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Questo è il luogo più isolato,
remoto e inospitale
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che possiamo trovare sul pianeta Terra.
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Questo è l'Antartide.
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Io ho trascorso qua un anno,
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da novembre 2018 a novembre 2019.
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Ero qua per lavoro:
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ma è stata un'esperienza,
con i suoi lati positivi e negativi,
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che mi ha permesso di reagire,
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di capire quanto l'uomo sia piccolo
rispetto alla natura,
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di quanto sia importante
fare rete tra di noi
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e se è importante reagire per migliorare
le nostre condizioni di vita.
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Io ho trascorso il mio anno a Concordia:
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è una stazione italo francese
gestita dal Pnra e Ipev,
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la quale è collocata
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a più di mille chilometri dalla costa
e a 3000 metri sul livello del mare.
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Essa è stata costruita
agli inizi degli anni Duemila,
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e ovviamente ha al suo interno
tutto il necessario per sopravvivere.
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Quindi l'ospedale, la zona radio
per le comunicazioni, il ristorante
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e la zona tecnica
per riscaldamento e acqua.
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Vivere qua significa affrontare
dei problemi, ad esempio, fisici.
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Pensiamo che non c'è
alternanza giorno-notte,
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l'altitudine significa
carenza di ossigeno:
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significa anche aria secca, qua;
ma soprattutto, ovviamente, il freddo.
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D'estate, quindi da novembre a febbraio,
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le temperature hanno una media
all'incirca di -25:
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nel periodo di Natale 2018,
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abbiamo avuto un record di caldo di -14,7.
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D'inverno, invece, da febbraio a novembre
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le temperature scendono
anche fino ai - 80:
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la media è più o meno - 60.
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Io ho potuto sperimentare
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- 83 misurati e - 104 percepiti.
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Quindi, ovviamente, quando usciamo
siamo dei pupazzi irriconoscibili,
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abbiamo vari strati
di abbigliamento tecnico
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e possiamo impiegare
anche cinque minuti per vestirci.
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Questa foto è stata presa
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dopo pochi minuti in cui
avevo scoperto gli occhi.
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Sono stati sufficienti
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perché le ciglia si gelassero
e si appicicassero tra di loro,
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e la pelle iniziasse a bruciare.
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Altri problemi sono, ad esempio,
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problemi psicologici
come la lontananza da casa:
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io ero lontana 15.000 chilometri
dalla mia famiglia,
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ed è impossibile tornare
durante questo anno.
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Ma soprattutto la convivenza:
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un po' abbiamo sperimentato
la convivenza durante lockdown.
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Quindi pensate questo luogo,
in 60-70 persone, d'estate.
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D'inverno, invece,
rimaniamo per nove mesi in 13.
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Quindi un gruppo ristretto,
quasi una famiglia;
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in cui però dobbiamo ricreare delle regole
per convivere pacificamente
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e quindi, oltre al lavoro,
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è importante avere anche
dei momenti di svago.
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Questi momenti ci fanno un po' ricordare
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quella che per voi
è la vita di tutti i giorni,
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e noi perdiamo invece questa normalità.
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Uno dei momenti erano
le guide al simulatore della Soyuz,
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che in realtà è la navicella
che trasporta gli astronauti
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dalla Terra alla Stazione
Spaziale Internazionale.
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L'Agenzia Spaziale Europea
ha questo simulatore a Concordia
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per studiare come il nostro cervello,
e i nostri muscoli,
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cambiano e reagiscono
durante il periodo di isolamento.
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Per noi era diventato
come giocare a dei videogame.
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Altri momenti di svago
che permettono, anche, di fare team
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in realtà sono, ad esempio,
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i momenti in cucina, la palestra,
le pulizie della stazione
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e il mio momento preferito:
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quando abbiamo girato un film
per l'Anctartic Winter Film Festival
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in cui abbiamo fatto una parodia antartica
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di "Call me maybe"
delle Cheerleader di Miami.
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E poi ultimo, che non è stato, in realtà,
un momento di divertimento,
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in cui il cuoco ad aprile ci ricorda
che questo è l'ultimo cartone di latte
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e non l'avremmo rivisto fino a novembre.
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Ma perché ero là?
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Ero là per lavorare, ovviamente.
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Ero il primo anello
di questa lunga catena
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che è la ricerca
per il cambiamento climatico.
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Ero là per raccogliere campioni di neve
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in superficie e in profondità
fino a un metro,
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e per raccogliere campioni
di particolato atmosferico
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su appositi filtri.
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Ma perché è importante fare questo?
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Questo significa studiare l'aria,
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ed è importante studiare l'aria
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perché la respiriamo
e perché essa dipende da noi.
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L'aria, anche se non lo vediamo
a occhio nudo, è composta da gas.
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L'ossigeno ovviamente,
anidride carbonica, altri;
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ed è composta anche
da particolato atmosferico
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quindi particelle solide come il Pm 10.
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E questi hanno una concentrazione naturale
e sono in equilibrio tra di loro;
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equilibrio molto delicato
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che noi possiamo, e stiamo alterando
introducendo e emettendo sostanze.
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La sostanza più famosa,
di cui parliamo sempre,
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è l'anidride carbonica,
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quindi immettendo grandi concentrazioni
di anidride carbonica
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provochiamo l'effetto serra,
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che ha come conseguenza principale
quella dell'aumento delle temperature.
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Ma a questo punto vi chiedete:
perché andiamo in Antartide?
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Perché così lontano?
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Perché là con i campioni
che raccogliamo adesso,
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capiamo se l'inquinamento
che produciamo noi, nei nostri continenti,
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riesce ad arrivare fin là.
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L'Antartide è un laboratorio
all'aria aperta,
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il continente più isolato;
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e quindi è importante capire
se e come il nostro inquinamento arriva.
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Ma soprattutto, è fondamentale
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perché possiamo studiare
il clima del passato.
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Cioè possiamo avere informazioni
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sulla composizione atmosferica
e le condizioni climatiche
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fino a migliaia, o addirittura
un milione di anni fa.
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Questo si fa tramite carotaggi.
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Carotaggio significa prelevare
dal ghiacciaio una "carota",
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quindi un cilindro di ghiaccio
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all'interno del quale
possiamo trovare quei gas
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e quel particolato atmosferico
che dicevamo prima,
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perché esiste uno scambio
tra l'aria e la neve superficiale
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e quindi questi rimangono intrappolati
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nel ghiaccio che si forma, poi,
a partire da questa neve.
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Uno dei progetti più importanti,
che è stato fatto proprio a Concordia,
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è Epica.
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Progetto che ha previsto il carotaggio
fino a 3000 metri di profondità
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e che ha permesso di studiare il clima
fino a 800.000 anni fa.
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Questo è un grafico
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che è stato prodotto, poi,
dalle analisi della carota,
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il quale fa vedere appunto
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come in questi 800.000 anni
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la temperatura e la concentrazione
di anidride carbonica
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siano cambiati nel tempo.
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E sono stati individuati
otto cicli glaciali e interglaciali,
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cioè otto cicli in cui la temperatura,
come possiamo vedere,
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si alza e si abbassa di molto;
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ma le cause sono naturali.
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Le teorie di queste cause, ad esempio,
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riguardano la teoria
della tettonica a placche
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o dell'inclinazione dell'asse terrestre
rispetto alla radiazione solare.
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E vediamo che, comunque, l'andamento
è un andamento ciclico, appunto.
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Da notare, è importante,
il valore massimo della CO2
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che è di 300 parti per milione;
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quindi per cause naturali
in un periodo interglaciale,
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che è un periodo
che stiamo vivendo anche noi.
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Questo è importante
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perché questi dati "vecchi",
prima dell'uomo,
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li possiamo confrontare con i dati di oggi
per capire cosa sta succedendo.
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Questo è un grafico che è
sul sito della NASA, pubblico,
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che ci fa vedere come, giorno per giorno,
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aumenta la concentrazione
di anidride carbonica nell'atmosfera.
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Quest'anno abbiamo già raggiunto
420 parti per milioni,
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cioè abbiamo già superato
il massimo causato da cause naturali:
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e lo abbiamo superato in decenni,
non in centinaia, non migliaia di anni.
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Così la temperatura: siamo a + 1°.
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Il valore soglia di pericolo
è posto a +1,5 °;
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è il valore oltre il quale
la comunità scientifica prevede
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che le condizioni di vita per l'uomo
diventino quasi invivibili.
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Temperature che continuano a crescere.
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E sia molto, molto
più complicato di adesso
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cambiare rotta e bloccare
questo riscaldamento.
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Quindi, a questo punto,
voi giustamente potreste dire:
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quindi?
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E io?
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Be', noi innanzitutto
siamo attori attivi nella causa,
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in ciò che provoca
il cambiamento climatico;
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ma siamo anche le vittime
delle conseguenze.
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Nessuno di noi, ovviamente,
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è escluso dalle conseguenze
del cambiamento climatico.
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Conseguenze che riguardano noi,
questi sono solo alcuni dei settori;
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ma ad esempio, appunto,
pensiamo alla salute umana.
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Comunque noi, l'aria la respiriamo,
entra nel nostro sistema respiratorio.
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Questo vuol dire
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che se sono presenti molecole pericolose
possono causare malattie,
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a partire, anche, dalla asma ed allergie.
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Pensiamo che la natura è resiliente:
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gli antibiotici su alcuni batteri
non funzionano più.
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I batteri sono diventati
antibiotico resistenti,
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i virus sono in grado di adattarsi;
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quindi possono causare malattie
che è difficile affrontare.
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La malnutrizione,
la povertà, le migrazioni,
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ovviamente per cercare
condizioni migliori.
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quindi problemi politici,
problemi di aiuti umanitari.
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Lo scioglimento dei ghiacci nell'Artico
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è quello che comunque
viene discusso più frequentemente,
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è un problema enorme sia per gli animali
che per le popolazioni dell'Artico
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ma anche dal punto di vista
economico e commerciale.
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Scioglimento dei ghiacciai
anche nelle Alpi,
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che ha come conseguenza principale
l'innalzamento del livello del mare,
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perché questo ghiaccio sciolto
deve andare da qualche parte.
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Le alte temperature, poi,
causano desertificazione,
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quindi perdiamo terreno
che non possiamo coltivare.
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Perdiamo, quindi, una risorsa di cibo.
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Quindi, a questo punto,
cosa dobbiamo fare?
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Reagire.
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Questa è la foto che per me rappresenta
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la mia reazione personale in Antartide;
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e mi piace associare una citazione
di un libro di Noacco
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che parla del silenzio,
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perché in questo luogo
il silenzio è quasi assordante,
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senti solo il tuo respiro e il tuo cuore.
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E in questo passo, Noacco dice:
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"Il cielo e la terra si mescolavano.
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Il deserto fa questo, ci pone davanti
ai nostri pensieri più intimi
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e sembra sussurrarci all'orecchio:
Conosci te stesso"
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Ed è quello che succede.
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Hai molto tempo da trascorrere con te:
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e quindi io sono riuscita
a capire, nel bene e nel male,
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le mie debolezze, i miei punti di forza.
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Sono anche riuscita a capire, appunto,
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quanto l'uomo sia piccolo
rispetto alla natura,
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ma quanto male, quindi anche
quanto bene, possa fargli;
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e quanto sia importante fare rete sociale
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sia per la vita di tutti i giorni,
quindi le amicizie o la famiglia,
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sia però, anche,
stare insieme per reagire.
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Aiutarci l'un l'altro per migliorare
le nostre condizioni di vita.
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E qui, quindi, poi si passa
a un react professionale,
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che parte dal voler divulgare,
dal voler aiutare le persone
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a capire, a interessarsi e a reagire.
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Soprattutto con le scuole, con i bambini
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perché comunque loro
saranno gli attori del domani.
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Ed è giusto lasciare
alle future generazioni
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una terra vivibile.
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Il progetto a cui tengo particolarmente
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è stato fatto con una scuola
elementare del mio paese.
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Ho incontrato i bambini prima di partire,
quando sono tornata a gennaio.
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E li ho contattati, poi,
durante l'anno a distanza.
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Ed è stato importante, appunto,
incuriosirli alla scienza, all'ambiente
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e spiegargli cosa stesse succedendo.
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E fare in modo, appunto,
che sin da piccoli si attivino.
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A questo, poi, si associa
un "React" della vita quotidiana,
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che è quello che tutti noi dovremmo avere.
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È basilare, chiamiamolo così.
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Quindi: fare attenzione a cosa mangiamo,
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seguire la stagionalità
della frutta e della verdura,
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o del pesce anche;
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stare attenti alla fonte
da cui prendiamo il nostro cibo.
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Stare attenti agli imballaggi, ridurli;
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evitare l'eccessivo consumismo;
ridurre il consumo di plastica;
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usare prodotti per la persona e l'ambiente
che siano più sostenibili possibile.
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È difficile: ho difficoltà anch'io
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che sono straconvinta
di quello che faccio.
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Ma difficile non significa impossibile.
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E non pensate di essere uno fra tanti.
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Perché se ci sommiamo siamo una comunità
e dobbiamo agire come tale.
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Sì, lo so: i grandi cambiamenti
devono provenire dalle politiche.
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Quindi l'energia, le aziende,
gli allevamenti intensivi.
-
Ma noi dobbiamo mostrare
che tipo di società vogliamo.
-
Che tipo di vita sostenibile vogliamo.
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Dobbiamo dare l'esempio.
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Questo perché ci dobbiamo ricordare
due cose fondamentali.
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La prima è che la natura è resiliente:
-
si adatta, cambia,
sopravvive - anche all'uomo.
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La seconda, come ha detto Parmitano, è che
"la cosa più fragile siamo noi uomini".
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Grazie.
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(Applausi)