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Come l'Antartide mi ha insegnato a essere resiliente | Chiara Montanari | TEDxLakeComo

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    Che cosa vuol dire essere alla guida
    di una missione scientifica in Antartide?
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    La base di ricerca
    internazionale "Concordia"
  • 0:24 - 0:27
    si trova in cima alla calotta polare.
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    È un luogo estremamente remoto:
    si trova a 1.200 km
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    dalle basi sulla costa
    che le forniscono un supporto logistico.
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    E le condizioni di vita sono estreme:
    siamo a 4.000 metri di altitudine.
  • 0:38 - 0:42
    E la temperatura, in estate,
    è di - 50 gradi centigradi;
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    e in inverno scende
    sotto gli 80 gradi sotto zero.
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    La "Prince Elizabeth Station",
    dove mi trovo adesso, invece,
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    è una base belga.
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    Si trova dalla parte dell'Antartide
    che si affaccia sul Sudafrica,
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    ed è il primo edificio
    a emissioni zero dell'Antartide.
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    I progetti da realizzare sono molti:
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    oltre ai carotaggi sul ghiaccio,
    ci sono le misurazioni in quota,
  • 1:09 - 1:10
    gli strumenti da installare
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    che permettono, anche,
    di campionare l'area a varie altezze;
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    organizzare le spedizioni alla costa,
    per studiare l'ice shelf;
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    i telescopi da installare,
    per cercare pianeti extrasolari:
  • 1:23 - 1:26
    la neve da sciogliere,
    per catturare i micro meteoriti;
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    strumenti da installare
    per studiare le interazioni terra-sole
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    e prevenire le tempeste solari,
  • 1:31 - 1:35
    che possono essere devastanti
    per un telescopio in orbita nello spazio,
  • 1:35 - 1:38
    e poi, naturalmente,
    c'è una base da gestire
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    e le manutenzioni da fare,
    in qualsiasi condizione.
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    Questo sulla maschera
    è il mio respiro congelato.
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    Le competenze da mettere in gioco,
    in questo genere di missioni,
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    sono moltissime,
    e le risorse decisamente limitate.
  • 1:50 - 1:53
    Il gruppo è formato
    da specialisti di ogni genere,
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    e nello stesso team ti puoi trovare:
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    un ex militare che è stato, per anni,
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    responsabile della sala macchine
    di un sommergibile,
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    un ricercatore celebre per essere stato
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    il precursore nello sviluppo
    dei modelli climatici,
  • 2:05 - 2:08
    l'ex cuoco di una famosa
    star hollywoodiana,
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    un incursore esperto di arti marziali,
    un ex ingegnere della Formula 1,
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    un pilota canadese e un esploratore.
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    Ma è incredibile che sia qui.
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    Insomma, il gruppo è evidentemente
    multiculturale, multidisciplinare
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    e soprattutto composto da individui
    dalle personalità più disparate.
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    L'Antartide è il regno dell'incertezza:
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    la natura è forte, le nostre conoscenze
    sono ancora molto limitate
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    e la logistica di una missione
    è estremamente complessa.
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    Essere alla guida di un progetto
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    che si vuole realizzare
    nell'estrema incertezza
  • 2:41 - 2:43
    significa molto di più
    che navigare a vista.
  • 2:44 - 2:47
    Vuol dire avere molti scopi,
    poco tempo, risorse limitate
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    e una situazione da considerare
    costantemente con attenzione,
  • 2:51 - 2:53
    perché gli imprevisti drammatici
    sono sempre in agguato
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    e le nostre azioni devono essere
    tempestive, precise e adattive.
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    E a pensarci meglio, essere alla guida
    di una missione scientifica in Antartide
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    è come essere il capitano
    di una nave di pirati
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    che viaggia senza motore
    in mezzo al mare in tempesta.
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    (Applausi)
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    In effetti,
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    il capitano di una nave dei pirati
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    che viaggia in mezzo al mare in tempesta -
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    io lo so, ora tra voi c'è qualcuno
    che si sta domandando:
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    meno 50 gradi: che freddo!
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    4.000 metri di altitudine,
    la mancanza d'aria,
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    una base da gestire, mille problemi,
    e un ambiente estremamente pericoloso.
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    Perché vai in Antartide?
  • 3:42 - 3:45
    Beh, intanto dovete sapere
    che esiste una malattia
  • 3:45 - 3:48
    che è il mal d'Antartide,
    che è una specie di mal d'Africa.
  • 3:48 - 3:51
    E chi è stato in Antartide
    per la prima volta,
  • 3:51 - 3:53
    poi inevitabilmente ci vuole tornare.
  • 3:54 - 3:58
    Certo, certi paesaggi
    fai un po' fatica a dimenticarteli:
  • 3:58 - 4:00
    paesaggi come questo, le dry valley,
  • 4:00 - 4:03
    che sono una zona
    dell'Antartide talmente arida
  • 4:03 - 4:05
    che non si forma neppure il ghiaccio.
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    E poi ci vivono
    delle creature straordinarie:
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    qui vivono dei licheni
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    che sono in grado di arrestare
    i loro processi vitali
  • 4:13 - 4:15
    quando le condizioni di vita
    sono troppo estreme.
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    Ma non vanno in letargo:
  • 4:18 - 4:21
    mettono, letteralmente,
    la loro vita in pausa.
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    E poi la riprendono,
    quando le condizioni sono più gradevoli.
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    Ma il mal d'Antartide
    è fatto di un sacco di cose:
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    ci sono gli incontri
    con le persone, la sfida,
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    la bellezza di fare un progetto comune,
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    la convivenza, e forse la convivenza
    non è la prima cosa a cui pensi,
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    quando pensi con nostalgia all'Antartide.
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    Però, tra i vari aspetti
    che ci spingono a tornare
  • 4:48 - 4:51
    questa sera vi voglio parlare
    di uno in particolare,
  • 4:51 - 4:54
    ed è il fatto che l'Antartide
  • 4:54 - 4:58
    ci espone continuamente,
    ma continuamente, all'incertezza.
  • 4:59 - 5:00
    E questa cosa fa sì
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    che la nostra consapevolezza
    della complessità di cui è fatto il mondo
  • 5:04 - 5:05
    aumenti.
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    È una specie di palestra,
    una palestra di complessità.
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    Per esempio, una delle caratteristiche
    che si sviluppano in Antartide
  • 5:13 - 5:14
    è la resilienza.
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    La resilienza, lo sapete,
  • 5:16 - 5:20
    è una proprietà naturale
    di tutti gli esseri viventi.
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    In pratica, un essere vivente
    che perde la resilienza
  • 5:25 - 5:26
    difficilmente riesce a sopravvivere.
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    E ho trovato questa definizione:
  • 5:30 - 5:35
    sono due ricercatori che hanno dedicato
    un intero volume alla resilienza,
  • 5:35 - 5:36
    e la definiscono così:
  • 5:36 - 5:38
    la capacità di un sistema,
    di un'impresa, di una persona,
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    di mantenere il suo scopo principale,
    e la sua integrità,
  • 5:41 - 5:44
    di fronte a circostanze
    drasticamente mutate.
  • 5:45 - 5:48
    In pratica, a livello psicologico
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    è la capacità di adattarsi
    alle trasformazioni mentre si trasformano.
  • 5:52 - 5:56
    In pratica, è la capacità
    di saper trasformare le situazioni,
  • 5:56 - 5:58
    e trasformare anche noi stessi,
  • 5:58 - 6:02
    pur rimanendo radicati,
    conservando il nostro centro.
  • 6:03 - 6:07
    Un po' come un albero che,
    in mezzo alla turbolenza della tempesta,
  • 6:07 - 6:09
    si piega ma non si spezza.
  • 6:11 - 6:18
    Ecco, credo che la resilienza
    sia un elemento veramente importante.
  • 6:18 - 6:23
    Perché in Antartide ti trovi sempre
    in balia dell'incertezza.
  • 6:23 - 6:25
    E all'inizio è veramente difficile
  • 6:25 - 6:28
    perché le spedizioni
    non si organizzano più come una volta,
  • 6:28 - 6:31
    quando ai tempi
    di Shackleton, per esempio,
  • 6:31 - 6:36
    si sentivano i discorsi dei balenieri
    per indirizzare il percorso della nave:
  • 6:36 - 6:39
    oggi siamo abituati
    ad avere tutto sotto controllo,
  • 6:39 - 6:42
    per esempio,
    anche una spedizione in Antartide
  • 6:42 - 6:45
    può far affidamento
    sulle tecnologie più sofisticate,
  • 6:45 - 6:47
    come le immagini satellitari
  • 6:47 - 6:51
    con le quali possiamo vedere, per esempio,
    l'andamento del pack in mezzo al mare,
  • 6:51 - 6:52
    o i crepacci in tempo reale.
  • 6:54 - 6:56
    Però, anche se ci prepariamo,
  • 6:56 - 6:59
    anche se utilizziamo tutte le tecnologie
    che abbiamo a disposizione,
  • 7:01 - 7:04
    alla fine, in Antartide
    succede sempre qualcosa di inaspettato.
  • 7:04 - 7:07
    Sempre qualcosa che poi scatena
    tutta una serie di eventi a catena,
  • 7:07 - 7:09
    e distrugge tutti i nostri piani,
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    non importa se li abbiamo
    fatti perfettamente.
  • 7:12 - 7:14
    Ed è un'esperienza
    abbastanza scioccante.
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    Come per esempio due anni fa:
    mi trovavo alla base "Concordia",
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    è la base che si trova
    in cima alla calotta polare,
  • 7:22 - 7:24
    è la base dove sono stata più spesso,
  • 7:24 - 7:26
    dove ho più spesso fatto
    il capo spedizione.
  • 7:26 - 7:31
    E quell'anno sembrava
    che tutto andasse secondo i nostri piani.
  • 7:31 - 7:34
    Stavamo aspettando il rifornimento
    di carburante dalla costa.
  • 7:35 - 7:38
    Di solito, per sicurezza,
    abbiamo una riserva di carburante
  • 7:38 - 7:42
    che ci garantisce, ovviamente,
    di avere un'autonomia per un anno:
  • 7:42 - 7:46
    però quell'anno, per la prima volta
    da quando è stata costruita la base,
  • 7:46 - 7:48
    non l'avevamo, perché l'anno precedente
  • 7:48 - 7:51
    avevamo deciso di dare
    tutta la nostra scorta
  • 7:51 - 7:53
    a un grande progetto di ricerca.
  • 7:53 - 7:55
    Era un campionamento di ghiaccio,
  • 7:55 - 7:58
    fatto con una traversa
    che doveva attraversare il plateau.
  • 7:59 - 8:01
    Ma avevamo calcolato tutti i rischi:
  • 8:01 - 8:04
    e del resto, poi, a giorni
    sarebbe arrivata la nostra nave,
  • 8:04 - 8:05
    avrebbe attraccato alla costa
  • 8:05 - 8:09
    poi il carburante sarebbe arrivato a noi,
    come avveniva effettivamente
  • 8:09 - 8:11
    da 15 anni, tutti gli anni.
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    Invece, in quei giorni, una nave russa
    che non c'entrava niente con noi,
  • 8:19 - 8:23
    che si trovava a più
    di 1.300 km di distanza,
  • 8:23 - 8:24
    lancia un sos.
  • 8:24 - 8:29
    E questo evento si è scatenato su di noi
    come il battito d'ali di una farfalla
  • 8:29 - 8:31
    che scatena un uragano
    dall'altra parte del mondo.
  • 8:32 - 8:36
    Perché la nostra nave
    è stata richiamata in soccorso,
  • 8:37 - 8:39
    e quando l'emergenza è finita,
    dopo 14 giorni,
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    e fortunatamente, tutti i passeggeri
    sono stati tratti in salvo,
  • 8:43 - 8:46
    e la nostra nave ha cercato
    di fare rotta, di nuovo,
  • 8:46 - 8:48
    verso la base francese
    che la stava aspettando,
  • 8:49 - 8:51
    questa è la situazione che ha trovato.
  • 8:52 - 8:54
    Il pallino rosso
    indica la posizione della nave,
  • 8:54 - 8:58
    quello giallo quello
    della base francese, in cui era attesa.
  • 8:58 - 9:01
    In mezzo c'erano 100 km di pack.
  • 9:02 - 9:05
    Una situazione che i francesi
    di quella base
  • 9:05 - 9:08
    non avevano mai visto
    in 50 anni di spedizione.
  • 9:10 - 9:11
    Noi, a Concordia,
  • 9:11 - 9:14
    siamo rimasti senza carburante
    per tutta la stagione.
  • 9:15 - 9:17
    E ovviamente, tutta
    la nostra pianificazione,
  • 9:17 - 9:20
    tutto il nostro lavoro di un anno
    è andato in fumo.
  • 9:21 - 9:24
    Abbiamo dovuto riorganizzarci
    con quello che avevamo,
  • 9:25 - 9:26
    e rifare tutto da capo.
  • 9:27 - 9:32
    Ecco, a me sembra che l'Antartide
    assomigli molto alla vita,
  • 9:32 - 9:35
    molto di più delle nostre
    esperienze urbane,
  • 9:36 - 9:40
    perché anche nella vita ci capita
    che facciamo i piani, ci organizziamo,
  • 9:41 - 9:44
    pensiamo tutti gli scenari possibili,
    cominciamo a costruire,
  • 9:44 - 9:46
    e poi, all'improvviso,
    accade l'inaspettato,
  • 9:46 - 9:48
    qualcosa che manda tutto all'aria.
  • 9:49 - 9:51
    E dobbiamo riorganizzarci
    con quello che abbiamo.
  • 9:56 - 9:58
    Effettivamente è un'esperienza scioccante,
  • 9:58 - 10:03
    ma è più scioccante quando sei
    il capo spedizione in Antartide,
  • 10:05 - 10:07
    perché lì hai la responsabilità
    anche di tutti gli altri.
  • 10:09 - 10:13
    E all'inizio confesso
    che è stata abbastanza dura,
  • 10:13 - 10:15
    è stato un po' stressante.
  • 10:15 - 10:18
    Solo che dopo un po'
    ho cominciato a rendermi conto
  • 10:18 - 10:21
    che avevo familiarizzato
    con questa incertezza, con l'imprevisto.
  • 10:22 - 10:24
    E che avevo capito qualcosa
  • 10:24 - 10:26
    magari un qualcosa di più
    sulla complessità del mondo.
  • 10:27 - 10:29
    Per esempio, mi ero accorta
    di essere resiliente.
  • 10:33 - 10:35
    Quella di cui vi parlo
    è la resilienza mentale.
  • 10:36 - 10:37
    Che cos'è?
  • 10:38 - 10:40
    In realtà è un concetto molto complesso,
  • 10:40 - 10:44
    ed è molto difficile definirlo,
    chiuderlo in una definizione:
  • 10:44 - 10:50
    però io ho pensato di sintetizzarlo
    in tre elementi fondamentali.
  • 10:50 - 10:53
    Il primo è la capacità
    di leggere le trasformazioni.
  • 10:55 - 10:57
    Perché si sa: in natura tutto cambia,
  • 10:57 - 11:02
    e magari siamo noi che ci illudiamo
    che le cose siano sempre le stesse.
  • 11:04 - 11:08
    E allora bisogna imparare a leggere
    quelli che si chiamano i segnali deboli,
  • 11:08 - 11:11
    cioè quei segnali che stanno nel presente
  • 11:11 - 11:14
    e che hanno in sé
    un embrione del futuro che verrà.
  • 11:14 - 11:16
    E in Antartide, questo è obbligatorio.
  • 11:16 - 11:19
    E allora abbiamo imparato
    a stare sempre un po' in allerta,
  • 11:19 - 11:22
    anche quando la situazione
    è la più tranquilla possibile.
  • 11:22 - 11:24
    Sapete, come fanno gli animali,
  • 11:24 - 11:28
    che si rilassano, sembra
    che si stiano godendo il momento,
  • 11:28 - 11:31
    ma sono sempre pronti
    a drizzare le orecchie,
  • 11:31 - 11:33
    sempre pronti a scattare
    se qualcosa non va.
  • 11:35 - 11:39
    E qui veniamo al secondo punto:
    la capacità di reagire rapidamente,
  • 11:40 - 11:42
    senza nascondersi dietro alibi,
  • 11:42 - 11:45
    senza stare a pensare
    a quello che sarebbe dovuto essere.
  • 11:46 - 11:48
    E questo ci serve
    per la nostra lucidità mentale,
  • 11:49 - 11:52
    perché noi, purtroppo,
    non possiamo fare come i licheni,
  • 11:52 - 11:55
    e mettere la nostra vita in pausa
    se qualcosa non va.
  • 11:56 - 12:00
    Effettivamente lo stanno studiando,
    ma per ora bisogna aspettare.
  • 12:00 - 12:03
    E dobbiamo agire rapidamente.
  • 12:03 - 12:05
    E poi c'è il terzo elemento,
  • 12:05 - 12:08
    che è la capacità di esplorare
    e ricombinare con creatività
  • 12:08 - 12:10
    le cose che abbiamo trovato
  • 12:10 - 12:12
    lungo il cammino
    della nostra esplorazione.
  • 12:14 - 12:16
    Esplorare per me è fondamentale.
  • 12:17 - 12:19
    E lo so, non è facile,
  • 12:19 - 12:22
    perché, per esplorare,
    bisogna uscire dalla "comfort zone".
  • 12:23 - 12:25
    Bisogna mettersi in gioco,
  • 12:25 - 12:28
    bisogna aprirsi,
    bisogna mettersi in dubbio.
  • 12:29 - 12:31
    E delle volte,
    può essere anche pericoloso.
  • 12:32 - 12:38
    Però, esplorando ci si espone
    ai nuovi punti di vista,
  • 12:39 - 12:41
    alle nuove esperienze,
    a nuove emozioni, nuove idee.
  • 12:43 - 12:46
    E questo è importante,
    perché crea diversità dentro di noi.
  • 12:47 - 12:48
    Crea risorse.
  • 12:49 - 12:51
    E quelle risorse ci saranno molto utili
  • 12:51 - 12:55
    quando la nostra zona di comfort
    si starà trasformando,
  • 12:55 - 12:56
    si starà evolvendo in qualcos'altro.
  • 12:57 - 13:02
    E allora dovremo affrontare un problema,
    e lì attingeremo a quelle risorse
  • 13:02 - 13:05
    che abbiamo sviluppato
    nella nostra esplorazione.
  • 13:05 - 13:07
    E dovremmo ricombinarli in modo creativo,
  • 13:07 - 13:10
    per trovare una soluzione
    al problema che dobbiamo affrontare.
  • 13:11 - 13:13
    Magari anche un problema
    che non si era mai visto.
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    Questa foto è la foto
  • 13:16 - 13:18
    della mia ultima spedizione
    alla Princess Elizabeth Station,
  • 13:18 - 13:19
    dell'anno scorso.
  • 13:20 - 13:22
    Anche in quel caso ero il capospedizione,
  • 13:23 - 13:27
    e forse è la spedizione più difficile
    che ho dovuto affrontare.
  • 13:28 - 13:31
    Perché, quando siamo arrivati,
    ci siamo accorti
  • 13:31 - 13:34
    che la nostra base
    era stata sabotata e saccheggiata.
  • 13:35 - 13:39
    Qualcuno aveva organizzato
    una spedizione parallela,
  • 13:39 - 13:42
    e aveva portato via
    gran parte della nostra attrezzatura.
  • 13:42 - 13:44
    Tra cui tutta la scorta di cibo,
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    e gran parte dell'attrezzatura
    dell'infermeria.
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    Allora, vi confesso,
    ho pensato davvero che fosse finita.
  • 13:55 - 13:58
    E soprattutto, mi sono stupita.
  • 13:58 - 14:01
    E pensavo che in 12 anni
    di esperienza in Antartide
  • 14:01 - 14:06
    mi fossi abituata anche a essere stupita:
    ma questa non me la sarei mai immaginata.
  • 14:08 - 14:14
    Però, poi, ho fatto
    una riunione con il mio team,
  • 14:14 - 14:17
    abbiamo analizzato le risorse
    che ci erano rimaste,
  • 14:17 - 14:20
    incluse le competenze
    che avevamo all'interno del team.
  • 14:20 - 14:21
    E abbiamo deciso
  • 14:21 - 14:24
    che non era ancora arrivato
    il momento di mollare.
  • 14:24 - 14:28
    E così, oltre che una spedizione
    di quattro mesi
  • 14:28 - 14:31
    in condizioni veramente molto difficili,
  • 14:31 - 14:34
    siamo riusciti a portare a termine
    tutti i programmi di ricerca.
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    E in particolare, ce n'è stato uno
  • 14:36 - 14:42
    che si è trasformato nel classico problema
    che diventa un'opportunità.
  • 14:42 - 14:45
    Perché tra le varie modifiche
    che abbiamo fatto,
  • 14:45 - 14:48
    abbiamo fatto una modifica
    alla pianificazione di ricerca
  • 14:48 - 14:50
    e abbiamo accorpato
    due programmi scientifici
  • 14:50 - 14:52
    che inizialmente
    dovevano lavorare separatamente.
  • 14:53 - 14:57
    E quella contaminazione
    si è rivelata molto efficace.
  • 14:57 - 15:01
    Per cui i ricercatori
    hanno trovato dei risultati di ricerca
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    molto più interessanti insieme,
    che se avessero lavorato separatamente.
  • 15:08 - 15:12
    E allora, tutto questo
    per dire che, secondo me,
  • 15:12 - 15:16
    la capacità di affrontare l'incertezza,
    di non perdersi d'animo,
  • 15:16 - 15:21
    di sapere che il mondo è complesso
    e di essere resilienti
  • 15:21 - 15:26
    sono veramente competenze fondamentali,
    soprattutto in questo momento storico:
  • 15:26 - 15:28
    viviamo in un mondo
    che è sempre più complesso
  • 15:28 - 15:30
    ed è sempre più incerto.
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    E sviluppare competenze
    come la resilienza è fondamentale.
  • 15:35 - 15:40
    E così, io sto scommettendo su questo:
    in questo momento sto lavorando,
  • 15:40 - 15:44
    unendo lo studio del pensiero complesso
    alle esperienze di vita in Antartide.
  • 15:44 - 15:48
    E li sto portando nelle aziende,
    nelle organizzazioni
  • 15:48 - 15:51
    e al contatto quotidiano delle persone.
  • 15:53 - 15:57
    Perché essere resilienti, per esempio,
    significa sapere che,
  • 15:57 - 15:59
    anche se la situazione fuori
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    si sta trasformando in un modo
    che sembra caotico,
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    tu hai un'altra scelta,
  • 16:04 - 16:07
    oltre che subirla perché non sai
    dove sta andando la situazione.
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    Puoi trasformare quella situazione,
  • 16:10 - 16:15
    oppure puoi trasformare te stesso
    pur rimanendo ancorato al tuo centro.
  • 16:17 - 16:18
    E credo che queste competenze
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    siano veramente importanti
    per il nostro futuro,
  • 16:22 - 16:25
    perché sono fondamentali
    per sentirci attori del nostro futuro,
  • 16:25 - 16:28
    che è quello che noi costruiamo
    tutti i giorni con le nostre scelte.
  • 16:29 - 16:31
    Vi ringrazio.
  • 16:31 - 16:33
    (Applausi)
Title:
Come l'Antartide mi ha insegnato a essere resiliente | Chiara Montanari | TEDxLakeComo
Description:

L'esperienza di una donna, a capo di una missione di ricerca in Antartide, come processo per imparare quanto le persone, in situazioni critiche estreme, possano dimostrarsi resilienti, capaci di concentrarsi sul loro scopo e la loro integrità e di trasformare i problemi in opportunità.

Questo intervento è stato presentato a un evento TEDx, che utilizza il format della conferenza TED ma è stato organizzato in maniera indipendente da una comunità locale.

Per maggiori informazioni, visita il sito http://ted.com/tedx

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Video Language:
Italian
Team:
closed TED
Project:
TEDxTalks
Duration:
16:36

Italian subtitles

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