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Ecologia dal cielo

  • 0:01 - 0:05
    La tecnologia può cambiare
    la nostra comprensione della natura.
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    Prendete ad esempio i leoni.
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    Per secoli si è detto che le leonesse
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    si occupano interamente
    della caccia nella savana
  • 0:13 - 0:17
    e che i leoni non fanno nulla
    fino all'ora di cena.
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    Sono sicuro che
    ne avete sentito parlare anche voi.
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    Beh, recentemente ho condotto
    una campagna di mappatura aerea
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    nel parco nazionale Kruger in Sudafrica.
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    I nostri colleghi
    hanno messo dei collari GPS
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    a leoni e leonesse
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    e abbiamo mappato il loro comportamento
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    di caccia dall'alto.
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    In basso a sinistra
    si vede un leone che tiene d'occhio
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    un branco di impala per cacciarli
  • 0:37 - 0:38
    e a destra si può vedere
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    quello che io chiamo la visuale del leone.
  • 0:40 - 0:43
    E cioè quanto lontano
    può vedere il leone in tutte le direzioni
  • 0:43 - 0:47
    finché la vista non viene
    ostruita dalla vegetazione.
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    E quello che abbiamo scoperto
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    è che i leoni non sono i cacciatori pigri
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    che pensavamo fossero.
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    Usano semplicemente
    una strategia diversa.
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    Mentre le leonesse cacciano
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    in aperta savana
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    su lunghe distanze,
    di solito durante il giorno,
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    i leoni usano la strategia dell'agguato
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    nella vegetazione
    più fitta e spesso di notte.
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    Questo video mostra
    la vera visuale di caccia
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    dei leoni a sinistra
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    e delle leonesse a destra.
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    Il rosso e i colori più scuri
    mostrano la vegetazione fitta,
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    e il bianco gli spazi aperti.
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    E questa è la visuale
    proprio a livello degli occhi
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    dei leoni e delle leonesse
    durante la caccia.
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    Improvvisamente si ha un'idea molto chiara
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    delle condizioni terribili
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    nelle quali cacciano i leoni.
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    Faccio quest'esempio per iniziare,
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    perché enfatizza quanto poco
    sappiamo della natura.
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    Finora è stata fatta
    una enorme quantità di lavoro
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    per cercare di contenere la perdita
    delle foreste tropicali,
  • 1:44 - 1:46
    e stiamo perdendo
    le nostre foreste velocemente,
  • 1:46 - 1:48
    come mostrato in rosso nella diapositiva.
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    Trovo ironico
    che stiamo facendo così tanto,
  • 1:50 - 1:54
    e malgrado tutto queste aree
    restano quasi sconosciute alla scienza.
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    Come possiamo dunque salvare
    ciò che non capiamo?
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    Sono un ecologista globale
    ed un esploratore della Terra
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    con conoscenze in fisica, in chimica
  • 2:01 - 2:04
    in biologia ed in molte altre noiose materie,
  • 2:04 - 2:07
    ma sono soprattutto ossessionato
    da quello che non conosciamo
  • 2:07 - 2:08
    del nostro pianeta.
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    Quindi ho creato questo:
  • 2:10 - 2:13
    Il CAO, Osservatorio Aereo Carnegie.
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    Può sembrare un aereo dipinto molto bene
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    ma l'ho riempito con oltre 1000 kg
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    di sensori ad alta tecnologia, computer,
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    ed uno staff molto motivato
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    di scienziati della Terra e piloti.
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    Due dei nostri strumenti
    sono davvero unici:
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    uno si chiama spettrometro ad immagini
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    che può misurare la composizione chimica
  • 2:31 - 2:34
    delle piante mentre le sorvoliamo.
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    L'altro è un insieme di laser
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    laser ad alta potenza,
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    che vengono sparati dalla coda dell'aereo,
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    estendendosi sull'ecosistema
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    e misurandolo quasi
    500 000 volte al secondo
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    in 3D ad alta risoluzione.
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    Ecco un'immagine del Golden Gate Bridge
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    a San Francisco, non lontano da dove vivo.
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    Sebbene abbiamo sorvolato il ponte,
  • 2:54 - 2:55
    l'abbiamo fotografato in 3D,
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    catturandone i colori
    in solo pochi secondi.
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    Ma la vera potenza del CAO
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    è la sua abilità di catturare
    veri e propri blocchi
  • 3:02 - 3:04
    di ecosistemi.
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    Questo è un piccolo paese in Amazzonia,
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    fotografato con il CAO.
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    Possiamo dividere i dati in porzioni
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    e osservare, ad esempio,
    la struttura in 3D
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    della vegetazione e degli edifici,
  • 3:13 - 3:15
    oppure possiamo usare
    le informazioni chimiche
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    per capire davvero
    quanto velocemente crescano le piante
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    mentre le sorvoliamo.
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    In rosa più scuro abbiamo le piante
    che crescono più velocemente
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    Possiamo osservare la biodiversità in modi
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    che non avreste potuto mai immaginare.
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    Ecco come potrebbe apparire
    una foresta pluviale
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    mentre la si sorvola in mongolfiera.
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    Questo è come vediamo
    una foresta pluviale,
  • 3:33 - 3:35
    con colori caleidoscopici che ci dicono
  • 3:35 - 3:38
    che ci sono molte specie
    che vivono l'una con l'altra.
  • 3:38 - 3:40
    Ma bisogna ricordare che questi alberi
  • 3:40 - 3:42
    sono letteralmente
    più grandi di una balena,
  • 3:42 - 3:45
    e ciò vuol dire
    che sono impossibili da studiare
  • 3:45 - 3:48
    semplicemente camminando
    sul terreno sotto di loro.
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    Le nostre immagini sono in 3D,
    sono chimiche, sono biologiche,
  • 3:53 - 3:54
    e questo ci dice non solo quali specie
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    vivono all'interno dell'albero,
  • 3:56 - 3:58
    ma ci dà anche molte informazioni
  • 3:58 - 4:02
    riguardanti le altre specie che occupano
    la foresta pluviale.
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    Ho creato il CAO per provare a rispondere
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    a domande che si sono rivelate
  • 4:06 - 4:09
    estremamente difficili a cui rispondere,
    da ogni altro punto di vista,
  • 4:09 - 4:12
    come ad esempio da terra o attraverso
    sensori satellitari.
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    Oggi voglio condividere
    con voi tre di quelle domande.
  • 4:16 - 4:17
    La prima domanda è:
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    "Come gestiamo le riserve di carbonio
  • 4:19 - 4:22
    nelle foreste tropicali?"
  • 4:22 - 4:25
    Gli alberi nelle foreste tropicali
    contengono una quantità enorme di carbonio
  • 4:25 - 4:28
    ed è necessario
    che quel carbonio resti dov'è
  • 4:28 - 4:31
    se vogliamo evitare un ulteriore
    riscaldamento globale.
  • 4:31 - 4:33
    Sfortunatamente,
    le emissioni globali di carbonio
  • 4:33 - 4:35
    derivanti dalla deforestazione
  • 4:35 - 4:38
    eguagliano oggi
    quelle del settore dei trasporti.
  • 4:38 - 4:43
    E cioè di tutte le navi, gli aerei,
    i treni e le automobili messi insieme.
  • 4:43 - 4:46
    È quindi comprensibile che le autorità
  • 4:46 - 4:48
    abbiano lavorato duramente
    per ridurre la deforestazione,
  • 4:48 - 4:50
    ma lo stanno facendo in zone
  • 4:50 - 4:52
    che sono quasi sconosciute alla scienza.
  • 4:52 - 4:54
    Se non si sa dove si trova
    esattamente il carbonio
  • 4:54 - 4:57
    come si può sapere
    nel dettaglio cosa stiamo perdendo?
  • 4:57 - 5:01
    Sostanzialmente, c'è bisogno di un sistema
    di verifica ad alta tecnologia.
  • 5:01 - 5:04
    Con il nostro sistema, possiamo osservare
    dettagliatamente
  • 5:04 - 5:07
    le riserve di carbonio delle foreste tropicali.
  • 5:07 - 5:09
    Il rosso mostra, ovviamente,
    le foreste tropicali a volta chiusa,
  • 5:09 - 5:11
    e poi si vede il lavoro industriale,
  • 5:11 - 5:15
    della deforestazione, nelle parti gialle e verdi.
  • 5:15 - 5:18
    È come tagliare una torta, solo che
  • 5:18 - 5:20
    quest'ultima ha uno spessore notevole.
  • 5:20 - 5:22
    Tuttavia, riusciamo ad ingrandire
  • 5:22 - 5:24
    e vedere allo stesso tempo
    la foresta e gli alberi.
  • 5:24 - 5:27
    La cosa formidabile è che,
    anche se abbiamo sorvolato
  • 5:27 - 5:29
    la foresta da molto in alto
  • 5:29 - 5:31
    successivamente possiamo addentrarci
    in fase di analisi
  • 5:31 - 5:33
    e vedere realmente le cime degli alberi,
  • 5:33 - 5:35
    foglia per foglia, ramo per ramo,
  • 5:35 - 5:39
    proprio come le altre specie
    che vivono nella foresta
  • 5:39 - 5:42
    lo fanno insieme agli stessi alberi.
  • 5:42 - 5:44
    Abbiamo usato questa tecnologia
    per esplorare
  • 5:44 - 5:47
    e per pubblicare
    le prime mappe del carbonio
  • 5:47 - 5:48
    ad alta risoluzione
  • 5:48 - 5:50
    in posti lontani come il Bacino Amazzonico
  • 5:50 - 5:53
    e meno lontani come gli Stati Uniti
  • 5:53 - 5:54
    e l'America Centrale.
  • 5:54 - 5:58
    Adesso vi farò fare, per la prima volta,
    un giro ad alta risoluzione
  • 5:58 - 6:02
    delle riserve di carbonio
    del Perù e poi di Panama.
  • 6:02 - 6:05
    I colori andranno dal rosso al blu.
  • 6:05 - 6:07
    Il rosso rappresenta concentrazioni
    di carbonio estremamente alte,
  • 6:07 - 6:09
    le più alte ed estese foreste
    che possiate immaginare,
  • 6:09 - 6:11
    mentre il blu indica
    riserve di carbonio molto basse.
  • 6:11 - 6:14
    Lasciatemelo dire,
    il Perù è un posto meraviglioso
  • 6:14 - 6:16
    completamente sconosciuto
    in termini di geografia del carbonio
  • 6:16 - 6:18
    fino a oggi.
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    Possiamo spostarci
    su quest'area nel nord del Perù
  • 6:20 - 6:22
    ed osservare riserve di carbonio
    altissime in rosso,
  • 6:22 - 6:23
    il Rio delle Amazzoni
  • 6:23 - 6:25
    e la piana alluvionale
    che la attraversano.
  • 6:25 - 6:27
    Possiamo andare in un'area
    di totale devastazione
  • 6:27 - 6:29
    causata dalla deforestazione in blu,
  • 6:29 - 6:32
    e vedere in arancione la deforestazione
    che si propaga.
  • 6:32 - 6:35
    Possiamo anche andare
    nel sud delle Ande ad osservare
  • 6:35 - 6:37
    il limite della vegetazione
    e vedere esattamente
  • 6:37 - 6:39
    come termina la geografia del carbonio
  • 6:39 - 6:41
    man mano che ci addentriamo
    nella parte montuosa.
  • 6:41 - 6:44
    Possiamo andare verso la più grande palude
    nell'Amazzonia occidentale.
  • 6:44 - 6:46
    È un paradiso acquatico
  • 6:46 - 6:48
    simile ad "Avatar" di Jim Cameron.
  • 6:48 - 6:51
    Possiamo andare in uno dei paesi tropicali
    più piccoli,
  • 6:51 - 6:54
    come Panama, e notare un'enorme gamma
  • 6:54 - 6:55
    di variazioni del carbonio,
  • 6:55 - 6:57
    da alto in rosso a basso in blu.
  • 6:57 - 7:00
    Sfortunatamente, la maggior parte
    del carbonio si perde nelle pianure,
  • 7:00 - 7:02
    ma ciò che resta, come vedete,
  • 7:02 - 7:04
    in termini di alte riserve
    di carbonio in verde e rosso,
  • 7:04 - 7:07
    è quello che si trova sulle montagne.
  • 7:07 - 7:09
    Un'eccezione interessante si trova proprio
  • 7:09 - 7:11
    al centro del vostro schermo.
  • 7:11 - 7:13
    State vedendo la zona cuscinetto
    attorno al Canale di Panama.
  • 7:13 - 7:15
    È quella in rosso ed in giallo.
  • 7:15 - 7:17
    La autorità del Canale
    stanno usando la forza
  • 7:17 - 7:20
    per proteggere il loro spartiacque
    ed il commercio globale.
  • 7:20 - 7:21
    Questo tipo di mappatura del carbonio
  • 7:21 - 7:23
    ha trasformato la conservazione
  • 7:23 - 7:25
    e lo sviluppo delle politiche
    di gestione delle risorse.
  • 7:25 - 7:27
    Sta facendo progredire la nostra abilità
    di salvare le foreste
  • 7:27 - 7:30
    e di limitare i cambi climatici.
  • 7:30 - 7:33
    La mia seconda domanda è:
    "Come ci si prepara ai cambiamenti climatici
  • 7:33 - 7:35
    in un luogo come
    la foresta pluviale dell'Amazzonia?"
  • 7:35 - 7:37
    Vi posso dire che passo molto tempo
  • 7:37 - 7:40
    in questi posti e stiamo già notando
    dei cambiamenti nel clima.
  • 7:40 - 7:42
    Le temperature aumentano,
  • 7:42 - 7:44
    e ciò che ne deriva sono abbondanti
    periodi di siccità,
  • 7:44 - 7:46
    siccità ricorrenti.
  • 7:46 - 7:48
    Qui vi viene mostrata
    la mega-siccità del 2010
  • 7:48 - 7:51
    in rosso è evidenziata
    un'area grande quanto l'Europa occidentale
  • 7:51 - 7:54
    L'Amazzonia era talmente arida nel 2010
  • 7:54 - 7:56
    che anche il braccio principale
    dello stesso Rio delle Amazzoni
  • 7:56 - 7:58
    si è prosciugato parzialmente,
    come vedete nella foto
  • 7:58 - 8:02
    nella parte bassa della diapositiva.
  • 8:02 - 8:05
    Abbiamo scoperto che in aree molto remote,
  • 8:05 - 8:07
    queste siccità stanno avendo
    un forte impatto negativo
  • 8:07 - 8:09
    sulle foreste tropicali.
  • 8:09 - 8:12
    Ad esempio, questi in rosso
    sono tutti gli alberi che
  • 8:12 - 8:15
    sono morti dopo la siccità del 2010.
  • 8:15 - 8:17
    Quest'area è al confine
  • 8:17 - 8:18
    tra Perù e Brasile,
  • 8:18 - 8:20
    totalmente inesplorata,
  • 8:20 - 8:22
    quasi del tutto scientificamente sconosciuta.
  • 8:22 - 8:25
    Quindi, la nostra opinione
    in quanto scienziati della Terra,
  • 8:25 - 8:27
    è che le specie dovranno migrare
  • 8:27 - 8:30
    col cambiamento climatico
    da est in Brasile
  • 8:30 - 8:32
    verso ovest fino alle Ande
  • 8:32 - 8:33
    e su per le montagne
  • 8:33 - 8:37
    così da minimizzare la propria esposizione
    ai cambiamenti climatici.
  • 8:37 - 8:39
    Uno dei problemi causati da tutto ciò
    è che gli uomini
  • 8:39 - 8:42
    stanno smembrando l'Amazzonia occidentale
    mentre stiamo parlando.
  • 8:42 - 8:44
    Guardate questa ferita di 100 km quadrati
  • 8:44 - 8:47
    creata nella foresta da minatori d'oro.
  • 8:47 - 8:49
    Vedete la foresta in verde in 3D,
  • 8:49 - 8:51
    e vedete gli effetti
    dell'estrazione dell'oro
  • 8:51 - 8:53
    in basso sotto la superficie.
  • 8:53 - 8:58
    Chiaramente, le specie non hanno posti
    dove migrare in un sistema simile.
  • 8:58 - 9:01
    Se non siete stati in Amazzonia,
    dovreste andarci.
  • 9:01 - 9:03
    Ogni volta è un'esperienza incredibile,
  • 9:03 - 9:04
    ovunque andiate.
  • 9:04 - 9:08
    Probabilmente la vedrete così,
    da un fiume.
  • 9:08 - 9:09
    Ma come accade molte volte
  • 9:09 - 9:11
    il fiume nasconde
    quello che succede veramente
  • 9:11 - 9:14
    all'interno nella foresta.
  • 9:14 - 9:16
    Abbiamo volato sullo stesso fiume,
  • 9:16 - 9:17
    fotografandolo in 3D.
  • 9:17 - 9:19
    La foresta è a sinistra.
  • 9:19 - 9:21
    Quindi possiamo rimuovere
    digitalmente la foresta
  • 9:21 - 9:24
    e vedere cosa succede sotto la volta.
  • 9:24 - 9:26
    Ed in questo caso abbiamo trovato
    attività estrattiva dell'oro,
  • 9:26 - 9:27
    completamente illegale,
  • 9:27 - 9:30
    lontana dalla riva del fiume,
  • 9:30 - 9:32
    come vedete in quelle strane macchie
  • 9:32 - 9:34
    che appaiono sulla destra dello schermo.
  • 9:34 - 9:36
    Non vi preoccupate,
    stiamo lavorando con le autorità
  • 9:36 - 9:38
    per risolvere questo e molti,
    molti altri problemi
  • 9:38 - 9:41
    nella regione.
  • 9:41 - 9:44
    Per mettere insieme
    un progetto di conservazione
  • 9:44 - 9:46
    per questi importanti ed unici corridoi
  • 9:46 - 9:49
    come l'Amazzonia occidentale
    ed il corridoio tra Ande ed Amazzonia,
  • 9:49 - 9:51
    dobbiamo iniziare a creare ora
  • 9:51 - 9:53
    progetti geograficamente dettagliati.
  • 9:53 - 9:57
    Come possiamo farlo
    se non conosciamo la geografia
  • 9:57 - 9:59
    della biodiversità nella regione,
    se è sconosciuta alla scienza?
  • 9:59 - 10:01
    Quello che abbiamo fatto è usare
  • 10:01 - 10:04
    la spettroscopia a guida laser del CAO
  • 10:04 - 10:06
    per mappare per la prima volta
    la biodiversità
  • 10:06 - 10:08
    della foresta pluviale amazzonica.
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    Qui vedete i dati che mostrano
    differenti specie in diversi colori.
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    I rossi sono una specie, i blu un'altra,
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    ed i verdi un'altra ancora.
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    E quando mettiamo tutto insieme
    e lo portiamo
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    ad una scala regionale,
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    otteniamo una geografia totalmente nuova
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    della biodiversità,
    che prima era sconosciuta.
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    Questo ci dice dove i grandi mutamenti
    della biodiversità
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    avvengono da habitat ad habitat,
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    e questo è davvero importante
    perché ci dice molto
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    verso dove le specie possono migrare
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    e da dove possono migrare
    quando cambia il clima.
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    E questa è l'informazione
    fondamentale che serve
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    ai politici per sviluppare
    le aree protette
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    nel contesto dei loro progetti
    di sviluppo regionali.
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    La terza ed ultima domanda è:
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    "Come gestiamo
    la biodiversità su un pianeta
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    di ecosistemi protetti?"
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    L'esempio con cui ho iniziato
    sulla caccia dei leoni
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    era uno studio che avevamo effettuato
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    dietro la recinzione di un'area protetta
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    in Sudafrica.
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    La verità è che gran parte
    della natura dell'Africa
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    persisterà nel futuro
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    in aree protette
    come quella in blu sullo schermo.
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    Questo pone un'incredibile pressione
    e responsabilità
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    su chi gestisce i parchi.
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    Devono fare e prendere decisioni
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    da cui beneficeranno tutte le specie
    che stanno proteggendo.
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    Alcune delle loro decisioni hanno davvero
    un grande impatto.
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    Ad esempio, quanto e dove usare
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    il fuoco come strumento di gestione?
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    Oppure, come approcciare grandi specie
    come gli elefanti
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    che possono avere un impatto negativo
    sull'ecosistema
    diventa troppo grande,
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    e su altre specie
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    se la popolazione è troppo grande.
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    E, lasciatemelo dire,
    questo tipo di dinamiche
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    davvero si sviluppano sul territorio.
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    In primo piano
    c'è un'area con molti fuochi
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    e molti elefanti:
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    la savana aperta in blu,
    e solo qualche albero.
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    Attraversando la recinzione, si entra
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    in un'area che è stata protetta dal fuoco
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    e zero elefanti:
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    vegetazione densa,
    un ecosistema radicalmente diverso.
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    In un posto come il Parco Kruger,
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    la densità crescente degli elefanti
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    è un problema reale.
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    Lo so che è un argomento
    sensibile per molti di voi,
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    e che non ci sono facili risposte
    per questo.
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    Ma il lato positivo è che la tecnologia
    che abbiamo sviluppato
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    e con cui stiamo lavorando
    in Sudafrica, per esempio,
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    ci permette di mappare
    ogni singolo albero nella savana,
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    e quindi attraverso voli ripetuti
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    possiamo vedere quali alberi
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    stanno per essere spazzati via
    dagli elefanti.
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    nel rosso come vedete sullo schermo,
    e quanto sta avvenendo
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    in diversi tipi di paesaggio nella savana.
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    Questo sta dando ai gestori dei parchi
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    una prima opportunità per usare
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    strategie di gestione
    a breve termine più morbide
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    che non portano agli estremi
    che vi ho mostrato.
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    Davvero, il modo in cui guardiamo
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    alle aree protette oggigiorno
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    è di pensarle
    come ad un cerchio della vita
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    dove c'è la gestione degli incendi,
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    la gestione degli elefanti, gli impatti
    sulla struttura dell'ecosistema
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    e poi quegli impatti
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    che influiscono su tutto, dagli insetti
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    fino all'apice dei predatori, come i leoni.
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    Guardando avanti, sto pianificando
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    di espandere molto l'osservatorio areo.
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    Spero di riuscire
    a mettere la tecnologia in orbita
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    così da gestire l'intero pianeta
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    con tecnologie come questa.
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    Fino ad allora, mi troverete a volare
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    in qualche posto sperduto di cui non avete
    mai sentito parlare.
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    Voglio solo finire dicendo
    che la tecnologia
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    è assolutamente critica
    per gestire il nostro pianeta,
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    ma ancora più importante è la capacità
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    e la saggezza per applicarla.
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    Grazie.
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    (Applausi)
Title:
Ecologia dal cielo
Speaker:
Greg Asner
Description:

Di che cosa sono fatte realmente le foreste? Dal cielo l'ecologista Greg Asner usa uno spettrometro e laser ad alta potenza per mappare la natura in un caleidoscopico dettaglio in 3D, quello che lui stesso chiama "un sistema di controllo ad altissima tecnologia" del carbonio. In questo affascinante intervento, Asner ci fornisce un chiaro messaggio: per salvare i nostri ecosistemi servono molti più dati, raccolti in modi innovativi.

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English
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TEDTalks
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13:50
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