La virtualizzazione in discussione - Jean Luc Frétard a TEDxMontpellier

Se oggi la tecnica (firma elettronica, cloud computing,...) è stata messa a punto e il legislatore lavora su nuovi metodi di conferma, vale anche per il nostro modo di pensare? Siamo veramente pronti intellettualmente a firmare virtualmente per un mutuo che ci impegna per 30 anni?

Buongiorno a tutte, buongiorno a tutti,

allora, la buona notizia è che non ho presentazioni,

quindi nessun problema tecnico.

Allora, io in effetti, vi farò una domanda,

vi propongo di condividere la seguente domanda,

con tutto questo mondo digitale che conoscete bene quanto me:

fino a dove intende spingersi la nostra società nel digitale,

fino a dove, voi stessi in quanto cittadini,

desiderate passare al digitale?

Allora, io sono il rompiscatole di turno, in questo evento,

perché riprenderò gli elementi

e i famosi bastioni che Henri citava poco fa,

con la banca, l'assicurazione, ecc...

Non sono convinto che siano per forza

le istituzioni che fanno resistenza.

Magari noi stessi siamo ben aggrappati

ai fondamentali, alla carta,

nel momento stesso in cui siamo coinvolti in qualcosa che ci impegna.

Quindi, se qui facciamo un sondaggio veloce,

senza sbagliare, ognuno di voi ha due, tre indirizzi mail,

uno o due telefoni in tasca,

un tablet, due, tre computer,

a casa, in ufficio, ecc...

E scambiate, consumate, producete

centinaia, migliaia di documenti ogni giorno.

Ma nel momento in cui dovete impegnarvi, se rifaccio lo stesso sondaggio,

e vi chiedo, "Avete già firmato un contratto

con il tablet, il computer, il telefono?"

Già... le statistiche scendono un pochino.

Siete pronti a farlo?

Ecco, firmo un contratto, un mutuo,

30 anni, mi impegno, con un clic su un telefono

o su un tablet... non è così semplice.

Tecnicamente non ci sono problemi. Ve lo confermo.

Dal punto di vista normativo, nessun problema.

Piuttosto, vi sentite a vostro agio nel farlo?

In realtà è questa la domanda che bisogna

farsi...
Allora, ho 4 minuti,

non entrerò nei dettagli tecnici della regolamentazione,

ma penso che sia interessante.

Su cosa mettiamo il dito facendo questa domanda?

Si mette il dito su quello che io chiamo, consenso elettronico.

Alla fine, quando si tratta di farlo, cliccare

e impegnarsi, facciamo qualche resistenza.

Allora, se guardiamo esempi per infierire,

cose che facciamo, che sono completamente assurde,

non appena dobbiamo dare un consenso.

È il caso che conoscete tutti, ne sono certo,

in cui vi si chiede di restituire firmato un documento inviato via mail.

Un accordo, una nota, non saprei...

Guardate quello che si fa.

Riceviamo il documento via mail, clicchiamo su "stampa",

andiamo alla stampante, firmiamo il documento con la penna,

prendiamo il foglio, lo scannerizziamo per mandarlo di nuovo

via mail. E non ci scordiamo di prendere il foglio ancora caldo,

e buttarlo nel cestino.

È terribile. E sono milioni di documenti di questo tipo tutti i giorni.

Eppure, in fin dei conti, tecnicamente, sappiamo farlo.

Non ci sono difficoltà.

Ci siamo divertiti.
È un po' quello vi mostreremo più tardi,

nel laboratorio effimero, ci siamo divertiti a dire:

"Tenete, prendiamo le attrezzature attuali,

questi famosi schermi, questi famosi tablet,

e poi, cerchiamo di dimostrare che lo possiamo fare."

Quindi, abbiamo un'applicazione che permetterà di raccogliere un consenso.

Tutto quello che è visibile sul tablet non è sufficiente

per essere conforme alle norme,

siamo quindi collegati a quello che viene chiamato
una infrastruttura di fiducia digitale,

che permetterà di rendere questo documento elettronico --
gli conferirà lo stesso valore probatorio

del documento di carta.
Tutto ciò è possibile.

Sarà un piacere mostrarvelo se passate a trovarci.

Tra l'altro, e con questo voglio concludere, solo una parentesi sui tablet,

che stanno spopolando e che, sono d'accordo con Henri, effettivamente modificheranno radicalmente

il nostro modo di lavorare, di divertirci, ecc...

Qualche anno fa, circa 4 anni fa,

in un esercizio più o meno simile,

parlavo anch'io dei diversi schermi.

Siamo soliti dire che il famoso smartphone,

siamo soliti dire che è il quarto schermo dell'umanità,

il cinema, il grande schermo,
poi la televisione, un po' più piccolo,

poi il computer, ancora un po' più piccolo,

il telefono, ancora un po' più piccolo,

e con la vista che cala, mi preoccupavo del 5° schermo.

Mi dicevo: "Sarà piccolissimo."

Ora, se avete notato, in realtà i tablet --

già gli schermi degli smartphone si sono un po' ingrassati --

i tablet diventano più grandi, proprio in questo momento si parla di TV connessa,

quindi, ecco, vi faccio la domanda:
magari tra qualche anno, il cinema connesso,

e il cerchio si chiuderà, saremo tornati al nostro schermo di partenza.

Ecco, questo è quello che volevo condividere con voi.

Vi invito più tardi ad una dimostrazione, al laboratorio effimero.

Grazie.

(Applausi)