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Rafeef Ziadah - "Noi insegniamo la vita, signore", Londra, 12.11.11

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    Inizierò con questa poesia, che ho scritto
    mentre le bombe cadevano su Gaza.
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    Ero la portavoce per la coalizione e
    ero molto impegnata nell'organizzazione
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    ci eravamo alzati intorno alle sei del mattino
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    a perfezionare ogni servizio e alla fine,
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    i palestinesi lo sanno,
    la maggior parte dei palestinesi si stanca
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    e inizia a pronunciare le B al posto delle P e
    così alla fine della giornata diventiamo Balestinesi.
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    Perciò mi sono esercitata sulle P per tutta la notte.
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    E il mattino seguente uno dei giornalisti mi ha chiesto:
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    "Non pensa che andrebbe tutto bene se solo
    smetteste di insegnare l’odio ai vostri bambini?"
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    Non ho insultato quella persona,
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    sono stata molto educata, ma ho scritto questa poesia
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    in risposta a domande come questa
    che vengono sempre poste a noi palestinesi .
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    Oggi, il mio corpo era un massacro in TV.
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    Oggi, il mio corpo era un massacro in TV che
    doveva rientrare nei limiti del servizio e delle parole.
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    Oggi, il mio corpo era un massacro in TV
    che doveva rientrare nei limiti del servizio
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    e delle parole piene quanto basta di statistiche
    per controbattere con risposte misurate.
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    E ho perfezionato il mio inglese e
    ho imparato le mie risoluzioni ONU.
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    Eppure, lui mi ha chiesto: "Signorina Ziadah
    non pensa che tutto si risolverebbe
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    se solo smetteste di insegnare
    così tanto odio ai vostri bambini? "
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    Pausa!
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    Cerco dentro di me la forza di essere paziente
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    Ma la pazienza non è sulla punta della mia lingua
    mentre le bombe cadono su Gaza.
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    La pazienza mi ha appena abbandonata.
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    Pausa!
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    Sorridi!
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    Noi insegniamo la vita, signore!
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    Rafeef, ricordati di sorridere...
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    Pausa!
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    Noi insegniamo la vita, signore!
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    Noi palestinesi insegniamo la vita
    dopo che loro hanno occupato l'ultimo cielo.
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    Noi insegniamo la vita dopo che loro hanno costruito
    i loro insediamenti e i muri dell'apartheid,
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    dopo gli ultimi cieli.
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    Noi insegniamo la vita, signore!
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    Ma oggi
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    oggi, il mio corpo era un massacro in TV che
    doveva rientrare nei limiti del servizio e delle parole.
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    E "ci dia solo una storia, una storia umana.
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    Vede, questa non è politica.
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    Vogliamo solo raccontare alla gente di Lei e del Suo popolo,
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    ci dia una storia umana.
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    Non nomini le parole "apartheid" e "occupazione."
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    Questa non è politica!
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    Lei deve aiutarmi come giornalista
    a aiutarla a raccontare la Sua storia
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    che non è una storia politica."
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    Oggi, il mio corpo era un massacro in TV.
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    "Che ne dice di darci la storia di
    una donna di Gaza che ha bisogno di farmaci?
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    Che mi dice di Lei?
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    Ha abbastanza ossa rotte da coprire il sole?
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    Mi parli dei vostri morti
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    e mi dia l'elenco dei loro nomi,
    al massimo in 1200 parole."
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    Oggi,
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    il mio corpo era un massacro in TV che
    doveva rientrare nei limiti del servizio e delle parole
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    e commuovere quelli che sono insensibili
    al sangue del terrorismo.
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    Ma loro erano dispiaciuti.
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    Erano dispiaciuti per le bestie di Gaza.
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    Così fornisco risoluzioni ONU e statistiche
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    e condanniamo
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    e deploriamo
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    e rifiutiamo!
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    E queste non sono due parti uguali: occupanti e occupati.
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    E cento morti,
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    duecento morti,
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    e mille morti.
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    E in mezzo ai crimini di guerra e ai massacri,
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    Dò libero sfogo alle parole e a un sorriso "non esotico",
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    a un sorriso "non terrorista".
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    E riconto, riconto cento morti, duecento morti, mille morti!
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    C'è qualcuno là fuori?
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    Qualcuno ascolterà mai?
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    Vorrei poter piangere sui loro corpi.
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    Vorrei solo poter correre a piedi nudi in ogni campo profughi,
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    e abbracciare ogni bambino,
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    coprire loro le orecchie
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    così che non sentano il suono dei bombardamenti
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    per il resto della loro vita, come accade a me.
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    Oggi, il mio corpo era un massacro in TV.
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    E lasciatemi dire,
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    non c'è niente che le risoluzioni ONU abbiano mai fatto.
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    E nessun servizio,
    nessun servizio mi viene in mente,
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    non importa quanto il mio inglese migliori!
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    Nessun servizio...
    nessun servizio...nessun servizio
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    nessun servizio li riporterà in vita!
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    Nessun servizio sistemerà le cose!
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    Noi insegniamo la vita, signore!
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    Noi insegniamo la vita, signore!
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    Noi Palestinesi ci svegliamo ogni mattina
    per insegnare la vita al resto del mondo, signore!
  • 4:32 - 4:33
    Grazie!
Title:
Rafeef Ziadah - "Noi insegniamo la vita, signore", Londra, 12.11.11
Description:

RAFEEF ZIADAH è un'artista della recitazione e un'attivista canadese-palestinese. Il suo album di debutto "Hadeel" è dedicato ai giovani palestinesi, che fanno ancora volare gli aquiloni sfidando i bombardieri F16, che ricordano ancora i nomi dei loro villaggi in Palestina, che sentono ancora il suono delle colombe, Hadil, su Gaza.

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Video Language:
English
Duration:
04:39

Italian subtitles

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