri strumenti,
    anche più innovativi,
  • 9:52 - 9:55
    che le imprese hanno cominciato
    ad utilizzare solo più recentemente,
  • 9:55 - 9:57
    per fare open innovation.
  • 9:57 - 10:00
    Ad esempio, è in netta crescita
    il numero di imprese
  • 10:00 - 10:05
    che collaborano sistematicamente,
    e spesso anche investono nel capitale,
  • 10:05 - 10:08
    di startup o piccole imprese
    molto innovative.
  • 10:08 - 10:12
    Nel far questo, aiutate anche
    dal ruolo di ponte, di collegamento,
  • 10:12 - 10:15
    svolto dagli incubatori
    o dagli acceleratori di imprese
  • 10:15 - 10:17
    come ad esempio PoliHub,
  • 10:17 - 10:20
    che è l'incubatore di startup
    del Politecnico di Milano,
  • 10:20 - 10:23
    che ospita più di 130 startup innovative.
  • 10:23 - 10:25
    Ci sono poi, oggi, anche
    piattaforme online.
  • 10:25 - 10:29
    Non so se avete mai sentito parlare
    di Innocentive, o di Nine Sigma,
  • 10:29 - 10:32
    che aiutano le imprese
    che vogliono innovare
  • 10:32 - 10:34
    a entrare in contatto con comunità
  • 10:34 - 10:37
    di tecnici, ingegneri,
    docenti universitari.
  • 10:37 - 10:41
    In alcuni casi, si tratta
    di centinaia di migliaia, se non milioni,
  • 10:41 - 10:44
    di quelli che vengono chiamati solver,
  • 10:44 - 10:46
    che aiutano le imprese
    che desiderano innovare
  • 10:46 - 10:49
    a trovare soluzioni innovative
  • 10:49 - 10:53
    ai problemi tecnici più complessi
    che si trovano ad affrontare.
  • 10:53 - 10:56
    Un altro strumento che negli ultimi anni
    è sempre più utilizzato
  • 10:56 - 10:59
    sono i contest d'innovazione
    e gli hackaton.
  • 10:59 - 11:01
    Sono degli strumenti
    attraverso cui le imprese
  • 11:01 - 11:08
    possono coinvolgere fornitori, clienti,
    partner, studenti, docenti
  • 11:08 - 11:10
    nel generare nuovi concept
  • 11:10 - 11:14
    per prodotti, servizi
    che poi vanno a portare sul mercato.
  • 11:15 - 11:17
    Un esempio interessante, in questo senso,
  • 11:17 - 11:21
    è la "Global Packaging Challenge"
    lanciata nel 2019 da Amadori,
  • 11:21 - 11:23
    la nota impresa
    nel settore agroalimentare,
  • 11:23 - 11:28
    che ha coinvolto una serie di fornitori
    attuali e futuri dell'impresa stessa
  • 11:28 - 11:31
    nel mettere a punto
    delle soluzioni sostenibili
  • 11:31 - 11:33
    per i sistemi di imballaggio
    di Amadori stessa,
  • 11:33 - 11:36
    ed è stato un progetto
    di grandissimo successo.
  • 11:36 - 11:38
    Il messaggio che volevo trasmettervi
  • 11:38 - 11:42
    è che oggi ci sono tantissimi strumenti,
    tantissimi tool che si possono usare
  • 11:42 - 11:45
    per concretizzare l'idea
    dell'innovazione aperta.
  • 11:45 - 11:49
    E non sono degli strumenti
    a disposizione solo delle grandi imprese
  • 11:49 - 11:50
    e delle multinazionali.
  • 11:50 - 11:54
    Anzi, forse utilizzare
    e sfruttare questi strumenti
  • 11:54 - 11:57
    è ancora più importante,
    diventa ancora più prioritario
  • 11:57 - 11:59
    per le piccole imprese,
  • 11:59 - 12:03
    come molte di quelle che ci sono
    in Italia e nel nostro territorio.
  • 12:04 - 12:05
    Chiaramente, per far questo
  • 12:05 - 12:10
    bisogna prendere consapevolezza
    di un cambio di paradigma importante.
  • 12:10 - 12:12
    Noi abbiamo sempre creduto
  • 12:12 - 12:15
    che fosse fondamentale,
    per innovare con successo,
  • 12:15 - 12:18
    disporre di un solido know how,
  • 12:18 - 12:21
    un set di competenze
    e di tecnologie distintive
  • 12:21 - 12:25
    che l'impresa presidiava, su cui investiva
    e che faceva crescere nel tempo.
  • 12:25 - 12:27
    Oggi le imprese che abbiamo visto,
  • 12:27 - 12:32
    e tutte le altre che hanno intrapreso
    una strada verso l'open innovation,
  • 12:32 - 12:34
    hanno capito che il know how
    non è più sufficiente.
  • 12:34 - 12:38
    E hanno cominciato a sviluppare
    quello che io chiamo il "know-where",
  • 12:38 - 12:40
    cioè l'interconnessione
    con il mondo esterno
  • 12:40 - 12:44
    e la capacità di trovare
    velocemente e efficacemente,
  • 12:44 - 12:46
    prima dei miei competitor,
  • 12:46 - 12:48
    dove stanno le idee,
    le soluzioni e le tecnologie
  • 12:48 - 12:52
    che servono per accelerare
    e rendere più efficace
  • 12:52 - 12:53
    il mio processo di innovazione.
  • 12:54 - 12:55
    Chiaramente, per far questo
  • 12:55 - 12:59
    bisogna superare quella barriera culturale
    di cui abbiamo parlato,
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    la "sindrome del non inventato qui".
  • 13:01 - 13:04
    È fondamentale che le imprese capiscano,
  • 13:04 - 13:07
    da un lato il valore intrinseco
    delle idee e delle soluzioni
  • 13:07 - 13:11
    che provengono da fuori
    dei suoi laboratori di ricerca e sviluppo;
  • 13:11 - 13:14
    e in secondo luogo, è fondamentale
    che conoscano quegli strumenti,
  • 13:14 - 13:16
    sappiano in cosa consistono
  • 13:16 - 13:20
    e sappiano come si mettono
    concretamente in pratica.
  • 13:20 - 13:21
    Ecco, io credo che oggi
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    questa è la sfida principale
    per ogni impresa:
  • 13:23 - 13:27
    saper "mettere a terra"
    il concetto di open innovation
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    e fare evolvere la propria filosofia
    e il proprio approccio all'innovazione
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    da un modello chiuso,
    direi autoreferenziale,
  • 13:34 - 13:37
    verso questo modello
    espansivo e interconnesso
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    che abbiamo chiamato innovazione aperta.
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    (Applausi)
Title:
Open Innovation: collaborazione, ecosistemi e "know-where" | Federico Frattini | TEDxBrianza
Description:

Avete mai sentito parlare di "know-where"? Il successo delle aziende italiane si basa, com’è noto, su una rete di piccole e medie imprese, che per sopravvivere sul mercato devono puntare su una innovazione spinta, sopperendo così alla mancanza di economia di scala o di accesso a lavoro ed energia a basso costo. Ma gli stessi paradigmi dell’innovazione, negli ultimi anni, stanno cambiando! L’esperto di innovazione aziendale Federico Frattini spiega in questo talk l’"open innovation", un nuovo paradigma che attinge alla collaborazione con i giusti attori esterni più che alla gelosa chiusura al mondo della propria conoscenza industriale.

Questo intervento è stato presentato a un evento TEDx, che utilizza il format della conferenza TED ma è stato organizzato in maniera indipendente da una comunità locale.

Per maggiori informazioni, visita il sito http://ted.com/tedx

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Video Language:
Italian
Team:
closed TED
Project:
TEDxTalks
Duration:
13:53

Italian subtitles

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