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Non riescono a smettere
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di usare i social media.
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Il loro cervello è cambiato.
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Sono diventati dipendenti.
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C'è qualcosa di pericoloso in questo.
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Il problema principale...
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Il disturbo psichiatrico principale
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tra gli adolescenti è l'ansia.
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Solitamente è legata al bisogno
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di controllare cosa succede sui social.
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Esiste un altro studio incentrato
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sulla paura di essere tagliati fuori.
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Sono stati esaminati ragazzi
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molto ansiosi di rimanere esclusi.
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Nonostante i social media provochino
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maggiore ansia e paura di essere esclusi,
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non riescono a smettere di guardarli.
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La corteccia prefrontale
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non è abbastanza sviluppata
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da far capire loro di smettere
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e dire a sé stessi:
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"Questo non mi fa star bene".
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La corteccia prefrontale
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è questa area del cervello
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coinvolta nel nostro controllo cognitivo,
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la nostra abilità di processare
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e dirigere la nostra attenzione
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in base agli obbiettivi.
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È l'ultima parte del cervello
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a svilupparsi.
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Essa non viene mielinizzata completamente
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fino ai 25-30 anni circa.
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Quindi i ragazzi ricevono questi strumenti
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proprio nel momento in cui
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hanno il minimo delle capacità
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di controllare i propri comportamenti.
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Penso che possiamo dire con sicurezza
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che ciò sta cambiando
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il modo in cui gli adolescenti
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interagiscono tra di loro,
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con i propri coetanei e con il mondo.
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E che tali variazioni nelle interazioni
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portano a cambiamenti nel comportamento.
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Cambi nella salute psichiatrica e mentale.
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Non dovremmo sorprenderci.
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Non solo perché la cultura è cambiata,
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ma perché i cervelli sono cambiati.
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Sono anche abituati dai dispositivi
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alla gratificazione istantanea.
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Ed è qualcosa di molto pericoloso,
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perché nella vita reale
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non si ottiene tutto ciò che si vuole
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in un istante.
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Stanno bombardando i nostri adolescenti
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e giovani adulti così intensamente
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che diventano dipendenti
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dagli input continui
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di stimoli e informazioni.
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Sappiamo che ci sono tante attività
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cruciali per il nostro sviluppo:
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comunicazione faccia a faccia,
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attività fisiche,
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esposizione alla natura
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e il sonno.
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Direi che tutto questo
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è sotto minaccia, in qualche modo,
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dalla maggiore accessibilità
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alla tecnologia informatica.
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Penso che i genitori si trovino
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in una situazione davvero difficile, oggi.
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Poiché questa tecnologia
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ha effetti negativi,
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devono capire come proteggere i figli
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mentre affrontano
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questa tremenda pressione sociale
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sull'uso della tecnologia.
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Non bisogna sottovalutare
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che i bambini sono alfabetizzati.
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Credo che si abbia bisogno di più risorse
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che li aiutino a prendere delle decisioni.
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Francamente, le compagnie
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sono ampiamente responsabili
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e devono assicurarsi che i loro prodotti
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vengano usati responsabilmente.