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Title:
Il potere profondo di una scusa sincera
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Description:
"Una scusa sincera va ben oltre il rimorso", afferma la leggendaria drammaturga Eve Ensler. In questo intervento schietto e straziante, ci racconta di come abbia trasformato la sua personale esperienza di abuso in saggezza. Ci spiega quello che i perpetratori possono fare e dire per pentirsi sinceramente e ci propone un percorso in quattro passi su come dare inizio al processo. (Questo intervento contiene argomenti per adulti).
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Speaker:
Eve Ensler
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Negli ultimi anni,
abbiamo contestato gli uomini.
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Bisognava farlo.
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Ma ultimamente mi sono ritrovata a pensare
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che dobbiamo fare
qualcosa di ancora più difficile.
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Come direbbe il mio amico Tony Porter,
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dobbiamo trovare un modo
per fare appello agli uomini.
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Mio padre iniziò ad abusare sessualmente
di me quando avevo cinque anni.
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Veniva nella mia stanza
nel cuore della notte.
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Sembrava in trance.
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L'abuso continuò
fino a quando non compii dieci anni.
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Quando provai a oppormi,
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quando finalmente riuscii a dirgli di no,
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iniziò a picchiarmi.
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Mi chiamava "stupida".
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Diceva che ero una bugiarda.
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L'abuso sessuale cessò
quando compii dieci anni,
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ma non finì mai per davvero.
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Mi cambiò.
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Provavo costantemente ansia,
colpa e vergogna,
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senza sapere il perché.
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Odiavo il mio corpo, odiavo me stessa.
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Mi ammalavo spesso,
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non riuscivo a pensare,
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non mi ricordavo le cose.
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Ero attratta da uomini e donne pericolosi
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ai quali permettevo,
anzi invitavo, a trattarmi male,
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perché mio padre mi aveva insegnato
che questo era l'amore.
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Per tutta la vita, ho aspettato
che mio padre mi chiedesse scusa.
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Non lo ha mai fatto.
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Si rifiutava di farlo.
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Ma poi, con i recenti scandali
che hanno travolto gli uomini famosi,
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man mano che venivano esposti,
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ho realizzato una cosa:
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non avevo mai sentito un uomo
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che aveva commesso
uno stupro o una violenza fisica
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scusarsi pubblicamente con la sua vittima.
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Iniziai a riflettere
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su quali potessero essere
delle scuse profonde e sincere.
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E iniziò ad accadere qualcosa di strano:
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iniziai a scrivere,
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e la voce di mio padre
si manifestò attraverso di me.
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Mi disse cosa aveva fatto
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e perché l'aveva fatto.
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Iniziò a scusarsi.
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Mio padre è morto da quasi 31 anni,
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eppure, in queste scuse
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che ho dovuto scrivere per lui,
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ho scoperto il potere di una scusa
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e ho trovato un modo per superare
la crisi che stiamo affrontando
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con gli uomini e tutte le donne
di cui hanno abusato.
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Una scusa è un impegno sacro.
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Richiede completa onestà,
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introspezione profonda e tempo.
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Non può essere precipitosa.
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Ho scoperto che ci sono quattro passi
per chiedere scusa
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e, se vi va, mi piacerebbe elencarveli.
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Il primo passo è dire,
nel dettaglio, cosa avete fatto.
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La descrizione non può essere vaga.
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"Scusa se ti ho fatto del male"
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o "Scusa se ho abusato sessualmente di te"
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non basta.
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Dovete dire cos'è successo davvero.
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"Sono venuto nella tua stanza
nel cuore della notte
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e ti ho abbassato le mutandine".
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"Ti ho sminuita perché ero geloso di te
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e volevo che ti sentissi inferiore".
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La liberazione è nei dettagli.
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Una scusa è una rievocazione.
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Collega il passato al presente.
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Afferma che quello che è successo
è successo davvero.
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Il secondo passo è chiedervi perché.
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I sopravvissuti
sono tormentati dal perché.
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Perché? Perché mio padre voleva abusare
sessualmente della figlia primogenita?
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Perché mi sbatteva
la testa contro il muro?
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Mio padre
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nacque molto tempo dopo i suoi fratelli.
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Era un incidente
che divenne "il miracolo".
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Era adorato e trattato come un prodigio.
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Ma l'adorazione non è amore.
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L'adorazione è la proiezione
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del desiderio altrui
che appariate perfetti
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su di voi.
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Mio padre doveva vivere
all'altezza di questo ideale impossibile
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e non gli fu mai permesso
di essere se stesso.
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Non gli fu mai permesso
di esprimere affetto,
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vulnerabilità, curiosità o dubbio.
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Non gli fu mai permesso di piangere.
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Di conseguenza, fu costretto
a seppellire tutti quei sentimenti,
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che finirono per metastatizzarsi.
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Quei sentimenti repressi
divennero in seguito l'Uomo Ombra,
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privo di controllo,
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e che riversò quel torrente su di me.
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Il terzo passo è aprire il vostro cuore
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e provare quello che ha provato la vittima
mentre abusavate di lei.
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Dovete lasciare
che il vostro cuore si spezzi.
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Dovete provare l'orrore, il tradimento
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e l'impatto a lungo termine
dell'abuso sulla vostra vittima.
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Dovete sedervi con la sofferenza
che avete causato.
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Ovviamente, il quarto passo
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è prendersi la responsabilità
delle proprie azioni
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e fare ammenda.
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Ma perché qualcuno vorrebbe affrontare
un processo così estenuante e umiliante?
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Perché vorreste mettervi a nudo?
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Perché è l'unica cosa
che vi renderà liberi.
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È l'unica cosa che renderà libera
la vostra vittima.
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Non avete distrutto
solo la vostra vittima,
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avete distrutto voi stessi.
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Nessuno perpetra violenza
su un'altra persona
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senza subire le ripercussioni
delle proprie azioni.
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Crea uno spirito oscuro e contaminato
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che si diffonde per tutta la vostra vita.
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Le scuse che ho scritto mi hanno insegnato
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che dobbiamo adottare
una prospettiva diversa
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per comprendere il problema
della violenza degli uomini
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a cui siamo sopravvissute
io e un miliardo di altre donne.
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Pensiamo subito alla punizione.
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È il nostro primo istinto,
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ma, sebbene la punizione
a volte si riveli efficace,
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da sola non basta.
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Mio padre mi puniva.
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Mi chiudevo in me stessa
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ed ero distrutta.
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Penso che la punizione tempri,
ma non insegni.
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L'umiliazione non è una rivelazione.
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Dobbiamo creare un processo
che possa includere una punizione,
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per mezzo del quale apriamo una porta
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attraverso la quale gli uomini possano
diventare qualcosa e qualcun altro.
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Ho odiato mio padre per moltissimi anni.
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Volevo che morisse,
che finisse in prigione.
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Ma è stata quella rabbia a tenermi legata
alla storia di mio padre.
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Quello che volevo davvero non era solo
che mio padre venisse fermato.
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Volevo che cambiasse,
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che si scusasse.
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Ecco cosa vogliamo.
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Non vogliamo distruggere gli uomini,
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non vogliamo che vengano soltanto puniti.
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Vogliamo che vedano noi,
le vittime a cui hanno fatto del male
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e vogliamo che si pentano
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e che cambino.
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Credo davvero che questo sia possibile.
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E credo davvero che questa
sia la strada da seguire.
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Ma occorre che gli uomini
si uniscano a noi.
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Occorre che gli uomini siano coraggiosi
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e prendano parte a questa trasformazione.
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Ho passato la maggior parte
della mia vita a contestare gli uomini
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e sono qui,
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ora,
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a rivolgervi un appello.
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Grazie.
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