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Mio padre, il falsario - Sarah Kaminsky a TEDxParis

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    Buongiorno,
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    sono la figlia di un falsario.
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    Non di un falsario qualsiasi
  • 0:26 - 0:29
    quando si sente la parola "falsario",
    spesso si comprende "mercenario",
  • 0:29 - 0:32
    "moneta falsa", "quadri falsi".
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    Mio padre non è un uomo di quel genere.
  • 0:35 - 0:36
    Per 30 anni della sua vita,
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    ha prodotto documenti falsi.
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    Mai per se stesso,
    sempre per gli altri.
  • 0:41 - 0:45
    E per essere d'aiuto
    ai perseguitati e agli oppressi.
  • 0:45 - 0:48
    Lasciate che ve lo presenti.
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    Ecco mio padre quando aveva 19 anni.
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    Per lui, tutto è iniziato
    durante la seconda guerra mondiale,
  • 0:55 - 0:57
    quando all'età di 17 anni
    si è trovato scaraventato
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    in un laboratorio di documenti falsi.
  • 0:59 - 1:03
    Diventando rapidamente l'esperto
    di documenti falsi della Resistenza.
  • 1:03 - 1:05
    E la sua storia non è banale,
  • 1:05 - 1:08
    poiché dopo la liberazione ha continuato
  • 1:08 - 1:13
    a fare documenti falsi,
    fino agli anni '70.
  • 1:13 - 1:14
    E quando ero piccola
  • 1:14 - 1:19
    non sapevo nulla di tutto questo,
    ovviamente.
  • 1:19 - 1:23
    Sono io lì in mezzo,
    quella che fa le smorfie.
  • 1:23 - 1:25
    Sono cresciuta
    nella periferia parigina.
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    Ero la minore di una famiglia
    con tre bambini.
  • 1:29 - 1:33
    E avevo un papà "normale",
    insomma, come gli altri,
  • 1:33 - 1:35
    a parte il fatto che aveva
    più di 30 anni rispetto a...
  • 1:35 - 1:39
    insomma, che aveva l'età
    per essere mio nonno.
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    Ad ogni modo, era fotografo,
    era educatore di strada,
  • 1:42 - 1:46
    e ci ha sempre insegnato
    ad obbedire rigorosamente alla legge.
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    E della sua vita di prima,
    di quando era falsario,
  • 1:48 - 1:51
    ovviamente non parlava mai.
  • 1:51 - 1:53
    C'è stato però un episodio,
    che adesso vi racconto,
  • 1:53 - 1:56
    che avrebbe dovuto mettermi
    la pulce all'orecchio.
  • 1:56 - 1:59
    Ero alle superiori
    e avevo preso un brutto voto,
  • 1:59 - 2:01
    cosa che capitava piuttosto raramente,
  • 2:01 - 2:03
    ma avevo deciso comunque
    di nasconderlo ai miei genitori.
  • 2:03 - 2:07
    E per farlo, mi sono detta
    che avrei falsificato la loro firma.
  • 2:07 - 2:09
    Ho affrontato la firma di mia madre,
  • 2:09 - 2:13
    poiché quella di mio padre
    è del tutto impossibile da falsificare.
  • 2:13 - 2:16
    Per un po', ho preso dei fogli
    per la brutta copia,
  • 2:16 - 2:19
    mi sono allenata e allenata e allenata,
  • 2:19 - 2:21
    fino ad avere una buona mano,
  • 2:21 - 2:23
    e sono passata all'azione.
  • 2:23 - 2:25
    Poi un giorno, frugando nella mia cartella,
  • 2:25 - 2:28
    mia madre ha trovato il compito
    e si è accorta subito che la firma era falsa.
  • 2:28 - 2:30
    Mi ha sgridato
    come non aveva mai fatto,
  • 2:30 - 2:33
    sono corsa a nascondermi in camera
    sotto le coperte.
  • 2:33 - 2:35
    in attesa che mio padre
    rientrasse dal lavoro,
  • 2:35 - 2:39
    lo confesso, con molta apprensione.
  • 2:39 - 2:40
    L'ho sentito entrare,
  • 2:40 - 2:43
    sono rimasta sotto le coperte,
    lui è entrato in camera mia,
  • 2:43 - 2:45
    si è seduto sull'angolo del letto,
  • 2:45 - 2:49
    e non diceva nulla,
    quindi ho tirato fuori la testa,
  • 2:49 - 2:52
    e quando mi ha vista
    è scoppiato a ridere.
  • 2:52 - 2:55
    E' scoppiato a ridere, senza fermarsi
    e con il compito in mano mi ha detto:
  • 2:55 - 2:59
    "Sarah, avresti potuto impegnarti,
    lo vedi che è troppo piccola!"
  • 2:59 - 3:07
    In effetti, è un po' piccola.
  • 3:07 - 3:09
    Sono nata in Algeria.
  • 3:09 - 3:11
    Lì sentivo dire che mio padre
    era un "moudjahid",
  • 3:11 - 3:15
    cioè un combattente.
  • 3:15 - 3:19
    Più avanti, in Francia, adoravo ascoltare
    le conversazioni dei grandi,
  • 3:19 - 3:22
    e sentivo un sacco di cose
    sulla vita che mio padre aveva fatto,
  • 3:22 - 3:25
    e sentivo soprattutto che aveva "fatto"
    la seconda guerra mondiale,
  • 3:25 - 3:27
    che aveva "fatto" la guerra d'Algeria.
  • 3:27 - 3:30
    Ed ero convinta che "fare" la guerra
    significasse essere soldato.
  • 3:30 - 3:33
    Conoscendo mio padre, che si diceva
    pacifista e non violento,
  • 3:33 - 3:36
    non riuscivo proprio a immaginarmelo
    con fucile ed elmetto.
  • 3:36 - 3:40
    E in effetti, ero ben lontana
    dalla soluzione.
  • 3:40 - 3:42
    Un giorno, mentre mio padre
    metteva insieme la documentazione
  • 3:42 - 3:45
    per farci ottenere la nazionalità francese,
  • 3:45 - 3:47
    vodo passare dei documenti,
  • 3:47 - 3:50
    che destarono la mia attenzione.
  • 3:50 - 3:52
    Questi sono veri!
  • 3:52 - 3:54
    Sono i miei, io sono nata argentina.
  • 3:54 - 3:56
    Ma il documento che ho visto passare
  • 3:56 - 3:58
    e che ci avrebbe aiutati
    a formulare la richiesta ufficiale
  • 3:58 - 4:00
    era un documento dell'esercito
  • 4:00 - 4:03
    che ringraziava mio padre per il lavoro
  • 4:03 - 4:06
    che aveva eseguito
    per conto dei servizi segreti.
  • 4:06 - 4:09
    E lì, d'un tratto, mi dissi "ooh"!
  • 4:09 - 4:11
    Ehm... Mio padre un agente segreto?!
  • 4:11 - 4:14
    faceva molto James Bond, insomma...
  • 4:14 - 4:18
    Volli fargli delle domande,
    alle quali non rispose.
  • 4:18 - 4:20
    E più tardi mi dissi che, comunque,
  • 4:20 - 4:23
    un giorno avrei dovuto interrogarlo.
  • 4:23 - 4:27
    E poi il tempo è passato,
    e io non ho fatto domande.
  • 4:27 - 4:29
    E sono diventata anch'io
    mamma di un bambino
  • 4:29 - 4:32
    e mi sono detta che era ora,
    che doveva assolutamente parlarci.
  • 4:32 - 4:34
    In effetti, ero appena diventata mamma,
  • 4:34 - 4:36
    e lui compiva 77 anni,
  • 4:36 - 4:38
    e improvvisamente ho avuto molta paura.
  • 4:38 - 4:40
    Ho avuto paura che se ne andasse
  • 4:40 - 4:42
    e che portasse con sé i suoi silenzi,
  • 4:42 - 4:44
    che si portasse via i suoi segreti.
  • 4:44 - 4:46
    E sono riuscita a convincerlo
    che era importante per noi
  • 4:46 - 4:48
    ma forse anche per gli altri,
  • 4:48 - 4:50
    che condividesse la sua storia.
  • 4:50 - 4:52
    Si è deciso a raccontarmela
  • 4:52 - 4:54
    io ne ho fatto un libro,
  • 4:54 - 4:56
    e ve ne leggerò poi qualche brano.
  • 4:56 - 4:59
    Dunque, la sua storia.
    Mio padre nasce in Argentina.
  • 4:59 - 5:01
    Aveva genitori di origini russe.
  • 5:01 - 5:04
    E tutta la famiglia è venuta a vivere
    in Francia negli anni '30.
  • 5:04 - 5:09
    I suoi genitori erano ebrei,
    russi e soprattutto molto poveri.
  • 5:09 - 5:11
    Dunque all'età di 14 anni
    mio padre cominciò a lavorare.
  • 5:11 - 5:13
    E con il suo unico diploma,
  • 5:13 - 5:15
    il certificato di scuola elementare,
  • 5:15 - 5:18
    si trovò a lavorare in una tintoria.
  • 5:18 - 5:21
    Ed è lì che ha scoperto qualcosa
    di assolutamente magico,
  • 5:21 - 5:23
    e quando ne parla è affascinante,
  • 5:23 - 5:25
    è la magia della chimica dei colori.
  • 5:25 - 5:27
    In quel periodo c'era la guerra
  • 5:27 - 5:30
    e sua madre era stata assassinata
    quando lui aveva 15 anni.
  • 5:30 - 5:32
    Tutto ciò coincise col momento in cui
  • 5:32 - 5:34
    decise di dedicarsi
    anima e corpo nella chimica,
  • 5:34 - 5:38
    perché era l'unico conforto
    per la sua tristezza.
  • 5:38 - 5:41
    Tutto il giorno faceva tante domande
    al suo padrone
  • 5:41 - 5:43
    per conoscere, per saperne di più,
  • 5:43 - 5:45
    e la notte, al riparo dagli sguardi,
  • 5:45 - 5:47
    metteva in pratica tutte le sue esperienze,
  • 5:47 - 5:54
    e si interessava soprattutto
    alla decolorazione dell'inchiostro.
  • 5:54 - 5:56
    Tutto questo per dirvi,
  • 5:56 - 5:58
    che se mio padre è diventato falsario,
    in realtà,
  • 5:58 - 6:00
    è stato quasi per caso.
  • 6:00 - 6:02
    Erano dunque ebrei e braccati.
  • 6:02 - 6:06
    Alla fine tutta la famiglia fu arrestata
    e portata al campo di Drancy.
  • 6:06 - 6:09
    Riuscirono a uscirne in extremis
    grazie ai loro documenti argentini.
  • 6:09 - 6:11
    Soltanto che erano sì, fuori,
    ma ancora in pericolo.
  • 6:11 - 6:14
    C'era ancora quel grande timbro "ebreo"
    sui documenti.
  • 6:14 - 6:17
    Fu suo padre a decidere
    che servivano dei documenti falsi.
  • 6:17 - 6:20
    E mio padre era stato educato
    a un tale rispetto per la legalità
  • 6:20 - 6:22
    che nonostante fosse perseguitato,
  • 6:22 - 6:24
    non aveva mai pensato ai documenti falsi.
  • 6:24 - 6:27
    Fu lui ad andare all'appuntamento
    con l'uomo della Resistenza.
  • 6:27 - 6:30
    Al tempo i documenti erano cartonati,
  • 6:30 - 6:32
    compilati a mano,
  • 6:32 - 6:34
    e vi figurava la professione.
  • 6:34 - 6:36
    Bisognava, per poter sopravvivere,
  • 6:36 - 6:38
    che lavorasse.
    Domandò a quell'uomo
  • 6:38 - 6:40
    di scrivere "tintore".
  • 6:40 - 6:43
    E d'un tratto l'uomo si è mostrò molto,
    molto interessato.
  • 6:43 - 6:46
    "Tu, tintore, sai togliere
    le macchie d'inchiostro?"
  • 6:46 - 6:48
    Ovvio che sapeva come fare.
  • 6:48 - 6:51
    E subito l'uomo gli spiegò
  • 6:51 - 6:53
    che tutta la Resistenza
    aveva un enorme problema:
  • 6:53 - 6:56
    inclusi gli esperti più rinomati,
  • 6:56 - 6:59
    non riescono a cancellare un inchiostro,
    detto "indelebile",
  • 6:59 - 7:02
    l'inchiostro blu "Waterman".
  • 7:02 - 7:05
    E mio padre rispose senza esitare
    di sapere esattamente
  • 7:05 - 7:07
    come toglierlo.
  • 7:07 - 7:10
    Ovviamente l'uomo, molto impressionato
    da quesl ragazzino di 17 anni
  • 7:10 - 7:13
    che gli fornì subito la formula,
    ovviamente lo reclutò.
  • 7:13 - 7:16
    E così, senza saperlo,
    mio padre aveva inventato una cosa
  • 7:16 - 7:19
    che si trova oggigiorno
    in ogni astuccio di ogni scolaro,
  • 7:19 - 7:22
    il cosiddetto "bianchetto".
  • 7:22 - 7:27
    (Applausi)
  • 7:27 - 7:30
    Ma non era che l'inizio.
  • 7:30 - 7:31
    In realtà
  • 7:31 - 7:33
    - è sempre mio padre -
  • 7:33 - 7:36
    dal suo arrivo al laboratorio
  • 7:36 - 7:38
    benché fosse il più giovane
  • 7:38 - 7:41
    vide subito che c'era un problema
    di fabbricazione dei documenti falsi.
  • 7:41 - 7:43
    In effetti tutti i movimenti
    si accontentavano di falsificare.
  • 7:43 - 7:45
    Solo che le richieste
    erano sempre più numerose,
  • 7:45 - 7:47
    era difficile alterare
    documenti esistenti.
  • 7:47 - 7:49
    Allora si disse
    che si dovevano fabbricare.
  • 7:49 - 7:52
    Ha lanciato la stampa,
    ha lanciato fotoincisione.
  • 7:52 - 7:54
    Si è messo a riprodurre timbri
  • 7:54 - 7:56
    si è messo a inventare ogni sorta di cose,
  • 7:56 - 7:59
    e si è inventato anche una centrifuga
    con una ruota di bicicletta.
  • 7:59 - 8:01
    Infine tutto questo era obbligato a farlo
  • 8:01 - 8:04
    perché era completamente ossessionato
    dalla produzione.
  • 8:04 - 8:06
    Aveva fatto un semplice calcolo:
  • 8:06 - 8:10
    in 1 ora fabbricava 30 documenti falsi.
  • 8:10 - 8:14
    Dormendo un'ora
    avrebbe lasciato morire 30 persone.
  • 8:14 - 8:16
    Così questo senso di responsabilità
  • 8:16 - 8:20
    per la vita degli altri, a soli 17 anni,
  • 8:20 - 8:23
    insieme alla colpa
    di essere un sopravvissuto,
  • 8:23 - 8:26
    visto che era uscito dal campo
    ma i suoi amici ci erano rimasti
  • 8:26 - 8:28
    li ha portati con sé tutta la vita.
  • 8:28 - 8:31
    Ed è questo che forse spiega perché,
    per 30 anni,
  • 8:31 - 8:34
    ha continuato a fare documenti falsi
  • 8:34 - 8:36
    e a prezzo di qualsiasi sacrificio.
  • 8:36 - 8:38
    Vorrei parlare dei sacrifici
  • 8:38 - 8:40
    perché di sacrifici
    ce ne sono stati parecchi,
  • 8:40 - 8:42
    ci sono stati ovviamente
    sacrifici economici:
  • 8:42 - 8:44
    perché ha sempre rifiutato
    di farsi pagare,
  • 8:44 - 8:46
    perché per lui farsi pagare
    voleva dire essere un mercenario.
  • 8:46 - 8:48
    Perché se avesse accettato
    di essere pagato
  • 8:48 - 8:50
    non avrebbe più potuto dire "sì" o "no"
  • 8:50 - 8:52
    a seconda che la causa
    gli sembrasse giusta o meno.
  • 8:52 - 8:54
    E così fece il fotografo di giorno
  • 8:54 - 8:56
    e il falsario di notte
    per 30 anni
  • 8:56 - 8:58
    e sempre senza il becco di un quattrino.
  • 8:58 - 9:01
    E poi, ci furono sacrifici sentimentali:
  • 9:01 - 9:04
    come vivere con una donna
    nascondendo tutti questi segreti?
  • 9:04 - 9:08
    Come spiegarle cosa andava a fare
    in laboratorio, ogni notte?
  • 9:08 - 9:11
    Ovviamente, c'è stato
    un altro tipo di sacrificio,
  • 9:11 - 9:15
    d'ordine familiare,
    che ho capito più tardi.
  • 9:15 - 9:18
    Un giorno mio padre
    mi ha presentato mia sorella.
  • 9:18 - 9:21
    E tra l'altro mi ha spiegato
    che avevo pure un fratello,
  • 9:21 - 9:27
    e la prima volta che li ho visti,
    dovevo avere 3-4 anni
  • 9:27 - 9:30
    e loro ne avevano 30 più di me.
  • 9:30 - 9:35
    Oggi sono entrambi sulla sessantina.
  • 9:35 - 9:38
    Per le esigenze di scrittura del libro,
  • 9:38 - 9:41
    ho fatto domande a mia sorella.
    Ho voluto sapere chi fosse mio padre
  • 9:41 - 9:43
    chi era il padre
    che aveva conosciuto lei.
  • 9:43 - 9:46
    Mi ha spiegato che quel padre lì,
    quello che aveva avuto lei,
  • 9:46 - 9:51
    diceva che sarebbe venuto a prenderli
    la domenica per una passeggiata.
  • 9:51 - 9:54
    E che si facevano belli,
    che lo aspettavano,
  • 9:54 - 9:56
    ma che non veniva praticamente mai.
  • 9:56 - 9:59
    Diceva "Vi chiamerò". Non chiamava.
  • 9:59 - 10:01
    E poi non arrivava.
  • 10:01 - 10:04
    E poi un giorno
    non si è più fatto vivo.
  • 10:04 - 10:06
    Il tempo passò,
  • 10:06 - 10:09
    e loro si dissero
    che li aveva sicuramente dimenticati,
  • 10:09 - 10:10
    in un primo tempo.
  • 10:10 - 10:12
    E poi, dato che il tempo passava,
  • 10:12 - 10:14
    dopo quasi due anni, si sono detti:
  • 10:14 - 10:17
    "E' possibile
    che nostro padre sia morto."
  • 10:17 - 10:19
    E in realtà ho capito
  • 10:19 - 10:22
    che fare tutte queste domande
    a mio padre
  • 10:22 - 10:25
    sollevava tutto un passato
    di cui forse non voleva parlare
  • 10:25 - 10:27
    perché era doloroso.
  • 10:27 - 10:30
    E mentre la mia sorellastra
    e il mio fratellastro si credevano abbandonati,
  • 10:30 - 10:32
    cioè orfani,
  • 10:32 - 10:35
    mio padre faceva documenti falsi.
  • 10:35 - 10:38
    E se non glielo diceva
    era per proteggerli, ovviamente.
  • 10:38 - 10:40
    Dopo la liberazione
    ha fatto documenti falsi
  • 10:40 - 10:43
    per permettere agli scampati ai campi di concentramento di emigrare in Palestina
  • 10:43 - 10:45
    prima della creazione di Israele.
  • 10:45 - 10:47
    E poi, dato che era un convinto
    anticolonialista,
  • 10:47 - 10:51
    ha fatto documenti falsi per gli algerini
    durante la guerra d'Algeria.
  • 10:51 - 10:53
    E poi, dopo la guerra d'Algeria,
  • 10:53 - 10:56
    in seno ai movimenti
    di resistenza internazionali
  • 10:56 - 10:58
    il suo nome circolava.
  • 10:58 - 11:00
    E il mondo intero è venuto
    a bussare alla sua porta.
  • 11:00 - 11:03
    In Africa c'erano paesi
    che lottavano per l'indipendenza.
  • 11:03 - 11:07
    La Guinea, la Guinea-Bissau, l'Angola.
  • 11:07 - 11:11
    Poi mio padre si è legato al partito
    anti-apartheid di Nelson Mandela.
  • 11:11 - 11:14
    Faceva documenti falsi
    per i sud-africani neri perseguitati.
  • 11:14 - 11:16
    C'era anche l'America Latina.
  • 11:16 - 11:19
    Mio padre è andato in aiuto
    ai resistenti alle dittature
  • 11:19 - 11:21
    di Santo Domingo, di Haiti,
  • 11:21 - 11:27
    e poi di Brasile, Argentina, Venezuela,
    Salvador, Nicaragua,
  • 11:27 - 11:33
    Colombia, Perù, Uruguay, Cile e Messico.
  • 11:33 - 11:35
    E poi c'era la guerra del Vietnam.
  • 11:35 - 11:37
    Mio padre ha fatto documenti falsi
    per i disertori americani
  • 11:37 - 11:40
    che non volevano usare le armi
    contro i vietnamiti.
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    E poi l'Europa, che non era risparmiata.
  • 11:42 - 11:44
    Mio padre faceva i documenti falsi
    per i dissidenti
  • 11:44 - 11:47
    di Franco in Spagna.
    Anche contro Salazar in Portogallo.
  • 11:47 - 11:53
    E pure contro la dittatura dei colonnelli
    in Grecia.
  • 11:53 - 11:55
    E pure in Francia.
  • 11:55 - 11:58
    Allora, una volta sola,
    ed è stato nel maggio del '68.
  • 11:58 - 12:00
    Mio padre guardava
    con benevolenza, ovviamente,
  • 12:00 - 12:03
    le manifestazioni del maggio francese,
  • 12:03 - 12:05
    ma il suo cuore era altrove,
    e pure il suo tempo,
  • 12:05 - 12:10
    poiché doveva servire più di 15 paesi.
  • 12:10 - 12:12
    Eppure, una volta,
    ha accettato di fare documenti falsi
  • 12:12 - 12:14
    per qualcuno che forse riconoscerete.
  • 12:14 - 12:17
    (Risate)
  • 12:17 - 12:19
    Era molto più giovane a quel tempo.
  • 12:19 - 12:22
    e mio padre ha accettato
    di fare dei documenti falsi
  • 12:22 - 12:24
    per permettergli di rientrare
    a prendere la parola in un meeting.
  • 12:24 - 12:29
    E mi ha detto che quei documenti falsi
    erano i più mediatici
  • 12:29 - 12:33
    e i meno utili che avesse fatto
    in tutta la sua vita,
  • 12:33 - 12:35
    ma che ha accettato di farlo
  • 12:35 - 12:38
    benché la vita di Daniel Cohn-Bendit
    non fosse in pericolo,
  • 12:38 - 12:40
    era
  • 12:40 - 12:42
    perché era comunque una bella occasione
  • 12:42 - 12:44
    di prendere in giro le autorità,
  • 12:44 - 12:47
    e di mostrare loro che nulla
    è più poroso di una frontiera
  • 12:47 - 12:53
    e che le idee, loro, non ne hanno alcuna.
  • 12:53 - 12:55
    Per tutta la mia infanzia,
  • 12:55 - 12:58
    mentre gli altri papà raccontavano
    le favole dei fratelli Grimm
  • 12:58 - 13:02
    mio padre mi raccontava storie di eroi
    molto discreti,
  • 13:02 - 13:05
    dalle utopie incrollabili,
  • 13:05 - 13:08
    e che riuscivano a fare miracoli.
  • 13:08 - 13:13
    E questi eroi non avevano bisogno
    di un esercito alle spalle.
  • 13:13 - 13:15
    e del resto nessuno li avrebbe seguiti,
  • 13:15 - 13:18
    salvo una manciata di uomini e donne
    convinti e coraggiosi.
  • 13:18 - 13:20
    E ho capito più tardi
  • 13:20 - 13:23
    che era la sua storia che mi raccontava
    per farmi addormentare.
  • 13:23 - 13:26
    Gli ho domandato se,
    con i sacrifici che aveva dovuto fare,
  • 13:26 - 13:28
    avesse mai avuto rimpianti.
  • 13:28 - 13:30
    Mi ha detto di no,
  • 13:30 - 13:32
    mi ha detto che in ogni modo
    non sarebbe stato capace
  • 13:32 - 13:35
    di guardare o di subire ingiustizie
    senza fare niente;
  • 13:35 - 13:38
    che era persuaso e che è tuttora convinto
  • 13:38 - 13:40
    che un altro mondo è possibile,
  • 13:40 - 13:43
    un mondo dove più nessuno mai
    avrà bisogno di un falsario.
  • 13:43 - 13:45
    Lo sogna ancora.
  • 13:45 - 13:47
    Mio padre,
  • 13:47 - 13:49
    è oggi qui in sala.
  • 13:49 - 13:53
    Si chiama Adolfo Kaminsky
    e sto per chiedergli di alzarsi.
  • 13:53 - 14:14
    (Applausi)
  • 14:14 - 14:18
    Grazie.
  • 14:18 - 14:20
    Rimani, rimani, rimani.
  • 14:20 - 14:40
    (Applausi)
  • 14:40 - 14:44
    Grazie di cuore.
Title:
Mio padre, il falsario - Sarah Kaminsky a TEDxParis
Description:

Sarah Kaminsky racconta la vita del padre Adolfo e delle imprese da lui compiute durante la seconda guerra mondiale. Grazie al proprio ingegno e al proprio talento nel falsificare documenti egli ha salvato le vite di molte persone.

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Video Language:
French
Team:
closed TED
Project:
TEDxTalks
Duration:
14:46

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