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Ogni problema ha una soluzione | Renzo Provedel | TEDxMontebelluna

  • 0:23 - 0:25
    Buongiorno, innanzitutto.
  • 0:26 - 0:31
    Bene, io voglio raccontarvi
    due storie personali
  • 0:31 - 0:36
    che hanno cambiato la mia vita,
    che hanno cambiato delle cose importanti.
  • 0:36 - 0:40
    La prima prende lo spunto
    dal titolo che vedete:
  • 0:40 - 0:42
    "Ogni problema ha una soluzione".
  • 0:42 - 0:46
    Quindi vi parlerò di una storia
    che riguarda questa coppia:
  • 0:46 - 0:48
    problema; soluzione.
  • 0:49 - 0:55
    Poi, quando il TED mi ha chiesto
    di preparare questo racconto,
  • 0:55 - 0:59
    la mia mente ha cercato un secondo tema.
  • 0:59 - 1:02
    E improvvisamente mi è apparsa,
    nello schermo della mente,
  • 1:02 - 1:05
    un'altra parola chiave,
    che ritengo molto importante,
  • 1:05 - 1:10
    e che ha influenzato molto
    la mia vita, ed è "ascoltare".
  • 1:11 - 1:14
    Queste slide rappresentano
    questi due elementi;
  • 1:14 - 1:17
    ma la domanda che potreste
    farmi voi è questa:
  • 1:17 - 1:23
    ma come sono connessi
    problema e soluzione con l’ascolto?
  • 1:23 - 1:26
    C'è un intreccio? C'è una relazione?
  • 1:26 - 1:29
    Non la voglio svelare subito,
  • 1:29 - 1:33
    immagino che la capirete
    durante il corso del mio racconto
  • 1:33 - 1:37
    ma poi cercheremo alla fine
    di trovare una spiegazione.
  • 1:38 - 1:40
    Bene!
  • 1:41 - 1:42
    Palloncini.
  • 1:43 - 1:47
    L'esperienza che vi voglio raccontare
    risale a circa una decina di anni fa:
  • 1:47 - 1:51
    ho frequentato un corso
    per diventare coach.
  • 1:51 - 1:55
    Durante questa esperienza
    il maestro, il supercoach,
  • 1:55 - 1:58
    ci ha fatto sedere a cerchio
  • 1:59 - 2:02
    e ci ha spiegato
    che ci avrebbe raccontato,
  • 2:02 - 2:05
    anzi, fatto fare un'esperienza
  • 2:06 - 2:08
    per non pensare.
  • 2:09 - 2:12
    Una cosa incredibile!
  • 2:12 - 2:14
    Io vi racconterò questa esperienza:
  • 2:14 - 2:18
    e se volete, ciascuno di voi, adesso,
  • 2:18 - 2:22
    può farla, proprio qui in questo momento.
  • 2:22 - 2:28
    La prima cosa che il maestro ci ha chiesto
    è di prendere una postura fisica,
  • 2:28 - 2:34
    quindi sentire la vostra schiena
    diritta, se volete,
  • 2:34 - 2:38
    appoggiata bene contro lo schienale.
  • 2:39 - 2:43
    La seconda postura
    sono i piedi e le gambe,
  • 2:43 - 2:47
    cioè cercate di avere
    consapevolezza del vostro peso
  • 2:47 - 2:50
    appoggiando il peso delle vostre gambe
  • 2:50 - 2:55
    parallele sul terreno, sul pavimento,
    e appoggiate la mano.
  • 2:56 - 2:58
    Dopodiché il maestro diceva:
  • 2:58 - 3:03
    "Per l'esperienza che voglio farvi fare,
    chi vuole può chiudere gli occhi",
  • 3:03 - 3:07
    quindi anche voi potete
    tenere aperti gli occhi, o chiuderli.
  • 3:07 - 3:11
    E che cosa ci suggerisce il maestro?
  • 3:11 - 3:16
    Quello che vedete -
    immaginate che la vostra mente,
  • 3:16 - 3:18
    che è piena di rumore,
    di pensieri che vi arrivano,
  • 3:18 - 3:22
    cercate di far entrare,
    nello schermo della vostra mente,
  • 3:22 - 3:23
    dei palloncini.
  • 3:24 - 3:29
    I palloncini sono un'esperienza
    che abbiamo da bambini,
  • 3:29 - 3:31
    quindi noi sappiamo che cos'è
    un palloncino, col suo filo;
  • 3:31 - 3:35
    quindi cominciamo a proiettare,
    nello schermo della nostra mente,
  • 3:35 - 3:36
    questi palloncini.
  • 3:36 - 3:38
    E il maestro cosa ci ha chiesto:
  • 3:38 - 3:42
    "Bene! Prendete il filo,
    oppure la mano della mente,
  • 3:42 - 3:45
    e spostate questi palloncini
    verso l'esterno".
  • 3:45 - 3:47
    Cioè fate in modo che questi palloncini,
    che stanno entrando,
  • 3:47 - 3:50
    escano, escano, escano, escano...
  • 3:51 - 3:54
    Potete provare a farlo,
  • 3:54 - 3:58
    e vi accorgerete che i palloncini
    possono davvero uscire.
  • 3:58 - 4:01
    Quando sono usciti tutti,
    che cosa succede?
  • 4:01 - 4:04
    Lo schermo è quello che è:
  • 4:04 - 4:09
    sarà colorato, sarà grigio,
    sarà azzurro, sarà rosso, dipende da voi.
  • 4:09 - 4:11
    C'è uno schermo pulito.
  • 4:11 - 4:15
    Questo è il momento in cui
    non c'è più nessun pensiero
  • 4:15 - 4:20
    che vi faccia da rumore di fondo,
    non c'è più nessun disturbo.
  • 4:20 - 4:22
    Ecco: questo è stato
    un grandissimo insegnamento,
  • 4:22 - 4:26
    un grandissimo insegnamento
    per predisporci a che cosa? All'ascolto!
  • 4:26 - 4:32
    Perché per ascoltare bisogna avere
    la mente sgombra, pulita.
  • 4:33 - 4:36
    Ho visto che qualcuno di voi l'ha fatto:
    quanti hanno visto i palloncini?
  • 4:36 - 4:38
    Potete alzare la mano?
  • 4:38 - 4:42
    Wow! Un terzo!
  • 4:42 - 4:45
    E quanti sono riusciti
    a fare uscire i palloncini?
  • 4:46 - 4:48
    Quasi tutti: complimenti!
  • 4:48 - 4:50
    Veramente, vi applaudirei!
  • 4:51 - 4:53
    L'ascolto è una cosa incredibile,
  • 4:53 - 4:57
    perché - il secondo episodio
    che vi voglio raccontare,
  • 4:57 - 4:59
    che è veramente straordinario,
  • 4:59 - 5:02
    mi è capitato due anni fa, nel 2016,
  • 5:02 - 5:07
    perché ho frequentato un corso
    organizzato dal MIT.
  • 5:07 - 5:12
    Da quale argomento?
    Dall'ascolto! Incredibile!
  • 5:12 - 5:14
    Solo che ci ha dato un messaggio diverso,
  • 5:14 - 5:17
    non ci ha fatto fare questo gioco,
    che avete provato,
  • 5:17 - 5:20
    ma ci ha detto delle cose di testa.
  • 5:20 - 5:21
    Interessanti.
  • 5:21 - 5:24
    Quanti tipi di ascolto possiamo fare?
  • 5:24 - 5:27
    Ce ne ha elencati quattro,
    che vi racconto brevemente:
  • 5:27 - 5:30
    due sicuramente li conoscete,
  • 5:30 - 5:32
    uno addirittura lo usate tutti i giorni
  • 5:32 - 5:34
    e ve lo dico in inglese:
  • 5:34 - 5:38
    "download", scarico di un'immagine,
    di un file, di una fotografia.
  • 5:38 - 5:40
    Lo fate andando in internet,
  • 5:40 - 5:41
    quindi scaricate qualcosa
  • 5:41 - 5:44
    e poi magari lo vedete il giorno dopo,
    il pomeriggio, dopo un po'.
  • 5:44 - 5:46
    Questo è il primo ascolto.
  • 5:46 - 5:49
    Il secondo ascolto è già più impegnativo,
    però sicuramente lo fate:
  • 5:49 - 5:52
    si chiama "ascolto fattuale",
  • 5:53 - 5:58
    cioè cercate di estrarre, dalle cose
    che vi vengono raccontate, i fatti.
  • 5:58 - 6:02
    Cosa vuol dire? Numeri, dati -
    cose concrete, pratiche.
  • 6:03 - 6:05
    Il terzo tipo di ascolto
    è il più impegnativo,
  • 6:05 - 6:11
    anche se la natura umana, la vostra mente
    è predisposta a farlo,
  • 6:11 - 6:13
    però non è così frequente.
  • 6:13 - 6:15
    È "l'ascolto empatico".
  • 6:16 - 6:19
    Vuol dire che vi mettete
    nei panni di un'altra persona
  • 6:20 - 6:22
    e sentite che cosa sente lui:
  • 6:22 - 6:25
    le emozioni, le paure,
    le ansie, il piacere:
  • 6:26 - 6:29
    vestite i suoi panni,
    quindi, i suoi vestiti.
  • 6:29 - 6:31
    Infine l'ultimo ascolto,
  • 6:31 - 6:34
    molto più impegnativo
    ma molto interessante,
  • 6:34 - 6:37
    che sicuramente fate
    ma potreste migliorare,
  • 6:37 - 6:40
    si chiama "ascolto generativo".
  • 6:41 - 6:44
    Vuol dire che man mano
    che ascoltate l'altra persona
  • 6:44 - 6:47
    fate funzionare la vostra mente -
  • 6:47 - 6:50
    possibilmente liberata,
    magari con la tecnica del palloncino, -
  • 6:50 - 6:57
    per generare immagini, per esempio,
    o delle cose più complicate: metafore.
  • 6:57 - 6:59
    Oppure una cosa
    che io trovo difficilissima,
  • 6:59 - 7:01
    ma magari a qualcuno riesce:
  • 7:01 - 7:06
    la postura, la gestualità,
    cioè la risposta non verbale.
  • 7:07 - 7:11
    Quindi queste tre cose possono essere
    una risposta generativa,
  • 7:11 - 7:15
    che aiuta l'altra persona
    perché gli date una prospettiva diversa.
  • 7:15 - 7:17
    Quindi vedete che l'ascolto
  • 7:17 - 7:21
    può far parte della nostra vita
    quotidiana, della nostra esperienza
  • 7:21 - 7:26
    e quindi, sostanzialmente,
    è una cosa molto importante.
  • 7:28 - 7:31
    Bene: adesso, come nei film,
    cambiamo scena.
  • 7:34 - 7:39
    E la scena si rifà
    al titolo del nostro incontro,
  • 7:39 - 7:42
    cioè: "ogni problema ha una soluzione"
  • 7:42 - 7:44
    Quindi: problema, soluzione!
  • 7:44 - 7:50
    L'episodio che vi voglio raccontare
    per me personalmente avviene nel 2005.
  • 7:50 - 7:53
    Io, all'epoca - io faccio l'imprenditore.
  • 7:53 - 7:57
    Ho una società che aiuta
    le aziende a fare innovazione.
  • 7:57 - 8:03
    E lavoravo per una grande azienda
    del food, del cibo, dell'alimentare,
  • 8:03 - 8:08
    e per un anno ho lavorato
    per cercare, in giro per il mondo,
  • 8:08 - 8:10
    le cose più interessanti,
  • 8:10 - 8:12
    chi ha detto le cose
    più interessanti sull'innovazione.
  • 8:12 - 8:17
    E abbiamo scoperto che nell'anno 2000,
    qualche anno prima,
  • 8:17 - 8:18
    una grande azienda,
  • 8:18 - 8:20
    che sicuramente conoscete
    attraverso i suoi prodotti,
  • 8:20 - 8:23
    l'azienda americana Procter & Gamble,
  • 8:23 - 8:28
    nell'anno 2000, con 30 miliardi
    di dollari di fatturato, [quindi] enorme,
  • 8:29 - 8:31
    la Procter and Gamble è in crisi.
  • 8:31 - 8:34
    Non fa più profitti,
    rischia veramente grosso.
  • 8:34 - 8:38
    Arriva un nuovo presidente,
    si chiama Lafley.
  • 8:38 - 8:41
    Questo signore qui
    convoca tutto il suo staff
  • 8:41 - 8:44
    e gli dà una notizia, cioè dice:
  • 8:44 - 8:48
    "Io voglio cambiare Procter & Gamble,
    ho una strategia in mente.
  • 8:48 - 8:52
    E la mia strategia è la seguente:
  • 8:52 - 8:58
    voglio usare, utilizzare
    i talenti, le tecnologie
  • 8:58 - 9:02
    che oggi noi non conosciamo,
    non frequentiamo.
  • 9:02 - 9:06
    Quindi voglio che in cinque anni,
    in un periodo di cinque anni,
  • 9:06 - 9:09
    metà dei prodotti della Procter & Gamble
  • 9:09 - 9:15
    nascano grazie a un intervento,
    una collaborazione esterna".
  • 9:15 - 9:20
    Per capire la "violenza",
    uso questo termine, del messaggio,
  • 9:20 - 9:25
    dovete sapere quanti ricercatori
    aveva Procter & Gamble nell'anno 2000:
  • 9:28 - 9:30
    8000 persone!
  • 9:30 - 9:33
    Era una delle aziende
  • 9:33 - 9:37
    che aveva la più grande concentrazione
    di ricerca e sviluppo del mondo.
  • 9:39 - 9:43
    Lui ci riesce, riesce a fare
    questa cosa - come?
  • 9:43 - 9:47
    Be', non solo attraverso la sua idea,
  • 9:47 - 9:50
    ma [anche] attraverso
    alcune persone della Procter:
  • 9:50 - 9:54
    dei broker, cioè delle aziende
    che nel frattempo si erano formate
  • 9:54 - 9:59
    per mettere in contatto
    i problemi della Procter con i solutori.
  • 9:59 - 10:02
    Ecco una domanda che mi potreste fare
    e che mi ha incuriosito molto,
  • 10:02 - 10:06
    e a cui sono riuscito
    a dare risposta solo da pochi anni:
  • 10:06 - 10:10
    ma quante persone, nel mondo,
  • 10:10 - 10:15
    hanno realmente know-how,
    conoscenze utili per risolvere i problemi?
  • 10:15 - 10:18
    Un milione? Dieci milioni?
  • 10:18 - 10:21
    Voi sapete che oggi siamo,
    l'ha detto un oratore poco fa,
  • 10:21 - 10:24
    7,6 miliardi di persone.
  • 10:24 - 10:26
    I calcoli più recenti che ho visto -
  • 10:26 - 10:30
    poi magari sono sbagliati,
    non credeteci troppo -
  • 10:30 - 10:35
    dicono che ci sono 70 milioni di persone
  • 10:35 - 10:40
    con un know-how tecnologico
    o di business rilevante, che può servire.
  • 10:40 - 10:43
    Sembra ragionevole, no?
  • 10:43 - 10:47
    Bene, quindi che cosa vuol dire questo?
  • 10:47 - 10:52
    Che problema e soluzione
    sono assolutamente coinvolgenti.
  • 10:52 - 10:53
    Una cosa interessante è questa:
  • 10:53 - 10:57
    quando Lafley, nell'anno 2000,
    inventa questa strategia,
  • 10:57 - 11:00
    questa strategia non ha un nome.
  • 11:00 - 11:02
    È un'idea.
  • 11:03 - 11:04
    Solo tre anni dopo,
  • 11:04 - 11:08
    un professore americano
    che si chiama Henry Chesbrough,
  • 11:08 - 11:12
    della Università di Berkley,
    quindi un'università importante,
  • 11:12 - 11:14
    scrive un libro.
  • 11:14 - 11:18
    Voi sapete che gli americani
    sono intelligenti ma anche scaltri, no?
  • 11:18 - 11:21
    Quindi scrivono i libri con degli scopi.
  • 11:21 - 11:26
    Lui inventa una parola,
    quindi chiama questo sistema di Lafley
  • 11:26 - 11:28
    "open Innovation".
  • 11:29 - 11:33
    Tradotto in italiano, "innovazione aperta"
  • 11:33 - 11:36
    E da quel momento in avanti,
    esplode questa sua idea,
  • 11:36 - 11:37
    si sviluppa in tutto il mondo.
  • 11:37 - 11:42
    E oggi, se voi aprite
    un qualunque sito web,
  • 11:42 - 11:46
    e scrivete "innovazione aperta",
    o "open innovation",
  • 11:46 - 11:49
    trovate 100.000 risposte.
  • 11:49 - 11:52
    Gli italiani hanno accolto
    con grande fantasia
  • 11:52 - 11:54
    e grande capacità questo messaggio.
  • 11:55 - 12:00
    Quindi l'innovazione aperta per me
    è stata una svolta anche di imprenditore,
  • 12:00 - 12:05
    cioè ho cominciato a lavorare
    con le imprese su questo.
  • 12:05 - 12:10
    Quindi, questo è sostanzialmente
    quello che vi volevo dire.
  • 12:10 - 12:14
    Forse voi potreste avere
    un’obiezione, ve l'anticipo.
  • 12:14 - 12:17
    C'è qualcuno di voi che potrebbe dirmi:
  • 12:17 - 12:23
    "Sì, ma connettere problema a soluzione,
    be', ne parlavano gli antichi Greci:
  • 12:25 - 12:29
    Socrate, Aristotele, gli atomisti -
  • 12:29 - 12:31
    collegare queste due cose.
  • 12:31 - 12:33
    Cos’è cambiato?
  • 12:33 - 12:38
    Quello che è cambiato è che, oggi,
    Open Innovation la facciamo tutti,
  • 12:38 - 12:40
    cioè tutti in questa stanza la fanno.
  • 12:40 - 12:42
    Vi porto un esempio:
  • 12:43 - 12:46
    non vi chiedo quanti usano Internet,
  • 12:46 - 12:50
    perché ci sono sei miliardi
    di utenti, nel mondo,
  • 12:50 - 12:54
    quindi direi che il 99 percento
    di voi usa Internet.
  • 12:54 - 12:56
    Quando voi avete
    un problema, una curiosità,
  • 12:56 - 12:58
    chi è che non è mai andato su Wikipedia?
  • 12:58 - 13:02
    Chi non ha mai digitato e scritto,
    magari come sfida,
  • 13:02 - 13:04
    il proprio problema in linguaggio naturale
  • 13:04 - 13:08
    e vi vengono fuori, magari,
    un milione di risposte.
  • 13:08 - 13:12
    Ma nella prima pagina
    o nelle prime tre pagine,
  • 13:12 - 13:15
    credo che sia un'abitudine che avete,
  • 13:15 - 13:17
    trovate delle cose interessanti.
  • 13:17 - 13:24
    Quindi, l'innovazione aperta
    significa mente aperta, sostanzialmente:
  • 13:24 - 13:26
    quindi un'abitudine che abbiamo,
  • 13:26 - 13:29
    ma che è caratteristica
    di questo periodo storico,
  • 13:29 - 13:31
    che è molto importante.
  • 13:31 - 13:34
    Bene, le due storie sono queste.
  • 13:36 - 13:41
    Ho ancora qualche secondo
    per sciogliere la promessa iniziale,
  • 13:42 - 13:45
    Ma come sono connesse, queste cose?
  • 13:45 - 13:48
    Quindi, un problema è qualche cosa
    che vi spinge a un'azione:
  • 13:48 - 13:49
    come potete risolverla?
  • 13:49 - 13:54
    Qui vedete nella slide
    una soluzione tradizionale,
  • 13:54 - 13:58
    che viene chiamata "innovazione chiusa",
  • 13:58 - 14:00
    forse un po' cattiva come espressione.
  • 14:00 - 14:04
    L'innovazione tradizionale
    è quella in cui voi rispondete
  • 14:04 - 14:09
    oppure risponde
    la vostra cerchia più vicina
  • 14:09 - 14:11
    di consulenti - o di fornitori,
    se siete un'azienda.
  • 14:11 - 14:14
    L'altra alternativa è quella
    che vi ho spiegato prima,
  • 14:14 - 14:16
    raccontandovi la storia
    di Procter & Gamble.
  • 14:16 - 14:19
    Ho scritto "crowd" per dire folla:
  • 14:19 - 14:20
    cioè usiamo il mondo.
  • 14:20 - 14:23
    Questo è, onestamente,
  • 14:23 - 14:26
    quello che facciamo oggi,
    da adesso in avanti:
  • 14:26 - 14:29
    ci facciamo aiutare,
  • 14:29 - 14:32
    ci facciamo supportare
    da tanta altra gente.
  • 14:32 - 14:35
    E allora, l'ascolto a cosa serve?
  • 14:35 - 14:36
    Per capire l'ascolto,
  • 14:36 - 14:39
    vi cito una frase
    che probabilmente conoscete già,
  • 14:40 - 14:43
    che fin da piccoli molto spesso ci dicono:
  • 14:44 - 14:46
    "Un problema ben definito
  • 14:49 - 14:50
    è metà dell'opera",
  • 14:51 - 14:55
    cioè se definiamo bene un problema
    siamo a metà dell'opera.
  • 14:56 - 14:57
    Quindi cosa vuol dire?
  • 14:57 - 15:00
    Vuol dire che, per risolvere un problema,
  • 15:00 - 15:03
    dobbiamo dedicare molta attenzione
    a definire il problema.
  • 15:04 - 15:07
    Spesso inseguiamo problemi inesistenti,
  • 15:07 - 15:11
    problemi modesti,
    problemi non determinati;
  • 15:11 - 15:15
    e quindi, la prima cosa
    che dobbiamo fare è ascoltarci.
  • 15:15 - 15:17
    Però attenzione che -
  • 15:17 - 15:21
    questo è quello che io ho imparato
    e che vorrei trasferirvi -
  • 15:21 - 15:24
    è importante ascoltarci,
    ma anche ascoltare gli altri.
  • 15:25 - 15:30
    Quindi l'ascolto deve essere applicato,
    soprattutto in prima battuta,
  • 15:30 - 15:32
    sul problema.
  • 15:34 - 15:37
    Questa è praticamente
    la risposta che vi dovevo,
  • 15:37 - 15:40
    e sono contento di avervelo raccontato.
  • 15:41 - 15:43
    Vi saluto e vi ringrazio.
  • 15:43 - 15:47
    (Applausi)
Title:
Ogni problema ha una soluzione | Renzo Provedel | TEDxMontebelluna
Description:

Renzo Provedel, coach per le strategie e l’innovazione, spiega cosa significa “innovazione aperta” e come si possono trovare nuove soluzioni ai problemi interni a un’azienda o a un settore utilizzando risorse esterne e apparentemente estranee.

Questo discorso è stato tenuto ad un evento TEDx, che utilizza il format delle conferenze TED ma è stato organizzato indipendentemente da una comunità locale.

Per maggiori informazioni consulta https://www.ted.com/tedx

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Video Language:
Italian
Team:
closed TED
Project:
TEDxTalks
Duration:
15:50

Italian subtitles

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