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Doris Salcedo: Third World Identity | Art21 "Exclusive"

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    Se io presentassi una proposta nonchè la mia conoscenza di persona di un paese del terzo mondo,
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    non sarebbe avvalorata come la conoscenza di una persona del primo mondo.
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    Penso sia una grande esperienza.
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    E so cosa è , cosa esattamente significa essere discriminati e confrontarsi con gli stereotipi.
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    Conosco questi aspetti, vissuti in modo diretto.
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    Penso sia un privilegio provenire dalla Colombia.
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    Provenire da un paese che è in guerra, infatti è come vivere in una capsula condensata di esperienza umana.
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    In sei mesi qui , io posso posso sperimentare ciò che ci avrei messo venti anni per farlo in un paese del primo mondo.
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    Per me , come identità culturale, il terzo mondo è sufficiente.Io non voglio trasformarmi in cattolica, femminile, Colombiana....
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    Il terzo mondo è abbastanza.
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    L'aspetto politico dell' opera si collega al processo di realizzazione dell' opera.
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    Tutti noi apprendiamo, siamo nello stesso processo. Noi stiamo scoprendo delle cose.
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    Noi stiamo discutendo, noi stiamo intuendo.
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    E' stato un effetto collettivo. Io realizzo una reale opera.
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    Specialmente per me , che provengo dal terzo mondo, non posso semplicemente realizzare qualche altra opera.
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    Non è questo il modo. Ciò distruggerà il senso dell' opera d'arte,
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    se io lavorassi con quel punto di vista.
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    Il ruolo di un artista è stato sopravvalutato. Penso debba essere più umile.
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    Noi fondamentalmente colleghiamo elementi che sono già qui, che sono già presenti.
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    Nel mio caso , gli eventi che già prendono posto, le storie che non sono state raccontate come già accadute.
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    Inoltre il lavoro dei miei assistenti, le idee che sono nei libri.
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    Così io colgo tutti questi aspetti e semplicemente li connetto tra di loro.
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    Penso sia un ruolo più umile.
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    Io non sono un cantante solista e, nel mio studio, noi siamo un coro.
Title:
Doris Salcedo: Third World Identity | Art21 "Exclusive"
Description:

Episode #086: In her Bogotá studio, artist Doris Salcedo discusses the stereotypes she faces as a citizen of a Third World country and how she embraces these first-hand experiences of discrimination to inform her art. Shown working alongside her team of assistants, whose collective labor underscores the political messages of her sculptures, Salcedo proposes a more humble role for artists working today.

Doris Salcedos understated sculptures and installations embody the silenced lives of the marginalized, from individual victims of violence to the disempowered of the Third World. Although elegiac in tone, her works are not memorials: Salcedo concretizes absence, oppression, and the gap between the disempowered and powerful. While abstract in form and open to interpretation, her works serve as testimonies on behalf of both victims and perpetrators. Salcedos work reflects a collective effort and close collaboration with a team of architects, engineers, and assistants and—as Salcedo says—with the victims of the senseless and brutal acts to which her work refers.

Learn more about Doris Salcedo: http://www.art21.org/artists/doris-salcedo

VIDEO | Producer: Wesley Miller & Nick Ravich. Interview: Susan Sollins. Camera: Bob Elfstrom. Sound: Ray Day. Editor: Paulo Padilha & Mark Sutton. Artwork Courtesy: Doris Salcedo.

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Video Language:
English
Team:
Art21
Project:
"Extended Play" series
Duration:
02:52
giuseppe ricci added a translation

Italian subtitles

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